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Dati e modelli della Flora Vascolare Italiana con i nuovi strumenti della biodiversity informatics

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(1)

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE

XXX CICLO DEL DOTTORATO DI RICERCA IN

AMBIENTE E VITA

Dati e modelli della Flora Vascolare Italiana con i

nuovi strumenti della biodiversity informatics

Settore scientifico-disciplinare: BIO/02 - BOTANICA SISTEMATICA

DOTTORANDO

RICCARDO PENNESI

COORDINATORE

PROF. GIORGIO ALBERTI

SUPERVISORI DELLA TESI

(2)
(3)

INDICE

INDICE ... 3

RIASSUNTO ... 7

ABSTRACT ... 9

INTRODUZIONE ... 12

Lavoro personale svolto per questa tesi... 12

Le Checklist e il concetto di biodiversità ... 14

Le Flore d’Italia dal 1700 ad oggi ... 17

Che cos'è una Flora ... 17

Le prime Flore in Italia ... 17

Flora d'Italia di A. Bertoloni (1833-1854) ... 17

Flora d'Italia di F. Parlatore (1848-1896) ... 18

Flore d’Italia di G. Arcangeli (1° ed. 1882 e 2° ed. 1894) ... 19

Flora d’Italia di V. Cesati, G. Passerini e G. Gibelli (1867-1886) ... 19

Flore d'Italia di A. Fiori (Fiori A. e Paoletti G. 1896-1909 e Fiori A. 1923-1929) ... 19

Flora d’Italia di P. Zangheri (1976) ... 21

Flora d’Italia di S. Pignatti (1° Edizione, 1982) ... 21

Argomenti e area di studio ... 21

Distribuzione regionale ... 22

Informatizzazione dei dati ... 22

Flora d’Italia di S. Pignatti (2° Edizione, 2017) ... 23

Determinazione delle specie... 23

Limiti geografici... 23

Numero di taxa censiti ... 23

Descrizione delle specie ... 23

Codice numerico ... 24 Forma biologica ... 24 Figure ... 24 Limiti altimetrici ... 24 Fioritura ... 24 Numeri cromosomici ... 25 Bibliografia ... 25

Flora stampata e Flora digitale ... 25

La Flora d'Italia digitale (Guarino & La Rosa in press., in Pignatti 2017) ... 25

Le Checklist della flora vascolare d’Italia dal 1980 ad oggi ... 27

1980: “Check-list of the Flora of Italy with codified plant names for computer use” (Pignatti 1980) ... 27

2005: “An annotated checklist of the Italian vascular flora” (Conti et al. 2005) ... 27

Criteri tassonomici e organizzazione dell’opera ... 28

Fonti dell’opera ... 29

Criteri geografici ... 29

Simbologia ... 29

(4)

1. File “Db Flora Vascolare” ... 35

Tab. 2 - Schema dei Campi e stato di aggiornamento dati del file “DB Flora Vascolare”. ... 36

2. File “Sinonimi” ... 38

Tab. 3 - Schema dei Campi e stato di aggiornamento dati file “Sinonimi”. ... 38

3. File “Liste Rosse” ... 39

Tab. 4 - Schema dei Campi e stato di aggiornamento dati file “Liste Rosse”. ... 39

4. File “Nomenclatura” ... 40

Tab. 5 - Schema dei Campi e stato di aggiornamento dati file “Nomenclatura”. ... 40

Visualizzazioni maschere e campi dei record... 41

1. “STATUS” DELLE ENTITA’ NELLA DISTRIBUZIONE REGIONALE ... 43

2. “STATUS” DELLE ENTITA’ SECONDO LA LISTA ROSSA DELLA FLORA D’ITALIA e LE LEGGI DI TUTELA REGIONALI/INTERNAZIONALI. ... 45

3. “STATUS” DI ENDEMICITA’ DEI TAXA ... 47

4. “STATUS” DI ESOTICITA’ DEI TAXA ... 48

5. FORMA BIOLOGICA E COROTIPO DEI TAXA ... 50

Tab. 6 - Forme biologiche, strategie, sigle, sottotipi delle entità (Pignatti et al. 2001). ... 50

Tab. 7 - Elenco corotipi e definizioni (Pignatti 2000). ... 52

Dati ecologici ... 54

1. INDICI DI ELLENBERG ... 54

2. DISTRIBUZIONE ALTITUDINALE ... 56

3. PERIODO DI FIORITURA ... 57

4. NUMERO CROMOSOMICO ... 57

Checklist delle piante autoctone (Bartolucci et al. 2018) ... 58

Checklist delle piante alloctone (Galasso et al. 2018) ... 60

Elaborazione dati della checklist della Flora d’Italia ... 63

PARTE II - Creazione del Portale della Flora d’Italia e collegamento alle risorse del Progetto Dryades e di Acta Plantarum ... 67

Creazione del Portale della flora d’Italia ... 67

Collegamento ai portali delle flore locali del Progetto Dryades ... 68

PARTE III - Esempi di elaborazione di dati ecologici e tratti morfologici provenienti da 3 database diversi (Flora d’Italia, Flora del Friuli Venezia Giulia, Dryades) ... 70

I DATI... 71

Il database sulla Flora del Friuli Venezia Giulia ... 71

Indici di Landolt ... 71

Ambienti ... 72

Dati vegetazionali di confronto ... 72

Il database dei caratteri morfologici del Progetto Dryades ... 73

METODI ... 75

Correlazioni tra indici di Ellenberg e Indici di Landolt ... 75

Test di predittività dei dati ecologici “virtuali” provenienti da due database diversi rispetto a dati reali di vegetazione ... 75

Uso degli indici ecologici per definire “ambienti virtuali” ... 76

(5)

Tab. 14 - Generi con il numero più frequente di taxa criptogenici e tassonomicamente dubbi ... 89

Checklist delle piante alloctone ... 90

Tab. 15 - Famiglie (> 30 taxa) e generi (> 10 taxa) più frequenti della flora vascolare alloctona d'Italia ... 90

Tab. 16 - Stato di occorrenza dei taxa in ciascuna delle 20 regioni amministrative ... 91

Tab. 17 - Numero di neofite (N) e archeofite (A) segnalate (escluse quelle segnalate per errore) per le 20 regioni amministrative italiane ... 92

Tab. 18 - Stato di esoticità dei taxa in ciascuna delle 20 regioni amministrative ... 93

Tab. 19 - Taxa alieni di interesse Europeo ... 94

Elaborazioni numeriche sulle checklist ... 96

PARTE II - Il Portale della Flora d’Italia ... 104

Tab. 20 - Dati riassuntivi sulle Checklist e Flore d’Italia dal 1800 ad oggi... 105

I DATI... 106

Collegamenti ad altre risorse ... 107

Struttura del portale ... 108

1. INTERFACCIA DI BASE ... 108

2. INTERFACCIA STANDARD ... 109

3. INTERFACCIA AVANZATA ... 111

Relazioni tra il Portale della Flora d’Italia e i Portali delle flore locali del Progetto Dryades ... 129

Il portale della Flora d’Italia e il Network Nazionale della Biodiversità ... 138

PARTE III - Esempi di elaborazione di dati ecologici e tratti morfologici provenienti da 3 database diversi (Flora d’Italia, Flora del Friuli Venezia Giulia, Dryades) ... 139

Correlazione tra indici ecologici ... 139

Tab. 21 - Coefficienti di correlazione fra gli indici ecologici di Ellenberg e i corrispondenti indici ecologici di Landolt. a: le specie eurivalenti sono state eliminate; b: alle specie eurivalenti sono stati attribuiti i valori mediani degli indici. ... 139

Tab. 22 - Coefficienti di correlazione fra l'altitudine media di presenza delle specie e gli indici ecologici di Ellenberg e di Landolt relativi alla temperatura. a: le specie eurivalenti sono state eliminate; b: alle specie eurivalenti sono stati attribuiti i valori mediani degli indici. ... 140

Valutazione della predittività dei parametri ecologici rispetto a dati reali ... 141

Primo test di predittività ... 141

Chi Quadrato ... 141

Test di Mandel ... 141

Indice di Fowlkes-Mallows ... 141

Secondo test di predittività ... 144

Tab. 23 - Matrice dei gruppi di specie ottenuti dalla classificazione dei rilievi vegetazionali (colonne) e ambienti/valori medi degli indici di Landolt (continentalità, granulometria, humus, luminosità, nitrofilia, pH, temperatura e umidità) ed Ellenberg (salinità) (righe). ... 145

Tab. 24 - Tabella di contingenza tra gruppi di specie ottenuti dalla classificazione dei dati vegetazionali (righe) e gruppi di specie ottenuti dalla classificazione basata su parametri ecologici. ... 150

Uso degli indici ecologici per definire “ambienti virtuali” ... 152

Tab. 25 - Tabella di rilievi reali (numeri, v. sezione “dati”) e “virtuali” (lettere) di vegetazione prativo-pascoliva del Carso, ordinata secondo la classificazione di Fig. 5D. ... 153

Caratterizzazione ecologica di rilievi vegetazionali mediante gli indici ... 156

Tab. 26 - Valori medi degli indici di Landolt negli 88 tipi vegetazionali del Carso ... 157

Analisi di dati ecologici e tratti morfologici ... 159

Tratti morfologici negli ambienti (piante legnose) ... 159

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(7)

RIASSUNTO

Il lavoro svolto per questa tesi si articola su tre livelli principali:

1. Collaborazione all’implementazione e aggiornamento del database della Flora d’Italia con relativa redazione delle due checklist delle piante vascolari autoctone ed alloctone, le quali sono state pubblicate nei primi mesi del 2018 in due articoli separati di cui sono coautore. Analisi multivariata dei dati derivanti dalle due checklist, con particolare attenzione alle differenze floristiche tra le regioni.

2. Collaborazione alla creazione del Portale della Flora d’Italia, che integra i dati delle due checklist e li connette con risorse multimediali aggiuntive derivanti dai database del Progetto Dryades (Università di Trieste) e da Acta Plantarum.

3. Analisi dei dati derivanti da tre banche dati interconnesse: 1) Il database della Flora d'Italia; 2) Il database della Flora del Friuli Venezia Giulia di L. Poldini; 3) Il database dei caratteri morfologici delle piante vascolari del progetto Dryades.

Le due checklist della Flora d’Italia comprendono, complessivamente, ben 9792 taxa infragenerici (8195 per le autoctone e 1597 per le alloctone), un numero molto maggiore di quello incluso nelle checklist e flore precedenti, con dati relativi alla nomenclatura, alla tassonomia, alla eventuale sinonimia e alla distribuzione regionale (presenza/assenza, presenza dubbia, presenza non confermata in tempi recenti, non più presente/estinta, avventizia, naturalizzata, invasiva, etc.). L’analisi multivariata dei dati relativi alle piante autoctone ed alloctone è stata svolta separatamente per i due gruppi di taxa infragenerici, evidenziando differenze floristiche significative tra le diverse regioni d’Italia, correlabili a diverse caratteristiche dei rispettivi territori (superficie, eterogeneità ambientale, fasce altimetriche, tipologie e numero di aree protette, temperatura minima, media e massima annue, piovosità media annua, uso del suolo etc.).

Il Portale della Flora d’Italia permette di effettuare ricerche complesse sulla flora d’Italia e delle singole regioni italiane. Per ogni taxon infragenerico viene fornita una “taxon page” comprendente tutte le risorse derivanti dalle checklist nazionali e dai diversi database del Progetto Dryades. Il portale è stato integrato con dati che includono il binomio latino, la posizione sistematica (APG IV) e relativo cladogramma, la distribuzione regionale (tramite la generazione automatica di mappe) e status attuale, il nome vernacolare italiano e le immagini delle piante (spesso raffiguranti i caratteri distintivi per il riconoscimento), oltre che con collegamenti alle risorse di ActaPlantarum.

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ABSTRACT

Work for the present thesis was focused on three main levels:

1. Collaboration in the implementation and updating of the database of the Flora of Italy, with the preparation of two checklists (native and alien vascular plants) which have been published in the first months of 2018 in two separate articles, of which I am co-author. Multivariate analysis of the data deriving from the two checklists, with special emphasis on the floristic differences among regions.

2. Collaboration in the creation of an online Portal to the Flora of Italy, which integrates the data of the two checklists and connects them with additional multimedia resources deriving from several databases of the Dryades Project (University of Trieste), and Acta Plantarum.

3. Analysis of data deriving from 3 interconnected databases: 1) The database of the Flora of Italy; 2) The database of the Flora of Friuli Venezia Giulia by L. Poldini; 3) The database of morphological traits of vascular plants of Project Dryades.

The two national checklists include a total of 9792 infrageneric taxa (8195 native and 1597 alien), a number which is much higher than those of previous checklists and floras, with data on nomenclature, taxonomy, synonymy, and regional distribution (presence / absence, doubtful presence, presence not confirmed in recent times, no longer present / extinct, adventitious, naturalized, invasive, etc.). The multivariate analysis of the data related to autochthonous and alien plants at regional level was carried out separately for the two groups taxa, highlighting significant floristic differences among the different regions of Italy, which are correlated to different characteristics of the respective territories (surface area, environmental heterogeneity, altitudinal range, types and number of protected areas, climatic variables, land use, etc.).

The Portal of the Flora of Italy allows to carry out queries on the flora of Italy and of the individual Italian regions. For each infrageneric taxon, a "taxon page" is provided, including all the resources deriving from the national checklists, and those deriving from different databases of the Dryades Project: scientific binomial, systematic position (following APG IV) and relative cladograms, regional distribution (with auto-generating maps) and current status, Italian vernacular names and digital images (often showing distinctive characters for identification), plus links to resources from ActaPlantarum.

(10)
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INTRODUZIONE

Il lavoro da me svolto per la tesi di Dottorato si articola in tre punti, che costituiscono le tre sezioni principali del capitolo “Risultati”:

1) Collaborazione alla redazione delle nuove checklist delle piante alloctone e autoctone d’Italia, pubblicate nei primi mesi del 2018 (Bartolucci et al. 2018, Galasso et al. 2018), di cui sono coautore.

2) Realizzazione di un portale consultabile in rete che organizzi in maniera unitaria i dati nomenclaturali, distributivi e tassonomici delle due checklist di cui al punto 1), integrandoli con altre risorse derivanti dai database del Progetto Dryades e da Acta Plantarum.

3) Esempi di integrazione tra diverse banche dati tramite l’identificatore unico delle checklist, con analisi di diversi set di dati derivanti da tre banche dati indipendenti: i) Il Portale sulla Flora d’Italia, ii) Il database sulla flora del Friuli-Venezia Giulia di L. Poldini, e iii) Il database dei tratti morfologico-funzionali delle piante vascolari del Progetto Dryades.

Lavoro personale svolto per questa tesi

La redazione delle nuove checklist della flora d’Italia e la pubblicazione dei dati in rete sotto forma di un Portale consultabile dal grande pubblico costituiscono ovviamente un lavoro di tale portata da non essere realizzabile da una singola persona. La redazione delle checklist ha coinvolto più di 50 botanici italiani e stranieri appartenenti a più di 30 istituzioni, mentre la creazione del Portale ha richiesto una continua interazione con lo staff del Progetto Dryades dell’Università di Trieste. Il lavoro da me svolto per questa tesi di dottorato è quindi soltanto una parte di quello necessario per la redazione delle checklist e la creazione del Portale. Tuttavia, si tratta di un contributo importante, svolto su due piani: 1) Implementazione del database relativo alle checklist della Flora Italiana, 2) Stretta e continua collaborazione con il Progetto Dryades dell’Università di Trieste per la realizzazione del Portale.

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3. Controllo nomenclaturale e distribuzionale delle specie appartenenti al genere Juniperus e alla famiglia delle Apiaceae in tutte le regioni d’Italia, con l’indicazione dell’eventuale esoticità della specie.

4. Confronto critico con i più recenti dati distribuzionali e aggiornamento del database della flora del Piemonte, Sardegna, Abruzzo e Molise (di quest’ultime due risulto anche uno dei revisori regionali per le Checklist di Bartolucci et al. 2018 e Galasso et al. 2018).

5. Aggiornamento critico dei dati bibliografici riguardanti la flora dell’Abruzzo.

6. Inserimento nel database e aggiornamento critico delle categorie di rischio di estinzione (per l’Italia e globali) e criteri IUCN per le specie presenti nella Lista Rossa della Flora Italiana.

7. Revisione dell’Herbarium “APP” del Centro di ricerche Floristiche dell’Appennino, (Barisciano, AQ).

8. Revisione della Flora Vascolare del Parco Nazionale dei Monti della Laga e del Gran Sasso.

9. Inserimento nel database di dati distribuzionali e aggiornamento nomenclaturale riguardanti le specie del genere Hieracium (circa 1400 entità) e le specie del genere Taraxacum Sect.

Taraxacum presenti in Italia.

10. Studio morfometrico di 4 gruppi sistematici: Oxytropis halleri group (in particolare O.

ocrensis sp. nov. in pubblicazione), gruppo di Centaurea deusta, gruppo di Laserpitium siler,

gruppo di Veronica austriaca.

11. Aggiornamento critico della nomenclatura di 10.949 taxa elencati nella “Lista dei valori di

bioindicazione delle piante vascolari della flora d’Italia” (Pignatti 2005).

12. Pubblicazione in qualità di coautore dell’articolo “At the intersection of cultural and natural

heritage: distribution and conservation of the type localities of the Italian endemic vascular plants” (Brundu et al. 2017) in cui abbiamo condotto un'analisi spaziale GIS per fornire la

prima panoramica quantitativa su larga scala del pattern di distribuzione di 1.536 località tipo (loci classici) di 1.216 piante endemiche vascolari italiane e loro relazione con un insieme di variabili descrittive.

Terminato il mio lavoro di implementazione del database ho collaborato come coautore alla stesura delle due Checklist della flora vascolare autoctona e alloctona d’Italia, le quali sono state pubblicate ad inizio 2018 nella rivista Plant Biosystems:

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Negli ultimi mesi sono stato impegnato nella armonizzazione dei dati tassonomico-nomenclaturali del database del Portale con quelli del database della flora del Friuli Venezia-Giulia di L. Poldini, che ha previsto anche l’aggiunta di dati riguardanti la forma biologica, gli indici ecologici di Landolt e la distribuzione altimetrica di tutti i taxa. Lo stesso lavoro è stato effettuato per permettere l’integrazione dei dati della checklist nazionale con quelli del database di caratteri morfologici del Progetto Dryades. Alla fine di questo lavoro è stato possibile ottenere automaticamente diversi set di dati derivanti dai tre database, che sono stati elaborati nella parte finale di questa tesi, come esempio delle risorse ottenibili dall’integrazione di database diversi, usando il backbone tassonomico-nomenclaturale della Checklist nazionale come elemento unificatore.

Le Checklist e il concetto di biodiversità

Negli ultimi anni, soprattutto a partire dalla Conferenza di Rio dell'UNESCO del 1992, la biodiversità è diventata un tema centrale nella ricerca ambientale, e la sua stima è stata riconosciuta come essenziale per la gestione degli ecosistemi su scala globale. Come spesso accade quando un termine scientifico diventa popolare e volgarizzato, il termine "biodiversità" - che, per inciso, era già difficile definire nel suo contesto originario - è spesso usato in un senso piuttosto vago, senza una definizione operazionale rigorosa. L'accettazione più diffusa è quella di considerarlo come equivalente al numero di taxa presenti in una determinata Unità Geografica Operazionale (OGU, vedi Crovello 1981), cioè un sito, un'area particolare, un paese, un continente. Tale definizione, tuttavia, è lungi dall'essere soddisfacente. Una volta noto il numero di organismi presente in una data OGU, sorge la domanda: la biodiversità di questa OGU è alta o bassa? La quantificazione della "biodiversità" implica un confronto quantitativo con aree di dimensioni più o meno comparabili e condizioni ecologiche simili. Questo è un campo controverso e interessante, in cui sono necessarie molte più ricerche e dati di base. Le relazioni tra numero di specie, latitudine, dimensione dell'area, diversità ecologica, ecc. sono state oggetto di studio sin dagli inizi di questo secolo (Arrhenius 1921, Gleason 1922); il problema, tuttavia, essendo estremamente complesso, è ben lungi dall'essere completamente risolto (si veda ad esempio Preston 1962, Johnson & Raven 1970, Malyshev et al. 1994). Le difficoltà sono esacerbate dalla diffusa mancanza di dati accurati e completi sul numero di organismi presenti in OGU di diversa superficie.

In botanica, le stime comparative di biodiversità si basano di solito su flore nazionali, regionali o locali più o meno accurate. La qualità delle informazioni disponibili, tuttavia, differisce fortemente tra i gruppi tassonomici. Le piante vascolari sono state studiate più a fondo rispetto altri gruppi di organismi, per i quali le informazioni di base sono spesso scarse e le stime della biodiversità a volte praticamente impossibili.

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pubblicati, o dovrebbero essere prese in considerazione anche fonti inedite e "letteratura grigia", come tesi, relazioni private, guide di escursione, ecc.? Anche in questo caso, gli autori di una checklist sono responsabili della modalità di selezione: l'unico criterio convincente è che il materiale su cui si basano i record deve essere recuperabile. Le tesi inedite possono spesso contenere informazioni preziose, a condizione che i campioni di riferimento vengano depositati nell'erbario dell'istituzione presso la quale è stata effettuata la tesi. Se tali informazioni sono considerate importanti e valide, possono essere incluse in una checklist. Le checklist possono differire anche in base al grado di esplorazione dell'area che coprono. Per aree ben esplorate esse rappresentano spesso una sorta di prodromo per una vera Flora; nel caso di aree scarsamente esplorate esse riassumono lo stato attuale delle conoscenze, ma non possono pretendere di essere esaurienti.

Le aree botanicamente più ricche e meglio esplorate dell'Europa meridionale sono l'Italia e la Penisola Iberica. Il grado di conoscenza tassonomica è spesso parallelo a quello dell'esplorazione floristica. In aree ben studiate è probabile che la maggior parte dei taxa infragenerici sia relativamente ben delimitata tassonomicamente. All'estremo opposto, una checklist può includere diversi nomi che si riferiscono a taxa molto poco conosciuti che necessitano di revisione critica. Quindi, il numero totale di taxa accettati in una checklist non riflette sempre l'effettiva diversità di specie di quella zona, non solo a causa di lacune nell'indagine floristica, ma anche a causa dell'insufficiente conoscenza tassonomica. Per inciso, un'ulteriore ricerca tassonomica spesso ridurrà piuttosto che aumentare il numero di taxa accettati, arricchendo la lista dei sinonimi. La citazione di taxa critici o poco noti in una checklist è, tuttavia, importante, perché porterà all'attenzione degli specialisti questi nomi potenzialmente corretti, spesso pubblicati in documenti da tempo dimenticati. Ci si aspetta anche che le checklist siano un mezzo per raggiungere la stabilità nomenclaturale, almeno per alcuni anni. A questo proposito, tuttavia, anche le recenti checklist della flora italiana (Bartolucci et al. 2018, Galasso et al. 2018) probabilmente falliranno. La tassonomia botanica ha recentemente visto un drammatico aumento nella creazione di nuovi generi, su molti dei quali la comunità internazionale è ben lontana dall'aver raggiunto un consenso.

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diverse fonti, in modo da consentire l'interazione tra diverse unità di database, seguendo le proposte del Gruppo di lavoro dei database tassonomici (TDWG).

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Le Flore d’Italia dal 1700 ad oggi

Che cos'è una Flora

Una Flora è un’opera che contiene le principali informazioni riguardanti tutte le specie vegetali presenti in un territorio: descrizione morfologica, distribuzione, classificazione sistematica e chiavi per la determinazione.

“La specie” può essere definita come l'insieme di individui, di aspetto uguale o simile, che hanno la capacità di accrescersi e riprodursi per via sessuale, producendo prole feconda. Purtroppo, questo concetto biologico di specie (Dobzhansky 1935, Mayr 2000) applicato alle piante vascolari si rivela spesso inadeguato: si hanno casi frequenti di stirpi ibridogene stabili (ad es. Quercus crenata), oppure di specie che hanno perduto la necessità di riproduzione incrociata, formando sciami di agamospecie quasi indistinguibili l'una dall'altra, come avviene nei generi Alchemilla e Hieracium.

L'elemento caratterizzante di una Flora è dunque il significato che un autore dà al concetto di specie: nella letteratura floristica, ogni autore considera a suo modo il rango di appartenenza dei taxa specifici e infraspecifici, descrivendoli come “specie”, “sottospecie”, “varietà” o “forme” a seconda dei casi. Le specie, quindi, vanno necessariamente definite anche attraverso informazioni riguardanti la loro ecologia e i loro rapporti filogenetici.

Le prime Flore in Italia

Nel corso del tempo sono state realizzate diverse flore riguardanti le piante vascolari italiane. Sin dal diciassettesimo secolo vedono la luce lavori sulla flora a scala locale: si possono citare, senza essere esaustivi, quelli di Paolo Boccone per la Sicilia (“Museo di piante rare della Sicilia, Malta,

Corsica, italia, Piemonte e Germania” del 1697), di Carlo Allioni per il Piemonte (“Flora Pedemontana, sive enumeratio methodica stirpium indigenarum Pedemontii” del 1785), di Giovanni

Gussone (“Plantae rariores” del 1826) e di Michele Tenore per il Regno di Napoli (“Flora

Napolitana ossia descrizione delle piante indigene del Regno di Napoli, e delle più rare specie di piante esotiche coltivate ne’ giardini” del 1811-1838).

Un primo esempio di Flora a scala nazionale è “Florae italicae prodromus” di Antonio Turra (1780), semplice catalogo di circa 1.700 specie raccolte dall’autore e conservate nel suo erbario, che tuttavia non fu seguito da alcuna opera maggiore. L’elenco è comprensivo anche di alghe, funghi, licheni, briofite, nonché di specie allora sconosciute cui Turra diede il nome. Nei secoli successivi si assiste alla redazione di numerose flore, sia analitiche che critiche.

Flora d'Italia di A. Bertoloni (1833-1854)

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quando questo venne tentato, rimasero incomplete. L'opera si compone di 10 volumi, di aspetto antiquato per la rilegatura rudimentale, la carta grossolana, i caratteri di stampa di aspetto settecentesco; viene usata la lingua latina e l'ordinamento delle specie nelle classi linneane. Per tutti questi motivi la Flora del Bertoloni appare ormai arcaica ed ora ha soprattutto valore storico. Dal punto di vista scientifico la Flora del Bertoloni è però eccellente: il concetto di specie è molto naturale e nella maggior parte dei casi ancor oggi valido; le descrizioni sono precise e dettagliate e l'Autore indica sempre con grande onestà se si tratta di osservazioni effettuate in vivo, sul secco o derivanti da altri autori; l'analisi della letteratura è esauriente; le distribuzioni, indicate in dettaglio, sono di grande dettaglio. Il Bertoloni produsse un'opera che non sfigurava affatto di fronte ai migliori esempi europei del tempo. Inoltre, quasi contemporaneamente, andava preparandosi la Flora d’Italia di Parlatore.

Flora d'Italia di F. Parlatore (1848-1896)

Poco più giovane del Bertoloni, Filippo Parlatore nacque a Palermo nel 1816, si laureò in medicina ed ebbe le prime esperienze scientifiche come incaricato di Anatomia Umana; il suo interesse per la botanica, vivo già dall'adolescenza, venne coltivato dall'amicizia con i botanici locali, soprattutto Tineo e Bivona, concretandosi nella pubblicazione, a soli 22 anni, del primo fascicolo di una Flora

Panormitana, che non venne mai completata. Forse scoraggiato da un ambiente accademico gretto e

retrivo, nel 1841 Parlatore lasciò la sua città natale alla ricerca di chi gli potesse dare una preparazione scientifica adeguata. È interessante il fatto che a Napoli (dove pure avrebbe avuto la possibilità di entrare in contatto con Tenore e i suoi allievi) si trattenne solo pochi giorni, recandosi invece direttamente a Ginevra e Parigi, dove si fermò per un anno. Qui i De Candolle, St. Hilaire e Brogniart divennero i suoi maestri; l'amicizia con Webb e con A. von Humboldt, la messa in discussione delle idee del Cuvier, la visita all'Erbario Linneano di Londra furono esperienze che condizionarono il suo successivo sviluppo scientifico. In questo periodo venne concepito il progetto di una nuova Flora italiana, fondata sull' organografia comparata delle piante e resa possibile grazie al coordinamento dell'attività di numerosi studiosi locali. Questo progetto gli valse la chiamata a Firenze nel 1842, dove restò per 35 anni, fino alla morte. Nella nuova sede, Parlatore organizzò l'Erbario Centrale Italiano (oggi, assieme alle altre collezioni acquisite dall'Istituto è uno dei maggiori del mondo) e iniziò la pubblicazione della nuova Flora, il cui primo volume apparve nel 1848. Il Parlatore, ricco d'ingegno e curiosità, ebbe una mente aperta e forte personalità nella ricerca scientifica, rivelando in questo la natura di intellettuale formatosi nell'ambiente accademico e benvoluto dalla Corte. La sua “Flora

Italiana, ossia descrizione delle piante che crescono spontanee e vegetano come tali in ltalia e nelle isole ad essa aggiacenti, disposta secondo il metodo naturale” è concepita in 10 volumi, di cui però

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Flore d’Italia di G. Arcangeli (1° ed. 1882 e 2° ed. 1894)

Nella seconda metà del secolo XIX apparvero altre Flore italiane, opere serie e utili, però senz'altro secondarie rispetto a quelle che le avevano precedute. Il “Compendio della Flora italiana, ossia

manuale per la determinazione delle piante che trovansi selvatiche od inselvatichite nell'Italia e nelle Isole adiacenti” di Arcangeli (pubblicata nel 1882 e seguita da una seconda edizione nel 1894) è la

più piccola tra le Flore italiane: un solo volume facile da trasportare nelle escursioni, nel quale, in forma chiara ed essenziale, sono riunite le nozioni più importanti. Fu molto utile come Flora escursionistica ma, mancando di chiavi analitiche, cadde in dimenticanza dopo la pubblicazione della Flora di Fiori e Paoletti (1896). L'Arcangeli non portò grandi innovazioni alla sistematica delle piante italiane, però il suo nome ricorre frequentemente nelle Flore moderne: nell'introduzione esplicativa alla Flora, Arcangeli indica le entità infraspecifiche (contrassegnate nel testo con lettere greche) come “sottospecie”, il che gli ha garantito la priorità per un gran numero di nuove combinazioni, una piccola iniezione di meritata fama per un autore del suo valore.

Flora d’Italia di V. Cesati, G. Passerini e G. Gibelli (1867-1886)

Quasi contemporaneamente alla Flora di Arcangeli, fu pubblicato anche il “Compendio della flora

italiana” di Cesati, Passerini e Gibelli (1867-1886) che si presenta interessante sotto molti punti di

vista: l'ampio uso di chiavi analitiche, le figure di dettaglio, la veste moderna ed essenziale. Quest'opera tuttavia non ebbe fortuna: quasi priva di novità rispetto alle precedenti, generica e spesso approssimativa, essa può dirsi un'opera senz'anima. Del resto era difficile che tre botanici, professori in sedi fra loro lontane, avessero potuto realizzare una vera collaborazione in argomenti di sistematica, tale da realizzare una trattazione veramente unitaria. Un merito di quest'opera è però quello di aver fornito un modello che Adriano Fiori saprà rielaborare in maniera ben più completa pochi anni più tardi.

Flore d'Italia di A. Fiori (Fiori A. e Paoletti G. 1896-1909 e Fiori A. 1923-1929)

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Nel frattempo erano state stampate alcune parti redatte da Fiori e poco di quanto aveva scritto Paoletti. Quando Fiori venne a sapere della perdita del manoscritto, attribuita a negligenza del Paoletti, il lavoro venne quasi abbandonato, ma più tardi ripreso con nuovi collaboratori (Pampanini, Vaccari e Béguinot). Molto meno contrastata fu la comparsa della Nuova Flora Analitica, alla quale il Fiori dedicò gran parte della sua attività durante il periodo fiorentino.

La Nuova Flora Analitica del Fiori è composta da due volumi più uno con sole illustrazioni che, pur avendo titolo e formato diverso, ne costituisce il naturale completamento. Una serie ben ordinata di chiavi analitiche permette l'individuazione di circa 3800 specie: molte di esse vengono considerate polimorfe e corredate di un'ulteriore chiave analitica che permette l'individuazione di taxa infraspecifici contrassegnati con lettere dell'alfabeto greco e indicati dal Fiori come varietà.

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Flora d’Italia di P. Zangheri (1976)

La “Flora Italica” di P. Zangheri (1976) è un’opera ponderosa riguardante tutte le piante vascolari d’Italia, che enumera 5692 specie, per un totale di 8452 taxa nominali. Si deve riconoscere allo Zangheri anche un notevole sforzo iconografico, volto all'illustrazione non solo delle specie, ma dei particolari diacritici utili alla loro identificazione, organizzati in 210 tavole contenenti 7750 singoli disegni originali curati dallo stesso Autore. L'impianto dell'opera si rifà ampiamente a “Flora

Europaea” (Tutin et al. 1964-1980) e all'edizione del 1964 del “Syllabus der Pjlanzenfamilien” di A.

Engler. Quest’opera, di ottima qualità, indubbiamente rappresenta un notevole progresso per la conoscenza della flora del nostro Paese.

Flora d’Italia di S. Pignatti (1° Edizione, 1982)

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accessibilità o per comunanza floristica. Vengono compresi dunque la Penisola italiana, le grandi isole vicine (Sicilia e Sardegna) e le isole minori, fra le quali anche Pantelleria e le Pelagie; verso Nord il confine è segnato in linea di principio dagli spartiacque delle Alpi Giulie e Carniche e successivamente dal crinale principale della catena alpina, con alcune importanti deviazioni nei due sensi soprattutto in corrispondenza al confine con la Svizzera. Fra i territori precedentemente inclusi nelle Flore italiane invece non vengono prese in considerazione né le isole del Quamero, né le isole centro-adriatiche (Pomo, Pelagosa, Lissa), che presentavano maggiore affinità con la flora della Dalmazia. Ovviamente le specie biologiche ignorano i confini politici (che del resto negli ultimi secoli sono variati ripetutamente), quindi la delimitazione sopra delineata ha valore solamente formale. Le piante dei territori confinanti sono riportate con criteri analoghi a quelli usati dalle classiche Flore centroeuropee di Ascherson e Graebner (1910) e di Hegi (1908-1931). L’estensione dei confini floristici d'Italia fu dunque dettata da motivi di carattere culturale (oltre che biogeografico), favorendo la comprensione reciproca e la collaborazione tra studiosi italiani e stranieri. In linea generale, furono ammesse per la flora italiana anche le specie di dubbio indigenato: questo non può aver alterato di molto il numero finale, trattandosi di casi singoli su 5599 specie allora censite per la flora italiana (bisogna anche ricordare che mentre il manoscritto della Flora d’Italia subiva le ultime rifiniture in vista della pubblicazione, apparve la “Flora Italica” di Zangheri del 1976).

Distribuzione regionale

I dati allora disponibili non permettevano di scendere a un dettaglio maggiore di quello della regione. Per l’indicazione sulla distribuzione geografica fu utilizzata la rappresentazione mediante punti su una cartina di minimo formato. Le specie coltivate per lo più non hanno cartina di distribuzione in quanto esse si presentano più o meno in tutto il territorio: solo in alcuni casi, quando la coltura risponde strettamente a fattori fitogeografici (es.: agrumi) anche la distribuzione delle piante coltivate è stata riportata sulla cartina. L'indicazione della presenza di specie nelle piccole Isole fu limitata ai soli casi di piante rare o endemiche, mentre in linea generale esse sono considerate parte della regione a cui le isole appartengono dal punto di vista amministrativo. Le specie indicate come “bis” (specie di cui si avevano pochi dati) sono per lo più prive di cartina, così come quelle il cui areale restava da precisare. Pure con tutte queste limitazioni, l'indicazione della distribuzione regionale è stata la base per elaborazioni ulteriori e servì come stimolo ad approfondire la conoscenza floristica delle regioni meno note.

Informatizzazione dei dati

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Flora d’Italia di S. Pignatti (2° Edizione, 2017)

La nuova “Flora d’Italia” di Sandro Pignatti (2017, in corso di stampa) è formata da 4 Volumi che includono la descrizione di 7620 specie di piante vascolari, individuate entro i confini politici della Repubblica Italiana (la cui superficie complessiva supera di poco 300.000 km2). La classificazione

sistematica segue l’APG III (2009).

Determinazione delle specie

Uno dei compiti più importanti di una Flora consiste nel fornire le informazioni necessarie per il riconoscimento delle piante, vive o come esemplari essiccati. Le descrizioni delle singole specie sono state ordinate così da formare gruppi più ampi, a loro volta disposti in modo tale che il lettore sia aiutato nel riconoscimento. Infatti, sono state utilizzate quattro diverse metodologie per la determinazione delle specie:

• chiavi analitiche dicotomiche;

• schemi analitici e sottolineatura dei caratteri differenziali; • confronto di immagini;

• chiavi multimediali interattive, con possibilità di filtrare scegliendo caratteri distintivi presenti nelle chiavi dicotomiche classiche (a corredo della Flora digitale).

Limiti geografici

L'edizione del 1982 prendeva in considerazione tutte le specie indicate all'interno e nelle aree contigue ai limiti geografici del territorio italiano (comprese le isole centro-mediterranee). Nella nuova edizione, la trattazione viene limitata ai territori che sono effettivamente sotto la sovranità dello Stato Italiano, escludendo dunque Canton Ticino, Grigioni, Nizzardo e Corsica. In alcune di queste aree è avvenuta nel frattempo la pubblicazione di autorevoli sintesi floristiche (ad es. per la Corsica, Jeanmonod & Gamisans 2007). Fa eccezione l'arcipelago delle Isole Maltesi che, su espressa richiesta di studiosi locali, rimane incluso, però specificando caso per caso la presenza delle specie che non sono presenti anche nel territorio politicamente pertinente all'Italia. Con queste modifiche, la Flora d'Italia perde un centinaio di specie descritte invece nella prima edizione (1982), molte delle quali rappresentate da interessanti endemismi di Corsica e del Nizzardo (alcune di queste specie sono comunque trattate brevemente come “Note”).

Numero di taxa censiti

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Alpina di Aeschimann et al. (2004), la Flora Helvetica (Lauber & Wagner 1996), quella del Tirolo

(Fischer et al. 2005), della Germania (Haeupler & Muer 2007), della Slovenia (Martinčič et al. 2007), mentre la Flora Gallica del territorio francese (Tison 2014) è stata pubblicata quando ormai la redazione della maggior parte dei testi era conclusa.

Codice numerico

Il codice a 7 cifre, proposto nella prima edizione della Flora, viene utilizzato anche nella seconda. Era stato accolto inizialmente da alcuni come un'idea stravagante per una Flora. In realtà il codice contiene un'importante informazione, in quanto le prime 4 cifre indicano la posizione del genere in una classificazione a livello mondiale e le successive tre cifre quella delle specie a livello europeo oppure italiano. Questo codice si è rivelato utile nelle elaborazioni sviluppate in seguito e costituisce tuttora un valido strumento di lavoro.

Forma biologica

La forma biologica viene indicata per tutte le specie, all'inizio della descrizione, con le sigle derivate dai classici lavori di Raunkiaer (1934), già usate nella prima edizione.

Si riconoscono i tipi seguenti:

• T - Terofite: piante annuali (sempre erbacee);

• I - Idrofite: piante che vivono in acqua, sommerse o natanti;

• He - Helofite: piante di ambienti soggetti a periodica sommersione;

• G - Geofite: piante perenni erbacee con organi vegetativi sotterranei (radici, bulbi, rizomi); • H - Emicriptofite: piante perenni erbacee svernanti con gemme a livello del suolo;

• CH - Camefite: piante perenni debolmente lignificate con fusti < 30 cm; • NP - Nano-Fanerofite: piante perenni legnose arbustive < 1 m;

• P -Fanerofite: piante perenni legnose > 1m, cespugli, alberi o liane.

Questi tipi sono ulteriormente articolati nelle rispettive forme di crescita, le cui sigle (bulb., bienn., rept., scap., etc.) hanno un proprio significato specificato nella diagnosi della specie.

Figure

In questa seconda edizione si presenta un complesso di figure eterogeneo: • le figure originali di A. Fiori;

• figure di vari disegnatori già pubblicate nella prima edizione;

• copie (spesso modificate) di figure in opere classiche, non coperte da copyright; • figure originali messe a disposizione dagli Autori che hanno collaborato alla Flora.

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Numeri cromosomici

Il numero cromosomico viene riportato all'inizio del terzo capoverso previsto per ogni specie, soltanto quando si tratta di conteggi eseguiti su popolazioni viventi all'interno dei confini politici del nostro territorio, oppure, in pochi casi, in aree prossime al confine, così da poter ritenere che si tratti di popolazioni in condizioni di scambio genico con quelle presenti in Italia. In alcuni casi, il numero cromosomico è invece riportato alla fine della descrizione morfologica della specie: questo avviene quando il conteggio è stato effettuato in aree lontane, e non c'è la certezza che il medesimo cariotipo possa esser presente anche in Italia. Le informazioni sui numeri cromosomici derivano spesso dai “Numeri cromosomici per la Flora italiana” pubblicati nell’ Informatore Botanico Italiano, da “Mediterranean Chromosome Number Reports” pubblicati in Flora Mediterranea e dal sito “Karyologic database for the Italian Flora” a cura dell'Orto Botanico di Pisa.

Bibliografia

La bibliografia riguardante la Flora d'Italia è in linea generale aggiornata fino al 2007. Tuttavia, essa è stata aggiornata durante tutta la redazione dell'opera, fino al momento della consegna all'Editore. Per quanto riguarda questa Flora, tra le fonti bibliografiche rilevanti, va ricordata la Checklist di Conti et al. (2005) e successivi aggiornamenti che riporta per il nostro Paese 7634 specie.

Flora stampata e Flora digitale

In questa Flora viene presentata una novità rispetto alla precedente edizione del 1982: la struttura è duale poiché divisa in flora stampata e flora digitale. Alla Flora stampata si assocerà una Flora digitale, costituita da testi, illustrazioni e procedure di elaborazione riguardanti lo stesso pool di specie che formano il contenuto dei volumi cartacei. L’informazione contenuta nelle due Flore è identica, ma tra le due esiste una differenza essenziale: nella Flora stampata la posizione del lettore è di una sostanziale passività, mentre la Flora digitale apre possibilità praticamente infinite per attività di carattere creativo. La collaborazione tra Pignatti, come Autore della Flora stampata, e Guarino e La Rosa, come Autori della Flora digitale è nata come effetto della sinergia sviluppata nel corso della realizzazione dell'opera (Pignatti 2017). Era stata concepita inizialmente come una normale collezione di immagini da consultare in maniera occasionale, poi l’idea è stata sviluppata con la fondamentale partecipazione di molti studiosi dell'ambiente naturale, arrivando ad una copertura del territorio che altrimenti sarebbe stata impensabile.

La Flora d'Italia digitale (Guarino & La Rosa in press., in Pignatti 2017)

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seguendo un'ipotesi filogenetica, che viene aggiornata e modificata sempre più spesso per renderla coerente ai risultati delle recenti ricerche biomolecolari. Nei sistemi di identificazione interattivi, questo problema non si pone, poiché il binomio scientifico è soltanto una delle variabili impiegate per definire un oggetto. Quest'ultimo è identificato, dentro il database, in maniera univoca e immutabile attraverso un codice numerico. I codici numerici per la Flora italiana, proposti da Pignatti fin dal 1978 (e già riportati nella prima edizione della Flora d'Italia) rappresentano un esempio di lungimiranza, anche se hanno acquisito un'utilità sostanziale solamente in seguito alla diffusione dei computer e degli strumenti di identificazione interattivi. Una Flora digitale può essere aggiornata in tempo reale a costi irrisori e gli aggiornamenti essere resi disponibili on-line, con cadenze regolari, a tutti gli utenti. In una Flora digitale, inoltre, ogni singola specie può essere illustrata da un gran numero di immagini ad alta risoluzione. Non ci sono limiti di spazio per testi descrittivi e ogni termine specialistico può essere ampiamente illustrato ricorrendo a utilità specifiche, quali tavole esplicative e un glossario on-line. Infine, una Flora digitale può contenere innumerevoli link a siti web, banche dati floristiche, biblioteche ed erbari on-line, collegando fra loro e rendendo immediatamente fruibili informazioni altrimenti difficilmente reperibili. Durante la redazione della seconda edizione della Flora d'Italia, sono sorti numerosi forum on-line, per iniziativa spontanea di gruppi di persone accomunati dall'interesse per la flora nazionale tra cui il Forum on-line di Acta Plantarum http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/), avente come obiettivo principale quello di documentare fotograficamente la flora spontanea d'Italia. Le potenzialità offerte da questo strumento, la possibilità di corredare con immagini le discussioni e il fatto che fra gli iscritti iniziali fossero presenti fotografi che inviavano immagini veramente spettacolari, attirò ben presto un gran numero di appassionati, facendo crescere rapidamente il numero di utenti e quello delle immagini e delle notizie riguardanti la Flora d'Italia. Così, per completare questa Flora digitale sono state riprese dal database di Acta Plantarum moltissime fotografie che illustrano le specie vegetali d'Italia.

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Le Checklist della flora vascolare d’Italia dal 1980 ad oggi

1980: “Check-list of the Flora of Italy with codified plant names for computer use” (Pignatti 1980)

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di entità vegetali, ma per ognuna riportava l’epiteto nomenclaturale aggiornato e dava anche informazioni sulla distribuzione geografica (a livello regionale) e sull’eventuale endemicità, esoticità e appartenenza alle categorie IUCN. La Checklist non sostituì le precedenti opere di carattere generale sulla flora vascolare italiana (Flore complete di chiavi dicotomiche per il riconoscimento e di descrizioni dettagliate dei vari taxa, tra cui quelle di Bertoloni (1833-54), Parlatore (1848-1896), Fiori e Paoletti (1896-1909), Fiori (1923-1929), Zangheri (1976) e, più recentemente, Pignatti (1982 e 2017)), ma divenne un utile strumento supplementare per lo studio della flora nazionale. Infatti, la necessità di tenere aggiornati i dati, che grazie ai contributi a scala regionale e locale erano aumentati, fece nascere l’esigenza di un elenco che riportasse le conoscenze floristiche a scala nazionale e regionale secondo criteri di uniformità tassonomica e geografica. È stato proprio per soddisfare tale esigenza che fu creata la “Banca dati della flora vascolare italiana”, strumento informatico indispensabile per un’analisi della diversità floristica italiana, e per la redazione della checklist cartacea.

I campi informativi di ciascun record censito comprendevano: • nome aggiornato (genere e specie accettati dell’entità);

• criticità tassonomica (eventuali problematiche riguardanti la classificazione e l’ordinamento sistematico);

• criticità nomenclaturale (eventuali problematiche riguardanti l’uso o l’applicazione di un nome nella tassonomia);

• distribuzione (presenza/assenza dell’entità per ogni singola regione);

• endemicità (nel caso l’entità fosse esclusiva del territorio nazionale/regionale); • esoticità (nel caso l’entità risultasse alloctona spontaneizzata sul territorio nazionale);

• categorie IUCN (eventuale appartenenza alle categorie di rischio estinzione della Lista Rossa IUCN);

• status internazionale (per le entità interessate viene indicata la presenza negli allegati della Direttiva Habitat dell’Unione Europea o delle Convenzioni di Berna e Washington).

Per favorire il continuo aggiornamento della “Banca dati della flora vascolare italiana” fu attivata la rubrica “Notulae” (segnalazioni floristiche italiane) sulla rivista “Informatore Botanico Italiano”, edita dalla Società Botanica Italiana, in cui vengono tuttora pubblicati periodicamente gli aggiornamenti di presenza/assenza delle specie a livello regionale (attualmente sono cambiati i nomi della rubrica in Notulae to the Italian native/alien vascular flora e della rivista in Italian Botanist).

Criteri tassonomici e organizzazione dell’opera

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Fonti dell’opera

Le fonti d’informazione principale per la compilazione della Checklist erano: •

le tre opere principali sulla flora vascolare più utilizzate, ovvero Flora d’Italia (Pignatti 1982),

Med-Checklist (Greuter et al. 1984, 1986, 1989), Flora Europaea (Tutin 1980, Tutin et al.

1993);

• opere più recenti di flora regionale (Poldini 1991, Poldini et al. 2001; Anzalone 1996, 1998; Bovio et al. 2000; Lucchese 1995, 1996; Conti 1998);

la rubrica “Notulae”, edita dall’Informatore Botanico Italiano; • la ricca bibliografia floristica e tassonomica italiana.

Criteri geografici

Le unità geografiche di riferimento erano le 20 regioni amministrative italiane, con i loro confini politici attuali.

L’aggiornamento dati più significativo in termini geografici riguardò:

• separazione dei dati relativi al Molise rispetto all’Abruzzo e di quelli relativi alla Valle d’Aosta rispetto al Piemonte (nella Flora d’Italia di Pignatti (1982) erano infatti accorpati); • accorpamento dei dati relativi al territorio di Trieste con il Friuli-Venezia Giulia,

coerentemente con l’opera di Poldini (1991, Poldini et al. 2001);

• eliminazione dei dati relativi a Corsica, Istria, Arcipelago Maltese, Nizzardo e parte della Savoia, in quanto questi territori non appartengono all’Italia.

Simbologia

La distribuzione delle entità della Checklist veniva data in forma di tabella, utilizzando i seguenti simboli:

“+” = presente;

“-” = segnalata in precedenza per errore; “?” = presenza dubbia;

“0” = non più ritrovata; “A” = alloctona naturalizzata; “E” = endemica;

“E?” = endemismo dubbio;

Dati

Sulla base dei dati venivano segnalate per l’Italia:

• 196 famiglie; • 1267 generi; • 6711 specie;

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Tab. 1 - Numero di taxa per Regione (da Conti et al. 2005).

REGIONE NUMERO DI TAXA REGIONE NUMERO DI TAXA

Abruzzo 3232 Molise 2412

Basilicata 2636 Piemonte 3510

Calabria 2629 Puglia 2286

Campania 2844 Sardegna 2407

Emilia-Romagna 2726 Sicilia 3010

Friuli-Venezia Giulia 3335 Toscana 3435

Lazio 3228 Trentino-Alto Adige 2984

Liguria 3131 Umbria 2360

Lombardia 3220 Valle d’Aosta 2174

Marche 2571 Veneto 3295

Tot. taxa in Italia: 7634

2007: “Integrazioni alla Checklist della flora vascolare italiana” (Conti et al. 2007)

Nel 2007 venne pubblicato un aggiornamento cartaceo (Conti et al. 2007) della Checklist del 2005. Il contributo si articolava in sette tabelle, che seguivano lo schema già utilizzato in precedenza, apportando le seguenti modifiche/aggiunte:

• Correzioni ai nomi delle entità citate.

• Correzioni ai nomi delle entità citate nell’appendice ‘Index of names’. • Correzioni all’appendice ‘Notes’.

• Entità da aggiungere alla flora italiana. • Entità da escludere dalla flora italiana.

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2009: “Inventory of the non-native flora of Italy” (Celesti-Grapow et al. 2009)

Lo studio della flora alloctona in termini moderni ha inizio con il lavoro di Pier Andrea Saccardo (1909) sulla “Cronologia della flora italiana”, che rappresenta una prima sintesi nella quale sono riportate un totale di 713 entità coltivate, di cui 331 già presenti allo stato spontaneo dalla fine del XIX sec. Un successivo lavoro monografico sull’argomento, a scala nazionale, si deve a Béguinot e Oreste Mazza (1916).

“Inventory of the non-native flora of Italy” (Celesti-Grapow et al. 2009, 2010) è un inventario completo della flora vascolare alloctona d'Italia, che è stato sviluppato all'interno del progetto "Sondaggio sulla flora non indigena italiana", diretto da C. Blasi e finanziato dal Ministero dell'Ambiente. La redazione di un primo catalogo nazionale delle piante vascolari alloctone era già in preparazione sin dal 2004 (Camarda et al. 2005, Viegi et al. 2005) ma fu successivamente integrato con questo progetto. L’elenco delle specie è stato redatto negli anni 2005-2008 per ciascuna regione italiana dai relativi revisori. Sono state censite tutte le specie che crescono spontaneamente, escludendo le entità campionate in ambienti vicini ai vivai, aiuole, Orti Botanici ecc. I dati raccolti sono stato il frutto di una revisione critica della bibliografia, dell’analisi di collezioni d’erbario, di dati inediti e di qualche campagna di rilevamento.

Le fonti e i documenti storici sono stati criticamente revisionati e integrati con la letteratura recente, con dati di erbari e con alcune informazioni non ancora pubblicate.

L’elenco raccoglie 1023 specie e sottospecie alloctone, che rappresentano il 13,4% di tutta la flora italiana allora censita (7634 entità, secondo Conti et al. 2005).

I taxa alloctoni appartengono a 544 generi e 138 famiglie, di cui 319 generi e 48 famiglie nuovi per la flora italiana.

I generi più diffusi sono Oenothera (22), Amaranthus (19), Opuntia (19), mentre sono 364 i generi rappresentati da una sola specie. Per quanto riguarda le famiglie più numerose, 112 sono le

Asteraceae, 88 le Poaceae, 55 le Rosaceae e 47 le Fabaceae.

La flora alloctona è stata divisa in 103 archeofite (10,1% sul totale) e 920 neofite (89,9%). Inoltre i taxa sono stati classificati come 437 casuali (42,7%) e 524 taxa stabili (51,2%), quest'ultimi divisi in 361 non invasivi naturalizzati (35,3%) e 163 invasivi (15,9%).

Le specie che non erano state più segnalate e dunque mancavano di dati recenti (cioè dal 1950 in poi) sono 62 (6,1%). Un gruppo di 40 specie è stato classificato come alloctone dubbie e sono state inserite separatamente in un’ulteriore appendice.

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Il Progetto Dryades

Il Progetto Dryades (le Driadi erano Ninfe associate ad una pianta) origina da 4 progetti MIUR coordinati da P.L. Nimis, che hanno coinvolto più di 15 Atenei italiani. Ha creato banche di dati morfo-anatomici connesse al programma FRIDA (acronimo di FRiendly IDentificAtion), capace di generare automaticamente diversi strumenti di identificazione. FRIDA, creato da S. Martellos e brevettato dall'Università di Trieste, può creare sia chiavi dicotomiche stampabili su carta che chiavi ad entrata multipla consultabili solo da computer. Può generare sia chiavi “classiche” - che seguono la gerarchia di famiglie, generi e specie - che chiavi svincolate dalla sistematica, basate sulle più diverse combinazioni di caratteri. Il primo prodotto di FRIDA, la pubblicazione, sia in rete (Nimis & Martellos 2002) che in libro (Nimis & Martellos, 2004) di guide ai licheni terricoli italiani, è stato seguito dalle guide interattive alle florule vascolari di diverse parti d’Italia.

Dryades mira a facilitare l’accesso alle informazioni sui vegetali d’Italia. Può creare strumenti per l'identificazione di piante per qualsiasi territorio dell'Italia (biotopi protetti, sentieri naturalistici, comuni, province, parchi etc.), sia in forma stampata che interattiva via Internet. Le versioni interattive sono illustrate da migliaia di fotografie digitali di Andrea Moro.

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DATI e METODI

PARTE I - Organizzazione dei dati relativi alle checklist

Il database delle nuove Checklist della flora autoctona e alloctona d’Italia è stato originariamente creato con la versione 6.0 di FileMaker Pro, aggiornata in seguito alla ver. 8.5 disponibile al momento dell’avvio del progetto, poi ulteriormente aggiornata alla versione 15. Quest’ultimo aggiornamento ha portato un miglioramento della struttura della banca dati e ha facilitato la realizzazione di un collegamento tra banca dati e cartografia.

FileMaker Pro – Database

La costruzione del database è iniziata subito dopo la pubblicazione di “An annotated checklist of the

italian vascular flora” (Conti et al. 2005), al fine di archiviare i dati in uno strumento che permettesse

una efficiente prosecuzione del lavoro. Nei successivi 12 anni, il database è stato mantenuto in costante aggiornamento sia per quanto riguarda gli aspetti nomenclaturali che tassonomico/sistematici, che distributivi, nonché implementato con informazioni riguardanti la corologia, l’interesse conservazionistico e la bibliografia di riferimento. Il database fornisce anche la base di partenza per l’articolazione della Banca Dati geografica della Flora Vascolare d’Abruzzo, per la Banca Dati dell’Herbarium Apenninicum (APP) e per tutte le banche dati floristiche del Progetto Dryades dell’Università di Trieste. I database sono dunque correlati fra loro pur riferendosi ad aree geografiche differenti, questo per evitare ridondanze e moltiplicazioni di lavoro di inserimento, aggiornamento e verifica dei dati. Opportuni accorgimenti permettono di gestire anche dati di aree geografiche esterne al territorio nazionale. Il database è pensato per ottimizzare l’archiviazione e la consultazione dei dati, rendendoli fruibili sia a fini prettamente scientifici che applicativi (ad es. pianificazione e gestione territoriale). Il database è composto da una serie di file tematiche collegate fra loro tramite codici identificativi. Per ogni file i dati sono visualizzabili tramite differenti maschere/formati, in modo da facilitarne l’interrogazione. Nel complesso sono stati realizzati 4 file per il DB della nuova Checklist della Flora Vascolare Italiana (descritte approfonditamente nei capitoli successivi):

DB Flora Vascolare: è il dataset principale, con 10853 record delle entità presenti in Italia

con la nomenclatura costantemente aggiornata, la distribuzione regionale, l'indicazione di endemicità ed esoticità, misure di tutela e altri dati;

Sinonimi: i principali sinonimi del nome attualmente accettato;

Liste Rosse: dati contenuti nelle Liste Rosse della Flora d'Italia (Conti et al. 1997, Rossi et al.

2013, 2104, 2016);

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“Fliemaker Pro – Caratteristiche e funzioni”). Una volta selezionato il gruppo di record di interesse, per ciascuno di essi si potranno esplorare le informazioni associate mediante l’uso dei portali che sono predisposti nel file “DB Flora Vascolare” e nel file “Località” (la cui descrizione è volutamente omessa in questa tesi poichè i dati distributivi a livello di località sono attualmente disponibili solo per l’Abruzzo). Nel primo caso l’oggetto dei record sono le entità, per cui l’esplorazione delle informazioni è centrata attorno a queste (specie o sottospecie), mentre nel secondo caso l’oggetto informativo dei record sono le località/toponimi.

Il database della Flora d’Italia consiste dunque in un totale di 4 file relazionati fra loro per ottimizzare la consultazione e l’immissione dei dati e il mantenimento della coerenza in caso di successive modifiche dei dati.

Il database è organizzato gerarchicamente in una cartella e in una sottocartella: • Cartella “CKL”:

- File “DB Flora Vascolare”;

- Sottocartella “Checklist della Flora vascolare italiana”: ▪ File “Sinonimi”;

▪ File “Liste Rosse”; ▪ File “Nomenclatura”.

Perché il DB non perda coerenza, è necessario che:

• non venga modificata la gerarchia di file e cartelle; • non vengano modificati i nomi di file e cartelle;

• non vengano modificati i nomi dei campi utilizzati nelle relazioni tra file.

È possibile includere nelle cartelle, file di qualsiasi genere senza compromettere il funzionamento del DB.

Il database può essere consultato a partire da qualsiasi file. In genere si consulta a partire del file “DB Flora Vascolare” (formato DB Flora vascolare).

L’inserimento o l’aggiornamento dei dati vengono effettuati direttamente nei singoli file.

Struttura dei file

1. File “Db Flora Vascolare”

Record totali: 10853

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ad oggi. Gli altri dati sono stati inseriti facendo riferimento alle pubblicazioni più recenti e vengono continuamente aggiornati.

Il campo “codice unico” è uno dei campi chiave di tutto il database. Il valore viene assegnato automaticamente alla creazione di ciascun nuovo record e identifica quindi l’entità relativa al record. In caso di eliminazione di un record, il valore non viene riassegnato al record successivamente creato. Quasi tutte gli altri file sono relazionati a questo tramite il campo codice unico.

Tab. 2 - Schema dei Campi e stato di aggiornamento dati del file “DB Flora Vascolare”.

Campi principali Stato aggiornamento dati Pubblicazione sul

portale del NNB

Genere, Specie, Autore specie, Sottospecie, Autore sottospecie; Entità (nome accettato per una determinata entità della flora italiana fino al rango sottospecifico)

Aggiornato al 2017 Sì

Codice unico: codice univoco assegnato a ciascuna entità

Aggiornato al 2017 Sì Sinonimi: elenco dei sinonimi riconosciuti per ciascuna

entità

Aggiornato al 2017 Sì

Famiglia Aggiornato al 2017 Sì

Endemicità a livello nazionale Aggiornato al 2017 Sì

Areali geografici endemiche Aggiornato al 2007 – disponibile solo per le endemiche nazionali presenti sull’Appennino Centrale

No

Distribuzione regionale: P=presente; NP=segnalata in passato ma da escludere; NC=segnalata prima del 1950 ma non confermata di recente; D = presenza dubbia

Aggiornato al 2017 tutte le regioni No

Esclusività: in Italia presente solo in una regione amministrativa

Aggiornato al 2017 solo Abruzzo, Lazio, Marche, Molise

No Lista Rossa della Flora Italiana (Rossi et al. 2013 e

Rubrica Liste Rosse Informatore Botanico Italiano): categoria IUCN, criteri IUCN, Lista globale IUCN;

Aggiornato al 2017 No

Tutela Regionale Aggiornato al 2005 solo Abruzzo, Lazio, Marche, Molise

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2. File “Sinonimi”

Record totali: 9412

Questo file include un record per ciascun nome (sinonimo o nome mal applicato) attribuito all’entità identificata dal valore del campo codice (campo “codice unico” del file DB Flora vascolare). Per una singola entità si possono perciò avere più record, a seconda del numero di sinonimi e/o nomi mal applicati registrati per quel taxon.

Tab. 3 - Schema dei Campi e stato di aggiornamento dati file “Sinonimi”.

Campi

Stato aggiornamento Pubblicazione sul portale del NNB

Nome accettato Aggiornato al 2017 Sì

SINONIMO:

Genere, Specie, Autore specie, Sottospecie, Autore sottospecie (non accettati per una determinata entità della flora italiana, fino al rango sottospecifico)

Aggiornato al 2017 Sì

Codice unico: codice univoco del nome accettato, assegnato a ciascun nome non accettato

Aggiornato al 2017 Sì

Famiglia Aggiornato al 2017 Sì

(39)

3. File “Liste Rosse”

Record totali: 3169

Questo File include le specie inserite nelle Liste Rosse Regionali della Flora Italiana (Conti et al. 1997 e successivi aggiornamenti) e nelle categorie IUCN (aggiornate al 2017). Si fa presente che l’uso di questo dato pone numerosi problemi di natura interpretativa, a causa delle numerose modifiche nomenclaturali e tassonomiche a cui sono state state soggette tali specie dal 1997 ad oggi.

Tab. 4 - Schema dei Campi e stato di aggiornamento dati file “Liste Rosse”.

Campi Stato aggiornamento Pubblicazione sul

portale del NNB

Entità: nome riportato nella pubblicazione Aggiornato al 2017 No Nome aggiornato e Codice checklist (codice univoco del

nome accettato, assegnato a ciascun nome riportato nella pubblicazione)

Aggiornato al 2017 No

Categoria IUCN assegnata Aggiornato al 2017 No

(40)

4. File “Nomenclatura”

Record totali: 19940

Questo file contiene tutte le informazioni sulla nomenclatura adottata e aggiornata nel corso degli anni. Consente di correlare ciascun nome accettato (entità identificata dal valore del campo “codice unico” del file DB Flora vascolare) ai suoi relativi nomi non accettati o invalidi (sinonimi e/o nomi errati presenti in letteratura) e a sé stesso (per motivi di praticità d’uso del DB).

Riporta anche altri dati utili per aspetti conservazionistici (eventuale endemicità e presenza in Abruzzo).

Tab. 5 - Schema dei Campi e stato di aggiornamento dati file “Nomenclatura”.

Campi Stato aggiornamento Pubblicazione sul portale del NNB

Nome accettato dell’entità Aggiornato al 2017 No

Codice unico: codice univoco del nome accettato, assegnato a ciascun nome riportato nella pubblicazione

Aggiornato al 2017 No

Nome: nome accettato o non accettato correlato al nome accettato stesso

Aggiornato al 2017 No

(41)

Visualizzazioni maschere e campi dei record

Ciascun taxon della Checklist è descritto da un record che contiene le seguenti informazioni principali (campi):

Entità: nome scientifico dell’entità aggiornato secondo le più recenti pubblicazioni

scientifiche;

Sinonimi: sinonimi dell’entità aggiornati secondo le più recenti pubblicazioni scientifiche;

Basionimo: binomio più antico, validamente e legittimamente pubblicato da cui l'epiteto

specifico è stato utilizzato per servire di base ad una nuova combinazione, in seguito ad un trasferimento ad altro genere o ad altro rango tassonomico.

Famiglia: l'ordine sistematico e la circoscrizione tassonomica delle famiglie seguono la

classificazione proposta da PPG I (2016) per le Pteridofite, da Christenhusz et al. (2011) per le Gimnosperme e APG IV (2016) per le Angiosperme, con l'eccezione delle Dipsacales (Reveal 2011), Caryophyllales (Hernández-Ledesma et al., 2015) e Boraginales (Luebert et al., 2016);

Macrogruppo: inquadramento del gruppo tassonomico dell’entità;

Codice: codice unico identificativo dell’entità; attraverso questo codice sono correlate quasi

tutti i file;

Endemicità: indicata con “E” se l’entità ha un areale ristretto al territorio italiano;

Macroareale e areale: indicano, a due livelli, l’areale dell’entità nel caso sia endemica;

Esoticità: indicata con “A”, cioè “Alloctona”, se l’entità non è autoctona nel territorio italiano

(AA= alloctona archeofita, AN = alloctona neofita);

Aspetti conservazionistici: vincoli di tutela a cui è sottoposta l’entità (Direttiva habitat,

convenzione di Berna, CITES, Legge Regionale 11/09/1979 n° 45 sulla protezione della Flora in Abruzzo);

Liste Rosse: categorie delle Liste Rosse (EX: estinto; EW: estinto in natura; CR: gravemente

minacciato; EN: minacciato; VU: vulnerabile; LC: a minor rischio; DD: dati insufficienti; NE: non valutato);

Considerazioni: contiene note e osservazioni varie, spesso inedite, sull’entità;

Cambiamento di “status” dell’entità: bibliografia di riferimento che attesta il cambiamento

dello status regionale/nazionale dell’entità rispetto a Conti et al. (2005, 2007).

(42)

Riferimenti

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