13 INTRODUZIONE
oonosi sono definite dall’organizzazione mondiale della sanità le malattie trasmesse dall’animale all’uomo e viceversa. Gli agenti di cui è stata riconosciuta la natura zoonosica sono circa 200 (Acha e Szyfres, 1989), ma la lista è destinata ad allungarsi alla luce delle diminuite resistenze verso gli agenti patogeni, nonché dei cambiamenti climatici che operano a favore di una maggiore diffusione di questi stessi.
Questo studio riguarda la diffusione di alcuni agenti zoonosici, in particolare di quegli agenti trasmessi dalle zecche al cane e che dal cane, che funge da serbatoio, possono arrivare all’uomo attraverso il morso della zecca. Tali patologie sono definite dal mondo scientifico patologie emergenti, poiché in aumento negli ultimi anni. Dal 1980, infatti, la presenza delle zecche è aumentata e si è estesa entro una maggiore latitudine e altitudine. I cambiamenti climatici che si stanno verificando, probabilmente, faciliteranno lo sviluppo delle malattie vettoriali in uno spazio sempre più ampio. La diffusione delle zecche è legata alle modificazioni ecologiche conseguenti all’abbandono di attività connesse con la pastorizia e all’introduzione, a scopo venatorio e non, di animali provenienti da altri Paesi. La presenza delle malattie trasmesse dalle zecche è associata a una maggiore accessibilità ad aree incolte e a un aumento di animali selvatici che fanno da serbatoio per l’infezione. Le zecche hanno una bassa specificità di specie, si adattano bene anche in assenza dell’ospite d’elezione, motivo che giustifica la possibilità di infezione umana. La longevità, la notevole capacità riproduttiva, la scarsità di nemici naturali, la resistenza ai pesticidi e alle condizioni sfavorevoli, spiega la crescente diffusione delle zecche e l’aumento dell’incidenza di patologie trasmesse con il loro morso.
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Per quanto riguarda le malattie da insetti vettori esistono due livelli di trasmissione e di mantenimento dei microrganismi patogeni nelle popolazioni di ospiti.
Il primo livello è quello ecologico caratterizzato dalla trasmissione tra artropode e ospiti naturali. Il secondo livello è quello epidemiologico e nel caso delle malattie zoonosiche è il livello che include l’uomo e gli animali domestici. In ambiente urbano- domestico i maggiori rischi sono legati alla convivenza dell’uomo con animali domestici soprattutto in condizioni di scarsa igiene. Un rischio maggiore è rappresentato dalla frequentazione di parchi, aree boschive, ambienti aperti caratterizzati da condizioni ecologiche ottimali al ciclo di artropodi vettori di agenti zoonosici di natura batterica, virale o protozoaria. A questo rischio sono esposte le infestazioni da zecche.
Relativamente alla diagnosi delle patologie causate da artropodi e al riconoscimento di una condizione di rischio, è bene tener presente alcuni punti fondamentali sia negli animali che nell’uomo:
1. La maggior parte delle lesioni causate dal “morso” di artropodi non presenta caratteri di specificità
2. Il riscontro dell’agente causale sulla cute del paziente o in prossimità della lesione non rappresenta la norma, sono numerosi gli artropodi che hanno una fase parassitaria limitata al solo pasto di sangue
3. Un contributo decisivo nell’accertamento eziologico può essere dato dall’anamnesi del paziente e da indagini ambientali
4. La “convivenza” con animali domestici può rappresentare una condizione favorente ma non necessariamente determinante
5. Le zecche vanno allontanate dalla cute del paziente con cautela (e pazienza), avendo cura di non indurre la rottura del corpo del parassita e senza esercitare pressioni eccessive che potrebbero aumentare il rischio di trasmissione di agenti
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patogeni. Nei casi in cui il rostro restasse infisso nella ferita, questo deve essere asportato. La tecnica migliore è quella di ottenere il distacco del parassita ruotando il corpo dell’artropode in modo da indurre la chiusura dei palpi che rappresentano l’apparato di “ancoraggio” della zecca all’ospite. Va inoltre ricordato che la trasmissione di agenti patogeni si attiva dopo un periodo che oscilla tra le 12 e le 36 ore dall’inizio del pasto di sangue sull’ospite. Un’attenta ispezione della superficie cutanea da effettuarsi alla fine della giornata andrebbe sempre consigliata a chi abbia frequentato aree a rischio di infestazione
6. E’ possibile sottoporre le zecche raccolte sui pazienti umani a esami al fine di accertare l’eventuale presenza di patogeni
In questo studio è stata valutata la sieropositività e la sieroprevalenza delle malattie causate dalle zecche su un campione, costituito da soggetti testati con l’immunofluorescenza indiretta presso la facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Pisa, nel periodo che va dal 1996 fino al 2006. La valutazione delle positività ha lo scopo di quantificare la presenza di queste malattie e seguirne l’andamento negli anni considerati.