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Fisat - Storia Armi Tiro

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Da: noreply+feedproxy@google.com per conto di Fisat - Fed. It. Storia Armi Tiro [noreply@blogger.com]

Inviato: venerdì 7 settembre 2012 22.05

A: fortyfive@teletu.it

Oggetto: Fisat - Storia Armi Tiro

Fisat - Storia Armi Tiro

LA GRANDE OCCASIONE

Posted: 07 Sep 2012 01:50 AM PDT

Abolizione catalogo, commissione, Banco di prova, armi sportive e simil militari: cosa accade adesso

E’ stata un’estate calda e combattuta, invero con qualche risultato (per chi non ci segue, l’aver stoppato letteralmente il decreto 790/2012 che forzava la catalogazione sportiva delle armi simil-militari di cui al punto B7 dell’All.1 della Direttiva Europea 2008/51/CE in favore del dettame del decreto 95/2012 convertito in Legge, che di fatto conferisce al Banco di Prova i poteri di verifica delle armi che erano prima della Commissione.

Nel frattempo, secondo quanto riferito dal presidente dell’Associazione Long Range Italia - usualmente ben informato perché faceva parte di quegli ambienti avendo svolto le funzioni di Direttore del Catalogo - la Commissione Consultiva viene abolita per effetto del Decreto sulla Spending Review.

Potete andare a vedervi - se già non lo avete fatto - i commenti del Dr. Borgioni alla pagina della Long Range Italia al loro sito.

Vogliamo commentare un attimo quanto riconosciuto con grande onestà intellettuale dallo stesso Dr. Borgioni che alla fine dell’articolo quando dice testualmente

“Le strane decisioni qualche volta assunte erano frutto di complessi compromessi o imposte dall’alto, ma l’apporto della Commissione ha portato anche alla pubblicazione di circolari ministeriali di grande rilievo, quale, ad esempio, quella che, nel 1998, riconobbe alla licenza di porto di fucile uso tiro a

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volo, piena valenza come titolo di acquisto e trasporto per tutte le armi, e non solo per quelle a canna liscia, come indicato nella legge del 1969 con cui la licenza era stata introdotta, per non parlare di tutti quei casi in cui fu l’intervento della CCCCA a scongiurare l’adozione di provvedimenti eccessivamente restrittivi e dannosi per l’intero settore.

Che nessuno di noi la rimpiangerà è certo, ma che si sia lasciato un vuoto difficile da colmare è un dato di fatto.”

Che le decisioni assunte fossero discutibili era fatto noto ma che fossero “oggetto di complessi compromessi” era ora che qualcuno si alzasse in piedi e lo dicesse oltre a noi, sia pure ad esigenza finita. Concludo rapidamente e poi passo al futuro che ci attende:

Ma quali complessi compromessi ? In una commissione si vota e si é in minoranza la decisione passa a maggioranza relativa che comunque viene verbalizzata ed é utile in caso di impugnazione. Se occorre l’unanimità tanto meglio, si tiene duro sempre di fronte ai divieti irragionevoli e non solo davanti a quelli che toccano i propri interessi.

Non fatevi raccontare storielle da nessuno; quando in passato hanno provato a raccontarvi fole del genere “abbiamo votato pro.. tanto siamo in minoranza, avremmo perso comunque” perché sono baggianate che sperano di farvi bere.

In realtà in Commissione ti dò il voto favorevole su una cosa che a me non interessa (chessò, le armi a caricatore amovibile o il rifiuto di catalogazione del 501 DTC, unico in Europa) e poi lo re-incasso quando si decide altro (ad esempio le armi avancarica antiche che rimangono armi mentre le repliche sono armi liberalizzate, altra roba da Corte Europea dei Diritti Umani anzi da Tribunale di Norimberga; in questo paese si va in galera per dare ad alcuni un vantaggio commerciale).

Intanto già serpeggia la paura: “cosa si fa adesso che la Commissione non c’é più”

detto col tono del sequestrato quando viene liberato nel bosco dal carceriere dopo anni di prigionia ?

Vediamo cosa accade adesso:

In tanto gira una bozza di circolare del banco di Prova che stabilisce quanto segue (la trovate sul sito campagnafisat.it) e che al 99% sarà la circolare finale:

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BOZZA CIRCOLARE INFORMATIVA PER IL RICONOSCIMENTO DI ARMA COMUNE DA SPARO

Al fine di ottemperare a quanto previsto dalla Legge 7 agosto 2012 n° 135 articolo 12- XVI, il BNP invita gli interessati ad effettuare preventivamente il riconoscimento e la classificazione secondo le categorie della normativa europea delle armi che intendono produrre e/o importare.

Allo scopo è stata predisposta apposita procedura nel sito del BNP alla voce “classificazione armi”.

L’interessato potrà scaricare una scheda che compilata con i dati relativi all’arma sarà inoltrata al BNP.

Il BNP verifica che l’arma descritta possieda le qualità di arma comune, nonché l’esatta attribuzione della categoria di cui alla Direttiva CEE 477/91 apportando le eventuali correzioni.

La scheda verificata verrà ritrasmessa all’interessato in formato Pdf e quindi da questi rinviata al BNP firmata a mezzo posta.

Il BNP pubblicherà la scheda nel sito alla voce “armi classificate” e fornirà una copia della scheda controfirmata dalla Direzione.

Il tipo di arma sarà identificato da un codice da citare nella documentazione di accompagnamento delle armi presentate alla prova.

Per le armi appartenenti alla categoria B7 in calibri militari (5,7x28; 7,62x51; 5,56x45; 30-06; 7,62x39;

7,62x54 e loro sinonimi più altri eventuali) dovrà essere altresì dichiarato se l’arma proviene o no dalla demilitarizzazione di arma automatica. In quest’ultimo caso deve essere presentato un esemplare al BNP e fornire eventuale documentazione integrativa.

Le armi demilitarizzate avranno un codice identificativo specifico che ne permette il riconoscimento.

Per il riconoscimento delle armi sportive, la richiesta dovrà essere inoltrata successivamente all’ottenimento della classificazione di arma comune del tipo di arma di appartenenza.

La richiesta dovrà contenere la descrizione delle caratteristiche strutturali e meccaniche, due fotografie digitali e la disciplina sportiva in cui si intende utilizzare l’arma. La documentazione sarà trasmessa a cura del BNP alla federazione sportiva per il parere previsto dalla legge 85/86 e quindi pubblicata nel sito del BNP.

Fermo restando l’attività preliminare di classificazione come sopra descritta, per le armi importate recanti i punzoni di prova di uno dei banchi riconosciuti, come previsto dall’articolo 11 della legge 110/75 non devono essere presentate al BNP con l’esclusione delle armi derivate dalla demilitarizzazione di armi automatiche per le quali vige la circolare 557/B.50106.D.2002 del 20/09/2002 e tutti gli esemplari importati perverranno al BNP con la documentazione prevista per la sola verifica della corretta demilitarizzazione.

Nel caso di presentazione di armi da guerra, tipo guerra o comunque proibite, da parte di soggetti autorizzati (licenza ex art. 28 TULPS) il BNP eseguirà le prove tecniche previste dalla CIP, apporrà i punzoni e rilascia il certificato di prova riportando la nota che l’arma non è qualificabile come arma comune.

E’ sicuramente migliore del previsto ma se vi sembra ben fatta l’avete letta superficialmente o se siete uno di quegli importatori italiani un po’ coglioni - e ce ne sono, scusatemi il termine - come quelli che dicono “a me che me frega delle DEMILITARIZZATE B7 io importo solo armi nate semiauto...” e cade nel solito errore ...perché a passare dalle demilitarizzate alle B7 é un attimo e poi via via a salire...intanto nella circolare si continuano a definire alcuni calibri come “militari”

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(anche il 30.06 che la guerra non la vede da 50 anni) “ più altri eventuali ...

In quell’EVENTUALI ci sta tutto per cui si lascia amplissima facoltà di vietare (visti i numerosissimi delitti commessi nel 2012 con armi simil militari.. sapete quanti ...

ZERO ad oggi” .... ma ne riparleremo a fine anno tra le nuove iniziative di FISAT.

Poi ANCORA l’obbligo infondato di portare TUTTE le armi DEMILITARIZZATE UNA PER UNA al Banco per la verifica della demilitarizzazione, contro la normativa europea sulla produzione che dice che si verifica SOLO IL PROTOTIPO in quanto il produttore si IMPEGNA alla produzione/distribuzione di esemplari corrispondenti al prototipo.

Chi pagherà le spese inutili ? Ve lo dico io... voi cioé noi cioé l’utente finale.

Su questa ci cosa ci faremo sentire....eccome....

L’abolizione della Commissione:

Come accennato sopra, apprendiamo che la Commissione é stata abolita in altra parte dello stesso decreto “Spending Review” e la cosa non può che farci piacere viste le cose che tirava fuori. Alcuni le chiamano “compromessi”, noi le chiamiamo disparità di trattamento, alterazione del mercato e della libera concorrenza, abuso di posizione dominante (chi ci stava dentro, alla Commissione, sapeva delle circolari almeno 3-4 mesi prima dei propri concorrenti che le leggevano sulle riviste) per cui non poteva e non doveva dirare; non sarebbe sopravvissuta a un serio ricorso alla Commissione Europea.

il decreto sulla spending review é pesante da leggere senza addormentarsi e non sono riuscito a trovare esattamente dove abbia abolito la Commissione, ma ha solo ABOLITO I FONDI (tantissimi) che le rimborsavano le spese ingenti dei suoi membri (uno pare venisse in aereo dalla Sicilia).

Ma soprattutto, non essendoci abrogazione esplicita delle norme, ciò non toglie che l’obbligo del Ministero dell’Interno di sentire il settore prima di intraprendere un provvedimento, stabilito dalla Legge 110/75 RIMANGA, ragione per cui la Commissione può benissimo essere sostituita da un meccanismo tipo della

“conferenza dei servizi” cui avranno diritto di accedere per dire la loro TUTTI gli operatori del settore e NON SOLO le associazioni TRADIZIONALI (vogliamo dirlo: ASSOARMIERI, CNCN, CAB/CAN..per lo sport UITS ecc. ecc.) soprattutto NEI CASI IN CUI IL PROVVEDIMENTO INVESTIRA’ QUEL PARTICOLARE

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SETTORE (es. tiro dinamico o importatori).

DIVENTA QUINDI PIU’ IMPORTANTE che gli importatori, almeno quelli che al momento non si riconoscono in quelle attuali, si organizzino in un’associazione , le Federazioni di Tiro Pratico/Dinamico trovino il modo di farsi sentire (in Italia le più grosse sono 3 o 4), magari organizzandosi in modo tale da condividere le spese di inviare un rappresentante (possibilmente ferrato) alle conferenze dei servizi.

Siamo ancora una volta davanti al bivio; da una parte una grande occasione di libertà ma soprattutto di TRASPARENZA che non vedevamo da quarant’anni di

“complessi compromessi”, dall’altra - se il settore non saprà muoversi ed organizzarsi, un peggioramento della situazione costituito da un aumento della discrezionalità o, peggio, dell’improvvisazione tecnica e legale.

Noi siamo qua e ci stiamo lavorando, per ora da soli.

Il prezzo della libertà é l’eterna vigilanza.

Simone Ciucchi - Pres. FISAT (6.9.12)

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