Text 1: Sanseverino
Si chiama “San Severino Marche Walking” ed è la nuova proposta, rivolta in particolare agli appassionati di trekking urbano, pensata dall’ufficio turismo del Comune in collaborazione con la Pro Loco. Due gli itinerari scelti che sono presentati in una mappa turistica e che sono chiaramente tracciati, con tanto di apposite indicazioni stradali: “San Severino passo dopo passo” e “Sant’Eustachio nella Valle dei Grilli”.
Il primo percorso, lungo poco più di 4 chilometri, di media difficoltà e che prevede un tempo di percorrenza di circa 3 ore, parte da piazza Del Popolo e consente una visione d’insieme, come se si ammirasse il centro storico dall’alto anche se poi, in realtà, lo si attraversa a piedi. Si tratta di un itinerario lento perché, a fianco dei tanti monumenti ben visibili (palazzo comunale, teatro Feronia, chiesa Santa Maria della Misericordia, chiesa di San Domenico, museo del territorio ed altri), San Severino offre una miriade di piccoli gioielli che solo chi è attento saprà cogliere. Dalla centralissima piazza Del Popolo, salendo per stradine che salgono abbracciando il monte, ci si troverà nel medioevale piazzale degli Smeducci e la zona di Castello al Monte. Ridiscendendo verso valle il cammino si arricchisce di scorci segreti, di mura antiche, di case con orti e cortili, di monasteri di vita claustrale, fino ad immergersi di nuovo in strade cittadine. Attraverso il giardino di città si giunge alla fine del percorso nel meraviglioso complesso di San Domenico.
Text 2: Vittorio Veneto
Vittorio Veneto, città simbolo di un momento storico nazionale importante come la conclusione della Grande Guerra, medaglia d’Oro al Valor militare per l’attiva partecipazione della popolazione alla lotta di Liberazione, è tuttavia a pieno diritto città d’arte, ricca di chiese, monumenti e opere d’arte, della musica, del vino, situata ai piedi delle Prealpi Bellunesi. Attraversata dal fiume Meschio, è in una posizione baricentrica rispetto ai monti ed al mare, ad un’ora di macchina sia da Venezia che da Cortina.
In passato era costituita da due centri di origine antichissima, limitrofi ed autonomi, Ceneda e Serravalle che nel 1866 si fusero per formare l’attuale comune di Vittorio Veneto. || Al centro tra i due quartieri si è sviluppato intorno alla grande piazza del Popolo l’attuale centro città, e le sedi dei principali servizi amministrativi e istituzionali.
Oggi Vittorio Veneto si presenta come un importante centro artigianale, industriale, ma con spiccata vocazione a consolidare la sua denominazione di città dell’arte, della musica e del bambino. A proporsi comunque sempre di più anche come meta turistica. La mitezza del clima, unitamente al fascino delle bellezze naturali ed artistiche, oltre all’interesse delle memorie storiche antiche e recenti e la prossima realizzazione di un centro benessere attrezzato grazie alla presenza di acque minerali di qualità nel cuore del centro storico di Ceneda, fanno di questa città uno dei centri più suggestivi della regione Veneto.
Text 3: Argentario
Il Monte Argentario si protende nel Mar Tirreno proprio davanti alle due isole più meridionali del bellissimo Arcipelago Toscano: Giglio e Giannutri.
Nato come isola, ma successivamente unito per azione delle correnti marine alla terra ferma, il promontorio fu probabilmente abitato già dagli Etruschi e fu in seguito possedimento della Chiesa Romana, dominio degli Spagnoli che ne fortificarono i due porti e attuali centri abitati di Porto Santo Stefano e Porto Ercole, fino ad essere proprietà del Granducato di Toscana ed essere poi, finalmente, annesso al regno d’Italia.
Durante la seconda guerra mondiale, Porto Santo Stefano fu interamente distrutta e fu ricostruita solo negli anni cinquanta. || Oggi Porto Santo Stefano ed il suo lungomare sono un incantevole angolo di paradiso, meta di un turismo di élite. Dal suo porto sono raggiungibili l’Isola del Giglio e l’Isola di Giannutri, isole di straordinaria bellezza amate anche dai sub più esperti ed esigenti grazie ai loro fondali ricchi di flora e fauna marina.
Anche Porto Ercole, con il suo porto di Cala Galera, è ambita meta dei vip i quali vi ormeggiano i loro yacht. Sul lungomare di Porto Ercole, di sera, potrete godere di un’atmosfera serena e rilassante oltre che della gustosa cucina a base di pesce freschissimo offerta dai caratteristici ristoranti con terrazza affacciata sul mare. Il paese è “dominato” da una caratteristica fortezza spagnola.
Text 4:
Santuario di Barbana (Grado)
Barbana è un’isola posta all’estremità orientale della laguna di Grado, sede di un antico santuario mariano. Si estende su circa tre ettari e dista circa cinque chilometri da Grado; è abitata in modo stabile da una comunità di frati minori francescani. Il suo nome deriva probabilmente da Barbano, un eremita del VI secolo che viveva nel luogo e che raccolse attorno a sé una comunità di monaci.
L’isola di Barbana è collegata a Grado da un regolare servizio di traghetti, con partenza dal Canale della Schiusa. Il viaggio richiede circa 20 minuti di navigazione.
L’isola è inoltre dotata di un piccolo porto e può essere raggiunta anche con mezzi privati.
Secondo la tradizione, la nascita del santuario della Madonna di Barbana risale all’anno 582, quando una violenta mareggiata minacciò la città di Grado:
l’eccezionale evento meteorologico, che allora destò grande stupore e preoccupazione, si inserisce probabilmente nella genesi dell’attuale laguna. Al termine della tempesta un’immagine della Madonna, trasportata dalle acque, venne ritrovata ai piedi di un olmo (o, secondo un’altra tradizione, sui suoi rami), nei pressi delle capanne di due eremiti originari del trevisano, Barbano e Tarilesso. Il luogo era allora relativamente lontano dalla linea di costa e il patriarca di Grado Elia (571-588), come ringraziamento alla Madonna per aver salvato la città dalla mareggiata, fece erigere una prima chiesa.
Text 5 (first mock test): Bari Vecchia
[Su Piazza Mercantile si affaccia il Palazzo del Sedile, costruito nel 1503 e sede del Consiglio dei Nobili e dei Primari.] INIZIO: Fu distrutto da un incendio nel 1602 e ricostruito con alcune aggiunte, tra cui la torre con l'orologio e successivamente la loggia superiore. Fu trasformato in teatro nel 1820 e poi definitivamente abbandonato nel 1835 per timore di eventuali crolli.
Poco distante è la Colonna Infame, o Colonna della Giustizia. Di fronte alla colonna sorge il Palazzo della Dogana, di cui è incerta l'epoca di fondazione. All'epoca della duchessa d'Aragona fu restaurato una prima volta, mentre, attualmente, il Palazzo appare molto rimaneggiato rispetto a quello che doveva essere il suo aspetto originario. Confinante con Piazza Mercantile è un'altra Piazza, del Ferrarese, recentemente ristrutturata e riportata all'antico splendore. La denominazione è da attribuirsi ad un mercante di origine ferrarese, Stefano Fabbri che qui svolgeva la propria attività. E' conosciuto per aver fatto costruire a proprie spese il loggiato superiore del Palazzo del Sedile.
Text 6: Resia (2 hours, self-study)
La cittadina di Resia si trova ai piedi dell’omonimo passo ed è circondata da magnifici paesaggi che, a destra, guardano i ghiacciai al confine austriaco e, a sinistra, le cime che spesso sfiorano i 3000m, tra Italia e Svizzera. Al passo si arriva costeggiando due laghi, quello naturale di San Valentino e quello artificiale di Resia.
Come testimonia, infatti, il campanile trecentesco che emerge dalle acque, fino al 1950, al posto del lago vi era il villaggio di Curon Venosta, che è stato sacrificato per la costruzione di una diga.
Luogo di innumerevoli e suggestive escursioni estive, nella stagione invernale il passo di Resia è il paradiso degli sciatori a tutti i livelli di preparazione. Nel punto in cui Austria, Svizzera e Italia si sfiorano è possibile sciare lungo 110 chilometri di piste battute, servite da 30 impianti di risalita, oppure praticare lo sci da fondo lungo le piste che lambiscono i laghi ghiacciati che sembrano delle perle tra i monti.
Bagnata dal Mar Ionio, sorge sulla costa occidentale della penisola Salentina, nel Golfo di Taranto. Caratteristica è la divisione della cittadina in due zone ben definite:
la ‘città vecchia’ e il ‘borgo nuovo’. Il suggestivo centro storico, ricco di costruzioni antiche ed affreschi, sorge su di un’isola calcarea collegata alla terraferma da un ponte in muratura e circondata da una strada panoramica che consente di godere di fantastici scenari. Entrando nel ‘borgo nuovo’, il passaggio alla modernità è determinata dal ‘Grattacielo’, situato all’imbocco di Corso Roma, via nevralgica che divide la città nuova in due tronconi, detti di ‘scirocco’ e ‘tramontana’.
A sud di Gallipoli, verso S. Maria di Leuca, si susseguono numerose le piccole località di vacanza adatta a quanti amano la vita all’aria aperta e il mare pulito.
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nd.
Un indovinello popolare chiede quale sia la città che ha ‘un prato senza l’erba, un bue senza corna, un caffè senza porte ed un santo senza nome’.
La risposta è Padova. Infatti il Prato della Valle è un ampio spiazzo nel centro della città che il podestà veneziano Andrea Memmo fece bonificare dove c’era un terreno paludoso.
Il bue senza corna è il Bo’, il nome dell’antica università patavina dove insegnò Galileo Galilei. Il caffè senza porte è il Caffè Pedrocchi, un capriccio architettonico disegnato da Giuseppe Jappelli (1831) senza delle porte vere e proprie, mentre il santo senza nome è Sant’Antonio, il taumaturgo francescano nato a Lisbona e morto a Padova il 13 giugno 1231.
La basilica, dove ancor oggi sono conservate le reliquie di Sant’Antonio, è
detta semplicemente ‘Il Santo’ ed è meta annuale di pellegrinaggi da tutto
il mondo.
Text 9: Una passeggiata sulla riva dell’Adige (3 hours, self-study)
1.1.Si sottopassa il ponte che collega la strada per Trento con la circonvallazione esterna, lungo 130m, e si è ormai vicinissimi a Verona (4,5 km dalla partenza, comprendendo la deviazione per Chievo). 1.2.Lungo la riva di sinistra si susseguono costruzioni piccole e grandi; a destra la vegetazione spontanea lascia spazio a un viale di lecci, dietro al quale si alzano condomini a sei-sette piani. 1.3.Si costeggia il lungo muro che delimita l’area degli Istituti Ospitalieri e poi si arriva al Ponte Catena.
1.4.Tra i moderni edifici si intravedono in lontananza le sagome dei campanili delle chiese di San Zeno e San Bernardino, due tra i più importanti edifici sacri della città.
1.5.Per raggiungere il punto in cui si eleva dall’Adige l’antica torretta della Catena – da qui il nome del ponte – si devono percorrere ancora 500m di strada alzaia.
1.6.La torretta, discretamente conservata, è situata in mezzo al fiume, a pochi passi dal ponte costruito nel 1929. Faceva parte di un sistema di guardia formato da mura e bastioni che difendeva la città a nordovest. 1.7.Fin dall’epoca scaligera essa fungeva da sostegno per una catena di sbarramento che impediva alle imbarcazioni di entrare in città senza gli adeguati controlli. 1.8.La catena, che era tesa da una riva all’altra, da molto tempo non esiste più, ma la torretta ne ha conservato il nome.