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Tanzania Misteriosa. Costo del tour all-inclusive: Euro novembre - 19 dicembre 2016

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Academic year: 2022

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La Tanzania è un mosaico di splendidi paesaggi naturali: dalle steppe Masai del nord, agli sterminati papiri del lago Vittoria, dalle praterie del Serengeti alle savane e il miombo del sud del paese, dalle mangrovie della costa dell’Oceano Indiano alle montagne dell’oriente.

E’ proprio lungo queste montagne, conosciute come Eastern Arc (Arco Orientale), che si svilupperà questo lungo, affascinante e difficile tour. Scopo principale del viaggio è vedere tutte le specie endemiche delle Eastern Arc Mountains, alcune di esse così localizzate da essere non solo endemiche della Tanzania, ma endemiche di una singola catena montuosa. Esploreremo le montagne South Pare, Usambara Est & Ovest, Uluguru e Udzungwa e, per rendere il viaggio ancora più interessante, visiteremo anche le steppe ai confini con il Kenya (alla ricerca della localizzatissima e rarissima Allodola di Beesley), il Mikumi National Park, alla ricerca delle specialità del miombo, e le piane alluvionali del fiume Kilombero, dove due specie di cisticole (facili peraltro da vedere) aspettano ancora una descrizione ufficiale per il mondo scientifico. Il tour avrà inizio a Kilimanjaro, da dove partiremo all'esplorazione delle steppe a nord di Arusha, alla ricerca dell'Allodola di Beesley (con altre otto specie ancillari di allodole!);

nei primi due giorni avremo anche tempo di fare un'escursione nell'Arusha National Park. Inizieremo poi la discesa verso sud; dalla cittadina di Same saliremo sulle South Pare Mountains, ma durante

Costo del tour all-inclusive: Euro 5.900

Tanzania Misteriosa

gli endemismi delle Eastern Arc Mountains (South Pare, Usambara, Udzungwa, Uluguru)

26 novembre - 19 dicembre 2016

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il percorso visiteremo il reservoir artificiale Nyumba Ya Mungu, dove vedremo un tripudio di uccelli acquatici (un pò di birdwatching facile, prima dello "stress" di quello in foresta). I due successivi massicci montuosi, Usambara West e East, saranno tra i più produttivi del tour con la bellezza di quattro endemismi e una decina di specie localizzate!

Effettueremo poi un lungo trasferimento a Ifakara, dove esploreremo le piane alluvionali del fiume Kilombero ed effettueremo una gita in battello: anche qui un pò di birdwatching agevole (che comunque ci permetterà di vedere le due citate specie di cisticole più il Tessitore del Kilombero, anch'esso endemico). La successiva tappa del tour sarà quella delle misteriose Udzungwa Mountains, uno scrigno di bellezze naturali e favolose specie endemiche. Passeremo poi due giorni completi nel Mikumi National Park, un parco non tra i più celebri della Tanzania, ma per i birdwatcher uno dei migliori poichè ospita specie di uccelli tipiche del miombo dell'Africa meridionale, difficili a vedersi altrove in Tanzania (oltre a due veri endemismi nazionali).

Concluderemo la striscia delle Eastern Arc sulle Uluguru Mountains,

alla ricerca della mitica averla di macchia. Prima di tornare in Italia

avremo tempo di fare un pò di seawatching sulle coste di Dar Es

Salaam. Ecco infine una lista selezionata di quello che, con un pò di

fortuna, potremmo vedere in questo splendido Ornitour: Allodola di

Beesley, Storno cenerino, Bucero di Ruaha, Occhialino di South Pare,

Averla di macchia degli Uluguru, Nettarinia di Loveridge, Akalat degli

Usambara, Gufo reale degli Usambara, Tordo degli Usambara,

Tessitore degli Usambara, Iliota degli Usambara, Tessitore del

Kilombero, Cisticola codabianca, Cisticola del Kilombero, Pernice

degli Udzungwa, Beccasemi di Tanzania, Silvide di Moreau, Nettarinia

fasciata, Nettarinia di Amani, Uccello sarto beccolungo, Nettarinia

duecollari degli Usambara, Nettarinia alirossicce, Bulverde montano

degli Uluguru, Bulverde facciastriata, Bulverde di Shelley, Bulverde

montano testanera, Bulverde montano golagialla. Per chi volesse

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provare la gioia di un birdwatching tour in Tanzania, ma volesse esplorare i parchi più classici di questo meraviglioso paese, può iscriversi al sensazionale Tanzania Classica, che prevede la visita ai celeberrimi parchi di Ngorongoro e Serengeti.

1° giorno) volo Ethiopian Airlines Roma – Kilimanjaro, via Addis Abeba e Nairobi. Durante lo stop-over all’aeroporto di Addis, avremo l’opportunità di vedere, nei giardini dell’aeroporto, addirittura tre specie endemiche degli altipiani abissinici, il Piccione dal collare, il Corvo imperiale beccogrosso e il Pigliamosche ardesia d’Abissinia!

2° giorno) arrivo in tarda mattinata a Kilimanjaro e trasferimento al Karama Lodge, dove pernotteremo due notti. Gli onnipresenti Corvi bianconeri e Nibbi beccogiallo (non ancora definitivamente “splittato” dal Nibbio bruno) sono costantemente alla ricerca di qualche carcassa da spolpare, e in mezzo a loro potremmo vedere il meno comune Avvoltoio cappuccino. Nel pomeriggio potremo visitare alcune aree dell'Arusha National Park.

3° giorno) esploreremo oggi le aride piane a nord di Arusha, lungo la strada che porta in Kenya, alla ricerca di uno degli uccelli più rari di tutto il continente africano. Sono rimasti infatti solo 45 individui dell’Allodola di Beesley, una piccola allodola chiamata anche Allodola spinosa pigmea (l’Allodola spinosa comune, simile, ma più grossa di quella di Beesley, è diffusa in tutta la regione sudafricana, in un areale completamente separato, e solo da poco tempo la

“cugina” Beesley è stata da essa separata ed elevata al rango si specie).

Grazie alla nostra guida locale, un masai prestato al birdwatching, non faremo fatica a localizzare questa rarità. Le piane ospitano comunque altre sette specie di allodole: Allodola canora, Allodola nucarossiccia, Allodola volpina, Allodola codacorta, Allodola pettorosa, Calandrella di Somalia (della locale sottospecie, considerata dagli autori africani una specie buona, la Calandrella di Athi), Allodola passero di Fischer. Tra i bassi cespugli, nelle acacie isolate e sulle praterie del brullo paesaggio di questa regione potremo vedere altre interessanti specie: Otarda crestacamoscio, Gruccione frontebianca, Becco a scimitarra d’Abissinia, Barbetto dal collare, Pendolino murino, la graziosa e quasi endemica Cincia golarossa, Monachella pileata, Canapino di Upcher, Camarottera grigia, Silvia fasciata, Tordo delle palme macchiato, Cisticola

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minuscola, Cisticola cenerina, Cisticola raganella, Crombec facciarossa, Eremomela panciagialla, Brubru (una delle averle più diffuse in Africa), Nettarinia magnifica, Nettarinia pettoscarlatto, Fiscal delle Taita, Averla di macchia pettorosa, Storno di Fischer, Storno spendente guanceblu maggiore, Passera rossiccia del Kenya, Tessitore sociale capogrigio, Tessitore passerino dai sopraccigli, Vedova bluacciaio, Canarino beccogrosso meridionale, Zigolo pettodorato di Somalia. Camminando sulla prateria per far involare le allodole, potremmo “incappare” in qualche Succiacapre scuro o, meglio ancora, nel Corrione di Temminck o in qualche ritardatario Corriere asiatico. In questa stagione dell’anno grandi stormi di Falchi dell’Amur si muovono in migrazione e tra loro potremmo vedere qualche occasionale Falco fuligginoso, e, tra le altre specie di rapaci, il maestoso Avvoltoio orecchiuto, l’Albanella pallida, l’Albanella minore, il Gheppio maggiore, il Gheppio comune (prossimo all’elevazione a rango di specie, Gheppio africano), il Grillaio, il Lanario, l’Astore cantante orientale, la Poiana comune.

Nel pomeriggio raggiungeremo Moshi, dove pernotteremo in un hotel nei sobborghi della città.

4° giorno) oggi raggiungeremo la città di Same, fermandoci lungo il percorso ad esplorare il lago di Nyumba ya Mungu, un reservoir artificiale le cui paludi meridionali sono ricche di uccelli. La strada tra Same e Moshi si snoda lungo un paesaggio arido, costellato da arbusti e boschetti di acacia. Ogni ambiente è ricco di uccelli, a cominciare dal cielo dove, in volteggio alto o sfreccianti tra gli alberi della savana potremo vedere: Lanario, Astore cantante orientale, Poiana comune, Poiana augure, Aquila rapace, Aquila crestalunga (solitamente appostata su un palo lungo la strada, con il suo lungo ciuffo quasi comico agitato dal vento). Alcune specie, un po’ perché molto colorate, un po’ perché non hanno un comportamento furtivo, saranno la gioia per i nostri occhi: il fantastico Storno pettodorato, lo Storno superbo, lo Storno caruncolato, il Corvo bianconero, il Pappagallo panciarancio, il Martin pescatore testagrigia, la Ghiandaia marina caporossiccio, la Ghiandaia marina europea, il Gruccione comune, il Gruccione guanceblu, il Barbetto dal collare, il Barbetto di D’Arnaud e il Barbetto giallorosso, il Turaco panciabianca, il Bucero beccorosso, il Bucero di Von Der Decken, il Bucero grigio africano, la straordinaria Averla di macchia pettorosa, l’Averla di macchia pettozolfo, il

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Fiscal codalunga, il Tessitore dei bufali testabianca, il Tessitore castano, il Quelea beccorosso, il Cordon blu guancerossse, la Pitilia aliverdi. Ci fermeremo ad una colonia di splendidi Tessitori dorati di Taveta, una specie estremamente localizzata, che vive solo nel Kenya meridionale e nella Tanzania settentrionale. Cercheremo con assiduità le specie che solo qui potremo vedere lungo il viaggio, soprattutto l’Uccello topo testabianca e la Nettarinia di Tsavo (recentemente separata dalla Nettarinia bandaviola); questa nettarinia è abbastanza difficile da localizzare e identificare, ma altre, come la Nettarinia di Hunter, la Nettarinia dorsoviola orientale, la Nettarinia variabile e la Nettarinia magnifica sono più comuni e sarà sufficiente fermarsi di fronte agli alberi fioriti per avere buone opportunità di vederle. La savana è ricca di un meraviglioso stuolo di cantori: all’aperto ben esposti sui rami o dal fitto dei cespugli Bulverdi scuri, Tordi occhinudi africani, Usignoli dorsorosso e Tordi delle palme macchiati emettono il loro canto liquido e flautato.

Naturalmente molte altre specie sono confinatre al fitto dei cespugli e dgli alberi e non sarà facile localizzare Garruli squamati, Puffini di Pringle, Allodole pettorosa, Barbettini fronterossa (praticamente invisibili dalle fronde da dove emettono il loro monotono richiamo). Tra le altre specie di questo ambiente arido ricordiamo: Averla capobianco, Becco a scimitarra d’Abissinia, Bubu ardesia, Batis pigmeo, Cordon blu capoazzurro, Granatino viola, Canarino beccogrosso meridionale, Vedova codapaglia, Vedova bluacciaio, Vescovo fronteflammea. Nel primo pomeriggio raggiungeremo le paludi meridionali dell’immenso reservoir Nyumba ya Mungu (casa di Dio, nella lingua masai) per un birdwatching altrettanto ricco di quello in savana, ma molto più facile;

gli uccelli acquatici di quest’area frequentano le acque aperte, le distese di fango, i canneti e la bassa vegetazione perilacustre, e in ogni habitat troveremo specie suggestive e interessanti: Cormorano africano, Cormorano comune (solo gli Autori africani considerano la sottospecie africana lucidus specie buona, Cormorano pettobianco), Airone guardabuoi, Airone bianco maggiore, Garzetta comune, Airone cenerino, Sgarza ciuffetto, Airone striato, Airone nero, Marabù africano, Cicogna beccogiallo, Spatola africana, Mignattaio, Ibis sacro, Dendrocigna fulva, Dendrocigna facciabianca, Oca egiziana, Alzavola beccorosso, Falco pescatore, Aquila urlatrice, Jacana africana, Occhione acquaiolo, Cavaliere d’Italia, Pavoncella fabbro, Pavoncella armata,

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Corriere di Kittlitz, Pantana eurasiatica, Combattente, Piro piro piccolo, Piro piro boschereccio, Gabbiano testagrigia, Mignattino alibianche, Mignattino piombato, Sterna zampenere, Tortora boschereccia macchiesmeraldo, Tortora del Namaqua, Tortora occhirossi, Tortora dal collare del capo, Tortora delle palme, Rondone delle palme africano, Rondone minore, Martin pescatore bianconero, Cucal cigliabianche, Upupa boschereccia verde, Picchio della Nubia, Ballerina africana, Cutrettola comune. Prima di raggiungere la città di Same, dove pernotteremo due notti, avremo ancora la possibilità di esplorare la savana, che, verso sera, si riempie ancora di canti e voli e così potremmo aggiungere alla nostra lista: Pispola africana, Culbianco settentrionale, Culbianco isabellino, Averla isabellina, Pigliamosche comune, Pigliamosche grigio africano, Canapino pallido orientale, Canapino di Upcher, Cisticola cenerina, Cisticola raganella, Prinia fianchitannino, Apalis pettogiallo, Prinia fronterossa, Drongo comune, Crombec settentrionale, Crombec facciarossa, Passera swahili, Petronia macchiagialla, Tessitore passerino dai sopraccigli, Tessitore collonero, Tessitore mascherato minore, Tessitore mascherato vitellino, Becco d’argento africano, Amaranto beccorosso, Canarino panciabianca, Beccasemi di Reichenow. In cielo grandi stormi di Rondini comuni, accompagnati da Rondini striate minori e Rondini rossicce e, più in alto ancora, grandi stormi di Anastomi africani nella loro migrazione intra-continentale.

5° giorno) inizieremo oggi la nostra avventura sulle montagne della Tanzania, esplorando la prima catena di rilievi delle Eastern Arc Mountains, le South Pare. Le Eastern Arc Mountains, “le montagne dell’Arco Orientale”, si estendono per circa 1900 chilometri dal Kenya meridionale, dove iniziano con le Taita, fino alla metà settentrionale del Mozambico, dove si trova il monte Chiperone. Sono chiamate Eastern Arc pechè disegnano la metà orientale di un’immaginaria circonferenza montuosa dove il “Western Arc” è rappresentao dalle montagne del Rift Albertino. Le Eastern Arc sono uno scrigno di tesori naturalistici e, soprattutto (almeno per noi birdwatcher), ornitologici. In questa striscia di montagne vivono numerose specie endemiche o comunque estremamente localizzate (alcune sono state scoperte solo pochi decenni fa e due di esse attendono ancora di essere ufficialmente descritte). La maggior parte delle specie tipiche delle Eastern Arc vivono nelle foreste afro-montane che si sviluppano sopra i 1500 metri,

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ma alcune di esse, soprattutto nel gruppo degli East Usambara, si trovano anche in vegetazione non d’altura, ad altitudini anche di 900 metri.

Descriveremo in dettaglio le specie di ogni foresta e montagna che vedremo nei relativi giorni dell’itinerario. Nelle South Pare si trova la riserva di Chome, che protegge gli ultimi lembi di foresta sopravissuti ad un disboscamento selvaggio, al di sotto del picco Shengeni, che con i suoi 2462 metri è il più alto rilievo di questa catena montuosa. Ci inerpicheremo lungo una tortuosissima e polverosissima strada (purtroppo questo tipo di percorso sarà tipico anche delle altre alture che esploreremo), che si snoda dapprima tra villaggi, eucalipti e campi coltivati, ma che alla fine raggiunge uno splendido tratto di foresta. Ciò che siamo venuti a fare qui è vedere l’Occhialino di South Pare, che quasi tutti i tassonomisti considerano una specie a sé stante:

molto più scuro di tutti gli altri occhialini, grigio-verdastro, questo uccelletto è molto comune in questa foresta. Un altro endemismo, condiviso con gli Usambara, è la Nettarina duecollari degli Usambara (separata dalla Nettarinia duecollari orientale). Potremo vedere anche il giganteco Bucero casco bianconero, il grazioso Gruccione pettocannella, tipico delle aree montane, la Rondine serrata nera, il Bulverde montano testanera (il primo di diverse specie simili tra loro che fino a poco tempo fa confluivano in un'unica specie, il Bulverde montano orientale), il Saltimpalo africano (Clements, però, nella sua ultima checklist, ha ricondotto le popolazioni africane alla stato di sottospecie del Saltimpalo comune), il Frattarolo di foresta, la Cincia panciabianca, la superba Nettarinia malachite, lo Storno alirosse. Scenderemo poi di nuovo a valle percorrendo la pianura costellata da acacie che separa le South Pare dagli Usambara West. Pernotteremo tre notti alla Maweni Farm.

Una passeggiata intorno al nostro lodge ci permetterà di vedere le prime specie di quest’area: in un laghetto vicino Tessitori beccogrosso e Tessitori dorati africani costruiscono freneticamente i loro nidi, e sugli alberi intorno Tessitori testarossa, Tessitori dei villaggi e Tessitori baghlafecht contribuiscono ad aumentare le grida e gli strepiti della colonia lacustre.

6° e 7° giorno) la catena dei monti Usambara è divisa in Usambara Ovest e Usambara Est dalla valle del fiume Lengwera. In questi due giorni esploreremo gli Usambara Ovest, alla ricerca dei suoi gioielli ornitologici, focalizzando le nostre esplorazioni nelle splendide foreste di Mazumbai e Magamba. Gli Usambara West sono una catena montuosa che si stende da sud-est a nord-

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ovest e che separa le aree aride del Kenya meridionale dalle steppe masai della Tanzania centrale. Come in altre regioni della Tanzania, la deforestazione ha pesantemente trasformato gli Usambara, ma alcune aree sono ancora coperte da foreste praticamente vergini, e qui cercheremo le sei specie di uccelli che ci aspettiamo di vedere, o di sentire; già, perché alcune di queste specie sono notoriamente poco collaboranti: vivono nel sottobosco, o in mezzo alle erbe alte, a volte cantano a squarciagola a pochi metri dal birdwatcher, che, frustrato, non riesce a inquadrarle neanche per un istante.

Campione di questo fastidioso comportamento è il Golamacchiata, una specie di incerta affinità (i tassonomisti l'hanno ficcato insieme agli

"zuccherieri", famiglia sudafricana dei Promeropidae, vicino ai "tordi sgignazzanti" asiatici): avremo comunque possibilità di vedere questo uccello anche in altre tappe del nostro tour, poiché vive in tutte le Eastern Arc. Avremo solo questi due giorni, invece, per vedere l’Akalat degli Usambara, il Tordo degli Usambara, il Tessitore degli Usambara e la locale sottospecie del Bulverde montano testanera (la ssp usambarae dovrebbe presto essere specie buona). Altre specie che, pur non essendo endemiche di queste montagne, sono qui più facili da osservare che in altri monti della Tanzania, sono l’Alete pettobianco (canta dappertutto, ma non sta posato più di tre secondi!) e l’Uccello sarto africano (gli uccelli-sarto sono un genere tipicamente asiatico e questa specie è una delle due sole specie africane).

Naturalmente queste foreste sono ricche di altri uccelli e non avremo tempo di arrabbiarci per la fatica della ricerca delle sei “stelle” locali; il cielo è sempre pieno di rapaci, come la Poiana montana, l’Aquilastore di Ayres, il possente Aquilastore coronato e l’Astore nero, e di stormi frenetici di rondoni di diverse specie, come il Rondone eurasiatico, il Rondone murino, il Rondone codaspinosa maculato e il Rondone cosaspinosa pipistrello. Tra le altre specie di uccelli di quest’area ricordiamo: Piccione oliva africano, Piccione di Delegorgue, Tortora boschereccia macchieblu, Tortora cannella, Tortora tamburina, Tortora fosca, Cuculo codalunga barrato, Cuculo di Klaas, Cuculo pettorosso, il meraviglioso Trogone codabarrata, Picchio oliva, Barbettino dai mustacchi, Pettirosso stellato, Pigliamosche fosco africano, Pigliamosche cenerino, Occhialino africano, Pigliamosche crestato codabianca, Pigliamosche del paradiso africano, Batis codacorta, Averla di macchia frontenera, Bubu di Fülleborn, Puffino dorsonero, Averla cuculo grigia, Apalis

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testanera, Apalis golabarrata, Frattarolo cannella, Luì golagialla, Storno di Sharpe, Storno di Waller, Storno di Kenrick, Nettarinia oliva orientale, Tessitore baglafecht, Tessitore di foresta, Alacremisi facciarossa, Beccasemi striato, Venturone meridionale, Fringuello oriolo, Estrilda panciagialla. Tra le altre specie di bulbul degli Usambara ricordiamo il Bulverde minore, il Bulverde di Shelley, il Bulverde placido (che alcuni tassonomisti considerano specie separata dal Bulverde di Cabanis), il Bulverde striegialle e il Bulverde guancestriate, endemico, quest'ultimo, di Kenya meridionale e Tanzania. La sera effettueremo un’escursione per cercare il Gufo reale degli Usambara (non completamente endemico di queste montagne perché vive anche negli Uluguru) e il Succiacapre degli Usambara (considerato da qualche Autore una specie buona rispetto al Succiacapre montano).

8° giorno) dopo una piccola escursione pre-colazione intorno al nostro lodge, ci trasferiremo alle Usambara East, dove pernotteremo tre notti al campo tendato di Emau Hill. Scenderemo dai monti Usambara Ovest raggiungendo i confini settentrionali delle sterminate steppe masai e in questo habitat potremo vedere nuove specie interessanti per il nostro tour, come il Rondone cafro, la Pispola striata, il Sassicolo di rupe imitatore, la Camarottera dorsoverde (nella sua sottospecie “dorsogrigio”), la Cisticola facciarossa, la Chagra capobruno, la Rondine montana rupicola, il Tessitore dagli occhiali, l’Amaranto africano. Poi la strada inizia ad inerpicarsi con ripidi tornanti, per arrivare alla celebre riserva di Amani. Il nostro lodge tendato è un ONLUS il cui ricavato è utilizzato per aiutare l’economia locale creando lavoro, per conservare l’ambiente e per costruire infrastrutture sanitarie. Pernottando qui aiuteremo tutto ciò, e il fatto che potremo vedere nei giardini del campo molti uccelli tra cui la Nettarinia di Amani e l’Uccello sarto beccolungo, sarà senz’altro il (grandemente) dilettevole da associare all'(eccezionalmente) utile.

9° e 10° giorno) gli Usambara East di differenziano da tutti gli altri blocchi montani che visiteremo lungo il tour perché le sue foreste (le poche rimaste dopo la deforestazione che le ha sostituite con grandi piantagioni di tè) ricevono una grande quantità di pioggia durante l’anno; sono infatti situate a soli 35 km dalla costa dell’Oceano Indiano. La rigogliosa vegetazione rimasta ospita quindi molte specie di uccelli tipiche delle foreste costiere, e le specie presenti in altre montagne vivono qui ad altitudini inferiori. Ad Amani

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esploreremo foreste montane vere e proprie, ma anche foreste sub-montane e planiziali, e in ciascuno di questi habitat cercheremo le splendide specie tipiche (e qualcuna endemica) di questi monti. Nonostante il nome, la Nettarinia di Amani, non è endemica della riserva (si trova anzi anche in Kenya, nella foresta di Sokoke), così come, nonostante il nome riferito agli Uluguru (un altro blocco montuoso della Tanzania) è solo endemica dell’Africa Orientale la Nettarinia dorsoviola degli Uluguru: vedremo entrambe le specie nei giardini del nostro lodge! Dovremo faticare un po’ di più per vedere un’altra nettarinia, questa sì endemica della Tanzania: la Nettarinia fasciata. Altre due specie molto difficile a vedersi, una pechè vive perennemente nel folto della chioma della foresta, l’altra perché, al contrario, ne frequenta l’intricato sottobosco, sono l’Iliota degli Usambara e l’Akalat di Sharpe. La nostra guida locale conosce i territori dell’Uccello sarto beccolungo (conosciuto anche come Apalis beccolungo) e, a cominciare da quello adiacente al nostro lodge, li controlleremo tutti fino a quando vedremo questo grazioso uccelletto.

Fortunatamente molte altre specie di uccelli sono più facili a vedersi, a cominciare dai rapaci, che potremo vedere in cielo fermandoci nelle numerose radure della foresta: Baza africano, Astore africano, Biancone fasciato, Gimnogene africano. La foresta è ricca anche di specie di uccelli spettacolari, o per le grandi dimensioni o per i colori meravigliosi (anche se comunque difficili a localizzarsi nel fitto della vegetazone): Bucero coronato, Bucero trombettiere, Piccione verde africano, Turaco di Fischer, Cuculo smeraldino africano, Malcoa africana, Barbetto verde, Martin pescatore dal semicollare.

Effettueremo un’escursione serale alla ricerca dell’Allocco africano e, di nuovo, del Gufo reale degli Usambara. Tra le altre specie che potremmo vedere ad Amani: Rondone codaspinosa di Bohm, Martin pescatore monaco, Picchio di Mombasa, Barbettino verde, Barbetto guancebianche, Indicatore pallido, Indicatore minore, Indicatore golasquamata, Picchio cardinale, Picchio dorsoverde, Bulverde minuscolo, Nicator orientale, Tordo del Kurrichane, Tordo formichiere codarossa, Canapino africano, Pigliamosche giallo, Pigliamosche averla bianconero, Pigliamosche crestato africano, Averla crestata frontecastana, Drongo codaquadra, Oriolo testaverde, Bubu tropicale, Storno pancianera, Nettarinia bandaviola, Nettarinia dal collare, Macchiettino di Peters, Macchiettino dorsoverde, Estrilda comune, Munia bronzea, Zigolo di Cabanis.

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11° giorno) effettueremo oggi un lungo trasferimento a Ifakara, dove pernotteremo una notte in un hotel (piuttosto rustico) della città. Ci fermeremo lungo il percorso tutte le volte che lo riterremo opportuno (c’è sempre qualche specie nuova da incamerare in un trasferimento in cui si passa attraverso habitat diversi). Attraversando il Mikumi National Park, vedremo i primi branchi di mammiferi tipici delle savane africane.

12° giorno) effettueremo oggi una gita in battello lungo il fiume Kilombero.

Nelle piane alluvionali del Kilombero, alcuni ornitologi inviati qui per una ricerca scoprirono nel 1986 tre nuove specie di uccelli: il Tessitore del Kilombero, ufficialmente descritto alla scienza, e due specie di cisticole, che, al contrario, attendono ancora un nome scientifico ufficiale; esse sono conosciute soltanto con il nome vernacolare: Cisticola del Kilombero e Cisticola codabianca; al contrario di quasi tutte le cisticole, queste due specie, in parte per l’habitat che frequentano, in parte per il canto, in parte per il piumaggio abbastanza caratteristico, sono abbastanza facili da identificare. Dopo aver localizzato le tre specie target, ci imbarcheremo su una piroga per vedere da vicino, lungo le rive del fiume, le meraviglie ornitologiche locali. Come in tutti gli ambienti umidi africani, non sarà difficile vedere Pellicani bianchi, Aninghe africane, Aironi rossi, Aironi testanera, Nitticore comuni, Aironi intermedi, Umbrette, Ibis hadada, Oche armate, Corrieri piccoli, Albastrelli, Piro piro culbianchi, Gambecchi comuni, Pavoncelle testabianca, Pavoncelle dai bargigli, Corrieri trebande, Ralli neri. Con fortuna potremo vedere numerosi Becchi a forbice africani volare a pelo d’acqua alla caccia dei gamberi di cui si nutrono. In cielo molti avvoltoi scrutano le piane sottostanti alla ricerca di cibo: Avvoltoi cappuccini, Avvoltoi testabianca e Avvoltoi dorsobianco. La vegetazione riparia, canneti e cespugli, ospita numerose specie di uccelli: Cucal codarame, Cuculi bianconeri, Cuculi didric, Martin pescatori giganti, Martin pescatori bianconeri, Gruccioni minori, Gruccioni frontebianca, Ghiandaie marine pettolilla, Martin pescatori malachite, Martin pescatori giganti, Rondini codafili, Rondini groppagrigia, Topini disadorni, Garruli sagittati, Cannaiole africane, Cannaiole minori, Forapaglie, Chagre di palude (nella locale sottospecie anchietae, considerata ormai quasi universalmente una specie a sé stante), Prinie alirosse, Bengalini zebrati, Vedove codaventaglio, Vedove codaspillo, Tessitori parassita. Nel pomeriggio ci trasferiremo a Sanje dove pernotteremo

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in un lodge situato nei pressi dell’Udzungwa Mountains National Park. Il lodge è ancora una volta piuttosto rustico, ma una pozza d’acqua circondata da un piccolo canneto ospita la Cisticola del Kilombero!

13°/15° giorno) in questi tre giorni esploreremo l’Udzungwa Mountains National Park, che si estende per quasi duemila chilometri quadrati nella regione meridionale delle Eastern Arc Mountains, raggiungendo l’altitudine massima a 2579 metri. Le aree di foresta che ospitano le specie di uccelli più rare e carismatiche sono ben distanti dalle strade principali e sarà quindi necessario effettuare un trekking abbastanza impegnativo e campeggiare nel fitto della foresta. La nostra organizzazione locale provvederà a tutta l’attrezzatura per il camping; pernotteremo in tenda le prime due notti e in un hotel di Sanje la terza notte. Le montagne Udzungwa sono uno scrigno naturalistico che racchiude tesori ornitologici fantastici, alcuni scoperti da poco e altri, probabilmente, ancora da scoprire. Nel 1983 una specie di nettarinia sconoscita alla scienza fu scoperta qui, la graziosissima Nettarinia alirossicce; e ancora più suggestiva fu la scoperta di una nuova specie di pernice: nel 1991 un gruppo di ornitologi che stava studiando l’avifauna locale, si accingeva a consumare il frugale pasto serotino, a base di un qualche volatile locale, approvvigionato dallo staff dei locali portatori e cacciatori; non ci volle molto agli scienziati per capire che le dimensioni di ali e corpo non si confacevano a nessun galliforme conosciuto! Chiesero allo staff che si portasse loro un esemplare vivente del gustoso stufato e quando si trovarono di fronte a quella piccola pernice, rimasero stupefatti. Gli studi e gli approfondimenti generici stabilirono che la Pernice degli Udzungwa era una parente prossima delle “pernici di collina” asiatiche (genere Arborophila).

Oltre alle due specie summenzionate, altri uccelli localizzati a quest’area montagnosa sono il Bulverde golagialla (un'altra specie del complesso

"bulverde montano orientale"), l’Akalat di Iringa, la deliziosa Nettarinia di Moreau, il Beccasemi di Tanzania, il Beccolungo di Kretschmer e, soprattutto, il misterioso Golastriata (misterioso nel senso che le sue abitudini assolutamente schive lo rendono praticamente invisibile; questa bestiola è parente del Golamacchiata e come quest’ultimo è vicina agli "zuccherieri"

sudafricani. Nella ricerca delle specie più difficili, avremo comunque l’opportunità di vederne molte altri più facili, come gli splendidi Trogone narina,

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Turaco crestaviola e Turaco di Livingstone, la Faraona crestata, la più bella tra le apalis, l'Apalis alibianche, insieme all’Apalis testabruna e all’Apalis di Chapin, il Barbettino groppagialla, il Beccolargo africano, il Pettirosso di Swynnerton, la Cossifa capirossa, la Cossifa cigliabianche, l’Averla piumata di Retz, il Pigliamosche di Livingstone, lo Storno beccosottile, la Cisticola canora. Nel parco vivono anche due favolose scimmie, il Colobo degli Iringa, di cui esistono solo poche centinaia di individui, e il Colobo d’Angola.

16° giorno) dopo un’ulteriore esplorazione mattutina negli Udzungwua, ci trasferiremo al Mikumi National Park, dove pernotteremo tre notti in un (finalmente) splendido lodge tendato all’interno del parco. Lungo il percorso effettueremo una deviazione per visitare la Baobab Valley. La vallata, che si estende intorno al fiume Ruaha, è caratterizzata dalla vegetazione lussureggiante e, in alcune aree, dai baobab che punteggiano i fianchi delle colline e le danno il nome. Il motivo ornitologico di questa visita è la presenza, in queste aree, di due specie tipiche della Tanzania centro-occidentale, che nella Baobab Valley raggiungono l’estremità orientale dell’areale: il Bucero di Ruaha e lo Storno cenerino. Il Bucero di Ruaha è una delle sottospecie del “complesso” del Bucero beccorosso, diffuso in tutto il continente africano:

endemica della Tanzania, è considerata specie a sé stante dagli ornitologi africani; lo Storno cenerino è uno strano ed elegante storno, comune nei parchi del nord-ovest, ma molto localizzato nel centro del paese.

Raggiungeremo il Vuma Hill Tented Camp in tempo per un’iniziale esplorazione delle aree intorno al lodge, ma già entrando nel parco, avremo l’opportunità di ammirarne la ricchezza dell’avifauna e il gran numero di erbivori che sciamano nelle praterie. Le cene che effettueremo al campo, al chiarore del fuoco, avranno ospiti interessanti, come il grazioso Galagone gigante, che viene a mangiare la frutta gentilmente offerta dallo staff del lodge, e il

“cattivissimo” Ratele, o Tasso del miele (pare che abbia abitudini estremamente aggressive, sia nei confronti delle sue prede, soprattutto serpenti, che dei suoi predatori).

17° e 18° giorno) il Mikumi National Park protegge più di 3000 chilometri quadrati di savana, foresta a galleria e, soprattutto, miombo. Miombo è un termine swahili che identifica la Brachystegia, un genere di alberi che, con numerose specie, è diffuso nelle regioni centromeridionali del continente

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africano, dall’Angola alla Tanzania. Molte sono le specie di uccelli tipiche del miombo, e alcune di esse sono indissolubilmente legate ad esso. Nei due giorni che trascorreremo a Mikumi, esploreremo tutti gli ambienti del parco, per cercarne le specie più tipiche, e avremo l’occasione di vedere anche numerose specie di mammiferi. Nelle aree più aperte camminano grotteschi (ma affascinanti) Bucorvi meridionali, eleganti Segretari, chiassosi Francolini collogiallo, Francolini coqui, Francolini crestati e Faraone comuni, impettite Otarde pancianera e un nugolo di altri uccelli svolazzano in ogni cespuglio, prato, canneto e albero del parco: Gruccioni carminio settentrionali, Barbetti crestati, Pendolini africani, Batis testanera (della distintiva sottospecie orientale, dal canto molto diverso), Cucal neri, Unghialunghe golagialla, Chagre capinere, Storni ametista, Storni superbi, Fiscal codalunga, Cisticole gracidanti, Cisticole del deserto, Macchiaroli africani, Cordon blu meridionali, Quelea testarossa, Vedove alibianche, Canarini frontegialla, Zigoli pettodorato.

Ci dedicheremo con particolare attenzione alla ricerca delle specialità del miombo; sugli alberi, spesso bene in vista Ghiandaie marina codaracchetta, Gruccioni di Bohm e Buceri beccochiaro, sugli arbusti più bassi Picchi di Reichenow, Sassicoli neri testabianca, Garruli bianconeri settentrionali, Tordi delle palme dal collare, Codirossoni del miombo, Cince panciarossiccia (le popolazioni locali sono considerate una specie buona, la Cincia pettocannella), Nettarinie di Shelley, Amaranti di Jameson, Pitilie aliarancio.

In ogni parco caratterizzato da savana e prateria, ricche di erbivori, non possono mancare i rapaci, che a Mikumi sono molto ben rappresentati:

Biancone pettonero, Astore cantante scuro, Aquila delle steppe, Aquila marziale, Aquila di Wahlberg, Poiana grillaia, Albanella minore, Lodolaio eurasiatico e lo splendido Gheppio di Dickinson. Nella zone umide del parco potremo vedere, tra le altre specie, Cicogna sellata, Cicogna bianca, Oca dal pettine, Occhione maculato, Pavoncella coronata. Nelle aree più forestate di Mikumi troveremo altre interessanti specie: Pappagallo testabruna, Ghiandaia marina beccolargo, Civettina perlata, Civettina barrata africana, Becco a scimitarra comune, Barbettino frontegialla, Barbetto dal collare, Indicatore maggiore, Picchio barbuto, Batis chiaro, Averla piumata di Retz, Brubru, Averla cuculo pettobianco, Oriolo testanera, Storno splendente guanceblu meridionale (considerato ormai una specie differente dallo Storno splendente guanceblu minore), Petronia golagialla, Tessitore testarossa. Per

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finire, qualche altra specie che potremmo incontrare nel parco: Cuculo di Levaillant, Cuculo nero, Cuculo africano, Gruccione eurasiatico, Upupa africana (considerata specie buona solo dagli ornitologi africani, mentre per Clements è una sottospecie dell’Upupa eurasiatica), Martin pescatore pigmeo africano, Allodola battiali, Rondine delle moschee, Balestruccio eurasiatico, Garrulo sagittato, Pigliamosche pallido, Pigliamosche nero meridionale, Eremomela capoverde, Eremomela panciagialla, Iliota panciagialla, Averla piumata crestabianca, Averla piccola, Averla di macchia testagrigia, Averla cuculo nera, Rigogolo, Nettarinia ametista, Nettarinia pettoscarlatto.

Effettueremo come al solito escursioni serotine nelle quali potremmo incontrare gufi e succiacapre; tra questi ultimi le specie più probabili sono il Succiacapre colloflammeo e il Succiacapre del Gabon. Anche se non così ricco di mammiferi come i grandi parchi del nord, Mikumi ospita migliaia di erbivori: Elefante africano, Zebra comune, Giraffa, Bufalo africano, Antilope eland, Gnu, Antilope bohor, Kudu maggiore, Impala, Antilope delle sabbie, Ippopotamo, Babbuino, Facocero. Sulle schiene di Zebre e Bufali potremo vedere i loro commensali abituali, le Bufaghe beccorosso e beccogiallo.

Con fortuna potremo incontrare il Leone, il Ghepardo, il Leopardo e, qualora la fortuna sia moltissima, una truppa di Licaoni.

19° giorno) dopo un’ulteriore breve esplorazione pre-colazione del parco di Mikumi, ci trasferiremo a Morogoro, da dove proseguiremo per le Uluguru Mountains, dove pernotteremo due notti in un campo tendato appositamente allestitoci dalla nostra organizzazione locale; ciò è indispensabile per avere le migliori chances di vedere le specie target di questa area montuosa, la splendida Averla di macchia degli Uluguru e la graziosa Nettarinia di Loveridge. Il massiccio montano degli Uluguru raggiunge i 2600 metri di altezza: le poche aree di foresta sopravvissute ad una deforestazione selvaggia si estendono al di sopra di campi coltivati e fattorie. Raggiungeremo queste foreste dapprima in macchina e poi, con un discreto sforzo finale, con un trekking abbastanza impegnativo. Lo sforzo sarà ampiamente ripagato dalla spettacolarità della foresta e dagli uccelli che vedremo. Inizieremo già nel tardo pomeriggio l’esplorazione della foresta.

20° e 21° giorno) l’Averla di macchia degli Uluguru è una delle specie di uccelli con l’areale più ristretto. Esistono ormai meno di mille individui di

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questa spettacolare averla di macchia e la sua ricerca sarà emozionante di per sé; l’esperienza della nostra guida locale, comunque, dovrebbe metterci in grado di localizzare e vedere da vicino il rarissimo uccello. L’altro endemismo degli Uluguru è la bellissima Nettarinia di Loveridge, che vive nel fitto della foresta, ma che a volte ne frequenta anche i bordi, dove sarà molto più facile vederla. Altre specie di uccelli che potremmo vedere sugli Uluguru sono: l’Aquilastore africano, il Rondone maculato, il Rondone africano, la Rondine d’Angola, il Bulverde montano degli Uluguru (non ancora universalmente accettato come specie buona), il Bulbruno terragnolo, la Cisticola trillante, la Ballerina montana, il Batmocerco di Moreau (nome orrendo per un uccelletto magnifico), la Cossifa fianchioliva, il Tordo terragnolo arancio, il Pigliamosche ardesia occhibianchi, il Tordo montano, il Luì bruno, il Vescovo giallo, il Tessitore di Bertram. Nel primo pomeriggio del 21° giorno torneremo alla nostra vettura e inizieremo il trasferimento a Bagamoyo, a nord di Dar Es Salaam, dove pernotteremo due notti un un confortevole hotel sulla spiaggia. Potremo già fare un poco di seawatching in serata.

22° giorno) piazzeremo oggi i cannocchiali su un rilievo da cui si può controllare la costa dell’oceano. Vedremo un grande numero di limicoli, aironi, sterne e gabbiani. Tra le specie più suggestive ricordiamo la Droma, stranissimo limicolo simile ad una tozza avocetta che si ciba dei granchi che sciamano sulla sabbia, il Corriere di Leschenault, il Corriere mongolo, il Piro piro del Terek, il Piviere dorato del Pacifico, il Corriere frontebianca, la Garzetta del reef occidentale, il Gabbiano fuligginoso, la Sterna di Saunders, la Sterna crestata, la Sterna di Rüppell, la Cicogna lanosa. Vedremo anche la Pivieressa, il Corriere grosso, il Chiurlo piccolo, il Chiurlo maggiore, la Pittima minore, il Piovanello, il Gabbiano comune, la Sterna maggiore, la Sterna crestata. Con fortuna, come ci è accaduto nel primo Ornitour in Tanzania, potremmo vedere rarità come la Fregata maggiore. Ci recheremo anche ad una splendida laguna circondata dalle mangrovie dove cercheremo la specialità locale, il Martin pescatore delle mangrovie, una specie presente solo lungo le coste centro- meridionali dell’Africa orientale. Potremmo vedere anche nuove specie, come l’Avvoltoio delle palme, il Barbettino dai mustacchi e l’Uccello topo nucazzurra.

23° giorno) raggiungeremo oggi l’aeroporto di Dar Es Salam dove ci imbarcheremo sul volo per Kilimanjaro. Trascorreremo poi qualche ora al

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Kia Lodge, vicino all’aeroporto, dove potremo rinfrescarci in albergo e fare ancora un poco di birdwatching nei giardini del lodge, molto ricchi di uccelli.

Potremmo aggiungere alla lista specie nuove come il Falco pecchiaiolo occidentale, il Nibbio bianco, la Tortora piangente africana, il Picchio di Nubia, il Canapino pallido orientale, l'Apalis panciacamoscio, la Nettarinia duecollari orientale. In serata trasferimento all’aeroporto e imbarco sul volo per Roma, ancora via Nairobi e Addis Abeba.

24° giorno) arrivo a Roma e fine del viaggio.volo Milano-Cracovia e trasferimento ad un hotel della città, dove pernotteremo tre notti.

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