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TOMMASO SIMONI Consulente Tecnico Commerciale Edilizia Leggera LA PITTURAZIONE DELLE SUPERFICI MURARIE

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Academic year: 2022

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LA PITTURAZIONE DELLE SUPERFICI MURARIE

Capitolo 1 - ANALISI DEI SUPPORTI

OVVERO TUTTO QUELLO CHE È FONDAMENTALE FARE E SAPERE PER ESEGUIRE UN LAVORO OTTIMALE E SENZA SORPRESE PREMESSA: Le PITTURE e/o Le VERNICI e/o i RIVESTIMENTI A SPESSORE, hanno in generale due specifiche funzioni, ovvero quella di PROTEGGERE un manufatto o un oggetto e al tempo stesso quella di ABBELLIRLO/VALORIZZARLO.

Per raggruppare le varie tipologie di prodotti vernicianti, d’ora in avanti utilizzerò il termine generico di “FINITURE”.

Detto ciò, risulta quindi assai importante, prima di applicare uno o più di queste Finiture, valutare attentamente lo stato di conservazione dei supporti; quando questi dovessero già presentare dei vizi, più o meno importanti, bisognerà considerare come obbligatorie tutte quelle operazioni che rendano quest'ultimi compatti, solidi e coesi, privi di elementi contaminanti, polverosi/sfarinanti che possano pregiudicare la corretta adesione dei prodotti vernicianti di finitura.

Dopo quanto premesso, entriamo nel dettaglio delle analisi da eseguire sui supporti prima di eseguire una qualsiasi tipologia di intervento di finitura.

a. Verifica di presenza di Umidità nei supporti – fondamentale accertarsi che una superficie da ricoprire con pitture o vernici non presenti efflorescenze saline dovute a presenza di umidità, sia che essa sia di risalita capillare (pareti fuori terra) che di controspinta (pareti interrate) o da infiltrazione (coperture e sottobalconi).

In questi casi è necessaria una misurazione strumentale del grado di umidità mediante Igrometro (da profondità possibilmente - ne esistono di vari tipi, quelli con 2 aghi sono più indicati per la misurazione su legno e non su murature), in ogni caso, quando sono presenti alonature umide, scrostamenti ed erosione dei materiali ed efflorescenze dette anche “barbe” di sali, è possibile che l’umidità nei materiali sia ancora presente e attiva. Di fronte a questa problematica, si rende necessario prevedere idoneo ciclo di risanamento non solo dell’umidità e sua causa scatenante, ma bensì anche dei Sali che sono migrati verso la superficie, quest’ultimi fortemente igroscopici sono il motivo dello scrostamento ed erosione dei materiali da costruzione;

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b. Verifica dell’ancoraggio degli intonaci e/o delle malte al supporto murario – operazione da condurre sempre ma specialmente quando si è in presenza di supporti fessurati. Questa verifica si esegue con battitura della superficie tramite martello o con il manico della mazzetta, oppure con un sistema altrettanto semplice ed efficace, detto anche della monetina da 2euro (così coniato dal sottoscritto), ovvero tenendo appoggiata al muro una moneta da 2 euro sotto le dita indice e medio, la si fa scivolare sulla superficie compiendo con le braccia ampi archi, in base al cambiamento del suono da sordo ad acuto dello scorrere della moneta, si individueranno aree d’intonaco non coese e queste andranno poi segnate con una matita o con una bomboletta, per andarle poi a ripristinare dopo aver completato le varie analisi;

c. Verifica della presenza di muffe, muschi o alghe – solitamente sulle pareti più in ombra e a nord, si possono riscontrare muffe dal colore grigio scuro o marroncino, mentre su pareti molto umide ma anche toccate dal sole, possono presentarsi muschi e alghe di colorazione verde scuro. Di fronte a questa complessa famiglia di forme batteriche e che si nutrono delle sostanze organiche dei prodotti di finitura, si rende necessaria una preliminare azione decontaminante mediante Antimuffa e Antialga a largo spettro. L’applicazione corretta di questo prodotto è mediante irroratrice a bassa pressione che permette di distribuire la soluzione antimicotica nebulizzandola sulla superficie contaminata, avendo cura di distribuirlo anche su tendaggi, cornici o cardini nelle vicinanze. Lasciare agire il tempo necessario e risciacquare con acqua pulita (potabile). Evitare tassativamente l’applicazione di queste soluzioni sanificanti con pennelli, stracci o rulli perché le spore non neutralizzate rischierebbero di essere sparse oltre la zona di contaminazione già presente, se toccate inavvertitamente le muffe con mani nude, evitare di toccarsi occhi, bocca e naso e lavarsi con acqua e sapone per eliminare le eventuali spore raccolte;

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d. Verifica di supporti polverosi e/o sfarinanti – le superfici polverose dovute a sporco e/o smog o quelle

“sfarinanti” perché il vecchio tinteggio è ormai troppo poroso, usurato ed ha perso la sua plasticità e idrorepellenza originaria, compromettono la corretta adesione delle nuove pitture. Questa tipologia di problema si affronta in due fasi. La prima prevede un idoneo idrolavaggio ad alta pressione (preferibilmente a pressione di almeno 200-250bar) possibilmente eseguendo il lavaggio dal basso verso l’alto, operazione volta ad evitare il trascinamento dello sporco, in quanto l’acqua pulita riempiendo prima le porosità sottostanti, non permette all’eventuale sporcizia che scende di essere assorbita dalla porosità del supporto sottostante perché già saturo d’acqua pulita. La seconda fase invece prevede l’applicazione preventiva di idoneo Primer/Fissativo che sia in grado di rendere solidi e ben coesi i supporti;

e. Verifica della consistenza e dell’assorbimento d’acqua – la verifica dello stato di consistenza degli intonaci è di fondamentale importanza per la scelta del sistema di preparazione e delle Finiture. Su un intonaco di bassa consistenza, non è ad esempio consigliabile utilizzare sistemi a spessore che andrebbero ad aggravare il peso sulle superfici. Per verificare la solidità o durezza dei supporti si può utilizzare un vecchio cacciavite o un qualunque attrezzo a punta. Se esercitando una moderata pressione, l’attrezzo utilizzato penetra in profondità, l’intonaco è troppo compresso e quindi irrecuperabile, mentre se con la stessa moderata pressione l’attrezzo scalfisce superficialmente o addirittura non riesce a scalfirlo, la superficie è molto coesa e adeguatamente consistente. Altro dettaglio da non sottovalutare è il grado di assorbimento d’acqua delle superfici e a maggior ragione degli intonaci. Se bagnando il muro con acqua, questa scorre su di esso senza venire assorbita, l’intonaco o il fondo si considera poco assorbente ed adatto ad essere rifinito con qualsiasi ciclo o sistema. Se bagnando sempre con acqua, questa invece viene parzialmente o assorbita velocemente,

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l’intonaco o il fondo si considera mediamente o altamente assorbente e, prima dell’applicazione delle finiture è consigliabile trattarlo con adeguati isolanti e/o fondi,

f. Verifica della natura delle vecchie finiture presenti su di un supporto murario – nella maggioranza dei casi, quando bisogna ri-tinteggiare una facciata, ci troviamo davanti a vecchie Finiture, perciò risulta assai importante conoscerne la loro natura, in modo da scegliere più consapevolmente il ciclo da eseguire. Le finiture di origine minerale, quali calci o silicati, essendo povere o addirittura sprovviste di leganti organici (resine), non sono reattive a sverniciatori, diluenti nitro o fiamma libera (cannello del gas); sottoposte a lunghi periodi di aggressione atmosferica, in particolar modo prodotti a base calce (anche solo dopo 6-8anni) possono presentare un elevato sfarinamento superficiale, ma con una buona o ottima adesione al supporto originario.

Mentre le Finiture contenenti leganti organici di sintesi, sono al contrario molto sensibili e reattivi a sverniciatori, diluenti nitro o fiamme libere, anch’esse dopo lunghi periodi di esposizioni possono presentare sfarinamenti superficiali e discreto assorbimento, ma a differenze dei prodotti minerali, a volte sono soggetti anche a scollamento dalla superficie o a rigonfiamenti localizzati. Perciò come prima verifica sarà necessario capire la reattività a solventi del prodotto presente sulla superficie, ovviamente le finiture minerali sono da utilizzare solo su murature intonacate, perciò su altre tipologie di supporti si può escludere la loro presenza, come ad esempio su metalli, leghe leggere e/o plastiche, legni o cemento armato.

g. Verifica dell’adesione delle Finiture ai supporti – strettamente collegata alla verifica precedente, è l’analisi dello stato di adesione delle vecchie finiture ai supporti, ovvero capire se lo strato della vecchia finitura è in grado di sopportare una riverniciatura diretta o in caso contrario la nuova pitturazione farà distaccare/sollevare quella vecchia. Perciò come prima cosa, bisognerà ispezionare le superfici e dove si presentassero rigonfiamenti o distacchi evidenti, verificare lo stato del supporto sottostante, ovvero se solido o polveroso, in quest’ultimo caso è bene considerare una sverniciatura. Altra analisi, soprattutto quando ci si trova davanti a superfici con spessori di svariati interventi di ritinteggiatura, spesso questo capita in stabili vecchi sia in esterno che ad esempio all’interno su rampe di scale condominiali o in appartamenti in affitto. In queste situazioni è bene valutare il grado di ancoraggio di tutto lo spessore ed è bene eseguire il test di quadrettatura o di strappo. Per eseguire questa operazione sono sufficienti un taglierino/cutter e uno nastro

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adesivo in carta da carrozzeria. Sulle zone individuate come significative per la prova, incidere le vecchie pitture con il taglierino praticando tagli orizzontali e verticali distanziati 2-3mm gli uni dagli altri, creando una quadrettatura con una dimensione di circa 4-5cm, poi si andrà ad applicare il nastro adesivo sino a ricoprire interamente tale quadrettatura, esercitando una normale pressione da garantire che il nastro aderisca uniformemente sulla superficie, ed infine strappare delicatamente il nastro dal supporto. Se con lo strappo del nastro il 70-80% delle vecchie pitture resta ben ancorato, sarà possibile procedere con la ritinteggiatura, nel caso invece si riscontrasse una percentuale del 50-60% di materiale ancorato, è possibile tramite fissativi a particella finissima il loro consolidamento, da verificare in ogni caso ad essicazione avvenuta del fissativo, ripetendo la prova e constatando che tale percentuale sia diventata sufficiente per la ritinteggiatura, in caso contrario o con percentuali di distacco superiori al 50%, si rende necessaria la sverniciatura dei supporti.

- Ulteriori Raccomandazioni Generali:

a) Attendere la completa stagionatura di precedenti interventi di intonacatura (ca. 30 gg) e rasatura o rappezzatura (7-8gg.).

b) Operare con temperature dell'ambiente e del supporto comprese tra i 10 e 35°C ed al riparo dalle avversità climatiche, quali pioggia, improvvise gelate, grandine, forte vento o elevato irradiamento solare. Operare su pareti in ombra.

c) Si ricorda che quando si realizza un intervento di finitura in esterno, bisogna soprattutto procedere per intere campiture/specchiature, su supporti coesi, compatti e assolutamente non polverosi, sfruttando come interruzioni esclusivamente i rilievi architettonici quali marcapiani, cornici o pluviali e quant’altro aiuti a non creare sormonti e/o giunte, compromettendo l’effetto estetico finale.

d) Rispettare i consumi e le rese dei prodotti da scheda tecnica, pena il decadimento di responsabilità prodotti.

Si approfitta inoltre, per sottolineare l’importanza di avere una Finitura uniforme e continua sulle superfici esterne;

oltre a garantire la corretta protezione delle murature e strutture portanti, permette altresì di mantenere una buona coibentazione termica delle stesse. Infatti intonaci esterni non pitturati e molto assorbenti, così come crepe o cavillature, permettono all’acqua piovana e all'umidità atmosferica di insinuarsi nelle murature riducendone le naturali proprietà isolanti, fattore quest’ultimo che comporta spesso la comparsa di muffe anche all’interno dei locali.

Riguardo invece i supporti o le superfici particolarmente lesionate, ovvero con crepe e/o cavillature, sarebbe sempre meglio ripristinarle quando le strutture sono nella fase di massima dilatazione, ovvero prima che sopravvenga la stagione autunnale, così da permettere alle operazioni di sigillatura, una maggiore capacità di tenuta e conseguente modulo elastico; a tal proposito e su territorio Italiano, si suggerisce quindi di intervenire prima della fine del mese di settembre, evitando inoltre che con l'arrivo delle prime piogge, nebbie e gelate, le crepe diventino facili via di accesso ad infiltrazioni d'acqua e dei conseguenti inquinanti in essa disciolti, aggravando ulteriormente lo stato già compromesso di alcuni manufatti.

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