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Draghi: alzare l'età di pensione

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Rassegna stampa

Draghi: alzare l'età di pensione Sole 24 Ore, Il

18/07/2006

Il Sole-24 Ore

sezione: In primo piano data: 2006-07-18 - pag: 2 autore:

Draghi: alzare l'età di pensione

Subito il Tfr nei fondi Bene il Dpef ma il giudizio dei mercati arriverà dopo

Rossella Bocciarelli ROMA

Il Dpef e i primi passi del Go verno vanno nella giusta direzio ne ma «il giudizio dei mercati è alla fine dell'anno»,quando, con l'approvazione della Finanziaria, saranno acquisiti i contenuti della manovra di bilancio per il 2007. Nella sua audizione alla Camera,il Governatore della Banca d'Italia ha ricordato che riuscire a piegare le aspettative negative legate al debito che cresce è imprescindibile: il differenziale di rendimento fra i titoli di stato italiani e i bund tedeschi, che all'inizio del 2005 era ancora pari a 15 punti base,è arrivato fino a 34 in giugno e attualmente è pari a 30 punti:«Vanno evitati ulteriori incrementi »ha sottolineato Mario Draghi.

«Vedo la situazione attuale come un grosso de bito pubblico — ha spiegato il Governatore per ribadire la necessità si riavviare le crescita— seduto su seggiola che è il prodotto. Se non si riprende a crescere, chi sta seduto diventa sempre più grosso e la seggiola sempre più piccola» Poi,in sostanziale sintonia con i capisaldi di Tommaso Padoa Schioppa,ha detto perchè non si può prescindere dal

contenimento della spesa pubblica corrente e da un'azione su tuttie quattro i nodi nevralgici:non solo sanità,pubblico impiego, enti decentrati,ma anche pensioni.

Draghi ha ricordato che negli ul timi 5 anni le spese pubbliche pri marie correnti sono aumentate a un ritmo medio del 5% l'anno. «Per incidere sulla loro dinamica, sono necessarie riforme in grado diinnescare cambiamenti nei comportamenti degli utenti e dei centri di spesa,che consen tano significativi recuperi di effi cienza nella fornitura dei servizi pubblici»,ha dichiarato.E ha aggiunto che per riuscire a realizza re la correzione netta del disavanzo programmata (la riduzione di 20 miliardi,pari all'1,3% del Pil)senza prendere in considerazione le prestazioni pensionistiche, servirebbe un taglio delle altre spese primarie pari al 4 per cento. Un taglio difficile da realizzare : in questo caso «le riduzioni di spesa sarebbero di livello non

compatibile ».D'altra parte «in assenza di risparmi strutturali di spesa,il

risanamento richiederebbe, come in passato,ulteriori intervento di inasprimento del prelievo». Si finirebbe cioè con il dover ricorrere a nuove tasse e di questo

l'economia italiana non ha bisogno. Anzi,ha rimarcato Draghi,«va avviato con decisione un processo di graduale riduzione della pressione fiscale complessiva».

Dunque, la direzione da seguire è giocoforza quella di importanti riforme di spesa giocando su tutti i ca pitoli, pensioni comprese,e del recupero della base

imponibile, agendo in direzione di una maggiore equità tributaria (da valutare positivamente,secondo Draghi,è la sceltadi abbandonare i condoni). Per le pensioni «in prospettiva,solo un significativo aumento dell'età media di

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pensionamento può rendere sostenibile il sistema previdenziale e garantire pensioni di importo adeguato» e intanto servono ulteriori sforzi per sviluppare la previdenza complementare. Per la spesa sanitaria «quello che spaventa è la sua dinamica: con incremento del 6%l'anno,si arriva facilmente a linee di tendenza e a livelli insostenibili». Draghi ha fatto un accenno anche all'opportunità di modificare il patto di stabilità interno per gli enti locali «mediante l'introduzione di regole di bilancio rife rite non a particolari aggregati di spesa ma a un concetto di saldo ». E per il concetto di saldo da scegliere,il Governatore ha fatto riferimento a una sorta di golden rule: «Le nuove regole — ha spiegato — potrebbero fondarsi sul principio del pareggio di bilancio di ciascun ente al netto de gli investimenti,introducendo per questi ultimi limiti riferiti al complesso della finanza decentrata ».Quanto alla

riduzione del cuneo fiscale,per Draghi sono cruciali«le modalità difinanziamento, perché l'entità della misura è notevole e deve avere una copertura certa. Tuttavia è una misura appropriata,perché l'incidenza del fisco sul costo del la voro in Italia è tra le più alte d'Eu ropa, cioé pari al 45.4%. Senza contare l'Irap».La riduzione dovrebbe essere «selettiva e destinata in larga parte ai datori di lavoro e ai settori più esposti alla competizione con l'estero». Ma poichè i«i benefici saranno

temporanei »,occorreranno anche riforme che innalzino la produttività delle imprese. Draghi ha anche detto che occorre «cautela nell'uso dei meccanismo di incentivazione » alle imprese e che andrebbe valutata l'efficacia degli attuali programmi di trasferimenti pubblici alle aziende, pari al 2,5% del Pil. In tema di tassazione dei redditi finanziari,infine, il Governatore ha sottolineato che «la parola d'ordine deve essere "uniformità". Non occorre distinguersi né in un senso né

nell'altro.Anche perché le attività finanziarie sono la cosa più mobile che ci sia.Se ci sono asincronie rispetto ad altri Paesi,le attività si sposteranno dove la tassazione è più favorevole».

TASSE

«Va avviato un processo di graduale riduzione della pressione fiscale. Sulle rendite finanziarie la parola d'ordine è uniformità»

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Rassegna Mefop

Previdenza. Sole 24 Ore, Il

20/07/2006

Il Sole-24 Ore

sezione: NORME E TRIBUTI data: 2006-07-20 - pag: 21 autore:

Previdenza.

È uno degli obiettivi previsti per il 2007 dalla Direzione centrale prestazioni Inps Pensioni entro 120 giorni

Scaduto tale termine verranno corrisposti gli interessi legali Arturo Rossi

L'erogazione delle prestazioni pensionistiche deve avvenire entro 120 giorni dalla do manda o dal perfezionamento del diritto, se successivo. Questo l'impegnativo obiettivo che si pone l'Inps nelle linee programmatiche per l'anno 2007 della Direzione centrale prestazioni.

Con il messaggio 20369/06 l'Istituto di previdenza sottolinea che il pagamento delle pre stazioni dovute entro 120 giorni rappresenta la soglia massima da non superare. Il conseguimento di livelli di eccellenza per singoli aspetti del processo, precisa l'Istituto, non può andare disgiunto all'esigenza di garantire a tutti i

richiedenti tempi certi nell'erogazione dei servizi. Ad assumere particolare rilievo, spiega l'Inps, sono gli indicatori rappresentativi della modalità di lavoro in tempo reale. In tale ambito, all'inizio del 2007 è programmato il rilascio di una procedura che individui i soggetti che matureranno nel successivo semestre l'età

pensionabile per la vecchiaia e che hanno già maturato il relativo requisito contributivo. A essi verrà inviato l'estratto conto e il calcolo della pensione

spettante sulla base dei dati memo rizzati negli archivi: ciò consentirà alle sedi di erogare il primo trattamento pensionistico senza soluzione di continui tà rispetto alla riscossione della retribuzione.

I tempi

Con esclusione delle pensioni in convenzione internazionale, delle pensioni di invaliditàinabilità e delle pensioni supplementari, tutti i trattamenti debbono

essere liquidati in un tempo massimo di 120 giorni. Questo parametro deve essere conseguito per tuttele domande presentate, con lasola eccezione delle pensioni erogate a seguito di ricorso accolto,di ripristino o di pronuncia giudiziale.

La banca dati Red

Particolare importanza assume il compimento della realizzazione, nel corso del 2007,della banca dati relativa ai modelli Red presentati. Ciò consentirà di ottenere informazioni in ordine alla posizione individuale, che tengano conto di tutti gli elementi di reddito noti all'Inps.

Le aziende

Con il messaggio 20459/06, vengono invece dettate le linee guida per il prossimo anno riguardanti l'area aziende. Con la gestione dei conti aziendali in ottica "tempo reale", si vuole realizzare un sistema gestionale che, integrando lebasi informative del Dm10 e dell'Emens, consenta il controllo del comportamento aziendale e

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l'aggiornamento in tempo reale del conto assicurativo del lavoratore.

Inoltre, èprevista la «costituzione dell'estratto conto aziende per la certificazione della contribuzione versata», per realizzare una procedura integrata che colloqui con tutti gli archivi per disporre costantemente della situazione debitoria o

creditoria dell'azienda.

Un altro degli obiettivi illustrati èrappresentato dall'attuazione dello sportello poli funzionale per artigiani e com mercianti, strumento di miglioramento della gestione degli archivi dei soggetti contribuenti «per razionalizzare e implementare l'utilizzo dei dati del Registro delle imprese, al fine direndere quanto più possibile puntuale e tempestiva l'adozione dei provvedimenti diiscrizione e di cancellazione degli aventi titolo alle relative gestioni».

Si parla anche di sinergie gestionali con la costituenda Riscossione Spa, per attuare una politica delle entrate e dei crediti finalizzata al miglioramen to del livello di qualità e di efficacia nelle procedure di riscos sione dei contributi e alla

riorganizzazione delle fasi operati ve del flusso delle riscossioni.

UNA BANCA DATI RED

L'anno prossimo il completamento del database con i singoli modelli reddituali

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Rassegna Mefop

Micropensioni ai collaboratori Sole 24 Ore, Il

21/07/2006

Sole 24 Ore, Il

Nel rendiconto il contrasto tra i trattamenti previdenziali ai parasubordinati e l'ottimo andamento della gestione

Micropensioni ai collaboratori

Ai 25mila nuovi assegni attivi dal 2005 importo medio di mille euro all'anno Enrico Marro

MILANO

Mille euro. Ma non al mese, all'anno. Per la precisione, le pensioni di vecchiaia

liquidate dalla gestione separata Inps nel 2005 ammontano in media a 1.100 euro annui.

Cioè 84,6 euro al mese,considerando tredici mensilità. Con le pensioni di invalidità più corpose ( 2.483 euro annui)e quelle ai superstiti più magre (772 euro annui). Questa i dati che provengono dal rendiconto 2005 della Gestione separata, gallina dalle uova d'oro del bilancio

EFFETTO ISCRITTI

Attivo patrimoniale oltre i 27 miliardi e risultato economico ancora in miglioramento:

4,7 miliardi a dicembre

Inps, con risultati di esercizio in continua crescita (si è passati dai 3 miliardi di avanzo del 2001 ai 4,7 dell'anno scorso) e una situazione patrimoniale sempre più rosea (il 31 dicembre 2005 in cassa c'erano 27,4 miliardi).

I conti 2005

Il contrasto tra la ricchezza delle casse e la povertà degli assegni non è nuovo alla

Gestione separata. Deriva dal sistema contributivo, accoppiato allo squilibrio tra entrate e uscite: le prime sono quasi 29 volte le seconde. Le entrate in un anno sono infatti aumentate di 288 milioni di euro mentre le uscite sono cresciute di meno di 19 milioni.

In termini di numeri assoluti, si tratta di 4,9 miliardi da una parte e di 0,17 miliardi dall'altra.

Sul fronte delle entrate, solo i contributi a carico degli iscritti sono aumentati in 12 mesi di 204 milioni: merito del'obbligo di iscrizione dal 1Ú gennaio 2005 degli associati in partecipazione e dei collaboratori occasionali che superano i 5mila euro di reddito, nonché dell'aumento del limite massimo di imponibile. Ma le casse sono in

salutesoprattutto per l'inarrestabile crescita degli iscritti, passati da 3,3 a 3,7 milioni con un aumento di 372mila unità, anche se l'Inps sottolinea che i contribuenti effettivi sono solo 1,7 milioni.

Le spese per prestazioni ammontano in tutto a 122 milioni di euro, di cui 73 milioni

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riferiti a pensioni di vecchiaia, invalidità e ai superstiti, 23 milioni per la maternità, 13 milioni di assegni al nucleo familiare e 1 milione di indennità di malattia in caso di degenza ospedaliera.

Le pensioni

Nel 2005 i nuovi assegni liquidati dalla Gestione separata sono stati 25.453, in deciso aumento rispetto ai 15.750 dell'anno precedente. In tutto, le pensioni versate dalla Gestione separata sono 78.246,di cui 73.245 di vecchiaia, 424 di invalidità e 4.577 ai superstiti. Ma si tratta,nella stragrande maggioranza dei casi, di pensioni

"supplementari", che vanno cioé ad affiancarsi a un assegno principale.

Va anche ricordato che con il contributivo chi non è titolare di un altro trattamento ottiene la pensione prima dei 65 anni solo se questa è superiore del 20% all'importo dell'assegno sociale (che ora è di 381,72 euro mensili). Solo a 65 anni si può ottenere il trattamento indipendentemente dall'importo.

Gli importi

La pensione di vecchiaia media conquistata nel 2005 da un parasubordinato è di 85 euro lordi al mese. Il dato, di per sé imbarazzante, è però poco significativo perché si tratta quasi esclusivamente di assegni supplementari incassati da chi già riceve una pensione. Rappresenta però un campanello d'allarme che squilla sempre più forte sul futuro pensionistico dei collaboratori.

Sui co.co.co pesa infatti la nota combinazione di tre zavorre: il sistema contributivo puro, un'aliquota ridotta rispetto a quella dei dipendenti (il 18,2%contro il 32,7%)e il fatto che gli assegni futuri venga no alimentati da redditi comunque ridotti.

Una ricerca dell'Inpdap ha rivelato che nel 2035 un parasubordinato con 30 anni di contribuzione e 65 di età arriverà a un tasso di sostituzione (cioè il rapporto tra

l'importo della pensione e l'ultima mensilità di compensi) pari al 30 per cento. Tradotto in soldoni, anzi in soldini, significa questo: se l'ultimo compenso netto mensile è di 900 euro,la pensione non supererà i 270 euro.

competente.

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Rassegna Mefop

Una pensione da ripensare Sole 24 Ore, Il

21/07/2006

Sole 24 Ore, Il

"Una pensione da ripensare"

GESTIONE SEPARATA INPS Una pensione da ripensare Si può definire

«pensione» un assegno che non arriva ai 100 euro mensili? Probabilmente no. Eppure, nel decennale della sua istituzione,è questa la "prestazione" media che la gestione separata Inps può garantire ai collaboratori. Che, invero, hanno nel frattempo portato l'attivo della gestione medesima oltre i 27 miliardi di euro.

La sproporzione tra versamenti e prestazioni per i collaboratori è nota (quel che

presentiamo oggi a pagina 21 non è che l'ultimo aggiornamento di una serie),ma forse non viene valutata appieno in tuttele sue conseguenze:anche a proiettare generosamente la crescitadegli assegni nei decenni futuri,l'applicazione del sistema contributivo puro non può che garantire all'ingrosso un terzo di quanto percepito da collaboratore. Cioè, se si guadagnano 1.000 euro al mese, la pensione sarà di 300.E per questi soggetti non c'è automaticità delle prestazioni (se non ci sono versamenti, per errori del committente o per altri motivi, non ci saranno pensioni).Né potranno accedere,mancando di Tfr, al paracadute della previdenza integrativa.

Varrebbe la pena di pensarci su.

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Rassegna Mefop

Perché il Fip costa più del fondo previdenziale Sole 24 Ore, Il (Plus) 24/07/2006

Plus

sezione: ATTUALITA data: 2006-07-22 - pag: 10 autore:

PREVIDENZA & ASSICURAZIONI / VALORE PENSIONE (GENERALI VITA) AI RAGGI X

Perché il Fip costa più del fondo previdenziale

Dopo dieci anni il programma pensionistico ha spese maggiori

H a

sottoscritto un fondo integrativo pensionistico (Fip) quattro anni fa con Generali Vita. Ora però è deluso dalle performance e sta pensando di interrompere i

versamenti. R.R, 48enne di Bergamo, nel novembre 2002 ha aderito a «Valore Pensione Extra». Prodotto che rientra nell'ambito della grande famiglia dei Fip.

Dall'analisi di Consultique emerge che, su un periodo di dieci anni, i costi risultano maggiori rispetto a un fondo pensione aperto (vedi tabella in pagina della Covip) Nel dettaglio, il piano sottoscritto dal lettore bergamasco prevede un premio annuo di 5.165 euro, ha una durata di 17 anni e scade nel novembre del 2019. I premi versati sono stati all'inizio convogliati nel fondo interno Generali Prudente. Ma R.R.

ha poi deciso di «cambiare cavallo» e attraverso uno switch (scambio) si è

posizionato su A.G. Global Bond: quest'ultimo è un altro fondo interno di Generali destinato sempre a investitori con un profilo cauto. Lo switch è avvenuto a inizio dicembre 2005. Alla fine dello scorso anno, il risparmiatore ha pagato quattro premi annui per un totale di 20.660 euro. «In riferimento alla data di quotazione 30 dicembre 2005 — spiega l'analista di Consultique — la prestazione vita è 20.900,05 euro, quella in caso di morte 20.365,43 euro». Dopo quattro anni, il valore delle prestazioni per il caso vita è quindi leggermente superiore rispetto al cumulo dei premi versati. Nel caso morte, invece, il valore della prestazione è inferiore.

A questo punto scatta il confronto tra i costi del Fip e un fondo pensione aperto obbligazionario. Nel sito di Generali, al momento dell'analisi di Consultique, vi è la descrizione di «Valore Pensione» lanciato assieme all'Extra nel 2002. «I due Fip presentano caratteristiche simili — affermano gli analisti — e la denominazione Extra evidenzia probabilmente la presenza di eventuali bonus riconosciuti al cliente a certe scadenze». Nella scheda sintetica del prodotto, vengono messi in evidenza i costi percentuali medi annui (cpma) relativi a un premio annuo di 5mila euro

versati da un maschio di 45 anni per una durata di 20 anni. Una situazione quindi molto simile a quella del lettore bergamasco. Per le scadenza a cinque, 10, 15 e 20 anni, tali costi sono rispettivamente di 2,92%, 2,08%, 1,76% e 1,59%. Nella

tabella Covip, l'Authority dei fondi pensione, si riportano le commissioni

(omnicomprensive) per i fondi pensione aperti tra cui quelli obbligazionari: sui 10

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anni l'indicatore in media è pari a 1,4% annuo.

Morale? «Per finalità di previdenza complementare risulta più efficiente la sottoscrizione di fondi pensione negoziali o aperti — fanno notare gli analisti di Consultique —, che presentano mediamente costi più contenuti dei prodotti Fip. Il lettore non sbaglierebbe dunque a valutare il trasferimento della propria posizione previdenziale integrativa verso le soluzioni alternative indicate».

pagina a cura di Vitaliano D'Angerio

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