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†◊ Scuole di Religione

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(1)

◊ - - - - ◊

MANUALE DIRETTIVO

D E G L I

ORATORII FESTIVI

E D E L L E

S cuole di Religione

A P P U N T I

BENIGNO CANAVESE

t i p o g r a f i c a s a l e s i a n a

1903

s.

SCUOLA

(2)

Presidenza e rappresentanze del Congresso degli Oratori festivi tenutosi in Torino.

(3)

? ' · ‘ ' . Λ·',

MANUALE DIRETTIVO

WK* * . ' · * · · ** . ^ ~ - j

, D EGLI

DRATORII FESTIVI

E D E L L E

SCUOLE DI RELIGIONE ,

A P P U N T I

ECO D E L CONGRESSO DI T A L I I S T I T U Z I ON I T E N U T O S I I N T O R I N O

I G I O R N I 21 E 22 MAGGI O 1902

S. B E N I G N O C A N A V E S E w

S C U O L A T IP O G R A F IC A S A L E S IA N A

ig02

(4)

Congresso degli O ratorii F e s tiv i

◊ † ◊

Eccell ente idea f u quella di tenere anche in T o ­ rino un C ongresso degli O r a t o r i festivi, le cui adu- n a n z e sì generali che part icolari tutte assai ben r i u ­ scite f u r o n o per molti, specialmente del clero, una vera rivelazi one. « L ’ importanza, così si esprime l ’ ottimo periodico F ede e Scuola di B r es c i a , specie n el l ’ ora presente, d e l l ’ educazione popolare sia per la civiltà che p e r la f ed e esigeva questo 2° C o n ­ gresso, e gli infaticabili Sa lesi an i hanno p r o v v i ­ damente presa l ’ iniziativa. I l primo Congresso si era tenuto in Brescia nelle feste centenarie di S. F il ippo N e r i celebrate con uno sfarzo che ri marrà memorabile nella Chiesa della Pace:

il Rev. P. Cottinel li, l'autore del prezioso M an u ale

per l ’erezione dell’ O ra torio festivo, che consacrò la

sua vita, la sua mirabile attività e il suo cospicuo

patrimonio al primo degli O ra to ri Bres ci ani , se non

p e r data, certo per il numero, così da poter dire

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d ' ave r da solo forni to di molti sacerdoti la di o­

cesi, di moltissimi abili campioni il movimento nostro cattolico, certo vide in quella p r im a a d u ­ nanza la data di nascita dei grandiosi Congressi p e r gli Or at or i che sotto l ’ ombra di S. Filippo e di D . Bosco si sarebbero poi raccolti con i m ­ menso vantaggio della Chiesa e della Patri a. E d ora i l suo pensi ero comincia a compiersi ; il C o n ­ gresso di Torino, sotto la presi denz a onoraria degli E . mi Card. Richelmy, F e r r a r i , Svampa e S a r t o , ed effettiva del R.”'° D . Rua nel suo vasto programma, sentirà il bisogno di ri chiamarsi a d un terz o, ed indi ad una serie, che di verrà abi­

tuale man mano che andranno, per le necessità dei tempi e p e r un più vivo risveglio d ’ a zi o ne t moltiplicandosi gli Oratori, e adattandosi a l l ’ a m ­ biente nuovo in cui sono destinati a compiere la

loro missione. »

L e p rev is i oni del Fede e S cu o la f u r o n o p i e n a ­ mente a vverale : le adunanz e di Tori no p e r gli O r a t o r i f e st i vi , non avendo potuto esaurire ap­

pieno il vasto programma prepararono il mate­

riale p e r altri Congressi in cui il tempo — per noi

e p e r lo scopo troppo ristretto — e l ’ intervento

di molti altri benemeriti degli Or at or i f e s t i v i —

forzatamente assenti questa volta — permetteranno

una p iena ed adeguata trattazione di questo vitale

argomento.

(6)

!

— 7 —

I L Congresso iniziò splendidamente i suoi l avori il 21. A l l e f u n z i o n i i naugural i, così il resoconto

p u b blicato s u l l ’ Italia R eale, cui lasciamo ben v o ­ lentieri la p aro la, in M a r i a A u s i l i a t r i c e ed in S. Teresa parl aro no con vita e calore Mons. B a ­ rone, Vescovo di Casale ed il Can°. Grossi. L e discussioni della mattina alle sezi oni in A r c i v e ­ scovado procedettero animatissime ed intonate a grande praticità. I l Prof. D . Simonetti di B i e l l a presiedeva alla Sezione Or at or i mas ch il i ; il T e o ­

logo M u r i a n a a quella delle Scuole di Religione, cui intervenne i l Vescovo di Ca sa le ; e i l Teologo D i v e r i o a quella degli Or at or i f e m m i n i l i .

L a sala delle adunanz e generali n e l l ’ O r a t o r i o Salesiano presenta un aspetto grandioso : a lle 15 giunge a p p l a u d i t i s s i m o , l ' E mo C ar d i n a l e Ri- chelmy, seguito dagli Ecc.mi Vescovi di A cq u i , Al ba , Casale, Susa e Tiberiade, da Mons. Li mon ta, rappresentante del Card. F e r r a r i , da Mons. C o l e · mialti e v ar i Canoni ci. Presiede D . Rua, circondato dai vi ce- Pre si de nti e dal Comitato promotore. A l banco della stampa notiamo i c orr isp on de nt i di v ar i giornal i cattolici.

Appena Sua E m i n e n z a il Cardi nal e f a atto di

levarsi p e r benedire, tutti sorgono in piedi, e, r e ­

citata la preghi era, ripetono il triplice saluto a

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G e s ù Sacramentalo. Poi Sua E m i n enza ev ide nt e­

mente commossa di viva esultanza, rivolge la parola all'assemblea con u n ’ allocuzione tutta soavità e sapienza ; egli invoca sui lavori del Congresso l e celesti benedizioni, di cui è arra l ’ approva- z ione ed il gradimento che il S a nto P ad re si è degnato f a r g l i esprimere per mezzo d e l l ’ E m i n e n ­ tissimo Ca rdi nal e Rampolla : soggiunge che spera i p i ù copiosi f r u tti dal Congresso, p e r c h è è posto sotto la protezione della Ma dre di D io , alla v i ­ gil ia della festa di M a r i a A usiliatrice : rievoca la memoria del venerando D . Bosco, il cui spi­

rito certamente esulta in Cielo alla vista di questo Congresso, che ha per iscopo ciò che f u lo scopo di tutta la sua vita in terra, cioè la sal vezza delle a n i m e , la salvezza della gioventù in particolare, soprattutto la maggior gloria di Dio. « L a v o ­ riamo per la gloria di Dio, — conchi udeva l ' Eminent issimo Pri nci pe — non mai per altro fine : non nobis D om ine, sed nomini tuo d a g lo r ia m ; quanto p i ù ci adopereremo a dar gloria a D io , tanto meglio raggiungeremo lo scopo ; tanto p iù abbondanti saranno i f r u t t i delle povere nostre f a t i c h e ».

D op o il Ca rd in al e parl ò appla uditissimo ed ascoltato con venerazione il presidente effettivo Sig. D . Rua. — Q u i n d i il segretario D . Trione legge le adesioni di oltre 30 Vescovi, e numer o­

sissime di D i r e t t o r i di O r a tori f e st i vi e notabilità

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laiche. I l dott D. Carlo M a n u c c i riferisce sui la- v ori f atti dalla sezione O r a t o r i maschili. — I l Parroco di M e z z enile ha u n ’ interessante r e l a ­ zione sugli effetti d e l l ’ Orato ri o nella sua p a r ­ rocchia. — I l giovane B ar o ne Iocteau, catechista d e l l ’ Oratori o S . F eli ce in Torino, f a una viva esortazione sulla f r eq u e n z a dei Sacramenti.

Mons. Mase ra, V icario G e n e ra l e della diocesi di F ossano, legge con vigoria u n ’ applaudita relazione di Mons. Alessi. D . Trione con brio e vivacità dà schi arimenti sulla gara catechistica. Un grande applauso accoglie le parole che alludono a l g i u ­ bileo sacerdotale di M o n s . Spandre.

Una duplice salve di applausi accoglie la p r o ­ posta che i P re lat i presenti vogliano firmare

la supplica a l Sommo Pontefice per la introdu- z ione delle cause dei se r vi di D i o , D . Giuseppe Cafasso e D. G i o v an n i Bosco. Q u a s i tutti i Sacerdoti presenti si f er ma no dopo l ' adunanza p e r sottoscri­

vere p u r essi, la supplica. I l Teol. Barberis dice con vivacità e praticità della p redi caz io ne negli O r a to r i festivi. I l Teol. D i v e r i o rappresenta a f o r t i tinte l ’ opera deleteria delle fabbri che p e r le giovanette.

Mons. Spandre ringrazia d e l l ’ attestato di benevo-

lenza datogli dai congressisti e Mons. Barone chiude

l ’ adunanza con un caloroso invito a non trascurare

la coltura religiosa dello studente nelle Scuole di

Religione, ch ’ è una nuova opera cresciuta nello splen-

dido albero delle molteplici istituzioni di D . Bosco.

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— 10 —

I l dì seguente continuarono i lavori del C o n ­ gresso con grande animazione : i congressisti au- mentarono di quasi il doppio. N e l l e singole sezioni, ma specialmente in quella degli O r a to r i maschili, furono discusse proposte di vitale importanza e che segneranno i l principio di una vita novella p e r gli Oratori . P e r l ’ importanza degli argomenti trattati e l ’ interesse suscitato dal contributo di esperienze recato da molti congressisti, i l Comitato promotore ha deciso di raccogliere in tre distinti m a nu a li p e r gli O r a to r i maschili, p e r gli O r a t o r i fem m inili e per le Scuole di R e lig io n e le m e­

morie e notizie presentate e le conclusioni delle sezioni.

A l l e 15 si apre la seconda adunanza generale.

L ’ inno del Congresso, premiato nel concorso imbandito dal Comitato promotore, si gusta, oggi in tutta la sua grandiosità. I l maestro B al l ad or i ha f at to un lavoro che incontrerà f a v o r e in tutte le società.

S. E . il Card. Richelmy, accolto. da f ragorosi applausi, entra accompagnato d al l' Arc ives covo di Ve r ce ll i , dai Vescovi di Acqui, di Casale, di Tibe- riade e da numerosi Canonici.

A p e r t a l ’ a dunanz a colla preg hi era d ’ uso e col

triplice saluto a Gesù Sacramentato d a l l ’ Em. C a r ­

dinale, D . Trione annunz ia l ’ ordine d e l l ’ adunanza:

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propone un plauso agl i E m . m i Ca rdi nal i Svampa F e r r a r i e Sarto; legge un gran numero d i a d e - sioni giunte d al l ’Italia, d a l l ’ A m e r i c a del Sud, dalla Spagna, d a l l ’ Aust ri a, dalla F r a n c i a , dalla S v i z- z era, ecc. ecc. Vivamente applaudite le adesi oni . d e l l ’ Apostolo della gioventù, D . O ri o n e di T o r ­ tona e di Mons. Morganti. I l telegramma d e l conte P a g a n uz z i suscita grandi applausi.

D o n Casanova di Savona dà un'ampia relazione dell’ Oratori o festivo d e l l a sua città, intorno a l quale sorsero varie sezioni, attissime ad attirare i giovani studenti ed operai. L ’ avv. F in o parl a sulla relazione delie C onf er enz e di S. Vi ncenzo de’ P a o l i cogli Or at or i f e s t i v i ; breve, pratico e d interessante : è assai applaudito. I l Prof. Bet- ta z z i stigmatizza con vibrate parole la pornografia invadente e suggerisce mez zi p ra t i c i p e r distogliere i giovani dai pericoli onde sono ovunque circon- dati: la sua parola brillante, convinta e p rof on- damente cristiana ottiene un vero successo. I l teologo M u r i a n a riferisce sulle Scuole di Religione.

L ’ accenno ai p r i m i tentativi di Scuole di religione iniziato, nel 1874, dall’ Em. Richelmy in Torino, è vivament e applaudito.

D o n Trione fa varie comunicazioni. D . S i m o -

netti, brillantissimo, accenna ai motivi v ar i a bene

sperare sui f r u t t i di questo Congresso, nel quale,

abolita la rettorica dei voti, si sentì non tanto quello

che si deve f a r e , ma quello che si è fatto in ogni

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p a r t e d'Italia e del mondo p e r mezzo degli Ora to ri e delle Scuole di Religione. L e sue parole sono s p e s s o interrotte da fragorosi applausi. D Trione

’a nnunz ia l'adesione degli Ecc .mi Mons. Cagliero Mons. Costamagna, e di D . Albera, rappresentante d e l successore di D . Bosco in Amer ic a.

I l Teol. D i v e r i o , relatore degli Or a to r i f em - m i n i l i , accennate le conclusioni della relativa se-

z ionet plaude alle venerande S uore ed alle nobili signore che consumano la loro vita negli O r a to r i f e s t i v i . L ’ assemblea applaude al nome del martire degli Or at or i festivi, l ’ abate di R o bil a n t. M o n s . Pa m- piri o, Arc ive sc ov o di Vercelli, raccomanda la Società d i S. Gerolamo di Roma p er la diffusione d ei Santi E va n ge l ii . T er mi na invocando la benedizione del S i ­ gnore sugli Or at or i f est ivi e sulle S cuole di religione e si augura di vederli sorgere e moltiplicare nella s ua città ed Archidiocesi. Profondamente commosso sui peri co li della povera gioventù applaude al nome di D . Bosco e a tutti q u anti si occupano

d e l l ’ opera santa.

L ' E m . Richelmy chiude l ’ adunanza sollevando

l ' i n no di ringraziamento al buon D i o che in modo

tanto evidente benedisse il Congresso. Porge un

ringraziamento ai Pr el at i ed a quanti cooperarono

a l la riuscita del Congresso. Raccomanda a tutti e

specie a i direttori di Oratori la v ir t ù della santa

u m il t à e di mostrarsi ossequenti ai Reverendi P a r -

r o ci : la stessa v irt ù raccomanda ai Parroci , ai

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quali ricorda i l dovere della carità avanti ad ogni altro diritto, mettendo sopra ogni altra cosa la salute delle anime. S. E. è grandemente applaudito.

F r a la generale soddisfazione ed il p i ù g ran de entusiasmo si pone termine a l l ’ adunanza ed a i

l avori del Congresso.

* * *

Splendido epilogo del riuscitissimo Congresso fu l ’ accademia tenutasi la sera del 22, alle ore 20,30 nel teatro d e l l ’ Oratorio Salesiano, ad onore dei Congressisti. L a musica, la poesia e l ’ eloquenza si unirono in armonioso concerto per inneggiare a i generosi, che nel nome di M a r i a , di S. Carlo, di S. Filippo e di D . Bosco, si raccolsero a Torino- p e r riconfermarsi n e l santo proposito di s al va re

la gioventù.

Un pubblico eletto si affolla nel v asto teatro,r invadendo ogni spazio disponibile. Grande è l ’ aspet- tazione p e r questa che deve essere la festa d e l l ’ arte e della riconoscenza. U n ’ imponente ovazione, unita alle note trionfali d ella banda d e l l ’ istituto S a l e ­ siano, accoglie l'entrata dell’ Ecc.mo Mons. P a m- pirio, Arci vescovo di Vercelli, degli Ecc .mi Ve sc ov i Mons. Bar one di Casale, Mons. Marc hese di A c q u i , di D . Rua ed altri distinti personaggi del clero

e d e l laicato. ■ ’

L ’ esecuzione del programma riesce magnifica p e r

la varietà d el l’assieme e la finitezza dei p ar t ic o la ri.

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I c o r i sono eseguiti con diligenza tutta speciale d a l l a Scuola di canto de ll ’ Oratorio, diretta dal m a estro Cav. Dogliani. Faci le, melodiosa e piena d i sentimento la L o d e a M a ria del maestro D e ­ V al l e , su parole di S. E . Mons. Ressia. Grande omogeneità di suono, precisione inappuntabile degli attacchi e delle riprese n e l l ’ avvicendarsi mirabile delle, part i, delicatissime gradaz ioni di colorito e soprattutto sfumature di sorprendente nitidezza r e ­ s e r o l ' A v e M a ria di Palest rina in tutta la sua

ideale bellez z a.

A n c h e la parte letteraria è svolta egregiamente.

A p r e la serie delle letture il noto e popolare P r o f D . Giuseppe P a vi a, Direttore del primo O r a t o r i o fest ivo Selesiano, che con brio e calore dec la ma una di quelle sue poesie che lo rivelano n o n meno chiaro poeta, che valente educatore.

A l valente polemista Mons. Ruffoni, succede il P r o f , D . F r a n c e s i a , sempre f e l i c e nel vestire delle p i ù eleganti f or me poetiche le p i ù soavi m e­

m o r ie della f a m i g l i a salesiana. I nostri biricchini, d ec l am at i d a l l ’ avv. Bianchetti, con rara nobiltà d i porger e, sono una v iv a e perfetta descrizione d e l l a vita chiassosa nel gioco, ma piamente raccolta i n chiesa. I l Cav. Bonino dice con brio U n saluto ai congressisti, denso di concetti originali e lepidi. A rt e p erf et t a di dicitura mette in splendida luce il canto P e r l ’ideale ban d iera degli O r a to r i dell ' a v v Fino.

V ivissimi applausi salutano i valenti poeti

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I l Teol. D i v e r i o , a nome del Comitato, invita l'adunanza ad un applauso che suoni omaggio alla memoria di D . Bosco, riconoscenza a l l ’ ospitalità salesiana, ringraziamento di collaboratori e salute a tutti i congressisti. I l Prof. D . Simonetti, con sintesi brillante e spiritosa, riassume i canti dei poeti della serata e li invita ad u n ir s i per com - porre un inno che canti in D . Bosco l ’ uomo dal

cuore di padre, il pedagogista massimo dei tempi moderni, i l padre dei figli del popolo. Una g ene­

rale ovazione saluta i l f e l i c e oratore.

D o n Rua, accolto da una duplice salve di applausi, interprete d e l l ’ augurio inaugurale del- l ’ Em.mo Arcivescovo, rende gloria a D i o ed a M a r i a A u s i l i a t n c e p e l f e l i c e esito del Congresso e rende vive a zi oni di grazie agli Ecc. mi P r e l at i e d a quanti collaborarono ai lavori del C o n ­ gresso.

L ’ Ecc.mo Arci vescovo di Vercelli, raggiante di gioia pel commovente e grandioso spettacolo cui assistette, in brevi e smaglianti parole, scioglie un nuovo inno di ringraziamento alla Bontà divina, e, assecondato d a l l ’ assemblea plaudente, chiude il memorando Congresso al grido di Vi va Gesù Cr is t o!

V i v a M a r i a !

Questo Congresso non mancherà di produrre f r u t t i copiosissimi. « Un f rutto intanto già acc er­

tato, come scrive l 'A r a l d o di M o n d ov ì, è questo : che molli e molti sacerdoti e laici, d ’ ogni p ar t e

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d ’ Italia, tutti animati d’ un grande zelo per la p o ­ vera gioventù, si sono trovati in f ra te r no convegno, si sono conosciuti, si sono scambiate le idee, hanno imparato molto gli uni dagli altri, gli uni gli altri si sono animati a f a r meglio e a f a r e di più.

O g n or m eglio essi hanno compreso quale urgente necessità siavi di veni r in aiuto ai poveri g iov a- netti in tanti modi insidiati, cogli Ora to ri f e s t i v i

e colle Scuole di Religione !

» S i può dire che in queste due opere sta p r i n c i ­ palmente la loro salute, e che queste due opere,

sé sono relativamente f a c i l i n e l l ’ esecuzione, sono p oi inf al li bi li nei loro risultati. Speriamo che gli effetti salutari del Congresso non si limiteranno agli intervenuti, ma che degli studi f a t t i e dei dati eccitamenti si gioveranno, in tutte le parrocchi e, quel li che vogliono davvero il bene della gioventù ».

(Bollettino Salesiano, luglio 1902).

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CONGRESSO E M A N U A L E

N e i giorni 21 e 22 m a g g io eli q u e s t’anno 1902 adunavasi in T o rin o un g e n e ra le Con_

gre sso degli Oratorii F e s tiv i e d e lle S c u o le di R e lig io n e sotto l ’alto Patronato d e g li E m .m i Cardinali A r c iv e s c o v i, di T o r in o , M ilano, B ologn a e V enezia, co lla P resid en za O n o raria d e ll’E m .m o S ig n o r C a rd in a le A g o ­ stino R ic h e lm y A r c iv e s c o v o di T orino, di S. E c c . R e v .m a Mons. P a m p irio A r c iv e s c o v o di V e r c e lli e d egli E ccellen tissim i V e s c o v i di A c q u i, A lb a , Casale, S u sa e T iberiad e, e colla Presid en za E ffettiva del R e v .m o S ig n o r D . R u a , il degnissim o su ccessore di D . B o sco nella direzione g e n e r a le delle O p e re e M is­

sioni Salesiane.

2 i ‘J

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A deriron o al C ongresso moltissimi A r c i- vescovi, V escovi e Superiori di C om unità R e- l igiose d ’ogni regione d ’ Italia e d e ll’estero;

d a tutte parti intervennero pure autorevoli e numerosissimi C ongressisti, i quali lavo- rarono attivamente e con molta com petenza ed ordine nelle Sezioni, che si tennero contem poraneam ente in tre gran d i sale del P alazzo A r c iv e s c o v ile , e nelle A d u n a n z e G e ­ nerali ch e si tennero affollatissime (con circa d u em ila intervenuti) nel Salone-teatro d e ll’O ratorio di S. F ra n cesco di Sales presso il S an tu ario della M adonna di D o n Bosco.

L a p rim a idea di questo C on gresso sorse nel prim o C on gresso d e g li O ratorii Festivi, ch e in più ristrette proporzioni erasi tenuto in B rescia il 1o g iu g n o del 1895 per opera sp ecialm en te dei benem eriti P P . F ilip p in i di q u ella città, e dal quale, com e ricordo pratico, il ven eran d o P. A ntonio C ottinelli F ilip p in o trasse occasione per com pilare il suo ec ce l­

lente M anuale per l ’erezione d e ll’ O ratorio F e ­

stivo (T ip o grafia V escovile, Brescia, L . 0,60).

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D a cosa nasce cosa. L ’esempio di B rescia- non fu infecondo. T o rin o volle em u lare la città sorella, e per opera di apposito C o m i­

tato Prom otore si accinse en erg icam en te al lavoro, ed eb b e di che consolarsi.

Ora, affinchè lo studio ed il lavoro, sì d i tale C om itato Prom otore e sì del C o n ­ g re sso che ne seguì, non vadano in oblio, si è ideato di com pilare in poche p agin e questi A p p u n ti d i M anuale Direttivo degli

Oratorii Festivi e delle Scuole di Religione.

C osì la presente modesta com pilazione s u p p lirà in qualche modo agli A t ti del C o n ­ gresso stesso, la pubblicazione dei quali co stereb b e certo non lieve fatica e spesa.

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(19)

PROGRAMMA E MEMBRI

del C o m itato P ro m o to re del C o n g resso

1 a

Se z i o n e

: Erezione, O r g a n iz z a z io n e e P e r s o ­ nale d e ll’ O ratorio Festivo.

I nc ari cat i : T eol. D . Giulio B a rb e ris — S ac. D o n G iov. R in a ld i — Sac. D . A ttilio G arlasch i.

2 a Se z i o n e:

F unzioni religiose, F r e q u e n z a dei S acram en ti, P redicazio n e e Catechism o.

In c ar i ca ti : T eol. C a v . D . B o s i a — Sac. D . G i u ­ seppe P a v i a — Sac. D . A ntonio D ones.

3 a

Se z i o n e:

D is cip lin a , D iv ertim e n ti, Scuole di M u sica e D r a m m a tica .

I n c a r i c a t i : A b b . D . L u ig i di R o la n t — Sac. A v v .

D . G uido G arelli. .

4a S e z i o n e :

C las se adulti, C o m p a g n ie e C i r ­ coli, Sezioni G iovani, Biblioteche C ir c o la n ti, Periodico.

I n c a r i c a t i : C a n . Colom bero, P a rroco — T e o lo g o

E rn esto D em aria .

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2 1

5 a Se z i o n e:

O r a to r ii nei giorni feriali, P a t r o n a t i Scuole Serali.

Incari cati: Sac. D . E u g e n io Reffo — Sac. D on M a u rizio Cam ossi.

6 a Se z i o n e: O r a t o r i i F e m m i n i l i .

Incari cati: C a n . E . B u s c a — Sac. Prof. D . G i o v . Batt. F ra n ces ia — Sac. Prof. D o n G iu sep p e D iv e r io .

7 a Se z i o n e: S c u o l e di R e l i g i o n e .

Inc ari cat i: T e o l. D o m en ico M u rian a, P a rro c o — P . G iaccard i, F ilip p in o.

S a c . St e f a n o Tr i o n e

Segretario.

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Av v e r t e n z a Im p o r t a n t i s s i m a

Il C on gresso innanzi tutto avvertì ch e molti punti del P ro g ram m a erano g ià svolti più o meno ampiamente, sempre però con in d u b b ia com petenza ed autorità, nel R e g o la ­ m ento d e ll’Oratorio Festivo di S. F ra n ce s co di Sales, dettato da D . Bosco (edito per ordine del S ig . D . R u a nel 1895 con op­

p ortun e parole di Prefazione e Note), e nel g i à accennato M anuale del Filip pino Padre C ottinelli di Brescia. Il C ongresso quindi en­

com iò altamente tali lavori e li raccom andò instantem ente a tutti g li Oratorii Festivi.

A darne frattanto una qualche idea, ac­

cen niam o qui i principali punti ivi trattati.

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R E G O L A M E N T O DI D. BOSCO.

Parte p ri ma : D e l D ir e tto r e d e ll’ O ra to rio F e ­ stivo — Prefetto — C a te ch ista gen erale o D ir e t ­ tore S p iritu ale — C a te ch isti di classe — B ib lio ­ tecario — Monitore — S a cresta n i — C a n to ri

— Portinaio, ecc.

P ar te seconda (d a le g g e rs i è sp iegarsi agli a llie v i): Condizioni d'accettazione — C ontegno in ricreazione, in C h iesa, fuori d e l l O r a t o r i o — P r a ­ tiche religiose — Confessione e Com unione — F este — C o m p a g n ia di S. L u ig i .

P arte

t e r z a:

Scuole elem entari diurne e Serali

— Scuole di C om m ercio e di M u sica — C a r n e v a le e Q u a re s im a — E se rcizii S p iritu a li e la S. P a sq u a .

— L o tterie, ecc.

Consim ile a questo R ego lam en to è p u r quello d e ll'O r a t o r i o F e stiv o Fem m inile, edito anche nel 1895 dalla S alesian a di T orin o.

M A N U A L E D E L P. C O T T I N E L L I .

*

Istituzione degli O ra to rii — D e g l i O ra to rii nelle attuali circostanze — R eg o lam en to pei con­

g r e g a t i a l l O r a t o r i o di S. F ilip p o N e ri — A lc u n e regole di p e d a go g ia — A l c u n e regole p er se r­

m o n eg g ia re ai gio v an i — S u lla vocazion e religiosa

— L u o g o di ricreazione e modo di ricre a re i

g ió v a n i — · R eg o lam en to p er la ricreazione — D e l

T e a t r o — D e g l i O r a to r ii di c a m p a g n a .

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Importanza degli Oratorii Festivi

( Lettera d i S. E . Rev.m a Mons. Giacomo Costamagna Vescovo Salesiano).

Santiago del Chili, 10 Aprile 1902.

Gli O ra to rii F estivi ! !... V o r r e i tro varm i in p er­

sona a codesto C o n gresso per contare le glorie d e gli O ra to rii Festivi, tanto d e ll’antico, quanto del n uovo mondo ; fa r cap ire a tutti non essere pu n to v e r o che non v i sia più s a lv e z z a possibile pel p o vero popolo. Q u esta è la voce del pessi­

mismo e della codardia dei nostri tempi in p r e ­ se n z a dei conflitti che da ogni parte e contin ua­

mente ci minacciano. Il popolo, se ta lv o lta in q u a lc h e città non ci v u o l bene, egli è perchè non ci conosce. A n d ia m o gli noi stessi incontro; g e ttia ­ moci ad dirittu ra in m ezzo al molinello del furioso vento, onde il popolo è a v v o l t o ; facciam ogli co­

noscere che l ’amiamo d a v v e r o , e allora certam ente lo gu a d ag n e re m o . Non v ’ ha dubbio : se noi a n ­ diam o v e rso il popolo, il popolo v e r r à verso di noi.

E g l i è vero, p u rtro p p o, che non ostante tutta

la nostra buona volontà, colle persone adulte si fa

ben poco profitto; ma i giovan etti del popolo, se

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li v o g lia m o , son tutti nostri. E o gnuno sa che i r a g a z z i di og g i saranno gli uomini di d o m a n i C o lt iv a n d o per bene i giovanetti, in b r e v e la so­

cietà s a r à tutta cam b iata in meglio. Q u este cose le vede anche un cieco.

M a come fare ad educare tanti giovan etti, se d a tutte p arti essi pullulano come i fiori in p r im a v e r a ? P e r fondar molti collegi cattolici ci v u o l molto danaro, molto personale insegnante ; inoltre tanti poveri giovanetti non possono in ter­

v e n i r v i ; molti altri poi ci vengono disputati, sto p e r dire, ferocemente d a lla scuola laica, cioè dalla scuola senza D io !...

Gli O ra to rii F estivi ! E cco il cam po, d o ve con tutta facilità possiamo co ltiv a re m ig lia ia e m igliaia d i questi fiori, per poi presentarli a C o lu i che tra

i p a r v o li tro va le sue delizie.

Gli O ra to rii F estivi ! E cco la condizione sine qua non, perchè le città, i b o rgh i ed i v illa g g i, d o v e om ai è spenta l’ antica fede dei nostri t r a ­ passati, possano rigenerarsi e godere d ’ una n u o v a e rigo glio sa vita.

Gli O ra to rii F estivi ! O h quante volte, noi, S a ­ lesiani d’ A m e r ic a , abbiam o benedetta la c a r a m e­

m oria di quel D . Bosco, che, verbo et exemplo c ’insegnò il modo d ’im pian tarli e d irig e rli !

N e ll’ A r g e n t in a d ap p rim a, e poi n e l l 'U r u g u a y , nel B rasile, nel C h ili, nel P e rù , nell’ E q u a to r e ecc.

noi ci siamo trovati talvolta in m ezzo a v e r i

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deserti m orali e spirituali. L e forze ci m an cavan o , il c o r a g g io v e n iv a meno, e si r im a n e v a lì s fid u ­ ciati ed accasciati sotto un peso insopportabile.

Q u a n d ’ecco ven ir fuori l’ O ra torio F estivo , ed oh portento ! E r a proprio u n ’oasi sp iritu ale so a v is­

sim a che s p u n ta v a in mezzo al deserto. Q u a l e c a m b io ! Q u a le metamorfosi p ro d u cev asi tosto in quei c a r i giovanetti !

P r im a si ved evan o g ir o v a g a r e q u a e là, vittim e del loro sinistro vag a b o n d ag g io. M ai che salutassero neanche una volta il prete ! A l contrario molti di essi lo fu g g iv a n o quasi fosse un appestato. A l t r i poi, dallo sgu ard o truce e dal labbro im prontato di bestemmia, minacciandoci col braccio teso, g r i ­ d a v a n o forsennati : « A b los f r a i l es ! A h o r c a r l o s a todos ! ( im p ic c a r li t u t t i ! ) ››. P o v e r i r a g a z z i!

M a bastarono poche settimane di O r a to r io F e ­ stivo, p e r c h è la cosa cam biasse affatto di aspetto.

Q u e lli stessi che p rim a erano sì scap estrati ed em pii, adesso non solo salutano il prete, con ispi - rito di fede, cioè in quanto egli è il M inistro d e l­

l ’Altissim o, ma acco m p agn an o il S S . V iatico, p r e n ­ dono p a rte alle Com unioni generali, alle sacre processioni, ecc.

C o l l ’an d ar del tempo sono poi essi che, non

solam ente danno vistoso contingente alle P ie C o n ­

fratern ite, alle Società della cattolica gioventù ,

a l C irco lo degli operai cattolici, ai C o o p e r a to r i

Salesian i, ecc., ma passando dallo stato p assiv o

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a ll’attivo, da catechizzati form andosi catechisti riescono ad essere il braccio forte del loro P a rro co , il sostegno d ell’ O ra to rio stesso che li s a lv ò , ed alcuni persino a r r iv a n o ad essere essi stessi i fondatori di altri O r a to rii F estivi.

M a v ’ha di più. Non è raro il caso di sentire q u alch e buon cristiano esclam are : — O h , q u a n t a bene non fa mai in quella p arrocch ia, in q u e lla missione, in quel Collegio, il sacerdote tale dei tali ! — E questa è la v e rità p u r a e netta. Q u el tal sacerdote è un v e r o apostolo. S e non fosse stato di lui chissà quante anime n ’andrebbero p e r sem p re dannate ! O r bene, udite quanti siete a ­ manti e protettori d egli O ra to rii F e s tiv i ! D a t e sfogo alla vo stra gioia ! Questo S acerd ote è a p ­ punto uno dei saporosi frutti d ell’ O ra to rio F e s tiv o . E noi qui in A m e r ic a , per la B o n tà D iv in a , n’abbiam o già p arecch i di questi frutti celesti.

O r a se qualcuno dimostrasse d ’a v e r i suoi b r a v i dubbii a questo rigu ard o, ab b ia la bontà, passi il m are, faccia un passo fin q u a nel nuovo mondo, e noi gli mostrerem o non solo dei sacerdoti, ma perfin dei V esco v i, e zelantissimi, usciti ap p u n to d a g li O ra to rii F e stiv i.

Q uando è così, chi non si u n irà con me ad

esclam are con giubilo ineffabile : V i t a in eterno

l ’ impareggiabile nostro Padre D . Bosco ! V i v a n o

usque ad consummationem saeculi i suoi O ra t o r i i

Festivi, queste fortezze della fede cattolica, q u e s ti

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se m e n za i d ’ogni più bella v irtù , questa alchimia celeste, che in b r e v e tempo cam biano il nostro caro popolo da am m alato in sano, da corrotto in s a n to ?

O h S ig n o re ! oh P a d r e delle misericordie, m o l­

tiplica, te ne preghiam o, questi cari O r a to r ii, e

saran n o così moltiplicate le scale del C ielo per

tanti p o veri esiliati in questa v a lle di la g r im e !

F i at ! F i a t !

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CAPO I.

Erezione, Organizzazione e Personale degli Oratorii Festivi

Erezione.

È altam ente raccom andabile che accanto a tutte·, le parrocchie, o in altro sito adatto, si erigan o O r a to r i festivi, d ove i giovan etti possano a v e r e funzioni, istruzione e predicazione rispondente al bisogno del l 'e tà e dei tempi.

Si erigan o p u re O r a t o r i festivi accanto ai S e ­ minari, acciocché se rv a n o di scuola e di palestra ai C h ierici che iv i sono educati, esercitandoli per tempo in cosi utile p r o v v id e n z ia le apostolato a p r o della gioventù.

N ella determ inazione del locale p er l’ O r a to r io festivo si cu ri c h ’esso sia comodo, attraente, ig ie ­ nico, proporzion ato al num ero dei giovani, e so­

prattutto spazioso, affrontando generosam ente la

spesa necessaria con u n a pubblica sottoscrizione

del clero, delle autorità e d e’ signori, od anche

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c o n a z ioni perm anenti o tem poranee, op p u re in q u e lle maniere, s u g g e r ite dalle circostanze locali e di tempo, facendo p u r p a rte c ip a re in questa b en efica opera persone d’ idee differenti dalle nostre.

Il D ire tto re d e ll'O r a t o r i o festivo, se parrocch iale, s i a p er quanto è possibile il P a r r o c o stesso, o, in caso d ’impossibilità, q ualche altro sacerdote esperto, z e la n te e veram en te in grado di r a p p re se n ta re il

p arroco in questa delicatissim a missione. F a rsi a m a r e d a una moltitudine di gio v an i, g u a d a g n a r n e l a confidenza e nello stesso tempo m antenere il p ro p rio posto di S u p e r io re e tutelare l ’ordine non è così facile im p re s a . T o r n a d un que della massima im p o r ta n z a la scelta di un idoneo D ire tto re . A n z i si p u ò a fferm are che la fortuna d ’ un O ra to rio festivo d ip en d e d ell’ abilità del suo D iretto re.

N elle popolose città, o ve il P a r r o c o non può c u r a r s i direttam ente della gioventù d ella sua p a r ­

rocchia, e dove sono anche più num erosi e più g r a v i i pericoli e più sentito il bisogno di un O r a to r io festivo, si accordino tra loro i P a rro c i d e l l a città, e, dopo d ’a v e r studiato l ’importantissimo

p r o b le m a d ell’istruzione e d e ll’educazion e della gioven tù , v e n g a n o nella p ratica deliberazione di e r ig e r e uno o più O r a to r i festivi, ne’ punti p r in ­ c i p a l i d ella città; e, non potendoli d irig e re essi

stessi, o p e r mezzo di un altro sacerdote, si r i­

v o lg a n o a qualche C o n g re g a zio n e di R e g o la r i, che

s i a in g ra d o di com piere cosi im portante missione.

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In vita n d o però i R eligiosi a tenere la direzione d egli O r a t o r i festivi, si a b b ia c u r a di assicurar loro i m ezzi di sussistenza.

Siccome scopo d ell'O r a t o r i o festivo è quello di form are dei buoni parrocchiani, così anche il D i ­ rettore di un O ratorio, che non sia sotto la diretta d ip en den za del P arroco, si ricordi di tenere i p ic­

coli parrocch ian i uniti al loro P a sto re, di farlo loro conoscere ed am are, invitando il medesimo a fare a quando a quando q u alch e v isita a ll'O r a t o r i o , specialm ente in occasione di solennità, comunioni g e - nerali, accademie, g a r e catechistiche, r a p p r e s e n ta ­ zioni d ra m m a tich e; e lo ten ga inform ato del numero d e gli inscritti nell’ O ra to rio , della loro frequenza, buona condotta e grado di istruzione religiosa.

Essendo poi più bisognosi d ell’o p e r a degli O r a ­ tori festivi i giovan etti abbandon ati, questi d e b ­ bono stare più a cuore al D iretto re, il quale d e v e essere ben contento che essi formino l ’elemento predom inante d ell'O r a t o r i o .

Parti principali del locale di un Oratorio.

L ’ O ra to rio festivo abbisogn a soprattutto di un bel cortile, chiuso d a u n a cinta che non si possa facilm ente scavalcare, con u n a sola entrata, c u ­ stodita d a un portinaio.

L ' a r e a conviene che sia co p erta d ’ uno strato

sabbioso, a scanso di fango e di p o lv e re : si

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r im u o v a n o diligentemente i sassi, che d iv en tan o facili a rm i nelle piccole risse dei fanciulli. N ei siti di minor ingombro, ma più in vista, si collo­

chino in modo ben sicuro e solido i giuochi del passo del gigante, del salto, della giostra e simi- g lian ti; giuochi tutti che richiedono u n ’a c c u r a t a assistenza, per evitare facili d is g r a z ie ; d iv e r s a ­ mente sono assolutamente da elim inare.

C o l cortile è indispensabile u n a C a p p e l la p e r le divozioni dei giovanetti. Si devono p r o v v e d e r e banchi, o almeno panchette, rip artite in classi e sezioni, isolate, se lo spazio lo comporta, da un b r e v e in te r v a llo di separazione.

P e r i giov an etti può se rv ire di Confessionale un sem p lice inginocchiatoio, posto in modo d a non d a r e soggezione al penitente. — In v e c e di pulpitino, può s u p p lire una catted ra.

P e r d a r e alla C hiesuola un aspetto divoto e alle funzioni la conveniente solennità, bisogna p r o v v e d e r e almeno la più elem entare, ma a p p a r i ­ scente ta p p e zzeria , qualche quadro, alcuni candel- lieri, e un piccolo harmonium p er e se g u ire melodie e canti religiosi. E inoltre di mestieri un teatrino, nel q u a le ra p p re se n ta re d ram m i, commedie, farse morali, e in cui tenere accademie, lotterie, a d u ­ n a n z e p e r le v a r ie occorrenze.

P e r i giorni d ’intemperie, nevicate, freddi e c ­

cessivi, è di necessità un locale rip a rato , o alm eno

u n a tettoia o u n - porticato.

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A l l ’ingresso d ell'O r a t o r i o v a stabilito uno s ta n ­ z i n o a uso porteria, ove deve tro v a rsi costan te­

mente un portinaio a segn are col bollo i libretti e v ig il a r e sulle persone che entrano nel l'O r a t o r i o .

Non bisogna dim enticare le latrine, che devono essere decenti e soprattutto sicure d al l a t o della m oralità.

A misura che l ’ O ra torio p ren d erà sv ilu p p o , si p ro v v ed e ra n n o le altre parti del locale, come u n a scuola di banda, di canto, sala di biblioteca, di lettura, scuole serali ecc.

Organizzazione d'un Oratorio Festivo.

L a forma più semplice d ’o rgan izzazion e si ha nei piccoli O r a to r i, d ove il D iretto re d e v ’essere tutto e p r o v v e d e r e a tutto col solo aiuto dei catechisti.

D o v e l ’ O ra to rio è numeroso, è assolutam ente ne­

cessaria la cooperazione di altre persone, e quindi la distinzione di uffici in modo che si possa s v o lg e r e bene la v a s t a azione s e g n a ta dal R e g o la m e n to degli O r a t o r i festivi, e ottenere l ’ordine, che è il primo e fondam entale requisito al buon andam ento d e ll'O r a t o r i o .

D e l D i r e t t o r e .

A capo d ell'O r a t o r i o festivo si richiede un D i ­

rettore, che d e v ’essere sacerdote, e non un sem plice

chierico.

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Il D ire tto re ha la responsabilità generale dei g io ­ v a n i che frequentano l'O ra to rio , della loro is tru ­ zione, del loro progresso sp iritu ale e morale, come an ch e di tutto quello che succede di bene o di m ale, sia p u re per una d is g ra z ia , tanto presso a l l ’autorità ecclesiastica, quanto presso a lla civile.

E g l i quindi d eve esercitare una direzione non nominale, ma reale, attiva, continua e tale, che a b b r a c c i tutto. Non manchi mai dalla C h ie s a d u ra n te le funzioni ed i catech ism i; so rv e g li le

i

· · , . . | * J |

ricreazioni, affinché non succedano inconvenient i e pericoli di infortunii; visiti frequentemente l e scuole di canto, di banda, le p ro v e d ram m atich e m a n te n g a l ’ordine, e v ig ili specialm ente su lla mo - r a lità delle parole, delle azioni, dei giuochi d u - ran te le ricreazioni.

A t t e s a la difficoltà somma di com piere così v a s t a e delicata missione, in m ezzo a una moltitu- dine di r a g a z z i non a v v e z z i alla disciplina, sovente ig n o ra n ti e monelli, il D iretto re d o v rà essere

persona di g ran d e attività p ratica, e soprattutto di zelo e di v e ro sacrifizio, tale che rispecchi in q u a lc h e modo un apostolo della gioventù, q u a le fu nel secolo X I X D . G iovanni Bosco.

P r i m a sollecitudine di un buon D ire tto re d e v ’es- sere q u e lla di form arsi un personale adatto, sp ecia l­

mente d e ’ buoni catechisti, per ordinare al più presto

possibile i giovan etti d ell'O r a t o r i o , distribuendoli

in classi e sezioni, a norma del R egolam ento.

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Pensi, d ’accordo col P a rro c o , ad istituire fin - dal principio le v a r ie C o m p a g n ie di S. L u i g i G on zaga, del Piccolo Clero, di S. G iuseppe, che trasfondano la v ita sp iritu ale tr a i giovanetti.

Esse sono l ’an im a d e ll’ O ra torio , e devono essere rigu ard ate dal D ir e tto r e come la p u p illa de’ s u o i occhi. A l l a re g o la re istituzione, d eve precedere u n periodo di probandato, a norm a del R egolam ento.

F a c c ia com pilare per tempo il R e g is tro -m as tro d e g l’iscritti n ell’ O ratorio, p er poter ven ire quanto prim a a conoscenza del nome e della condizione de’ suoi giovanetti. Q ueste cognizioni sono di una

im portan za capitale.

Il D ire tto re accudisca con una c u r a tutta p a r - ticolare gli adulti, i q u ali sono la m iglior risorsa d ell’ O ra to rio festivo, e g io v an o specialmente ad attirare i piccoli, se fanno bene ; al contrario

diventano la rovin a e lo scandalo di tutto l ’O ratorio.

L i affidi pertanto a buoni ed idonei catechisti e se essi sono scelti a form are la scuola dram m atica, corale o musicale, ne abbia u n a cu ra specialissima, a sse­

gnando anche a loro l ’istruzione catechistica, senza mai dispensarli. D a to che manchi un catechista adatto si assum a il D ire tto re stesso tale incarico, ma non si lascino assolutamente senza is tr u ­ zione o senza alcune semplici parole, in d irizzate proprio per loro da persona competente. O ltr e a questa istruzione, il D iretto re usi loro altre a tten ­ zioni, come v isita rli sovente d uran te le scuole e

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le p r o v e ; nè lasci di in cu lcare il buon esempio, sp ecialm ente nella frequenza ai santi Sacram enti.

T e n g a almeno una volta al mese una conferenza a tutti i C atechisti d e l l O r a t o r i o festivo p er no­

tare i difetti, prem unirli contro i pericoli, ed istruirli nella difficilissima arte di fare bene il

Catechism o.

C o m p ili un R e g is tro p er tener nota dei B e n e fa t­

tori d e ll'O r a t o r i o festivo, segn are le offerte ricevute, racco m an d arli alle pregh iere dei giovan etti e p e r in v ita rli a p resen ziare alle piccole A c c a d e m ie , T e a t r i e specialm ente alle g a r e catechistiche.

Si p ro c u ri anche un R e g is tro delle entrate e delle uscite, p e r essere pronto a rendere ragione d ella su a am m inistrazione a chiunque ne avesse facoltà.

N elle p rin cip ali solennità d e ll’anno inviti il P a r ­ roco a celeb rare la Messa della Comunione, ed im p a rtire la Benedizione, e, se è possibile alm eno u n a v o lta a ll’anno, faccia di tutto per a v ere u n a v isita del V escovo.

F in alm en te per quanto concerne la p ra tica d i ­ rezione dei giov an i, il metodo da seguirsi, la d o lcezza dei modi, la direzione sp irituale nelle confessioni ( * ) si le g g a il R ego lam en to di D o n Bosco ed i Cinque lustri di Storia d el l 'O r a t o r i o Salesi ano del Sac. Giov. Bonetti, ove è m ir a b il­

(*) Si nota solamente che il Direttore non deve essere solo a confessare, m a cercarsi altri in aiuto, per tutelare e garantire la santità del Sacramento.

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mente e praticamente descritta l ’o p era di D . Bosco, ch e , soprattutto in questa parte, v a seguito come

il m ig lio r modello.

D e l P r e f e t t o .

P e r introdurre e co n serva re l ’ordine e la d is c i­

p lin a in un O ratorio festivo occorre p u re indi­

spensabilm ente un Prefetto o Vicedirettore, possi­

bilmente sacerdote, perchè possa anche p red ica re e com piere le sacre funzioni in aiuto del D ire tto re . N e ’ piccoli O r a to r i potrà su p p lire un C h ie rico provetto e pratico, od anche un esperto secolare.

Il Prefetto è responsabile particolarm ente della disciplina. È suo ufficio classificare i g io v a n i, su d d ivid erli in sezioni, a ss eg n a re i catechisti, fo r ­ m a re le file, mantenere il silenzio e assistere i g iov an i tutte le volte che sono in fila, per recarsi alla C h ie s a, ai catechismi, ai teatri, affinchè si o sservi l ’ordine e il silenzio.

Si trovi p resente in porteria a ll’ora dell’aper- tu ra d ell'O r a t o r i o , per e v ita re la confusione, d i ­ sordini, d isgrazie, e fare l ’iscrizione dei nuovi, d i­

strib u ire i libretti e dare soddisfazione alle persone esterne.

D u r a n t e la ricreazione s o r v e g li i giuochi, affinchè

non a v v e n g a n o risse, non si p a rli male, non su c -

cedano d is g r a z ie o guasti, e tutti possano d i v e r ­

tirsi allegram en te. C ir c a cinque minuti p rim a dèi

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termine della ricreazione suoni il prim o segno di cam panella, affinchè i giovani tronchino i giuochi, va d a n o a bere o per le loro corporali necessità, e al secondo segno della cam p an ella siano pronti e corran o subito in fila in silenzio.

Il Prefetto, ove non si ha il C atechista, si assuma in modo speciale la responsabilità dello studio del C atechism o, assista sem pre ai catechismi, premii e in coraggi gli studiosi, ammonisca e stimoli i trascu rati, e s’incarichi di fare ogni anno la Gara Catechistica con tutta la solennità possibile, p ro ­ curando che vi prenda parte la m a g g io r parte dei giovanetti, perchè è in detto sa g g io che si constata il profitto pratico ottenuto. D essa g a r a è la m iglior attestazione che a ll’ O ratorio non solamente si r i­

creano i giovanetti, ma che si fa loro a p p re n d e re bene il Catechism o. E ssa interessa assai le autorità ecclesiastiche e civili, che sono perciò da invitarsi ad o n o ra rla di loro presenza.

A ffin c h è i giovanetti studino il C atechism o a s ­ siduam ente e si trovino p r e p a r a li a lla G a ra , con­

viene tenere ogni mese o almeno ogni bimestre u n a piccola lotteria di im m agini, m edaglie, libretti di divozione a coloro che hanno più punti di d i­

ligen za.

L a D ir e z io n e del teatro, la cu ra della istruzione

a g li attori, l ’assistenza alle recite e alle p ro ve

sp etta al Prefetto. Si ricordi che è della massim a

im p o r ta n z a non lasciar mai soli i g iov an i nè

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du ran te le prove, nè du ran te le recite. Q u an to alla scelta dei dram m i e alle norme pratiche da os­

s e r v a r s i nel T ea trin o il Prefetto si a tte n g a al R eg o lam en to di D . Bosco.

O v e è possibile tenere qualche A c c a d e m ia re li­

giosa o in onore di qualche benemerito p erson aggio, spetta al Prefetto la cu ra della declam azione.

M a i componimenti siano b re v i e sv a ria ti nella forma.

In occasione di passeggiate, è d o vere ancora del Prefetto p ro v v ed e re a l l ’ordine, a ll’u bbidien za, alla disciplina, alla tem p eran za e soprattutto alla m oderazione nel bere. Non perm etta assolutamente che nessuno si allontani d a lla sq u ad ra. O r d in a ­ riam ente conviene fare la p a ss e gg ia ta a piedi, sce ­ gliere per meta qualche san tuario e fa r v i le funzioni religiose, che riescono di v e r a edificazione al po­

polo. N el caso che la p a ss e gg ia ta si facesse in treno o in montagna, non saranno mai soverchie le precauzioni per e v it a r e d isgrazie.

L e passeggiate, i teatri, le accadem ie e le lot­

terie sono premii, e perciò spetta al Prefetto escludere quei giovanetti, che con la tr a s c u r a te z z a dello studio e la c a ttiv a condotta se ne fossero

resi im m eritevoli.

Il medesimo Prefetto eviti le punizioni g r a v i e im pedisca che gli adulti e gli addetti al cate­

chismo percuotano i g io v an i in q u a lu n q u e modo.

R ico rd i loro che è severam ente proibito di b atte r e.

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A i n u o vi iscritti a ll’ O ratorio non dia subito i libretti, ma altro segno qu alu n q u e di regolare frequenza, per un mese, che si ch iam a di p r o v a .

A lui p u re appartiene p r o v v e d e r e e rego lare i v a r i giuochi. E bene che li conservi ritirati in uno stanzino apposito, e che ne faccia egli stesso la distribuzione.

F in alm en te appartiene ancora al Prefetto fare i p r e p a r a t iv i per le feste nel cortile, cu ra rn e la p ulizia, im p ia n ta r giuochi, assestare addobbi, b a n ­ diere, fare lum inarie ecc. Si è esperim entato che, d o ve si hanno adulti fidati e buoni, g io v a assai fa r nom inare un comitato pei festeggiam enti e l a ­ sciare loro la cu ra dei p re p a ra tiv i.

Del Catechista Generale.

D o v e l ’ O r a torio è molto numeroso co n vien e e l e g ­ g e re un altro Sacerdote, o C h ierico anziano, pei:

p r o v v e d e r e ai bisogni spirituali dei giovanetti.

Suo p rin cip ale pensiero d e v ’essere l’ istituzione delle C o m p a g n ie di S. L u ig i , del Piccolo Clero, di S. G iu sep p e, le quali sono il m ezzo più efficace di in tr o d u r r e fr a i giovani la C om unione frequente.

B is o g n a p ersuadersi che, dove non si erigono queste C o m p a g n ie , non ci può essere nè v e r a pietà, nè v e r o bene. L ’ O ratorio s a rà un a ttraen te r i c r e a ­ torio, m a non r a g g iu n g e r à lo scopo di form are dei v e r i cristiani. Si deve rendere frequente la

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C om un ione con le C o m p ag n ie, esortando i g i o v a ­ netti a scegliersi D om en iche differenti, affinchè in ogni festa ci sia l ’esempio continuo di alcuni che fanno la S an ta Comunione.

Il C a te ch ista G enerale pertanto coadiuvi effi cacem ente il D ire tto re in questa parte, esortando con q ualche buona p a ro la i più tiepidi, tenendo d ’occhio quelli che ne hanno più bisogno e r a c ­ com andando sovente così santa pratica.

A l principio dell’anno catechistico, in autunno si informi subito di quelli già ammessi alla C o m u ­ nione e di quelli che non si sono ancora promossi.

In apposito registro tenga nota dei prom ovendi per form arne oggetto p a rtico la re delle sue cure.

A lui spetta quanto si riferisce alle sacre funzioni, alla recita delle preghiere, al canto delle lodi, alle sacre cerimonie, alle conferenze, alle v a r i e C o m ­ p agn ie, ed in generale quanto r ig u a r d a il decoro d ella chiesa ed alle p ratich e del culto. Poco p er vo lta perciò spieghi ai giovanetti la bellissima p a rte del R e g o la m e n t o , di D . Bosco, che rifletté il contegno in chiesa.

F a c c ia im p a ra re ai più grandicelli a s e r v ir e la S a n ta Méssa.

Degli altri impiegati nell’Oratorio Festivo.

Il personale minore di un O ratorio festivo b i­

sogna che ordinariam ente se lo formi il D ir e tto r e ,

scegliendolo tra pii signori, buoni operai e virtu o si

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giovan i, che abbiano una certa istruzione ed a t­

titudine a fare il catechismo ed a tenere l'ordine tra i giovan etti. Queste persone sono p u r tr o p p o rare ed è forse più difficile incontrarne tra gli adulti, che fr a i giovani. Spesso ottiene assai di più un giovinotto di pochi lustri, che non un uomo maturo. B is o g n a insomma a v e r e anche per questo ufficio u n a disposizione naturale, anzi questa d i ­ sposizione è la prima e la più necessaria p e r riuscire un buon catechista. A l l e volte persone pie ed istruite sono affatto incapaci, e non si devono p r e p o r r e ai g i o v a n i , perchè s a re b b e ro c a u sa di g r a v i inconvenienti. O v e esistono la C o n ­ feren za di S. V in cen zo de’ Paoli e le Società C attoliche, si, invitino a compiere questo ufficio i soci m iglio ri di esse.

L ’ insegnante di Catechism o o C a te c h ista di C la s s e d e v e soprattutto offrire in se stesso a ’ suoi dipendenti un esempio v i v o di bontà e di v ir tù , precedendoli nella frequen za ai S acram en ti, nella p r e g h ie r a e nel contegno dentro e fuori d e l l ' O r a ­ torio.

E sso d e v e tenere in ordine la d ecu rietta d e ’ vo ti di catechismo e di condotta, per d a re a suo tempo la d ovu ta retribuzione a ciascuno secondo il merito.

P e r quanto è possibile non m anchi mai, per

non lasciare cosi la sua classe ab b an d on ata o

solo a lla c u r a di uno nuovo.

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Il Catechista di C las se deve, per quanto si può, assistere sem pre i medesimi g iov an i in ricreazione, nelle file, in C h iesa, al teatro, alle p a s s e g g ia te .

Q uanto alle altre qualità, al modo di fare i l catechismo ecc. si consulti il m entovato R e g o la ­ mento, di D . Bosco. G io v erà p u re le g g e r e il m e ­ desimo opuscoletto p er a v e re u n ’idea delle d en o ­ minazioni e delle attribuzioni degli altri piccoli addetti a ll’ O ratorio.

C A P O II.

Funzioni R elig io se

L e princip ali funzioni religiose negli O r a t o r i festivi sono la Santa Messa, i V esp ri, la B e n e d i­

zione col SSm o, novene e tridui in p r e p a r a zio n e a lla Com unione P asq u ale, feste patronali e simili, coi relativi sermoncini ecc.

L e funzioni religiose sono la v ita dell'O r a t o r i o festivo ; esse debbono essere condotte sem p re con decoro, poche di num ero e b r e v i per non istancare i giovanetti, i quali d u ran te le medesime, debbono

essere del continuo occupati o nel p r e g a r e a coro,

o nel cantare.

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Si stabilisca u n ’ora comoda per la Santa Messa.

S ic c o m e il giovanetto facilmente si distrae, durante la celebrazione di essa si dicano almeno le o r a ­ zioni del mattino, le pregh iere della S a n ta Messa, e se rim ane tempo la terza parte del santo R osario.

S i potrebbe anche a b itu arli a rispondere al Salm o Introibo, per in seg n a r loro a se rv ire la S an ta M essa. Si sospendano le p reg h iere al tempo d ell’E- le v a z io n e e della Benedizione.

Possibilm ente abbiano tutti il libretto delle p r e ­ ghiere e lo tengano aperto, leggendo a ll’unisono, a d a g io e spiccatam ente; in caso diverso si facciano ripetere p a ro la per p arola, o frase per frase.

Q u a n d o v ’è Com unione generale, si dicano p a ­ rola p e r parola le pregh iere in prep arazio n e ed in rin g ra ziam en to alla santa Comunione.

D o p o M essa siavi b r e v e sp iegazione del Santo V a n g e lo , o p p u re il racconto d ella Storia S a c r a o d E cclesiastica, o la n arrazion e della v ita di

q u alch e Santo.

N e l pom eriggio, oltre il Catechism o in classe, s i a v i possibilm ente il canto del V e sp ro , od il R o ­ sario o v e non si dicesse al mattino, l ’ istruzione d a l p u lp ito o d a ll’ altare e la Benedizione del SS m o. S i termini la funzione con alcune parole d i addio e d ’in coraggiam en to ad in terv en ire a l­

l ’ O ra torio .

In p r e p a r a zio n e alle princip ali solennità si pos­

sono tenere tridui o novene. Se ne p re a v v isin o i

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giovani, assegnandovi la dovuta im p o rta n za di cosa straordin aria. Si facciano, se è possibile, in ore d i- verse, onde possano in terv en irv i e gli allievi delle scuole e gli operai, e cosi si a v r à il v a n ta g g io che si potrà trattare m ateria più adatta nei s e rm o n cin i Si limiti il pio esercizio al canto d ’ una lode, ad un brevissim o sermoncino sui Novissim i, sulla Confessione e Comunione, ed a lla Benedizione col SSm o. Si a g g iu n g a n o pochi a v v is i di circostanza, invitan do tutti pel giorno seguente e p e r la pros- sima solennità.

O ltr e alla Messa della Com unione generale, in q u a lcu n a di queste solennità si potrebbe ce le - b r a m e u n ’altra ca n ta ta; ma si d eve a v e r r ig u a r d o che il canto e la m usica siano b r e v i per non istancare di troppo i giovanetti.

Frequenza dei Sacramenti.

M assim a essenzialissima sia q u e lla di inspirare nei giovanetti l ’amore ed il desiderio dei S a cra m en ti della Confessione e Comunione.

Si parli quindi sovente nelle istruzioni, nei

Catechism i, nei fervorini di addio, d ella Confessione

e Comunione, si dia la m assim a comodità di

confessarsi al sabato sera ed alla D o m e n ic a mattina,

ed i confessori inspirino fiducia imitando n ell’ac-

cogliere e trattare, i g io v an etti come u s a v a D o n

Bosco, la dolcezza di S. F r a n c e s c o di S a le s ,

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-

l ’affabilità di S. F ilip p o Neri, le viscere paterne del D iv in S a lv a to re .

Sì istruiscano bene quelli che non sapessero confessarsi o non si fossero mai confessati. Si p rep arin o con d iligen za e p a zien za i giovanetti a l l a p rim a Comunione, dando a tale atto la m a s ­ sim a im portanza.

Non si aspetti ad am m etterli a lla 1a Com unione q u a n d o hanno 12 anni o più ancora, m a si badi piuttosto a lla intelligenza, alla cap acità, a lla buona condotta ed alle circostante e peri co li in cui tro- v a n s i i singoli individui. Non si escludano dalla 1 a C om unione ripetutam ente senza g r a v e motivo q u e lli che pel loro carattere indomito, p er la loro indole irre q u ieta p u r sem brassero non m eritarlo,

perocché v i sarebbe pericolo che, lasciato l ' O r a ­ torio, non la facessero più mai, o p e g g io la facessero poi m ale altrove. Con costoro si usino industrie sp ecia li, si g u a d ag n in o con un mondo di belle m aniere, si istruiscano a parte, che quando si possono p re se n ta re a ll’a lta re in g r a z ia di D io e conscii di quello che van n o a fare è sufficente.

G e s ù Benedetto possedendo quei cuori potrà m u ­ tarli interam ente.

S i solennizzi in modo particolarissim o il giorno della 1a Com un ione, affinchè lasci indelebile m e­

m oria, e possa a ragione c h ia m a rs i, in tutta

l ’estensione del termine, il più bello della loro

v it a .

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