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Q Qualità vita in Italia RAPPORTO 2001 SULLA DELLA

DI O RNELLO V ITALI

D O C U M E N T I

15 Gennaio 2002

CLAUDIOMORI

La ricerca che Italia Oggi presenta al lettore è stata coordinata dal professor

Ornello Vitali, ordinario di statistica

economica e direttore del Dipartimento di teoria economica e metodi

quantitativi per le scelte politiche dell’Uiversità di Roma «La Sapienza».

Essa si è avvalsa del prezioso apporto del professor Augusto Merlini, ordinario di statistica economica dell’Università di Ancona, soprattutto per la parte metodologica. Fra i molti giovani studiosi che, pure, con il loro impegno hanno consentito

l’espletamento della ricerca, una particolare segnalazione merita il dottor Alessandro Polli. L’elaborazione dei dati della ricerca è stata effettuata dall’Eneus spa di Roma. L’Eneus spa, costituita nel 1999, offre servizi a contenuto innovativo a organizzazioni universitarie, industriali, finanziarie, sindacali, professionali e alle pmi.

Il gruppo

di ricerca

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2

La qualità della vita nelle province italiane

Caratteristiche generali della ricerca

Alcuni anni fa, William Easterly della World Bank, pro- vocatoriamente, si domandava se "la vita può migliorare nel corso dello sviluppo economico". Il senso della que- stione è abbastanza chiaro da circa da trent'anni, e cioè da quando Nordhaus e Tobin iniziarono a revocare in dub- bio la validità del prodotto interno lordo pro capite, o di una qualsiasi altra misura del reddito, come indicatore globa- le del benessere della collettività. Quello che tuttavia ri- sulta meno evidente, e che tuttora è oggetto di un acce- so dibattito, è come sostituire il Pil per tenere conto di tut- ti quegli aspetti della qualità della vita che non possono essere, per così dire, "catturati" da quell'importante indi- catore dei progressi conseguiti dal sistema economico.

Da quando Nordhaus e Tobin sollevarono il problema, nel lontano 1972, le soluzioni proposte sono state molte- plici. Alcune hanno riscosso ampi riconoscimenti tra gli addetti ai lavori, ma sono rimaste lonta- ne dalla percezione comune della "qualità del- la vita", altre hanno tentato di tradurre tali opi- nioni diffuse in teorie e modelli, ma sono state bocciate senza appello da autorevoli commen- tatori. Un esempio banale è rappresentato dal- l'influenza del clima meteorologico per la qualità della vita: in Italia, il fatto che in determinate re- gioni la temperatura media nei mesi invernali non sia delle più miti ha indotto a ritenere che, opportuna- mente tradotta in un indicatore statistico, possa valida- mente rappresentare uno degli aspetti su cui si fonda la qualità della vita. Tuttavia, ciò che, in realtà, non riceve ancora una spiegazione convincente è perché un cittadi- no di Anchorage in Alaska o di Goteborg in Svezia, me- diamente, abbia una qualità della vita più elevata di un an- daluso, un greco o un italiano del sud.

Naturalmente, possiamo rovesciare la prospettiva d'indagine e domandarci, con Nordhaus e Tobin, se il red- dito sia effettivamente così importante nel determinare lo standard di vita, quando magari si varca l'uscio di casa e un grizzly sta felicemente pasteggiando con gli avanzi del nostro barbecue.

A questo punto scatta, diabolica, l'eterna trappola del luogo comune, in quanto chiunque potrebbe obiettare che il reddito dei fortunati abitanti di Anchorage o Goteborg è più elevato di quello dei cittadini delle regioni mediterra- nee e, di conseguenza, la loro "qualità della vita" risulterà anch'essa più elevata. Eppure, per quanto tale spiega- zione risulti in accordo con la percezione comune, non è meno errata di quella che induceva a ritenere che la Ter- ra fosse al centro dell'universo. Infatti, banali verifiche sta- tistiche potrebbero dimostrare che il reddito pro capite spiega soltanto in modo parziale le differenze registrate, rispetto alla qualità della vita, tra diversi territori. E questa è una regola che vale non soltanto nei confronti provin- ciali, come quelli effettuati in questa e in altre indagini, ma anche nel confronto tra nazioni.

È per tale motivo che appare sensato estendere il con- fronto al maggior

numero possibile di informazioni e di indicatori, nella speranza, non sempre fondata teoricamente, che l'allar- gamento del campo d'indagine sia in grado di fornirci nuo- ve spiegazioni di quell'intricato dedalo di cause che sono alla base di un fenomeno complesso qual è la "qualità del- la vita". L'indagine che presentiamo ai lettori di Italia Og- gi è, probabilmente, il più completo tentativo effettuato og- gi nel nostro Paese di cogliere i molteplici e contradditori aspetti della qualità della vita nelle province italiane. Per raggiungere tale obiettivo, sono state mantenute e ulte- riormente perfezionate alcune delle caratteristiche che, dalla prima inchiesta pubblicata due anni fa, la contraddi- stinguono. Tanto per citare le più evidenti, una struttura

caratterizzata da otto dimensioni principali di analisi (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disa- gio sociale e per- sonale, popolazio-

ne, servizi, tempo libero e tenore di

vita) e l'elevato numero di indicatori di base, che que- st'anno passano da 58 a 74, più del doppio di quelli con- siderati in altre indagini recentemente pubblicate. Altra peculiarità della ricerca presentata su Italia Oggi è l'arti- colazione in sottodimensioni, operata a partire dallo scor- so anno, che porta a 16 il numero di "aspetti" analizzati di- stintamente. Come già si è avuto modo di dire in occa- sione della presentazione della passata edizione dell'in-

GRUPPO 1 16 GRUPPO 2 30 GRUPPO 3 32 GRUPPO 4 25

(3)

1 10 Bolzano 1 1000,00 2 23 Reggio Emilia 1 947,10

3 2 Trento 1 907,97

4 33 Modena 1 863,28

5 22 Mantova 1 839,36

6 46 Belluno 1 815,56

7 4 Parma 1 813,11

8 11 Siena 1 810,48

9 14 Cuneo 1 808,92

10 7 Ancona 1 804,02

11 53 Aosta 1 787,77

12 27 Verona 1 779,07

13 3 Bologna 1 768,71

14 18 Vicenza 1 747,98

15 20 Treviso 1 745,90

16 30 Biella 1 744,37

17 41 Rovigo 2 692,44

18 6 Sondrio 2 691,29

19 25 Pordenone 2 690,98

20 19 Bergamo 2 676,35

21 5 Piacenza 2 648,55

22 1 Novara 2 641,70

23 29 Como 2 632,68

24 31 Padova 2 629,43

25 12 Udine 2 625,87

26 26 Torino 2 617,35

27 24 Ferrara 2 609,97

28 8 Firenze 2 607,61

29 42 Brescia 2 606,59

30 40 Lodi 2 602,81

31 16 Arezzo 2 599,96

32 28 Lecco 2 592,20

33 9 Livorno 2 587,83

34 54 Pisa 2 587,81

35 21 Forli 2 584,39

36 43 Venezia 2 581,70

37 82 Prato 2 578,56

38 62 Campobasso 2 574,14

39 36 Ravenna 2 565,60

40 13 Cremona 2 559,31

41 60 Grosseto 2 555,62

42 32 Perugia 2 555,07

43 50 Roma 2 531,66

44 49 Vercelli 2 526,50

45 67 Alessandria 2 523,64

46 15 Macerata 2 516,26

47 44 Savona 3 491,22

48 52 Verbano C.O. 3 477,72

49 47 Milano 3 469,48

50 35 Pesaro E Urbino 3 457,08

51 45 Genova 3 455,59

52 92 Foggia 3 444,28

53 37 Pavia 3 443,91

54 38 Pistoia 3 443,34

55 76 Matera 3 442,74

56 51 Varese 3 434,33

57 61 Teramo 3 425,59

58 63 Rimini 3 424,18

59 39 Massa-Carrara 3 419,85

60 70 Sassari 3 412,91

61 48 Terni 3 405,78

62 57 Ascoli Piceno 3 402,43

63 56 Asti 3 398,90

64 68 Nuoro 3 396,08

65 34 Trieste 3 395,04

66 55 Pescara 3 391,94

67 17 Gorizia 3 389,13

68 66 L'aquila 3 370,11

69 88 Ragusa 3 369,25

70 97 Caltanissetta 3 367,43

71 80 Salerno 3 365,42

72 64 Lucca 3 358,56

73 58 Viterbo 3 343,90

74 65 Cosenza 3 338,09

75 78 Bari 3 331,42

76 69 Enna 3 328,15

77 90 Napoli 3 326,50

78 83 Chieti 3 304,50

79 87 Imperia 4 296,94

80 91 Cagliari 4 292,00

81 85 Trapani 4 279,69

82 72 Rieti 4 272,92

83 95 Latina 4 263,72

84 94 Catania 4 254,18

85 75 Messina 4 252,23

86 77 Benevento 4 251,41

87 93 Potenza 4 249,59

88 71 La Spezia 4 248,64

89 100 Frosinone 4 233,57

90 84 Avellino 4 227,82

91 99 Siracusa 4 216,89

92 74 Lecce 4 211,79

93 79 Agrigento 4 202,82

94 73 Brindisi 4 188,40

95 101 Crotone 4 167,27

96 89 Taranto 4 163,63

97 59 Catanzaro 4 144,70

98 98 Palermo 4 127,77

99 86 Isernia 4 122,96

100 81 Oristano 4 109,92

101 102 Vibo Valentia 4 105,06

102 103 Caserta 4 99,18

103 96 Reggio Calabria 4 0,00

CLASSIFICA FINALE 2001 / 1

a

BOLZANO

Posizione Provincia Gruppo Punteggio 2001 2000

Posizione Provincia Gruppo Punteggio 2001 2000

Posizione Provincia Gruppo Punteggio 2001 2000

3

dagine, l'articolazione in sottodimensioni non rappresen- ta un'inutile complicazione. Infatti, tale scelta metodologi- ca risponde all'esigenza di 1) distinguere i fenomeni ne- gativamente associati alla qualità della vita da quelli che sono associati positivamente con essa; 2) separare l'in- flusso delle variabili di spesa da quello delle variabili strut- turali; 3) isolare l'impatto dei servizi per tipologia, allo sco- po di esaminarne separatamente l'importanza per il be- nessere della collettività.

Altra novità che contraddistingue la ricerca è la proce- dura di classificazione che, a partire dallo scorso anno, prevede l'individuazione di quattro soli gruppi per espri- mere differenti livelli di qualità della vita (1 = buono, 2 = sufficiente, 3 = scarso, 4 = insufficiente) contro i cinque della prima edizione dell'indagine. Tale scelta è stata de- terminata dall'esigenza di eliminare, per quanto possibi- le, le ambiguità di interpretazione che, inevitabilmente, vengono a determinarsi con il moltiplicarsi dei "gradi" di giudizio, circostanza che è stata messa in luce da molti studi. Un semplice esempio valga a chiarire la situazione:

se venisse chiesto ai lettori di esprimere una valutazione su un certo fenomeno, quanti di essi sarebbero in grado di distinguere tra "eccellente" e "ottimo", o tra "pessimo"

e "assolutamente insufficiente"?

Principali risultati dell’indagine

Lo scorso anno si rilevava che, su 103 province esa- minate, in 45 di esse la qualità della vita era scarsa o ad-

dirittura insufficiente. La situazione sembrerebbe peggio- rare quest'anno, anche per effetto dell'incremento delle informazioni inserite nell'indagine. Infatti, l'esame del car- togramma relativo alla graduatoria finale ci consente di notare che in sempre più estese porzioni di territorio la qualità della vita non raggiunge livelli per lo meno accet- tabili. In particolare, sono ben 57 le province in cui, nel 2001, la qualità della vita è risultata al di sotto della soglia della sufficienza.

Di queste, sorprendentemente, non tutte sono disloca- te nelle regioni meridionali. Infatti, ben nove si trovano nel- l'Italia nord-occidentale (Savona, Verbano-Cusio-Ossola, Milano, Genova, Pavia, Varese, Asti, Imperia, La Spezia), tre nel nord-est (Rimini, Trieste e Gorizia), dieci nell'Italia centrale (nell'ordine Pesaro e Urbino, Pistoia, Massa-Car- rara, Terni, Ascoli Piceno, Lucca, Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone). In particolare, vi figurano tutte le province del- la Liguria, con ciò confermando quanto ebbi a dichiarare lo scorso anno in un'intervista rilasciata alla rete televisi- va di Class editori Cfn/Cnbc, e cioè che "tutta la Liguria ri- sente probabilmente della 'perdita di identità' e di ruolo del porto di Genova, con importanti ripercussioni anche al di là delle Alpi marittime". Concentrandoci in particolare su tale effetto di spill over, se Alessandria passa quest'anno dal 67° al 45° posto - cioè al confine tra il gruppo delle re- gioni in cui la qualità della vita è sufficiente e quello in cui è scarsa - tuttavia troviamo Asti in 63° posizione, con ciò rafforzando la tesi da me espressa in quell'occasione.

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4

Ma Genova non è l'unica grande città del nord-ovest a trovarsi quest'anno in posizioni medio-basse di classifica:

anche Milano, per altri motivi, è compresa quest'anno nel gruppo 3. A questo punto, è necessario avvertire il letto- re che, al di là della metodologia di attribuzione delle pro- vince ai gruppi, frutto di una complessa procedura stati- stica illustrata in seguito nella Nota metodologica dal prof.

Augusto Merlini, oggettivamente le posizioni di Milano e Genova risultano - in accordo con altre indagini recente- mente pubblicate - per lo meno statiche al passaggio dal 2000 al 2001; la ragione per cui la nostra ricerca, appa- rentemente, dipinge un quadro parzialmente diverso del- la situazione è determinata dal peso, maggiormente rea- listico, attribuito ai fattori negativamente associati alla qualità della vita, che portano ad escludere a priori situa- zioni privilegiate nelle grandi metropoli, rispetto alle altre province e, naturalmente, dalla mole di informazioni ana- lizzate, incomparabilmente superiore.

Del resto, quest'anno, nel gruppo 3 e 4 troviamo tutte le province del Lazio ad eccezione di Roma e due delle quattro province marchigiane (con Macerata ricompresa nel gruppo 2 "per un soffio"), una chiara dimostrazione di quanto si diceva lo scorso anno, e cioè che la linea di de- marcazione tra una qualità della vita mediamente suffi- ciente e situazioni non soddisfacenti tenda quasi inelut- tabilmente a spostarsi verso nord. Nelle restanti 46 pro- vince la qualità della vita è sufficiente o buona. Di nuovo, occorre effettuare opportune distinzioni: infatti, la situa- zione non appare omogenea e anche nei territori con- traddistinti da più elevati livelli di qualità della vita esisto- no importanti differenze. In particolare, rispetto allo scor- so anno, ve ne è una sostanziale, rappresentata dal fatto che livelli di qualità della vita almeno sufficienti - identifi- cati dall'appartenenza di una provincia ai gruppi 1 e 2 - si riscontrano in 15 province del nord-ovest (erano 21 lo scorso anno), 19 province del nord-est (contro le 21 del 2000), 11 province del centro (come nella scorsa indagi- ne) e una provincia del sud, Campobasso (che, per l'Ita- lia meridionale, prende il posto di Pescara nelle zone me- dio-alte di classifica).

Se concentriamo l'attenzione sul gruppo di eccellenza, ad esso appartengono province del Piemonte (due, co- me lo scorso anno), della Lombardia (soltanto una, era- no quattro nella precedente indagine), del Trentino-Alto Adige (Trento e Bolzano, come da due anni a questa par- te), del Veneto (quattro, erano due nel 2000), dell'Emilia Romagna (quattro, contro le sei dello scorso anno), della Toscana (Siena) e delle Marche (Ancona). Osserviamo che si tratta, in prevalenza, di territori dove non è ricom- preso, ad eccezione della provincia di Bologna, alcun grande centro, ma esclusivamente città di dimensioni pic-

cole e medie, confermando l'opinione comune secondo la quale la qualità della vita nei piccoli centri è più eleva- ta di quella che si registra nelle grandi città.

Va anche sottolineato che se si fa riferimento ai "fana- lini di coda", cioè alle 25 province dove la qualità della vi- ta è insufficiente, 20 di esse si trovano nel Mezzogiorno, mentre le restanti appartengono al Lazio (tre, erano due nel 2000) e alla Liguria (Imperia e La Spezia, rispetto ad una sola presenza registrata nel 2000).

La prima e l’ultima

Bolzano è la provincia che si colloca al primo posto nel- la graduatoria della qualità della vita per l'anno 2001, con- fermando gli eccellenti piazzamenti conseguiti nelle scor- se edizioni dell'indagine (prima nel 1999 e decima nel 2000). Quali sono le cause del così elevato livello di qua- lità della vita che contraddistingue ormai da molti anni la provincia altoatesina?

Dall'esame della Tabella 1, appare evidente che Bol- zano si collochi nel gruppo 1 per cinque dimensioni su ot- to (affari e lavoro, ambiente, criminalità, popolazione, ser- vizi), figuri nel gruppo 2 in due dimensioni (tempo libero e tenore di vita) e nel gruppo 4 per una dimensione soltan- to (disagio sociale e personale). E poiché la provincia al- toatesina si colloca nei gruppi di testa in quelle dimensio- ni che, nel disegno complessivo della ricerca, influenza- no maggiormente la classifica finale, ecco una semplice spiegazione agli eccellenti piazzamenti che caratterizza- no Bolzano da tre anni a questa parte.

Quanto a Reggio Calabria, che è la provincia che si col- loca all'ultimo posto della graduatoria finale nel 2001, la situazione, ovviamente, si presenta speculare al caso di Bolzano. La provincia di Reggio Calabria si classifica nel- le ultime posizioni in cinque dimensioni su otto (affari e la- voro, ambiente, servizi, tempo libero e tenore di vita), in posizioni medio-basse in due dimensioni (criminalità e di- sagio sociale e personale) e nel gruppo 2 soltanto in una dimensione (popolazione). Come nel caso di Caserta, ul- tima classificata lo scorso anno, la situazione appare pa- lesemente grave, anche perché, diversamente dalla pro- vincia campana, Reggio Calabria non può vantare un buon piazzamento nemmeno per quell'aspetto della qua- lità della vita che, tradizionalmente, caratterizza molte del- le province meridionali, e cioè bassi livelli di disagio so- ciale e personale.

Notare che, nel confrontare i piazzamenti relativi alla prima e all'ultima classificata, per la corretta interpreta- zione dei risultati abbiamo fatto riferimento alle quattro classi di raggruppamenti, che non sono generate arbitra- riamente dalla suddivisione della classifica, ma vengono individuate applicando le sofisticate tecniche di analisi di-

Dimensioni Bolzano Reggio Calabria

Pos. Gruppo Punteggio Pos. Gruppo Punteggio

Affari e lavoro 271 1 1.000,00 2794 4 13162,17

Ambiente 276 1 853,76 93 4 13157,66

Criminalità 2719 1 782,12 2767 3 13391,05

Disagio sociale e personale 2793 4 185,80 2752 3 13507,39

Popolazione 272 1 984,55 32 2 13690,99

Servizi 275 1 904,63 96 4 13148,47

Tempo libero 2741 2 619,87 2788 4 13144,31

Tenore di vita 40 2 611,79 27100 4 32,74

La prima e l'ultima

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scriminante illustrate dal prof. Merlini nella successiva No- ta metodologica.

Legrandi città

Come negli anni passati, uno dei principali punti di divergenza tra questa e altre ricerche recentemente pubblicate è rappresentato dalla diversa posizione in classifica delle province in cui sono compresi grandi agglomerati urbani, quali Torino, Milano, Roma e Na- poli.

Nuovamente, i consuntivi sulla qualità della vita nel- le grandi città presentati in altre indagini non ricevo- no conferma nella presente inchiesta. Se si confron- tano i piazzamenti relativi al 2000 con quelli del 2001, ci si accorge che Torino rimane stabile al 26° posto (risultando compresa nel gruppo 2 in entrambe le edi- zioni della nostra ricerca), Milano passa dalla 47° al- la 49° posizione (dal gruppo 2 al gruppo 3), Roma dalla 50° alla 43° (stabile nel gruppo 2) e Napoli dal- la 90° alla 77° (dal gruppo 4 al gruppo 3). Del resto, non potrebbe essere altrimenti, considerato che nel 2001 si è mantenuta e rafforzata la tendenza, già in atto l'anno precedente, di una modesta ripresa dello standard di vita in tutte le grandi metropoli centro-me- ridionali e la sostanziale tenuta in quelle del nord.

Naturalmente, lo scorso anno altre inchieste evi- denziavano prodigiosi balzi in avanti di tutte le gran- di città, mentre nel 2001 vi sarebbero state cadute rovinose, con discese in graduatoria variabili tra 5 e 15 posizioni. In realtà, tali cadute non risultano con- fermate dalla nostra indagine, verosimilmente perché la quasi totalità degli indicatori attraverso i quali la qualità della vita è stata misurata nei due anni è sta- ta mantenuta.

È ancora importante la distinzione tra Nord e Sud?

Nelle passate edizioni dell'indagine, era relativamente agevole "leggere" i principali risultati dell'inchiesta alla lu- ce del paradigma che, negli ultimi trent'anni, ha influen- zato le interpretazioni dello sviluppo economico italiano:

mi riferisco in particolare al suo comprovato carattere dua- listico. Del resto, dall'esame dei dati appariva anche evi- dente che "tale doppio binario connota tutti gli aspetti del- la vita quotidiana". Eppure, dall'analisi dei risultati della ri- cerca relativa al 2001, il lettore può anche facilmente ac- corgersi di come tale paradigma sia, in realtà, ormai ina- deguato per comprendere correttamente le tendenze in atto. Infatti, anche nelle regioni centro-settentrionali sem- brano emergere situazioni ampiamente differenziate, che rendono anacronistica la tradizionale lettura in termini di dualismo nord-sud e danno quasi la sensazione di leg- gere i dati relativi non a diverse zone dello stesso siste- ma economico-sociale, ma a quelli di tre diverse entità na- zionali.

La prima tendenza dinamica, come si diceva in prece- denza, è costituita dall'estendersi della zona di disagio da sud verso le regioni dell'Italia centrale, prova ne sia il fat- to che, ad esempio, soltanto Ancona (tanto per soffer- marci sul sistema NEC) rimane agganciata al gruppo di testa, classificandosi decima (era settima nel 2000).

Quanto alle altre province del centro Italia, esse registra- no, quasi senza eccezioni, significativi rallentamenti. Tut- tavia, anche se il nord è presente in maniera massiccia nelle zone alte delle classifiche, non tutte le sue riparti- zioni territoriali risultano ugualmente rappresentate. In-

fatti, se lo scorso anno vi era una situazione di sostanziale equilibrio tra province dell'Italia nord-occidentale e nord- orientale, quest'anno il nord-est appare maggiormente rappresentato, con l'unica eccezione di Trieste e Gorizia, sia tra le province ricomprese nel gruppo 1, sia in quelle del successivo gruppo 2, mentre il nord-ovest registra un sostanziale arretramento.

Nelle regioni settentrionali, qualcosa di nuovo sta av- venendo sotto i nostri occhi. Esiste un "blocco" di provin- ce, a cavallo tra Italia nord-orientale e nord-occidentale, in cui l'alto livello di sviluppo economico si traduce in ele- vati standard di vita e in una decisa ripresa della dinami- ca demografica, caratterizzando fortemente tale riparti- zione geografica, rispetto a quello che si verifica, gene- ralmente, nel nord-ovest e, a maggior ragione, nelle re- gioni centro-meridionali, dove la dinamica demografica, tradizionalmente, si è sempre comportata come variabile

"indipendente" dal tenore di vita.

Del resto, a parziale conferma di tale sensazione, ba- sterebbe esaminare i cartogrammi relativi alle singole di- mensioni per accorgersi di come, ormai, per quattro di- mensioni su otto (affari e lavoro, servizi, tempo libero e te- nore di vita), la linea della "spaccatura" si situi immedia- tamente al di sopra della linea che congiunge la provincia di Viterbo e quella di Teramo. Nel nord-est, forse, si sta realizzando la tanto sospirata "quadratura del cerchio", te- stimonianza tangibile del successo di un modello incen- trato su una piccola e media impresa che crea occupa- zione, mostra un'ottima dinamica in termini di creazione di nuove iniziative imprenditoriali, crea benessere, il tutto in un clima generalmente orientato al mondo della pro- duzione, quanto ad affidabilità e sicurezza dei pagamen- ti e dotazione di servizi finanziari.

Quanto al nostro Mezzogiorno, ottiene un parziale ri- scatto per quel che riguarda le dimensioni della popola- zione, del disagio sociale e personale e, in parte, anche in quella dell'ambiente, con importanti eccezioni. Infatti, si delinea la nascita di una zona di più forte disagio, corri- spondente ad alcune zone dell'entroterra campano e ca- labrese, con estensioni verso le province laziali a nord e il golfo di Taranto a est. In questa ripartizione territoriale, malgrado l'enorme ammontare di risorse finanziarie im- piegate negli ultimi cinquanta anni, si registrano, da un la- to, livelli ancora insufficienti di dotazione di servizi (e, in particolare, di capitale fisso sociale) e, dall'altro, forse pro- prio in conseguenza del primo fenomeno, bassi livelli di attività economica. Per superare tale impasse, la risposta formulata dal centro-sinistra si imperniava sul concetto di

"vocazioni naturali" del territorio e sulla promozione di pic- cole iniziative imprenditoriali. Tuttavia, la nascita di un si- stema di PMI nel Mezzogiorno avverrebbe oggi in condi- zioni di "vuoto pneumatico", e cioè in assenza di una cul- tura imprenditoriale, con un sistema dei pagamenti che è un eufemismo definire "a rischio", in presenza di estesi problemi di criminalità e in mancanza di un tessuto con- nettivo bancario e finanziario, senza parlare poi della cro- nica assenza di infrastrutture.

È per questo che, oggi più che mai, la nostra classe po- litica dovrà confrontarsi con la qualità della vita in una pro- spettiva globale, come già si era avuto modo di sottoli- neare negli anni passati.

Ornello VITALI Ordinario di statistica economica Università di Roma «La Sapienza»

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La valutazione

della qualità della vita La metodologia adottata per la creazione dell'ordinamento finale delle province italiane coincide quasi totalmente con quella ap- plicata nel 2000, ma novità so- stanziali sono state introdotte per quanto riguarda i singoli indicato- ri presi in considerazione. Questa impostazione, naturalmente, si ri- flette sui risultati ottenuti.

In primo luogo, la struttura di- mensionale non muta rispetto a quella degli anni precedenti, sia per quanto riguarda il numero del- le dimensioni, sia per il significa- to ad esse attribuito. Come negli anni passati, le dimensioni su cui viene basato l'ordinamento finale (ambiente, criminalità, disagio so- ciale, affari e lavoro, popolazione, servizi, tempo libero, tenore di vi- ta) sono otto ed il loro significato non muta rispetto all'anno prece- dente, ma il disegno è stato mo- dificato per individuare sottodi- mensioni significative ai fini del- l ' o r d i n a m e n t o d i m e n s i o n a l e . Profonde modificazioni si hanno invece negli indicatori utilizzati per caratterizzare alcune dimensioni che, come si diceva in preceden- za, subiscono notevoli cambia- menti, dovuti in alcuni casi alla in- disponibilità del dato statistico (sebbene i casi, al riguardo, sia- no piuttosto limitati), in altri alla necessità di caratterizzare in ma- niera ottimale il particolare aspet- to dimensionale preso in esame, ed infine anche all'esigenza di rac- cordare la nostra analisi con altre indagini, i cui indicatori di base sono stati da noi assunti per de- finire la dimensione considerata.

Nel complesso, gli indicatori di ba- se utilizzati sono 74, contro i 58 dell'edizione 2000.

In generale, vale la seguente av- vertenza: la presenza, rispetto al- l'anno precedente, di un nuovo in- dicatore è dedotta direttamente dalle classifiche riferite ai singoli indicatori, poiché in corrispon- denza di questi ultimi manca il ri-

ferimento all'ordinamento dell'an- no precedente, sostituito dal sim- bolo ( - ). Invece, le modificazio- ni eventualmente apportate nella metodologia di calcolo dell'indi- catore e che rendono il confronto comunque privo di senso sono evi- denziate, nella colonna che ripor- ta il riferimento dell'anno prece- dente, dal simbolo (...).

Le graduatorie

Gli ordinamenti relativi alle sot- todimensioni, alle dimensioni e quello finale aggregato vengono derivati dalle corrispondenti parti- zioni stabili di gruppo ottenute me- diante un algoritmo iterativo. Nel- la fase iniziale del procedimento, l'algoritmo di calcolo genera, tra- mite il metodo di Borda, un preor- dinamento delle province.

In base a tale preordinamento vengono individuati tre valori di so- glia, necessari per suddividere le 103 province in quattro gruppi.

Successivamente, si procede al- la riclassificazione per prova ed errore mediante una funzione li- neare che prende in esame la struttura associativa degli indica- tori interna ai dati osservati. Que- sta fase della procedura termina quando si perviene ad una parti- zione stabile delle 103 province nei quattro gruppi considerati, nel senso che nessuna provincia si muove dal gruppo di appartenen- za quando si procede ad un ulte- riore passo di riclassificazione.

I valori assunti dalla funzione li- neare per ogni provincia in corri- spondenza dello step finale della procedura iterativa costituiscono l'indicatore finale d'ordinamento, che risulta in tal modo incardina- to all'interno di una struttura ordi- nale di gruppo. Ottenuti, in tal mo- do, gli indicatori sintetici d'ordina- mento di ciascuna dimensione (e quindi otto nuovi indicatori) la pro- cedura viene ripetuta utilizzando tali indicatori ed i relativi ordina- menti, per pervenire all'ordina- mento finale aggregato che pren- de, pertanto, espressamente in

considerazione la struttura asso- ciativa fra le otto dimensioni.

Continuità e innovazione: il disegno dimensionale

Affari e Lavoro. Rimane invaria- ta la struttura dell'anno preceden- te, sia per quanto concerne l'arti- colazione in sottodimensioni, sia per quel che riguarda il numero complessivo (sei) di indicatori.

Ambiente. È la dimensione che subisce l'innovazione più radicale rispetto alle precedenti indagini, in particolare per quanto concerne gli indicatori presi in esame, mentre viene mantenuta la distinzione sot- todimensionale fra indicatori asso- ciati positivamente e negativa- mente con la qualità della vita. Tut- ti gli indicatori che vengono utiliz- zati (diciassette) coincidono, ad ec- cezione di uno, con quelli elabo- rati da Legambiente per l'ecosi- stema urbano. Valgono tuttavia le seguenti avvertenze, indispensabili per interpretare correttamente l'a- nalisi condotta: 1) l'indicatore del- l'intensità d'uso del trasporto pub- blico, differentemente dagli anni precedenti, viene ora trattato in mo- do analogo a Legambiente, consi- derando i capoluoghi distinti per classi di ampiezza demografica.

Viene quindi applicata una tra- sformazione lineare all'interno di ciascuna classe e costituito un in- dicatore comune a tutte le provin- ce, come unione dei tre gruppi. Di conseguenza esso presenterà tre province con valori nulli (le tre peg- giori) e tre con uguale valore mas- simo (le tre migliori); 2) l'indicato- re del verde urbano per ettaro di Legambiente non è stato preso in considerazione, poiché in alcuni ca- si il dato sembra del tutto inconsi- stente, e questo in particolare qua- lora lo si confronti con il verde ur- bano per abitante che, al contra- rio, continua ad essere normal- mente utilizzato; 3) non vengono presi in considerazione i due indi- catori di Legambiente riguardanti il sistema di monitoraggio e l'abu- sivismo edilizio, poiché ritengo che

La metodologia

adottata

(7)

7

Un'indagine sulla qualità della vita diffusa nel mese scorso da un'autore- vole quotidiano d'informazione eco- nomico-finanziaria ha evidenziato il peggioramento generalizzato della qualità della vita nei grandi centri ur- bani con popolazione superiore a un milione di abitanti: Milano, in base a quei risultati, slitterebbe dal 10° al 15°

posto nella classifica generale; Roma dal 23° al 35°; Torino dal 36° al 51° e Napoli dal 64° al 75°. Tali conclusioni non ricevono conferma nella presen- te inchiesta. Vediamo perché.

Con riferimento alla tabella, consi- deriamo la dimensione Affari e lavoro.

Tale graduatoria esprime un giudizio sintetico sia sulla dinamica occupa- zionale e imprenditoriale, sia valuta- zioni sul grado di sicurezza "ambien- tale" per le attività produttive, soprat- tutto per quanto riguarda i pagamenti.

La classifica mostra una situazione di

parziale recupero delle metropoli del nord, Torino e Milano, rispettivamen- te al 25° e al 46° posto, con un lieve avanzamento rispetto agli scorsi anni (Torino era al 41° posto nel 2000 e al 46° nel 1999, Milano al 54° posto nel 2000 e al 61° posto nel 1999), una si- tuazione simile per Roma, che si piaz- za in 69° posizione (era 74° nel 2000 e ben 102° nel 1999), mentre Napoli regisra un significativo arretramento, scivolando al 101° posto (era 97° nel 2000 e 103° nel 1999). Va tuttavia sottolineato che tali aggiustamenti so- no anche frutto dell'inserimento del- l'indicatore relativo agli infortuni sul la- voro, al posto di quello degli assegni a vuoto.

Quanto alla dimensione Ambiente, come è stato già sottolineato nelle precedenti edizioni della ricerca, esprime nuovamente una valutazio- ne di sintesi sulle condizioni dell'eco-

sistema urbano, problema rilevante nelle metropoli, anche a causa della scala degli interventi che si rendono indispensabili per mantenere un ac- cettabile livello di qualità ambientale e che possono influenzare in maniera significativa la mobilità e le attività di un gran numero di individui. Consul- tando la graduatoria, è facile accor- gersi che mentre le grandi città dell'I- talia settentrionale registrano un arre- tramento (Torino passa dalla 13° po- sizione del 1999 alla 7° del 2000, per retrocedere alla 30° nel 2001; Milano, dopo due anni consecutivi in 86° posi- zione, scende al 94° posto). La situa- zione è sicuramente migliore nelle metropoli del centro-sud: Roma mi- gliora ulteriormente la propria posizio- ne (dal 73° posto del 1999 al 66° del 2000 fino all'attuale 58° posizione),

La qualità della vita nelle grandi città

essi siano ininfluenti per determi- nare lo "stato di fatto dell'am- biente". Il primo indicatore infatti

"serve" a misurare lo stato del- l'ambiente e, come tale, a mio mo- desto parere, rappresenta un ser- vizio, più che uno stato di fatto ambientale, per cui viene preso in considerazione nell'ambito dei ser- vizi sanitari ed ambientali. Quan- to all'indicatore relativo all'abusi- vismo edilizio, è a mio parere ir- rilevante ai fini della determina- zione dello stato ambientale: in- fatti, lo stress ambientale deter- minato da un edificio abusivo è identico a quello di un edificio re- golarmente autorizzato di pari cu- batura, per cui l'abusivismo non rappresenta necessariamente un aspetto negativo della qualità del- la vita, mentre costituisce, in un dato tempo ed in un dato luogo, la violazione di un dettato norma- tivo, che comunque potrebbe es- sere sanato; 4) l'indicatore delle auto circolanti da noi utilizzato è derivato direttamente dai dati Istat e pertanto non coincide con quel- lo di Legambiente.

Criminalità. Tale dimensione su- bisce una profonda modificazione sia in termini di numero di indica- tori, sia perché viene introdotto l'a- spetto sottodimensionale, distin- guendo la dimensione personale (reati contro la persona) da quel- la patrimoniale (reati contro il pa- trimonio). Ciascuna sottodimen- sione è caratterizzata da otto in- dicatori, per un totale di sedici, a fronte dei sei indicatori dell'anno precedente.

Disagio sociale e personale. Il numero degli indicatori non muta rispetto all'anno precedente; cam- biano, però, due indicatori, es- sendo l'indicatore di mortalità nel primo anno di vita e quello relati- vo alla delinquenza minorile non disponibili alla data della ricerca.

I nuovi indicatori adottati sono il tasso di disoccupazione giovani- le e il numero di infortuni sul la- voro per occupato.

Popolazione. È una delle tre di- mensioni che, in termini di indi- catori, non subisce alcuna varia- zione di metodologia. Gli indica- tori presenti sono sei, come nelle

scorse indagini, articolati in due sottodimensioni, di cui una positi- vamente associata e l'altra nega- tivamente associata con la qualità della vita.

Servizi. Viene mantenuta una struttura articolata in tre sottodi- mensioni, relative rispettivamente ai servizi sanitari, finanziari e d'i- struzione superiore. Cambia un so- lo indicatore nell'ambito della sot- todimensione dei servizi sanitari, ora denominata "servizi sanitari ed ambientali", poiché viene preso in considerazione l'indicatore del si- stema di monitoraggio dell'aria.

Ogni sottodimensione è caratte- rizzata da tre indicatori per un to- tale di nove.

Tempo libero. Come per la di- mensione demografica e per quel- la degli affari e lavoro, questo aspet- tonon subisce modificazioni rispetto all'anno precedente sia per quan- to concerne l'aspetto sottodimen- sionale (distinto in strutturale e di spesa), sia per i relativi indicatori.

Tenore di vita. Rispetto all'an- continua a pag. 14

continua a pag. 70

(8)

8

B

olzano si piazza, per il terzo anno consecutivo. al vertice nella classifica dedicata agli af-

fari e lavoro. Sono state già ampiamente analizzate nelle passate edizioni di questa ri- cerca le determinanti di tale schiacciante supremazia, a partire dal basso livello di disoc- cupazione, per il quale la città altoatesina è terza in Italia, subito dopo Lecco e Vicenza, e un ambiente complessivamente ottimale per l’insediamento e la conduzione di nuove at- tività economiche. Tuttavia, a parte la conferma di Bolzano, i risultati dell’inchiesta evidenziano la pre- senza di forti segnali di dinamicità nelle province appartenenti al gruppo 1. Ravenna, in 2° posizione lo scorso anno, scende al 12° posto, mentre nelle prime posizioni tro-

viamo due outsider come Siena e Reggio Emilia, che navigavano lo scorso anno in posizioni di media classifica. Inoltre, va segnalato l’ingresso di altre due province del Veneto (Padova al 18° posto e Rovigo al 22°), che porta così a sei il numero complessivo di pro- vince presenti nelle posizioni di eccel- lenza. Tanto per dare un’idea della cre- scente importanza dell’Italia nord-orienta- le nel tessuto produttivo italiano, basti pen- sare che nel gruppo 1 figurano ben 15 provin-

ce del nord-est su un totale di 22..

Del resto, va notato che è general- mente il centro-nord a collocarsi nelle posizioni di testa: occorre arrivare alla 49°

posizione per trovare Campobas-

so, seguita in 55° posizione

da Oristano e in 58° da

Sassari. Per quel che ri-

guarda i grandi centri urbani, si collocano in posizioni di media classifica, iniziando da Torino (che passa dalla 41° posizione registrata lo scorso anno ad un buon 25° posto) e MIlano (che passa dalla 54°

posizione registrata nella passata indagine all’attua- le 46°).

In fondo alla classifica, le 16 province appartenenti al gruppo 4 sono tutte province dell’Italia del sud, ad eccezione di Frosinone. Quanto infi- ne alla Capitale, che due anni fa compariva addirittura al penultimo po- sto in classifica e lo scorso anno si è portata al 74° posto, risulta confer- mato il distacco dalle posizioni di coda, con un piazzamento al 69° posto.

In realtà, emerge netta la sensazione che il vecchio schema che ha caratterizzato fino ad oggi l’eco- nomia italiana e che è stato riconosciuto come dualistico da intere generazioni di economisti, inizi a manifestare delle profonde limitazioni, mentre sembrerebbe maggiormente adeguato, ormai, parlare di un’Italia a “tre velocità”. Una nuova e importante sfida per il policy maker, in un contesto caratteriz- zato, da un lato, da spinte centrifughe e, dall’altro, dall’affermazione del mercato globale.

Affari

& lavoro

GRUPPO 1 22 GRUPPO 2 39 GRUPPO 3 25 GRUPPO 4 18

(9)

9

CLASSIFICA GENERALE

RANK PROVINCIA GRUPPO PUNTI

01 00

1 1 Bolzano 1 1000,00

2 9 Aosta 1 930,07

3 4 Trento 1 929,14

4 17 Belluno 1 922,54

5 28 Siena 1 918,75

6 3 Vicenza 1 913,09

7 26 Reggio Emilia 1 883,85

8 10 Forli 1 848,22

9 6 Treviso 1 844,89

10 15 Cuneo 1 833,77

11 11 Modena 1 830,10

12 2 Ravenna 1 828,91

13 7 Pordenone 1 823,24

14 12 Bologna 1 819,58

15 5 Biella 1 804,06

16 14 Asti 1 794,81

17 16 Verona 1 790,34

18 34 Padova 1 779,35

19 13 Mantova 1 778,42

20 20 Sondrio 1 765,44

21 18 Parma 1 751,38

22 38 Rovigo 1 729,74

23 55 Como 2 689,31

24 42 Lodi 2 682,12

25 41 Torino 2 680,98

26 25 Udine 2 674,93

27 23 Vercelli 2 669,73

28 21 Pisa 2 668,60

29 19 Lecco 2 651,95

30 22 Arezzo 2 647,35

31 45 Prato 2 644,62

32 8 Piacenza 2 641,76

33 37 Ancona 2 635,30

34 32 Venezia 2 628,24

35 33 Bergamo 2 620,78

36 60 Brescia 2 615,12

37 24 Grosseto 2 591,61

38 51 Varese 2 588,74

39 48 Pistoia 2 588,08

40 59 Imperia 2 587,08

41 31 Cremona 2 579,69

42 30 Verbano C.O. 2 579,56

43 50 Alessandria 2 578,76

44 29 Novara 2 577,75

45 35 Ferrara 2 575,56

46 54 Milano 2 573,29

47 47 Gorizia 2 572,16

48 44 Firenze 2 571,29

49 43 Campobasso 2 569,83

50 62 Pavia 2 558,64

51 36 Savona 2 549,39

52 58 Pesaro e Urbino 2 546,65

53 27 Rimini 2 538,59

54 66 Trieste 2 538,20

55 63 Oristano 2 523,94

56 39 Livorno 2 507,23

57 46 Lucca 2 496,50

58 76 Sassari 2 474,39

59 49 Perugia 2 471,53

60 52 Nuoro 2 464,87

61 56 Ascoli Piceno 2 460,67

62 57 Macerata 3 433,03

63 67 Genova 3 412,19

64 75 La Spezia 3 401,80

65 53 Terni 3 398,67

66 40 Massa-Carrara 3 333,40

67 78 Ragusa 3 333,13

68 91 Siracusa 3 310,69

69 74 Roma 3 309,02

70 82 Messina 3 306,43

71 84 Trapani 3 293,24

72 83 Cagliari 3 291,31

73 80 Pescara 3 278,72

74 68 Enna 3 275,53

75 65 Chieti 3 273,39

76 93 Foggia 3 267,93

77 71 Teramo 3 255,61

78 81 Matera 3 250,15

79 69 Viterbo 3 249,68

80 73 Caltanissetta 3 241,09

81 89 Benevento 3 238,49

82 72 Agrigento 3 238,43

83 88 Bari 3 233,50

84 87 Latina 3 233,30

85 85 Catanzaro 3 225,97

86 79 Rieti 3 220,91

87 61 Brindisi 3 211,52

88 86 Taranto 4 190,94

89 90 L'aquila 4 187,48

90 64 Lecce 4 186,55

91 77 Potenza 4 176,49

92 98 Avellino 4 169,36

93 102 Catania 4 164,50

94 70 Reggio Calabria 4 162,17

95 99 Salerno 4 160,11

96 95 Isernia 4 105,89

97 100 Frosinone 4 102,76

98 94 Palermo 4 102,30

99 92 Cosenza 4 93,51

100 101 Caserta 4 75,59

101 97 Napoli 4 72,26

102 96 Vibo Valentia 4 2,20

103 103 Crotone 4 0,00

Classifica

sottodimensione negativamente associata con la qualità della vita

RANK PROVINCIA GRUPPO PUNTI 01 00

1 1 Bolzano 1 1000,00

2 10 Belluno 1 970,47

3 18 Sondrio 1 940,40

4 8 Ravenna 1 932,84

5 2 Trento 1 931,34

6 9 Campobasso 1 918,89

7 3 Pordenone 1 907,25

8 5 Asti 1 898,64

9 4 Cuneo 1 892,46

10 13 Forli 1 850,85

11 35 Aosta 1 848,62

12 17 Udine 1 843,34

13 21 Oristano 1 812,66

14 19 Nuoro 1 808,35

15 6 Biella 1 805,78

16 11 Verbano C.O. 1 802,55

17 69 Siena 1 800,21

18 22 Vercelli 1 797,21

19 28 Savona 1 793,32

20 12 Vicenza 1 789,37

21 24 Gorizia 1 779,38

22 16 Piacenza 1 758,99

23 45 Rovigo 2 739,76

24 41 Alessandria 2 733,20

25 44 Imperia 2 712,94

26 51 Pavia 2 712,09

27 26 Venezia 2 706,09

28 7 Treviso 2 683,72

29 62 Reggio Emilia 2 682,19

30 14 Cremona 2 658,26

31 32 Enna 2 656,66

32 50 Lodi 2 652,36

33 34 Ancona 2 650,42

34 15 Mantova 2 646,74

35 20 Lecco 2 634,26

36 30 Bologna 2 632,51

37 29 Pisa 2 631,60

38 27 Modena 2 631,28

(10)

10

39 59 Trieste 2 619,56

40 54 Padova 2 610,29

41 31 Grosseto 2 602,74

42 49 Agrigento 2 602,30

43 68 Genova 2 592,37

44 25 Parma 2 584,36

45 37 Verona 2 573,87

46 38 Caltanissetta 2 557,34

47 80 Siracusa 3 515,47

48 36 Terni 3 514,59

49 89 Sassari 3 508,21

50 40 Livorno 3 498,93

51 66 Torino 3 496,99

52 60 Como 3 477,59

53 71 Trapani 3 469,10

54 53 Pesaro e Urbino 3 468,39

55 67 La Spezia 3 460,73

56 23 Ferrara 3 451,01

57 39 Novara 3 449,35

58 43 Arezzo 3 448,28

59 85 Messina 3 446,14

60 77 Ragusa 3 431,80

61 72 Foggia 3 423,77

62 64 Varese 3 413,11

63 61 Lecce 3 409,55

64 52 Potenza 3 407,09

65 82 Taranto 3 398,52

66 57 Brindisi 3 389,81

67 74 Catanzaro 3 384,50

68 73 Firenze 3 383,38

69 76 L'aquila 3 380,49

70 47 Perugia 3 374,87

71 55 Bergamo 3 367,27

72 42 Macerata 3 354,33

73 63 Lucca 3 340,88

74 78 Brescia 3 336,69

75 65 Viterbo 3 335,02

76 84 Bari 3 329,75

77 46 Reggio Calabria 3 308,14

78 75 Matera 3 302,95

79 48 Ascoli Piceno 3 302,22

80 87 Cagliari 3 298,75

81 58 Rimini 3 295,66

82 83 Cosenza 3 286,17

83 56 Chieti 4 243,94

84 81 Pistoia 4 229,38

85 95 Caserta 4 222,67

86 100 Palermo 4 209,97

87 70 Rieti 4 208,69

88 33 Massa-Carrara 4 195,99

89 97 Frosinone 4 161,15

90 91 Salerno 4 161,07

91 90 Pescara 4 152,02

92 94 Catania 4 150,79

93 88 Prato 4 142,34

94 96 Milano 4 142,15

95 92 Benevento 4 129,31

96 98 Isernia 4 128,46

97 101 Avellino 4 126,07

98 99 Crotone 4 124,47

99 86 Vibo Valentia 4 118,91

100 79 Teramo 4 116,79

101 93 Latina 4 112,71

102 102 Roma 4 53,07

103 103 Napoli 4 0,00

Fallimenti ogni 10 mila imprese registrate

RANK PROVINCIA NUMERO PUNTI 01 00

1 30 Viterbo 0,78 1000,00

2 7 Campobasso 1,41 990,73

3 15 Potenza 1,99 982,20

4 72 Matera 2,86 969,40

21 Enna 2,86 969,40

6 22 Agrigento 3,07 966,31 7 76 Reggio Calabria 4,03 952,19

8 64 Caserta 4,28 948,51

9 8 Nuoro 4,29 948,37

10 38 Ragusa 4,83 940,42

11 1 Caltanissetta 5,05 937,19 12 74 Siracusa 5,18 935,28

13 2 Oristano 6,42 917,03

14 56 L'aquila 6,71 912,77

15 81 Cosenza 7,02 908,21

16 65 Sondrio 7,18 905,85

17 40 Messina 7,20 905,56

18 11 Reggio Emilia 7,80 896,73

19 14 Bolzano 7,88 895,56

20 37 Ascoli Piceno 8,50 886,44

21 49 Foggia 8,58 885,26

22 5 Forli 8,66 884,08

23 4 Ravenna 8,72 883,20

24 42 Imperia 8,99 879,23

25 77 Taranto 9,20 876,14

26 3 Asti 9,22 875,85

27 26 Trapani 9,28 874,96

28 89 Avellino 9,65 869,52 29 94 Frosinone 9,75 868,05

30 9 Cuneo 10,43 858,05

31 34 Savona 10,72 853,78

32 6 Verbano C.O. 10,82 852,31

33 48 Lodi 11,05 848,93

34 57 Belluno 11,61 840,69 35 61 Salerno 11,66 839,95 36 45 Alessandria 11,75 838,63

37 51 Rovigo 12,09 833,63

38 95 Sassari 12,24 831,42

39 18 Chieti 12,53 827,16

40 13 Rimini 12,56 826,71

41 32 Lecce 12,89 821,86

42 20 Vicenza 13,26 816,42 43 16 Pordenone 13,44 813,77

44 17 Trento 13,58 811,71

45 29 Brindisi 13,84 807,88

46 84 Bari 13,96 806,12

47 70 Pesaro e Urbino 14,14 803,47

48 88 Aosta 14,37 800,09

49 12 Piacenza 14,40 799,65

50 59 Siena 14,42 799,35

51 43 Macerata 14,68 795,53 52 33 Livorno 15,14 788,76 53 23 Massa-Carrara 15,25 787,14

54 97 Latina 15,27 786,85

55 79 Benevento 15,34 785,82 56 36 Perugia 15,42 784,64 57 100 Isernia 15,65 781,26 58 39 Mantova 15,66 781,11 59 99 La Spezia 15,75 779,79 60 66 Grosseto 15,98 776,40

61 55 Padova 16,10 774,64

62 52 Novara 16,61 767,14

63 28 Biella 17,56 753,16

64 54 Verona 17,76 750,22

65 41 Terni 18,47 739,78

66 58 Brescia 19,08 730,80 67 60 Catanzaro 19,09 730,66

68 25 Parma 19,28 727,86

69 69 Gorizia 19,50 724,62

44 Modena 19,50 724,62

71 71 Torino 19,58 723,45

85 Pescara 19,58 723,45 73 98 Palermo 19,63 722,71 74 92 Cagliari 19,87 719,18

75 46 Udine 20,07 716,24

76 78 Pisa 20,55 709,18

77 47 Bologna 20,57 708,88 78 63 Venezia 20,72 706,68

79 67 Arezzo 20,83 705,06

80 27 Lecco 21,21 699,47

81 75 Bergamo 22,36 682,55

82 62 Ancona 22,46 681,08

83 73 Firenze 22,55 679,76 84 35 Vercelli 22,62 678,73 85 83 Vibo Valentia 22,94 674,02

86 90 Lucca 23,39 667,40

87 31 Treviso 23,45 666,52

88 24 Teramo 24,02 658,13

89 86 Genova 24,65 648,87

90 19 Cremona 25,45 637,10 91 91 Trieste 25,85 631,22 92 10 Ferrara 25,93 630,04

93 68 Pavia 26,06 628,13

94 53 Varese 26,30 624,60

95 87 Como 26,60 620,18

96 101 Napoli 27,19 611,50 97 80 Pistoia 27,23 610,91 98 82 Catania 27,35 609,15

99 96 Milano 32,77 529,42

100 50 Rieti 39,64 428,36

101 103 Roma 42,66 383,94

102 93 Prato 43,54 370,99

103 102 Crotone 68,76 0,00 Elaborazione su dati Istat/Movimprese 1999

Importo medio dei protesti per abitante

RANK PROVINCIA EURO PUNTI 01 00

1 1 Belluno 10,78 1000,00

2 6 Bolzano 15,34 963,10

3 2 Trento 18,05 941,18

4 4 Campobasso 19,21 931,77

5 8 Udine 19,95 925,75

6 11 Ravenna 23,06 900,59

7 9 Pordenone 24,57 888,41 8 15 Vercelli 26,57 872,17

9 36 Aosta 27,43 865,23

10 5 Sondrio 27,77 862,51

11 7 Cuneo 27,81 862,11

12 3 Asti 28,11 859,67

13 28 Oristano 28,28 858,37 14 16 Gorizia 29,03 852,23

15 10 Biella 30,26 842,29

16 19 Forli 30,45 840,73

17 29 Nuoro 31,78 829,99

18 45 Pavia 32,42 824,85

19 81 Siena 33,84 813,32

(11)

11

20 27 Savona 34,59 807,22

21 22 Verbano C.O. 35,22 802,13 22 17 Venezia 35,56 799,35 23 32 Piacenza 35,70 798,29

24 40 Rovigo 36,07 795,28

25 34 Vicenza 37,34 785,00 26 47 Alessandria 37,92 780,31 27 21 Trieste 37,96 779,92 28 13 Treviso 38,85 772,74

29 20 Genova 39,54 767,15

30 23 Cremona 39,67 766,09

31 42 Ancona 40,02 763,30

32 24 Imperia 40,28 761,14

33 12 Pisa 40,45 759,83

34 25 Enna 40,48 759,59

35 33 Grosseto 40,94 755,81 36 26 Bologna 42,33 744,61

37 37 Lecco 42,39 744,07

38 49 Lodi 42,62 742,26

39 39 Modena 43,19 737,63

40 18 Mantova 43,45 735,47

41 61 Padova 43,79 732,73

42 38 Agrigento 43,89 731,97

43 46 Parma 44,10 730,25

44 89 Reggio Emilia 44,62 726,05

45 44 Verona 45,14 721,81

46 52 Terni 45,98 715,01

47 30 Torino 47,81 700,23

48 35 Caltanissetta 47,97 698,87 49 93 Sassari 48,13 697,64 50 31 Ferrara 48,32 696,10 51 48 Livorno 48,92 691,19

52 83 Como 51,02 674,21

53 43 Arezzo 51,54 670,00

54 50 Siracusa 52,98 658,35 55 56 La Spezia 53,98 650,28 56 58 Catanzaro 54,03 649,87

57 59 Varese 54,35 647,29

58 72 Trapani 54,67 644,70

59 41 Novara 56,80 627,40

60 87 Messina 58,08 617,02

61 55 Lecce 58,12 616,75

62 62 Firenze 58,30 615,25 63 60 Pesaro e Urbino 58,95 610,03

64 68 Foggia 59,26 607,50

65 53 Brindisi 59,76 603,44 66 66 Taranto 59,83 602,87 67 85 Cagliari 61,24 591,44

68 80 Ragusa 62,01 585,22

69 54 Perugia 62,09 584,55

70 63 Lucca 62,40 582,05

71 71 Bergamo 63,05 576,82 72 57 Potenza 63,82 570,56

73 75 Bari 66,99 544,88

74 51 Macerata 68,84 529,89 75 77 L'aquila 68,92 529,27 76 90 Brescia 70,11 519,66

77 64 Rieti 70,32 517,94

78 79 Palermo 71,15 511,25 79 74 Pistoia 71,35 509,56 80 14 Reggio Calabria 71,44 508,87 81 67 Catania 75,08 479,43

82 73 Rimini 75,08 479,41

83 70 Cosenza 75,28 477,79 84 76 Viterbo 76,03 471,71

85 82 Matera 76,81 465,40

86 86 Crotone 76,92 464,49

87 69 Ascoli Piceno 77,46 460,11 88 65 Vibo Valentia 79,12 446,67

89 78 Chieti 82,14 422,25

90 84 Massa-Carrara 83,32 412,67

91 99 Prato 85,46 395,36

92 102 Milano 86,16 389,71 93 91 Caserta 89,69 361,14 94 88 Pescara 92,37 339,40 95 94 Teramo 103,23 251,47 96 92 Benevento 108,85 206,00 97 98 Salerno 117,72 134,15

98 101 Roma 119,96 115,97

99 97 Isernia 120,02 115,55 100 95 Frosinone 121,56 103,06 101 103 Napoli 125,73 69,32 102 100 Latina 126,62 62,09 103 96 Avellino 134,29 0,00 Elaborazione su dati Istat 1999

Tasso

di disoccupazione

RANK PROVINCIA TASSO PUNTI 01 00

1 4 Lecco 1,47 1000,00

2 3 Vicenza 2,23 973,87

3 1 Bolzano 2,27 972,35

4 6 Mantova 2,45 966,10

5 2 Treviso 2,55 962,80

6 13 Modena 2,59 961,44

7 25 Sondrio 2,60 961,15

8 9 Reggio Emilia 2,73 956,67

9 16 Cremona 2,86 952,20

10 5 Bergamo 2,99 947,67

11 15 Belluno 3,03 946,23

12 8 Bologna 3,10 943,99

13 7 Pordenone 3,23 939,49

14 18 Asti 3,26 938,28

15 27 Como 3,31 936,73

16 17 Trento 3,32 936,32

17 10 Siena 3,42 932,83

18 12 Biella 3,61 926,09

19 19 Cuneo 3,63 925,59

20 33 Ancona 3,68 923,68

21 23 Parma 3,85 918,10

22 11 Padova 4,00 912,80

23 26 Verona 4,11 909,02

24 41 Pesaro e Urbino 4,14 908,04

25 14 Brescia 4,23 905,03

26 24 Ravenna 4,46 896,99

27 28 Piacenza 4,46 896,79 28 48 Verbano C.O. 4,48 896,33

29 30 Lucca 4,55 893,99

30 36 Udine 4,61 891,82

31 50 Pisa 4,79 885,55

32 21 Pavia 4,85 883,34

33 20 Forli 4,94 880,45

34 45 Venezia 5,07 875,89

35 22 Gorizia 5,08 875,40

36 31 Vercelli 5,13 873,90

37 35 Varese 5,14 873,66

38 34 Milano 5,25 869,68

39 32 Aosta 5,26 869,25

51 Prato 5,26 869,25

41 29 Novara 5,30 868,05

42 46 Savona 5,41 864,34

43 44 Macerata 5,51 860,67

44 42 Lodi 5,56 859,17

52 Imperia 5,56 859,17

46 38 Firenze 5,63 856,72

47 43 Alessandria 5,75 852,56

48 47 Pistoia 5,79 851,25

49 49 Perugia 6,18 837,72

50 39 Ascoli Piceno 6,29 833,87

54 Ferrara 6,29 833,87

52 57 Rovigo 6,42 829,29

53 37 Arezzo 6,43 829,07

54 53 Trieste 6,73 818,65

55 66 Teramo 6,84 814,97

56 62 Pescara 7,14 804,44

57 40 Rimini 7,20 802,47

58 60 Chieti 7,48 792,72

59 63 La Spezia 7,78 782,55

60 58 Torino 7,85 780,16

61 55 Terni 8,05 773,31

62 67 Livorno 8,39 761,39

63 59 Grosseto 8,89 744,25

64 56 Latina 9,00 740,42

65 70 Isernia 9,09 737,28

66 64 Genova 9,75 714,58

67 65 L'aquila 10,00 705,94 68 71 Viterbo 10,09 702,78

69 69 Roma 11,09 668,34

70 68 Massa-Carrara 12,35 625,07

71 61 Rieti 12,70 612,91

72 75 Frosinone 13,61 581,50

73 72 Ragusa 13,76 576,26

74 79 Bari 14,71 543,52

75 78 Brindisi 15,17 527,61 76 80 Campobasso 15,22 526,06

77 84 Nuoro 15,69 509,90

78 77 Trapani 15,97 500,04 82 Potenza 15,97 500,04 80 85 Crotone 16,00 499,08 81 74 Salerno 16,41 484,80

82 76 Matera 16,67 476,10

83 88 Avellino 17,07 462,08 84 73 Benevento 17,59 444,18 85 86 Sassari 17,74 439,03 86 89 Siracusa 18,18 423,86

87 83 Foggia 18,55 411,22

88 93 Lecce 18,69 406,51

89 90 Taranto 21,05 324,89 91 Caltanissetta 21,05 324,89 91 87 Oristano 21,31 315,96 92 94 Cosenza 22,85 263,04 93 95 Caserta 23,81 229,84 94 92 Cagliari 24,00 223,27 95 97 Catania 24,75 197,50 96 80 Agrigento 25,34 176,99 97 100 Vibo Valentia 25,81 160,99 98 96 Messina 25,97 155,39

99 98 Napoli 27,96 86,65

100 99 Palermo 28,57 65,67 101 Catanzaro 28,57 65,67

102 102 Enna 30,00 16,42

103 103 Reggio Calabria 30,48 0,00 Elaborazione su dati Istat 2000

(12)

12

Classifica associata positivamente con la qualità della vita

RANK PROVINCIA GRUPPO PUNTI 01 00

1 5 Prato 1 1000,00

2 3 Bolzano 1 987,84

3 4 Reggio Emilia 1 950,16

4 6 Vicenza 1 924,34

5 1 Siena 1 892,01

6 12 Modena 1 887,27

7 2 Aosta 1 884,28

8 11 Verona 1 866,53

9 10 Bologna 1 866,21

10 19 Treviso 1 852,10

11 17 Trento 1 846,64

12 7 Milano 1 836,07

13 22 Padova 1 823,89

14 36 Belluno 1 817,69

15 25 Parma 1 815,76

16 13 Pistoia 1 807,95

17 27 Mantova 1 790,62

18 33 Brescia 1 777,88

19 21 Bergamo 1 764,64

20 40 Como 1 761,88

21 23 Forli 1 760,16

22 20 Torino 1 748,45

23 16 Arezzo 1 745,11

24 41 Cuneo 1 744,75

25 14 Biella 1 743,61

26 8 Rimini 1 741,16

27 26 Pordenone 1 736,04

28 9 Ravenna 1 717,69

29 18 Firenze 2 679,91

30 34 Varese 2 673,27

31 39 Asti 2 669,39

32 37 Rovigo 2 658,74

33 24 Pisa 2 655,55

34 35 Lodi 2 649,62

35 29 Novara 2 647,27

36 52 Ferrara 2 647,26

37 30 Lecco 2 633,99

38 28 Lucca 2 620,92

39 32 Sondrio 2 620,61

40 51 Ascoli Piceno 2 615,74

41 46 Ancona 2 607,27

42 48 Pesaro e Urbino 2 600,44

43 31 Grosseto 2 596,67

44 45 Perugia 2 583,08

45 38 Vercelli 2 581,48

46 47 Venezia 2 574,18

47 15 Piacenza 2 569,23

48 44 Udine 2 563,41

49 57 Macerata 2 561,72

50 43 Roma 2 547,79

51 42 Livorno 2 544,92

52 55 Cremona 2 535,82

53 69 Trieste 2 519,63

54 63 Imperia 2 510,95

55 49 Massa-Carrara 2 510,59 56 53 Alessandria 2 500,00

57 60 Sassari 2 488,72

58 64 Pavia 2 477,47

59 65 Gorizia 3 437,51

60 59 Teramo 3 422,80

61 56 Verbano C.O. 3 422,09

62 66 Pescara 3 403,06

63 70 Latina 3 360,80

64 50 Savona 3 353,45

65 75 La Spezia 3 347,88

66 73 Benevento 3 347,26

67 71 Cagliari 3 341,27

68 68 Chieti 3 333,82

69 74 Campobasso 3 328,51

70 61 Terni 3 322,04

71 62 Genova 3 317,25

72 93 Oristano 3 313,73

73 77 Ragusa 3 293,95

74 84 Rieti 3 293,28

75 81 Matera 3 291,31

76 88 Avellino 3 278,80

77 67 Viterbo 3 268,18

78 72 Messina 3 267,47

79 79 Bari 3 239,61

80 102 Catania 3 229,38

81 76 Nuoro 3 227,87

82 99 Salerno 3 222,13

83 103 Foggia 4 192,00

84 86 Trapani 4 185,39

85 92 Siracusa 4 172,43

86 85 Catanzaro 4 164,68

87 82 Isernia 4 160,29

88 83 Napoli 4 148,28

89 54 Brindisi 4 145,66

90 87 Reggio Calabria 4 144,07

91 89 L'aquila 4 139,30

92 94 Frosinone 4 123,14

93 78 Taranto 4 104,67

94 80 Palermo 4 103,38

95 58 Lecce 4 100,93

96 95 Potenza 4 99,46

97 101 Caltanissetta 4 98,70

98 91 Cosenza 4 66,91

99 97 Caserta 4 64,46

100 90 Agrigento 4 59,40

101 96 Enna 4 35,13

102 98 Vibo Valentia 4 20,13

103 100 Crotone 4 0,00

Quota forza lavoro su popolazione

RANK PROVINCIA QUOTA PUNTI 01 00

1 5 Bolzano 58,20 1000,00

2 1 Prato 56,72 936,11

3 2 Modena 56,39 921,92

4 6 Reggio Emilia 55,70 892,20

5 7 Vicenza 55,40 879,51

6 11 Aosta 54,81 853,96

7 26 Belluno 54,40 836,23

8 28 Trento 53,15 782,56

9 8 Bologna 53,03 777,47

10 37 Como 52,95 774,19

11 13 Lodi 52,94 773,63

15 Siena 52,94 773,63

13 12 Bergamo 52,86 769,94 14 25 Treviso 52,84 769,46

15 21 Parma 52,45 752,48

16 20 Milano 52,44 752,25

17 24 Brescia 52,21 741,99

18 10 Varese 52,11 737,98

19 23 Torino 51,93 730,25

20 36 Cuneo 51,77 723,42

21 41 Verona 51,77 723,36

22 9 Rovigo 51,42 707,96

23 3 Forli 51,27 701,53

24 16 Rimini 51,23 699,97

25 14 Ferrara 51,13 695,49

26 4 Pistoia 51,05 692,45

27 18 Novara 50,67 675,94

28 27 Sondrio 50,66 675,37 29 31 Pordenone 50,61 673,40 30 19 Ravenna 50,48 667,81

31 44 Padova 50,47 667,33

32 17 Lecco 50,37 662,99

33 30 Venezia 50,35 662,32 34 34 Ascoli Piceno 50,16 653,84 35 46 Vercelli 50,00 647,05 22 Mantova 50,00 647,05

37 39 Pisa 49,70 634,25

38 29 Biella 49,70 634,17

39 47 Roma 49,34 618,77

40 45 Arezzo 49,30 616,75

41 38 Asti 49,20 612,53

42 32 Pesaro e Urbino 49,15 610,58

43 53 Ancona 49,10 608,13

44 62 Trieste 48,83 596,54 45 49 Cremona 48,78 594,57 46 48 Perugia 48,78 594,37 47 55 Livorno 48,47 581,41 48 57 Sassari 48,31 574,39 49 42 Macerata 48,29 573,42

50 50 Pavia 48,02 561,78

51 61 Rieti 47,73 549,24

52 43 Udine 47,69 547,74

53 51 Grosseto 47,37 533,80 54 52 Firenze 47,28 529,97 55 33 Piacenza 47,26 529,02 56 40 Verbano C.O. 47,18 525,82 57 58 Imperia 47,12 523,13 58 80 Benevento 46,96 516,07 59 35 Gorizia 46,83 510,43

60 54 Lucca 46,81 509,70

61 75 Matera 46,71 505,32

62 76 Avellino 46,59 500,34 63 65 Cagliari 46,44 493,83

64 56 Teramo 46,43 493,35

65 73 Latina 46,40 492,28

66 64 Massa-Carrara 46,29 487,20 67 67 La Spezia 46,15 481,53 68 71 Messina 46,07 477,98 69 66 Campobasso 45,77 465,06 70 72 Alessandria 45,67 460,68 71 70 Oristano 45,52 454,35 72 83 Catania 45,52 454,13 73 63 Pescara 45,34 446,68 74 78 Reggio Calabria 45,26 443,00

75 85 Ragusa 45,23 441,69

76 86 Salerno 45,15 438,50 77 93 Catanzaro 44,73 420,18

78 60 Genova 44,71 419,28

79 69 Terni 44,62 415,32

80 79 Chieti 44,41 406,52

81 59 Savona 44,40 406,05

82 68 Nuoro 44,16 395,54

83 89 Bari 44,02 389,90

84 97 Foggia 43,89 384,26

85 92 Siracusa 43,73 377,25 86 77 Isernia 43,42 363,92

87 96 Napoli 43,39 362,62

(13)

13

88 82 Cosenza 43,27 357,59 89 84 Brindisi 43,15 352,46 90 81 Vibo Valentia 43,06 348,19 91 90 Taranto 43,00 345,97 92 95 Caltanissetta 42,99 345,21

93 91 Lecce 42,88 340,56

94 94 Potenza 42,86 339,65 95 87 L'aquila 42,80 337,26 96 74 Viterbo 42,58 327,64 97 98 Caserta 42,49 323,66 98 99 Palermo 41,70 289,82 99 88 Frosinone 41,02 260,56

100 101 Enna 40,00 216,69

101 100 Trapani 39,89 211,92 102 102 Agrigento 37,82 123,03 103 103 Crotone 34,97 0,00 Elaborazione su dati Istat 2000

Numero di clienti corporate banking su totale imprese

RANK PROVINCIA NUMERO PUNTI 01 00

1 31 Mantova 38,03 1000,00

2 10 Vicenza 22,83 595,17

3 2 Firenze 22,21 578,77

4 8 Verona 22,07 574,95

5 4 Belluno 21,80 567,78

6 13 Bolzano 20,22 525,67

7 30 Prato 19,41 504,10

8 9 Siena 19,02 493,68

9 28 Reggio Emilia 18,93 491,30

10 3 Biella 18,90 490,45

11 16 Padova 18,39 477,03

12 29 Arezzo 17,26 446,82

13 15 Bologna 17,14 443,66

14 24 Lucca 16,63 430,05

15 17 Milano 15,91 410,87

16 44 Brescia 15,68 404,75 17 21 Bergamo 15,43 398,19

18 12 Lecco 15,08 388,75

19 34 Pistoia 15,04 387,85

20 22 Como 14,65 377,41

21 6 Trento 14,57 375,17

22 18 Pordenone 14,56 374,93 23 37 Treviso 14,41 371,08

24 14 Torino 14,35 369,32

25 38 Massa-Carrara 14,31 368,31

26 27 Pisa 13,95 358,83

27 42 Modena 13,81 354,94

28 47 Parma 13,71 352,47

29 26 Novara 13,29 341,24

30 32 Varese 13,25 340,20

31 45 Trieste 13,06 334,92

32 7 Aosta 12,61 323,14

33 39 Cremona 12,29 314,63

34 36 Ancona 12,24 313,27

35 25 Livorno 11,76 300,34 36 40 Alessandria 11,37 290,04 37 49 Gorizia 11,29 288,02

38 33 Udine 11,22 285,95

39 20 Ravenna 10,71 272,36 40 19 Piacenza 10,22 259,40

41 58 Forli 9,83 248,97

42 11 Vercelli 9,82 248,77

43 23 Sondrio 9,20 232,13

44 48 Asti 9,16 231,09

45 43 Lodi 8,83 222,50

46 61 Perugia 8,75 220,22

47 35 Rimini 8,71 219,16

48 46 Grosseto 8,44 211,89

49 52 Pavia 8,32 208,85

50 51 Genova 8,05 201,54

51 54 Verbano C.O. 7,86 196,54

52 53 Terni 7,84 195,92

53 41 Venezia 7,57 188,80

54 71 Pescara 7,45 185,61

55 55 Cuneo 7,20 179,01

56 67 Pesaro e Urbino 6,66 164,67

57 50 Roma 6,65 164,33

58 78 Ferrara 5,90 144,46

59 62 La Spezia 5,86 143,40

60 56 Savona 5,55 135,03

61 76 Sassari 5,45 132,31

62 83 Macerata 5,35 129,81

63 70 Imperia 5,32 128,97

64 65 Cagliari 4,85 116,39

65 59 Rovigo 4,69 112,28

66 73 Ascoli Piceno 4,69 112,15

67 60 Palermo 4,22 99,73

68 72 Frosinone 4,02 94,40

69 80 Teramo 4,02 94,32

70 63 Latina 3,99 93,55

71 82 Ragusa 3,73 86,47

72 68 Napoli 3,49 80,18

73 64 Bari 3,34 76,27

74 74 Siracusa 3,27 74,23

75 98 Oristano 3,22 73,03

76 85 Chieti 3,09 69,51

77 66 Viterbo 3,08 69,26

78 79 Catania 3,00 67,17

79 69 Messina 3,00 67,08

80 57 Taranto 2,68 58,61

81 77 L'aquila 2,63 57,17

82 96 Nuoro 2,54 54,97

83 75 Catanzaro 2,44 52,21

84 1 Lecce 2,04 41,54

85 84 Isernia 2,00 40,65

86 95 Trapani 2,00 40,44

87 91 Salerno 1,99 40,14

88 86 Enna 1,88 37,23

89 5 Brindisi 1,85 36,60

90 93 Caserta 1,84 36,18

91 87 Reggio Calabria 1,81 35,34

92 97 Avellino 1,77 34,39

93 88 Caltanissetta 1,71 32,76 94 90 Campobasso 1,61 30,18

95 102 Foggia 1,44 25,64

96 92 Cosenza 1,40 24,53

97 81 Rieti 1,37 23,74

98 89 Agrigento 1,24 20,21

99 99 Matera 1,16 18,09

100 94 Potenza 0,84 9,73

101 103 Benevento 0,70 5,92

102 100 Crotone 0,55 1,85

103 101 Vibo Valentia 0,48 0,00 Elaborazione su dati

Banca d'Italia/Movimprese 2000

Numero di imprese registrate

per 100 abitanti

RANK PROVINCIA NUMERO PUNTI 00 99

1 1 Cuneo 13,60 1000,00

2 3 Grosseto 13,29 952,53

3 2 Viterbo 13,12 926,45

4 4 Asti 12,88 890,64

5 5 Macerata 12,72 865,80

6 6 Prato 12,70 862,13

7 7 Rimini 12,70 862,08

8 8 Imperia 12,44 823,53

9 9 Aosta 12,15 778,77

10 11 Ascoli Piceno 12,10 770,35

11 12 Forli 12,09 769,74

12 10 Padova 12,08 767,58

13 13 Campobasso 11,97 751,26

14 16 Chieti 11,96 750,19

15 15 Pesaro e Urbino 11,96 749,06 16 14 Trapani 11,88 737,26 17 17 Bolzano 11,84 730,76 18 18 Ravenna 11,79 723,12 19 20 Pistoia 11,74 715,60 20 23 Benevento 11,69 708,64 21 19 Treviso 11,58 691,94

22 21 Rovigo 11,57 690,92

23 22 Reggio Emilia 11,55 687,35

24 24 Teramo 11,48 676,41

25 25 Modena 11,31 651,48

26 26 Piacenza 11,26 643,58

27 27 Arezzo 11,20 634,12

28 31 Parma 11,15 626,30

29 29 Alessandria 11,11 620,49

30 32 Verona 11,10 619,22

31 30 Savona 11,09 616,97

32 33 Perugia 11,06 612,54 33 28 Ferrara 11,04 610,11

34 34 Lucca 11,02 606,74

35 37 Siena 10,92 590,93

36 35 Mantova 10,83 576,91

37 39 Biella 10,69 556,98

38 44 Pescara 10,69 556,25

39 41 Milano 10,67 552,51

40 40 Firenze 10,64 549,25

41 38 Udine 10,57 537,93

42 42 Foggia 10,55 535,07

43 36 Pordenone 10,54 532,74

44 43 Trento 10,45 519,94

45 47 Matera 10,36 506,23

46 45 Bologna 10,34 503,59 47 46 Vicenza 10,27 492,41 48 50 Sassari 10,19 480,40

49 52 Roma 10,12 469,94

50 48 Ancona 10,09 464,83

51 51 Oristano 10,05 458,57

52 53 Latina 9,99 449,35

53 59 Nuoro 9,98 447,79

54 49 Potenza 9,92 438,66

55 58 Massa-Carrara 9,83 425,03

56 56 Pisa 9,80 420,61

57 55 Agrigento 9,79 418,53

58 57 Ragusa 9,78 416,92

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