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Capitolo 5 Conclusioni

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Academic year: 2021

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Capitolo 5

Conclusioni

Negli zoo i parassiti sono considerati un importante fattore di rischio per la salute ed il benessere degli animali ospitati (Finotello, 2004). Una elevata prevalenza di parassiti a ciclo oro-fecale è considerata una conseguenza di un alto livello di contaminazione ambientale, a sua volta in stretta connessione con una elevata densità animale (Genchi et al., 1991; Ambrosi, 1995; Urquhart et al., 1998). Quest’ultimo fattore spesso è facilmente riscontrabile negli zoo.

Dal momento che gli studi riguardanti i parassiti e le malattie parassitarie degli animali ospitati negli zoo italiani risultano molto carenti, la conoscenza dei parassiti e dei possibili effetti negativi delle malattie da essi sostenute sulla salute ed il benessere dei mammiferi ospitati in due zoo italiani, ha rappresentato l’obiettivo principale del presente lavoro di tesi. Molti dei parassiti dei mammiferi sono agenti di zoonosi; pertanto, considerati gli stretti contatti tra uomo e animali che si possono verificare negli zoo, comprendente sia rapporti tra animali e personale addetto che tra animali e pubblico, un altro importante obiettivo della presente indagine è stato anche quello di verificare la presenza di parassiti responsabili di zoonosi. Infine, dal momento che gli animali ospitati negli zoo includono spesso specie esotiche, è stato anche considerato importante sottolineare, tra i parassiti isolati, la presenza di generi e specie esotiche che potrebbero potenzialmente diffondersi nel nostro Paese.

La presente indagine parassitologica, in cui sono stati considerati mammiferi appartenenti a 17 specie diverse ospitati presso lo Zoosafari di Fasano (Br) ed il Giardino Zoologico di Pistoia, ha evidenziato la presenza sia di endoparassiti che di funghi. Gli endoparassiti isolati comprendono protozoi appartenenti ai generi Eimeria e Cryptosporidium, nematodi

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(ascaridi, strongili gastro-intestinali, Strongyloides, Trichuris) e trematodi (Paramphistomum). Tra i funghi, sono stati isolati lieviti appartenenti alla specie Malassezia pachydermatis.

Molti dei parassiti isolati possono essere responsabili di patologie gravi ed anche della morte degli animali ospiti (Urquhart et al., 1998), soprattutto quando questi ultimi siano sottoposti a fattori stressanti, come accade frequentemente negli animali ospitati negli zoo per la vita in cattività ed in ambienti per loro atipici (Pierbattisti, 2007). Ad esempio, i parassiti del genere Murshidia possono determinare negli elefanti indiani riduzione dell’appetito, edema delle parti declivi del corpo, debilitazione e diminuzione del peso corporeo, associata a linfocitosi e neutropenia (Tripathy et al., 1991; www.elephantcare.org). Nei ruminanti, la strongilosi gastro-intestinale può essere causa di diarrea, anemia, perdita di peso e ipoproteinemia (Miller, 2003); in particolare le tricostrongilosi sono spesso causa di elevata morbilità e mortalità nei bovini non domestici (Miller, 2003). Sempre nei ruminanti, sia domestici che selvatici, i coccidi solitamente determinano febbre, diarrea, debolezza, affaticamento e perdita di peso (Miller, 2003). La tutela della salute ed del benessere degli animali ospitati negli zoo è importante, non solo perchè questi animali rappresentano una fonte di istruzione per il pubblico (IUDZG/IUCN/SSC, 1993; Finotello 2004), ma anche perché essi rappresentano una importante risorsa genetica per le popolazioni di specie in via di estinzione che vivono libere in natura (IUDZG/IUCN/SSC, 1993; Cavicchio, 2007).

Tra i parassiti isolati, alcuni generi e specie, quali Cryptosporidium spp.,

Toxocara cati (Genchi, 2002b; González et al., 2007), Trichuris trichiura

(De Carneri, 1992; Stephenson et al., 2000), Strongyloides fülleborni (De Carneri, 1992) e Malassezia pachydermatis (Chang et al, 1998), sono responsabili di zoonosi. È quindi importante valutare il ruolo degli zoo nella diffusione di questi agenti zoonosici, essendo ambienti in cui, oltre al personale addetto alla gestione degli animali e manutenzione delle strutture

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(Klaus, 2000), un ampio pubblico di ogni fascia di età può entrare in contatto con gli animali (Campolo, 2007). Il rischio biologico è sicuramente elevato per il personale di uno zoo, considerato che gli addetti entrano spesso in contatto con gli animali durante la pulizia di recinti e gabbie, la somministrazione degli alimenti ed altre attività giornaliere necessarie per l’adeguata gestione degli animali (Klaus, 2000). Tra il pubblico, i soggetti più a rischio sono i bambini, perché spesso incoraggiati a oppure tentati di toccare gli animali (www.evd.admin.ch). Per molte zoonosi determinate da parassiti, come per esempio la criptosporidiosi (Genchi, 2002b), la tricocefalosi (Stephenson et al., 2000) e le infezioni da

Malassezia pachydermatis (Chang et al, 1998), i bambini rappresentano

inoltre gli ospiti più sensibili ed in cui frequentemente si osservano le forme cliniche. La salute degli animali ospitati negli zoo è di conseguenza importante anche perché, con il conseguimento di questa, è possibile diminuire il rischio sanitario a cui è soggetto l’uomo (Campolo, 2007). Il controllo sanitario degli animali deve essere fatto quindi anche nel contesto della sanità pubblica (Klaus, 2007), attraverso sorveglianza sanitaria in stretta collaborazione tra il medico veterinario dello zoo, il servizio veterinario delle A.A.S.S.L.L. ed il medico del lavoro (Klaus et al., 2000). Riguardo le specie parassitarie non presenti in Italia, in questa indagine nei babbuini dello Zoosafari di Fasano (Br) è emersa la presenza di

Strongyloides fülleborni, un nematode parassita dell’uomo e dei primati

non umani tipico delle zone equatoriali dell’Africa ed in Papuasia (De Carneri, 1992). Considerando, però, che in molti casi non è stato possibile identificare i parassiti isolati a livello di specie, non si può escludere che tra queste fossero comprese anche altre specie esotiche.

Grazie alla presente indagine possiamo concludere che negli zoo, probabilmente a causa dell’elevata densità animale (Naidu, 2000; www.frontlineonnet.com), della presenza nella stessa area di numerose specie animali diverse che possono essere ospiti di parassiti comuni, e della

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difficoltà nell’attuazione di alcune norme igienico-profilattiche (www.merckvetmanual.com), la contaminazione ambientale da parte di parassiti può essere elevata. In particolare, lo Zoosafari di Fasano (Br) rispetto allo zoo di Pistoia sembra essere soggetto ad una maggiore contaminazione ambientale poiché ospita un maggior numero di animali di numerose specie diverse che spesso coabitano in condizioni di semilibertà, in vaste aree nelle quali la defecalizzazione, la pulizia e la disinfezione non sono applicabili. Considerando che l’elevata contaminazione ambientale può essere responsabile di parassitosi di elevata intensità, cioè sostenute da un elevato numero di parassiti, oppure di prevalenze elevate, cioè di un numero elevato di animali parassitati, essa potrebbe essere stata responsabile dell’elevata intensità e/o dell’elevata prevalenza osservate per alcune parassitosi negli animali dello Zoosafari di Fasano (Br). Ad esempio, nell’antilope cervicapra è stata riscontrata una infestazione sostenuta dagli strongili gastro-intesinali di elevata intensità (2000 UPG), mentre in quattro delle sei specie di ruminanti è stata osservata una prevalenza del 100% di questi parassiti nei campioni esaminati. Tra gli animali ospitati negli zoo, quelli più suscettibili a sviluppare forme cliniche conseguenti a parassitosi risultano essere i giovani esemplari e gli esemplari più stressati, generalmente per un recente viaggio, e/o debilitati da malattie concomitanti (www.merckvetmanual.com). Si rende quindi necessario che negli zoo la gestione degli animali avvenga in modo adeguato, tramite l’applicazione di piani di medicina preventiva, una idonea alimentazione, la giusta ambientazione, il controllo sanitario e la cura (Ghelfi, 2006), per evitare ulteriori stress che potrebbero determinare l’insorgenza di forme cliniche, anche gravi, delle infezioni/infestazioni parassitarie con il rischio di morte dei soggetti (Pierbattisti, 2007). Le alterazioni determinate dai parassiti a carico dei vari apparati ed organi includono anche disendocrinie, ipofecondità ed aborti (Casarosa, 1980; Ambrosi, 1995). Le malattie parassitarie possono quindi influire

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negativamente sulla capacità riproduttiva degli animali (Harvey e Pertridge, 1982; Hamilton e Zuk, 1982; Endler e Lyles, 1989; Genchi et al., 1991) e, di conseguenza, limitare il lavoro che gli zoo svolgono per il mantenimento della biodiversità tramite l’applicazione di piani di riproduzione per le specie in via di estinzione (Gippoliti, 2004).

Il medico veterinario che lavora all’interno di uno zoo è responsabile della salute e del benessere degli animali, e deve quindi applicare tutte le misure precedentemente elencate necessarie per il conseguimento di tale scopo (Cavicchio, 2007). È necessario, pertanto, che i medici veterinari degli zoo siano esperti di Zoo Medicine (Laricchiuta, 2007), una branca della Medicina Veterinaria che prevede anche conoscenze specifiche riguardanti le specie animali esotiche e selvatiche (Finotello, 2004; Laricchiuta, 2007). Le procedure da attuare per il controllo delle parassitosi devono includere, oltre alla somministrazione dei farmaci ed agli esami di routine previsti per gli animali già residenti nello zoo, visite ed esami di laboratorio preliminari per i soggetti di nuova introduzione, i quali devono essere sottoposti anche ad un periodo di quarantena (Finotello, 2004). Durante il periodo di quarantena gli animali devono essere inoltre trattati con farmaci attivi nei confronti degli ecto e degli endoparassiti (www.merckvetmanual.com), allo scopo di evitare l’introduzione di nuovi parassiti e, quindi, tutelare gli animali già residenti all’interno degli zoo (Finotello, 2004). La scelta dei farmaci antiparassitari da utilizzare e della frequenza degli interventi, inoltre, deve essere fatta considerando la possibilità di sviluppo di farmaco-resistenza da parte dei parassiti (Naidu, 2000; www.frontlineonnet.com; www.merckvetmanual.com). Si rende quindi necessario cambiare i principi attivi periodicamente per evitare il verificarsi di questi fenomeni (www.merckvetmanual.com).

Concludendo, è possibile quindi affermare che le parassitosi sono un problema attuale ed importante negli zoo a causa dell’elevata contaminazione ambientale spesso presente; inoltre, nel caso siano presenti

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parassiti responsabili di zoonosi, esiste un elevato rischio di trasmissione anche all’uomo. E’ quindi necessario monitorare le infezioni/infestazioni parassitarie con idonei esami di laboratorio eseguiti periodicamente. In questo modo è possibile tutelare non solo la salute ed il benessere degli animali ospitati negli zoo, ma anche la sopravvivenza delle popolazioni di specie in via di estinzione e la salute ed il benessere dell’uomo.

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