Comune di Paese
Discarica per rifiuti inerti denominata “Castagnole”
autorizzata con DPP n. 616/2009 del 24/11/2009 Procedimento per il parere ambientale sul rinnovo dell’autorizzazione ai sensi dell’art. 13 della LR 4/2016
Progetto del Verde
in conformità a quanto previsto dall’art. 11 del Regolamento del Piano del Verde – 1^ Variante.
Relazione Tecnico – Illustrativa
Settembre 2020
Via Baldrocco, 80 31038 Paese (TV)
P
ROGETTISTA INTERVENTOStudio Tecnico Conte & Pegorer
Via Siora Andriana del Vescovo, 7 31100 Treviso (TV)
G
RUPPO DI LAVOROP
ROGETTO DELV
ERDEDott. D’Ambroso Mauro, Forestale
Dott. Squizzato Marco, Biologo
Documento firmato digitalmente dai professionisti del gruppo di lavoro ai sensi del D.lgs. n. 82/2005 e ss.mm.ii.
Il presente documento e tutti i suoi allegati costituiscono proprietà riservata dei professionisti sopra indicati, ne è dunque vietata la riproduzione e la divulgazione senza autorizzazione scritta dei medesimi.
SOMMARIO
1 INTRODUZIONE ... 5
1.1 Generalità ... 5
1.2 Descrizione generale dell’intervento ... 5
2 STUDI E INDAGINI SULLO STATO DI FATTO ... 7
2.1 Inquadramento geografico – paesaggistico ... 7
2.2 Inquadramento ambientale ... 8
2.2.1 Clima ... 8
2.2.2 Pedologia ... 9
2.3 Flora e vegetazione ... 10
2.3.1 Descrizione della vegetazione presente ... 10
2.3.2 Vegetazione potenziale ... 12
3 CRITERI PROGETTUALI ... 13
3.1 Obiettivi e descrizione del progetto ... 13
3.2 Descrizione delle singole azioni progettuali ... 14
3.2.1 Sistemazione dell’area di impianto ... 14
3.2.2 Impianti e inerbimenti ... 15
3.2.3 Specie vegetali impiegate: elenco floristico e ragioni della scelta ... 15
3.2.4 Materiale di impianto ... 16
3.2.5 Sesto di impianto e forma di governo ... 16
3.2.6 Coerenza scelte progettuali con l’ambiente e gli strumenti normativi ... 18
3.2.7 Materiali accessori ... 18
3.2.8 Precisazioni ... 18
3.3 Cronoprogramma... 18
4 PIANO DELLE OPERE A VERDE... 19
4.1 Cure colturali e mantenimento ordinario ... 19
4.1.1 Monitoraggio ... 19
4.1.2 Contenimenti e Potature ... 19
4.1.3 Concimazioni ... 19
4.1.4 Trattamenti fitosanitari ... 19
4.1.5 Irrigazione ... 19
Pagina 4
4.2 Mantenimento straordinario ... 19 5 PIANO DI TUTELA DEL VERDE ESISTENTE ... 20
Allegato 1.X: Schede tecniche delle specie
1 INTRODUZIONE
1.1 GeneralitàI sottoscritti Dott. D’Ambroso Mauro, Forestale iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Treviso – Sezione A, n. 249, e Dott. Squizzato Marco, Biologo iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi – Sezione. A, n. 56136, ciascuno per la propria parte di competenza e titolarità, predispongono, nell’ambito dell’intervento denominato «Discarica per rifiuti inerti denominata “Castagnole” a Paese, autorizzata con DPP n. 616/2009 del 24/11/2009 – Procedimento per il parere ambientale sul rinnovo dell’autorizzazione ai sensi dell’art. 13 della LR 4/2016», il seguente Progetto del Verde in conformità a quanto previsto dall’art. 11 del Regolamento del Piano del Verde – 1^ Variante., così come richiesto quale integrazione, dalla nota inviata del Comune di Paese alla Provincia di Treviso a mezzo PEC in data 31 Luglio 2020, prot. Prov. n. 41174.
Il Progetto del Verde si compone di:
A. Relazione tecnica con allegati illustrativi descrittiva dello stato di fatto e dei criteri utilizzati per le scelte progettuali, contenente inoltre la descrizione dettagliata delle caratteristiche dei materiali prescelti, degli aspetti tecnico‐agronomici e dell’inserimento paesaggistico ed ambientale, il piano di manutenzione delle opere a verde e il piano di tutela del verde esistente.
B. Elaborati grafici
Tavola B06 – Planimetria progetto del verde – Stato di Fatto;
Tavola B07 – Planimetria del verde – Stato di progetto.
1.2 Descrizione generale dell’intervento1
«Con il D.D.P. n° 616/2009 del 24.11.09, la ditta T.ER.R.A. S.r.l. ha ottenuto il rinnovo dell’autorizzazione al conferimento di rifiuti inerti fino al 20.04.2019, e con lo stesso decreto è stata autorizzata al conferimento del rifiuto CER 17.05.04 proveniente da bonifiche di siti contaminati di cui al Titolo V, Parte IV del D.L.vo 152/2006; è inoltre stata autorizzata al conferimento di nuovi codici di rifiuto con D.D.P.
655/2011 del 12.12.2011 e relativo nulla osta D.D.P. 78/2012.
Con D.D.P. n° 145/2019 del 03.04.2019 l’attività di gestione operativa della discarica è stata prorogata al 20/10/2020.
La Ditta ha avanzato per la discarica un “Progetto di adeguamento approntamento della discarica per rifiuti inerti a Paese per incremento livelli massimi di escursione falda”, ai sensi del D.lgs. 152/2006 e 36/2003, con le specifiche della nota provinciale del 25.03.2019 prot. n. 2019/0018646.
Pagina 6
Il progetto di adeguamento è stato predisposto in riscontro del D.D.P. 68/2015 del 27.02.2015 prot.
21838/2015, per garantire lo spessore minimo del franco insaturo rispetto alla massima escursione della falda, per i lotti non ancora approntati della discarica ammessi dai decreti autorizzativi.
Con DDP 328 del 13 agosto 2019 è stato approvato il progetto di adeguamento che all’art 2 prevede un piano di collaudo.
Il piano di collaudo è stato presentato il 17 settembre 2019 (protocollo provinciale n. 57986), e poi integrato con la Revisione nr.1 del 01 ottobre 2019 (protocollo provinciale n. 61041 del 02/10/2019) e Revisione nr.2, errata corrige, protocollata il 19 novembre 2019.
É stato inoltre presentato dalla Ditta il Collaudo, datato 20/08/19 dell’argine di contenimento denominato “Sud‐Ovest” a firma del dott. Geol. Eros Tomio, l’atto è stato poi integrato in data 26.09.2019, come richiesto da nota provinciale.
Il giorno 25 settembre 2019 la Ditta ha presentato l’inizio lavori con la nomina del Direttore Lavori e del Collaudatore.
Con nota Prot. N°2019/0062335 del 08/10/2019 la Provincia ha dato il nulla osta ai lavori per l’approntamento della Vasca 2.
Con il Nulla Osta, la ditta T.ER.R.A. Srl ha dato seguito ai lavori di approntamento del nuovo lotto denominato “VASCA n.2” alla data dell’ 08.10.2019.
I lavori si sono conclusi in data 10 aprile 2020.
Con D.D.P.125/2020 la Ditta è stata autorizzata al conferimento rifiuti al 20 ottobre 2020. […]
L’attività attuale della discarica è svolta ai sensi del Decreto del Dirigente della Provincia di Treviso n°
616/2009 del 24.11.09, con cui la ditta T.ER.R.A. S.r.l. ha ottenuto il rinnovo dell’autorizzazione al conferimento di rifiuti inerti fino al 20.04.2019, e con lo stesso decreto è stata autorizzata al conferimento del rifiuto CER 17.05.04 proveniente da bonifiche di siti contaminati di cui al Titolo V, Parte IV del D.L.vo 152/2006; è inoltre stata autorizzata al conferimento di nuovi codici di rifiuto con D.D.P. 655/2011 del 12.12.2011 e relativo nulla osta D.D.P. 78/2012.
Con D.D.P. n° 145/2019 del 03.04.2019, successivamente perfezionato con D.D.P. 125/2020 l’attività di gestione operativa della discarica è stata prorogata al 20/10/2020.»
Nella sostanza l’intervento consta nel rinnovo dell’autorizzazione di gestione della discarica.
2 STUDI E INDAGINI SULLO STATO DI FATTO
2.1 Inquadramento geografico – paesaggisticoL’area oggetto di indagine si trova lungo la Strada Provinciale n. 100, ricompresa tra i centri abitati di Porcellengo, a nord‐ovest, e Castagnole a sud‐est, nel Comune di Paese.
Il contesto di riferimento è quello di ex cava, complessivamente inserito in un paesaggio sostanzialmente dominato dall’agricoltura intensiva monocolturale in cui si ritrovano alcuni agglomerati urbani e nuclei artigiano‐industriali, chiaramente distinguibile e diffusa risulta nell’area l’attività di cava.
Google satellite con localizzazione ambito di intervento
Pagina 8
2.2 Inquadramento ambientale
2.2.1 Clima
Il clima è generalmente definito come il complesso delle condizioni meteorologiche (temperatura, pressione atmosferica, umidità, etc.) che caratterizzano una regione geografica o una località relativamente a lunghi periodi di tempo e che sono determinate, o quanto meno influenzate, da fattori ambientali (latitudine, altitudine, etc.)2, tali condizioni contribuiscono a definire le caratteristiche della componente biologica (flora e fauna) vivente nel luogo medesimo.
zona fitoclimatica
Nel corso di questo secolo si è sviluppata una nuova scienza (fitoclimatologia) finalizzata a studiare le relazioni esistenti tra andamento delle temperature e dei regimi di precipitazione e distribuzione delle fitocenosi.
Tra i dati climatici più significativi e di più facile reperimento figurano le medie mensili di temperatura e precipitazione, che combinati in appositi algoritmi, permettono di calcolare indici climatici e bioclimatici, espressioni sintetiche delle principali caratteristiche del clima e delle fitocenosi di una data area geografica.
Per la classificazione dei vari tipi di clima sono stati proposti numerosi indici che, mettendo in relazione più elementi climatici, permettono una definizione delle principali caratteristiche del clima in determinate aree geografiche determinanti la ripartizione della vegetazione sulla superficie terrestre.
La prima classificazione fatta per l’Italia risale al Pavari (1916), successivamente ripresa e sviluppata dal De Philippis (1937). In base a tale classificazione l’area in analisi rientra nel Castanetum sottozona calda.
precipitazioni e temperature
PRECIPITAZIONI (mm) – Stazione di Treviso (TV) – valori dal 01/01/1994 al 31/12/2018
Anno GEN FEB MAR ARP MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC SOMMA
Medio
mensile 64,0 87,7 80,9 82,6 127,4 89,4 75,6 103,2 132,9 94,3 134,5 75,0 1147,5
TEMPERATURA (°C aria a 2 m) – Stazione Treviso (TV) – valori dal 01/01/1994 al 31/12/2018
Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC SOMMA
Media delle medie 3,3 4,8 9,1 13,6 18,0 22,3 24,6 23,7 19,1 13,8 9,0 4,2 13,8
2 BLASI C. et al. (2005).
2.2.2 Pedologia
Nell’intero ambito di cava il suolo risulta completamente alterato in quanto lo strato attivo è stato totalmente asportato per poter raggiungere il materiale cavabile, successivamente alcune superfici sono state destinate a discarica, viabilità, depositi temporanei, mentre altre non hanno al momento particolari funzioni e ospitano tare e reliquati.
64,0
87,7 80,9 82,6 127,4
89,4 75,6
103,2 132,9
94,3 134,5
75,0
6 7 7 9 10 8 7 8 7 7 9 7
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
precipitazioni
millimetri di pioggia giorni piovosi
‐5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
temperature (°C)
minime medie massime
Pagina 10
2.3 Flora e vegetazione
2.3.1 Descrizione della vegetazione presente
Come appena evidenziato, l’intero ambito di cava è stato alterato e attualmente la vegetazione occupa specifiche zone destinate a detto scopo, come le superfici perimetrali, oppure quelle zone non investite da alcuna attività, in cui la vegetazione pioniera ha cominciato a insediarsi recuperando gli spazi lasciati liberi dall’uomo.
Su l’intero perimetro dell’ambito si sviluppa una siepe sempreverde costituita da esemplari piantumati di Cipresso di Leyland (Cupressus x leylandii (A.B. Jacks. & Dallim.) Dallim.), talvolta accompagnati da individui spontanei di Robinia (Robinia pseudacacia L.), Gelso da carta (Broussonetia papyrifera (L.) Vent.), Gelso nero (Morus nigra L.), e/o avvinghiati da elementi lianosi afferenti a specie quali il Rovo (Rubus fruticosus L.), l’Edera (Hedera helix L.), la Viorna (Clematis vitalba L.), la Vite del Canadà (Parthenocissus quinquefolia (L.) Planchon). Lungo il confine sud‐occidentale detta siepe perimetrale assume una larghezza maggiore grazie al consistente sviluppo di esemplari arbustivo‐arborei afferenti alla flora spontanea pioniera ivi insediatisi.
Quest’ultimo tipo di vegetazione si ritrova anche nelle macchie boscate di vegetazione spontanea che si sono insediate e sviluppate nelle superfici attualmente non investite da alcuna attività umana. Anche in questi casi la specie dominante è la Robinia che costituisce boscaglie in cui trovano marginalmente spazio anche individui di specie arbustive e arboree quali l’Olmo campestre (Ulmus minor Miller), il Bagolaro (Celtis australis L.), il Salice bianco (Salix alba L.), il Pioppo nero (Populus nigra L.), il Pioppo bianco (Populus alba L.), il Mirabolano (Prunus cerasifera L.), il Ciliegio (Prunus avium L.), il Biancospino comune (Crataegus monogyna Jacq.), la Sanguinella (Cornus sanguinea L.), l’Acero americano (Acer neguando L.), la Buddleja (Buddleja davidii Franch.), il Sambuco nero (Sambucus nigra L.), la Rosa canina (Rosa canina L.), e raramente la Farnia (Quercus robur L.).
Google satellite con ambito di intervento (discarica) in cui sono evidenziante in giallo le macchie boscate oggi esistenti e in rosso i coni visuali delle immagini a pagina successiva
1
2
3
Cono visuale 1 – Ripresa fotografica panoramica delle macchie boscate oggi esistenti
Cono visuale 2 – Ripresa fotografica panoramica delle macchie boscate oggi esistenti
Cono visuale 3 – Ripresa fotografica panoramica delle macchie boscate oggi esistenti
Pagina 12 Tra le specie erbacee rinvenute si segnalano le seguenti:
Fitolacca americana Phytolocca americana L.
Chenopodio bianco Chenopodium album L.
Atriplice a rami patenti Atriplex patula L.
Poligono degli uccelli Polygonum aviculare L.
Poligono persicaria Polygonum persicaria L.
Iperico perforato Hypericum perforatum L. perforatum
Ruchetta selvatica Diplotaxis tenuifolia (L.) DC.
Ginestrino comune Lotus corniculatus L.
Enotera comune Oenothera biennis L.
Verbena comune Verbena officinalis L.
Verbasco tasso‐barbasso Verbascum thapsus L. thapsus
Linaria comune Linaria vulgaris Mill.
Canapa acquatica Eupatorium cannabinum L.
Erigeron annuale Erigeron annuus (L.) Desf. annuus
Saeppola canadese Conyza canadensis (L.) Cronquist
Topinambur Helianthus tuberosus L.
Ambrosia con foglie di artemisia Ambrosia artemisiifolia L.
Nappola italiana Xanthium italicum Moretti
Assenzio selvatico Artemisia vulgaris L.
Artemisia dei fratelli Verlot Artemisia verlotiorum Lamotte
Tussilagine comune Tussilago farfara L.
Senecio sudafricano Senecio inaequidens DC.
Cirsio comune Cirsium vulgare (Savi) Ten.
Picride falso sparviere Picris hieracioides L. hieracioides
Gramigna indiana Eleusine indica (L.) Gaertn.
Panico capillare Panicum capillare L.
Panico piede di gallo Echinochloa crus‐galli (L.) P. Beauv.
Digitaria sanguinella Digitaria sanguinalis (L.) Scop.
Panico acquatico Paspalum distichum L.
Setaria glauca Setaria pumila (Poiret) Roem. et Schult.
Setaria verde Setaria italica (L.) P. Beauv. viridis
Sorgo selvatico Sorghum halepense (L.) Pers.
2.3.2 Vegetazione potenziale
La vegetazione potenziale per l’area è identificabile, per quanto concerne la declinazione arbustivo – arborea, nelle formazioni delle comunità forestali e relativi mantelli del bosco meso‐igrofilo identificabili fitosociologicamente nella transizione tra il querco carpineto (Querco‐Fagetalia Vanden Berghen 1957 – Erythronio‐Carpinion betuli (Horvat 1958) Marincěk in Mucina et al. 1993) e l’alno‐frassineto (Alno‐
Fraxinetalia Moor 1977 – Alnion glutinosae (Mall. 1929) Meij.‐Drees 1936) e definibile come querco‐
olmeto (cfr. Asparago tenuifolii‐Quercetum robori (Lausi 1966) Marincěk 1994 in facies a maggior presenza di olmo (Ulmus minor Miller)).
Per quanto riguarda invece la declinazione erbacea, la vegetazione potenziale è identificabile nelle formazioni delle comunità delle macro e delle megaforbie terrestri (Cynosurion Tüxen 1947).
3 CRITERI PROGETTUALI
3.1 Obiettivi e descrizione del progetto
Il presente progetto ha come obiettivo il recepimento delle indicazioni sul verde contenute nelle integrazioni richieste.
Nella sostanza si prevede la realizzazione di una barriera vegetale lungo l’argine di separazione tra la discarica e l’impianto di riduzione volumetrica.
Localizzazione della barriera vegetale di prevista realizzazione in relazione alle macchie boscate esistenti
Pagina 14
3.2 Descrizione delle singole azioni progettuali
Le azioni progettuali previste relativamente alla componente verde sono di seguito elencate:
sistemazione dell’area di impianto con apporto di terreno vegetale;
piantumazione di esemplari arborei e arbustivi con funzioni ecologica, paesaggistica e schermante;
idrosemina sulle superfici inclinate del terrapieno con funzione di stabilizzazione e consolidamento degli argini.
3.2.1 Sistemazione dell’area di impianto
Attualmente le superfici individuate per l’impianto sono costituite da materiale inerte di riporto compattato a costituire l’argine di separazione tra la discarica (a sx nell’immagine successiva) e l’impianto di riduzione volumetrica (a dx), non è perciò presente alcuno strato di suolo attivo ove procedere con la messa a dimora degli individui legnosi.
Stato attuale delle superfici individuate per ospitare la barriera vegetale
Risulta perciò necessario costituire ex novo una porzione di suolo atta a ospitare e permettere lo sviluppo dell’apparato ipogeo degli individui arbustivi‐arborei che andranno a costituire la barriera vegetale. Per far questo si prevede la realizzazione di un terrapieno a sezione trapezoidale costituito interamente da terreno vegetale, opportunamente miscelato con compost (circa 20% in volume), avente caratteristiche chimico‐fisico‐biologiche adeguate ad ospitare la vegetazione di nuovo impianto. La superficie di base a contatto col substrato presente avrà dimensioni indicative di 107 x 9 m, mentre la superficie libera superiore di 104 x 6 m.
Sezione verticale del terrapieno atto a ospitare la barriera vegetale
3.2.2 Impianti e inerbimenti
impiantiSu tutte le superfici destinate ad ospitare le opere a verde deve essere assicurata una buona permeabilità verticale e un adeguato bilanciamento dei nutrienti necessari, condizioni queste che possono essere raggiunte con opportune lavorazioni del terreno.
Ogni impianto sarà preceduto da una lavorazione localizzata che prevede l’eventuale arricchimento del terreno con concimazione (ammendante non torboso al bisogno accompagnato da concime chimico a lenta cessione) indicativamente per un volume pari a 125 dm3 circa (50x50x50 cm) per ciascun esemplare arboreo e per un volume indicativamente pari a 27 dm3 circa (30x30x30 cm) per ciascun esemplare arbustivo.
Gli impianti prevedono l’apertura delle buche per ogni singola pianta, la messa a dimora, la ricolmatura, la compressione del terreno, quindi una prima bagnatura (50 l/pianta per ciascun albero, 20 l/pianta per ciascun arbusto).
inerbimenti
Per contrastare l’erosione, controllare il riscaldamento del suolo e garantire l’apporto di nuova sostanza organica, è previsto l’inerbimento dei piani inclinati del terrapieno. Per la realizzazione di tale prato polifita saranno impiegate prevalentemente specie di graminacee accompagnate da alcune leguminose a costituire un miscuglio atto alla colonizzazione di superfici nude.
L’inerbimento è previsto a mezzo idrosemina, tecnica che permette l’applicazione al terreno di una miscela fluida composta di semi, collanti, sostanze pacciamanti, fertilizzanti di lunga durata e sostanze che accelerano la germinazione e la radicazione. La dose di semente prevista è pari a 40 g/mq.
3.2.3 Specie
3vegetali impiegate: elenco floristico e ragioni della scelta
Le specie legnose prescelte per i nuovi impianti sono le seguenti:Nome italiano Nome scientifico Tipo4
Carpino bianco Carpinus betulus L. A2
Nocciolo Corylus avellana L. B1
Corniolo Cornus mas L. B1
Biancospino comune Crataegus monogyna Jacq. B2
Prugnolo Prunus cerasifera L. B2
Lantana Viburnum lantana L. B2
Sanguinella Cornus sanguinea L. B2
Crespino comune Berberis vulgaris L. B2
Pagina 16
Per quanto riguarda lo strato erbaceo è di seguito esplicitata la composizione della miscela per l’idrosemina.
Nome italiano Nome scientifico %
Festuca rossa Festuca rubra L. 15
Loglio maggiore Lolium multiflorum Lam. 10
Fienarola dei prati Poa pratensis L. 15
Agrostide stolonifera Agrostis stolonifera L. 20
Calamagrostide comune Calamagrostis epigejos (L.) Roth 20
Veccia cracca Vicia cracca L. 5
Trifoglio bianco Trifolium repens L. 10
Ginestrino comune Lotus corniculatus L. 5
3.2.4 Materiale di impianto
Il materiale è costituito da piante delle specie sopra indicate aventi le seguenti caratteristiche:
Nome italiano Nome scientifico Cod. Altezza (m) Formato n°
Carpino bianco Carpinus betulus L. Cb 2,00 ‐ 2,50 vaso 4
Nocciolo Corylus avellana L. Ca 1,50 – 1,75 zolla 7
Corniolo Cornus mas L. Cm 1,50 – 1,75 zolla 4
Biancospino comune Crataegus monogyna Jacq. ‐ 1,00 – 1,25 zolla 10
Prugnolo Prunus cerasifera L. ‐ 1,00 – 1,25 zolla 10
Lantana Viburnum lantana L. ‐ 1,00 – 1,25 zolla 10
Sanguinella Cornus sanguinea L. ‐ 1,00 – 1,25 zolla 10
Crespino comune Berberis vulgaris L. ‐ 1,00 – 1,25 zolla 10
3.2.5 Sesto di impianto e forma di governo
Gli elementi sono posizionati ove indicato dall’elaborato grafico secondo uno schema d’impianto costruito su una griglia a maglie quadrate con lato di 1 metro. Detto schema d’impianto prevede una sequenza iniziale, un modulo centrale ripetuto quattro volte e una sequenza di chiusura finale.
A seguire si riporta lo schema nella sua interezza quindi i focus delle tre porzioni.
Schema d’impianto
Rispetto al terrapieno realizzato, la barriera vegetale in progetto non copre tutta la superficie disponibile, questo perché la stessa sarà investita da una piantumazione arbustivo‐arborea, analoga e integrata a quella qui proposta, oggetto di un’altra pratica della ditta proponente. Questa scelta progettuale di convogliare in una singola area le componenti verdi di due distinti interventi è finalizzata a moltiplicare le funzioni ecologiche della struttura ed evitare opere puntiformi poco significative.
Schema sequenza iniziale
Schema modulo
Pagina 18
Nella piantumazione la scelta della specie degli esemplari arbustivi di seconda altezza da mettere a dimora, viene lasciata al caso per conferire un aspetto maggiormente naturaliforme al termine delle operazioni.
Gli individui sono allevati liberamente secondo una forma campione che privilegia lo sviluppo naturale, con accrescimento massimo in altezza indicativo di 12 m. Tale scelta trova giustificazione nel limitare l’effetto vela della parte aerea della struttura, contenendo quindi il rischio di scalzamento degli esemplari in caso di forte vento, in considerazione delle caratteristiche del terrapieno in cui sono messi a dimora.
3.2.6 Coerenza scelte progettuali con l’ambiente e gli strumenti normativi
Le specie selezionate e il sesto d’impianto sono mutuati da quanto previsto per gli spazi aperti nel Prontuario del Piano del Verde (5A – siepe bifilare arboreo‐arbustiva planiziale).
3.2.7 Materiali accessori
Ogni individuo è provvisto al bisogno di palo tutore di dimensioni opportune, quindi di biodisco (Ø = 50 cm) sopra cui è posto del cippato di latifoglia per uno spessore di dieci centimetri circa al fine di contenere le specie erbacee a carattere infestante e garantirne uno sviluppo armonioso.
Ulteriormente ogni individuo è protetto alla base, e fino ad un’altezza di trenta (30) centimetri, con appositi cilindri di rete o tubi in PVC contro i danni derivanti da un uso maldestro del decespugliatore, tale accorgimento costituirà anche protezione tipo “shelter” per eventuali danni correlabili alla fauna.
3.2.8 Precisazioni
Le macchie boscate di vegetazione spontanea censite nel paragrafo che descrive la vegetazione presente hanno carattere transitorio in quanto saranno progressivamente eliminate per permettere le operazioni di riempimento caratterizzanti le attività previste nell’ambito della discarica.
La barriera vegetale ha invece carattere definitivo ed è ricompresa tra le azioni previste dal progetto di ricomposizione ambientale al momento ipotizzato, che investirà l’intero ambito alla chiusura definitiva della discarica. Tale progetto è volto a governante le misure di mitigazione da adottare nel futuro per quanto concerne gli aspetti ecologico‐vegetazionali.
3.3 Cronoprogramma
Il seguente cronoprogramma tiene presente sia le esigenze ecologiche che gli aspetti di compatibilità degli interventi con le componenti ambientali che caratterizzano l’area e le superfici limitrofe.
CRONOPROGRAMMA
AZIONI MESI
I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII
impianti X X (X) (X) X
inerbimenti (X) (X) (X) X X X X
X: periodo ottimale (X): periodo idoneo
4 PIANO DELLE OPERE A VERDE
4.1 Cure colturali e mantenimento ordinario
Per cure colturali si intendono le operazioni da condurre durante i primi sei anni dall’impianto e ritenute fondamentali per l’affrancamento delle piante messe a dimora e in generale per il successo in termini di attecchimento e successivo sviluppo della struttura vegetale. Il mantenimento ordinario ricomprende le medesime operazioni e ha inizio al termine della fase di cure colturali.
4.1.1 Monitoraggio
Si prevede un (n. 1) monitoraggio all’anno sullo stato generale dei nuovi impianti comprensivo di valutazione fitoiatrica e fitopatologica al fine di individuare eventuali necessità in ordine a sostituzione delle fallanze, potature, contenimenti, trattamenti fitosanitari, concimazioni e quanto necessario per garantirne uno sviluppo equilibrato.
4.1.2 Contenimenti e Potature
Una (n. 1) potatura di formazione/regolazione all’anno per i primi tre anni, quindi una (n. 1) potatura di contenimento all’anno al bisogno.
Tutte le operazioni devono essere condotte in fase di riposo vegetativo.
4.1.3 Concimazioni
Qualora condizioni di particolare povertà di nutrienti dovessero presentarsi, il monitoraggio annuale potrà individuarle apportandovi quindi rimedio nei modi e nei tempi più opportuni.
4.1.4 Trattamenti fitosanitari
Gli eventuali trattamenti fitosanitari sono operazioni da eseguirsi solo ed esclusivamente al bisogno.
4.1.5 Irrigazione
L’impianto è costituito da specie scelte in base alle condizioni abiotiche e biotiche del sito. È tuttavia consigliato prevedere degli interventi di irrigazione di soccorso, soprattutto per i primi anni qualora particolari condizioni climatiche lo richiedessero.
4.1.6 Altre operazioni
I pali tutori e le legature elastiche dovranno essere rimossi entro il quarto anno.
4.2 Mantenimento straordinario
Proprio per il carattere di straordinarietà tale tipologia di interventi non è schematizzabile, tuttavia prevedibile è l’accidentalità del caso che per parte può essere valutata nel corso del controllo annuale previsto mentre in altri casi (es. evento meteorologico, siccità, etc.) viene affrontata al suo presentarsi.
Pagina 20
5 PIANO DI TUTELA DEL VERDE ESISTENTE
Non è presente alcun individuo arbustivo‐arboreo nell’area di intervento.
Castelfranco Veneto (TV), 21 Settembre 2020
BIBLIOGRAFIA
AESCHIMANN D., LAUBER K., MARTIN MOSER D., THEURILLAT J.P., 2004 – Flora alpina, voll. I, II, III. Zanichelli, Bologna, 1159+1188+323 pp.;
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ALLEGATO 1.1: SCHEDE TECNICHE DELLE SPECIE
NOME COMUNE Carpino bianco
NOME SCIENTIFICO Carpinus betulus L.
FORMA BIOLOGICA E PORTAMENTO Fanerofita scaposa (cespitosa)
COROLOGIA Eurasiatica
LONGEVITÀ Non longeva (150‐200 anni)
FENOLOGIA Maggio – giugno
FORMA E DIMENSIONE CHIOMA A MATURITÀ Albero di seconda altezza (3‐20 m) con chioma ovale allungata
ACCRESCIMENTO Lento
APPARATO RADICALE Ampio con radici laterali molto robuste e tenaci, abbastanza superficiale
AVVERSITÀ
Agenti di malattia (Funghi: Cancri rameali, Septoria del Carpino, Maculatura bruna del Carpino, Maculature fogliari, Ruggine del Carpino, Antracnosi del Carpino), Parassiti animali (Insetti: Malacosoma, Afidi, Cicalina fogliare; Acari: Ragnetto giallo, Eriofide del Carpino), siccità prolungata
RESISTENZE Costipamento, freddo
GRADO D’ALLERGIA Medio (grande quantità di polline, reattività con betulla, nocciolo e ontano)
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ALLEGATO 1.2: SCHEDE TECNICHE DELLE SPECIE
NOME COMUNE Nocciolo
NOME SCIENTIFICO Corylus avellana L.
FORMA BIOLOGICA E PORTAMENTO Fanerofita cespitosa
COROLOGIA Eurasiatica
LONGEVITÀ Poco longevo (60 – 70 anni)
FENOLOGIA Marzo – aprile
FORMA E DIMENSIONE CHIOMA A MATURITÀ Arbusto di prima altezza (1‐5 m) con chioma globosa, espansa, densa, rami eretti, allungati, flessibili
ACCRESCIMENTO Rapido
APPARATO RADICALE Forte ed espanso, provvisto di micorrize
AVVERSITÀ
Agenti di malattia (Funghi: Mal bianco, Mal dello stacco, Gleosporiosi, Maculature fogliari, Seccume fogliare, Seccumi fogliari, Cancro, Marciume bruno; Batteri: Tumore batterico del colletto e delle radici, Macchiettatura batterica, Moria; Virus: Maculatura lineare, Seccume), Parassiti animali (Insetti: Cocciniglia, Cocciniglia grigia dei fruttiferi, Afidi, Altica, Blanino, Cerambice, Cimici, Cimice verde, Litocollete, Orchestre, Polidroso, Carruga delle Vite, Gemmaiola; Acari: Eriofide delle gemme), costipamento
RESISTENZE Gelo
GRADO D’ALLERGIA Alto (grande quantità di polline, reattività incrociata con betulla, ontano e carpino)
ALLEGATO 1.3: SCHEDE TECNICHE DELLE SPECIE
NOME COMUNE Corniolo
NOME SCIENTIFICO Cornus mas L.
FORMA BIOLOGICA E PORTAMENTO Fanerofita cespitosa / scaposa
COROLOGIA Orientale
LONGEVITÀ Abbastanza longeva (100 – 150 anni)
FENOLOGIA Febbraio – aprile
FORMA E DIMENSIONE CHIOMA A MATURITÀ Arbusto di prima altezza (1‐8 m) con chioma globosa, espansa con forma abbastanza regolare
ACCRESCIMENTO Lento
APPARATO RADICALE ‐
AVVERSITÀ
Agenti di malattia (Funghi: Septoriosi delle Cornacee, Maculature fogliari delle Cornacee; Batteri), Parassiti animali (Insetti: Cocciniglia del Corniolo;
Acari), gelo
RESISTENZE Resistente a caldo estivo e freddo invernale, parassiti e malattie
GRADO D’ALLERGIA Non allergenica
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ALLEGATO 1.4: SCHEDE TECNICHE DELLE SPECIE
NOME COMUNE Biancospino comune
NOME SCIENTIFICO Crataegus monogyna Jacq.
FORMA BIOLOGICA E PORTAMENTO Fanerofita cespitosa (scaposa)
COROLOGIA Eurasiatica
LONGEVITÀ Longevo
FENOLOGIA Aprile – giugno
FORMA E DIMENSIONE CHIOMA A MATURITÀ Arbusto di seconda altezza (1‐6 m) con chioma espansa e intricata
ACCRESCIMENTO Lento
APPARATO RADICALE Profondo
AVVERSITÀ
Agenti di malattia (Funghi: Oidio, Ticchiolatura del Biancospino, Ruggine, Maculature fogliari, Cancri pustolosi dei rami, Cancro rameale; Batteri:
Colpo di fuoco batterico), Parassiti animali (Insetti: Afide galligeno fogliare del Biancospino, Ragna delle Rosacee, Tingide delle Rosacee, Cimicetta, Afide verde del Melo, Rodiscorza, Bombice antico, Ricamatrice dei Fruttiferi, Ricamatrici, Lida del Biancospino, Acronicta del Biancospino, Bombice del Biancospino, Pieride del Biancospino, Cimbice del Biancospino; Acari: Ragnetto rosso dei Fruttiferi)
RESISTENZE Gelo
GRADO D’ALLERGIA Non allergenica
ALLEGATO 1.5: SCHEDE TECNICHE DELLE SPECIE
NOME COMUNE Prugnolo
NOME SCIENTIFICO Prunus spinoso L.
FORMA BIOLOGICA E PORTAMENTO Fanerofita cespitosa
COROLOGIA Eurasiatica
LONGEVITÀ Bassa (< 100 anni)
FENOLOGIA Marzo – aprile
FORMA E DIMENSIONE CHIOMA A MATURITÀ Arbusto di seconda altezza (5‐30 dm) con chioma irregolare e rada
ACCRESCIMENTO Medio
APPARATO RADICALE Obliquo
AVVERSITÀ
Agenti di malattia (Funghi: Vaiolatura, Moniliosi, Mal del piombo parassitario delle Drupacee, Scopazzi del Ciliegio, Cancri rameali delle Drupacee, Ruggini fogliari, Ruggine delle Drupacee, Naculature fogliari, Nebbia e seccumi fogliari del Ciliegio; Batteri: Cancro batterico delle Drupacee; Virus: Sharka), Parassiti animali (Insetti: Afidi farinosi delle Drupacee, Afide nero del Ciliegio, Anarsia, Scolitide dei Fruttiferi, Tripide delle Drupacee, Mosca delle ciliegie; Acari; Nematodi), Costipamento
RESISTENZE Inquinamento atmosferico, siccità, freddo, rustico/frugale
GRADO D’ALLERGIA Non allergenica
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ALLEGATO 1.6: SCHEDE TECNICHE DELLE SPECIE
NOME COMUNE Lantana
NOME SCIENTIFICO Viburnum lantana L.
FORMA BIOLOGICA E PORTAMENTO Fanerofita cespitosa
COROLOGIA Orientale
LONGEVITÀ Bassa (< 100 anni)
FENOLOGIA Aprile – maggio
FORMA E DIMENSIONE CHIOMA A MATURITÀ Arbusto di seconda altezza (1‐3 m) con chioma irregolare e rada
ACCRESCIMENTO Medio
APPARATO RADICALE Verticali, fascicolate superficiali
AVVERSITÀ
Agenti di malattia (Funghi: Maculature fogliari del Viburno, Disseccamenti rameali del Viburno, Antracnosi del Viburno; Batteri; Virus: Virus del Mosaico dell’Erba medica (AMV), Parassiti animali (Insetti: Afide del Viburno, Galerucella del Viburno, Aleurodide del Viburno, Cocciniglia cotonosa dell’Olivo e del Viburno; Acari; Nematodi), costipamento, gelo
RESISTENZE Inquinamento, siccità
GRADO D’ALLERGIA Non allergenica
ALLEGATO 1.7: SCHEDE TECNICHE DELLE SPECIE
NOME COMUNE Sanguinella
NOME SCIENTIFICO Cornus sanguinea L.
FORMA BIOLOGICA E PORTAMENTO Fanerofita cespitosa
COROLOGIA Eurasiatica
LONGEVITÀ ‐
FENOLOGIA (Aprile) Maggio – giugno
FORMA E DIMENSIONE CHIOMA A MATURITÀ Arbusto di prima altezza (2‐6 m) con chioma irregolare, ampia, larga sin dalla base, fitta
ACCRESCIMENTO ‐
APPARATO RADICALE ‐
AVVERSITÀ
Agenti di malattia (Funghi: Septoriosi delle Cornacee, Maculature fogliari delle Cornacee; Batteri), Parassiti animali (Insetti: Cocciniglia del Corniolo;
Acari)
RESISTENZE ‐
GRADO D’ALLERGIA Non allergenica
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ALLEGATO 1.8: SCHEDE TECNICHE DELLE SPECIE
NOME COMUNE Crespino
NOME SCIENTIFICO Berberis vulgaris L.
FORMA BIOLOGICA E PORTAMENTO Nanofanerofita
COROLOGIA Eurasiatica
LONGEVITÀ Bassa (< 100 anni)
FENOLOGIA Maggio – giugno
FORMA E DIMENSIONE CHIOMA A MATURITÀ Arbusto di seconda altezza (5 – 15 dm) con chioma irregolare e rada
ACCRESCIMENTO Rapido
APPARATO RADICALE Oblique
AVVERSITÀ Agenti di malattia (Funghi: Ruggine del Crespino), Parassiti animali (Insetti: Argide del Berberis, Afide del Berberis)
RESISTENZE Inquinamento atmosferico
GRADO D’ALLERGIA Non allergenica