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Academic year: 2021

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Esame scritto di Geometria 2

Appello del primo luglio 2016

Esercizio 1

Si consideri la curva dipendente dal parametro h ∈ R:

α h : R → R 3 , α h (s) = ( 1 2 cos s,

√ 2

4 sin s + hs,

√ 2

4 sin s − hs) .

1. Si determini il valore di h 0 per cui la curva α abbia curvatura e torsione pari a 1.

2. Posto α(s) = α h

0

(s), sia N (s) il vettore normale ad α e si consideri la funzione σ : R 2 → R 3 , σ(s, u) = α(s) + uN (s)

Si dimostri che σ ` e la parametrizzazione di una superficie S in R 3

3. Si calcolino i coefficienti della prima e della seconda forma fondamentale di S rispetto alla parametrizzazione data.

4. Sia Q = σ([0, 1] × [0, 1/2]). Si calcoli Z

Q

K S α S

dove K S ` e la curvatura Gaussiana su S e α S ` e la forma d’area.

Soluzione

1. Da un calcolo diretto abbiamo che

˙

α h (s) = (− 1 2 sin s,

√ 2

4 cos s + h,

√ 2

4 cos s − h)

¨

α h (s) = (− 1 2 cos s, −

√ 2

4 sin s, −

√ 2 4 sin s) ... α h (s) = ( 1 2 sin s, −

√ 2

4 cos s, −

√ 2 4 cos s) da cui si ha

|| ˙ α h (s)|| 2 = 1 4 + 2h 2

Essendo la curva parametrizzata a velocit` a costante, risulta che ¨ α ` e ortogo- nale a ˙ α, per cui

κ = || ¨ α||

|| ˙ α|| 2 =

1 2 1

4 + 2h 2 = 2

1 + 8h 2 .

(2)

Imponendo κ = 1 si ottiene h = ± 1

8 = ±

√ 2 4 .

Del resto la torsione, utilizzando ancora che ˙ α ` e ortogonale a ¨ α, ` e data da τ = − ( ˙ α × ¨ α) · ...

α

|| ˙ α × ¨ α|| 2 = − ( ˙ α × ¨ α) · ...

α

|| ˙ α|| 2 || ¨ α|| 2

dove la sconda uguaglianza ` e vera poich´ e ˙ α e ¨ α sono ortogonali.

Un calcolo diretto mostra che

˙

α × ¨ α = ( − √ 2

2 h sin s, −

√ 2 8 + h

2 cos s,

√ 2 8 + h

2 cos s) Per cui si ha che il prodotto triplo ` e uguale a

( ˙ α × ¨ α) · ...

α = −

√ 2 4 h da cui

τ = 4 √ 2h 1 + 8h 2 cos`ı imponendo τ = 1 si ottiene h =

√ 2 4 .

Dunque l’ unico valore per cui κ = τ = 1 ` e h 0 =

√ 2 4 . 2. Osserviamo che per il valore scelto di h 0 si ha || ˙ α|| =

√ 2

2 . Siano T (s) =

˙ α

|| ˙ α|| = √

2α e B(s) = T (s) × N (s) rispettivamente il campo tangente e binormale al cammino α. Ricordiamo che dalle formule di Frenet N s =

−κ(s)T (s) − τ (s)B(s) ricaviamo che

σ s (s, u) = ˙ α(s) − u(κ(s)T (s) + τ (s)B(s)) = ˙ α − u(T (s) + B(s)) dove l’ ultima uguaglianza vale dato che nel nostro caso κ = τ = 1. Dunque σ s ` e un vettore non nullo in Span(T (s), B(s)). Del resto σ u = N (s) da cui si deduce immediatamente che rg dσ(s, u) = 2 per ogni (s, u).

Per verificare che σ ` e una parametrizzazione di una superficie basta allora controllare che sia iniettiva e propria.

Osserviamo che poich´ e α ` e parametrizzata a velocit` a costante N (s) = || ˙ α α|| ¨ = (− cos s, −

√ 2

2 sin s, −

√ 2

s sin s). Notiamo che N (s) · (0, 1, −1) = 0 per ogni s. Dunque σ(s, u) · (0, 1, −1) = α(s) · (0, 1, −1) = 2h 0 s =

√ 2

2 s. Dunque detta A la controimmagine tramite σ di un compatto K di R 3 , deduciamo che se (s, u) ∈ A allora s ≤ √

2 sup K (x · (0, 1, −1)) e analogamente s ≥

√ 2 inf K (x · (0, 1, −1). Ovvero |s| < M per qualche costante M che dipende

(3)

da K. Segue in particolare che ||α(s)|| ≤ M 1 dove M 1 = sup s∈[−M,M ] ||α(s)||.

Poich` e |u| < ||σ(s, u)|| + ||α(s)|| deduciamo che se (s, u) ∈ A allora u ≤ M 1 + M 2 sove M 2 = sup K ||x||. Segue che A `e un sottoinsieme chiuso di [−M, M ] × [−M 0 , M 0 ] dove si ` e posto M 0 = M 1 + M 2 . Di conseguenza A ` e compatto.

Per controllare che σ sia iniettiva supponiamo che σ(s 1 , u 1 ) = σ(s 2 , u 2 ). Se consideriamo il prodotto dei termini dell’ uguaglianza con (0, 1, −1) dedu- ciamo che 2hs 1 = 2hs 2 ovvero s 1 = s 2 . Dunque ponendo 0 = σ(s 1 , u 1 ) − σ(s 2 , u 2 ) = α(s 1 ) + u 1 N (s 1 ) − α(s 2 ) − u 2 N (s 2 ) = (u 1 − u 2 )N (s 2 ). Poich´ e N (s 2 ) ` e non nullo deduciamo che u 1 = u 2 .

3. Circa la prima forma fondamentale abbiamo calcolato che σ s = ˙ α(s) − u(T (s) + B(s)) = (

√ 2

2 − u)T (s) − uB(s) σ u = N (s) . Dunque un calcolo diretto mostra che E = ||σ s || 2 = u 2 + (

√ 2

2 − u) 2 , F = σ s · σ u = 0, G = 1. Invece circa la seconda forma fondamentale osserviamo che la normale alla superficie ` e il vettore

ν(s, u) = 1

E (σ s × σ u ) = 1 E [(

√ 2

2 − u)B(s) + uT (s)]

Del resto

σ ss = ¨ α + u ¨ N = ¨ α − u(T + B) s = ¨ α − 2uN (s) = (|| ¨ α|| − 2u)N

dove abbiamo utilizzato che T s = κN = N e B s = τ N = N . Dunque e = σ ss · ν = 0. Del resto

σ su = −(T + B) da cui f =

√ 2

2E . Infine

σ uu = 0 per cui g = 0.

4. Osserviamo che ∂Q ` e una curva C 1 a tratti con esattamente 4 punti angolosi (corrispondenti ai vertici di Q). Poich` e F = 0 risulta che gli angoli interni sono tutti uguali a π/2. Per Gauss-Bonnet risulta che

Z

Q

K S α S = − Z

∂Q

k g + 2π − 4 π 2 =

= − Z

σ([0,1]×{0}

k g − Z

σ({1}×[0,1/2])

k g + Z

σ([0,1]×{1/2}

k g + Z

σ({0}×[0,1/2])

k g

(4)

dove k g ` e la curvatura geodetica. Osserviamo che σ({0} × [0, 1/2]), σ({1} × [0, 1/2]) sono segmenti di R 3 e dunque k g ` e nulla su queste regioni del bordo.

Del resto un conto esplicito mostra che σ(s, 1/2) = (0,

√ 2 4 s, −

√ 2

4 s), ovvero σ([0, 1] × {1/2}) ` e anch’esso un segmento in R 3 . Dunque risulta che

Z

Q

K S α S = − Z

σ([0,1]×{0})

k g

Ora osserviamo che la curva σ(t, 0) ` e uguale alla curva α(t). Inoltre poich´ e e = 0 si ha che D ˙ dt α = ¨ α e poich´ e per u = 0 si ha che ν(s, 0) = B(s) allora

k g = ¨ α · (B × T ) = ¨ α · N = κ|| ˙ α|| 2 = 1/2 Dunque

Z

Q

K S α S = − 1

2 `(α([0, 1]) Poich´ e α ` e parametrizzata a velocit` a costante

√ 2

2 risulta che la lunghezza di α([0, 1]) sia

√ 2

2 e infine otteniamo Z

Q

K S α S = −

√ 2 4

Esercizio 2

Si consideri la funzione F : R 3 → R definita da F (x, y, z) = x 2 + xy + y 2 − z 2 . 1. Si dimostri che la superficie di livello S = F −1 (1) ` e una superficie regolare.

2. Sia C l’ intersezione di S con il piano definito dall’ equazione z = 0. Si dimostri che C ` e una curva regolare connessa e che l’insieme S 0 = {(x, y, z) ∈ R 3 |(x, y, 0) ∈ C} `e una superficie regolare localmente isometrica a R 2 . 3. Si determini il supporto della geodetica su S 0 passante per il punto p =

(1, 0, 0) con velocit` a v = (0, 1, 0).

4. Si determini il supporto della geodetica su S passante per il punto p = (1, 0, 0) con velocit` a v = (0, 1, 0).

Soluzione

1. ∇F = (2x + y, y + 2y, −2z). Segue che ∇F (x, y, z) = 0 solo se (x, y, z) =

(0, 0, 0). Poich´ e (0, 0, 0) / ∈ S concludiamo che S `e superficie regolare.

(5)

2. Sul piano z = 0, C ` e l’ ellisse di equazione x 2 + xy + y 2 = 1, dunque ` e una curva regolare connessa. Se γ(s) ` e la parametrizzazione di C, allora σ(s, u) = γ(s) + (0, 0, u) ` e una parametrizzazione di S 0 . Segue che S 0 ` e una superficie regolare. Per concludere osserviamo che S ` e il bordo di un dominio convesso di R 3 e quindi i piani tangenti di S 0 sono non separanti. Dunque i punti di S 0 sono o ellittici o parabolici. poich´ e per ogni punto di S passa una retta contenuta in S 0 deduciamo che tutti i punti sono parabolici. Segue che la curvatura ` e nulla, ovvero S 0 ` e localmente isometrica al piano euclideo.

3. Osserviamo che la normale ad S in γ(s) ` e contenuta nel piano z = 0, e dunque coincide (a meno del segno) con ¨ γ. Segue che l’accelerazione geodetica di γ

` e nulla ovvero γ ` e geodetica, dunque C ` e il supporto di una geodetica di S 0 . Poich´ e p ∈ C e v ` e tangente a C, segue che C ` e la curva cercata.

4. Osserviamo che S e S 0 si intersecano tangenti lungo C. Essendo C supporto di curva geodetica per S 0 deduciamo che C ` e supporto di curva geodetica anche per S e concludiamo che C ` e la curva cercata.

Esercizio 3

In R 3 si considerino i seguenti sottospazi: C il cubo [−3, 3] 3 , A 1 il parallelepi- pedo (−1, 1) × (−1, 1) × [−3, 3], A 2 il parallelepipedo (−1, 1) × [1, 3] × (−1, 1) e sia X lo spazio C \ (A 1 ∪ A 2 ).

In una seconda copia di R 3 si consideri il disco D contenuto nel semipiano {y = 0, x > 0} di centro p = (2, 0, 0) e raggio 1. Sia T 1 il toro solido ottenuto ruotando D intorno all’ asse delle z. Sia T 2 il toro solido ottenuto traslando T 1 di vettore (0, 0, −4). Infine sia L il cilindro di raggio 1 con asse parallelo allasse delle z e intersecante la base superiore in p e la base inferiore in p + (0, 0, −4). Infine poniamo Y lo spazio T 1 ∪ L ∪ T 2 .

1. Si descriva una retrazione per deformazione di un cubo (chiuso) su un suo sottospazio formato da due facce opposte e una delle altre 4 facce;

2. Si dimostri che si pu` o retrarre per deformazione lo spazio X su un suo sottospazio omeomorfo a Y ;

3. Si dimostri che sia X sia Y sono connessi per archi;

4. Si dia un sistema di generatori per il gruppo π 1 (X).

Soluzione:

(6)

1. Supponiamo, senza perdita di generalit` a, che si tratti del cubo K = [−1, 1] 3 le cui facce sono contenute nei piani

π x,+ = {(x, y, z) ∈ R 3 | x = +1}

π x,− = {(x, y, z) ∈ R 3 | x = −1}

π y,+ = {(x, y, z) ∈ R 3 | y = +1}

π y,− = {(x, y, z) ∈ R 3 | y = −1}

π z,+ = {(x, y, z) ∈ R 3 | z = +1}

π z,− = {(x, y, z) ∈ R 3 | z = −1}

e che il sottospazio A sia quello costituito dalle facce contenute nei piani π z,− , π x,+ e π x,− Chiamiamo inoltre B il sottospazio costituito dai punti di A e delle facce nei piani π y,+ e π y,− . La proiezione dal punto N = (0, 0, 2) sulle facce del cubo che non sono quella contenuta nel piano π z,+ pu` o essere descritta in questo modo: per ogni punto P del cubo siano l(P ) la retta N P e

r(P ) = l(P ) ∩ B

la retrazione di K su B (che ` e facile dimostrare continua). Si pu` o dunque retrarre per deformazione (forte) K su B in modo lineare ponendo F (P, t) = (1−t)P +tr(P ), a sua volta ovviamente continua. A questo punto ` e sufficiente retrarre B su A per deformazione, ma questo si pu` o fare identificando le due facce dei piani π y,+ e πy, − con l’intersezione di K con il piano y = 0 e restringendo a questo quadrato la deformazione F : si ottiene una retrazione per deformazione di un quadrato su tre dei suoi lati, e facendo questo su entrambe le facce di B \ A (separatamente) si ottiene una deformazione di B su A, che composta con quella di X su B ne d` a una di X su A, come richiesto.

2. Applicando la retrazione per deformazione del punto 1) ai cubi [1, 3] × [1, 3] × [−1, 1], [1, 3] × [−1, 1] × [−1, 1], [1, 3] × [−3, −1] × [−1, 1], [−3, −1] × [1, 3] × [−1, 1], [−3, −1] × [−1, 1] × [−1, 1] e [−3, −1] × [−3, −1] × [−1, 1]

uno dopo l’altro e la retrazione di una faccia sui tre lati alle facce verticali degli stessi cubi rimanenti dopo le deformazioni precedenti si ottiene una retrazione di X su un suo sottospazio W che ` e unione di un anello di cubi tra z = 1 e z = 3 (omeomorfo a T 1 ), un anello di cubi tra z = −3 e z = −1 (omeomorfo a T 2 ) e il parallelepipedo [−1, 1] × [−3, −1] × [−2, 2] che li interseca (omeomorfo a L che interseca T 1 e T 2 nello stesso modo).

3. Poich´ e un toro ` e connesso per archi e un cilindro anche, e L interseca sia T 1

che T 2 , Y ` e chiaramente connesso per archi. Quindi anche W lo ` e, e quindi

anche X perch´ e W ` e un suo retratto.

(7)

4. Poich´ e X si pu` o retrarre su W che ` e omeomorfo a Y , ` e sufficiente dare generatori per π 1 (Y ) (e tale gruppo non dipende dal punto base trattandosi di spazi connessi per archi).

Ma un toro pieno si retrae sulla sua circonferenze centrale e L sul suo asse (e tutto ci` o si pu` o fare conteporaneamente in modo compatibile), perci` o

` e sufficiente dare generatori per il gruppo fondamentale di uno spazio Z dato dall’unione di due circonferenze C 1 , C 2 e un segmento I che le collega intersecandole in due punti x 1 e x 2 .

Se U 1 e U 2 sono due piccoli intorni di x 1 e x 2 (rispettivamente) in C 1 e C 2 ,

i due sottospazi C 1 ∪ I ∪ U 2 e C 2 ∪ I ∪ U 1 sono ambedue retraibili su S 1 ,

e quindi hanno gruppo fondamentale con un solo generatore che possiamo

chiamare α 1 e α 2 , rispettivamente. Per il teorema di Van Kampen α 1 e α 2

generano allora anche il π 1 (Z).

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