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DIRITTI DEGLI UOMINI E ANTI-FEMMINISMO

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Academic year: 2022

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zione mediatica è fortemente concentrata sugli episodi degni di finire sulle pagine della cronaca nera.

Molta meno attenzione viene invece dedicata al fenomeno, già molto diffuso e in crescita soprattutto nelle fasce giovani, dei movimenti per i diritti degli uomini, le cui tracce abbondano in rete e che hanno ricevuto qualche attenzione mediatica in relazione al duplice omicidio dei fidan- zati Daniele De Santis ed Eleonora Manta a opera di Antonio De Marco.

Reo confesso, il ventunenne ha dichiarato di aver ucciso la coppia perché li riteneva “troppo felici” mentre lui non aveva mai avuto una ragazza ed era molto arrabbiato per essere stato ripetutamente rifiutato. Questo tipo di motivazioni è l’eco di un movimento, quello degli Incel (celibi in- volontari) che, partito dagli Stati Uniti, sta diffondendosi rapidamente anche al di qua dell’oceano.

In generale il movimento fa riferimento al Movimento per i Diritti degli Uomini (MRA, Men’s Right Activism) differentemente declinati. Il fe- nomeno è stato definito ”maschiosfera” (dall’inglese “manosphere”) per la prima volta nel 2009 diventando poi popolare a seguito della pubblicazione, nel 2013, del libro di Ian Ironwood The Manosphere: A New Hope for Masculinity. Molti dei temi attualmente portati avanti dal MRA si possono ricondurre alle tesi contenute nel libro di Warren Farrell The Myth of Male Power del 1993 dove le donne sono le vere detentrici del potere e gli uomini sono il genere realmente oppresso e succube.

Alle tesi di Farrell fa eco il pensiero di Paul Elam e del suo di A Voice for Men, opinion leader MRA negli Stati Uniti la cui pagina italiana non è più attiva, ma di cui si trovano abbondanti testimonianze su YouTube.

Centrale nella cultura MRA la questione del divorzio e della custodia dei figli, fronti su cui gli uomini sono sistematicamente penalizzati per “col- pa” delle donne. Altri cavalli di battaglia sono le false accuse di stupro e di stalking, la violenza sessuale e quella domestica contro gli uomini. Tutti questi temi, che potrebbero essere oggetto di dibattito e di riflessione, sono invece trattati per dimostrare l’evidente egemonia femminile ai danni degli uomini, sempre più penalizzati, colpevolizzati e condannati dal pensiero dominante orientato a favore delle donne.

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SCHEDA

Una delle costole più significative del MRA è il movimento del “redpillati”

che trae il suo nome dal film Matrix del 1999 in cui al protagonista veniva offerta la pillola rossa per risvegliarsi alla vera realtà della vita.

Questo movimento parte da una serie di assunti pseudo-scientifici basa- ti sulle differenze biologiche tra uomini e donne per poi arrivare a dimo- strare che le donne sono avvantaggiate in tutti gli ambiti e tutti i settori della vita civile e pubblica a evidente, ingiusto e ingiustificato discapito degli uomini.

In Italia esistono forum, blog, pagine Facebook e Instagram dedicati all’argomento che hanno decine di migliaia di followers.

Interessante notare che tutti i blog precisano di non essere testate gior- nalistiche (e pertanto esenti dalle implicazioni civili e penali rispetto ai contenuti pubblicati che questo status comporta), di ammettere qual- siasi posizione, considerata responsabilità esclusiva di chi la esprime e di moderare i commenti in modo blando oppure di non moderarli affatto.

Nella maggior parte dei casi, infine, i nomi degli autori e dei promotori appaiano sotto pseudonimi o sono del tutto assenti.

Le dichiarazioni di intenti sono caratterizzate da forti ambiguità: da un lato si afferma di voler perseguire una effettiva parità tra i sessi basata sul reciproco riconoscimento, dall’altra si dichiara, più o meno esplicita- mente, l’aperta ostilità verso il femminismo e, più in generale, verso la evidente predominanza del femminile ai danni del maschile, descritto come ingiustamente mortificato e denigrato.

Un altro aspetto dell’ambiguità è dato dal mettere insieme questioni giu- ridiche, che sarebbero passibili di revisione e di discussione a partire da dati di fatto, con questioni di principio e di visione della realtà che ab- bracciano tutti gli altri aspetti della convivenza civile.

Di tre di essi abbiamo letto le “dichiarazioni programmatiche” per ren- dere l’idea del tipo di cultura che diffondono e del tipo di approccio che suggeriscono.

Il primo è un blog chiamato “Coscienza Maschile”, collegato a un Forum in cui uno dei promotori, che firma sotto pseudonimo, al termine del suo post sulle strategie e obiettivi del blog, scrive “C’è bisogno di scatenare una nuova resistenza, una nuova opposizione sociale a questo infame sistema: questi sono tempi per una nuova Rosa Bianca, non meno ne- cessaria di quella sorta al tempo di Hitler.”1

Nel post intitolato “Perché Coscienza Maschile” l’altro promotore, che fir- ma anche lui con uno pseudonimo, espone le ragioni dell’esistenza del blog, scrivendo che “Coscienza Maschile nasce dall’iniziativa di alcuni at-

1 https://blog.coscienzamaschile.com/strategie/ qui si trova il testo integrale del documento.

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re all’attribuzione delle responsabilità: ”Le inique quote rosa e la demo- nizzazione dell’uomo da parte dei media, dipinto come inetto e violento, completano il quadro. Quello che si vuole distruggere però non è solo il maschio ma tutto l’universo che in qualche modo è riconducibile a lui.”

Più avanti le posizioni diventano più chiare: “Crediamo che il femmini- smo abbia un ruolo puramente distruttivo dei legami sociali, in partico- lare quelli familiari, fondanti della convivenza civile. Per questo siamo convinti che per tutelare i diritti maschili dobbiamo combattere tutti gli effetti del femminismo, non solo la piaga del divorzio e la riduzione de- gli uomini a non-persone, ma l’intero armamentario ideologico contrario alla comunità e alla stessa vita umana, che porta allo sfilacciamento del tessuto sociale.”

A scanso di equivoci, poi, il manifesto dice che “Questo spazio di discus- sione è aperto a tutti, quindi non ci assumiamo la responsabilità di al- cuna affermazione, salvo delle nostre. Non riteniamo opportuno cen- surare opinioni solo perché non le condividiamo o non si conformano al politicamente corretto.”

Il secondo blog esaminato si chiama La Fionda – l’Altro versante del vero.

In questo caso i nomi dei 16 autori, tra cui 4 donne, sono noti.

Nel loro Manifesto3 sui 10 articoli totali, due sono in aperta contrapposi- zione con le istanze femministe indicandone gli effetti che queste hanno avuto sulla società contemporanea:

“7. La denigrazione del genere maschile e la sua arbitraria e infondata descrizione come violento, aggressivo, inumano e insensibile, come sog- getto non degno di essere compreso nelle sue esigenze e desideri, nel suo diritto alla felicità e nella sua umanità, né degno di essere apprezza- to e valorizzato per i suoi pregi e le sue eccellenze, e dunque come pie- namente sacrificabile o secondario, è una mistificazione. Essa non trova riscontri nella realtà, bensì scaturisce da forzature politico-culturali im- poste da un permeante estremismo ideologico e distruttivo, che trae be- nefici, privilegi, potere e risorse dall’indiscriminata colpevolizzazione del

2 Oggi l’uomo è oggetto di una discriminazione silenziosa, di cui non tutti sono al corrente. A partire dalle inique condizioni di separazione e divorzio: senza tener conto delle effettive responsabilità, gli fanno perdere la casa (che continua a pagare), gran parte del reddito obbligandolo a vivere nell’in- digenza, talora per strada, pur continuando a lavorare per l’ex moglie, e spesso la possibilità di ve- dere i propri figli. I padri separati in Italia sono circa cinque milioni, di cui ben ottocentomila sotto la soglia di indigenza.

3 https://www.lafionda.com/manifesto/

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SCHEDA

genere maschile, dal conseguente conflitto tra uomini e donne, e dalla distruzione delle loro comuni agenzie normative, la famiglia in primis.

8. Il femminismo, asserendo falsamente di lottare per la parità tra uomo e donna contro un asserito «regime patriarcale», in realtà conduce una guerra di annientamento della figura dell'uomo e del padre, con lo scopo di acquisire privilegi, primazie e vantaggi per una minoranza ideologiz- zata che si autodefinisce rappresentante di un'intera comunità conno- tata dal genere. Nel ritenere apertamente la metà maschile del mondo un nemico da combattere, il femminismo è il maggiore portatore di squi- librio e il maggiore ostacolo alla realizzazione di una piena e armonica parità tra uomini e donne.”

Gli ultimi due articoli del Manifesto suggeriscono una prospettiva di so- luzione:

“9. La dialettica tra gerarchia e inclusività è motore principale di evolu- zione e miglioramento collettivo, a patto che a tutti gli individui senza distinzione vengano riconosciuti pari diritti e assoluta uguaglianza nelle condizioni di partenza, venendo con ciò respinta come inaccettabile l’im- posizione di condizioni di parità negli esiti.

10. Il raggiungimento di pari diritti e doveri tra uomini e donne è possibile attraverso un percorso concorde, condiviso e comune tra i due generi, che avvenga senza alcun tipo di inquinamento ideologico, politico o eco- nomico. Obiettivo ultimo è che uomini e donne di buona volontà tornino a parlarsi, conoscersi, confrontarsi e riconoscersi per lavorare assieme alla costruzione di nuove modalità relazionali soddisfacenti e dunque per un futuro sostenibile e felice.”

La pagina Facebook di questo blog si chiama “Stalker sarai tu” ha più di 16.000 follower e oltre 14.000 like.

L’ultimo blog preso in esame si chiama “il Redpillatore”4, il cui autore è sconosciuto, che in home page si definisce:

“La Redpill (tradotto “pillola rossa”) dal mio punto di vista si può definire come una visione politicamente scorretta dei rapporti uomo donna.

Il termine deriva dal film Matrix (1999) ma ormai viene comunemente utilizzato come metafora per descrivere una scomoda verità, in contrapposizione alla bluepill (pillola blu) che invece è una rassicurante bugia.

Il redpillato, cioè chi si rispecchia nella visione redpill, cerca dunque di analizzare le relazioni sociali oggettivamente, valutandole obiettivamente per come sono. Cerca di fare un’analisi critica, sulla base delle evidenze scientifiche, senza lasciarsi eccessivamente condizionare da quella

4 https://www.ilredpillatore.org/2017/08/metodi-di-seduzione-e-redpillchi-sono-e.html

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Il Redpillatore si propone l’obiettivo di dare voce a coloro che si considerano redpillati e di affrontare e discutere in maniera critica e senza filtri il tema dei rapporti fra uomo e donna. Il blog vuole essere un’oasi di pace dove discutere serenamente su temi che oggi troppo spesso sono considerati tabu.”

Nella home page sono anche indicati i presupposti concettuali del pen- siero Redpill, dei quali l’ultimo motiva ed esprime un attacco esplicito al femminismo:

“Potere Sessuale

Il sesso è uno degli impulsi più forti della natura umana quindi avere un elevato valore di mercato attribuisce un potere a chi lo possiede. La donna ha un potere sessuale mediamente superiore all’uomo, perché nel merca- to sessuale sta dalla parte dell’offerta e possiede un bene per il quale c’è notevole domanda e scarsità di offerta (in tutte le specie di mammiferi del resto la femmina ha un valore superiore a quello del maschio) . Questo le permette di ottenere tutta una serie di benefici in società che vanno ben oltre la facilità di trovare un partner sessuale di livello superiore al proprio.

Non tenere conto di questo aspetto (e delle differenze fra i sessi) in una società che all’apparenza vuole promuovere la “parità del sessi” è sem- plicemente criminale ed è ciò che fa il femminismo, che è la manifesta- zione più evidente del maggiore potere sessuale femminile e al giorno d’oggi si configura come un movimento suprematista volto a garantire alla donna il maggior numero di privilegi. Un uomo redpillato è dunque necessariamente antifemminista.”

All’interno del blog è possibile trovare articoli su tutti i più diffusi argo- menti del dibattito sul femminile, dal catcalling (che da molestia diventa galanteria se a farlo è un uomo bello) alla ”mitologica cultura dello stu- pro”, fino ad arrivare ai “vantaggi nascosti dell’essere donna” che sono evidenti già a scuola, dove i professori sono più benevoli verso le ragazze.

Su Facebook, il gruppo “Il Redpillatore” è chiuso ed ha al momento 3338 membri.

In conclusione la dialettica tra maschile e femminile non è si ancora del tutto liberata dall’assunto che affermare i diritti di un gruppo debba ne- cessariamente comportare la negazione di diritti del gruppo “avversa- rio”. L’affermazione di un diritto viene ancora percepita come “atto osti-

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SCHEDA

le” e non, come effettivamente è, come il riconoscimento di uno status basato sulla pari dignità. Nessun dialogo efficace può svilupparsi sul presupposto che da esso debbano scaturire classificazioni nei termini di

“migliori/peggiori”, “giusti/sbagliati”, “vincenti/perdenti”. Quello del reci- proco riconoscimento e della reciproca legittimazione, come auspicato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 è ancora un tema centrale per l’educazione alla cittadinanza consapevole.

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