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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 218

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ANALISI QUANTITATIVA DI HBSAG MEDIANTE TECNICA CMIA IN PAZIENTI EPATOPATICI CRONICI

Lunghi G., Mascheroni E., Orlandi A., Spolti M., Rampoldi S., *Lampertico P., *Viganò M., Pagano A.

Laboratorio Analisi Chimico Cliniche e Microbiologia, *Dipartimento di Gastroenterologia - Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli, Regina Elena, Fondazione IRCCS, Milano

Introduzione. Il virus HBV è la maggior causa di epatite

cronica, cirrosi e carcinoma epatocellulare. La lamivudina è un analogo nucleosidico, in grado di sopprimere la repli-cazione virale e la progressione della malattia epatica. Tuttavia trattamenti prolungati possono indurre l’emergenza di varianti con mutazioni nel motivo tirosina-metionina-aspartato-aspartato del gene HBV polimerasi. Questi mutan-ti sono resistenmutan-ti alla lamivudina e possono causare ricorren-ze virologiche e/o biochimiche durante la terapia. E’ estremamente importante che durante la terapia sia mantenu-to costante il monimantenu-toraggio del livello di HBV DNA e HBeAg per evidenziare precocemente la presenza di ceppi resistenti.L’utilizzo di un nuovo farmaco, l’Adefovir, con-sente inoltre di controllare la replicazione di HBV per lunghi

anni senza insorgenza di ceppi resistenti.L’incremento, dunque, di pazienti sottoposti a lunghi periodi di monitorag-gio HBV, renderebbe necessaria la disponibilità di test di facile esecuzione e poco costosi da utilizzare in supporto alle tecniche di biologia molecolare. Il metodo più semplice e meno costoso per diagnosticare l’infezione da HBV è la ricerca dell’HBsAg e dell’HBeAg nel siero del paziente con metodiche automatizzate (EIA, MEIA CMIA).

Metodi. Lo scopo di questo studio è di valutare la possibilità

di monitorare pazienti affetti da epatopatia cronica B in ter-apia con lamivudina o adefovir mediante il dosaggio quanti-tativo di HBsAg CMIA (Architect, Abbott) da affiancare all’HBV DNA eseguito con bDNA (Versant HBV, Bayer).Il test HBsAg Architect è in grado di leggere un ampio range dinamico compreso tra 0.05 UI/ml e 250 UI/ml; qualora i valori riscontrati eccedessero il limite superiore si è provve-duto a una diluizione 1:100.

Risultati. Per studiare la concentrazione di HBsAg in

relazione ad altri marker HBV, si sono valutati 100 sieri HBeAg positivi e 100 sieri Anti HBe positivi, riscontrando una concentrazione significativamente superiore nei sieri HBeAg positivi (p<0.001). Si sono poi valutati 342 sieri rac-colti da 78 pazienti HBeAg negativi a partire dal momento basale prima dell’inizio della terapia fino alla negativiz-zazione dell’HBV DNA, per evidenziare la concentrazione di HBsAg nel tempo, ma tale aspetto richiede una ulteriore valutazione con ampliamento della casistica.

Conclusioni. L’elaborazione dei dati sinora ottenuti non ci

consente di estrapolare una valutazione univoca circa la pos-sibilità di utilizzare l’attuale test HBsAg Architect quantita-tivo nei pazienti cronici, tenendo conto anche dell’attuale assoluto risalto che il test da alla sensibilità.

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