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Tutti i resti sono stati inventariati

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Academic year: 2021

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Conclusioni

Il lavoro svolto in Museo per questa tesi, ha portato alla catalogazione, alla

determinazione ed alla rivalutazione di tutti i resti di elefanti fossili presenti nelle collezioni paleontologiche.

Tutti i resti sono stati inventariati. Per ogni reperto è stata compilata una scheda, in cui sono state riportate tutte le indicazioni richieste dalla legge e dove si reperiscono le informazioni di utilità scientifica, come l’attribuzione sistematica del reperto, la provenienza, i dati cronostratigrafici, i dati bibliografici. Quando erano presenti i vecchi cartellini sono state riportate anche le loro indicazioni all'interno della scheda.

E’ stata fatta una ricerca bibliografica, per reperire tutte le informazioni possibili sui reperti di proboscidati presenti in Museo. Tutto il materiale catalogato è stato anche fotografato, per testimoniare lo stato di conservazione del materiale stesso al

momento dello svolgimento di questa tesi. Diversi reperti risultano essere in cattive condizioni di conservazione, per questo si consigliano interventi di consolidamento e di restauro. Questi consigli sono stati inseriti all’interno delle schede dei fossili, tra le note. Gli interventi più urgenti riguardano alcune difese ed alcune ossa dello

scheletro.

Parte del materiale studiato è stato preparato e consolidato.

I reperti sparsi nei magazzini sono stati spolverati prima di essere inventariati e sono stati imbustati in sacchetti di plastica trasparente per evitare l’accumulo di polvere e la perdita dei cartellini associati. Parte del materiale inventariato non è ancora stato riposto nei magazzini di paleontologia, poiché questi saranno presto ristrutturati.

Dopo la ristrutturazione il materiale sarà riposto nei magazzini ed in ogni scheda sarà indicata la posizione esatta del reperto per permettere facilmente il ritrovamento del pezzo stesso. Questo lavoro renderà facilmente fruibile il materiale a tutti gli studiosi interessati a visionarlo.

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Nel corso della catalogazione del materiale è stata fatta una revisione sistematica dei reperti. Solo per i molari è stata possibile una revisione certa. Si è visto che nelle collezioni paleontologiche del Museo sono rappresentate tutte le specie di Elephantidae vissute in Italia, ed inoltre sono presenti dei reperti veramente

significativi, come il Mammuthus lamarmorae, rivelatosi essere l’olotipo della specie, ed il Mammuthus cf. rumanus/meridionalis di Lajatico, citato in molti lavori sistematici sui proboscidati come il più antico resto di Elephantidae dell’Europa occidentale.

Il recupero e la catalogazione del materiale di proboscidati potrà così servire da nucleo per la creazione di un percorso espositivo interamente basato su questi animali. Nell’ultima parte di questo lavoro viene infatti proposto un progetto espositivo, nel quale, oltre a dare risalto ai reperti più significativi conservati in Museo, si danno delle informazioni legate all’evoluzione degli elefantidi in Italia.

Questo progetto è stato pensato all’interno di una sala del Museo preesistente, in cui si trovano esposti secondo il criterio sistematico gli ungulati attuali. Il progetto espositivo è stato pensato in modo tale da potersi integrare con il resto della sala, utilizzando lo scheletro dell’ Elephas maximus attuale come ponte di unione tra i resti fossili degli elefantidi e i resti attuali degli ungulati, ponendo in risalto i fattori evolutivi che hanno caratterizzato la storia dei proboscidati tramite una vetrina tematica che mostra la sistematica e la filogenesi dell’ordine trattato, e creando altri due spazi espositivi nei quali vengono messi in risalto i reperti più importanti conservati in Museo, il Mammuthus lamarmorae e il Mammuthus cf.

rumanus/meridionalis di Lajatico.

Il lavoro svolto in Museo per gli elefanti, può essere esteso anche ad altre famiglie di mammiferi, come ad esempio equidi, rinocerontidi, bovidi, cervidi, ecc., i cui resti fossili sono abbondantemente rappresentati tra il materiale conservato nel MSNT.

Interventi di conservazione, di restauro e di catalogazione permetterebbero a questo materiale di tornare ad essere fruibile per gli studiosi. Inoltre alcuni reperti

potrebbero giustamente venire valorizzati inserendoli all’interno delle sale espositive.

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Ringraziamenti:

Ringrazio tutti coloro che mi hanno dato la possibilità di svolgere questa tesi al Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Università di Pisa. In particolar modo ringrazio il professor Walter Landini, che oltre ad essere il Direttore del Museo è anche il mio relatore; ringrazio tutti i dipendenti del Museo che sono stati veramente gentili con me; un ringraziamento particolare va a Carla Nocchi ed a Chiara Sorbini, che spesso mi hanno aiutata e consigliata nei mesi trascorsi a Calci. Un sentito ringraziamento va a Marco Ferretti, per il suo aiuto nella determinazione dei reperti ed a Giovanni Bianucci, per i consigli che mi ha dato durante lo svolgimento e la stesura della tesi. Ringrazio la mia famiglia, in particolar modo mia madre Maria e mia zia Lucia, per l’aiuto ed il sostegno che mi hanno dato; ringrazio tutte le mie amiche, i miei amici e le A.d.C. per avermi supportato e sopportato in questi anni trascorsi all’Università; ringrazio Giorgio Carnevale per l’aiuto datomi nella ricerca bibliografica e i dottorandi di Scienze della Terra per il supporto morale, i consigli e per i caffè che mi hanno offerto in questi mesi stressanti. Grazie a tutti!!!

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