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Quadro nazionale

Unico tra i paesi dell’area dell’euro e dell’Ocse, l’Italia ha sperimentato una fase di recessione, tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005, periodo nel quale si erano registrate due variazioni con- giunturali trimestrali negative conse- cutive del Pil reale. Questa fase si è in- terrotta con il secondo trimestre 2005, quando il Pil reale è aumentato dello 0,7% rispetto al primo trimestre del 2005, nonostante sia rimasto sostan- zialmente invariato (+0,1%) rispetto allo stesso trimestre del 2004, secondo i dati a valori costanti, destagionaliz- zati e corretti per i giorni lavorativi I- stat. In termini congiunturali, tutti gli aggregati hanno fornito contributi po- sitivi alla crescita ad eccezione delle scorte. I più rilevanti sono giunti dai consumi delle famiglie (0,4 punti per- centuali) e soprattutto dagli investi- menti fissi lordi (0,3 punti percentua- li), che da tre trimestri incidevano negativamente sulla crescita. È risulta- to inferiore, ma positivo anche il con- tributo fornito dalla domanda estera netta (0,2 punti percentuali). A livello settoriale, la variazione del valore ag- giunto, rispetto al secondo trimestre 2004 è stata di –3,5% nell’agricoltura, –0,8% nell’industria in senso stretto, che allinea quattro risultati trimestrali negativi consecutivi e per la quale non si può parlare di fine della recessione, +1,5% nelle costruzioni e di +0,5%

nei servizi.

Le recenti previsioni (luglio) sono sta- te nuovamente riviste al ribasso rispet- to alle precedenti (aprile e maggio). Le variazioni attese del Pil reale risultano comprese tra –0,6% e –0,1%, per il 2005, mentre si prospetta l’avvio di una leggera ripresa nel 2006, con in- crementi tra +0,8% e +1,4%.

La crescita dell’economia mondiale ha toccato un massimo ciclico nel 2004 e

la fase di rallentamento avviata nel 2005 si proietta in prospettiva sino a tutto il 2007. L’economia italiana è caduta in recessione a inizio 2005 e ci si attende una bassa crescita nel 2006.

Le esportazioni italiane cresceranno in misura limitata determinando una per- dita di quote di mercato. Tra le moti- vazioni occorre sottolineare che le e- sportazioni nazionali sono indirizzate su mercati che crescono più lentamen- te del complesso del commercio mon- diale; che il differenziale di inflazione nazionale positivo ha determinato un apprezzamento in termini reali del tas- so di cambio effettivo sensibilmente superiore a quello dei concorrenti eu- ropei e che la specializzazione del si- stema produttivo nazionale lo espone in maggiore grado alla concorrenza in- ternazionale. I consumi delle famiglie hanno avuto negli ultimi anni e conti- nueranno ad avere nel medio termine, una crescita inferiore a quella del red- dito disponibile. La riduzione della propensione al consumo è stata deter- minata in primo luogo da una maggio- re incertezza riguardo alla situazione economica, alla prospettiva della con- dizione occupazionale e al quadro previdenziale. Alla sua diminuzione hanno contribuito poi la necessità per le famiglie di sostenere l’onere di un maggiore indebitamento e una sensibi- le redistribuzione del reddito a favore di classi con una minore propensione di spesa, che si è determinata tramite la riforma fiscale e attraverso la varia- zione dei prezzi relativi. Infine gli in- vestimenti in macchine e attrezzature risentono ancora di un forte sfasamen- to ciclico. La loro ripresa è limitata dalle possibilità delle imprese di au- mentare l’indebitamento e la crescita dell’attività, che risente delle difficoltà sul mercato interno e su quelli esteri.

Questi fattori condizionano gli inve-

stimenti nonostante la presenza di fat- tori positivi come bassi tassi di inte- resse e buone condizioni di profittabilità. Al contrario gli investi- menti in costruzioni continueranno a

CAMERE DI COMMERCIO DELL’EMILIA-ROMAGNA

CONGIUNTURA IN EMILIA-ROMAGNA

Indagine sulle piccole e medie imprese 2° trimestre 2005

L’indagine congiunturale trimestrale regionale, realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con Centro Studi Unioncamere, si fonda su un campione rappresentativo dell’universo delle imprese regionali fino a 500 dipendenti, di industria, costruzioni e commercio, è effettuata con interviste condotte con tecnica CATI, e si incentra sulle imprese di minori dimensioni, a differenza di altre rilevazioni che considerano le imprese con più di 10 o 20 addetti. Le risposte sono ponderate sulla base del fatturato (industria) / volume d’affari (costruzioni, commercio). I dati non regionali sono di fonte Centro Studi Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera, Indagine sugli andamenti congiunturali dei servizi e Indagine sugli andamenti congiunturali del commercio.

Tab. 1. Lo scenario internazionale (tassi di variazione percentuale e livelli) - 1

2004 2005 2006 Pil mondiale 4,8 4,0 3,6 Commercio internaz. (b) 10,2 7,7 7,4 Prezzi internaz. (Usd)

- Prodotti alimentari (a) 10,7 -1,5 -0,5 - Materie prime non oil (a) 25,5 2,8 -3,7 - Petrolio 33,1 29,1 -10,5 - Prodotti manufatti 7,3 3,7 2,1 Stati Uniti

Pil 4,4 3,4 2,8

Domanda interna 4,8 3,8 2,7 Saldo merci in % Pil -5,7 -6,5 -6,3 Saldo di c/c in % Pil -5,7 -6,5 -6,3 Inflazione ( c ) 2,7 3,0 2,7 Tasso disoccupazione (d) 5,5 5,2 5,3 Avanzo Set. Pubbl. % Pil -4,3 -4,0 -3,8 Tasso interesse 3 mesi (e) 1,6 3,3 3,9 Tasso titoli a 10 anni (f) 4,3 4,2 4,6 Giappone

Pil 2,7 1,4 1,8

Domanda interna 1,9 1,3 1,6 Saldo merci in % Pil 2,8 2,6 2,9 Saldo di c/c in % Pil 3,7 3,3 3,6 Inflazione ( c ) 0,0 -0,1 0,4 Tasso disoccupazione (d) 4,7 4,2 4,1 Avanzo Set. Pubbl. % Pil -6,5 -5,9 -5,2 Tasso interesse 3 mesi (e) 0,0 0,0 0,0 Tasso titoli a 10 anni (f) 1,5 1,4 1,7 Yen (¥)/ Usd ($) 108,1 107,1 106,1 Uem (12)

Pil 1,7 1,5 1,7

Domanda interna 1,8 1,4 1,8 Saldo merci in % Pil 1,4 1,1 1,3 Saldo di c/c in % Pil 0,6 0,3 0,5 Inflazione ( c ) 2,1 2,2 1,7 Tasso disoccupazione (d) 8,9 8,9 8,8 Avanzo A.P. in % Pil -2,7 -2,9 -2,8 Tasso interesse 3 mesi (e) 2,1 2,1 2,2 Usd ($) / Euro (€) 1,24 1,25 1,28 (a) Indice the Economist. (b) In quantità. (c) Prezzi al consumo. (d) Livelli standardizzati secondo la metodologia Ocse. (e) Eurodivise.

(f) Obbligazioni del Tesoro e titoli di Stato.

Fonte: Prometeia, Rapporto di previsione, giugno 2005.

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crescere anche se a tassi più contenuti rispetto al passato. L’uscita da questa negativa condizione cronica dipende dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia italiana, che richiedono riforme strutturali. In particolare è ne- cessario sottoporre ad una reale pres- sione concorrenziale i settori protetti per evitare che essi continuino a gra- vare sui costi dei settori esposti alla concorrenza e ingenerino pressioni in- flazionistiche incidendo sulla scarsa competitività di sistema.

Il Governo, con il Dpef di luglio è sta- to costretto a ridurre l’indicazione del- la crescita del Pil reale a zero per il 2005. Il contributo più rilevante alla crescita continuerà a giungere dalla domanda interna, dai consumi in par- ticolare, ma anche dagli investimenti, mentre sarà negativo il contributo del- le esportazioni nette e delle scorte.

Contestualmente il Governo ha pro- spettato una crescita del Pil dell’1,5%

per il 2006.

Nel secondo trimestre 2005 si è regi- strata una nuova ripresa del commer- cio estero. Purtroppo, nel complesso, le importazioni sono cresciute più del- le esportazioni. Questa tendenza carat- terizza gli scambi con i paesi extra eu- ropei, che risentono della competitività delle produzioni di paesi di nuovo sviluppo, ma anche del rinca- ro del petrolio e delle materie prime, e ha controbilanciato quella contraria, ma meno marcata, che si è consolidata nel commercio con i paesi dell’Unione. Secondo i conti econo- mici trimestrali, a valori costanti, de- stagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi, rispetto al trimestre prece- dente, le importazioni sono aumentate del 4,8% e le esportazioni del 5,5%.

Le importazioni di merci e servizi so- no risultate superiori del 3,1%, rispetto al secondo trimestre del 2004, mentre le esportazioni, date le pesanti ridu- zioni in termini congiunturali subite tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005, hanno fatto segnare una sostanziale stasi in termini tendenziali (+0,4%).

Secondo i dati doganali grezzi, in va- lore, riferiti solo alle merci, la ripresa del commercio estero prosegue, ma tende a consolidarsi un divario nei tas- si di crescita a favore delle importa- zioni, che nel secondo trimestre, ri- spetto all’analogo periodo del 2004, sono aumentate del 7,8%, mentre le esportazioni sono salite del 6,3%. Il saldo trimestrale è quindi sceso a – 2.357 milioni di euro (era di –1.195 l’anno precedente) e come per il tri- mestre precedente si tratta di un risul- tato negativo che non ha eguali dal 1992. La dinamica del commercio con l’Ue (a 25 paesi) è risultata minore, ma l’incremento tendenziale delle e- sportazioni (+5,9%), in questo caso, ha avuto un’ampiezza superiore a quello delle importazioni (+4,5,%) e, come nel trimestre precedente, il saldo negativo si è ridotto da –1.216 a –676 milioni di euro. La crescita tendenzia- le del commercio con i paesi extra Ue (a 25 paesi) è risultata più forte di quella riferita ai paesi dell’UE, anche se è apparsa di nuovo in rallentamento rispetto al trimestre precedente. Come nei due precedenti trimestri, le impor- tazioni hanno fatto registrare un au- mento tendenziale (+12,8%) ampia- mente superiore a quello delle esportazioni (+6,9%), tanto che il sal- do da poco più che nullo (38 milioni di euro, nello stesso trimestre dello

scorso anno) è divenuto negativo (per 1.683 milioni di euro).

Nei primi sei mesi del 2005, in com- plesso, le importazioni sono aumentate dell’8,3% e le esportazioni del 6,3%, mostrando una dinamica superiore a quella relativa al 2004. Il saldo negati- vo, quindi, è quasi raddoppiato, pas- sando da –3.905 a –6.857 milioni di euro. Nel commercio con la sola Ue, le esportazioni sono cresciute legger- mente di più delle importazioni, +5,6% rispetto ad un +4,5%, determi- nando una riduzione del saldo negati- vo, da 2.149 a 1.422 milioni di euro.

Nello stesso periodo, rispetto all’analogo del 2004, nel commercio con i paesi extra Ue25, su cui incide la componente energetica, le esportazio- ni sono aumentate del 7,4% e le im- portazioni quasi del doppio (+13,8%).

Il saldo è stato negativo ed è triplicato, passando da 1.757 milioni di euro a 5.435 milioni di euro. Per i soli pro- dotti trasformati e manufatti, nei primi sei mesi del 2005, rispetto allo stesso periodo del 2004, la dinamica delle esportazioni e delle importazioni è ri- Tab. 2. Lo scenario per i maggiori paesi

europei (tassi di variazione percentuale e livelli)

2004 2005 2006

Germania

Pil 1,0 1,4 1,2

Domanda interna 0,0 0,1 0,8 Saldo merci in % Pil 7,1 7,5 8,0 Saldo di c/c in % Pil 3,8 4,1 4,6 Inflazione ( c ) 1,8 1,7 1,4 Tasso disoccupazione (d) 9,6 10,0 9,7 Avanzo A.P. in % Pil -3,6 -3,5 -3,2 Tasso Titoli a 10 anni (f) 4,1 3,4 3,7 Francia

Pil 2,1 1,5 2,0

Domanda interna 3,1 2,1 2,5 Saldo merci in % Pil 0,3 0,3 0,3 Saldo di c/c in % Pil 1,6 1,6 1,6 Inflazione ( c ) 2,3 2,2 1,6 Tasso disoccupazione (d) 9,7 9,7 9,5 Avanzo A.P. in % Pil -3,6 -3,2 -3,3 Tasso Titoli a 10 anni (f) 4,1 3,4 3,7 Spagna

Pil 2,7 2,8 2,6

Domanda interna (h) 4,2 3,9 3,4 Saldo merci in % Pil -6,6 -7,6 -7,7 Saldo di c/c in % Pil -5,0 -5,3 -5,5 Inflazione ( c ) 3,0 4,0 3,5 Tasso disoccupazione (d) 11,0 9,9 9,8 Avanzo A.P. in % Pil -0,3 -0,1 -0,2 Tasso Titoli a 10 anni (f) 4,1 3,4 3,7 Regno Unito

Pil 3,1 2,1 2,2

Domanda interna 3,8 2,4 2,4 Saldo merci in % Pil -4,8 -5,2 -5,4 Saldo di c/c in % Pil -2,2 -2,5 -2,5 Inflazione ( c ) 1,3 2,1 1,9 Tasso disoccupazione (d) 4,6 4,8 4,7 Avanzo A.P. in % Pil -3,2 -3,0 -2,9 Tasso interesse 3 mesi (e) 4,6 4,8 4,5 Tasso Titoli a 10 anni (f) 4,9 4,4 4,1 Sterlina (£)/ Usd ($) 0,546 0,546 0,540 (c) Prezzi al consumo. (d) Livelli standardizzati secondo la metodologia Ocse. (e) Eurodivise.

(f) Obbligazioni del Tesoro e titoli di Stato. (h) Contributo alla crescita del Pil. Fonte:

Prometeia, Rapporto di previsione, giugno 2005.

Tab. 3. Lo scenario internazionale (tassi di variazione percentuale e livelli) - 2

2004 2005 2006

Africa (1)

Pil 4,9 4,1 3,4

Inflazione (g) 8,5 8,8 7,4 Saldo merci in % Pil 1,7 2,4 1,7 Saldo di c/c in % Pil 1,8 2,5 1,9 America Latina

Pil 5,8 3,8 3,4

Inflazione (g) 6,5 7,1 5,2 Saldo merci in % Pil 2,8 2,9 1,9 Saldo di c/c in % Pil 0,8 0,6 -0,1 Europa Centrale (2)

Pil 4,7 4,0 4,4

Inflazione (g) 4,3 2,6 2,5 Saldo merci in % Pil -3,7 -4,5 -2,8 Saldo di c/c in % Pil -3,1 -3,8 -2,3 Ex Unione Sovietica

Pil 7,1 6,1 5,6

Inflazione (g) 13,8 13,0 10,1 Saldo merci in % Pil 13,9 16,7 15,0 Saldo di c/c in % Pil 10,7 14,2 12,7 Cina, subcon. indiano (3)

Pil 8,5 8,3 7,3

Inflazione (g) 3,8 3,5 3,5 Saldo merci in % Pil 0,1 0,3 0,2 Saldo di c/c in % Pil 0,0 0,4 0,4 Paesi del pacifico (4)

Pil 5,8 5,1 4,1

Inflazione (g) 3,2 5,1 3,6 Saldo merci in % Pil 9,1 9,1 9,5 Saldo di c/c in % Pil 9,4 9,4 9,8 (1) esclusi i paesi bagnati dal Mediterraneo. (2) Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria. (3) Cina, India, Pakistan, Sri Lanka, Bangladesh. (4) Hong Kong, Indonesia, Corea del Sud, Malesia, Filippine, Singapore, Tailandia. (g) Deflattore della domanda interna.

Fonte: Prometeia, Rapporto di previsione, giugno 2005.

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sultata pressoche analoga. Le prime sono aumentate del 6,3%, le seconde del 6,5% e il saldo positivo è legger- mente aumentato a 15.640 milioni di euro da 14.826 milioni del 2004.

Nelle valutazioni delle recenti previ- sioni, le esportazioni italiane, di beni e servizi, dovrebbe registrare una varia- zione reale negativa nel 2005, com- presa tra –2,4% e -1,1%, per poi torna- re a crescere nel 2006, tra il 2,6% e il 4,5%. La dinamica delle importazioni rimarrà positiva nel 2005, compresa tra lo 0,3% e l’1,2%, e accelererà nel 2006, con tassi compresi tra il 3,0% e il 3,8% Nel breve periodo molto di- penderà solo dagli andamenti del commercio mondiale, del prezzo del petrolio e del cambio euro/dollaro. Per il Governo, la crescita delle esporta- zioni non sarà negativa (+0,1%) nel 2005 e salirà al 3,0% nel 2006, conte- stualmente, quella delle importazioni di beni e servizi passerà dall’1,1% al 2,7%. Per le sole merci, a prezzi co- stanti, secondo Prometeia, le esporta- zioni si ridurranno del 2,1% nel 2005 e torneranno a crescere nel 2006 (+2,9%), ma la loro dinamica risulterà ampiamente inferiore a quella delle importazioni, che rimarranno staziona- rie nel 2005 (+0,2%), per accelerate nel 2006 (+3,5%).

Sulla base dei conti economici trime- strali, nel secondo trimestre 2005, gli investimenti fissi lordi, a prezzi co- stanti, destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi, hanno registrato un incremento congiunturale dell’1,5%, che interrompe una serie di tre varia- zioni negative. A causa della tendenza precedente, rispetto allo stesso trime- stre del 2004, gli investimenti fissi lordi si sono ridotti del 2,1%. Il dato aggregato maschera l’andamento pro- fondamente differenziato tra le com- ponenti: sono aumentati solo gli inve- stimenti nelle costruzioni (+2,1%), mentre quelli in macchinari e attrezza- ture hanno subito una pesante caduta (-4,7%) e quelli in mezzi di trasporto un vero tonfo (-8,0%). Nelle simula- zioni più recenti (luglio), la crescita prevista degli investimenti fissi lordi reali è stata indicata nella fascia tra – 1,0% e –0,6% per il 2005 ed è vista in lieve accelerazione per il 2006, tra +1,3% e +1,9%. Il Governo, a luglio, ha rivisto fortemente al ribasso la va- riazione degli investimenti fissi lordi reali per il 2005 a –1,5%, rispetto all’1,9% indicato solo ad aprile, pro- spettando una pronta ripresa della loro crescita all’1,9% nel 2006.

L’indice Isae, dopo un miglioramento tra la fine del 2004 e l’inizio dell’anno

corrente, nel secondo trimestre, ha se- gnalato un nuovo peggioramento del clima di fiducia dei consumatori.

L’indice è rimasto su valori prossimi ai minimi decennali toccati a inizio 2004 e ben al di sotto dei precedenti minimi segnati nel 1997. La media trimestrale dell’indice grezzo ha toc- cato quota 105,1 (rispetto a 100,7 del- lo scorso anno), mentre, rispetto al trimestre precedente, quella dell’indice destagionalizzato è rimasta invariata (104,0) e quella dell’indice destagionalizzato e corretto per i fatto- ri erratici è scesa da 104,0 a 103,7. Si sono deteriorate soprattutto le opinioni relative al quadro economico generale e, in particolare, al mercato del lavoro;

i giudizi sul quadro personale hanno risentito positivamente di una migliore convenienza e di maggiori possibilità di risparmio. Rispetto a giugno, gli in- dici si sono orientati negativamente a luglio e ad agosto, l’indice grezzo si è fermato a 102,3, l’indice destagiona- lizzato è piombato a 100,8 e l’indice destagionalizzato e corretto per i fatto- ri erratici è sceso a 100,9. Il sottoindi- ce relativo al quadro economico gene- rale del paese ha interrotto la discesa e invertito la marcia, mentre quello rela- tivo alla situazione personale è peg- giorato nei due mesi considerati in particolare per valutazioni sfavorevoli sulle possibilità future di risparmio, sulla convenienza presente del rispar- mio e sull’attuale convenienza ad ac- quistare beni durevoli. Secondo l’indagine trimestrale territoriale Isae, nel primo trimestre, l’indice destagio- nalizzato della fiducia dei consumatori nel Nord-Est è sceso da 103,1 a 102,9.

Dopo l’incertezza che ha caratterizza- to il primo trimestre, l’evoluzione dei consumi delle famiglie è risultata posi- tiva nel secondo trimestre 2005, che si è chiuso con un aumento congiuntura- le dello 0,6% e un incremento tenden- ziale dell’1,2%, a prezzi costanti e a valori destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi. La domanda di beni durevoli ha sostenuto i consumi delle famiglie anche in questo trimestre, come nell’intero 2004. Lo conferma è giunta anche dal positivo andamento delle importazioni che questa tipologia di consumi attiva. In questa fase i con- sumi delle famiglie forniscono un li- mitato sostegno all’attività economica, soprattutto in considerazione dell’andamento delle aspettative sul reddito permanente delle famiglie.

Nelle previsioni recenti, la crescita della spesa delle famiglie non è stata sostanzialmente rivista al ribasso per il 2005, è indicata tra lo 0,8% e l’1,0%, mentre lo è stata con riferimento al 2006, anno per cui si prospettano in- crementi compresi tra l’1,0% e l’1,3%.

Il Governo, a luglio, ha solo margi- nalmente ridotto la crescita prevista della spesa delle famiglie per il 2005 allo 0,8% e l’ha indicata all’1,2% per il 2006.

Nel secondo trimestre 2005, l’indice grezzo del valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio a prezzi correnti ha subito una riduzione dell’1,2%, rispetto allo stesso trime- stre 2004, dopo la stasi del trimestre precedente. L’indice destagionalizzato è sceso dello 0,8% rispetto al primo trimestre. Si tratta di un’evoluzione decisamente pesante, confermata dalla Tab. 4. Previsioni per l'economia italiana effettuate negli ultimi mesi, variazioni percentuali annue a prezzi costanti salvo diversa indicazione. 2005

Isae Ref.Irs Governo CSC Prometeia. Ocse

lug-05 lug-05 lug-05 lug-05 giu-05 mag-05 Prodotto interno lordo -0,1 -0,2 0,0 -0,3 -0,2 -0,6

Importazioni 0,6 1,2 1,1 0,3 0,5 2,8

Esportazioni -1,1 -1,4 0,1 -2,3 -2,4 0,0

Domanda interna 0,4 n.d. 0,3 0,4 0,6 0,2 Consumi delle famiglie 0,8 n.d 0,8 0,8 1,0 0,7 Consumi collettivi 0,8 n.d. 1,4 0,8 1,0 0,2 Investimenti fissi lordi -1,0 -0,6 -1,5 -0,6 -0,7 -1,6 - macc. attrez. mezzi trasp. -2,0 n.d. -2,7 -2,1 -1,2 -3,1 - costruzioni 1,6 n.d. 0,0 1,3 -0,1 0,4

Occupazione [a] 0,3 0,1 0,1 0,4 -0,1 0,0

Disoccupazione [b] 8,0 n.d. 8,1 8,0 8,2 8,4 Prezzi al consumo 2,0 2,0 2,2 [7] 2,0 2,0 1,8 [2]

Saldo c. cor. Bil Pag [c] -1,3 [4] -2,0 n.d. -1,4 [4] -1,5 [4] -2,2 Avanzo primario [c] 0,8 0,3 0,6 0,8 0,8 n.d.

Indebitamento A. P. [c] 4,2 4,6 -4,3 4,3 4,1 4,4 Debito A. Pubblica [c] 108,2 108,7 108,2 108,0 106,9 n.d.

[a] Unità di lavoro standard. [b] Tasso percentuale. [c] Percentuale sul Pil. [1] Tasso di inflazione armonizzato Ue. [2] Deflattore dei consumi privati. [3] Programmata. [4] Saldo conto corrente e conto capitale (in % del Pil). [5] Consumi finali nazionali. [6] Investment in equipment. [7]

Deflattore dei consumi. (*) Quadro programmatico.

(4)

omogeneità delle variazioni tendenzia- li registrate, tutte di segno negativo, facendo riferimento alla disaggrega- zione per settore merceologico e for- ma distributiva, che risulta ancora più grave se si tiene conto dell’andamento dei prezzi al consumo. L’indice a prezzi correnti scende dell’1,0% per gli alimentari e dell’1,3% per i non a- limentari, dello 0,5% per la grande di- stribuzione e dell’1,7% per le piccole superfici. Risulta in linea con quello nazionale l’andamento tendenziale trimestrale delle vendite nel Nord Est:

-1,3% nel complesso, -0,7% per gli a- limentari e –1,8% per i non alimentari.

L’indice del clima di fiducia delle imprese del commercio (Isae), corret- to per la stagionalità, ha avuto un an- damento oscillante nel corso del se- condo trimestre ed in media è leggermente peggiorato (98,6) rispetto al trimestre precedente (99,3). Nel trimestre sono peggiorati nettamente i giudizi sull’andamento corrente degli affari, si è lievemente rafforzata la prevalenza dei giudizi attestanti un li- vello eccessivo delle scorte, ma sono leggermente migliorate le aspettative sull’andamento futuro delle vendite.

Nel secondo trimestre, l’indice grezzo del clima di fiducia dei servizi di mer- cato (Isae) ha ceduto decisamente e ha chiuso in media a 8,3 rispetto a valori pari 19 nel trimestre precedente e a 14,0 nello stesso trimestre dell’anno precedente. L’indice mensile, risultato pari a –3 a giugno, è poi risalito a 8 a luglio, risultando comunque cedente sullo stesso mese dello scorso anno.

Resta sempre elevata la tensione dei prezzi delle materie prime. L’indice

generale Confindustria in dollari, pon- derato con le quote del commercio mondiale, ha subito un nuovo forte in- cremento tendenziale del 32,8% nel secondo trimestre, dopo quello analo- go del trimestre precedente (+27,6%).

L'indice in euro, ponderato con le quo- te del commercio italiano, ha segnato un aumento tendenziale del 25,6% nel secondo trimestre (+15,3% nel 2004).

L’euro ha fin’ora contribuito a conte- nere la dinamica di questi fattori di co- sto per l’industria nazionale. Nel se- condo trimestre, sotto la spinta dei prezzi di energia e materie prime, l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali (Istat) ha segnato un incremento del 3,7%, mentre quello dei soli prodotti trasformati e manufat- ti è salito del 3,0%. Nei primi sette mesi del 2004,l’incremento registrato dai due indici è stato rispettivamente del 4,1% e del 3,5%. Secondo le pre- visioni di giugno di Prometeia, la di- namica dell’indice generale dei prezzi alla produzione toccherà un picco ele- vato nel 2005 (+3,5%), trainata dagli energetici, e rallenterà sensibilmente nel 2006 (+0,3%), quella dell’indice dei prezzi dei soli manufatti non ali- mentari, invece dovrebbe decelerare già nel corso dell’anno (+2,3%) e più lentamente nel prossimo (+2,0%). La dinamica dei prezzi al consumo è ri- sultata leggermente più sostenuta che nel trimestre precedente. Nel secondo trimestre del 2005, esclusi i tabacchi, l’incremento tendenziale è stato dell’1,8% per l’indice generale per l’intera collettività nazionale (NIC), dell’1,7% per l’indice generale per le famiglie di operai e impiegati (FOI) e

del 2,2% per l’indice generale armo- nizzato Ue (IPCA). Sempre esclusi i tabacchi, l’incremento degli indici è stato dell’1,8% per la collettività na- zionale e dell’1,7% per le famiglie di operai e impiegati, nei primi sette mesi del 2005, e in base alla stima provvi- soria è risultato del 2,2% per l’indice armonizzato Ue, nei primi otto mesi del 2005. Secondo il Governo, l'infla- zione media annua, misurata dal de- flattore dei consumi, dovrebbe rimane- re stabile tra il 2005 (+2,2%) e il 2006 (+2,1%). Le previsioni recenti conti- nuano a indicare una crescita dei prez- zi al consumo dell’2,0% per il 2005, che dovrebbe rimanere sostanzialmen- te stabile nel 2006, risultando nella fa- scia tra l’1,8% e il 2,2%.

I tassi di interesse. Dal 5 giugno 2003, la Bce tiene il tasso di riferi- mento sulle operazioni di rifinanzia- mento principali al 2,0% e si sono co- stituite aspettative di un eventuale riduzione. Al contempo il tasso di rife- rimento negli Stati Uniti è stato pro- gressivamente aumentato dall’1,0% al 3,50%, con incrementi di un quarto di punto ad ogni riunione della Fed. Se- condo Prometeia, nel 2005, il tasso medio sugli impieghi bancari si man- terrà stabile al 5,5%, così come quello sui Bot a 3 mesi al 2,0%. Nel 2006 en- trambi dovrebbero aumentare solo lie- vemente, rispettivamente al 5,6% e al 2,1%, in linea con l’avvio di una mo- derata fase crescita, mentre non ci si attende a breve una restrizione delle condizioni monetarie.

Mercato del lavoro. Secondo l’indagine Istat sulle forze di lavoro, nel primo trimestre 2005, il tasso di at- tività della popolazione da 15 a 64 an- ni è stato pari al 62,3%, +0,1 rispetto ad un anno prima. Gli occupati sono risultati 22,373 milioni, con un incre- mento tendenziale dell’1,4%, in linea con l’incremento della popolazione

(+1,2%) determinato dall’immigrazione. La variazione ten-

denziale dell’occupazione è stata pari a –3,6% per l’agricoltura, nulla per l’industria in senso stretto, +8,9% per le costruzioni e +1,3% per i servizi. Il tasso di occupazione della popolazio- ne tra 15 e 64 anni è aumentato di quattro decimi di punto rispetto a un anno prima, portandosi al 57,1%. Per ripartizioni geografiche, la variazione dell’occupazione è stata pari a +2,1%

nel Nord Ovest, +1,0% nel Nord Est, +2,3% al Centro e +0,4% al Sud. Alla crescita dell’occupazione dipendente ha contribuito in misura significativa il lavoro atipico. Le persone in cerca di occupazione (2,011 milioni) sono di- Tab. 5. Previsioni per l'economia italiana effettuate negli ultimi mesi, variazioni percentuali annue a

prezzi costanti salvo diversa indicazione. 2006

Isae Ref.Irs Governo CSC Prometeia. Ocse

lug-05 lug-05 lug-05 lug-05 giu-05 mag-05 Prodotto interno lordo 1,3 1,4 1,5 0,8 0,9 1,1

Importazioni 3,8 3,0 2,7 3,5 3,7 6,8

Esportazioni 3,4 4,5 3,0 2,6 2,9 5,8

Domanda interna 2,0 n.d. 1,4 1,1 1,1 1,5 Consumi delle famiglie 1,3 [5] 1,2 1,0 1,2 1,7 Consumi collettivi 1,2 n.d. 0,1 1,0 1,2 0,2 Investimenti fissi lordi 1,7 1,3 1,9 1,9 1,5 2,0 - macc. attrez. mezzi trasp. 3,7 n.d. 2,6 2,3 1,8 2,1

- costruzioni 1,9 n.d. 1,0 1,5 1,2 1,8

Occupazione [a] 0,4 0,3 0,4 0,7 0,3 0,4

Disoccupazione [b] 7,8 n.d. 8,2 7,9 8,1 8,4 Prezzi al consumo 2,1 2,2 2,1 [7] 1,8 1,8 1,8 [2]

Saldo c. cor. Bil Pag [c] -1,5 [4] -2,0 n.d. -1,2 [4] -1,2 [4] -2,3 Avanzo primario [c] -0,2 -0,9 0,9 0,9 0,3 n.d.

Indebitamento A. P. [c] 5,1 5,8 -3,8 4,0 4,6 5,0 Debito A. Pubblica [c] 108,5 109,8 107,4 107,8 106,4 n.d.

[a] Unità di lavoro standard. [b] Tasso percentuale. [c] Percentuale sul Pil. [1] Tasso di inflazione armonizzato Ue. [2] Deflattore dei consumi privati. [3] Programmata. [4] Saldo conto corrente e conto capitale (in % del Pil). [5] Consumi finali nazionali. [6] Investment in equipment. [7]

Deflattore dei consumi. (*) Quadro programmatico.

(5)

minuite del 4,2%, sullo stesso trime- stre del 2004, ancora una volta come risultato di andamenti tendenziali mol- to divergenti tra le aree: -0,4% nel Nord Ovest, +4,2% nel Nord Est, - 9,2% al Centro e –5,1% al Sud. Se- condo Istat, alla riduzione del numero dei disoccupati ha contribuito nuova- mente la rinuncia a intraprendere con- crete azioni di ricerca di un impiego, soprattutto da parte delle classi di età più giovani e della componente fem- minile del Mezzogiorno, come è con- fermato dall’aumento delle non forze di lavoro per queste categorie. Il tasso di disoccupazione è risultato pari all’8,2% (4,5% al Nord Ovest, 4,1% al Nord Est, 6,7% al Centro e 15,6% al Sud), rispetto all’8,6% del primo tri- mestre 2004. Le previsioni più recenti (luglio) indicano per l’occupazione (unità di lavoro standard) una varia- zione pressoché nulla per il 2005, tra - 0,1 e +0,4%, che, per il 2006, dovreb- be risultare lievemente più ampia e compresa tra –0,3% e +0,7%. Il tasso di disoccupazione atteso tenderà co- munque a ridursi: sarà compreso tra l’8,0% e l’8,2% per il 2005 e tra il 7,8% e l’8,1% per il 2006. Continua la discesa dell’occupazione nelle grandi imprese. Nel primo semestre del 2005, al netto della Cig, l’indice dell’occupazione alle dipendenze nelle grandi imprese di industria, edilizia e servizi ha segnato una riduzione ten- denziale dello 0,6%, risultante da una caduta del 2,3% nell’industria e da un leggero aumento dello 0,3% nei servi- zi. In particolare l’occupazione alle dipendenze nelle grandi imprese dei servizi è in crescita costante nel seme- stre. Le retribuzioni orarie contrat- tuali nel secondo trimestre 2005 han- no segnato un incremento tendenziale del 3,2% in aggregato, l’aumento si è fermato al 2,4% per la sola industria in senso stretto, mentre è stato del 4,2%

per l’insieme dei servizi destinabili al- la vendita. Il ricorso alla Cassa inte- grazione guadagni (ordinaria, straor- dinaria e gestione speciale edilizia) nel secondo trimestre è risultato pari a 69,1 milioni di ore e ha registrato un incremento tendenziale del 9,6%. Nei primi sei mesi del 2005 le ore di Cig sono ammontate a 121,799 milioni, con un aumento del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2004, valori assoluti non toccati dal 1996.

Finanza pubblica. Il Governo, con il Documento di programmazione eco- nomico-finanziaria 2006-2009, ha ef- fettuato una revisione della stima dell’indebitamento netto atteso a fine anno. Esso risulterà maggiore di quan-

to prima prospettato, tenuto conto del- la crescita economica inferiore alle previsioni precedenti, degli oneri per i rinnovi contrattuali, della maggiore spesa per consumi intermedi e delle riclassificazioni contabili richieste da Eurostat. Il conto economico delle Amministrazioni Pubbliche per il 2005 registrerà aumenti delle imposte dirette dell’1,2%, delle imposte indi- rette del 2,8% e dei contributi sociali del 4,2%. Proseguirà quindi la ridu- zione della progressività del sistema fiscale. Le entrate correnti cresceran- no del 2,3%. Al contrario le entrate in conto capitale, a seguito del venir me- no delle misure una tantum, sanatorie fiscali e condono edilizio, si ridurran- no nuovamente e del 58,9%. Nel com- plesso le entrate aumenteranno dell’1,4% e ammonteranno al 44,9%

del Pil (45,2% nel 2004). La pressione fiscale scenderà ulteriormente dal 41,7% al 41,3% del Pil, al di sotto dei livelli del 2002. Dal lato delle uscite, rispetto ai dati di aprile, che accompa- gnavano la stima del fabbisogno di cassa, quelle di parte corrente al netto degli interessi aumenteranno del 4,7%, invece che del 3,5%. La spesa per interessi viene ora indicata in lie- ve ulteriore riduzione (-0,2%), tanto da scendere al 4,9% del Pil. Le uscite di parte corrente aumenteranno del 4,1% e raggiungeranno il 45,1% del Pil. Tenuto conto dei fattori sopra in- dicati, le spese in conto capitale reste- ranno pressoché costanti (+0,3%), contrariamente alla riduzione del 10,9% prospettata ad aprile. Le uscite complessive aumenteranno dell’3,8%, invece che dell’1,7%, e risulteranno pari al 49,2% del Pil. Il risparmio delle amministrazioni pubbliche, saldo cor- rente, sarà negativo per 9.231 milioni, lo 0,7% del Pil. L’avanzo primario, indebitamento al netto della spesa per interessi sul debito, sarà di soli 8.662 milioni di euro e pari allo 0,6% del Pil. L’andamento di questo aggregato, che nel 2000 era pari al 4,6% del Pil, da la misura del peggioramento della finanza pubblica e, nonostante la di- minuzione della spesa per interessi, ha determinato la crescita dell’indebitamento netto della P.A., che nel 2005 sarà di 59.638 milioni di euro, pari al 4,3% del Pil. Come ora è stato pubblicamente dichiarato, si rile- va che da anni l’Italia ha superato il limite del 3,0% del rapporto tra inde- bitamento e Pil previsto dal patto di stabilità e crescita, che sta alla base della nascita dell’euro. Il rapporto tra debito della Pubblica amministrazione e Pil a fine anno sarà pari al 108,2%

del Pil. Questa condizione espone a gravi rischi. La spesa per interessi po- trebbe crescere in modo destabilizzan- te per il rapporto tra debito e Pil, a se- guito di un innalzamento dei tassi d’interesse e di un repentino amplia- mento degli spread sul debito naziona- le, determinati da cause internazionali o nazionali. Tra le prime si possono indicare una crescita economica ame- ricana eccessivamente sostenuta, l’accelerazione del processo inflazio- nistico, la debolezza del cambio dell’euro e dubbi sulla sua stabilità, ol- tre che condizioni dei mercati obbliga- zionari meno eccezionalmente favore- voli in termini di liquidità e basso premio per il rischio. Per le seconde si fa riferimento alla mancanza di un pronto intervento per ridurre l’indebitamento netto e a un peggio- ramento del rating italiano, come quel- lo ormai preannunciato da parte di Tab. 6 - Indici del fatturato (totale, nazionale, estero), della produzione, degli ordini (totali, nazionali, esteri) per l’industria e per l’industria manifatturiera italiana, dati grezzi, variazioni percentuali tendenziali mensili, tri- mestrali e per anno mobile. Giugno 2005.

Mese(1) Trim.(2) Anno (3) Industria

Fatturato 1,2 1,7 1,9

- Fat. Nazionale 0,5 0,8 1,3 - Fat. Estero 3,0 4,0 3,7

Produzione -2,9 -1,3 -1,6

Ordini 3,3 3,5 3,5

- Ord. Nazionali -0,8 1,1 1,5 - Ord. Esteri 12,0 8,8 7,7 In. manifatturiera

Fatturato 1,3 1,6 2,1

- Fat. Nazionale 0,6 0,7 1,5 - Fat. Estero 3,0 4,0 3,7

Produzione -3,7 -1,8 -2,2

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat.

Tab. 7 - Indice della produzione dell’industria manifatturiera, dati grezzi, variazioni percen- tuali tendenziali mensili, trimestrali e per anno mobile. Giugno 2005.

Mese(1) Trim.(2) Anno (3)

Francia(a) -0,3 2,0 1,9

Germania(b) 6,2 5,2 3,8

Spagna(c)(4) -0,5 2,3 -0,1

Regno Unito(d) -1,0 -0,8 -0,3 Stati Uniti(e)(5) 3,8 3,8 4,7

Giappone(f) 0,2 0,3 2,4

Fonte: nostre elaborazioni su dati: (a) Institut National de la Statistique et des Études Écono- miques; (b) Statistische Bundesamt Deu- tschland; (c) Instituto Nacional de Estadística, (d) National Statistics, (e) Federal Reserve, (f) Ministry of Economy, Trade and Industry.

Note. (1) Variazione rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente. (2) Variazione ri- spetto al corrispondente trimestre dell’anno pre- cedente. (3) Variazione dell’indice negli ultimi dodici mesi rispetto ai precedenti dodici mesi.

(4) Compresa produzione e distribuzione di e- nergia elettrica, gas e acqua. (5) Manufacturing

“SIC”.

(6)

Standard&Poor’s.

In base alle prime indicazioni del MEF, nei primi otto mesi del 2005, il fabbisogno del settore statale si è atte- stato a quota 48.900 milioni, superiore del 7,6% a quello dell’analogo periodo del 2004. Coerentemente, le previsioni più recenti (luglio) per la finanza pub- blica non sono buone e sono state sen- sibilmente riviste in senso negativo.

L’avanzo primario, in percentuale del Pil, nel 2005 scenderà tra lo 0,3% e lo 0,8% e nel 2006 un ulteriore peggio- ramento lo comprimerà tra -0,9% e +0,9%. Il rapporto tra indebitamento netto della A.P. e Pil, risulterà com- preso tra il 4,2% e il 4,6% per il 2005 e salirà ulteriormente nel 2006 tra il 4,0% e il 5,8%. Il rapporto tra debito della Pubblica amministrazione e Pil dovrebbe risultare su livelli compresi tra 108,0% e 108,7% per il 2005, men- tre per il 2006 potrebbe salire ancora, nella fascia compresa tra 107,8% e 109,8%.

Cala l’attività nel settore delle costru- zioni. Rispetto allo stesso trimestre 2004, nel primo trimestre 2005 l'indice della produzione nel settore delle co- struzioni, dato grezzo, è sceso dello 0,9%, mentre l’indice corretto per i giorni lavorativi ha contenuto la ridu- zione allo 0,4%. L’indice destagiona- lizzato ha mostrato una riduzione dello 0,8% rispetto al trimestre precedente.

Dopo la riduzione subita nel primo trimestre (-0,2%), il fatturato indu- striale a prezzi correnti pare cauta- mente avere ripreso la tendenza lie- vemente positiva che aveva caratterizzato il 2004, facendo segnare nel secondo trimestre un incremento dell’1,7%, determinato dalla crescita del fatturato estero (+3,9%), a fronte dell’aumento frazionario segnato sul mercato nazionale (+0,8%).

L’andamento del fatturato del settore manifatturiero è stato sostanzialmente lo stesso di quello industriale, sia sul mercato interno, sia su quelli esteri.

Tenuto conto dell’andamento dei prezzi alla produzione industriali nello stesso periodo (+3,7%), l’evoluzione appare comunque negativa.

Da gennaio a giugno, la crescita del fatturato industriale, sull’analogo pe- riodo del 2004, è stata poco più che nulla (+0,8%), totalmente trainata dall’incremento del fatturato sui mer- cati esteri (+3,1%), mentre il fatturato nazionale è risultato cedente (-0,2%).

L’incremento del fatturato del solo settore manifatturiero è stato del 3,6%.

Si rammenta che queste variazioni ri- sultano tutte negative in termini reali.

La produzione industriale ha colle-

zionato tre trimestri successivi negati- vi. Dopo la pesante caduta del primo trimestre (-3,7%), nel secondo trime- stre il dato grezzo ha rilevato una ri- duzione tendenziale dell’1,4%, non diversa (-1,3%) avendo tenuto conto dei giorni lavorativi. Il dato destagio- nalizzato ha segnato un lieve incre- mento congiunturale dello 0,6% sul pesante trimestre precedente. La sola produzione manifatturiera, dato grez- zo, ha registrato di nuovo una riduzio- ne tendenziale più ampia (-1,8%). Nel- la media dei primi sei mesi, rispetto allo stesso periodo dell’anno prece- dente, dati grezzi, la produzione indu- striale è scesa del 2,5%, mentre quella manifatturiera ha ceduto il 3,2%. Sulla base delle previsioni Isae, nel 3° tri- mestre 2005 la produzione industriale, dato grezzo, dovrebbe subire di nuovo una pesante riduzione tendenziale del 3,2%. Secondo Prometeia, nel 2005, l’indice generale della produzione in- dustriale subirà una nuova e meno lie- ve flessione (-1,1%), dopo quella dello scorso anno (-0,6%), e registrerà una variazione appena positiva (+0,2%) nel 2006.

Dopo lo stop del primo trimestre, an- che il processo di acquisizione ordini ha ripreso l’intonazione positiva che aveva caratterizzato il 2004, marcando però ancora più nettamente la dipen- denza dai mercati esteri. Nel secondo trimestre, sullo stesso periodo dello scorso anno, la crescita complessiva è stata del 3,5% (dati grezzi). Mentre sul mercato nazionale gli ordini sono au- mentati di solo l’1,1%, gli ordini esteri sono cresciuti dell’8,8%. Nei primi sei mesi del 2005, gli ordini acquisiti sono aumentati anno su anno del 2,0%, trainati dai soli ordini esteri, cresciuti del 6,9%, mentre gli ordini nazionali sono rimasti invariati (-0,1%).

Secondo l'indagine Isae, nel secondo trimestre 2005, è peggiorato ancora il clima di fiducia delle imprese mani- fatturiere ed estrattive, l’indice è sceso da 86,7 a 84,8 ed è rimasto poco al di sopra dei livelli minimi registrati nel quarto trimestre 2001. I giudizi delle imprese sono peggiorati riguardo alla consistenza attuale del portafoglio or- dini, si sono indeboliti riguardo alle at- tese di produzione e sono leggermente migliorati circa l’accumulazione di scorte di magazzino. Dal livello di 85,0 a giugno, l’indice destagionaliz- zato mensile è tornato a crescere a lu- glio e ad agosto e ha toccato quota (87,5), prossimo ai livelli di inizio 2005. Nonostante sia peggiorata la va- lutazione dell’accumulazione di scor- te, si sono fatti meno pesanti i giudizi

sul portafoglio ordini e sono risultate in ripresa le attese di produzione futu- ra. Secondo l’indagine trimestrale ter- ritoriale Isae, nel secondo trimestre, la fiducia delle imprese manifatturiere peggiora in tutto il Centro-Nord, in particolare nel Nord Ovest,mostrando invece segni di recupero nel Mezzo- giorno. Nel Nord Est l’indice desta- gionalizzato è sceso da 86,5 a 85,2. e si e ridotto il grado di utilizzo degli impianti. Sono risultati in peggiora- mento i giudizi sul livello degli ordini e sulle aspettative di produzione, ce- denti le valutazioni del livello corrente della produzione, stabili le aspettative degli ordini, mentre sono state giudi- cate in diminuzione le scorte.

In conclusione si rileva che nel secon- do trimestre, si è ridotto leggermente il grado di utilizzo degli impianti indu- striali (75,6) e la durata della produ- zione assicurata, ma è scesa anche la quota di quanti ritengono “più che suf- ficiente” l’attuale capacità produttiva.

Chiuso il 9 settembre 2005.

Quadro regionale Industria in senso stretto

La recessione, avviata a inizio 2003 e fattasi meno pesante nel 2004, pare destinata ad aggravarsi nel 2005. Nel secondo trimestre 2005, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il va- lore del fatturato dell’industria regio- nale è diminuito dell’1,4%, come nel trimestre precedente, a fronte di una variazione tendenziale dei prezzi alla produzione nazionali di +3,7% nella media del trimestre. Il risultato regio- nale è molto meno pesante di quello nazionale (-2,4%) e di quello del Nord Est (-2,1%). Rispetto al trimestre pre- cedente, le variazioni tendenziali del fatturato mostrano una differenziazio- ne minore sia tra i diversi settori, sia tra le classi dimensionali d’impresa.

L’andamento è stato negativo per tutti.

Le industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto hanno registrato un’inversione della tendenza positiva del fatturato, sceso dello 0,4%. In tutti gli altri settori è proseguita la riduzio- ne tendenziale del fatturato, ma la sua ampiezza è stata minore rispetto al trimestre precedente, -6,6% nei settori moda, -2,3% per il settore del tratta- mento metalli, -1,2% per l’alimentare, -0,6% per l’industria del mobile. Tra le classi dimensionali d’impresa, si è ridotto il fatturato delle imprese mino- ri (-3,1%), da 1 a 9 dipendenti, e delle piccole (-2,3%), da 10 a 49 dipendenti, mentre quello delle medie imprese, da

(7)

50 a 499 dipendenti, è rimasto invaria- to. Solo il fatturato all’esportazione re- gionale ha tenuto, rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (+0,1%). Il

dato risulta ancora una volta migliore di quello nazionale (-0,8%) e del Nord Est (-0,4%). La disomogeneità dell’andamento del fatturato estero tra settori e classi dimensionali è risultata

inferiore a quella rilevata per il fattu- rato complessivo e in diminuzione sul trimestre precedente. L’andamento delle esportazioni è stato ancora una volta positivo per le industrie mecca- Tavola 1. Congiuntura dell’industria emiliano-romagnola.

Industria senso stretto Ind. Trattamento metalli e minerali metalliferi Industrie alimentari e delle bevande Fatturato (1)

Prod uzione (1)

Ordin i (1)

Esp ortazioni (1)

Grado di utilizzo deg li im pianti (2)

* -2,3 -2,3-2,1

-0,6 0,2

-0,6-0,4 -1,3 -1,4 -2,5

-2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

-2,4 -1,6-1,4

-0,4 0,0

-1,1 -0,4

-1,2

-2,5 -2,1 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

-2,2 -2,0 -2,4

-0,2 -0,5

-1,1 -0,3

-1,6-1,9 -2,5

-2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

-0,2 0,3

-1,5 0,3

2,1 1,7 0,9

-0,4 0,1

-2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

75,8

72,3 73,1

75,2 74,073,3

72,7 73,0 74,2

70 71 72 73 74 75 76 77

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

Fatturato (1)

Produzione (1 )

Ordini (1)

Esp ortazioni (1)

Grado di utilizzo d egli im pianti (2)

* -3,7 -3,5

-4,3 0,5

-1,5 2,1

0,1

-3,5 -2,3 -5,0

-4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

-4,2 -3,2

-4,2 1,5

-2,1 2,5

-0,1

-3,3 -3,6 -5,0

-4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

-5,3 -3,6 -4,0

1,4

-2,2 2,4

-0,3

-3,0-3,7 -6,0

-4,0 -2,0 0,0 2,0 4,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

-0,1 -1,6 -2,4

6,4

2,2 6,4 5,4

-1,6-2,6 -4,0

-2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

76,7

71,9

74,975,9 75,376,5

69,1 74,8 74,8

65 67 69 71 73 75 77 79

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

Fatturato (1 )

Produzione (1)

Ordini (1)

Esportazion i (1)

Grado d i utilizzo d egli im pianti (2)

* -1,1-1,6

1,9

-0,5 -1,5-1,1

-2,2 -1,5 -1,2 -3,0

-2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

1,0

-3,0 2,5

-0,9 -0,9 -0,7-0,4 -0,5 -1,8 -4,0

-3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

0,8

-2,0 0,3

-0,5

-2,0 -0,8

-1,6 -2,2

-0,9

-2,5 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

1,1 0,1

2,7

-0,9 4,6

0,1

-0,2 0,5

-3,0 -1,9 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

73,1 70,1

72,871,0 71,0 74,9

72,874,8 68,5

60 65 70 75 80

2t03 3t03 4t03 1t04 2t04 3t04 4t04 1t05 2t05

(1) Tasso di variazione sullo stesso trimestre dell’anno precedente. (2) Percentuale.

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