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CAPITOLO 3 Suzanne Collins e The Hunger Games

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 3

Suzanne Collins e The Hunger Games

3.1 Suzanne Collins è una scrittrice statunitense, nata il 10 agosto 1962 a

Hartford, nel Connecticut, la più giovane di quattro figli. Essendo figlia di un ufficiale dell’aeronautica, si trasferì molte volte durante la sua infanzia; tra le mete che l’autrice ricorda principalmente vi è la permanenza in Belgio dal 1969 al 1972. Alla fine, la famiglia scelse come residenza l’Alabama, dove la Collins si diplomò a una Scuola di Belle Arti nel 1980. Ha poi frequentato l’Indiana University, dove si è laureata nel 1985, conseguendo successivamente una laurea specialistica in Scrittura Drammatica presso la New York University. La sua carriera è iniziata nel 1991, con la stesura di sceneggiature per programmi televisivi dedicati ai bambini. Ha lavorato nello staff di molti show di Nickelodeon, tra cui la serie televisiva per ragazzi prodotta tra il 1991 e il 1994 Clarissa Explains it All, nominata agli Emmy Awards del 1994, e The Mystery Files of Shelby Woo, prodotto dal 1996 al 1998. Ha composto anche sceneggiature per bambini in età prescolare, tra cui Little Bear, serie trasmessa tra il 1996 e il 2003.

Nel 2003 si è cimentata con la scrittura di una serie di testi narrativi con il macrotitolo di Gregor, raccolta che le ha conferito una prima notorietà. Questa serie di storie fantasy si presenta come una rivisitazione di Alice in Wonderland e si rivolge a ragazzi di età compresa tra i dieci e i dodici anni, ma risulta apprezzabile anche da lettori adulti. La serie di Gregor ha ricevuto una buona accoglienza dalla critica.

Il primo romanzo della serie, intitolato Gregor the Overlander, presenta la storia di un bambino di undici anni, Gregor, che vive nella New York attuale. Durante un’estate è costretto a badare alla nonna e alle due sorelline, Lizzie e Margaret, soprannominata Boots. Un giorno la piccola Boots, di due anni, precipita in una grata e sparisce, inducendo Gregor a seguirla e a sprofondare sottoterra in un mondo parallelo. In questo mondo vivono uomini con la pelle chiarissima, quasi trasparente e con gli occhi viola (The Time Machine di H. G.

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Wells costituisce evidentemente un alto ipotesto). Questi strani individui sono esseri umani che si erano anticamente rifugiati sotto terra e che hanno creato un mondo parallelo, dove convivono con creature terrificanti come pipistrelli giganti, che usano come mezzo di trasporto, scarafaggi, ragni e ratti bianchi. Questo mondo fantastico è chiamato “Regno di Regalia”, governato dalla principessa Luxa, e si trova in perenne conflitto con il re dei topi Gorger. L’astio tra i due regni è nato da una profezia scritta dal fondatore della colonia dei primi umani del mondo sotterraneo, Bartholomew of Sandwich, il quale predisse che un abitante del mondo superiore avrebbe sconfitto il regno dei topi in modo definitivo. Gregor all’inizio tenta in tutti i modi di scappare e tornare in superficie, ma, quando sembra essere proprio lui il prescelto della profezia, decide di aiutare gli abitanti di Regalia. Anche se all’inizio è un po’ titubante, ciò che convince il ragazzino a proseguire nell’avventura è la scoperta di un fatto sorprendente: il padre, scomparso circa due anni prima, è vivo ed è prigioniero proprio dei topi. Gregor, la sorellina e un gruppo di abitanti di Regalia intraprendono un viaggio per liberare il padre e reclutare alleati per la guerra, che si concluderà con una vittoria sul regno dei topi, momento in cui Gregor e la sua famiglia riescono finalmente a tornare in superficie.

In tutto sono stati pubblicati quattro romanzi successivi al primo volume: Gregor and the Prophecy of Bane nel 2004, Gregor and the Curse of the Warmbloods nel 2005, Gregor and the Marks of Secret nel 2006 e Gregor and the Code of Claw, pubblicato nel 2007. Le storie sono narrate sempre in prima persona, con una focalizzazione interna fissa su Gregor, che puntualmente si inoltra nel mondo sotterraneo per affrontare nuove avventure e misurarsi con le profezie di Bartholomew of Sandwich. L’ultima profezia parla addirittura della morte del “warrior”, ovvero Gregor stesso, che, però, alla fine, sopravvive e smentisce le parole del veggente. L’opera termina con l’immagine della famiglia che si trasferisce in Virginia, senza però che Gregor si conceda il lusso di dimenticare cosa è accaduto a New York. Al contrario di quanto è avvenuto per i romanzi precedenti, la conclusione è stata poco apprezzata dalla critica e dai lettori, che l’hanno giudicata poco incisiva. Un esempio di questo tipo di ricezione

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si riscontra nel blog italiano di recensioni su libri fantasy denominato L’inchiostro di Alice:

L'ultimo episodio di Gregor è toccante, ci sono alcuni passi raccontati con delicatezza ed emozionanti. Però c'è un però: il finale. Avevo detto in non ricordo quale recensione, forse la penultima, che i fan anglofoni erano stati delusi dal finale della Collins e avevano espresso il desiderio che scrivesse un sesto capitolo. Effettivamente quando ho letto l'ultima pagina mi ha preso un senso di delusione. La vicenda ha una fine e beh, suvvia, è un happy

ending ovviamente, impossibile pensare a Gregor che muore davvero. Sì la

profezia lo dirà anche ma chi ci crede? Io no, mai creduto. Fin dalla prima pagina del primo libro ero certa al mille per cento che sarebbe finito tutto bene in un modo o nell'altro. Bisogna essere davvero ingenui per averci anche solo pensato soprattutto perché stiamo parlando di una serie per ragazzini, vi pare che il protagonista possa davvero morire? Come in Harry

Potter e la famosa profezia Nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive,

non avrete pensato che Harry sarebbe morto? Beh comunque, il finale non mi ha soddisfatto e mi farebbe piacere leggere un sesto libro ma lo ritengo molto improbabile. Perciò me lo tengo così e amen1.

Ovviamente, l’infanzia passata nelle sedi militari a cui era affidato il padre ha influenzato molto le tematiche affrontate dall’autrice nei suoi romanzi, spesso incentrati sull’educazione dei ragazzi al confronto con l’astio della guerra e l’anelito alla pace. La Collins si concentra quindi spesso sulla narrazione di storie per bambini, come testimoniano, oltre alla saga di Gregor, When Charlie McButton Lost Power, del 2005, il testo del 2009 When Charlie McButton Gained Power e l’opera più recente Year of The Jungle (2014). Si tratta di libri illustrati, rivolti a un pubblico infantile.

Come suggerisce il suo cognome, Charlie McButton tratta di un bambino ossessionato dai videogiochi. Un giorno la batteria del suo gioco si esaurisce ed egli decide di rubare le pile dalla bambola meccanica della sorellina, Isabel Jane. La mamma, scoperto il misfatto, punisce il figlio, ma durante il Time-out, il bambino si rende conto di quanto sia fortunato ad avere una sorellina con cui svagarsi, cosicché i due iniziano a giocare insieme. La storia è molto semplice, ma serve per far comprendere ai bambini l’importanza di giocare e interagire con i coetanei, senza rifugiarsi in un mondo autoreferenziale e freddo come quello della tecnologia ludica.

1

http://inchiostrodialice.blogspot.it/2014/10/gregor-05-la-profezia-del-tempo-suzanne.html [consultato il 19 Gennaio 2018].

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Year of The Jungle, invece, presenta una storia in parte autobiografica, con cui la Collins si propone di descrivere l’impatto della guerra sui bambini. Il padre dell’autrice era un ufficiale della Air Force e, quando lei era bambina, aveva combattuto in Vietnam. La protagonista del libro è Suzy, una bambina di sei anni dall’aspetto “nordico”, con capelli rossi e occhi azzurri; ella sa che il padre deve stare lontano da casa per un anno e che dovrà passare un po’ di tempo nella giungla. La bambina non sembra avere paura inizialmente perché il suo personaggio dei cartoni preferito vive nella giungla (c’è qui un eco del Jungle Book di Kipling), ma, con il passare del tempo, si preoccupa sempre di più per la salute del padre, scorgendo accidentalmente immagini della guerra in televisione. Dopo un anno, il padre torna a casa stanco e dimagrito, ma Suzy è comunque felice di riaverlo accanto. Il libro, pur caratterizzato da alcuni passi tristi e angosciosi, è finalizzato ad aiutare i bambini figli di militari a comprendere meglio le loro paure e le loro ansie, chiamando anche in causa i complessi sentimenti che la guerra alimenta all’interno di una famiglia. È proprio grazie all’esperienza della piccola Suzy che i bambini possono essere aiutati a comprendere le implicazioni del servizio militare e dell’impegno bellico.

L’opera con cui la Collins ha ottenuto più successo è una trilogia, anch’essa per ragazzi: The Hunger Games, suddivisa in tre libri: The Hunger Games, pubblicato il 14 settembre 2008; Catching Fire, uscito il 1 settembre 2009, e Mockingjay, uscito il 24 agosto 2010. Nel 2010 ne sono stati venduti oltre 4 milioni di copie, nel 2011 più di 9 milioni e nel 2012 si è battuto un ulteriore record grazie all’uscita del primo adattamento cinematografico, The Hunger Games2. I romanzi sono stati ben accolti anche da vari critici e autori. Stephen King, per esempio, li ha apprezzati per lo stile, capace di alimentare la suspense e creare un effetto ipnotico sul lettore.

L’ispirazione per questa trilogia è stata fornita in primo luogo dal mito di Teseo e del Minotauro, dal quale l’autrice fu molto affascinata da bambina. Nel mito si narra che gli abitanti dell’antica Atene fossero costretti ogni anno a mandare sette fanciulli e sette fanciulle in sacrificio a Creta, che dominava su

2

Philip Kirby, “The Girl on Fire: The Hunger Games, Feminist Geopolitics and the Contemporary Female Action Hero”, http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/14650045.2014.984835 , [consultato il 24 Agosto 2017] p. 460.

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Atene. Da questo nucleo tematico la Collins ha preso spunto per la dittatura imposta dalla città di Panem ai suoi distretti, i quali ogni anno devono appunto inviare dodici ragazzi e dodici ragazze a combattere all’interno di una arena, in uno scontro all’ultimo sangue. Questo mito, però, non informa solo la struttura della società, ma incide anche sulla descrizione del carattere mascolino della protagonista, come afferma Jessica Miller: “Just as Katniss did for Prim, Theseus took the place of one of his countrymen. He then slew the Minotaur and rescued his fellow tributes”3. La struttura dei “giochi”, invece, ricorda quella dei gladiatori dell’antica Roma, i quali lottavano all’interno dell’arena fino alla morte.

Un elemento di ispirazione più contemporanea è dato dalle interrelazioni con i programmi televisivi, ossia il modo in cui essi, in particolare i reality shows, affascinano lo spettatore, ma allo stesso tempo rischiano di allontanarlo paradossalmente dal dramma della realtà. In particolare, l’autrice vuole mostrare come la struttura dei reality shows condizioni la mente di chi li guarda, al punto da spingerlo a proiettarsi acriticamente nella finzione; più nello specifico, la Collins è sensibile a come questi programmi vengano usati a favore di chi li trasmette e ne trae un vantaggio economico o politico, come se fossero un mezzo per il controllo della mente. Una sera, facendo zapping, ella avrebbe riflettuto su come fosse facile passare da immagini di programmi televisivi con giovani in competizione per vincere un milione di dollari, a ragazze che si litigavano per scegliere un fidanzato, fino a documentari sulla guerra in Iraq. Le immagini sembravano quasi fondersi in modo inquietante, in un alterarsi del confine tra realtà e finzione. Così la Collins avrebbe deciso di scrivere un racconto fittizio che, seppur ispirato dalla vita di una ragazzina in un mondo distopico futuro, facesse proprie queste commistioni disturbanti. L’autrice ha anche dichiarato che accostamenti stridenti simili l'avevano colpita sin da bambina: dopo i cartoni, infatti, spesso c’era il telegiornale, che mostrava immagini della guerra in Vietnam, e lei sapeva che suo padre stava combattendo proprio in quei luoghi, per cui si preoccupava per le sorti del genitore.

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Jessica Miller, “She Has no Idea the Effect she Can Have: Katniss and the Politics of Gender”, cit. in George A Dunn, Nicolas Michaud, “The Hunger Games” and Philosophy: a Critique of

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Inizialmente l’autrice aveva pensato di scrivere un solo libro, appunto The Hunger Games, ma in chiusura del volume si è resa conto che la storia andava ancora sviluppata e doveva concludersi in modo più compiuto. Per questo, avrebbe deciso di scrivere altri due libri, convincendosi che sia proprio durante la stesura di una storia che si iniziano a scoprire i personaggi in profondità.

3.2 Come si è anticipato, il titolo del primo libro, The Hunger Games, si riferisce

ad un “gioco agonistico” e un rito di passaggio che si svolge tutti gli anni a Panem, nazione immaginaria che si sarebbe costituita in Nord America dopo un susseguirsi di vari disastri ambientali, provocati da siccità, incendi e uragani. La capitale di Panem, Capitol City, è un’epitome del consumismo di una florida società di massa: tutti gli abitanti hanno un look appariscente, si vestono in modo glam e con colori sgargianti, ricorrono a un make-up pesante e a interventi chirurgici che li fanno assomigliare ad animali o li fanno apparire più giovani e magri; il loro scopo principale è la continua ricerca di una perfezione artificiosa e dell’eccesso, che sfocia a volte addirittura nella follia e nella perversione. Alle cene di gala, per esempio, per continuare a mangiare il più possibile senza saziarsi, gli abitanti della capitale adottano un metodo simile a quello usato nell’Antica Roma (come suggeriscono anche i nomi latineggianti degli interlocutori), ovvero bere una soluzione per rigurgitare il cibo digerito:

“Why aren't you eating?” asks Octavia.

“I have been, but I can't hold another bite,” I say. They all laugh as if that's the silliest thing they've ever heard.

“No one lets that stop them!” says Flavius. They lead us over to a table that holds tiny stemmed wineglasses filled with clear liquid. “Drink this!”

Peeta picks one up to take a sip and they lose it. “Not here!” shrieks Octavia.

“You have to do it in there,” says Venia, pointing to doors that lead to the toilets. “Or you'll get it all over the floor!”

Peeta looks at the glass again and puts it together. “You mean this will make me puke?”

My prep team laughs hysterically. “Of course, so you can keep eating,” says Octavia. “I've been in there twice already. Everyone does it, or else how would you have any fun at a feast?”4

4

Suzanne Collins, Catching Fire: The Second Book of the Hunger Games, p. 85, http://ebooksstuff.com/pdf/games/Catching%20Fire.pdf [consultato il 23 Settembre 2017].

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A Capitol City si trova la residenza del Presidente, che è il capo del governo oligarchico; il suo nome è Coriolanus Snow, meglio conosciuto come "President Snow", uomo piccolo e magro dai capelli bianchi, e sorta di caricatura del Coriolano storico, il grande generale protagonista delle guerre contro i Volsci e le dolorose vicende che ne seguirono.

I distretti nei quali è suddiviso lo stato di Panem non hanno nome, ma sono identificati con un numero, da 1 a 12. Ogni distretto si occupa di un determinato settore economico: il Distretto 1 produce articoli di lusso per Capitol City ed è uno dei favoriti (insieme al 2, al 3 e al 4), con la maggior parte dei tributi che si offrono volontari perché fieri di rappresentare il loro quartiere agli Hunger Games; il Distretto 2 fabbrica armamenti e addestra i Peacekeepers, ovvero le guardie che controllano le varie porzioni di territorio; il Distretto 3 produce componenti elettronici e di ingegneria, ma anche esplosivi; il lavoro del Distretto 4 si basa sulla pesca; il Distretto 5 si dedica alla produzione di elettricità; il Distretto 6 fabbrica mezzi di trasporto; il Distretto 7 si occupa di falegnameria; il Distretto 8 comprende diverse industrie tessili; il Distretto 9 produce cereali; il Distretto 10 si occupa di allevamento; gli abitanti del Distretto 11 hanno come missione l’agricoltura; il Distretto 12 produce carbone. Prima dei Dark Days, ovvero i giorni di rivolta contro Capitol City, che ha poi individuato la contro-misura degli Hunger Games, esisteva un altro distretto, il Distretto 13, che produceva armi nucleari. Il rapporto tra Capitol City e i territori governati somiglia a quello tra centro imperiale (“capitol” è il Campidoglio) e popoli colonizzati, in quanto lo Stato controlla i cittadini e il loro accesso alle materie prime, gestite a proprio vantaggio e sfruttando, invece, gli abitanti.

La narrazione si costruisce attraverso una focalizzazione interna fissa sul flusso di pensiero della protagonista, che riflette su ciò che accade intorno a lei. In questo modo, siamo indotti a immedesimarci e a calarci nel punto di vista della ragazza.

Il romanzo è composto da ventisette capitoli in tutto, ma la storia è suddivisa in tre parti. La prima parte (capitoli 1-9) si intitola The Tributes e descrive il periodo precedente all’inizio dei Giochi della Fame, con la selezione dei partecipanti, gli allenamenti e le interviste prima di entrare nell’arena. La seconda

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parte (capitoli 10-18) è denominata The Games e delinea, appunto, lo svolgimento dei giochi. L’ultima parte (capitoli 19-27), The Victor, descrive ciò che accade quando gli Hunger Games stanno per concludersi, con le interviste ai vincitori, le grandi feste per la loro vittoria, e il ritorno a casa.

La storia inizia in medias res ed è narrata in prima persona da Katniss Everdeen, giovane molto agile e atletica, ma soprattutto maestra nel maneggiare le armi, in particolare l’arco. La ragazza vive nel Distretto 12 insieme alla madre e alla sorella Prim, che, al contrario di lei, hanno capelli biondi e occhi azzurri. La mamma e la sorella si destreggiano come guaritrici e farmaciste, mentre Katniss non fa mistero, per gran parte del primo volume, della sua incapacità di curare i malati e della sofferenza che le provoca la vista di sangue e ferite. Il padre di Katniss, infatti, è morto durante l’esplosione di una miniera di carbone:

My father was blown to bits in a mine explosion. There was nothing even to bury. I was eleven then. Five years later, I still wake up screaming for him to run5 .

Dal padre, Katniss ha imparato molto sulla natura e, infatti, spesso si sente più al sicuro in mezzo ai boschi piuttosto che a casa con la sua famiglia. Oltre a cacciare, il padre le ha insegnato a distinguere radici commestibili, tra cui l’erba saetta (in inglese “katniss”), da cui la ragazza ha ereditato il nome. Durante le loro passeggiate fisiche e conoscitive nel bosco, il padre le ricordava spesso, in un gioco di allusioni semantiche, che poteva sentirsi al sicuro quando trovava la pianta incarnante la sua gemella vegetale: “As long as you can find yourself, you’ll never starve”6.

Gli abitanti dei distretti, al contrario della popolazione di Capitol City, dove le persone vivono agiatamente, sono costretti a lottare contro la miseria. Gli stessi residenti nel Distretto 12, che procurano l’energia attraverso lo sfruttamento delle miniere di carbone, vivono nella povertà più totale ed è difficile per loro trovare anche solo da mangiare o dei medicinali:

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Suzanne Collins, The Hunger Games, Scholastic Press, New York 2009, p. 5.

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Our part of District 12, nicknamed the Seam, is usually crawling with coal miners heading out to the morning shift at this hour. […]

Our house is almost at the edge of the Seam. I only have to pass a few gates to reach the scruffy field called the Meadow. Separating the Meadow from the woods, in fact enclosing all of District 12, is a high chainlink fence topped with barbedwire loops. In theory, it’s supposed to be electrified twenty-four hours a day as a deterrent to the predators that live in the woods—packs of wild dogs, lone cougars, bears—that used to threaten our streets. But since we’re lucky to get two or three hours of electricity in the evenings, it’s usually safe to touch.

[…] District Twelve. Where you can starve to death in safety7.

La storia inizia il giorno del Reaping e Katniss va nel bosco per cacciare, unico modo che ha per procurarsi del cibo e un po’ di soldi al mercato nero, chiamato “Hob” e sviluppatosi in un ex deposito di carbone. Teoricamente, non potrebbero andare nei boschi, ma, insieme all’amico Gale Hawthorne, ella riesce a cacciare di nascosto. Gale è alto e robusto, con i capelli neri lisci, la pelle olivastra e gli occhi grigi esattamente come Katniss, al punto che i due sembrano parenti (nell’ottica dell’allegoria politica, essi incarnerebbero membri della stessa etnia). Ha due anni più di lei e, la prima volta che si sono conosciuti, Katniss aveva dodici anni; scherzosamente, Gale la chiama “Catnip”, come l’erba gatta. Il motivo di questo soprannome è che, la prima volta che si sono incontrati, Katniss aveva appena sussurrato il suo nome e Gale aveva capito “Catnip”. Un giorno, poi, quando nei boschi una lince aveva iniziato a seguire la ragazza, “Catnip” rimase il suo soprannome.

È Katniss che si occupa della famiglia perché la madre, dopo la morte del marito, è precipitata nella depressione e non fa altro che stare seduta su una sedia a piangere. Gale, come Katniss, deve badare alla madre, a due fratelli e una sorella minori; il padre è morto in un incidente in miniera, lo stesso in cui è rimasto ucciso il padre di Katniss, cosicché i due ragazzi sembrano profondamente legati dal destino. Dopo aver venduto al mercato nero della selvaggina e dei pesci e venduto le fragole alla figlia del sindaco, Madge Undersee, amica e compagna di scuola di Katniss, i due amici si separano e vanno ognuno a casa propria a prepararsi per il Reaping. Il termine “reaping” ha un significato metaforico particolare e drammaticamente contrastivo: esso suggerisce infatti la celebrazione

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del raccolto, quando i contadini si rallegrano dei frutti del loro lavoro, ma, in questo caso, la mietitura diventa una celebrazione politica della vittoria di Capitol City sui ribelli, avvenuta settantaquattro anni prima8.

La mietitura si svolge nella piazza principale del distretto, una piazza anche molto bella e accogliente, piena di negozi, ma che, durante questo giorno speciale, diventa un teatro dove controllare i cittadini:

People file in silently and sign in. The reaping is a good opportunity for the Capitol to keep tabs on the population as well. Twelve-through eighteen-year-olds are herded into roped areas marked off by ages, the oldest in the front, the young ones, like Prim, toward the back. Family members line up around the perimeter, holding tightly to one another’s hands9.

In questa ricorrenza particolare, che si svolge una volta all’anno, i giovani devono indossare i loro abiti più belli ed eleganti, in modo tale da essere pronti e presentabili nel caso venissero selezionati per partecipare agli Hunger Games.

Davanti al palco ci sono tre sedie; una è riservata al sindaco Undersee, una all’accompagnatrice del Distretto 12, Effie Trinket, vestita con un tailleur verde e contraddistinta dalla capigliatura rosa; la terza sedia, invece, è destinata all’unico vincitore sopravvissuto ai cinquantesimi Hunger Games. Si tratta di un appartenente al Distretto 12, Haymitch Abernathy, che si presenta sul palco ubriaco e sviene durante la sua presentazione.

A dare inizio alla cerimonia è comunque il sindaco, che ripercorre la storia della nascita di Panem:

He tells of the history of Panem, the country that rose up out of the ashes of a place that was once called North America. He lists the disasters, the droughts, the storms, the fires, the encroaching seas that swallowed up so much of the land, the brutal war for what little sustenance remained. The result was Panem, a shining Capitol ringed by thirteen districts, which brought peace and prosperity to its citizens. Then came the Dark Days, the uprising of the districts against the Capitol. Twelve were defeated, the thirteenth obliterated. The Treaty of Treason gave us the new laws to guarantee peace and, as our yearly reminder that the Dark Days must never be repeated, it gave us the Hunger Games.

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George A Dunn, Nicolas Michaud, “The Hunger Games” and Philosophy: A Critique of Pure

Treason, cit., p. 45.

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The rules of the Hunger Games are simple. In punishment for the uprising, each of the twelve districts must provide one girl and one boy, called tributes, to participate. The twenty-four tributes will be imprisoned in a vast outdoor arena that could hold anything from a burning desert to a frozen wasteland. Over a period of several weeks, the competitors must fight to the death. The last tribute standing wins10.

Katniss coglie chiaramente il vero significato dei Giochi della Fame, ovvero imporre la supremazia di Capitol City, dimostrando ai distretti che non c’è possibilità di salvarsi in nessun modo:

Taking the kids from our districts, forcing them to kill one another while we watch—this is the Capitol’s way of reminding us how totally we are at their mercy. How little chance we would stand of surviving another rebellion. Whatever words they use, the real message is clear. “Look how we take your children and sacrifice them and there’s nothing you can do. If you lift a finger, we will destroy every last one of you. Just as we did in District Thirteen”11.

Dopo il preambolo commemorativo, Effie Trinket estrae i nomi dei futuri tributi coinvolti negli Hunger Games. I nomi dei candidati vengono inseriti all’interno di due differenti contenitori, uno con i nomi femminili e l’altro con i nomi maschili.

Vista la povertà che imperversa in alcuni distretti, agli abitanti più poveri è concesso ottenere piccole forniture di generi alimentari o altri prodotti in cambio di più nomine in sede di sorteggio dei tributi:

Say you are poor and starving as we were. You can opt to add your name more times in exchange for tesserae. Each tessera is worth a meager year’s supply of grain and oil for one person. You may do this for each of your family members as well. So, at the age of twelve, I had my name entered four times. Once, because I had to, and three times for tesserae for grain and oil for myself, Prim, and my mother. In fact, every year I have needed to do this. And the entries are cumulative. So now, at the age of sixteen, my name will be in the reaping twenty times. Gale, who is eighteen and has been either helping or single-handedly feeding a family of five for seven years, will have his name in forty-two times12.

10 Ibidem, p. 18. 11 Ibidem, pp. 18-19. 12 Ibidem, p. 13.

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Effie Trinket estrae prima il nome della ragazza: la sorte vuole che sia Primrose Everdeen, a dispetto del fatto che esisteva solo un biglietto con il suo nome. Katniss, troppo spaventata per la sorte della sorella, si offre volontaria al suo posto, raccogliendo l’ammirazione degli abitanti per il suo senso di sacrificio:

At first one, then another, then almost every member of the crowd touches the three middle fingers of their left hand to their lips and holds it out to me. It is an old and rarely used gesture of our district, occasionally seen at funerals. It means thanks, it means admiration, it means good-bye to someone you love13.

A questo punto Effie estrae il nome del tributo maschile: Peeta Mellark. Katniss si ricorda di Peeta perché anni prima, poco dopo la morte del padre di lei, la famiglia non aveva nulla di cui nutrirsi se non acqua calda e qualche foglia di menta rinsecchita che trovava nella credenza di casa. Un giorno, Katniss decise di andare a recuperare del cibo nei cassonetti e trovò del pane nei bidoni del fornaio; il figlio del fornaio, Peeta, le allungò del pane che aveva bruciato di proposito nel forno, in modo da aiutarla a sfamarsi.

Finito l’inno, che chiude la cerimonia della mietitura, i ragazzi prescelti vengono portati dentro il Palazzo di Giustizia, ognuno in una stanza, per poter ricevere i parenti e gli amici che li saluteranno per l’ultima volta. Le prime a fare visita a Katniss sono sua mamma e sua sorella, che la protagonista istruisce su come mantenersi, visto che non ci sarà più lei a proteggerle, e promette alla sorella che tornerà viva, pur sapendo che è una promessa quasi impossibile da mantenere. Il secondo a farle visita è il padre di Peeta, il quale conosce molto bene la sorella di Katniss, Prim, che spesso gli offre il formaggio fatto con il latte della sua capra. Per questo motivo, l’uomo promette a Katniss di badare a Prim e alla loro madre. È poi la volta della figlia del sindaco, Madge, che consegna a Katniss una spilla d’oro tonda, con inciso al centro un piccolo uccello in volo; i tributi possono infatti portare con sé all’interno dell’arena un oggetto che ricorda il proprio distretto (la spilla diventerà l’emblema stesso di Katniss e il simbolo ufficiale della rivolta). L’ultimo ad entrare a far visita a Katniss è Gale, che consiglia alla ragazza di trovarsi un arco all’interno dell’arena o di costruirne uno.

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Dopo la fine delle visite, i due tributi vengono portati fuori dal Palazzo di Giustizia e condotti verso la stazione, dove saliranno sul treno per Capitol City. Sul treno li aspettano comode sistemazioni e pasti abbondanti, concessioni alle quali i ragazzi del distretto più povero di Panem non sono abituati.

Durante il viaggio parlano per la prima volta con Haymitch Abernathy, il quale dovrebbe essere il loro mentore e consigliare loro come sopravvivere agli Hunger Games e come procurarsi degli sponsor. Gli sponsor sono coloro che offrono doni ai tributi nell’arena, come cibo, medicinali e armi, e il modo migliore per “guadagnarsi” questi oggetti è risultare simpatici, dolci e desiderabili al cospetto del pubblico. Haymitch, però, devastato ancora dall’esperienza terribile degli Hunger Games, continua ad ubriacarsi e sembra poco interessato ad aiutare i ragazzi nel loro percorso di sopravvivenza. I due tributi, preoccupati per la loro vita, reagiscono allora in modo violento nei confronti di Haymitch, aggredendolo verbalmente. A quel punto, il mentore si rende conto della forza dei due giovani e promette di rimanere sufficientemente sobrio per rendersi utile nell’arco della durata dei giochi.

Dopo una notte intera passata in treno, i due ragazzi arrivano a Capitol City e rimangono stupefatti dalla maestosità della città:

The train finally begins to slow and suddenly bright light floods the compartment. We can’t help it. Both Peeta and I run to the window to see what we’ve only seen on television, the Capitol, the ruling city of Panem. The cameras haven’t lied about its grandeur. If anything, they have not quite captured the magnificence of the glistening buildings in a rainbow of hues that tower into the air, the shiny cars that roll down the wide paved streets, the oddly dressed people with bizarre hair and painted faces who have never missed a meal. All the colors seem artificial, the pinks too deep, the greens too bright, the yellows painful to the eyes, like the flat round disks of hard candy we can never afford to buy at the tiny sweet shop in District 1214.

Segue l’incontro con gli stilisti, ovvero coloro che li truccheranno e li vestiranno per essere presentabili prima degli Hunger Games. Anche se non si tratta di una gara di bellezza, l’aspetto fisico è comunque molto importante, in quanto i tributi che si presentano meglio attirano più sponsor. Lo staff destinato a Katniss è composto da tre assistenti: Venia, una donna dai capelli color

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acquamarina e con tatuaggi dorati sulla fronte; Octavia, una donna grassoccia con il corpo interamente avvolto in una pallida sfumatura verde pisello, e Flavius, un uomo dai capelli riccioli arancioni e con un rossetto viola sulle labbra. Gli addetti assistono Katniss nella preparazione estetica:

My legs, arms, torso, underarms, and parts of my eyebrows have been stripped of the Muff, leaving me like a plucked bird, ready for roasting. I don’t like it15.

Lo stilista di Katniss si chiama Cinna e, al contrario dei suoi assistenti, è un uomo dall’aspetto più naturale:

Most of the stylists they interview on television are so dyed, stenciled, and surgically altered they’re grotesque. But Cinna’s close-cropped hair appears to be its natural shade of brown. He’s in a simple black shirt and pants. The only concession to self-alteration seems to be metallic gold eyeliner that has been applied with a light hand. It brings out the flecks of gold in his green eyes16.

Katniss e lo stilista iniziano a parlare del primo abito che indosserà la ragazza per la cerimonia di apertura. Insieme a Portia, che assiste Peeta, i due stilisti hanno deciso di creare abiti complementari per la coppia del Distretto 12. Nelle cerimonie di apertura si presume che i due tributi indossino qualcosa di associabile alla principale attività del distretto, in questo caso le miniere di carbone. Katniss ricorda per esempio un anno in cui i concorrenti “were stark naked and covered in black powder to represent coal dust”17. I capi creati da Cinna sono abiti neri eleganti che, tuttavia, durante la parata hanno la capacità di “prendere fuoco”, ovviamente un fuoco artificiale che non rischia di ferire i tributi. È interessante notare come Sean P. Connors, nel suo articolo “I Try to Remember Who I Am and Who I Am Not: The Subjugation of Nature and Women in The Hunger Games”, si soffermi sulla metafora degli abiti che bruciano, come se gli stessi tributi fossero consumati dallo sguardo bramoso degli spettatori: 15 Ibidem, pp. 61-62. 16 Ibidem, p. 63. 17 Ibidem, p. 66.

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The metaphor can be read as suggesting that, much like flames consume coal, tributes are consumed by the hungry gaze of viewers in the Capitol18.

Durante la parata, ogni coppia di tributi è sistemata su un carro trainato da cavalli. I primi a partire sono quelli del Distretto 1, seguiti dai distretti successivi, in ordine numerico. Dopo essersi posizionati a semicerchio intorno al “City Circle” (ovvero l’anfiteatro cittadino, elemento che ricorda l’Antica Roma), assistono all’entrata del presidente Snow, che ufficializza l’inizio degli Hunger Games.

Terminata la cerimonia, i tributi si dirigono verso il Training Center, che sarà la loro dimora nel periodo precedente l’inizio della competizione (ogni distretto dispone di un intero piano corrispondente al proprio numero di identificazione). Katniss entra nella sua camera ed è esterrefatta dalla grandezza della stanza e dalle miriadi di cose che essa può contenere, dal momento che, a casa sua, era abituata ad accontentarsi di molto poco:

My quarters are larger than our entire house back home. They are plush, like the train car, but also have so many automatic gadgets that I’m sure I won’t have time to press all the buttons. The shower alone has a panel with more than a hundred options you can choose regulating water temperature, pressure, soaps, shampoos, scents, oils, and massaging sponges. When you step out on a mat, heaters come on that blow-dry your body. Instead of struggling with the knots in my wet hair, I merely place my hand on a box that sends a current through my scalp, untangling, parting, and drying my hair almost instantly. It floats down around my shoulders in a glossy curtain. I program the closet for an outfit to my taste. The windows zoom in and out on parts of the city at my command. You need only whisper a type of food from a gigantic menu into a mouthpiece and it appears, hot and steamy, before you in less than a minute. I walk around the room eating goose liver and puffy bread until there’s a knock on the door19.

Dopo essere stata chiamata per la cena, a cui partecipano anche Peeta, Haymitch, Effie, Cinna e Portia, la protagonista nota che la cameriera, una ragazza con i capelli rossi e la pelle molto chiara, ha qualcosa di famigliare: si

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Sean P. Connors, “I Try to Remember Who I Am and Who I Am Not: The Subjugation of Nature and Women in The Hunger Games”, in The politics of Panem: Challenging Genres, edited by Sean P. Connors, Sense Publishers, Rotterdam-Boston-Taipei, 2014, pp. 139-158, https://www.researchgate.net/publication/284680586 [consultato il 20 Ottobre 2017], p. 13.

19

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tratta di una “Avox”, ovvero una persona che ha commesso un crimine e, per questo motivo, ha subito l’amputazione della lingua. Katniss si ricorda che una volta, nei boschi insieme a Gale, aveva visto una coppia di ragazzi, molto probabilmente di Capitol City, che stavano scappando, ma all’improvviso apparve un “hovercraft” che catturò la ragazza e uccise il ragazzo. Katniss è convinta che la giovane sia la stessa “Avox” che ora le fa da cameriera e decide così di raccontare la storia a Peeta, arrampicandosi sul tetto dell’edificio, in modo che nessuno possa sentirli.

Il giorno successivo iniziano i primi addestramenti per gli Hunger Games, consistenti in tre giorni in cui i tributi fanno pratica insieme. L’ultimo giorno, di pomeriggio, ogni tributo si esibirà singolarmente al cospetto dei Gamemarkers, i quali, finiti gli addestramenti, comunicheranno il punteggio ottenuto in una scala da 1 a 12. Il punteggio è il punto di partenza per le scommesse e, chiaramente, più il punteggio è alto e più si hanno probabilità di attrarre degli sponsor e, quindi, di vincere. Ciò che Haymitch consiglia di fare è allenarsi sempre insieme, non mostrare mai quanto veramente siano forti e far emergere solo in sede privata le loro vere capacità.

L’ultimo giorno, durante la sessione privata di addestramento, Katniss si rende conto di non essere presa in considerazione dai Gamemakers, più interessati a godersi il cibo che è stato loro servito. La giovane decide quindi di lanciare provocatoriamente una freccia verso la mela posizionata nella bocca del maiale arrosto del buffet. Dopo questa reazione impulsiva, Katniss si sente in colpa e ha paura di aver preso un punteggio basso o che i Gamemarkers le possano far pagare pegno per il suo gesto durante gli Hunger Games, magari facendola lottare con animali feroci o punendo la sua famiglia. Quando, però, in serata, in televisione viene comunicato il punteggio assegnato ai tributi, si nota che Katniss è riuscita a guadagnarsi il più alto: undici. Molto probabilmente gli strateghi hanno apprezzato la sua temerarietà, tratto che può dare una svolta interessante agli Hunger Games.

Dopo la sessione di addestramento, si passa all’ultima fase prima dell’inizio ufficiale dei giochi, ovvero le interviste ai concorrenti. Ogni ragazzo dovrà parlare della sua famiglia, delle sue passioni e di ciò che gli piace di più, ma, durante la

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prova dell’intervista con il suo mentore Haymitch, Katniss sembra irritarsi all’idea di dover fingere empatia verso persone che, in realtà, risultano indifferenti di fronte allo spettacolo della morte.

Le interviste durano solo tre minuti e, quando arriva il suo turno, la protagonista è molto agitata; tuttavia, quando sale sul palco e inizia il confronto con Ceasar Flickerman, il presentatore che da quarant’anni conduce le interviste, ritrova la tranquillità e parla in modo disinvolto della sua famiglia. In questo modo riesce a conquistare maggiormente il consenso del pubblico, che già l’aveva apprezzata durante la prima sfilata. Anche Peeta sembra molto disinvolto durante la conversazione e fa addirittura una confessione in diretta, rivelando di essere innamorato da sempre di Katniss.

Finita la cerimonia, dopo l’inno, i tributi tornano nei loro alloggi. Arrivata al dodicesimo piano, Katniss spintona Peeta, arrabbiata per quello che egli ha dichiarato in televisione; ella pensa infatti che sia solo una mossa commerciale per ottenere favori, anche se la paura principale della ragazza è apparire debole davanti al pubblico. Haymitch, però, le spiega che in realtà si tratta di un piano escogitato da Peeta per far calare su entrambi un’aura favorevole:

Now they all do. You’re all they’re talking about. The star-crossed lovers from District Twelve!20.

Katniss allora si tranquillizza e si persuade del fatto che il piano serva a rendere entrambi il più “affascinanti” possibile per il pubblico.

La notte prima degli Hunger Games, i due ragazzi rivivono le loro preoccupazioni e si ritrovano sul tetto a parlare. Il tormento maggiore di Peeta è quello di non riuscire a rimanere se stesso:

“I don’t know how to say it exactly. Only... I want to die as myself. Does that make any sense?” he asks. I shake my head. How could he die as anyone but himself? “I don’t want them to change me in there. Turn me into some kind of monster that I’m not”21.

20

Ibidem, p. 135.

21

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Ovviamente, all’interno dell’arena i concorrenti si trasformano in pedine e raramente i giocatori sono riusciti a rimanere fedeli alla loro indole. Ciò che preoccupa Katniss, invece, è un pensiero più concreto, ovvero la reale possibilità di sopravvivere:

I can’t stop trying to imagine exactly what terrain I’ll be thrown into. Desert? Swamp? A frigid wasteland? Above all I am hoping for trees, which may afford me some means of concealment and food and shelter, Often there are trees because barren landscapes are dull and the Games resolve too quickly without them. But what will the climate be like? What traps have the Gamemakers hidden to liven up the slower moments? And then there are my fellow tributes...22

La mattina seguente iniziano i preparativi per gli Hunger Games. I tributi si preparano sotto l’arena, dove ricevono gli ultimi consigli da parte dei loro mentori. Ad un certo punto riecheggia una voce femminile che annuncia ai tributi di posizionarsi all’interno di una piastra circolare metallica, che li porterà direttamente all’interno dell’arena, struttura artificiale gestita dai Gamemakers. Questi uomini controllano l’andamento dei giochi con dei computer dotati di software molto avanzati, in grado di far materializzare animali o un incendio (alla fine degli Hunger Games, l’arena si trasforma in un’attrazione turistica per gli abitanti di Capitol City).

I concorrenti sono costretti a rimanere per sessanta secondi ognuno sul proprio cerchio metallico prima del suono di avvio del gong. I tributi si trovano tutti alla stessa distanza dalla Cornucopia, un gigantesco corno dorato con la punta ricurva, che evoca il noto simbolo della fertilità; esso contiene infatti beni e provviste indispensabili per sopravvivere nell’arena: cibo, contenitori d’acqua, farmaci, indumenti, armi. Intorno alla Cornucopia si trovano degli oggetti il cui valore diminuisce proporzionalmente alla loro distanza fisica dal simbolo dell’abbondanza. Katniss è intenzionata a dirigersi verso la Cornucopia per prendere l’arco e le frecce che scorge in lontananza, ma, proprio prima del gong, esita e perde la possibilità di correre il più velocemente possibile verso il suo arco. Riesce comunque ad agguantare uno zaino, per essere poi aggredita dalla prescelta del Distretto 2, la quale le lancia due coltelli, di cui uno colpisce il ragazzo del

22

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Distretto 9, che stava a sua volta attaccando Katniss, mentre l’altro si incastra nello zaino della protagonista, la quale si dirige verso il bosco, come le aveva consigliato Haymitch.

Al calare della sera, Katniss decide di sistemarsi sopra un albero, recuperando dallo zaino un sacco a pelo e avvolgendosi con la cintura intorno a un ramo. Con l’arrivo del buio risuona l’inno di Capitol City e vengono proiettate le immagini delle persone sacrificate durante il primo giorno: la ragazza del Distretto 3, il ragazzo del 4, quello del 5, entrambi i tributi dei Distretti 6 e 7, il ragazzo dell’8, la coppia del 9 e la ragazza del Distretto 10.

Katniss riesce a dormire per qualche ora fino a che, quasi all’alba, sente lo scricchiolio di un fuoco ardente: si tratta dell’opera di una ragazza poco distante da lei, che, proprio a causa di questo focolare, viene scoperta e uccisa dai ragazzi dei Distretti 1 e 2 (considerati più forti), alleatisi per l’occasione. Tra le voci, però, Katniss riconosce anche quella di Peeta, e decide di allontanarsi da loro. Riesce a mangiare del coniglio, grazie ad alcune trappole che aveva piazzato il giorno prima, e cerca di procurarsi dell’acqua, ma senza successo. Dopo un giorno di ricerche, ormai allo stremo delle forze, la protagonista riesce a trovare un ruscello, dove si rifocilla e, al calare della notte, si sistema di nuovo su un albero, per essere poi svegliata da un altro incendio, che la sta per avvolgere.Katniss riesce a sfuggire al pericolo, ma viene colpita alla gamba da una lancia infuocata che, molto probabilmente, proviene dai Gamemakers. Riesce a disinfettarsi la ferita in un ruscello e, quando sente le voci del gruppo di favoriti farsi sempre più vicine, si arrampica su un albero; il gruppo di favoriti la nota e si lanciano all’inseguimento, ma non riusciranno a raggiungerla perché meno agili di lei.

Dopo una serie di ulteriori disavventure in cui rischia la vita, Katniss decide di allearsi con una ragazzina del Distretto 11, Rue, la quale le confessa di aver spiato il gruppo di favoriti, che hanno posizionato tutto l’approvvigionamento vicino al lago (Peeta non è più con loro). Le due alleate decidono quindi di distruggere l’accampamento: il piano è che Rue appicchi tre fuochi in punti diversi della foresta in modo da distrarre i favoriti, mentre Katniss dovrà distruggere le provviste, facendo esplodere le mine sistemante intorno

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all’approvvigionamento. L’esplosione, però, colpirà anche Katniss, ferita all’orecchio sinistro.

Dopo aver passato un giorno tra i cespugli per riprendersi, la ragazza riparte per ricongiungersi con l’alleata, che non è ancora arrivata sul posto. Katniss passa tutto il pomeriggio in attesa di Rue, finché decide di andarla a cercare; nei boschi, sentirà i Mockingjays che imitano la melodia di Rue, che le due alleate avevano concordato come segnale di reciproca rassicurazione. Seguendo la provenienza del canto degli uccelli, Katniss trova la bambina in una radura, intrappolata in una rete; purtroppo non riuscirà a salvarla perché, poco dopo il suo arrivo, Rue viene trafitta allo stomaco da una lancia scagliata dal ragazzo del Distretto 1. Katniss rimane al fianco di Rue nei suoi ultimi momenti di vita, intonando una canzone e facendole una promessa solenne:

“You have to win,” she says.

“I’m going to. Going to win for both of us now,” I promise23.

Katniss riceve in premio dagli sponsor una pagnotta assegnata al Distretto 11. Molto probabilmente, gran parte degli abitanti del distretto aveva fatto una colletta per Rue, ma, vista la sventurata fine della ragazza, avrebbero deciso di lasciare il premio alla sua alleata. Mentre si sta per addormentare, la protagonista sente la voce di Claudius Templesmith, l’annunciatore degli Hunger Games, il quale informa i concorrenti su una novità di quell’anno:

Under the new rule, both tributes from the same district will be declared winners if they are the last two alive24.

Katniss decide allora di andare a cercare Peeta e lo ritrova vicino al torrente, mimetizzato tra il fango e le rocce e moribondo a causa di una ferita alla gamba procurata da Cato, il ragazzo del Distretto 2. Katniss lo aiuta a rimettersi in sesto, portandolo nel ruscello per lavarlo. Il tragitto per arrivare al ruscello, anche se di pochi metri, è molto faticoso per Peeta, devastato dalla ferita infetta e dalla febbre. Dopo averlo ripulito, Katniss riesce a trascinarlo fino ad una grotta tra dei massi,

23

Ibidem, pp. 233-234. 24

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luogo che sarà il loro rifugio fino all’auspicata guarigione di Peeta, la cui ferita purtroppo peggiora. La pelle della coscia appare infiammata, con delle striature rosse che salgono lungo la gamba a causa dell’infezione nel sangue.

Verso la fine della giornata, riecheggiano nel bosco le trombe che annunciano una nuova dichiarazione da parte di Capitol City: Claudius Templesmith invita i tributi superstiti ad una “Feast”. Si tratta di una sorta di banchetto in un posto noto a tutti, dove i tributi possono trovare cibo o oggetti utili. In realtà, è una strategia finalizzata a radunare i superstiti e farli lottare all’ultimo sangue. La dichiarazione di Claudius, però, questa volta è differente:

Some of you may already be declining my invitation. But this is no ordinary feast. Each of you needs something desperately. […]

Each of you will find that something in a backpack, marked with your district number, at the Cornucopia at dawn. Think hard about refusing to show up. For some of you, this will be your last chance25.

Katniss deduce di poter trovare alla “Feast” la medicina adatta a combattere l’infezione di Peeta, per cui raggiunge la radura vicino alla Cornucopia, dove nota un tavolo con degli zaini: due grandi e neri, contrassegnati con i numeri 2 e 11; uno verde di dimensione più ridotta con scritto 5 e uno piccolissimo, color arancione, con il numero 12. La prima a sgattaiolare fuori dai cespugli è la ragazza del Distretto 5, soprannomata da Katniss “Foxface”; la ragazza riesce a prendere il suo zaino e a dirigersi verso i boschi molto velocemente. Katniss si muove subito dopo, ma viene ostacolata dalla ragazza del Distretto 2, Clove, che tenta di trafiggerla con un coltello. Katniss, per difendersi, lancia una freccia diretta al cuore di Clove, la quale riesce a spostarsi in tempo, rimanendo colpita solo al braccio sinistro. La protagonista riesce infine a raggiungere il tavolo e a legarsi il piccolo zainetto al braccio, ma viene colpita alla fronte da un altro coltello, lanciato dalla ragazza del Distretto 2, cosicché Katniss finisce a terra e Clove la blocca, finché Tresh, il ragazzo del Distretto 11, compagno di Rue, neutralizza a sua volta Clove. Egli vendica così la morte della piccola compagna rompendo il cranio di Clove con un sasso. Katniss pensa di essere spacciata a causa della furia che emana dagli occhi di Tresh, ma il ragazzo la risparmia:

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Just this one time, I let you go. For the little girl. You and me, we’re even then. No more owed. You understand?26

Katniss riesce quindi a scappare e a raggiungere di nuovo il rifugio dove si trova Peeta, a cui inietta la medicina, dopo di che, stremata, sviene, risvegliandosi dopo un paio di giorni, sotto una pioggia battente che blocca i due ragazzi all’interno della grotta. Ormai privi di forza per la mancanza di cibo e disidratati, i due prescelti del Distretto 12 non possono fare altro che raggomitolarsi sotto il sacco a pelo. Katniss in questo momento si ricorda di come essi siano visti dagli spettatori di Panem, ovvero come i “lovers from District Twelve27”: decide quindi di sapere di più da Peeta in merito al giorno in cui si sarebbe innamorato di lei. Egli torna col pensiero al primo giorno di scuola elementare, quando lei indossava un vestito rosso scozzese e aveva i capelli legati con due trecce. Il padre di Peeta, indicando la bambina, confidò al figlio che avrebbe voluto sposare la madre di Katniss, ma che la donna aveva preferito un minatore di carbone perché era stata ammaliata dal suo canto. Durante l’ora di musica, poi, Katniss aveva iniziato a cantare “The Valley Song”davanti a tutti i bambini e Peeta rimase ammaliato a sua volta, pur non avendo mai avuto il coraggio di esternare il proprio amore. Questa confidenza rincuora Katniss, che dà un bacio a Peeta, mentre su di loro cala un paracadute pieno di cibo, cosicché i due, finalmente, riescono a riprendere le forze.

Durante la notte, osservando il cielo, scorgono l’immagine di Tresh, a segnale che il ragazzo è morto, molto probabilmente in un combattimento con Cato. In questa fase degli Hunger Games, sono rimasti in quattro: Cato, la ragazza del Distretto 5 (soprannominata “Facefox”) e i due ragazzi del Distretto 12. “Facefox” è la vittima successiva (ha ingerito delle bacche velenose), per cui i contendenti si ridurranno a tre.

Katniss e Peeta si preparano ad affrontare Cato, che a un certo punto incontrano mentre corre all’impazzata, seguito da un gruppo di Muttations, uno dei quali morderà poi Peeta alla gamba. Seguono le lotte, durante le quali Cato finirà

26

Ibidem, p. 288.

27

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nelle fauci dei Muttations, con un’agonia lenta. I Muttations lo feriscono a morte, ma non lo uccidono; il mattino seguente, sarà Katniss a scagliare la sua ultima freccia contro il ragazzo moribondo, non per vendetta, bensì per pietà. I due superstiti del Distretto 12 sembrano quindi i vincitori degli Hunger Games, finché la voce del capo degli strateghi non annuncia che la modifica precedente è stata revocata e che, per regolamento, deve esserci solo un vincitore. A questo punto, in un modo che ricorda le vicende amorose tormentate dei romances, Katniss invita Peeta a ucciderla, mentre Peeta incita lei a ucciderlo, e tenta poi di togliersi la vita sciogliendo il laccio emostatico che bloccava l’uscita di sangue dalla gamba ferita. A Katniss, però, viene un’idea: mangeranno contemporaneamente le bacche velenose che avevano conservato, risultando così al contempo vittime sacrificali e vincitori morali:

In the arena, when I poured out those berries, I was only thinking of outsmarting the Gamemakers, not how my actions would reflect on the Capitol. But the Hunger Games are their weapon and you are not supposed to be able to defeat it. So now the Capitol will act as if they’ve been in control the whole time. As if they orchestrated the whole event, right down to the double suicide28.

Poco prima di inghiottire le bacche, però, essi sentono di nuovo la voce di Claudius Templesmith, che li proclama entrambi vincitori (evidente, qui, è l’influenza che sulla narrativa della Collins hanno esercitato i reality shows). Di fronte al rischio di rimanere senza un vincitore, i Gamemakers hanno evidentemente deciso di conformarsi e individuare un compromesso (o, forse, i vari annunci e le smentite erano finalizzati a mettere alla prova il coraggio e la resistenza dei concorrenti).

Katniss e Peeta vengono a questo punto prelevati da un hovercraft. Peeta viene subito soccorso da un’équipe medica, mentre Katniss viene messa in una stanza isolata, finché non si addormenta. Dopo qualche giorno trascorso tra il sonno e la veglia, a far visita a Katniss arrivano Effie, Haymitch e Cinna, e la ragazza si prepara per l’apparizione in pubblico. Non le viene permesso di vedere Peeta, anche se sa che è vivo, perché il regolamento impone che il loro incontro

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avvenga sul palco in diretta. Poco prima dell’accesso al palco per l’intervista, Haymitch mette Katniss in allerta:

Listen up. You’re in trouble. Word is the Capitol’s furious about you showing them up in the arena. The one thing they can’t stand is being laughed at and they’re the joke of Panem29.

Saliti sul palco, Katniss e Peeta si sistemano sul divanetto rosso destinato ai vincitori e si mostrano abbracciati l’uno all’altra. Osservano poi la proiezione di un filmato di tre ore in cui si ricostruiscono i punti salienti degli Hunger Games: la morte dei loro compagni, il loro ritrovamento e la vittoria. L’intervista vera e propria, che avviene il giorno seguente, è più completa e intende far luce sulla personalità dei vincitori. Viene chiesto a Katniss quando si sarebbe resa conto di essersi innamorata di Peeta e a Peeta viene chiesto come riesca a gestirsi con “the new leg”30. In questo momento, Katniss si rende conto che la gamba morsa dal Muttation gli è stata amputata ed è assalita dai sensi di colpa per l’accaduto. A fronte della domanda successiva posta da Ceasar Flickerman, ovvero il motivo per cui Katniss aveva pensato di ricorrere alle bacche, la ragazza cerca di calibrare bene la risposta, per paura di essere colta in fallo:

I take a long pause before I answer, trying to collect my thoughts. This is the crucial moment where I either challenged the Capitol or went so crazy at the idea of losing Peeta that I can’t be held responsible for my actions. It seems to call for a big, dramatic speech, but all I get out is one almost inaudible sentence. “I don’t know, I just...couldn’t bear the thought of... being without him”31.

Al termine dell’intervista, per i due ragazzi è giunta l’ora di risalire sul treno che li porterà a casa. Adesso i due vincitori avranno una vita più agiata dal punto di vista economico e si trasferiranno in una zona del loro distretto chiamata “Victor’s Village”. Molti anni prima, infatti, in ogni distretto erano state costruite circa una dozzina di abitazioni di lusso destinate ai vincitori (nel Distretto 12, però, l’unica casa abitata è quella di Haymitch). Durante il tragitto, Katniss si

29 Ibidem, pp. 356-357. 30Ibidem, p. 368. 31Ibidem, p. 369.

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sente in dovere di rivelare a Peeta lo stratagemma architettato per salvare entrambi nell’arena, e il ragazzo reagisce come se si sentisse tradito e infastidito. Poco prima di arrivare alla stazione del Distretto 12, i due si prendono per mano per un’ultima volta, nell’intento di preservare la finzione e rimanere fedeli ai personaggi degli “innamorati”, catturando l’attenzione delle telecamere:

I take his hand, holding on tightly, preparing for the cameras, and dreading the moment when I will finally have to let go32.

Il finale dolce-amaro, dunque, articola una critica profonda nei confronti di forme di spettacolarizzazione estreme esaltate dai circuiti mediatici, ma lesive per quanto riguarda la reale natura umana e le sue modalità relazionali.

3.3 I due volumi successivi della serie sono strutturalmente simili al primo libro e

composti entrambi da ventisette capitoli divisi in tre parti. Catching Fire comprende The Spark (capitoli 1-9), The Quell (capitoli 10-18) e The Enemy (capitoli 19-27). In Mockingjay, invece, la prima parte si intitola The Ashes (capitoli 1-9); la seconda The Assault (capitoli 10-18) e l’ultima parte The Assassin (capitoli 19-27); il ciclo si conclude con un epilogo.

Catching Fire si apre con il giorno del “Victory Tour”, ovvero il giro che i vincitori devono fare in ogni distretto per festeggiare la vittoria (questo tour si colloca tra un Hunger Game e l’altro, in modo da ricordare che la dittatura di Panem controlla sempre i suoi sudditi).

Katniss, poco prima di partire per il tour, riceve la visita del President Snow, il quale la informa di aver scoperto il suo doppio gioco, ovvero il fatto che non è realmente innamorata di Peeta e che la persona spacciata per suo cugino in realtà è uno dei suoi più cari amici. Durante gli Hunger Games, infatti, erano state fatte interviste agli amici più cari e ai parenti degli ultimi otto sopravvissuti all’interno dell’arena; tra le persone da intervistare in relazione a Katniss, ovviamente, figurava Gale, ma non si poteva dichiarare che i due fossero amici, altrimenti l’idillio presumibilmente nato nell’arena tra Peeta e Katniss sarebbe immediatamente svanito. Per questa ragione, qualcuno si è inventato che, in

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realtà, Katniss e Gale fossero cugini, visti i loro tratti somatici simili. Tornata vincitrice dagli Hunger Games, però, Katniss si ritroverà nel bosco con Gale, che istintivamente la bacia. Ovviamente, la paura di Snow è che la finzione di Katniss, una volta svelata, possa essere un motivo di rivolta per i distretti, per cui il presidente invita la protagonista a comportarsi nel modo più convincente possibile riguardo al suo innamoramento verso Peeta, lasciandole intendere che, se non si

fosse attenuta ai questi piani, il governo avrebbe colpito le persone a lei più care. Durante il tour, all’arrivo nel Distretto 11 tutto sembra andare per il verso giusto, fino a che Katniss non esprime sentimenti di rimorso e rancore al pensiero della morte di Rue e Tresh, circostanza a cui fa seguito il segnale empatico di un uomo che intona il motivetto che Rue e Katniss avevano escogitato per ritrovarsi all’interno dell’arena: tutto il pubblico porta allora le tre dita della mano sinistra alla bocca, per poi puntarle verso Katniss (gesto che fa pensare all’ultimo saluto che Katniss ha rivolto a Rue nell’arena). Mentre i due tributi vincitori vengono portati all’interno del Justice Building, la polizia blocca l’uomo che ha intonato il motivetto e lo uccide con freddezza, con un colpo di pistola alla tempia.Per paura di ulteriori sommosse, i due vincitori decidono quindi di fingersi innamorati davanti alle telecamere o quando si trovano in visita nei vari distretti: si abbracciano, si tengono per mano, si baciano. Terminato il tour, rientrano a Capitol City, dove affrontano una nuova intervista condotta da Ceasar Flickerman, nel corso della quale Peeta si inginocchia davanti a Katniss e le chiede la mano.

Con la reintegrazione nel Distretto 12 i protagonisti si accorgono, con il passare dei giorni, che la situazione è cambiata, in quanto i Peacekeepers sono meno indulgenti verso i cittadini e impongono leggi più severe.

Passeggiando verso la città, un giorno Katniss e Peeta notano che in mezzo alla piazza vi è Gale, svenuto e con le mani legate con dei lacci e, nelle vicinanze, un nuovo capo dei Peacekeepers, che frusta il giovane perché è andato a caccia nei boschi, attività proibita per le leggi di Panem. Katniss di istinto si mette davanti a Gale, ma riceve lei stessa una frustata in piena faccia. Con l’intervento di Haymitch e Peeta, la tortura su Gale cessa e il ragazzo viene portato dalla madre di Katniss per ricevere assistenza.

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Verrà poi il momento in cui Snow annuncia l’avvento del “Quarter Quell” degli Hunger Games: ogni venticinque anni viene infatti organizzata una “edizione della memoria”, volta a garantire la continuità della sottomissione dei distretti a Capitol City. Ognuna di queste edizioni speciali ha un tema particolare: nella venticinquesima, affinché i ribelli ricordassero che i loro figli erano destinati a essere giustiziati per le rivolte iniziate da loro stessi, a ogni distretto è stato imposto di svolgere un’elezione per individuare i tributi; durante la cinquantesima edizione, per ricordare il fatto che erano caduti due ribelli per ogni abitante di Capitol City, ogni distretto ha dovuto consegnare il doppio dei tributi (fu l’anno in cui vinse Haymitch). Nel settantacinquesimo anniversario degli Hunger Games, invece, affinché i distretti abbiano ben presente la potenza di Capitol City, i tributi per ogni area saranno scelti tra i vincitori ancora in vita. Questo significa che Katniss, l’unica vincitrice (donna) del Distretto 12, è costretta a partecipare di nuovo agli Hunger Games, mentre per decidere tra Peeta o Haymitch verrà estratto uno dei loro nomi. Benché venga estratto il nome di Haymitch, Peeta si offre volontario per difendere la sua amata Katniss. Al contrario dell’edizione precedente, non è concesso ai tributi ricevere visite dai parenti; i ragazzi vengono condotti direttamente al treno per Capitol City.

Arrivati al Centro di Addestramento, essi affrontano gli stessi momenti ritualistici dell’anno precedente: la cerimonia di apertura con vestiti “speciali” e carri che si dirigono verso l’anfiteatro, l’addestramento anche davanti ai Gamemakers e l’intervista di tre minuti con Caesar Flickerman. Il vestito di Katniss è un abito da sposa, scelto tra quelli che aveva indossato durante il servizio fotografico; durante l’intervista, ella fa una piroetta e l’abito si trasforma magicamente in un vestito lungo nero con delle piume, proprio come la Mockingjay (è ormai diventato il suo simbolo). L’intervista rilasciata da Peeta è ancora più sorprendente perché egli annuncia di essere già sposato con Katniss e che la ragazza aspetta un figlio, rivelazione che manda in subbuglio gli spettatori di Capitol City, i quali vorrebbero addirittura sospendere la “Quarter Quell”. Poco prima della chiusura ufficiale del programma, tutti i tributi salgono sul palco tenendosi per mano, a simboleggiare il loro coalizzarsi contro Capitol City (ovviamente, le riprese relative a questo momento vengono censurate).

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La forma dell’arena per i settantaquattresimi Hunger Games consiste in un cerchio suddiviso in dodici sezioni, ad evocare un orologio, al centro del quale si trova un lago salato dalla forma di cerchio perfetto, suddiviso in dodici spicchi di terra con al centro la Cornucopia. Katniss e Peeta si alleano con i tributi del Distretto 4, ossia Finnick Odair (un ragazzo prestante con occhi verdi e capelli color bronzo) e Mags, una donna anziana di circa ottanta anni. Essi esordiscono con l’affrontare alcune sfide dentro l’arena, compresa quella impossibile di un contatto con una nube tossica, che sarà fatale per Mags. Dopo un giorno i ragazzi si ritrovano insieme ad altri concorrenti: Beetee e Wiress del Distretto 3 (soprannominati “Nuts and Volts”) e Johanna Mason, la ragazza del Distretto 7 che, durante l’edizione della sua vittoria, aveva finto per quasi tutto il tempo di essere innocua, per poi invece annientare gli ultimi concorrenti rimasti.

Il gruppo si dirige verso la Cornucopia, in modo da comprendere meglio le dinamiche caratterizzanti i vari punti dell’arena: dalle dodici all’una ci sono i lampi, poi in senso orario vi sono una pioggia di sangue, la comparsa di scimmie assassine, nebbia velenosa, un’onda anomala e Jabberjays33, ovvero creature ibride, simili a uccelli che gli abitanti di Capitol City avevano creato per spiare i distretti, in quanto essi erano in grado di riportare lunghi brani di discorsi umani, nonché le urla strazianti delle persone più care ai concorrenti (per Katniss, si tratta delle urla di Prim, di sua madre e di Gale). Il combattimento tra il gruppo di alleati e gli altri concorrenti rimasti inizia per essere poi interrotto dai Gamemakers, che fanno ruotare la Cornucopia fino a far perdere il senso dell’orientamento al gruppo, che, dopo qualche ora, ha modo di rifocillarsi. A Beetee viene poi in mente un piano per annientare gli ultimi due concorrenti non alleati rimasti: tendere un filo e legarlo a un albero in direzione dell’acqua salata, in modo che, a mezzanotte, il tronco venga colpito dal fulmine e chiunque si trovi nelle vicinanze rimanga fulminato. Il piano prevede che Katniss e Johanna posizionino il filo vicino al mare, mentre Finnick, Beetee e Peeta lo dovrebbero fissare all’albero; le due ragazze, però, vengono attaccate dai concorrenti appartenenti al Distretto 2, cosicché Johanna si lascia inseguire dai due favoriti e, nello scontro, Brutus muore

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“Jabber” è infatti un termine che si riferisce alla trasmissione di un messaggio complesso su canali digitali.

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