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Academic year: 2022

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Si parla di noi Rubrica

23 Corriere di Novara 02/12/2019 ROBOTIZZAZIONE SEMPRE PIU' IMPORTANTE, "MA L'UOMO RIMANE FONDAMENTALE"

2

NEWSNOVARA.IT 01/12/2019 ROBOTIZZAZIONE: FILIPPA (CNVV), "INTERAZIONE SEMPRE PIU' IMPORTANTE, NON SOLO NELLE IMPRESEMA LUOMO

3

Economia locale Rubrica

7 Novaraoggi 29/11/2019 "PARLARE DI SISTEMA MODA NOVARA E' ESAGERATO" 5

Economia nazionale Rubrica

5 Corriere della Sera 02/12/2019 EVASORI E CARCERE, CONFINDUSTRIA ATTACCA (A.Ducci) 6

1 Il Sole 24 Ore 02/12/2019 TASSE EVASE PER 110 MILIARDI: CACCIA AL TESORO IN 10 TEST VERITA' (M.Mobili/S.Padula)

8

1 Corriere della Sera 02/12/2019 SALVA-STATI, SI TRATTA CON LA UE (E.Marro) 15

4 Corriere della Sera 02/12/2019 L'ARDUA MISSIONE PER GUALTIERI: FARE IL CATTIVO CON BRUXELLES (E.Marro)

17

3 La Repubblica 02/12/2019 Int. a D.Sassoli: SASSOLI "BLOCCARE LA RIFORMA E' UNA SCELTA AD ALTO RISCHIO PER LA CREDIBILITA' DELL'ITALIA" (A.D'argenio)

18

1 La Stampa 02/12/2019 IL VERO NODO E' IL DEBITO DELLO STATO (C.Cottarelli) 20

Prime pagine Rubrica

1 Il Sole 24 Ore 02/12/2019 PRIMA PAGINA DI LUNEDI' 2 DICEMBRE 2019 22

1 Corriere della Sera 02/12/2019 PRIMA PAGINA DI LUNEDI' 2 DICEMBRE 2019 23

1 L'Economia (Corriere della Sera) 02/12/2019 PRIMA PAGINA DI LUNEDI' 2 DICEMBRE 2019 24

1 La Repubblica 02/12/2019 PRIMA PAGINA DI LUNEDI' 2 DICEMBRE 2019 25

1 Affari&Finanza (La Repubblica) 02/12/2019 PRIMA PAGINA DI LUNEDI' 2 DICEMBRE 2019 26

1 La Stampa 02/12/2019 PRIMA PAGINA DI LUNEDI' 2 DICEMBRE 2019 27

1 Il Giornale 02/12/2019 PRIMA PAGINA DI LUNEDI' 2 DICEMBRE 2019 28

1 Il Fatto Quotidiano 02/12/2019 PRIMA PAGINA DI LUNEDI' 2 DICEMBRE 2019 29

Sommario Rassegna Stampa

Pagina Testata Data Titolo Pag.

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.

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Data Pagina Foglio

02-12-2019

6niere@Mara 23

Robotizzazione sempre più importante,

«ma l'uomo rimane fondamentale»

«Quella che viene chiamata

"Industria 4.0" costituisce una rivoluzione irreversibile, nel cui contesto l'interazione con i robot sarà sempre più importante, nelle imprese e non solo; ma per noi l'uomo rimane l'elemento fonda- mentale, in azienda come ovunque». Lo ha detto il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, du- rante il suo intervento al convegno "Traiettorie di in- novazione: un dialogo con i protagonisti", organizzato da Cnvv e Università del Pie- monte Orientale martedì 26 novembre 2019 nell'Aula Magna del Campus "Per- rone", a Novara.

Dopo avere illustrato i cam- biamenti strutturali che han- no caratterizzato il mondo delle imprese negli ultimi de- cenni, sottolineando l'impor- tanza di innovazione e so- stenibilità come elementi per la loro competitività, Filippa si è soffermato sulle nuove esigenze del mondo impren- ditoriale, anche a livello lo- cale. «Oggi - ha aggiunto - l'importanza del capitale fi- nanziario è stata soppiantata da quella del "capitale uma- no", perché mentre un tempo la domanda superava l'offerta ed era sufficiente avere una determinata capacità di pro- durre per essere competitivi, oggi è fondamentale riuscire a produrre "bene", più che a produrre "tanto". Per fare questo le competenze indi- viduali sono fondamentali, e sono destinate ad avere un ruolo sempre più importante in futuro». «Anche per questo motivo - ha concluso Filippa rivolgendosi agli oltre 350

PRESIDENTE CNVV Gianni Filippa

studenti presenti - se e quan- do verrete nelle nostre azien- de, saremo ben lieti di ac- cogliervi».

Dopo i saluti del rettore, Gian Carlo Avanzi, e del direttore del Dipartimento di studi per l'Economia e l'Im- presa dell'Upo, Massimo Ca- vino, i lavori, coordinati da Roberto Candiotto, sono stati introdotti dalla relazione di Massimo Bergamasco, do- cente di Meccanica applicata alle macchine alla Scuola su- periore Sant'Anna di Pisa e presidente del Centro "Artes 4.0" (Advanced Robotics &

enabling digital TEchnolo- gies & Systems 4.0). Trat- tando il tema "Umanoidi, Androidi e Umani Virtuali:

l'evoluzione dell'interazione uomo-macchina", Bergama- sco ha illustrato con nume- rosi video i progressi com- piuti nel campo dell'integra- zione tra automazione, si- stemi fisici e sistemi digitali, fornendo esempi concreti di

DOCENTE

Massimo Bergamasco come il futuro consentirà di percepire "umani virtuali" e androidi nella realtà empirica di ogni individuo e di come la realtà aumentata si integrerà sempre più con la dimen- sione della "virtualità au- mentata", in cui esseri umani reali sono resi percepibili al- l'interno di ambienti virtua- li.

Al termine dell'intervento di Antonio Bosio, Head of Pro- duct & Solutions di Samsung Electronics Italia Spa, sul tema "Innovazione... il costo del non fare", ha concluso il convegno Marco Magarag- gia, Co-Founder di Altea Spa, che ha sottolineato l'im- portanza di sapersi adeguare al cambiamento costante at- traverso un continuo "trai- ning" che valorizzi la mol- teplicità di stimoli e oppor- tunità con cui abbiamo a che fare quotidianamente, tanto nell'attività professionale quanto a livello personale.

e 1.c.

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giovedì 28 novembre BigFoot Malpensa, l’arte del detailing. E la tua auto sarà nuova… per sempre (h. 14:21)

Venerdì l'incontro pubblico

"Turismo e sostenibilità" con l'europarlamentare Gianna Gancia

(h. 09:58)

mercoledì 27 novembre Plastic Tax: Onorevole Tovaglieri presenta

interrogazione a Commissione (h. 17:57)

Arrivano le confezioni eco‐

smart: alla Venchi 3 milioni per il packaging intelligente.

(h. 09:06)

lunedì 25 novembre Il restyling del tuo albergo può essere fatto tutto a rate senza esposizioni bancarie. Scopri come!

(h. 15:44)

domenica 24 novembre Indagine industria

manifatturiera novarese: nel terzo trimestre 2019 produzione stabile, fatturato in calo

(h. 17:33)

domenica 17 novembre Il welfare aziendale a misura delle micro e piccole imprese.

Presentazione del progetto finanziato dalla Regione Piemonte nella sede CNA di Novara il 19 novembre (h. 19:00)

sabato 16 novembre

"Osservatorio export" di Fondazione Edison: i dati del secondo trimestre 2019 (h. 10:05)

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Robotizzazione: Filippa (Cnvv),

"interazione sempre più importante, non solo nelle impresema l’uomo rimane fondamentale”

ECONOMIA | 01 dicembre 2019, 16:30

Un incontro con gli studenti dell'Ateneo novarese

«Quella che viene chiamata “Industria 4.0”

costituisce una rivoluzione irreversibile, nel cui contesto l’interazione con i robot sarà sempre più importante, nelle imprese e non solo; ma per noi l'uomo rimane l’elemento fondamentale, in azienda come ovunque». Lo ha detto il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, durante il suo intervento al convegno 'Traiettorie di innovazione: un dialogo con i protagonisti', organizzato da Cnvv e Università del Piemonte Orientale martedì 26 novembre 2019 nell’Aula Magna del Campus

“Perrone”, a Novara.

Dopo avere illustrato i cambiamenti strutturali che hanno caratterizzato il mondo delle imprese negli ultimi decenni, sottolineando l’importanza di innovazione e sostenibilità come elementi per la loro competitività, Filippa si è soffermato sulle nuove esigenze del mondo imprenditoriale, anche a livello locale. «Oggi ‐ ha aggiunto ‐ l’importanza del capitale finanziario è stata soppiantata da quella del “capitale umano”, perché mentre un tempo la domanda superava l'offerta ed era

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01-12-2019

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“Come entrare in banca e uscirne vivi”: incontro sul credito per le piccole imprese alla CNA di Verbania il 18 novembre

(h. 08:30)

giovedì 14 novembre Manovra pericolosa per i mezzi pesanti: rischio stop per i tir piemontesi "se il Governo non ci ascolta"

(h. 15:00)

Leggi le ultime di: Economia sufficiente avere una determinata capacità di

produrre per essere competitivi, oggi è

fondamentale riuscire a produrre “bene”, più che a produrre “tanto”. Per fare questo le

competenze individuali sono fondamentali, e sono destinate ad avere un ruolo sempre più

importante in futuro». «Anche per questo motivo ‐ ha concluso Filippa rivolgendosi agli oltre 350 studenti presenti ‐ se e quando verrete nelle nostre aziende, saremo ben lieti di accogliervi».

Dopo i saluti del rettore, Gian Carlo Avanzi, e del direttore del Dipartimento di studi per l’Economia e l’Impresa dell’Upo, Massimo Cavino, i lavori, coordinati da Roberto Candiotto, sono stati introdotti dalla relazione di Massimo Bergamasco, docente di Meccanica applicata alle macchine alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e presidente del Centro

“Artes 4.0” (Advanced Robotics & enabling digital TEchnologies & Systems 4.0). Trattando il tema 'Umanoidi, Androidi e Umani Virtuali: l’evoluzione dell’interazione uomo‐macchina', Bergamasco ha illustrato con numerosi video i progressi compiuti nel campo dell’integrazione tra automazione, sistemi fisici e sistemi digitali, fornendo esempi concreti di come il futuro consentirà di percepire “umani virtuali” e androidi nella realtà empirica di ogni individuo e di come la realtà aumentata si integrerà sempre più con la dimensione della “virtualità aumentata”, in cui esseri umani reali sono resi percepibili all’interno di ambienti virtuali.

Al termine dell’intervento di Antonio Bosio, Head of Product & Solutions di Samsung Electronics Italia Spa, sul tema “Innovazione… il costo del non fare”, ha concluso il convegno Marco Magaraggia, Co‐Founder di Altea Spa, che ha sottolineato l’importanza di sapersi adeguare al cambiamento costante attraverso un continuo “training” che valorizzi la molteplicità di stimoli e opportunità con cui abbiamo a che fare quotidianamente, tanto nell’attività professionale quanto a livello personale.

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01-12-2019

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Data Pagina Foglio

29-11-2019

Novara ggi 7

«Parlare di sistema moda Novara è esagerato»

Gianfranco Di Natale analizza lo scenario provinciale: «Sul territorio abbiamo brand di successo, ma serve una mentalità lombarda, più agile nelle decisioni, e una formazione adeguata ai tempi. Il settore vale l00 miliardi e la creatività italiana è unica al mondo»

NOVARA (bec) «Parlare di "si- stema moda Novara" è ecces- sivo perché quattro aziende non possono creare un sistema;

da Novaresi possiamo essere lieti di avere sul territorio poche aziende ma di alto livello».

Gianfranco Di Natale, diret- tore generale di Sistema Moda Italia e di Confindustria Moda per gli Affari Istituzionali, si- ciliano di origine, novarese di adozione e ora milanese, frena gli entusiasmi di chi vorrebbe dare per reale un "polo la moda novarese". «Certo è che a No- vara esiste una concentrazione di brand che stanno crescendo, in un settore che funziona a macchia di leopardo: bene in alcune parti della filiera, meno in altre. Il mercato interno è fermo mentre si incrementano le esportazioni: nei primi sei mesi dell'anno sono incremen- tate di 7 punti percentuale».

Gucci e il Gruppo Kering sono presenti a Novara da de- cenni, a Novara storicamente si è installato il polo dell'ab- bigliamento di Gucci e di al- cuni marchi del gruppo, svi- luppandosi progressivamente negli anni, in conseguenza al successo dei singoli marchi.

Come annunciato dal Gruppo, nel corso del 2020 inizierà a

essere operativo Trecate, in prossimità di Novara, il polo logistico del Gruppo Kering.

Linvestimento quindi sul ter- ritorio è visibile e concreto,

«anche se forse il polo logi- stico non riguarderà solo la moda, sarà un valore aggiunto.

Non si tratta di una scelta

"estemporanea": Novara ha una posizione geografica di grande vantaggio, un indub- bio valore per quanto riguarda gli imprenditori e grande competenza professionale e in economia nulla accade per ca- so». Con questi fattori deci- samente positivi, che cosa manca a Novara e alla sua provincia? «La mentalità lom- barda, e in un certo senso mi dispiace dirlo, ma manca la capacità di decidere in tempi rapidi - risponde il direttore - di concretizzare degli inter- venti. Non è che le cose non si facciano, ma alcune volte vi è una dilatazione dei tempi ec- cessiva. Novara è una delle aree più sviluppate del Pie- monte, ma sia in fase di idea- zione sia in fase di realizza- zione manca la "marcia in più". E poi c'è ancora tanto da fare in termini di formazione e questo direi non solo a No-

Gianfranco Di Natale è direttore generale di Sistema Moda Italia e di Confindustria Moda per gli Affari Istituzionali. E' stato nominato Cavaliere Dell'Ordine Al Merito della Repubblica Italiana, su proposta del presidente del Consiglio dei Ministri

vara. Il gap è rappresentato dal fatto che chi uscirà dalle scuo- le non avrà le stesse com- petenze di chi esce dalle aziende: anche per questo ser- virebbe una scuola di specia- lizzazione nel capoluogo».

Moda vuol dire creatività (e quella italiana è davvero ri- conosciuta in tutto il Mondo) in ogni fase della filiera e at- tenzione quasi maniacale nei confronti della qualità: «Ho una delega all'internazionaliz- zazione e noto come all'estero si valorizzi la creatività italiana che porta alla realizzazione di prodotti unici: si tratta di una serie di valori che fanno parte del nostro Dna e che diffi- cilmente sono scalfibili. In questo settore non esistono competitor al nostro livello.

Oltre il 50% delle nostre scuole è frequentato da stranieri che poi tornano nel loro Paese ric- chi di competenze. Il vantag- gio? Se in futuro dovranno ac- quistare materiali o semila- vorati, lo faranno in Italia. Gli italiani invece voglio restare qui perché siamo la capitale della moda soprattutto sul pret-à-porter, mentre l'haute couture francese è spesse volte prodotta in Italia; la Francia non ha più una filiera di qua-

lità e l'alternativa a noi è la Cina ma la qualità là non è la stessa».

Mentalità e formazione in- cidono sul sistema, ma a far registrare una perdita in ter- mini di fatturato per quanto riguarda il settore moda (e si tratta di miliardi di euro) è anche il problema contraffa- zione, «soldi che vanno a fa- vore della criminalità organiz- zata che sta alle spalle di chi vediamo vendere i prodotti contraffatti e questo spesso è difficile farlo comprendere a chi compra».

Un fattore che si unisce alla crisi: ma cosa chiedono gli im- prenditori per crescere? «Più che aiuti, chiedono di essere messi nelle condizioni per la- vorare, senza essere vessati da leggi e burocrazia che nulla hanno di imprenditoriale. Oc- corre uno Stato capace di ri- conoscere il valore del nostro settore. Confindustria Moda, la Federazione holding che as- socia le associazioni del tes- sile, moda e accessorio, vale 100 miliardi, conta 60mila aziende e 700mila persone che vi lavorano». Numeri che potrebbero crescere, numeri che forse si sottovalutano.

Erica Bertinatti

N~

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Settimanale

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Data Pagina Foglio

02-12-2019

CORRIERE DELLA SERA 5

Evasori e carcere, Confindustria attacca

Attenuamento per i reati occasionali, inasprimento per gli amministratori Le imprese «Approccio iper repressivo»

ROMA II via libera al decreto fi- scale collegato alla legge di Bi- lancio richiede una maratona notturna. In tarda serata viene convocato un vertice di mag- gioranza per consentire l'ap- provazione, in commissione Finanze a Montecitorio, del testo finale atteso in aula già oggi, a seguire il voto di fidu- cia del governo calendarizza- to per domani. Il tema più controverso nelle ultime ore ha riguardato le modifiche in- trodotte all'articolo 39 del te- sto e l'inasprimento del de- creto 231, stabilendo di esten- dere l'ambito applicativo ai re- ati tributari. Lo stallo si è registrato sul carcere per i gradi evasori, con il raggiun- gimento di un'intesa su un emendamento, che pur pre- vedendo un innalzamento

delle pene, ne attenua l'effetto nel caso di reati occasionali, commessi cioè senza l'inten- zione di frodare il fisco. La via di uscita per il via libera al de- creto viene discussa durante la notte, con la riformulazione delle ultime modifiche per mano del governo. Preservan- do il difficile equilibrio tra M5S, che chiedeva un giro di vite contro gli evasori, e Italia Viva, intenzionata a non ina- sprire le pene esistenti. La contesa è andata avanti sulla confisca per sproporzione. Il partito di Renzi ha chiesto di eliminare questa fattispecie, o quanto meno di non ren- derla retroattiva. Mentre un precedente emendamento prevedeva di ammorbidirne gli effetti, consentendo di ag-

I.F. MISURE FISC.ILI

Decreto 231

Più responsabilità per i manager

el testo ci sono alcuni correttivi li che attenuano il giro di vite voluto dal M5S contro gli evasori, ma nel rush finale della discussione è entrata la modifica che inasprisce il decreto zgi, in materia di responsabilità degli amministratori di società e imprese.

La legge viene estesa a quattro nuovi reati: emissione di false fatturazioni o altri documenti per operazioni inesi- stenti, dichiarazione fraudolenta, distruzione e occultamento di docu- menti contabili e, infine, quarta fattis- pecie, la sottrazione fraudolenta al pagamento delle tasse. Finora il cam- po di applicazione del decreto 231 era circoscritto alla sola dichiarazione fraudolenta attraverso false fatture o operazioni inesistenti. Tanto che Con- findustria lamenta un approccio

«iper repressivo, che moltiplica le sanzioni sulle stesse fattispecie».

D RIPRODUZIONE RISERVATA

gredire i beni di un condan- nato solo in caso di evasione oltre i ioo mila euro.

Il quadro di inasprimento delle pene, la revisione delle soglie di punibilità, e l' esten- sione del decreto 231 sulle re- sponsabilità degli ammini- stratori allarmano soprattutto Confindustria. Il pacchetto di interventi, rivendicato dal mi- nistro della Giustizia, Alfonso Bonafede, secondo l'Associa- zione di Viale dell'Astronomia denota più che altro un «ap- proccio iper repressivo».

«Non è certamente questo proliferare di interventi pena- li, volti a criminalizzare il mondo dell'impresa, il modo corretto per combattere l'eva- sione e far crescere l'econo- mia del Paese. Preoccupa — lamenta Confindustria — il

Contante

Da luglio la lotteria degli scontrini

XI el provvedimento è prevista la lotteria degli scontrini, che tuttavia slitta dal i° gennaio al i°

luglio. EIiminate le sanzioni per i commercianti che non si adeguano, che però verranno segnalati all' Agenzia delle Entrate. Un'altra novità riguarda l'introduzione di diversi limiti all'utilizzo del contante, dopo i numerosi scontri tra la maggioranza si è optato per una riduzione graduale del tetto, che passerà prima a 2.000 e poi ai.000 euro, e sempre dal 202o

saranno introdotte le sanzioni per chi rifiuta i pagamenti con Pos. In chiave anti evasione viene inoltre previsto un giro di vite in materia di

compensazioni fiscali, riducendo la possibilità per le partite Iva di utilizzare i propri crediti fino alla data di presentazione della dichiarazione dei redditi.

M RIPROOIllIOIVE RISERVATA

continuo ampliamento della sfera penale ai fatti economi- ci». Polemiche e scontri a par- te, va ricordato che il decreto fiscale fornisce un contributo di 6,4 miliardi alla manovra del 2020. Oltre alle voci relati- ve alle nuove misure contro l'evasione (stretta sul contan- te, detrazioni tracciabili, ridu- zione delle compensazioni dei crediti fiscali e previden- ziali) buona parte delle risor- se (3 miliardi euro) necessarie a fare quadrare i conti pubbli- ci arriveranno con lo slitta- mento al 2020 del pagamento delle tasse 2019 di autonomi e forfettari. Le misure per con- trastare le frodi sui carburanti e le compensazioni valgono altri 2,4 miliardi.

Andrea Ducci

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quotidiano

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02-12-2019

CORRIERE DELLA SERA 5

Tassa di soggiorno

Firenze e Rimini, rischio raddoppio

I

l raddoppio della tassa di soggiorno da versare agli alberghi e alle strutture ricettive ha alimentato più di una polemica. Nei giorni scorsi un emendamento al dl fisco ha

introdotto la possibilità di aumentare la tassa pagata dai turisti fino a io euro, dagli attuali 5. Un balzo contestato da Federturismo e Federalberghi, malgrado le

precisazioni del ministero peri Beni Culturali. La nuova tassa di soggiorno in realtà spiegano dal ministero riguarda «pochissimi casi, come Firenze e Rimini», cioè i comuni capoluogo di provincia che «abbiano avuto presenze turistiche in numero

'finti volte superiore a quello deí residenti». In pratica, i sindaci delle cedue città potranno decidere di

tare la tassa fino a io euro, come previsto a Roma e Venezia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Salvataggio

Un nuovo prestito per Alitalia

I decreto stabilisce un nuovo I prestito per il salvataggio di Alitalia.

In dettaglio, viene concesso un finanziamento a titolo oneroso di 400

milioni di curo, della durata di 6 mesi in favore della ex compagnia di bandiera, attualmente commissariata.

Nel testo definitivo l'importo destinato a garantire qualche mese ulteriore di vita al vettore è stato aumentato, portando la cifra da 350 milioni a Q.00 milioni di curo. Con Ia nuova iniezione di capitale cresce così a 1,3 miliardi di euro l'intervento pubblico (go0 milioni erano già stati versati ad Alitalia nel 2017), attraverso la formula del prestito ponte. Sul versante dei trasporti è prevista anche

«una spesa da 4.6o milioni per il finanziamento di investimenti infrastrutturali della rete ferroviaria nazionale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'iter

II DI fiscale è atteso in aula alla Camera questa sera.

Due

emendamenti presentati dalla maggioranza inaspriscono il carcere per i grandi evasori.

Confindustria: il governo vuole

«criminalizzare il mondo dell'impresa»

107

miliardi L'evasione fiscale stimata ogni anno in Italia

96

miliardi La quota di evasione fiscale dovuta al gap delle entrate fiscali

vasori e r rt,i,. ('E ntiodnaria al luna

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Quotidiano

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D Sol12

oïl_

Tasse evase

per 110 miliardi:

caccia al tesoro in 10 test verità

I numeri. In valore assoluto è l'Iva l'imposta che evidenzia il maggiore tax gap. La propensione a nascondere gettito è dei 69,9% tra gli autonomi La manovra. Lotta alle frodi e nuovi vincoli sulle compensazioni, ma scommesse da verificare sui pagamenti tracciabili e sull'incrocio dei dati

di Marco Mobili e Salvatore Padula alle pagine 2 e 3 con un articolo di Benedetto Santacroce

Canone Rai

'Fasi

Locazioni

Addizionali locali Irpet

Accise prodotti energetici

0.2 0.2

0,7

0,7

2,1

4,9

Imu

5,3

8, 2

A carico del datore

di lavoro

A carico del lavoratore dipendente

2,1

L'EVASIONE STIMATA

Dati 2017 (media 2014-2016 dove indicato con'): 11 totale

non coincide con la somma delle singole voci. Dati in miliardi

Irpef lavoro dipendente'

Totale'

109,7

11,4 i 98,3

Entrate Entrate contributive l tributarie'

5,6

Irap

812

Ires

37,2

Iva

Irpet lavoro autonomo e impresa

;onte slaboraáone del Sole 24 ore del Lunedì su dati "Relazione sull'economia non osservata e sulrevaoone fiscale e contributiva - anno 2019'

L'economia sommersa. Grandi contro piccoli, autonomi contro dipendenti, Iva e altre imposte, contante contro pagamenti tracciabili: il rilancio dell'offensiva alla luce delle lezioni passate

Il governo e la lotta all'evasione fiscale:

10 miti alla prova tra fatti e numeri

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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Quotidiano

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D Sole/2

11S

di Marco Mobili e Salvatore Padula

rande promessa o grande illusione? Erada molti anni, forse dai tempi del governo Monti, che sul tema del contrasto dell'evasione fiscale non si coglieva l'enfasi di questo periodo. Non solo per le attese in termini di gettito, complessivamente 3,2 miliardi nel 2020, quasi 5 nel 2021, 4,5 nel 2022, cifre importanti pur se inferiori alle prime ipotesi circolate. E forse neppure per le misure che sono state inserite nei provvedimenti della manovra che, con due eccezioni - l'attenzione verso i pagamenti elettronici e la possib ilità per l'amministrazione di usare in modo più efficace l'enorme mole di dati di cui dispone -, sembrano in continuità con le scelte del passato, dal contrasto alle frodi sino agli ulteriori limiti sulle compensazioni.

Sta difatto che íl messaggio del governo, almeno di una sua parte, è stato sicuramente forte, con un accento particolare sulla necessità di combattere la "grande evasione": inaccettabile, pericolosissima e tale da giustificare pesanti sanzioni, anche penali. Cosa che nella percezione di tutti ha finito per trasmettere l'idea che per la "piccola evasione" serva più comprensione.

Grande evasione e piccola evasione sono, ovviamente, categorie indefinite (e forse anche indefinibiii). A che cosa ci si riferisce?

Ma questo, forse, è il punto. L'evasione non ha un solo volto, ma molti volti e con molti profili diversi. Tutti dannosi e tutti da combattere con strumenti adeguati.

Come la manovra per i12020 dice di voler fare. Non sempre in modo lineare.

Da dove si parte, purtroppo, lo sappiamo benissimo, non foss'altro p erchéla «Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva»

predisposta dalla Commissione presieduta da Enrico Giovannini, ce lo ricorda ogni anno, mettendo puntualmente in luce una serie di verità e paradossi che spesso la politica tende a ignorare.

1

Dall'Iva all'Irpef dove si evade di più

L'imposta più evasa è l'Iva, con un gap - ovvero la differenza tra imposta teorica dovuta e quella effetti- vamente pagata - dí 37,2miliardi di euro nel 2017, in media circa 36 nel triennio. È un particolare non irrile- vante, perché a parere di molti studiosi l'evasione del- l'lva è il motore dell'evasione sui redditi e sull'Irap: nel complesso, oltre 45 miliardi di evasione. Di cui 32 mi- liardi derivano dall'Irpef su lavoro autonomo e impre- sa; 8,2 miliardi dall'Ires delle sócietà di capitali (esclusi dalla stima il settore finanziario e quello pubblico); 5,5 miliardidall'Irap (senzabanche, settore pubblico, pic- coli professionisti e altri soggetti esclusi). L'Irpef sul lavoro dipendente pesa per 5,5 miliardi (dato 2016).

Un gap significativo va poi ricondotto sia all'eva- sione di Imu/Tasi, circa 5,1 miliardi, riferita agli immobili diversi dalla prima casa, sia alle accise sui prodotti petroliferi (da tempo veri e propri osservati speciali del fisco e sotto tiro anche nella nuova ma- novra), con un gap di 2 miliardi di euro. In coda, gli affitti con 655 milioni in meno e il canone Rai, 225 milioni, nonostante il sistema del pagamento in bolletta elettrica.

2

Il totale è alto ma ancora parziale

Nel complesso, siamo intorno a98 miliardi di tributi eva- si, ai quali ne vanno aggiunti u di contributi previdenzia- li, per arrivare aun tax gap di circalo9,7miliardi. Perdi più, spesso si dimentica che questa quantificazione non è riferita all a totalità delle entrate pubbliche, ma solo al- l'87,5% del gettito potenzialmente "evadibile" pari a 437,3 miliardi Ma il totale dei (soli) tributi potenzialmen- te soggetti a evasione di 5oo miliardi: quindi, l'evasione fiscale e contributiva calcolata sull'intero gettito poten- zialmente evadibile potrebbe essere parecchio più eleva- ta e arrivare a12o-125 miliardi. Da questi calcoli vengono esdusi i tributi peri quali l'evasione può essere ipotizzata paria zero (per esempio, le imposte sulle rendite finan- ziare o quelle sui trasferimenti immobiliari) che portano il gettito totale a 558,1 miliardi.

3

Non tutti i contribuenti sono uguali

L'altro indicatore da tenere d'occhio è la "propensione al gap", ovvero il valore percentuale che misura

1"`atti-

tudine"a non pagare le imposte e che è il rapporto tra l'ammontare del tax gap e il gettito teorico. La propen- sione al gap complessiva peri soli tributi è di circa i122%

nel triennio: quindi, nel nostro Paese vengono evasi più di 20 euro ogni loo euro di tasse e imposte teoriche dovute. L'Irpef su lavoro autonomo e reddito d'impresa segna una propensione al gap del 69,6%(68,3nel trien- nio 2024-2016, l'ultimo per il quale le stime sono com- plete): ovvero, ogni loo euro dovuti, se ne sottraggono al fisco quasi 7o.

L'Ires, l'imposta sul reddito delle società, evidenzia una propensione al gap del 23,8%; I'Irap è al 20,9 e la stessa Iva, l'imposta più evasainvalore assoluto, ha una propensione al gap di poco superiore al 27 per cento.

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Le stime risentono del metodo di calcolo

La propensione al gap delle partite Iva individuali tocca, evidentemente, livelli molto elevati. Elemento che scatena puntualmente l'ira di almeno 2,5-3 milioni di contribuenti (dallastimasonoesclusiititolaridiparlitalvacheadottano regimi speciali) i quali, letteralmente, si sentono sotto at- tacco, traaliquote pesantissime, adempimenti pressanti, Isa-studi di settore, richieste di dati e regole sempre più complicate e incerte. Forse anche per questo motivo, la Relazione sull'economia non osservata offre quest'anno una stima aggiuntiva del tax gap dell'Irpef di autonomi e imprenditori individuali. Lo fautilizrando una metodolo- gia diversa, condivisa a livello internazionale, definita bottoni up: adifferenzadell'approcdonormalmente ntili7- zato nella Relazione, chiamato top down (anch'esso valido a livello internazionale) e che per la stima del tax gap mette aconfrontoidatifiscaliconiflussidicontabilitànazionale, il metodo bottoni up si basa su fonti informative in posses- so dell'amministrazione. In panica, indaginistatistichee programmi di controllo vengono utilizzati per valutare l'affidabilità delle dichiarazioni fiscali.

Applicando questo sistema, il tax gap delllrpef degli autonomi si ferma a143-44%, molto più basso rispetto al 69%che si ottiene con il metodo della contabilità nazionale (tra i motivi di questa distanza d sarti bbe il fatto che il me- todo bottom upnon consente di intercettare i soggetti com- pletamente in nero). Al di là delle stime, osservando i dati sull'attività di accertamento dell'Agenzia, vediamo che la maggiore imposta accertata sulle `piccole partite Iva indi- viduali" ha un valore mediano piuttosto basso: "solo"

lumla euro, a fronte di una media statistica di 5omila euro.

Tuttavia, stiamo parlando di una platea di 2,5-3 milioni di soggetti Il che suggerisce che, a livello macro, tante"picco- le evasioni" possono diventare un problema.

5

Le società di capitali sono meno controllate?

Nel nostro sistema pagano l'Ires circa 1,2 milioni di soggetti. Di questi, in prevalenza Spa e Srl, i "grandi contribuenti", con volume d'affari oltre io0 milioni di euro, sono circa 4mila; quelli di medie dimensioni, con ricavi da 5,16 a ioo milioni, sono meno di 5omila;

le piccole Sri e Spa, soggette agli Isa sono poco più di un milione. L'Agenzia effettua circa 2.200-2.500 con- trolli sui grandi contribuenti, con un'imposta media accertata di un milione di euro e un valore mediano di 14omila euro. Gli accertamenti ordinari verso le imprese di media dimensione sono iomila all'anno, con una maggiore imposta media accertata di 3oomila euro e un valore mediano di poco inferiore a 5omila. Importi che segnalano la necessità di atten- zione verso questi soggetti. Un'attenzione che, nel caso dei grandi contribuenti, si sostanzia anche in nuove modalità, come nel caso dei programmi di tu- toraggio dell'agenzia delle Entrate, introdotti per la

maggior parte dei grandi contribuenti.

Un tema decisivo riguardale imprese multinazionali e/o quelle di internet. E va urgentemente affrontato, come il recente studio di Mediobanca sui giganti della rete rende evidente e come la manovra, con l'esperi- mento sulla web tax, prova a fare. Pur sapendo che, sen- za un'azione condivisa a livello internazionale, i risultati saranno limitati. Ci sono regole di tassazione che vanno cambiate a livello globale per impedire alle strutture multinazionali di "scegliere" il luogo in cui pagare le imposte. O dovremmo dire, il "luogo in cui pagare meno imposte". Un danno che l'Europarlamento ha stimato nel 2014 in circa 16o-18o miliardi sottratti ai Paesi Ue (l'elusione fiscale non viene stimata dalla Commissione

Giovannini, la quale indaga sulla sola evasione).

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L'evasione tra gap, omissioni ed errori

Ulteriore elemento: è possibile quantificare la quota di tax gap dovuto a omessi versamenti ed errori rispetto al tax gap al netto dei mancati versamenti. L'evasione si concretizza anche quando si dichiarano imposte che poi non si versano. Ma si deve ammettere che esiste una differenza tra chi trucca e nasconde i numeri e chi li di- chiara correttamente ("evasione per necessità"). Per al- tro, spesso l'evasione contestata dall'amministrazione è un'"evasione da interpretazione", almeno in parte le- gata alle difficoltà di applicare correttamente le regole.

I numeri dicono che l'Iva registra l'incidenza maggio- re di tax gap per omessi versamenti: sono infatti imputa- bili a questa voce ben io miliardi, oltre un quarto del tax gap complessivo di 37 miliardi. Questavoce è molto più contenuta per l'Irpef di autonomi e imprenditori indivi- duali, con i,8 miliardi dovuti a omessi versamenti ed errori, circa i15% del gap complessivo di miliardi 32. An- che l'Ires si colloca a 1,7 miliardi, ma in questo caso il tax gap complessivo è di 8,2 miliardi, con un'incidenza del 20%, forse perla maggiore complessità al crescere delle dimensioni delle attività.

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La strategia voluta dal governo

A questo punto, vale la pena di chiedersi se le misure in arrivo con la manovra di Bilancio possano essere consi- derate adeguate. C'è un pacchetto sulle frodi (Iva-auto e accise) che rafforza alcuni interventi, in particolare per il settore petrolifero, da anni sotto osservazione (non a caso è segnalato un tax gap di oltre 2 miliardi). Rilevante, poi, il pacchetto per limitare gli abusi sulle compensa- zioni che, anche in questo caso, non rappresenta certo una novità. Per altro, è evidente il fatto che i nuovi vincoli finiranno per "punire" anche i contribuenti onesti. Per l'Ivasi procede con l'introduzione dell'obbligo genera- lizzato di trasmissione telematica dei corrispettivi, che dovrebbe chiudere l'operazione avviata scorso anno con la fatturazione elettronica tra privati.

Molti ancora mettono in dubbio i risultati di queste innovazioni: vedremo i dada consuntivo e le analisi più dettagliate sugli effetti della fattura elettronica. Per ora, vale segnalare ciò che afferma la Relazione Giovannini di quest'anno: le stime a giugno 2019 «mostrano un in- cremento delle entrate tra o,9 di euro e 1,4 miliardi, non spiegato dalla congiuntura economica e da altri inter- venti normativi e, quindi, presumibilmente, legato al- l'effetto deterrenza» della fattura elettronica.

8

Chi ferma l'evasione

«con consenso»?

Quello dell'Iva, sappiamo, è un mondo complesso. E se fatturazione elettronica e invio dei corrispettivi possono avere qualche chance di successo contro l'evasione da omessa dichiarazione (consentono an- che di intercettare in anticipo gli omessi versamenti e forse le frodi), poco possono fare contro l'evasione da omessa fatturazione. Si tratta dell'evasione "con

consenso" - ovvero, quando cioè c'è un accordo tra le parti finalizzato a non emettere il documento fisca- le - e si distingue da quella "senza consenso" dove il documento fiscale viene emesso ma poi non dichiara- to. Qui le scelte del governo sembrano essere più eva- nescenti. Si enfatizza molto il ruolo della lotteria degli scontrini, per favorire l'emersione nei rapporti con i consumatori finali.

Nulla si dice più sulla volontà di usare, in modo mirato e intelligente, il "conflitto di interesse" - ovve- ro, la possibilità di ottenere una detrazione fiscale su determinate spese a fronte del rilascio della fattura/

scontrino - che in alcuni ambiti ha effettivamente funzionato. Il governo ne parla in abbondanza nei documenti preparatori della manovra, ma nei testi di legge se ne perde traccia. Anzi, paradossalmente, la rimodulazione e azzeramento degli oneri detraibili in base al reddito (articolo 75 del Ddl di Bilancio), nor- ma che ha l'obiettivo di recuperare risorse, rischia di rappresentare un passo indietro, perché «potrebbe indurre i contribuenti a non richiedere più le fatture (...), in quanto verrebbe a mancare il conflitto di inte- resse tra contribuente fruitore e soggetto erogatore del bene/ servizio, alimentando così l'economia som- mersa e l'evasione di imposte dirette ed indirette», come segnala la Nota del Servizio Bilancio del Senato.

9

La sfida tra le carte e il contante °

L'altro strumento per contrastare l'evasione con consen- so è quello che punta a una maggiore diffusione dei paga- menti elettronici, con tre modalità: misure premiali per incentivare l'utilizzo delle card (articolo 31 del Ddl di Bi- lancio, stanziati per ora3 miliardi dal 2021); tracciabilità delle detrazioni (articolo 85 del Ddl di Bilancio), che dal

202o consentirà di ottenere lo sconto de119% su alcune spese solo se il pagamento è fatto con strumenti traccia- bili; un nuovo intervento per limitare l'utilizzo del con- tante, riducendo la soglia attuale di 3.000 euro a 2.000

dal i° luglio 2020 e poi a i.000 euro dal 2022.

Sull'efficacia di queste misure, il dibattito è aperto.

Come ha rilevato l'Upb (Ufficioparlamentare dibilando) non esistono evidenze scientifiche di un legame tra con- tante elivello di evasione fiscale, ma è un fatto che in Italia il sommerso economico sia più diffuso dove minore è l'uso di strumenti elettronici di pagamento.

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Le nuove frontiere sulle banche dati

Nella manovra c'è una norma (articolo 86 del Ddl di Bilan- cio) che mira a rafforzare l' attività di analisi del rischio fiscale. L' agenzia delle Entrate, lavorando con dati perso- nali "pseudonimizzati", potrà elaborare e incrociareidati, anche tra archivi diversi, per individuare criteri di rischio in grado di intercettare posizioni da sottopone a controllo, con un maggi or gettito stimato di 46o milioni a regime (125 e 250 nel biennio 2020-2021). Ora, pur tralasciando per un attimo le preoccupazioni dei professionisti sulle possibili richieste di fornire ulteriori dati, si tratta di capire che cosa accadrà realmente, anche in relazione ai vincoli che spesso il Garante della privacy impone.

Per altro, il governo non sembra intenzionato ad ab- bandonareí' approccio che in questi ultimi annihacercato di favorire l' emersione spontanea degli imponibili piutto- sto che i tradizionali interventi di controllo e accertamento ex post. Ma un fatto che con la manovra diventa più evi- dente la volontà di rafforzare l'uso della tecnologia, delle banche dati, anche come esito della maggiore tracciabilità dei pagamenti, per indirizzare l'attività di controllo, pro- iettando l' amministrazione nell' analisi dei big data, del- l'intelligenza artificiale e in quelle predittive attraverso l' osservazione dei dati storici.

In realtà, quello che non si vede è la definizione di un vero e proprio piano industriale perii contrasto dell'evasio- ne fiscale. Un piano che consenta al Paese di "investire" su questo obiettivo, al pari di ciò che farebbe un'aziendaben gestita per migliorare le proprie performance, potenziare e innovare le proprie modalità di azione, puntando su un uso più efficace e moderno delle tecnologie, sulla forma- zione e, se necessario, sul reclutamento di nuove compe- tenze e professionalità necessarie nel nuovo contesto.

180 MILIARDI È la stima in euro delle tasse sottratte nella Ue da multinazionali e giganti tecnologici spostandosi sulla sede che fiscalmente conviene di più

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LE TRE PAROLE CHIAVE

Tax gap Il divario tra gettito teorico ed effettivo

• La «Relazione sull'economia non osservata e

sull'evasione fiscale e contributiva», redatta ogni anno dalla Commissione presieduta da Enrico Giovannini,

definisce il tax gap come il divario tra il gettito teorico e il gettito effettivo. È, quindi, una stima dell'evasione fiscale e contributiva. Nel triennio 2014-2016 il tax gap è stato mediamente di 109,7 miliardi di euro

Propensione La quota evasa per ogni tributo

• La propensione al gap è un indicatore del livello di «tax compliance» (cioè, di correttezza) dei contribuenti, dato dal rapporto percentuale tra l'ammontare del tax gap e il gettito teorico. Rappresenta la quota di gettito evasa per ogni tributo. Nel triennio 2014-2016, per i soli tributi,

la propensione al gap è stata del 21,9%: ogni loo euro di tributi teorici ne sono stati evasi quasi 22.

Collection gap Omessi

versamenti ed errori

• Il tax gap può essere disaggregato in due componenti.

La prima, definita

«assessment gap», misura il tax gap al netto degli omessi versamenti (gli importi non versati ma regolarmente dichiarati dai contribuenti). La seconda, detta

«collection gap», misura invece la parte del tax gap che è costituita da omessi versamenti ed errori dei contribuenti.

Gli obiettivi.

La manovra di bilancio (nella foto il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri) rilancia la lotta all'evasione fiscale per recuperare 3,2 miliardi nel 2020, quasi 5 nel 2021 e 4,5 nel 2022

Il gettito effettivo e quello perduto

Stime sull'evasione fiscale in Italia con indicazione del gettito totale effettivo, di quello che può essere realmente evaso e di quello considerato per il calcolo di imposte e contributi sottratti allo Stato

Dati 2017 (media 2014-16 dove indicato con *): il totale non coincide con la somma delle singole voci.

Dati in miliardi

Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore del Lunedì su dati "Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva - anno 2019"

109,7

L'EVASIONE STIMATA TOTALE*

2,1

Accise prodotti energetici

0,7

Addizionali locali Irpef*

(lavoro dipendente)

0,7

Locazioni

0,2

Tasi

0,2

Canone Rai

2,1

A carico del lavoratore dipendente

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TOTALE

558,1

II gettito complessiva

arem

500,0

Imposte potenzialmente soggette a evasione

o1CUl

437,3

Imposte perle quall è stimato ll tar gap

~

37, 2

Iva

32,1

Irpef lavoro autonomo e impresa

8,2

Ires

5,6

Irap

5, 3

Irpef lavoro dipendente*

4,9

Imu

8, 2

A carico del datore di lavoro

98,3

Entrate tributarle

11,4

Entrate contrlbutIve

v

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Conte riunisce Pd e M5S: deciderà il Parlamento. Confindustria all'attacco sul carcere agli evasori

Salva-Stati, si tratta con la Ue

Tensione al vertice, renziani assenti. Mandato a Gualtieri per Bruxelles

Il governo tratterà con l'Eu- ropa sul salva-Stati, il mecca- nismo nato come fondo fi- nanziario per la stabilità eco- nomica dell'eurozona. La riu-

nione tra esecutivo e mag- gioranza è stata caratterizzata da tensioni tra i giallorossi.

Con i renziani che non hanno partecipato al summit. Co-

Primo piano I I governo

munque il ministro dellTco- nomia Roberto Gualtieri avrà il mandato di cercare una me- diazione con Bruxelles così da evitare scossoni ai giallorossi.

Confindustria, intanto, torna all'attacco sul carcere agli eva- sori: «Non è certamente que- sto il modo corretto per com- battere l'evasione e far cresce- re l'economia».

da pagina 2 a pagina 9

N

Interverrò errò úr Parlamento, così metteremo tutti i tasselli al Ioro posto e inizieremo a spazzare via tutte le fesserie che sono state dette

Giuseppe Conte premer

Lo strappo di Renzi al vertice:

non veniamo, vedetevela voi

La riunione sul salva-Stati: si punta a un unico «pacchetto» con tutte le riforme Ue. Conte sfida Salvini

ROMA Più il Movimento 5 Stel- le tira da una parte, più Italia viva tira dall'altra. E il governo rischia. Il vertice di maggio- ranza preteso dal capo dei pentastellati, Luigi Di Maio, per rimettere in discussione la riforma del Mes (fondo eu- ropeo salva-Stati) a pochi giorni dal varo previsto nel Consiglio Ue del 12 e 13 di- cembre, comincia verso le 19.30 sotto i peggiori auspici. I rappresentanti di Italia viva disertano Palazzo Chigi. «Noi

— spiega su La7 il leader del partito Matteo Renzi — non abbiamo nulla su cui litigare, se la vedano tra loro». Presen- ti, invece, oltre al premier Giuseppe Conte e al ministro dell'Economia Roberto Gual- tieri, i 5 Stelle con lo stesso Di Maio e i ministri Patuanelli e Fraccaro, il Pd con i ministri Franceschini e Amendola, e Leu col ministro Speranza.

Ma ci vogliono più di quattro ore di accesa discussione per

partorire un compromesso.

Gualtieri negozierà mercoledì a Bruxelles secondo la «logica di pacchetto», spiegano fonti di Palazzo Chigi. Significa che il via libera alla riforma del Mes è condizionato al com- pletamento dell'unione ban- caria con la garanzia europea sui depositi bancari. Non so- lo. La decisione finale sul Mes verrà presa «solo dopo che il Parlamento si pronuncerà con le risoluzioni che verran- no approvate l'11 dicembre dopo le comunicazioni di Conte sul successivo Consi- glio europeo». Il Pd, con Fran- ceschini, mette l'accento sul

«mandato a Gualtieri a tratta- re al meglio l'accordo» e sul fatto che non c'è «alcuna ri- chiesta di rinvio all'Ue». I 5 Stelle, invece, sottolineano che «è un bene che si sia deci- so di non dare nessuna luce verde fino a quando il Parla- mento non ne discuterà», an- che perché «per noi tante co-

se nell'Ue vanno riviste».

Oggi, per ricompattare la maggioranza, il premier gio- cherà anche la carta dello scontro con l'avversario co- mune: il leader della Lega, Matteo Salvini, che anche ieri lo ha duramente attaccato:

«Sono curioso di sentire se Conte ha capito e ha tradito o semplicemente non ha capito quello che stava facendo».

Salvini attende, come tutti, l'informativa urgente sulla ri- forma del Mes che lo stesso premier terrà alle 13 alla Ca- mera e alle 15.30 al Senato.

«In Parlamento inizieremo a spazzare via tutte le fesserie che sono state dette», pro- mette il premier. Che difen- derà la posizione negoziale tenuta fin dal Conte 1, perché la «logica di pacchetto» era già stata fissata quando la Le- ga era al governo. Rispedendo le accuse a Salvini e tenendo allo stesso tempo aperta la partita sul Mes, almeno fino

al Consiglio europeo, Conte spera di ricompattare la mag- gioranza e guadagnare tem- po. Punta a una tregua, in- somma. Per tenere in piedi il governo, evitando una crisi nel peggiore dei momenti.

Troppe le questioni aperte:

dalla manovra alle crisi delle grandi aziende (Ilva, Alitalia) agli appuntamenti europei, appunto. Ieri non sono passa- te inosservate le parole di Pierluigi Castagnetti, politico vicino agli umori del Quirina- le: «E oggettivamente sempre più difficile continuare a go- vernare in questo modo, con il M5S che rimette in discus- sione ogni cosa ogni giorno».

Esaurita la discussione sul Mes, il vertice è andato avanti nella notte sul altri dossier, come Alitalia, con l'ipotesi di varare già oggi un decreto ad hoc per consentire ai com- missari l'uso dei 400 milioni del prestito ponte.

Enrico Marro

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CORRIERE DELLA SERA 1+2

I capi delegazione

Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, 33 anni, capo politico e ministro

degli Affari Esteri

Pd

Dario Franceschini, 61 anni, ministro

per i Beni e le attività culturali

Movimento 5 Stelle Stefano Patuanelli, 45 anni, ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro

Pd

Enzo Amendola, 45 anni, già sottosegretario agli Esteri, il ministro per gli Affari europei

In Parlamento Oggi il premier in Aula spiegherà che la linea sul Mes è la stessa del governo con la Lega

La riunione

Sul tavolo pure il nodo Alitalia: si pensa a un decreto per il prestito ponte da 400 milioni

Movimento 5 Stelle Pd

Riccardo Fraccaro, Roberto Gualtieri, 38 anni, sottosegretario 53 anni, ministro alla presidenza del dell'Economia e delle

Consiglio Finanze

Leu

Roberto Speranza, 40 anni, segretario nazionale di Leu, è ministro della Salute

• La parola

Eumpean Rablltoj Madama

~

MES

Il Mes, Meccanismo europeo di stabilità, in inglese indicato come Ems (European Stability

Mechanism) è anche comunemente chiamato fondo salva-Stati.

Approvato nel 2012 in attuazione di una decisione adottata dal Consiglio dell'Unione europea, ha la funzione principale di intervenire in aiuto degli Stati in

dissesto. Lo si vuoi modificare perché possa aiutare anche le banche in default

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CORRIERE DELLA SERA 4

All'Eurogruppo

L'ardua missione per Gualtieri:

fare il cattivo con Bruxelles

di Enrico Marro

ROMAStlano destino quello di Roberto Gualtieri, già euro- parlamentare Pd per dieci an- ni (dal 2009 al 2019) e poi mi- nistro dell'Economia tra i più convinti europeisti, chiamato nei prossimi giorni a interpre- tare a Bruxelles la parte del cattivo, che potrebbe fax salta- re la riforma del Mes, il fondo salva. Stati, sulla scia della pro- testa populista contro la solita Germania e i soliti euroburo- crati. Panni, quelli del cattivo, che Gualtieri proprio non im- maginava di dover indossare.

Tanto che mercoledì scor- so, audito in commissione Fi- nanze del Senato, aveva dato ormai per finita la partita del Mes: «Il testo è concordato e se chiedete se è possibile ria- prire il negoziato vi dico che

secondo me no, il testo è chiuso e così lo considerano tutti gli altri Paesi». Parole che invece hanno acceso la miccia delle opposizioni. Una mossa incauta per un mini- stro dell'Economia «politi- co», novità dopo molti prede- cessori tecnici. Ora Gualtieri e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sono infatti impegnati, dopo l'aut aut lan- ciato nella stessa maggioran- za dai 5 Stelle, a tentare di ria- prire la partita a Bruxelles, per salvare il governo a Roma.

Il fatto è che Gualtieri, tec- nicamente, è convinto che la riforma del fondo salva-Stati sia un buon compromesso, tutto sommato ben negoziato dal tecnico Giovanni 'ria, suo predecessore. Il nuovo Mes,

dice Gualtieri, non presenta rischi per Malia, tanto meno quello di facilitare la ristruttu- razione del debito pubblico. E quindi sarebbe un errore far saltare I'intesa, per di più do- po il chiaro miglioramento dei rapporti con l'Ue conse- guente al passaggio dal Conte i al Conte 2 (senza Lega).

Ma, dopo che Lugi Di Maio ha scartato, la situazione è cambiata. E toccherà proprio a Gualtieri farsene per primo carico con Bruxelles: mercole- dì nella riunione dell'Euro- gruppo e giovedì all'Ecofin, che ha all'ordine del giorno proprio l'ultima valutazione sulla riforma del Mes prima che essa venga approvata dal Consiglio europeo del 13 di- cembre. Il ministro terrà con-

La data

II Consiglio europeo, l'organismo di cui fanno parte tutti i capi di governo dell'Unione Europea, si riunirà il 13 dicembre per ratificare la riforma del Fondo salva- Stati. È quello il termine entro il

quale il governo italiano deve trovare una posizione

to del mandato ricevuto neI vertice di ieri sera. Punterà i piedi sulla «logica di pacchet- to», che lega il via libera al Mes al completamento del- I'unione bancaria su regole diverse da quelle proposte dalla Germania. Ma dovrà, inevitabilmente, muoversi in un quadro in evoluzione. L'in- formativa del premier oggi in Parlamento non sarà infatti seguita da un voto. Cosa che invece accadrà dopo che lo stesso presidente farà le co- municazioni prima del Consi- glio europeo, i110 dicembre al Senato. Insomma, Gualtieri, senza un preciso mandato parlamentare, dovrà dimo- strare di essere davvero un ministro «politico».

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Noi stufi eli un cerro andazzo cambi mt sitaosichiude»

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02-12-2019

la Repubblica 3

Intervista al presidente del Parlamento europeo

Sassoli `Bloccare la riforma è una scelta ad alto rischio per la credibilità dell'Italia"

dal nostro corrispondente Alberto D'Argenio BRUXELLES — La polemica sulla ri-

forma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) non fa altro che

«danneggiare la credibilità» dell'I- talia sui mercati e tra i partner con- tinentali. Ne è convinto il presiden- te del Parlamento europeo, David Sassoli. Il nuovo trattato del Fondo salva-Stati - aggiunge - non pena- lizza Roma. Proprio ieri Sassoli in- sieme a Christine Lagarde, Ursula von der Leyen e Charles Michel ha inaugurato l'avvio della nuova legi- slatura dell'Unione con una ceri- monia alla Casa della storia euro- pea, il museo allestito al Parc Léop- old, nel cuore del quartiere comu- nitario di Bruxelles. E isolarsi con una polemica sul Mes proprio in queste ore di riapertura del cantie- re Ue «indebolirebbe l'Italia», sot- tolinea Sassoli prima di imbarcarsi su un volo per Madrid, dove oggi parte la Cop 25,11 nuovo round ne- goziale planetario sul clima orga- nizzato dalle Nazioni Unite.

Come giudica la riforma del Mes? Condivide le preoccupazioni dei critici oppure ritiene che la polemica sia più politica?

«Del Meccanismo europeo di Stabilità si parla solo in Italia. L'altro giorno ho chiesto all'ufficio

comunicazione del Parlamento europeo di prepararmi una rassegna con tutti gli articoli apparsi sul Mes negli altri paesi del continente. Sa quanti pezzi di giornale mi hanno recapitato?».

Me lo dica lei.

«Zero. Nessuno».

-m...

Presidente a Strasburgo David Sassoli, 63 anni, eletto nelle liste del Partito democratico, è

stato eletto il 3 luglio di quest'anno presidente del Parlamento europeo

Come se lo spiega?

«Perché stiamo parlando di un fondo accantonato da usare solo nel momento in cui un Paese dovesse entrare in difficoltà.

Insomma, concentrarsi sul Mes e non sulle nostre economie è come soffermarsi sul dito e non sulla luna».

Ma il nuovo trattato rende il Fondo più pericoloso per l'Italia?

«La riforma del Meccanismo non danneggia l'Italia. Ci sono alcuni aspetti che possono essere migliorati, ma all'interno del più complessivo pacchetto di riforma della zona euro, non nel trattato del Mes. Penso ad esempio ad alcuni aspetti dell'Unione bancaria che potrebbero affiancare il nuovo Fondo salva-Stati in modo più vantaggioso».

Si riferisce al negoziato sullo Schema di assicurazione per i depositi (Edis) in corso tra i ministri dell'Eurogruppo. Ci sono altri aspetti che modificherebbe?

«Le regole del Mes possono essere migliorate anche introducendo meccanismi che prevedano un coinvolgimento del Parlamento europeo, ma non firmarlo sarebbe come andare in giro con una Ferrari non assicurata, come non avere un paracadute in un momento di difficoltà».

Eppure il dibattito politico italiano sembra sfuggire al merito della questione.

«Questo atteggiamento non è un bel segnale per borse e mercati. Gli

investitori potrebbero reagire negativamente con conseguenze spiacevoli sull'andamento dello spread e dell'economia. Mi auguro naturalmente che questo non avvenga. Oltretutto il governo ha approvato una manovra accolta positivamente dall'Europa nonostante l'enorme difficoltà di bloccare l'aumento dell'Iva pari a 23 miliardi: sarebbe assurdo

consumare adesso questa fiducia con una polemica tutta interna. Per di più proprio in una fase in cui viviamo di fiducia».

Che conseguenze prevede per l'Italia se il governo dovesse, unico nella zona euro, rifiutarsi di chiudere una riforma negoziata per più di un anno e imporre un rinvio a tutti i partner?

«Oltre a dare un pessimo segnale ai mercati, ci sarebbe il rischio di perdere credibilità su tutti i tavoli europei e sui negoziati in corso, come quello sull'Unione bancaria oppure sul bilancio pluriennale dell'Unione europea. Sarebbe un vero peccato se l'Italia si isolasse proprio nel momento in cui, con l'insediamento della nuova Commissione e del nuovo presidente del Consiglio europeo, parte la legislatura dell'Unione».

Che ruolo auspica per il Parlamento nei prossimi cinque anni?

«La legislatura ufficialmente partita oggi (ieri per chi legge, ndr) ha il compito di riaprire il cantiere dell'Unione per produrre due risultati: approvare le riforme necessarie ad aumentare il tasso di democrazia delle istituzioni europee e far ripartire il processo di

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Quotidiano

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02-12-2019

la Repubblica 3

integrazione delle politiche continentali. In questi processi il Parlamento sarà centrale, ma ovviamente lavorerà cooperando

Nelle capitali Ue non ne parla

nessuno Si tratta di

un fondo da usare solo

in caso di emergenza, se un Paese

va in d coltà

Il Mes si può migliorare, nonftrmarlo

però è come andare in giro con una

Ferrari non assicurata

Perché rinunciare

a un paracadute?

con le altre istituzioni. La cerimonia questo momento le relazioni tra noi alla Casa europea della storia con sono improntate sulla fiducia, tutti i presidenti dimostra che in elemento positivo e che ci lascia

sperare in buoni risultati».

Sassofi "Blorcarr la riPunna éMia dcClui ad ohn risclúu

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