• Non ci sono risultati.

PAVIMENTI n.28

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "PAVIMENTI n.28"

Copied!
53
0
0

Testo completo

(1)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

2018

(2)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

EDITORIALE

Pavimentazioni, manutenzione e durabilità:

meglio prevenire che curare!

Roberta Valli - Architetto, collaboratrice PAVIMENTI-WEB

Se un privato prevede di posare una particolare pavimentazione nella propria abitazione o sul luogo di lavoro, tra le prime delucidazioni richieste al progettista e/o al rivenditore ri- scontriamo notizie sulla durabilità della stessa “non è che tra un anno o due è già da sostituire?

Si graffia facilmente?” e sul tipo di manutenzione da effettuarsi “con che tipologia di detergente devo lavarla? Devo prevedere dei trattamenti periodici?”.

Questa attenzione alla manutenzione ci appare scontata e dettata dal buonsenso, pare ovvio che per conservare nel tempo l’estetica e la funzionalità delle pavimentazioni, sia interne che esterne, sia fondamentale provvedere ad una manutenzione costante impiegando nel modo corretto i prodotti adeguati ad ogni tipologia: cotto, marmo, legno, gres, pavimentazioni continue…

L’attenzione alla manutenzione non è invece così scontata quando si passa dall’ambito

(3)

28/2018 3

privato a quello pubblico, ecco infatti che riscontriamo strade e marciapiedi non lievemen- te ma completamente ammalorati e abbandonati a sé stessi e alle intemperie, ne ho già parlato nell’articolo Dall’emergenza buche alle Smart Road nel quale ho evidenziato come, in Italia, la manutenzione stradale anziché essere programmata insegua le emergenze met- tendo toppe a destra e a manca con risultati che è praticamente inutile commentare ulteriormente.

Manutenzione “preventiva” e “reattiva”

In effetti forse è proprio il concetto di manutenzione che non è recepito nella maniera corretta dalla pubblica amministrazione in quanto il tipo di manutenzione adottato per le in- frastrutture in genere e, di conseguenza, anche per le pavimentazioni stradali, almeno finora, è stato di tipo “reattivo”.

Si interviene cioè nel momento in cui si constata un fenomeno di degrado effettuando una riparazione, spendendo di più e, allo stesso tempo, diminuendo la durabilità, quindi la vita utile, della pavimentazione e/o dell’infrastruttura.

La manutenzione dovrebbe invece essere di tipo “preventivo” che significa programmare nel tempo gli interventi di manutenzione necessari (ad esempio gli eventuali trattamenti consigliati per il particolare tipo di pavimentazione) e

monitorare la pavimentazione stessa verificandone le condizioni d’uso ed intervenendo ai primissimi sinto- mi di degrado.

PROSEGUI LA LETTURA LINK all’articolo completo

(4)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

PRIMO PIANO

Giornate Italiane del Calcestruzzo:

cronaca di tre giorni ad alto tasso di filiera

Andrea Dari - Editore IMREADY

Racconto personale delle Giornate Italiane del Calcestruzzo

Nel corso della prima settimana di novem- bre si è svolta Piacenza la seconda edizione delle “ Giornate Italiane del Calce- struzzo”, da tutti ormai chiamate GIC.

Si tratta di una manifestazione fieristica verticale sulla filiera del calcestruzzo e i settori collegati, tra cui quello delle pavi- mentazioni.

Il sottoscritto era presente con due cappelli: come direttore generale del CONPAVIPER e

come Editore di INCONCRETO.

(5)

28/2018 5

Ma in questo articolo vorrei apparire in nessuna di queste due vesti ufficiali, ma semplicemente come Andrea Dari, persona che frequenta il mondo del calce- struzzo da quando aveva 14 anni (a causa della trasmissione di un virus passionale da parte dello zio, chimico del cemento, e di un virus imprenditoriale da parte del Padre), che nella sua vita ha occupato alcuni ruoli in ATECAP, che ha gestito (con alterne for- tune) un’attività di consulenza nel settore, ha insegnato per alcuni anni tecnologia del calcestruzzo all’Università di Bologna, che da allora non è mai mancato di partecipare al SAIE (siamo quindi a 37 edizioni viste), e che affronta il tema con una passione che va al di là della professione.

Un articolo dove riportare la mia espe- rienza del GIC 2018 quindi senza alcuna veste ufficiale.

Partiamo da un giudizio generale:

il GIC mi è piaciuto, molto

Quando sono arrivato in fiera per l’allesti- mento dello stand CONPAVIPER mi sem- brato di trovarmi di fronte all’Area 48 del SAIE di una volta. Autobetoniere, Camion, Mescolatori, Attrezzature, Prodotti … e mi sono detto “ma allora questa filiera, che ha perso oltre il 60% dei fatturati e dei volumi, è ancora viva, ha ancora voglia di ritrovarsi, di avere un momento di con- fronto e unione”.

Nei giorni successivi poi questa sensazione si è rafforzata.

L’organizzatore ha dichiarato quasi 5.000 visitatori nei tre giorni. Io non so se sono stati di

più o di meno, ma posso testimoniare di avere trovato tantissimi amici del settore, molti dei

quali non vedevo da tempo. Tecnologi, produttori di calcestruzzo, produttori di inerti, 8

(6)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

applicatori del settore delle pavimentazio- ni, fornitori di impianti e tecnologie, … non riuscivo a compiere un passo che dovevo fermarmi per un saluto, una discussione, un approfondimento.

Ho ritrovato tra i padiglioni anche tre

“vecchi” maestri: Francesco Biasioli, Gian- ni Zanco e Massimo Calda, tre figure che hanno contraddistinto la mia formazione iniziale nel settore. Ma ho anche visto fi- gure che non mi sarei aspettato di trovare in una fiera italiana, anche di settore, come alcuni “VIP” del settore del cemento.

Come ho detto, quindi, più che la quantità mi piace sottolineare la qualità dei parteci- panti, fornitori e visitatori, che ben rappre- sentano la parte interna della filiera.

Ho partecipato attivamente anche a tre eventi, e passivamente a uno: il primo or- ganizzato da CONPAVIPER, il secondo da ASSIAD, il terzo dall’Istituto Italiano del calcestruzzo. Tutti interessanti i tre temi trattati.

L’evento CONPAVIPER

sui Pavimenti Industriali e il loro riconoscimento come Struttura Nel primo evento, quello di Conpaviper, che si è svolto il venerdì mattina, si è par- lato del riconoscimento strutturale delle Pavimentazioni Industriali, un tema ovvia- mente caldo per il settore rappresentato dall’Associazione. Sala strapiena, relazioni di Roberto Baldo e Gian Luigi Pirovano davvero eccellenti, pubblico visibilmente soddisfatto. Il tema è stato affrontato con grande at-

tenzione e professionalità ed è stato chiarito in modo esaustivo quando le pavimentazioni industriali devo- no considerarsi strutture e quando semplici finiture.

PROSEGUI LA LETTURA LINK all’articolo completo

(7)

28/2018 7

NUOVO

EPOTEK AUTOLIVELLANTE

DAI COLORE AI TUOI PAVIMENTI CON RESINE CHE CATTURANO LA MAGIA DEL MARE

fotografia: Cristiano Cani

TEKNA CHEM S.p.A. - via Sirtori, 20838 Renate (MB) - tel. 0362 918311 - www.teknachem.it - info@teknachem.it

(8)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

SPECIALE PAVIMENTI INTERVISTE AL GIC

L’Istituto Italiano per il

Calcestruzzo diventa Fondazione Intervista a Silvio Cocco,

Presidente Istituto Italiano per il Calcestruzzo

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

BASF presenta MasterEase,

il superfluidificante di alta gamma per la reologia del calcestruzzo Intervista a Donato Luciano, Sales Manager BASF CONTRUCTION CHEMICAL Italia

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

Additivi, ripristino e impermeabi- lizzazione del calcestruzzo:

le soluzioni di MAPEI

Intervista a Pietro Lattarulo, Product Manager Additivi Italia MAPEI

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

PENETRON tra i partner del progetto Reshealience per i calcestruzzi ultra durabili Intervista a Enrico Gastaldo Brac, Architetto, Presidente Consiglio di Amministrazione PENETRON Italia

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

(9)

28/2018 9

(10)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

SPECIALE PAVIMENTI INTERVISTE AL GIC

Le soluzioni per pavimentazioni durevoli, estetiche e drenanti di CALCESTRUZZI

Intervista a Enrico Corio,

Responsabile Prodotti Speciali CALCESTRUZZI

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

BEKAERT: NTC e rinforzo strutturale, le soluzioni con le fibre d’acciaio Dramix Intervista a Simone Mornico, Responsabile Sud Europa Settore Dramix BEKAERT

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

DRACO: resine e prodotti per i professionisti

delle pavimentazioni industriali Intervista a Davide Gabrielli,

Responsabile Marketing DRACO

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

Il nuovo impianto per sottofondi di OVERMAT

Intervista a Diego Tomasella, Amministratore Delegato ORMET

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

(11)

28/2018 11 Rivoluziona il progetto

del tuo calcestruzzo con le fibre d’acciaio Dramix ®

440x618px_Singapore gardens_IT.indd 1 2/02/2018 15:23:42

(12)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

SPECIALE PAVIMENTI INTERVISTE AL GIC

Campioni (TEKNA CHEM):

come ottenere un calcestruzzo ad alta durabilità

Intervista alla dott.ssa Valeria Campioni, Responsabile settore chimico TEKNA CHEM

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

FIBROCEV: fibre in acciaio e poli- meriche per migliori performance in ogni campo di utilizzo

Intervista a Massimo Fumagalli, Amministratore Delegato FIBROCEV

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

Le superfici senza limiti

di CONCRETE SOLUTION Italia Intervista a Matteo Mozzarelli,

Amministratore CONCRETE SOLUTION Italia

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

Amphibia: la membrana impermeabile per ambienti interrati di VOLTECO

Intervista a Alessandro Benetti, Ufficio Marketing VOLTECO

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

(13)

28/2018 13

SPECIALE PAVIMENTI INTERVISTE AL GIC

CONPAVIPER al GIC 2018

Intervista a Luigi Schiavo,

Presidente Ente Nazionale Conpaviper

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

NTC 2018: le pavimentazioni industriali diventano strutture Intervista a Gian Luigi Pirovano, Ingegnere forense - Specialista in Tecnologie e Patologie di Degrado di Materiali da Costruzione

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

NTC 2018 e pavimentazioni:

nuove responsabilità per

progettisti e imprese applicatrici Intervista a Roberto Baldo, Direttore CERTIS

GUARDA IL VIDEO LINK al filmato

(14)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

PAVIMENTI IN CALCESTRUZZO

L’affioramento delle fibre strutturali nelle pavimentazioni di calcestruzzo finite con frattazzatrice meccanica

Roberto Muselli, Gianluca Pagazzi - Ingegneri, Consulenti esperti nel settore delle pavimentazioni industriali

Nell’ambio delle opere di calcestruzzo l’impiego delle fibre strutturali nelle pavimentazioni è pratica molto diffusa, per la facilità d’uso, indipendente da pro- blematiche/errori di posa delle armature, in quanto concorrono nel far assumere importanti valori di tenacità al calcestruzzo e, nel contempo, aiutano a mitigare gli effetti del ritiro.

Il successo dell’applicazione di tale rinforzo nelle strutture in generale, in quelle snelle in particolare, dipende anche dalla elevata probabilità che la sollecitazione a trazione possa trovare il giusto contrasto in ogni direzione indipendentemente dalla corretta o meno posa delle armature e dalla presenza di copriferri minimi richiesti per l’aderenza delle barre. Inol- tre, parlando di copriferro riferito alla durabilità, utilizzando un calcestruzzo fibrorinforzato con fibre in polipropilene, potrebbero essere la “corretta armatura” di importanti spessori di copriferro, progettati per far fronte all’attacco da cloruri marini o provenienti da agenti disgelanti o di carattere industriale.

Inoltre, anche per la resistenza agli urti, possono dare il loro contributo. Una migliore resistenza, agli urti, può essere ottenuta utilizzando prodotti caratterizzati da un’alta dut- tilità quali, ad esempio, prodotti con inerti a base di ferro e ghisa, malte ad alta resistenza a flessotrazione, quali quelle a base di prodotti resinosi oppure incorporando nell’indurente delle fibre di rinforzo.

La prestazione strutturale delle opere realizzate con calcestruzzi duttili, dipende nel

breve dalla tenacità del composito impiegato e, nel medio-lungo periodo, dagli effetti delle

deformazioni lente e dallo scorrimento viscoso del composito stesso. Fra i fattori compo-

sizionali che influiscono il ritiro igrometrico e la stabilità dimensionale a regime è, quindi,

importante valutare il “creep-strain” delle fibre da impiegare. Per questi motivi risulta facile

pensare, e molti studi scientifici ed esempi applicativi lo dimostrano, che la sostituzione tota-

le delle armature metalliche tradizionali può avvenire solo con fibre metalliche e l’impiego di

fibre sintetiche preveda l’impiego congiunto di armature metalliche seppure ridimensionate

in maniera anche generosa.

(15)

28/2018 15

Attualmente si stanno presentando sul mercato italiano, altre fibre per i rinforzi strut- turali, che provengono dalla lavorazione del basalto e dall’impiego di polieste- re. Nel secondo caso è attualmente in fase di studio l’incapacità di tale materiale di resistere in ambiente alcalino.

Nel primo caso, invece, a fronte di eccellenti risultati, attualmente non esiste la possibilità di certificare la fibra secondo le normative vigenti che non contemplano l’origine minerale del prodotto.

Inoltre, in un’ottica di economia circolare, l’impiego di fibre prodotte con materiali prove- nienti da riciclo è possibile anche limitare l’impatto ambientale dell’opera così realizzata.

Gli effetti delle fibre nel calcestruzzo

Il calcestruzzo possiede una scarsa tenacità ovvero una pessima attitudine a re- sistere in stato post-fessurato.

Con l’introduzione delle fibre strutturali si raggiungono valori di tenacità che dipendono dal quantitativo/volume di fibre, dalla prestazione del calce- struzzo che le ospita e dalla geometria delle stesse. Posto, infatti, che il collas- so dei calcestruzzi fibrosi possa avvenire solo per sfilamento delle fibre (mai per rottura delle stesse) è fondamentale che le fibre siano conformate in maniera da opporsi allo sfilamento stesso. Per questo motivo le fibre metalliche appaiono piegate o sagomate in differenti maniere come pure le fibre sintetiche dotate di generoso dia- metro equivalente. La capacità delle fibre sintetiche più sottili non sagomate di opporsi allo sfilamento (e contribuire a generare un composito tenace), può essere invece correlato al rapporto d’aspetto e alla numerosità delle fibre stesse.

Al fine di valutare la corretta lunghezza delle fibre strutturali è bene relazionarla con il diametro massimo dell’aggregato in modo che sia intorno al doppio di tale valore.

Per contro l’ aumento della numerosità delle fibre a parità di volume, impone una seria attenzione nei confronti della lavorabilità del calcestruzzo influenzata dalla superficie specifica delle fibre introdotte. Quindi, la progettazione della miscela deve essere fatta considerando già la presenza delle fibre, poiché, per esigenze di messa in opera, interessa la consistenza del “calcestruzzo fibrorinforzato” nel suo complesso e non la lavora- bilità di un calcestruzzo normale a cui vengono aggiunte le fibre, che chiaramente, “soffrirà”

in termini di lavorabilità, poiché gli vengono inseriti degli elementi non previsti e che altera- no il proporzionamento iniziale degli ingredienti.

Il calcestruzzo dovrà poi essere formulato in maniera da possedere una

importante attività “adesiva” nei confronti delle fibre al fine di generare 8

(16)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

un sistema adatto allo scopo. Per questo motivo, a parità di prestazione meccanica, è pre- feribile che il calcestruzzo abbia un adeguato volume di pasta che tenga conto anche del volume di fibre introdotto.

A tale scopo, partendo da una considerazione di tutt’altra applicazione, il minimo volume di pasta suggerito può essere considerato in 350 litri/m

3

più il necessario ad ospitare le fibre previste.

Al fine di rendere più adesiva la pasta stessa può essere utile l’impiego cementi finemente macinati e la combinazione con materiali cementizi secondari molto finemente macinati.

La pasta dovrà inoltre presentare bassi valori di aria allo stato fresco e una adeguata visco- sità.

Tutti questi accorgimenti sono utili al raggiungimento delle prestazioni di tenacità richieste e al contrasto all’affioramento delle fibre sulla superficie.

Quando il volume di pasta è scarso, il rapporto a/c è elevato e le ope- razioni di frattazzatura sono svolte con acqua aggiunta, la probabilità di affioramento aumenta e, agli effetti deleteri sulla pavimentazione in termini di resistenza in opera e durabilità, si aggiungono anche gli effetti, poco gradevoli, di un abbondante affioramento superficiale di fibre.

Una elevata presenza di fibre in superficie può quindi essere ricondotta a un rapporto a/c elevato penalizzato dall’acqua di essudazione e/o spiacevoli aggiunte d’acqua in cantiere e/o dall’acqua erroneamente impiegata per le operazioni di frattazzatura.

L’assenza di fibre, anche se non è possibile eliminarle del tutto, conferma un corretto volu- me di pasta del calcestruzzo, un corretto rapporto a/c e corrette operazioni di frattazzatura realizzate senza acqua aggiunta. Il fatto dell’impossibilità dell’eliminazione totale del “feno- meno naturale dell’affioramento superficiale”, ci costringe ad evolvere, in ottica futura, verso lo studio di un accurato metodo di misurazione del fenomeno, con lo sviluppo di procedure di accettazione oggettive che si staccano dal giudizio soggettivo dei singoli individui che partecipano alla progettazione, realizzazione e al controllo delle opere.

Numero di fibre in superficie – Generalità

Nelle pavimentazioni di calcestruzzo, generalmente, il vizio correlato al naturale fenomeno dell’affioramento delle fibre è maggiormente estetico più che prestazionale. Le caratteristiche di fruibilità ed estetiche della superficie dei pavimenti sono parametri progettuali che devono essere preliminarmente valutati.

Laddove la presenza di fibre dovesse influenzare ne- gativamente la fruibilità, le prestazioni di utilizzo o l’e- stetica, esse non si devono impiegare.

PROSEGUI LA LETTURA LINK all’articolo completo

(17)

28/2018 17

(18)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

PAVIMENTI IN CALCESTRUZZO

Aeroporto G. Marconi di Bologna:

Piazzale Aeromobili. Intervento di

riqualifica di una porzione di lastronato

A. Damasceni - Dottore in Chimica, Direzione Tecnologia e Qualità Calcestruzzi SpA L. Marchi - Ingegnere, Responsabile-Post Holder Manutenzione Infrastrutture Aeroporto di Bologna e Direttore Lavori

G. Pagazzi - Ingegnere, Direttore Operativo, Ufficio Direzione Lavori S. Tortelli - Ingegnere, Direzione Innovazione di Prodotto Globale, Italcementi SpA - HeidelbergCement Group

Il chiaro trend di aumento del traffico aeroportuale registrato nell’ultimo periodo in Italia, apre ai tecnici del settore numerose opportunità legate a tecniche e materiali innovativi che possono dare risposte nuove a necessità ‘tradizionali’, quali ad esempio la rapidità di inter- vento, la durabilità e la sicurezza per gli utenti finali.

In questo contesto si colloca la soluzione sviluppata nei laboratori Italcementi S.p.A.

dalla direzione Innovazione di Prodotto Globale e da Calcestruzzi per il rifacimento di alcune lastre in calcestruzzo ammalorate localizzate nell’area Apron in prossimità del raccordo breve TQ dell’ aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, avendo come obiettivo principale il ripristino delle caratteristiche funzionali e strutturali della sovrastruttura di tipo rigido in funzione e coerentemente al traffico aereo presente e futuro.

Riqualifica di una porzione di lastronato dell’area di volo: i dettagli dell’intervento

Il cantiere si è aperto alle 00:01 di venerdì 14 Settembre e l’area è stata riconsegnata per le ore 05:59 di martedì 18 come da schedula, sebbene la stessa risultasse grazie alla rapidità del materiale agibile già dal giorno precedente. Le fasi dell’intervento sono consistite nel- la demolizione della pavimentazione, rimozione degli strati sottostanti, stabilizzazione, rispristino della stratigrafia di supporto e getto in opera della piastra di calcestruzzo.

A seguito della mappatura degli ammaloramenti presenti sulle lastre interessate dall’inter-

vento, si è potuto constatare che i dissesti presenti erano di carattere prettamen-

te fessurativo e che gli stessi erano caratterizzati da elevata estensione. Le fessure

erano caratterizzate da un andamento di carattere sia longitudinale/trasversale sia

d’angolo; tale aspetto ha portato a pensare che il fenomeno fessurativo potesse

(19)

28/2018 19

essere esteso non solo a tutto lo spessore del lastronato esistente ma anche proba- bilmente alla fondazione della sovrastruttura in misto cementato impli- cando la necessità di una maggiore profondità dell’intervento.

Si è quindi reso necessario omogeneizzare il pacchetto della sovrastruttura di tipo rigido cercando di garantire uniformità anche in termini di caratteristiche strutturali.

La riqualifica di tipo profondo ha consentito sia di eliminare l’attuale permeabilità della pavi- mentazione agli agenti meteorici (presenza di fessure diffuse ed “aperte”) sia di ripristinare le caratteristiche funzionali della pavimentazione eliminando gli ammaloramenti presenti (es.

dislivelli tra lastre contigue). Si è inoltre proceduto all’ ottimizzazione dell’orditura dei giunti: in particolare il giunto in direzione parallela al movimento degli aeromobili ri- sultava essere in corrispondenza delle traiettorie maggiormente interessate dal passaggio di pneumatici del nose gear. Il nuovo layout sviluppato ha portato a vantaggi tangibili, tra i quali il fatto che i giunti della pavimentazione non fossero più posti (in rettilineo) lungo traiettorie con maggiori ricoprimenti dei pneumatici aeromobili, (né nose gear né main gear), e che il posizionamento dei fuochi per gli Aiuti Visivi Luminosi (AVL) non si trovasse più in prossi- mità (< 50-100 cm) dei giunti strutturali della pavimentazione a meno di situazioni puntuali.

Un calcestruzzo high-performance per l’Aeroporto Marconi

Considerato lo stato di fatto e tenendo conto della necessità di effettuare l’intervento in tempi rapidissimi, Italcementi e Calcestruzzi, hanno valutato la possibilità di mettere in campo una soluzione innovativa, in grado di garantire in meno di 36 ore le resistenze che un normale calcestruzzo sviluppa in 28 giorni: tale possibilità è stata da subito condivisa e sposata dall’area manutenzione infrastrutture dell’aeroporto stesso,

Area di intervento

8

(20)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

consci della sfida che l’utilizzo di un materiale innovativo avrebbe portato in un ambito come quello descritto.

Nel dettaglio, la zona interessata era costituita da un rettangolo di geome- tria 15 m x 21 m posto a ridosso di parte del fognolo di scolo delle acque piovane, a sua volta ammalorato e sostituito quindi in occasione dell’intervento sulla piastra; allo stesso tempo, gli impianti ed i cavidotti per i fuochi AVL sono stati demoliti e ripri- stinati ex-novo.

L’intervento è stato attentamente analizzato da parte di tutti gli attori coinvolti valutando le problematiche attese, in particolar modo tenendo conto della necessità di lavorare in una zona posta a -1 m dal piano campagna, che di fatto limitava le opzioni tecnologiche per la stesa e la compattazione dei rilevati per problematiche di accessibilità e di integrità del sottofondo stesso, considerati gli stretti parametri di regolarità richiesti da capitolato.

Le operazioni di demolizione della piastra esistente sono iniziate immediata- mente dopo l’accantieramento e la dismissione delle monovie di alimentazione dei singoli fuochi AVL, procedendo senza interruzione sino al completamento.

Si è poi proceduto alla rimozione e al conferimento, andando a sostituire anche parte del sottofondo che risultava in alcune zone compromesso dalla presenza di materiale argillo-

Stesa e compattazione del materiale di fondazione

(21)

28/2018 21

PROSEGUI LA LETTURA LINK all’articolo completo

Zona getto con disposizione di armatura

so di tipo comprimibile e soggetto a variazioni di portanza legate ai cicli secco-umido e caldo-freddo, una delle probabili cause dell’ammaloramento della piastra in calcestruzzo esistente.

Nello specifico, il sottofondo è stato ricostruito andando a disporre uno strato di 0,3 m in misto granulare stabilizzato e rullato in modo da ottenere una portanza dello stesso idonea per lo scopo, e successivamente ricoperto da 0,4 m di conglomerato cementizio per sottofondazioni appositamente studiato per la rapidità di intervento e le modalità disagiate di posa in opera e compattazione. A seguire sono stati interposti uno strato in tessuto non tessuto e un doppio strato di polietilene per ridurre al minimo l’attrito tra la piastra in calcestruzzo ed il supporto, il giunto di isolamento lato fognolo e gli elementi in materiale comprimibile per ripristinare i giunti perimetrali in adiacenza alla piastra esistente.

All’interno della zona di getto, i fustelli per i fuochi AVL sono stati disposti preventivamente ed isolati mediante gommapiuma per garantire la possibilità di movimento reciproco tra l’in- serto metallico ed il calcestruzzo circostante, con lo scopo di ridurre sensibilmente il rischio di fessurazione derivante dalla presenza di tali elementi all’interno della matrice.

Una volta ultimate le operazioni di preparazione dell’area, si è proceduto al getto di com- pletamento della fondazione e delle spalle laterali del nuovo fognolo prefabbricato, alla disposizione delle armature di progetto in corrispondenza del fognolo stesso e dei giunti.

Tale operazione ha richiesto particolare cautela per il corretto posizionamento come indi- cato negli elaborati progettuali, avendo cura di svin-

colare i barrotti delle file adiacenti per garantire la

collaborazione tra le diverse zone della piastra solo

nelle modalità prestabilite.

(22)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

PAVIMENTI IN CALCESTRUZZO

Cedimento di una pavimentazione industriale in c.a.:

ecco come consolidarla

URETEK ITALIA

L’utilizzo della tecnologia URETEK Deep Injections

®

per il consolidamento del piazzale del Cantiere Navale Fincantieri di Monfalcone (GO)

La struttura interessata

La zona interessata dal cedimento era costituita da una fascia di pavimentazione industriale in calcestruzzo armato, posta tra il piazzale e la rotaia del carroponte nell’area di assemblag- gio e montaggio delle navi.

Il problema: il cedimento del terreno di fondazione

Il cedimento differenziale del terreno di fondazione si è verificato in seguito al passaggio delle gru che operano nel cantiere navale trasportando carichi elevati.

La deformazione della fascia, lungo la canaletta porta cavo, si presentava con avvallamenti

(23)

28/2018 23

irregolari e diffusi. I cedimenti massimi riscontrati arrivavano a circa 60 mm.

Osservazioni

I sollevamenti verticali del manufatto in calcestruzzo sono indice dell’efficacia del trattamen- to. Essi, infatti, possono avvenire solamente dopo che l’espansione generata dal processo di rigonfiamento della resina ha prodotto l’addensamento di tutto il terreno circostante l’inie- zione nelle direzioni diverse dalla verticale.

La soluzione Uretek

Per eliminare il problema alla radice è stata scelta la grande esperienza e professionalità di Uretek e la sua tecnologia Deep Injections

®

.

Le iniezioni di resina Geoplus

®

a rapida espansione ed alta pressione di rigonfiamento hanno addensato il terreno in profondità in tutta l’area circostante al punto d’iniezione; in questo modo il contatto tra il sottofondo e il cordolo in cemento armato è stato completamente ripristinato.

L’intervento che ha richiesto 2 giorni lavorativi, ha interessato 3 zone diverse dell’area di passaggio del carroponte per un totale di circa 80 ml di cordolo.

Uretek Deep Injections

®

per la stabilizzazione dei terreni di fondazione I PUNTI DI FORZA:

• Non invasivo, senza scavi o lavori in muratura;

• Rapido ed immediatamente efficace;

• Non sporca e non produce scarti;

• Permette interventi parziali e localizzati;

• Monitorato con livello laser in tempo reale.

La resina URETEK GEOPLUS

®

• Espande rapidamente con alta pressione di rigonfiamento;

• Rimane confinata nel volume significativo;

• Stabile nel tempo;

• Eco-compatibile: non inquina;

• Prodotta in esclusiva per Uretek.

L’ intervento di consolidamento nel dettaglio

Il terreno sottostante al cordolo “porta canaletta” è di riporto, di natura granulare, misto ad

argilla e depositato a fianco della struttura di appoggio del carroponte realizzata molti anni

prima. In occasione dell’ultima realizzazione del piazzale, nel 2008/9, oltre al compattamento

del terreno di riporto sottostante e al getto del pavimento dello spessore di 40 cm, non si

era potuto compattare anche il terreno della fascia adiacente già esistente. 8

(24)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

L’esecuzione dei fori d’iniezione è stata realizzata per mezzo di perforatori manuali elettrici a rotopercussione.

Durante questa fase il piano d’appoggio del cordolo è stato rilevato ad una profondità di 0,60/0,80 m circa dal piano di lavoro.

Le perforazioni, del diametro di 26 mm, eseguite attraverso il cordolo in cemento armato ed estese in alcuni punti per una lunghezza massima di 2,0 m oltre lo spessore dello stesso, sono state intervallate a distanze regolari operando dall’alto e centralmente al cordolo della canaletta.

Terminate le operazioni di perforazione si sono posati i condotti d’iniezione in acciaio me- diante percussione.

Le iniezioni sono state eseguite dapprima nei livelli più superficiali ed in seguito in quelli più profondi alle quote di m 0,10 e m 1,10 dal piano d’appoggio del cordolo.

Nei punti critici, corrispondenti alle aree di passaggio delle ruote dei cavalieri, si è realizzato un terzo livello d’iniezione, alla profondità di m 2,00 circa da p.c.

In questo modo si è raggiunto e consolidato con pre- cisione tutto il volume di terreno cosiddetto “signifi-

cativo”.

PROSEGUI LA LETTURA

LINK all’articolo completo

(25)

28/2018 25

(26)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

La nuova Anas: forte impegno sulla manutenzione

Anas (Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane), in controtendenza rispetto al passato, negli ultimi tre anni ha impresso un cambiamento radicale nella propria strategia di investimento per lo sviluppo della mobilità del Paese, ponendo al centro, per la prima volta, la manu- tenzione e il potenziamento della rete stradale.

Anas, che oggi gestisce oltre 27.000 chilometri di strade e autostrade, ha dato precedenza alla manutenzione e alla sorveglianza del proprio patrimonio stradale per recuperare il deficit accumulato negli anni e migliorare la sicurezza delle strade.

La manutenzione, oltre ad aumentare la vita dell’infrastruttura, garantisce la capacità tra- sportistica dell’infrastruttura, la sicurezza e il comfort. Questo avviene secondo stan- dard aggiornati, senza consumare territorio e con basso impatto ambien- tale. In questo modo, si è passati da una manutenzione straordinaria a una manutenzione programmata, che tiene conto

delle reali condizioni delle infrastrutture così come rilevate, dell’importanza delle direttrici e dell’analisi del rischio.

PAVIMENTAZIONI IN CONGLOMERATO BITUMINOSO

Passare da una manutenzione

straordinaria ad una programmata:

i numeri delle strade ANAS

ANAS

PROSEGUI LA LETTURA LINK all’articolo completo

(27)

28/2018 27

(28)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

PAVIMENTAZIONI CONTINUE

Rivestimenti Resinosi Continui:

Classificazione e Definizione dei Sistemi

ENTE NAZIONALE CONPAVIPER

Il pavimento è l’insieme costituito dal supporto, dalla piastra portante e dalla pavimentazione.

La piastra portante in calcestruzzo armato ha il compito di sopportare i carichi statici e dinamici; la pavimentazione è lo strato a vista del pavimento e può essere costituita da un “sistema resinoso continuo”.

Gli elementi che costituiscono un pavimento contro terra (non sempre sono presenti tutti) sono raffigurati in figura.

I rivestimenti resinosi rappresentano una tipologia esecutiva di pavimen- tazione, cioè lo strato protettivo e di usura del pavimento.

Il termine “ sistema resinoso continuo” identifica il composito monolitico ottenuto con la sovrapposizione di due o più strati di formulati resinosi, generalmente liquidi, applicati l’uno sopra l’altro in sequenza logica e tali da formare un insieme compatto.

L’ indurimento dei materiali avviene per reazione chimica degli stessi tra loro (es. re- sine polimetilmetacrilati) o con specifici indurenti (es. resine epossidiche e poliuretaniche) anche contemporaneamente a reazione con leganti idraulici (es. composti poliuretano-ce- mento ed epossi-cemento) o con l’umidità dell’aria (alcune resine poliuretaniche).

I componenti che costituiscono un formulato resinoso, normalmente identificati con i

nomi “base” e “indurente” – ma a cui si possono aggiungere anche altri materiali reattivi

(29)

28/2018 29

quali il cemento –, devono essere intimamente miscelati tra loro, in rapporti ben definiti, prima dell’uso, in maniera che la reazione avvenga in modo completo, omogeneo e uniforme e coinvolga tutta la massa.

Nella scelta della stratificazione del sistema resinoso è importante la valutazione della com- patibilità dei formulati che verranno a contatto tra loro.

Un sistema resinoso può presentare caratteristiche fisiche e chimiche diverse a seconda di come viene realizzato e dei componenti che lo costituiscono. Può essere più o meno resistente agli agenti aggressivi, può essere più o meno elastico, avere caratteristiche meccaniche di resistenza agli urti e all’usura più o meno marcate.

La norma UNI 8297 classifica i sistemi resinosi in relazione allo spessore finale crescente, cioè allo spessore del sistema, a indurimento avvenuto di tutti i vari strati che lo compongono:

sistemi incorporati, quelli che non formano uno strato superficiale apprezzabile, e che quindi vengono assorbiti dal supporto;

sistemi riportati, quelli in grado di formare uno strato superficiale più o meno spes- so e variabile tra 0,150 mm ÷ 10 mm (raramente oltre).

La terminologia utilizzata per distinguere i vari sistemi fa riferimento per alcuni rivestimenti allo spessore, per altri alla tecnica applicativa, per altri ancora alle caratteristiche di fluidità del prodotto.

Sistemi resinosi incorporati: impregnazione “semplice” e impregnazione

“a saturazione”

Sono essenzialmente trattamenti tesi a migliorare le caratteristiche della su- perficie di posa, come indicato nella norma UNI 8297.

Si impiegano prodotti ad alto potere penetrante in fase solvente o in dispersione acquosa, scelti in relazione al grado di penetrazione e saturazione delle porosità superficiali deside- rati e alla compatibilità con l’eventuale strato successivo.

Con l’ impregnazione cosiddetta “semplice” i pori e le capillarità sono rivestiti internamente, ma non risultano completamente riempiti. Non vi è alcuna pellicola apprez- zabile sulla superficie e l’aspetto estetico, in modo particolare quando si usano formulati epossidici, evidenzia un imbrunimento superficiale, detto “effetto bagnato”. La superficie è caratterizzata da un marcato effetto idrorepellente.

Con l’ impregnazione cosiddetta “a saturazione” il trattamento viene invece ese-

guito con più strati e/o più in profondità, determinando il parziale o totale riempimento delle

porosità superficiali. La pellicola risulta sottilissima e difficilmente valutabile, discontinua 8

(30)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

e non uniforme. Rende la superficie cromaticamente non omogenea, con macchie più o meno scure e più o meno lucide, a seconda del grado di assorbimento della resina e dell’uniformità dell’eventuale pellicola superficiale che si dovesse formare.

Va ancora sottolineato che nonostante tale tipo di impregnazione sia comunemente chia- mata “a saturazione”, essa in realtà non garantisce il completo riempimento delle porosità della superficie dei sottofondi trattati.

L’impregnazione ha la funzione di promuovere l’adesione di eventuali successivi strati di ri- vestimento e/o di migliorare le caratteristiche meccaniche superficiali consolidando la parte corticale della superficie di posa e rendendola così meno permeabile ai liquidi in genere.

L’impregnazione è in ogni caso un “trattamento superficiale” realizzato mediante l’applica- zione di un unico prodotto, il più delle volte su superfici cementizie, generalmente traspa- rente, liquido e a bassa viscosità.

Esempi di superfici impregnate

Sistemi resinosi riportati

La classificazione dei “sistemi resinosi riportati” in relazione al loro spessore finale si basa sulla considerazione che lo spessore è uno dei parametri che influenzano la durata del rivestimento.

La durata di un rivestimento resinoso è infatti influenzata dalle caratteristiche tecniche del rivestimento, dal suo spessore, dalla natura e consistenza della superficie di posa, dalle con- dizioni ambientali durante l’utilizzo, dalla tipologia e intensità del traffico su di esso agente, dalla presenza o meno di agenti aggressivi e di possibili cause di degrado degli strati sotto- stanti ecc.

La classificazione dei sistemi resinosi riportati terrà conto del parametro “spessore” e i

(31)

28/2018 31

Oltre 10 anni di

AETERNUM CAL

TEKNA CHEM S.p.A. - via Sirtori, 20838 Renate (MB) - 0362 918311 - www.teknachem.it - info@teknachem.it

Trattamento

di primerizzazione La superficie è pronta a ricevere altri strati resinosi

Trattamento antipolvere

La superficie presenta una ridotta attitudine a sfarinarsi per attrito, riducendo conseguentemente la formazione di polvere

Riduzione dell’assorbimento di liquidi [*]

La superficie assorbe meno facilmente, temporaneamente, liquidi come acqua o oli. Il trattamento non può essere considerato in alcun modo un trattamento

di impermeabilizzazione Trattamento

di consolidamento

Lo strato corticale è più coeso. Eseguito nel caso di superfici poco compatte, con una penetrazione fino ad alcuni millimetri di profondità, in relazione alla porosità della superfici

(*) I lavaggi riducono e annullano nel tempo la riduzione dell’assorbimento dei liquidi.

vari sistemi saranno elencandoli in ordine crescente

in base allo spessore finale del rivestimento.

PROSEGUI LA LETTURA LINK all’articolo completo

(32)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

PAVIMENTAZIONI CONTINUE

Rivestimenti MasterTop al padiglione tedesco della Biennale Architettura di Venezia 2018

BASF CC ITALIA

Muri, il loro impatto sulle persone e le opportunità aperte dalla loro scomparsa, come quanto è accaduto a Berlino tra il 1961 e il 1989, sono al centro di ‘ Unbuilding Walls’, il contributo della Germania alla Biennale di Architettura di Venezia di quest’anno.

Con i rivestimenti in poliuretano della serie MasterTop, Master Builders Solutions

®

ha supportato il padiglione tedesco in qualità di sponsor dei materiali.

L’ideazione e la progettazione del padiglione sono state realizzate dallo studio di archi- tettura berlinese Graft e da Marianne Birthler, ex commissaria federale per i documenti lasciati dai servizi di sicurezza dello Stato dell’ex RDT.

Entrando nel padiglione, i visitatori si confrontano immediatamente con un muro apparen-

temente impenetrabile. Quando però iniziano a muoversi e a cambiare prospettiva, il muro

si dissolve, rivelandosi invece composto da più colonne disposte a pari distanza e con ampi

spazi tra di loro. Ed è qui che Master Builders Solutions entra in gioco come

sponsor di prodotto: colonne e parti del pavimento sono rivestite con il

(33)

28/2018 33

sistema MasterTop in colore nero che enfatizza l’aspetto visivo e l’appa- rente impenetrabilità della ‘parete’.

Sul retro, le colonne documentano lo sviluppo di quella che un tempo era la fascia della morte e le sue varie trasformazioni e utilizzi fino ad oggi.

Il muro di separazione, il ‘Muro delle opinioni’, è dedicato alle voci di persone provenienti da Cipro, Irlanda del Nord, Israele e Palestina, Stati Uniti e Messico, Corea del Nord e Corea del Sud, nonché da un confine esterno dell’UE a Ceuta, in Spagna, i quali devono tutti vivere con un muro.

Il rivestimento giusto per l’effetto desiderato, MasterTop by Master Builders Solutions

®

Per creare l’effetto di una parete continua che sembra crescere dal terreno, un ruolo de- cisivo è stato svolto dalla soluzione di rivestimento utilizzata sulle colonne. Qui, i moltepli- ci requisiti includevano: un colore nero profondo, un supporto per la fusione senza giunti delle superfici di colonne e pavimenti, elementi visivi poco lucidi e, soprattutto, una esteriorità di alta classe.

Anche il pavimento doveva essere rivestito e la soluzione utilizzata qui doveva essere visiva-

mente indistinguibile dalle colonne. Inoltre, l’interno spazioso e con pareti alte del padiglione

ha reso necessaria un’efficace riduzione dell’impatto acustico, nonché una

facile pulizia per rimuovere rapidamente eventuali segni o macchie lasciate dai visitatori

e garantire un aspetto visivo immacolato. Con queste e molte altre esigenze prioritarie in

mente, gli architetti hanno parlato con un applicatore, partner di Master Builders Solutions,

e hanno scoperto i rivestimenti in poliuretano della serie MasterTop. 8

(34)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

Questi offrono la massima libertà di progettazione e sono concepiti per una varietà di applicazioni diverse. Lavorando in stretta collaborazione con i team di vendita e marketing di Master Builders Solutions, l’entusiasmante progetto è stato organizzato e rea- lizzato in tempi brevissimi.

“Quali dei nostri sistemi in poliuretano MasterTop erano i più adatti per l’applicazione sulle colonne e sul pavimento del padiglione è stato rapidamente determinato”, riferisce Stephan Siegle, responsabile marketing di Master Builders Solutions Germania, Austria e Svizzera. “Cionono- stante, abbiamo dovuto affrontare diverse sfide, soprattutto in termini di tempo: la progettazione, la produzione del materiale nel colore desiderato nel nostro stabilimento di Oldenburg, la consegna a Venezia con camion e nave e, non da ultimo, l’installazione perfetta in loco nel padiglione; tutto questo doveva essere realizzato in breve tempo”.

La Biennale di Architettura rimarrà aperta fino al 25 novembre 2018.

La Biennale di Venezia

La Biennale di Venezia Istituita da un sindaco veneziano di fine Ottocento, la Biennale origi- nale era una mostra d’arte internazionale che si svolgeva a Venezia ogni due anni, negli anni dispari, a partire dal 1895.

I padiglioni nazionali, costruiti per quella mostra nei giardini, un complesso di parchi nella parte a est della città, sono ancora oggi in uso.

L’idea è rimasta e si è iniziato a utilizzare il termine ‘Biennale’ o ‘Biennial’, come viene spesso chiamata in inglese, per mostre d’arte, festival o eventi simili che si tengono ogni due anni anche altrove.

Oggi ci sono ‘Biennali’ di vario genere in tutti i continenti. La Biennale di Venezia originale non solo è diventata una delle più importanti mostre di arte contemporanea al mondo, ma è cresciuta fino a integrare ulteriori forme d’arte: nel 1930 è stata inaugurata la Biennale Musica seguita, due anni dopo, dalla prima Mostra del Cinema di Venezia; il festival teatrale, la Biennale Teatro, è stato istituito nel 1934 e dal 1999 Venezia ospita anche il Festival In- ternazionale di Danza Contemporanea. Mentre tutte le altre successive aggiunte si tengono annualmente, dal 2002 la Biennale Architettura, istituita nel 1980 e inizialmente organizzata solo a intervalli irregolari, si svolge ogni due anni, negli anni pari.

La Biennale Architettura si alterna all’ormai rinominata Biennale Arte e utilizza anch’essa i padiglioni nazionali dei giardini.

La Divisione Construction Chemicals

La Divisione Construction Chemicals di BASF offre soluzioni chimiche avanzate, sotto il marchio globale Master Builders Solutions,

per la costruzione, la manutenzione, il ripristino e la ristrutturazione di strutture. Il marchio si basa su più di 100 anni di esperienza nel settore edile.

PROSEGUI LA LETTURA LINK all’articolo completo

(35)

28/2018 35 MasterEase,

riduce la viscosità e migliora la reologia del calcestruzzo

Additivo per calcestruzzi a bassa viscosità

MasterEase di Master Builders Solutions è un superfluidificante specifico che impartisce al calcestruzzo una bassa viscosità ed un ottimo mantenimento di lavorabilità migliorandone le proprietà reologiche, facilitando in modo significativo il suo pompaggio, la sua messa in opera e la sua finitura.

Permette inoltre di ottimizzare la progettazione delle miscele di calcestruzzo contribuendo alla sostenibilità ambientale.

Scopri i vantaggi della linea MasterEase sul sito:

www.master-builders-solutions.basf.it

(36)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

PAVIMENTAZIONI CONTINUE

La creatività di un rivestimento in

resina per un centro medico di Volterra con Spaziocontinuo di Litokol

LITOKOL

A Volterra è stato realizzato da qualche mese il nuovo centro medico polifunzionale

“Fisiosport” dove sono state utilizzate anche le resine di Spaziocontinuo per rea- lizzare l’ingresso con un decoro d’impatto e per i 2 bagni di gusto contemporaneo.

Tutte le attività di rinnovo degli spazi di Fisiosport sono stati affidati a Massimiliano Guidi di Volterra che ne ha curato tutte le attività: dalla ideazione e progettazione di come ristrutturare e suddividere gli spazi fino all’applicazione di Spaziocontinuo di Litokol.

Un’onda decorativa in resina che dal pavimento raggiunge il soffitto per caratterizzare la hall di un centro medico

L’ingresso del centro medico ha un forte impatto visivo grazie alle abilità realizzative

(37)

28/2018 37

e all’estro dell’applicatore Massimiliano Guidi. Il percorso verso la reception è de- finito da una decorazione a forma di onda continua che parte dal pavimento e sale fino al bancone per poi continuare anche sulla parete retrostante. Sia il pavimento di color verde che la decorazione nel color beige sono stati realizzati con Spazioce- mento, il sistema decorativo per superfici continue in resina a tre componenti, adatto sia in ambito residenziale che commerciale.

Spaziocontinuo nella versione Spazioresina è stato utilizzato anche per la realiz- zazione sia dei pavimenti che dei rivestimenti dei due bagni del centro fisiotera- pico. I bagni sono stati resinati con due diverse tonalità di grigio, scegliendo il colore più scu- ro per il pavimento, mentre il più chiaro per il rivestimento. Anche i bagni sono caratterizzati a rivestimento da un gioco di linee geometriche che

decorano e movimentano gli spazi, completati con i

profili di Genesis.

PROSEGUI LA LETTURA

LINK all’articolo completo

(38)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

PAVIMENTAZIONI IN PIETRA

A Scarnafigi una pavimentazione

in pietra per ricucire il tessuto urbano irregolare dell’epoca medievale

Danilo Picca - Architetto, Ingegnere libero professionista - Studio di progettazione architettonica e strutturale PICCA

L’Amministrazione Comunale di Scarnafigi (CN) intende proseguire l’opera di riquali- ficazione urbana del centro storico, che ha avuto il suo esordio con i lavori di ripavimentazione della Piazza Vittorio Emanuele, a partire dal castello fino alla casa di riposo “Regina della Pace” e un tratto di Salita Parrocchia, fino al portone del lato nobile del castello.

Il percorso storico esegue un cammino pressochè circolare attorno alla chiesa parrocchiale:

integrato a questo percorso vi sono alcuni anditi e slarghi, di cui il più importante è quello tra la Chiesa Parrocchiale e la ex-Chiesa della Confraternita, il quale per propria natura, diventa uno spazio adibito a piazza.

Il punto fondamentale dell’impostazione del progetto è l’individuazione delle interrela- zioni fra lo spazio adibito a piazza e le abitazioni private che lo circondano,

nei confronti del loro rapporto con le due chiese presenti e l’accesso alla scuola.

In secondo luogo si è posto attenzione alla dotazione attuale degli impianti di servizio in sottosuolo e individua- re quali sono e potranno essere le necessi- tà per la parte pubblica e privata.

Inoltre, si tratta del nucleo storico di più antica formazione del Comune di Scarna- figi; storicamente risultava racchiuso nel muro del ricetto del Castello, come docu- mentato dalla cartografia storica allegata.

Il progetto di piazza Parrochia ricuce lo storico tessuto urbano di Scarnafigi

Tenendo presente i caratteri storici, archi- tettonici e culturali della zona, seppur senza

Estratto cartografico da “Atlas de la communité de Scarnafigi”, 1807, Archivio Storico Comunale.

(39)

28/2018 39

un vincolo specifico dalla Soprintendenza, l’intervento si adegua alla situazione esistente dia- logando in accordo con i manufatti storici presenti.

Il progetto della pavimentazione della piazza serve per ricucire il tessuto ur- bano irregolare dell’epoca medievale e unire concettualmente le due chiese con un sagrato: un cono visivo che assume il carattere di zona riservata e sacrale che le auto- mobili sono indotte a percorrere a velocità ridotta, facendo perdere l’attuale prorompenza del traffico veicolare che si appropria ingiustamente di una zona importante, nel perimetro delle mura di quello che era il ricetto.

Una piazza che diventa il salotto buono della domenica, alla mattina per la preghiera e nel pomeriggio per lo svago ed il gioco degli scacchi, sottolineando e legando i tre valori essen- ziali della vita, lo spirito, la cultura ed il gioco.

La nuova piazza diventa quindi un nodo in cui confluiscono gli interessi e le attenzioni di molti cittadini e di tutte le fasce d’età, caratterizzandosi di nuova vita e definendosi come luogo di incontro.

Assunti questi concetti, insieme all’intenzione di utilizzare la Pietra di Luserna nelle sue varie forme di posa (lastre, cubetti e liste), si è deciso di raggiungere il risultato estetico se- condo un percorso progettuale che analizza le necessità funzionali, i requisiti dovuti all’uso e di resistenza all’usura, la manutenibilità, la praticità di

utilizzo, nonché la versatilità nel riconfigurare lo spa-

zio per le diverse necessita che possano presentarsi.

PROSEGUI LA LETTURA LINK all’articolo completo

(40)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

PAVIMENTAZIONI IN PIETRA

Ponte di Rialto a Venezia: il contributo Mapei nell’ultimo intervento

di risanamento conservativo

MAPEI

L’intervento ha puntato alla conservazione dei materiali

e dei trattamenti applicati nei secoli per combatterne il degrado

Ben consapevole della necessità di tutelare un simbolo conosciuto in tutto il mondo, il Comune di Venezia ha deciso di restaurare il ponte di Rialto con un intervento che pre- servasse il manufatto dal degrado, assicurandone la funzionalità e l’innegabile pregevolezza storico-artistica.

Il ciclo di restauro è stato possibile anche grazie all’aiuto fornito da Renzo Rosso e dal suo gruppo OTB - a cui fanno capo i marchi Diesel, Maison Margiela, Marni, Paula Cademartori e Viktor&Rolf - che è stato sponsor unico dell’intervento e che, con il suo contributo di 5 milioni di euro, ha reso possibile realizzare studi, indagini, progetto ed esecuzione dei lavori.

L’intervento non solo è stato eseguito e consegnato nei tempi previsti, ma lo stanziamento previsto non è stato speso interamente e perciò, di comune accordo con la municipalità, è stata deliberata anche la sistemazione della pavimentazione dei sottoportici di Rialto.

Il ponte a lavori ultimati

(41)

28/2018 41

La storia del ponte sul Canal Grande

Con il ponte dell’Accademia, il ponte degli Scalzi e quello della Costituzione, il ponte di Rialto è uno dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande e fra tutti è il più famoso e il più antico.

Originariamente un ponte di barche collegava la Riva del Vin alla Riva del Ferro. Nel XII secolo venne sostituito da un primo ponte fisso sostenuto da pali in legno e progettato dall’ingegnere Niccolò Barattieri. In seguito il ponte, chiamato Rialto, venne rinforzato e ampliato con due rampe laterali che potevano sollevarsi al passaggio delle barche. Nel 1310 il ponte bruciò e fu ricostruito, per crollare nuovamente nel 1444 sotto il peso di centinaia di spettatori che assistevano a un corteo.

Riedificato più largo del precedente e con le botteghe ai due lati, crollò di nuovo nel 1524 e fu deciso di ricostruirlo in pietra d’Istria, particolarmente resistente agli agenti atmosferici e alla salsedine. Dopo aver visionato i progetti di Palladio, Vignola e Michelangelo, i Provve- ditori scelsero quello proposto dall’architetto veneziano Antonio Da Ponte. I lavori, iniziati nel 1588, si conclusero tre anni dopo. Il ponte, con un unico arco caratterizzato da una luce di oltre 28 m, scarica il peso sulle fondazioni, costituite da 12.000 pali in legno di olmo e tavoloni di larice che sostengono anche le 24 botteghe presenti.

Un cantiere sull’acqua

Durante gli anni il ponte è stato oggetto di inter- venti di restauro frammentari o necessari per la posa di tubature, ma non c’è mai stato bisogno di intervenire con interventi statici importanti.

PROSEGUI LA LETTURA LINK all’articolo completo

La facciata del ponte, costruito tra il 1588 e il 1591 su progetto di Antonio Da Ponte

(42)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

PAVIMENTAZIONI IN CERAMICA

Cracco in Galleria con rivestimenti ceramici firmati Gio Ponti in cucina!

Roberta Valli - Architetto, collaboratrice PAVIMENTI-WEB

Non solo ristorante!

Il 21 febbraio scorso, in Galleria Vittorio Emanuele, nel cuore di Milano, ha aperto al pubblico l’ultimo “progetto enogastronomico” del famoso chef vicentino, un crocevia di suggestioni tra cibo e arte.

Una location unica che riunisce, su quattro piani, le più svariate anime della ristorazione:

cafè-bistrot pasticceria, ristorante, cantina e un salone privato per eventi particolari, aperta tutti i giorni, dalle 8 del mattino a sera inoltrata, dalla prima colazione al dopo-Scala.

L’ispirazione viene dal ristorante Le Grand Véfour ai giardini del Palais Royal di Parigi, un

gioiello dell’arte decorativa del XVIII secolo, in cui interno ed esterno vivono di un dialogo

incessante: «I ristoranti di oggi sono nordici: tutto asciutto, tutto bianco, tutto pulito.

(43)

28/2018 43

Volevo un posto diverso», rivela Cracco. Il progetto dello spazio multipiano, nato da questa volontà di dialogo tra tradizione e innovazione, porta la firma dello Studio Peregalli.

Laura Sartori Rimini e Roberto Peregalli, seguendo suggestioni architettoniche che spaziano dalla seconda metà dell’800 a Gio Ponti, hanno dato vita ad un luogo inedito eppure familia- re, un ambiente caratterizzato da uno stile retrò, sobrio e raffinato, classico ma al contempo moderno, tipicamente anzi, essenzialmente, milanese.

Un vero e proprio gioco di corrispondenze con la Galleria e il suo vocabolario architettoni- co: lesene, trabeazioni, bassorilievi, grottesche, mosaici, il metallo della cupola.

L’atmosfera è quasi sospesa tra passato e presente; una splendida scenografia, teatrale e sontuosa, con un’attenzione davvero maniacale ai dettagli.

Tutti gli arredi sono stati realizzati da imprese artigianali specializzate. Un’attenzione parti- colare è stata riservata all’illuminazione, diffusa, quasi teatrale, e all’acustica, grazie a pannelli fonoassorbenti e all’insonorizzazione totale del secondo piano.

Non meno importanti le superfici, dove la ceramica trova un’ampia applicazione:

i progettisti hanno infatti utilizzato la piastrella Marazzi Triennale – la cosiddetta “4

volte curva” – disegnata da Gio Ponti e Alberto Rosselli nel 1960, nei colori avorio,

giallo zafferano e nero per tutte le cucine, una ad ogni piano, e hanno declinato la serie 8

(44)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

di grès Allmarble sempre di Marazzi nelle finiture Statuario e Saint Laurent per i bagni.

Solo un prodotto ben posato è un buon prodotto!

La posa delle pavimentazioni e dei rivestimenti è stata realizzata da Posami.

Posami ha lavorato nel cuore del ristorante, la cucina dello Chef, caratterizzata dalla matto- nella “4 volte curva”. La collezione Progetto Triennale, prodotta da Marazzi, rappresenta un dialogo aperto tra storia e futuro, design e produzione industriale, forma e materia, arte e architettura. Semplice, pulita, esatta, da posare con maestria.

La posa è stata effettuata mediante Mapei Ultralite Flex, distanziatori livellanti Pro- gress Profiles Proleveling System (un sistema rivoluzionario che assicura pavimentazio- ni perfette con un’assoluta planarità senza dislivelli) e stucco Kerapoxy CQ.

Come accennato ogni piano del ristorante ha una cucina, Posami ha quindi eseguito la messa in opera di tutti i pavimenti Marazzi nel formato 30x60, partendo dall’imper- meabilizzazione e dalla desolidarizzazione del sottofondo mediante utilizzo della membrana Progress Profiles Prodeso che permette una posa delle piastrelle senza tagli e senza giunti nel supporto, riducendo drasticamente i tempi

di cantiere.

PROSEGUI LA LETTURA

LINK all’articolo completo

(45)

28/2018 45

GLI INGREDIENTI DELLA CERAMICA ITALIANA CHE FANNO LA DIFFERENZA SONO

ROBERTO, GIORDANO, LORETTA E DAVIDE.

CERAMICS OF ITALY. ITALIANS MAKE THE DIFFERENCE.

Gli ingredienti della ceramica italiana che fanno la diff erenza sono gli italiani. Come Roberto, Giordano, Loretta e Davide, che ogni giorno con il loro lavoro contribuiscono a fare della ceramica italiana la migliore del mondo. Solo i più importanti produttori italiani di ceramica - piastrelle, sanitari e stoviglie - possono fregiarsi del riconoscimento Ceramics of Italy, garanzia di qualità, design e stile italiano. Per questo chiedi sempre il marchio Ceramics of Italy, sinonimo di eccellenza della ceramica in tutto il mondo.

Ceramics of Italy, promosso da Confindustria Ceramica - l’Associazione dell’industria ceramica italiana - è il marchio settoriale di Edi.Cer. S.p.A. società organizzatrice di Cersaie (Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno Bologna, 24-28 settembre 2018 - www.cersaie.it).

ceramica.info

COI-2018-Pavimenti-155x218.indd 1 27/02/18 14:55

(46)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

MASSETTI RADIANTI E PAVIMENTI IN LEGNO

Parquet in legno massello e

massetto riscaldato a basso spessore.

Una strana coppia?

Schlüter - Systems Italia

Un parquet in vero legno massello regala alla casa il calore di un ambiente solido e raffinato che acquisisce ulteriore bellezza ed autenticità anno dopo anno. La scelta giusta per chi ama il fascino elegante di un pavimento senza tempo.

Tuttavia, il legno rimane sempre un materiale “vivo” che tende ad equilibrare la sua umidità con quella dell’ambiente in cui si trova. I suoi processi di ritiro e rigonfiamento sono costanti e questa caratteristica pone una particolare sfida al sottofondo per la sua posa.

Pacchetto Parquet/Massetto: il problema dei cambiamenti dimensionali Più il pavimento in legno è asciutto più si “ritira”, per contro, più aumenta la sua umidità più si

“gonfia”.

(47)

28/2018 47

Tipicamente un parquet in legno si asciuga e si ritira durante la secca e calda stagione estiva mentre aumenta di umidità e si gonfia durante i mesi freddi invernali.

Paradossalmente, questo cambiamento dimensionale del legno causato dalle va- riazione d’umidità avviene in senso opposto ai cambiamenti dimensionali da attendersi allo stesso tempo da un massetto, tipico ed apprezzabile sottofondo di posa anche per il parquet.

Il classico massetto tende infatti ad aumentare le proprie dimensione per dilatazione ter- mica man mano che le temperature aumentano e si accorcia quando la temperatura invece scende.

Fortunatamente, questi cambiamenti dimensionali termici del massetto sono piuttosto limi- tati, ma il comportamento opposto pone comunque “sotto stress” il pacchetto Parquet/Massetto, soprattutto nel caso di una posa in adesione.

Le tensioni orizzontali da attendersi sono tali da poter effettivamente “strappare”

o addirittura sollevare un massetto con caratteristiche non idonee a questo tipo di solleci- tazione.

La norma UNI prevede una resistenza a questo tipo di strappo piuttosto im- portante, superiore a 1,6 N/mm² (UNI 10827 Massetti – Rivestimenti di legno per pavimentazioni – Determinazione della resistenza meccanica alle sollecitazioni parallele al piano di posa).

Parquet e massetti riscaldati a basso spessore, una soluzione c’è

Tuttavia, la maggior parte dei massetti riscaldati a basso spessore non raggiunge questi valori, e spesso il committente deve suo malgrado rinunciare alla bellezza di un pavimento in legno massello perché le quote a disposizione impongono invece uno spessore di sottofondo più basso.

La multinazionale tedesca Schlüter-Systems introduce invece anche per la posa dei parquet in legno il suo concetto di “massetto di basso spessore a micro-fessura- zione controllata” Schlüter-BEKOTEC.

Questo sistema è stato specificamente s ottoposto ai severi test della UNI 10827 e permette finalmente una posa a colla di un parquet in massello senza alcuna ne- cessità di fissare meccanicamente il massetto al solaio.

I risultati dei test effettuati hanno sorpreso anche gli addetti alla relativa certificazione.

È emerso infatti che il sistema Schlüter-BEKOTEC dà ottime garanzie per l’integrità del sistema pavimento pur mantenendo uno spessore com- plessivamente molto basso.

PROSEGUI LA LETTURA LINK all’articolo completo

(48)

PAVIMENTI

e-Magazine di pavimenti-web.it

IMPERMEABILIZZAZIONE

Impermeabilizzazione dei tunnel sotterranei di collegamento

dell’Ospedale San Martino di Genova

PENETRON ITALIA

L’ Ospedale San Martino – IST di Genova, quando la riorganizzazione sarà comple- tata, sarà caratterizzato da nuove aree funzionali, tutte collegate tra loro senza la necessità di percorrere chilometri di viali all’aperto.

L’aspetto che più colpisce, guardando i disegni del restyling, sono proprio i tunnel che collegheranno le diverse aree dell’ospedale: i 36 milioni di euro che la Regione Liguria ha assegnato a quello che ormai è un Istituto di Cura e Ricerca, serviranno anche ad evitare le corse delle ambulanze dentro alla cinta ospedaliera.

Oggi infatti, accade spesso che i malati vengano trasferiti in ambulanza da un padiglione all’al- tro per poter effettuare gli esami diagnostici; quando il progetto sarà ultimato, quei percorsi si faranno con ascensori e comunque passando un edificio all’altro senza l’ausilio dei mezzi di trasporto.

Progetto di Riorganizzazione Ospedale San Martino, Genova

Riferimenti

Documenti correlati

Lo schema strutturale è costituito da una maglia quadrata 9,9x9,9m, identica alla maglia della porzione esistente, di pali trivellati 1800, di lunghezza media pari a

I DEPURO PRO grazie all’azione dei due filtri HEPA H14 sono in grado di trattenere fino la 99,995% di inquinanti e di diminuire il rischio di agenti patogeni come il COVID-19, virus

Pour changer la fonction de mode, appuyez plusieurs fois sur la touche MODE (6) de l'appareil ou appuyez sur le bouton M (24) de la télécommande pour sélectionner:

I pavimenti TUNDRA, PRÄRIE, GOLV sono garantiti per 15 anni, mentre il pavimento BETESMARK è garantito per 25 anni (5 anni per uso pubblico).. Trovi ulteriori informazioni nel

● La lettura dei dati più recenti non mette in evidenza alcun nesso cau- sale tra l’uso dei PPI e la comparsa di eventi avversi cardiaci e quegli studi che ipotizzano

TEMPO APERTO PROLUNGATO I nostri adesivi garantiscono la possibilità di posare la piastrella sullo strato di adesivo anche dopo diversi minuti dalla sua stesura.

L’analisi dei ciclo vita, i calcoli dell’equilibrio biologico, il controllo delle emissioni e le dichiarazioni ambientali sono le prove che certificano la sostenibilità dei nostri

• l’attuazione, il mantenimento, e la registrazione di tutte le azioni previste dall’autocontrollo. La visita iniziale di valutazione può essere effettuata solo dopo che