SINDROME DI DRAVET
La sindrome di Dravet, encefalopatia epilettica, è una forma rara e grave di epilessia che compare in un bambino apparentemente normale. La prima definizione della sindrome di Dravet in accordo con la classificazione ILAE 1989 è: “ crisi febbrili o afebbrili generalizzate e unilaterali, cloniche, tonico-cloniche che si presentano nel primo anno di vita in un bambino apparentemente normale, associate successivamente a mioclono, assenze atipiche e crisi parziali. Tutti i tipi di crisi sono farmaco resistenti. La compromissione dello sviluppo diviene evidente nel secondo anno di vita ed è seguito da un definitivo ritardo cognitivo e da disturbi della personalità “
E’ caratterizzata da:
esordio nel primo anno di vita (molti autori riportano l’esordio fra 5°-8° mese di vita),
crisi miocloniche
presenza di febbre
estrema variabilità della gravità del quadro
compromissione dello sviluppo psicomotorio e neurologico, legato al persistere dell’attività epilettica
relativa alta incidenza di convulsioni febbrili nei membri familiari
modello di epilessia causato da canalopatia (ovvero alterazione della permeabilità al sodio delle membrane cellulari neuronali)
eziologia genetica dovuta a mutazione del gene SCN1A
esito non così severo (mortalità precoce) come era stato precedentemente descritto Altri aspetti caratteristici sono rilevabili da un’anamnesi familiare di epilessia ( 25-50%) e crisi accompagnate da febbre: un lieve rialzo della temperatura è sufficiente ad innescare le crisi convulsive, di solito in ambito infettivo. Le crisi cloniche tendono a diventare prolungate e esitano in stato di ottundimento.
I disturbi del comportamento possono essere iperattività, perdita di attenzione, comportamento oppositivo e talora tendenza ad isolarsi .
Possono essere presenti segni neurologici come ipotonia, atassia, mioclono delle estremità nelle fasi interictali (libere da crisi), segni piramidali nel secondo anno di vita.
L’EEG all’inizio può non presentare il tipico pattern, mentre successivamente compaiono alterazioni generalizzate e multifocali. Nel 49.2% dei casi si ha fotosensibilità e può essere osservata nel primo anno di vita.
In molti casi la sindrome risulta da una mutazione de novo del gene SCN1A, che codifica per il canale del sodio voltaggio dipendente
Si distinguono tre fasi cliniche:
Fase febbrile o di esordio
Fase di peggioramento
Fase di stabilizzazione
I pazienti di solito non hanno una storia personale patologica che precede l’esordio dell’epilessia:
sviluppo fisico e psicomotorio nella norma.
FASE DI ESORDIO (fase febbrile)
La prima crisi è tipicamente clonica, generalizzata o parziale, scatenata da febbre ma spesso non più lunga di una semplice convulsione febbrile. Le crisi possono presentarsi senza febbre nell’ambito di una vaccinazione o di un episodio infettivo o dopo un bagno caldo.
Negli episodi successivi le crisi afebbrili possono associarsi con crisi febbrili nell’80% dei casi. E’
stata associata la prima crisi con la prima dose di vaccino DTP .
Queste crisi con o senza febbre tendono a prolungarsi e durare per più di 20 minuti (25-49%) e talora evolvere in stato di male. In alcuni pazienti i genitori hanno notato episodi di isolate mioclonie in assenza di febbre alcune settimane o alcuni giorni prima la comparsa della prima crisi convulsiva. L’esordio delle crisi varia in base all’età: le crisi tendono ad essere più prolungate quando compaiono prima dei sei mesi con uno stato epilettico, mentre sono più brevi dopo i sei mesicon stato epilettico successivo.
FASE DI PEGGIORAMENTO
La prima crisi è spesso considerata come una convulsione febbrile per cui vengono fatti pochi accertamenti e non viene data nessuna terapia; altre convulsioni febbrili si presentano dopo circa sei settimane e cominciano le crisi afebbrili . Fra 1 e 4 anni altre crisi si presentano in contemporanea con un rallentamento psicomotorio e il quadro diviene caratteristico di steady state.
FASE DI STEADY STATE
In questa fase il paziente può presentare qualsiasi tipo di crisi convulsive, non controllate dalla terapia antiepilettica anche in acuto. Può presentare compromissione dello stato di coscienza con ottundimento e progressivo peggioramento delle condizioni neurologiche (sintomi di compromissione del sistema nervoso autonomo come vomito, tachicardia, dilatazione pupillare, fenomeni vasomotori al volto e all’estremità.
La prognosi non è favorevole tutti i pazienti hanno deterioramento motorio e cognitivo fino alla disautonomia; la mortalità precoce è alta (16-18%) con possibilità di SUDEP (morte improvvisa in epilessia) : decesso improvviso ed inaspettato in soggetti con epilessia, non causato da cause accidentali o da stato di male, e con un esame autoptico e tossicologico che non nespiegano la causa.
L’incidenza della sindrome di Dravet è inferiore a 1/40000. Non c’è prevalenza di sesso.