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Tessitori di fraternità
Ottobre missionario 2020 Centro missionario Frati Minori di Lecce
G. L’arte del tessere ci offre la possibilità di riscoprire i processi che la rendono concreta: essa è fatta di passi piccoli e sapienti ma anche di tempi lunghi e ripetitivi, alla fine dei quali abbiamo un filo tra le nostre mani e possiamo iniziare a tessere ciò che desideriamo. In tutto ciò la fraternità non è un abito a taglia standard, ma è la sapienza di prendere la misura sull’altro, è “tagliarsi”
su di lui, perché si ha a cuore la sua felicità. E vivendo così, ci si trova guariti, più umani e più felici. Dall’ascolto della chiamata di Dio, cui rispondiamo con il nostro “Eccomi”, siamo inviati come Francesco d’Assisi a costruire ogni giorno una Chiesa che sia allo stesso tempo luogo di ascolto e preghiera, di accoglienza e pace, di annuncio e testimonianza. Questa Chiesa è il luogo della presenza di Dio, in cui ognuno di noi può essere un abile “tessitore di fraternità”.
Canto di esposizione e silenzio di adorazione.
1. P ROCLAMAZIONE DELLA P AROLA DI D IO
Il primo lettore (L1) legge il brano del profeta Isaia dall’ambone, il secondo lettore (L2) invece legge da un luogo nascosto, per ottenere l’effetto di una voce fuori campo.
L1. Dal libro del profeta Isaia (6, 1-8).
Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro:
L2. «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti.
Tutta la terra è piena della sua gloria».
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L1. Vibravano gli stipiti delle porte alla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:
«Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti».
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. Egli mi toccò la bocca e mi disse:
L2. «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità
e il tuo peccato è espiato».
L1. Poi io udii la voce del Signore che diceva:
L2. «Chi manderò e chi andrà per noi?».
L1. E io risposi: «Eccomi, manda me!».
SALMO 84:si ripete un canone (Niente ti turbi) ogni due strofe.
L1. Signore, sei stato buono con la tua terra, * hai ricondotto i deportati di Giacobbe.
Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo, * hai cancellato tutti i suoi peccati.
L2. Hai deposto tutto il tuo sdegno * e messo fine alla tua grande ira.
Rialzaci, Dio nostra salvezza, *
e placa il tuo sdegno verso di noi. Canone.
L1. Forse per sempre sarai adirato con noi, * di età in età estenderai il tuo sdegno?
Non tornerai tu forse a darci vita, * perché in te gioisca il tuo popolo?
L2. Mostraci, Signore, la tua misericordia * e donaci la tua salvezza.
3 Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace * per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore. Canone.
L1. La sua salvezza è vicina a chi lo teme * e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno, * giustizia e pace si baceranno.
L2. La verità germoglierà dalla terra * e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene, * la nostra terra darà il suo frutto. Canone.
L1. Davanti a lui camminerà la giustizia * e sulla via dei suoi passi la salvezza.
L2. Gloria al Padre e al Figlio * E allo Spirito Santo,
come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Canone.
Breve silenzio.
2. L ETTURA DALLE F ONTI F RANCESCANE
L1. Dalla Leggenda Maggiore di san Bonaventura da Bagnoregio (II, 1; FF 1038).
Il servo dell'Altissimo […] non aveva altra guida, se non Cristo, perciò Cristo, nella sua clemenza, volle nuovamente visitarlo con la dolcezza della sua grazia.
Un giorno era uscito nella campagna per meditare. Trovandosi a passare vicino alla chiesa di San Damiano, che minacciava rovina, vecchia com'era, spinto dall'impulso dello Spirito Santo, vi entrò per pregare. Mentre pregava inginocchiato davanti all'immagine del Crocifisso, si sentì invadere da una grande consolazione spirituale e, mentre fissava gli occhi pieni di lacrime nella
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croce del Signore, udì con gli orecchi del corpo una voce scendere verso di lui dalla croce e dirgli per tre volte: “Francesco, va e ripara la mia chiesa che, come vedi, è tutta in rovina!”. All'udire quella voce, Francesco rimane stupito e tutto tremante, perché nella chiesa è solo e, percependo nel cuore la forza del linguaggio divino, si sente rapito fuori dei sensi. Tornato finalmente in sé, si accinge ad obbedire, si concentra tutto nella missione di riparare la chiesa di mura, benché la parola divina si riferisse principalmente a quella Chiesa, che Cristo acquistò col suo sangue, come lo Spirito Santo gli avrebbe fatto capire e come egli stesso rivelò in seguito ai frati.
Silenzio e canto.
3. M OMENTO DI MEDITAZIONE
L2. Dal messaggio del papa per la giornata missionaria mondiale del 2020.
Cari fratelli e sorelle,
desidero esprimere la mia gratitudine a Dio per l’impegno con cui in tutta la Chiesa è stato vissuto, lo scorso ottobre, il Mese Missionario Straordinario.
Sono convinto che esso ha contribuito a stimolare la conversione missionaria in tante comunità, sulla via indicata dal tema “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”.
In questo anno, segnato dalle sofferenze e dalle sfide procurate dalla pandemia da covid 19, questo cammino missionario di tutta la Chiesa prosegue alla luce della parola che troviamo nel racconto della vocazione del profeta Isaia: «Eccomi, manda me» (Is 6,8). È la risposta sempre nuova alla domanda del Signore: «Chi manderò?» (ibid.). Questa chiamata proviene dal cuore di Dio, dalla sua misericordia che interpella sia la Chiesa sia l’umanità nell’attuale crisi mondiale. «Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca... ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: “Siamo perduti” (v. 38), così anche noi ci
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siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme» (Meditazione in Piazza San Pietro, 27 marzo 2020). Siamo veramente spaventati, disorientati e impauriti. Il dolore e la morte ci fanno sperimentare la nostra fragilità umana; ma nello stesso tempo ci riconosciamo tutti partecipi di un forte desiderio di vita e di liberazione dal male. In questo contesto, la chiamata alla missione, l’invito ad uscire da sé stessi per amore di Dio e del prossimo si presenta come opportunità di condivisione, di servizio, di intercessione. La missione che Dio affida a ciascuno fa passare dall’io pauroso e chiuso all’io ritrovato e rinnovato dal dono di sé.
Silenzio.
4. I NTERCESSIONI
C. Signore, ti rivolgiamo le nostre preghiere per i popoli del mondo affinché sull’esempio del tuo amore, che ci hai mostrato nella vita del tuo Figlio Gesù, e sostenuti dallo Spirito Santo, possano essere costruttori di una fraternità che sappia valorizzare i colori tipici di ogni cultura. Preghiamo insieme con il canone (Laudate omnes gentes).
L1. Preghiamo per l’Asia, perché le tante forme di cura presenti nelle culture orientali si aprano con gioia all’annuncio del Vangelo, che parla della cura di Dio per l’uomo. Preghiamo.
L2. Preghiamo per l’Europa, perché al dialogo della forza sappia opporre la forza del dialogo, con le sue caratteristiche più genuine di chiarezza, mitezza, fiducia e prudenza. Preghiamo.
L1. Preghiamo per l’Africa, segnata da innumerevoli ferite, conflitti e guerre:
perché nella forza del perdono sappia trovare la via per un futuro di riconciliazione e di vita per tutti. Preghiamo.
L2. Preghiamo per l’America, perché non smarrisca la memoria di terra colorata da immigrazioni e mescolanze di razze, e si apra ad una nuova stagione di accoglienza e ospitalità, vero humus per una convivenza fra i popoli pacifica e fraterna. Preghiamo.
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L1. Preghiamo per l’Oceania: perché il “Continente nuovissimo” sappia alimentare lo sguardo della fiducia, con il quale accostare il bene in tutte le sue forme, anche inedite, e quel bene sempre nuovo che è il Vangelo. Preghiamo.
Padre nostro.
ORAZIONE
C. Signore e Padre dell’umanità,
che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità, infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno, senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre.
Il nostro cuore si apra a tutti i popoli e le nazioni della terra,
per riconoscere il bene e la bellezza che hai seminato in ciascuno di essi, per stringere legami di unità, di progetti comuni, di speranze condivise.
Per il nostro Signore Gesù Cristo. Amen. (Fratelli tutti, 287) Canto di adorazione.
Dio sia benedetto,
Benedetto il Suo Santo Nome,
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, Benedetto il nome di Gesù,
Benedetto il Suo Sacratissimo Cuore, Benedetto il Suo preziosissimo Sangue,
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare, Benedetto lo Spirito Santo Paraclito,
Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima, Benedetta la Sua Santa e Immacolata Concezione, Benedetta la Sua gloriosa Assunzione,
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre, Benedetto San Giuseppe Suo castissimo sposo, Benedetto Dio nei Suoi angeli e nei Suoi santi.
Canto di reposizione.