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25 mila imprese e 90 mila mezzi aderenti al blocco

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Academic year: 2022

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21 Marzo 2022 -

25 mila imprese e 90 mila mezzi aderenti al blocco

ROMA – Sarebbero già circa 25.000 le imprese nelle regioni del centro sud coinvolte nel fermo in atto, secondo quanto rilevato da Trasportunito.

Non quindi un fermo “a zone” ma, secondo l’associazione, “un vero e proprio collasso del sistema dei trasporti su gomma in Italia”.

“Ma il dato più sorprendente viene da un sondaggio a livello nazionale: il

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21 Marzo 2022 -

98% delle imprese di autotrasporto italiane, e non solo quelle del centro sud, condivide e giustifica l’azione di protesta in atto, manifestando totale solidarietà alle imprese che hanno bloccato i loro mezzi, non solo in segno di protesta per gli aumenti del carburante che dovrebbero assorbire in toto nei loro conti, senza poterli riversare almeno in parte sulla committenza e sulla merce, ma anche la totale assenza di qualsiasi segnale governativo di comprensione della gravità della situazione”.

Ci sarebbero qualcosa come 90 mila mezzi fermi oggi, un taglio di 30 milioni di quintali sulla capacità di trasporto con conseguenze devastanti su settori come il trasporto di alimenti deperibili e ortofrutta.

Sempre Trasportounito calcola che altri 30-40 mila mezzi non siano in grado di superare e risolvere difficoltà di movimento rispetto a percorsi,

triangolazioni e carichi/scarichi.

“È particolarmente grave -sottolinea Maurizio Longo, segretario generale- che non si comprendano oggi le ragioni, in parte cronicizzate, in parte esplose per l’aumento dei costi di carburante, dell’autotrasporto italiano, costretto oggi a una protesta che assomiglia ogni giorno di più a un fermo tecnico, ovvero al blocco dei mezzi per impossibilità pratica di pagarne i costi di gestione”.

Si accusa il Ministero di riferimento di un totale immobilismo e

un’incapacità di intervenire anche sul tema della carenza degli autisti, con un totale disinteresse nei confronti di una riforma del settore, imposta dall’Unione europea, con impatti fortemente negativi su una categoria ormai destrutturata.

“Le disposizioni comunitarie entrate in vigore senza alcun tipo di

accompagnamento tecnico-normativo producono tre tipi di effetti negativi:

l’eliminazione delle vecchie licenze e quindi la perdita secca di un patrimonio di 220 milioni di euro; il pericoloso livellamento, verso il basso, dei futuri operatori dell’autotrasporto in controtendenza rispetto

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21 Marzo 2022 -

La lunga attesa di Ningbo e Long Beach

LIVORNO – Da oriente a occidente l’orizzonte dei porti appare lo stesso in diverse città con le navi ferme a largo.

È quello che succede ormai da sei giorni nel porto cinese di Ningbo-Zhoushan, dove, come ormai noto, è stata decisa la chiusura del terminal dopo che un membro del personale è risultato positivo al Covid-19, lasciando la zona del porto interdetta non si sa per quanto ancora.

I problemi di congestionamento negli altri terminal di Ningbo non possono che aumentare con un possibile impatto anche sul “vicino” porto di Shanghai.

La stessa scena si presenta da ieri di fronte al porto di Long Beach a Los

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Angeles, che per gli Usa rappresenta lo scalo più importante per quel che riguarda il commercio con l’Asia.

I dati di VesselFinder parlano di 37 navi cargo, numeri che potrebbero raggiungere il record dello scorso Febbraio, quando le navi registrate in rada furono 40.

Oggi si stima un’attesa media per l’ormeggio, che a fine Giugno era di 5,7 giorni, passata a 6,2.

Nel mese di Luglio il porto californiano aveva movimentato 785 mila teu in traffico container, registrando un +4,2% sul Luglio 2020, per un totale, nei primi sette mesi 2021 di 5,54 milioni di teu.

Come ci si è resi conto prima con il lockdown mondiale, poi con il blocco del canale di Suez, stop di questa portata generano problemi anche a chilometri di distanza, andando a incidere sull’intera catena logistica mondiale.

Non solo un problema di “tempi”, ma anche di costi per i consumatori finali che vedono gonfiare i prezzi dei prodotti importati.

Il problema sembra di non facile soluzione e neanche gli esperti del settore riescono a stimare una data in cui tutto questo si concluderà.

Neve causa blocco autostrade liguri

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21 Marzo 2022 -

GENOVA – Totale blocco delle autostrade liguri, con i mezzi pesanti imprigionati in una morsa di neve, ghiaccio e inefficienza. “Dopo che da cinque giorni – denuncia Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di

Trasportounito – viene lanciato l’allerta neve, la Società Autostrade non ha svolto alcuna attività preventiva e non si è attrezzata per intervenire per la pulizia delle strade con una rete che è oggi totalmente paralizzata”.

Sono chiuse le autostrade A6, A26, A7, e per agevolare le operazioni dei mezzi antineve Polstrada ha disposto il divieto temporaneo alla circolazione sulla A26 Genova-Gravellona Toce, tra il bivio con al A10 Genova-Savona e la Diramazione Predosa-Bettole in entrambe le direzioni di marcia. Sulla A7

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Genova-Serravalle, tra la diramazione della A26 e Genova Bolzaneto verso Genova e tra Bivio A12 e Serravalle Scrivia in direzione di Milano, il

divieto è previsto solo per i mezzi pesanti con peso a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate. Nel savonese A6 chiusa ai Tir, da Savona a Ceva in

direzione Torino e da Carmagnola a Savona, in direzione Savona.

Con la chiusura della provinciale 29 di Cadibona, nel savonese, causata dalla caduta di alcuni alberi e quella disposta per i Tir in alcuni tratti della A6 e della A26 per le forti nevicate, i mezzi pesanti sono sostanzialmente

‘bloccati’ in Liguria.

“E ora il vaso è davvero colmo – prosegue Tagnochetti – non è possibile che ogni disservizio, ogni inefficienza, ogni blocco, spesso causato anche quando poteva essere evitato, ricada sulle spalle dell’autotrasporto. Se per

efficienza logistica in questo Paese – prosegue – si pensa puntualmente di penalizzare l’anello più debole della catena, l’autotrasporto, ebbene si sappia che non esiste più margine di sopportazione. La competitività del sistema non si crea tirando la corda sino a farla strappare e annientando una categoria, che, piaccia o non piaccia, è strategica e centrale proprio nella catena logistica”.

“Siamo stufi di sentir parlare di disservizi, anche quando le emergenze erano ampiamente prevedibili – conclude Tagnochetti – e ci rivolgiamo al Governo e al Parlamento con una brevissima frase: se l’autotrasporto salta e si ferma, anche quel poco di efficienza che ancora sopravvive nel sistema Paese è arrivata al giro finale”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente di Saimare, Mino Giachino che defiunisce : “Scandaloso il blocco delle autostrade liguri attorno a Genova per una modesta nevicata. I trasporti e l’economia pagano la grande

incompetenza del Governo in questi ultimi anni. Il nodo trasportistico più importante d’Italia bloccato per mala gestione e per mancati controlli del Mit che tra la demagogia dei 5 stelle e la incompetenza del Mit”.

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21 Marzo 2022 -

Fincantieri dona a Cisita blocco di nave

TRIESTE – Fincantieri ha donato a Cisita un blocco di costruzione navale che l’ente di formazione, specializzato in corsi in ambito navalmeccanico,

utilizzerà a scopo didattico presso l’Arsenale della Marina Militare a La Spezia (nella foto).

Il blocco, realizzato in precedenza nel cantiere spezzino del Muggiano per testare una serie di soluzioni in ambito mega-yacht, è stato trasferito oggi in Arsenale. Ha una dimensione di circa 16 metri per 10, per un peso

approssimativo di 65 tonnellate. Per favorirne il trasporto, è stato

sezionato in sei manufatti minori delle dimensioni di 8,30 metri per 2,20, di

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21 Marzo 2022 -

circa 12 tonnellate ciascuno.

Potrà essere utilizzato per prove pratiche “reali”, che fino ad oggi venivano soltanto simulate su semplici lamiere di ferro, ponendosi come un’ideale palestra formativa in materia di saldatura, installazione tubi, condotte e carpenteria elettrica. Si tratta quindi di un valore aggiunto considerevole per tutti gli studenti che frequentano corsi di formazione professionale nell’ambito della navalmeccanica e che vogliono sviluppare una competenza concreta.

Cisita condivide con Fincantieri la visione di una formazione aderente alle esigenze economico-produttive del territorio. L’iniziativa, infatti, si inquadra nell’ambito del protocollo di collaborazione firmato nel 2018 tra Fincantieri, Regione Liguria e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, volto a favorire i processi di collocazione lavorativa, stimolare

l’occupazione locale, con particolare riferimento a quella giovanile.

Tir verso il blocco dei porti

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21 Marzo 2022 -

ROMA – Tir verso il blocco dei porti in Sicilia e Sardegna per protestare contro il caro noli marittimi.

Trasportounito annuncia infatti che alla mezzanotte fra il 6 e il 7 Gennaio prossimo scatterà il blocco nell’imbarco dei mezzi pesanti, dei semirimorchi e dei camion sulle navi impegnate nelle Autostrade del Mare nei porti di Palermo, Termini Imerese, Catania, Cagliari, Olbia e Messina, con esclusione dei servizi sullo Stretto.

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La decisione di andare verso il blocco dei porti è stata assunta dalle organizzazioni rappresentative dell’autotrasporto, ovvero Trasportounito, inclusa la delegazione della Sardegna, l’Aitras e l’Aias, e il blocco proseguirà a tempo indeterminato.

All’origine della protesta destinata a paralizzare i porti delle due isole maggiori, è l’aumento record dei noli marittimi deciso dalle compagnie di navigazione che svolgono servizi di collegamento sulla rete delle Autostrade del Mare e che hanno motivato questo aumento per far fronte agli extra-costi derivanti dall’utilizzo di carburante a basso contenuto di zolfo in

ottemperanza con la normativa marittima internazionale Imo che entrerà in vigore il primo Gennaio prossimo.

Tir: blocco dei porti siciliani a

Gennaio

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21 Marzo 2022 -

ROMA – Si prospetta un blocco dei porti siciliani da parte degli

autotrasportatori dal prossimo mese di Gennaio, in segno di protesta contro gli aumenti decisi dagli armatori, scaturiti dalle normative internazionali per le emissioni delle nave, tra cui alcune di quelle utilizzate sulle Autostrade del mare.

Nessuna obiezione al fatto che gli armatori italiani si adeguino alle normative internazionali sulla riduzione delle emissioni nocive

nell’atmosfera, ma è intollerabile e insopportabile che pensino di ribaltare totalmente i costi dei loro obbligati investimenti direttamente sulla loro

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clientela e quindi sull’autotrasporto.

Con questa presa di posizione, Trasportounito ha deciso l’immediata

mobilitazione dell’autotrasporto che si troverà ad affrontare un incremento dei maggiori costi che variano dal 20 al 30% a tratta, a partire dal Gennaio prossimo. Qualora non vi fossero immediati interventi in grado di attenuare tali maggiori costi i mezzi dell’autotrasporto cesseranno di utilizzare le autostrade del mare e torneranno a risalire e ridiscendere la penisola via terra, con il contemporaneo blocco dei porti siciliani.

“Si ripete ancora una volta – ha affermato Maurizio Longo, segretario

generale di Trasportounito – l’ennesima incapacità politica e istituzionale di programmare, verificare, pianificare e sostenere le imprese che, a fronte di una regolamentazione comunitaria che impone la riduzione delle emissioni inquinanti nei trasporti marittimi, devono subire non solo un pesante esborso finanziario ma anche il fallimento delle politiche incentivanti (Marebonus) sull’uso delle infrastrutture del mare”.

“Tale inammissibile aumento, che scatterà da Gennaio del prossimo anno – ha proseguito Longo, annunciando la richiesta di un immediato incontro inoltrata al ministro Paola De Micheli, al presidente della Regione Sicilia, Musumeci e all’assessore ai Trasporti Falcone -, rappresenta un macigno finanziario che le imprese di autotrasporto non possono sopportare. In teoria queste

dovrebbero ribaltare il maggior costo sui corrispettivi dei servizi alla merce ma, in pratica, tenendo conto dell’assenza di tutele, nell’ambito della libera contrattazione delle parti, saranno costrette a farsi carico dei

maggiori costi con ricadute finanziarie catastrofiche”.

“Se la scelta è quella di tutelare l’ambiente – ha concluso Longo – è giusto che tutti si facciano carico dei costi pro quota. Altrimenti le emissioni torneranno a essere quelle dei camion su autostrade e strade di terra con il black-out del più grande progetto ambientalista messo a punto dal trasporto Italiano, e snobbato dalle istituzioni, anche comunitarie, quello delle

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21 Marzo 2022 -

Giachino: il Governo convochi i trasportatori

ROMA – L’ autotrasporto sta vivendo negli ultimi giorni forti tensioni che rischiano di causare il collasso dell’intero settore, in particolare nei collegamenti portuali.

A Genova, ad esempio, la protesta delle associazioni di categoria ha bloccato i servizi di trasporto su gomma dei contenitori in entrata ed uscita da

Voltri. A tale proposito, il direttore di Alis Marcello Di Caterina,

mercoledì aveva auspicato, a nome dell’associazione, la soluzione a breve dei

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problemi denunciati dalle imprese di autotrasporto.

Oggi anche l’ex sottosegretario ai Trasporti, Mino Giachino, prende posizione sulla vicenda, sottolineando che durante il periodo in cui ha ricoperto

l’incarico gli autotrasportatori non hanno fatto un solo giorno di sciopero.

”Cosa aspetta il Governo a convocare i trasportatori?” domanda Giachino, in qualità di responsabile nazionale trasporti di Forza Italia. ”Snobbati dagli ultimi Governi quasi fossero figli di un Dio minore, i trasportatori che garantiscono il funzionamento del 90% della nostra economia e che sono una componente fondamentale della nostra logistica, ora minacciano azioni di protesta nei porti più importanti”.

”La nostra economia – sostiene ancora Giachino – negli ultimi anni si è mantenuta in linea di galleggiamento solo grazie al notevole aumento delle esportazioni, che come è noto utilizzano principalmente i porti che in questi anni hanno compiuto importanti passi in avanti in termini di operatività ed infrastrutture”.

”Lasciare bloccare i porti sarebbe un errore grave, l’ultima economia d’Europa non se lo può permettere”, avverte Bartolomeo Giachino.

Nuovo blocco a Interporto Bologna

BOLOGNA – Ricadute anche sull’A13 lunedì pomeriggio per un nuovo blocco all’Interporto di Bologna, dove alcuni lavoratori e lavoratrici della

Cooperativa Mr. Job hanno protestato contro otto licenziamenti. Il presidio ha impedito ai Tir l’accesso all’Interporto, creando una coda che ha

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colleghi ha avuto ricadute anche sull’A13.

«Il Governo – prosegue Giachino – deve avere presente la realtà economica del nostro Paese. Bene intervenire per lo sciopero al Colosseo, ma garantisco che per la nostra economia la logistica e l’Interporto di Bologna valgono molto di più».

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