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2021_04_21_Relazione tecnica di non necessità VIncA_rev.01 (3285 KB)

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(1)

MODIFICA SOSTANZIALE

I m p i a n t o d i r e c u p e r o d i r i f i u t i s p e c i a l i p e r i c o l o s i e n o n p e r i c o l o s i a u t o r i z z a t o e x a r t . 2 0 8 d e l D . L g s 1 5 2 / 2 0 0 6

0 2 A P R I L E 2 0 2 1

BONAVENTURA S.R.L.

V i a G e n e r a l e C a r l o A l b e r t o D a l l a C h i e s a N . 8 P r e g a n z i o l ( T V )

PEC: bonaventura@pec.bonaventura.it – N. di telefono: 0422 633124

RELAZIONE TECNICA

DI NON NECESSITÀ V.Inc.A.

Rev. 01

TECNICI DI RIFERIMENTO

Marco Gobbo – Tel. 338 6983780 Pietro Succol – Tel. 328 9374689 Enrico Zanardo – Tel. 348 7380590 Silvia Bettega – Tel. 347 2904744

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Pag. 3 di 24

SOMMARIO

1. PREMESSA... 4

IDENTITÀ DEL RICHIEDENTE ... 5

2. DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO ... 5

PRESENTAZIONE DELLA DITTA ... 5

AUTORIZZAZIONI ATTUALI ... 6

CARATTERISTICHE STRUTTURALI ... 6

INDIVIDUAZIONE CATASTALE ... 7

ATTIVITÀ DELL’IMPIANTO ... 7

GESTIONE DELLE ACQUE E DEI REFLUI... 7

EMISSIONI IN ATMOSFERA ... 7

3. DESCRIZIONE DELLO STATO DI PROGETTO ... 8

SOMMARIO DELLE RICHIESTE DI MODIFICA ... 8

CARATTERISTICHE STRUTTURALI ... 8

ATTIVITÀ DELL’IMPIANTO ... 9

GESTIONE DELLE ACQUE E DEI REFLUI... Errore. Il segnalibro non è definito. EMISSIONI IN ATMOSFERA ...10

4. COLLOCAZIONE GEOGRAFICA DELLA NUOVA AREA D’IMPIANTO ...12

INDIVIDUAZIONE CATASTALE – SUPERFICI INTERESSATE ...13

DISTANZA DAI SITI DELLA RETE NATURA 2000 ...13

5. DESCRIZIONE DEL SITO DELLA RETE NATURA 2000 PIÙ PROSSIMO...15

6. VALUTAZIONE DELLA NON NECESSITÀ DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE ...16

INCIDENZA DEL PROGETTO SUL SITO DELLA RETE NATURA 2000...16

6.1.1. PROGETTO DIRETTAMENTE CONNESSO O NECESSARIO ALLA GESTIONE DEL SITO ...16

6.1.2. EFFETTI CUMULATIVI CON ALTRI PIANI O PROGETTI ...16

6.1.3. EFFETTI SUL SITO NATURA 2000 E LORO SIGNIFICATIVITÀ ...16

INCIDENZA SULLE COMPONENTI NATURALI PRESENTI NELL’AREA DI PROGETTO ...17

6.2.1. DESCRIZIONE DEGLI ELEMENTI NATURALI NELL’AREA DI PROGETTO ...17

6.2.2. INDIVIDUAZIONE DELLE INCIDENZE SUGLI ELEMENTI NATURALI ...21

6.2.3. OPERE DI COMPENSAZIONE E DI MIGLIORAMENTO ...21

7. CONCLUSIONI ...23

(4)

4 di 24 1. PREMESSA

Nel quadro complessivo delle norme comunitarie per la conservazione della natura e della biodiversità, il Consiglio della Comunità Europea ha adottato le direttive 92/43/CEE (direttiva Habitat) e 79/409/CEE (direttiva Uccelli) attraverso cui è stata costituita la “Rete Natura 2000”, un sistema di aree naturali e seminaturali in cui sono identificati habitat, specie animali e vegetali di interesse comunitario importanti per il mantenimento della biodiversità del territorio.

Le disposizioni europee sono state recepite dall'Italia con il D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 "Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche."

La Regione Veneto, con D.G.R. 21 febbraio 2003, n. 448 e D.G.R. 21 febbraio 2003 n. 449 e in attuazione alla Direttiva 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Direttiva

“Habitat”), e alla Direttiva 79/409/CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici (Direttiva “Uccelli”), ha individuato alcune aree di particolare interesse ambientale: Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS).

La Regione Veneto è tenuta a verificare che le attività delle imprese non provochino nocumento a tali aree. Nello specifico, in base agli articoli 3, 4 e 6 della Direttiva 92/43/CEE, è necessario garantire l’attuazione della procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.) per stabilire se la realizzazione dei progetti finanziati, possa determinare incidenze significative sui siti NATURA 2000, come stabilito dal D.P.R. 357 dell'8 settembre 1997 e successive modifiche, e in particolare dal D.P.R. 120 del 12 marzo 2003.

La DGRV n. 3173/06, accogliendo le osservazioni e le indicazioni delle strutture regionali, ha formulato una guida metodologica per la valutazione di incidenza ai sensi della direttiva 92/43/CEE.

Con DGRV n. 2299 del 9 dicembre 2014 sono state aggiornate le linee guida per la redazione della Valutazione di incidenza ambientale.

Con DGRV N. 1400 del 29 agosto 2017 la Regione ha approvato la nuova "Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative", nonché altri sussidi operativi ed ha revocato la D.G.R. n. 2299 del 9.12.2014.

La presente relazione è stata redatta seguendo le linee guida dell’allegato A della D.G.R.V. n. 1400/2017 (come indicato al punto 23 del paragrafo 2.2) ai fini di accertare la non necessità di predisporre la relazione di screening della valutazione d’incidenza ambientale, in quanto il progetto di modifica dell’impianto di recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi della Ditta Bonaventura S.r.l. non può produrre impatti negativi sui siti della Rete Natura 2000.

(5)

5 di 24 IDENTITÀ DEL RICHIEDENTE

Tabella 1: Dati del richiedente

Denominazione BONAVENTURA S.R.L.

Legale rappresentante Bonaventura Ruggero Tecnico responsabile Bonaventura Ruggero

Indirizzo dello stabilimento Via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa N.8 Preganziol (TV) Sede legale Via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa N.8 Preganziol (TV) Recapiti telefonici 0422 633124

E-mail bonaventura@bonaventura.it

Sito web http://www.bonaventura.it/

C.F./P.IVA 02286060260

CCIAA TV – 199763

Certificazioni

ISO 14001:2015 ISO 9001:2015 ISO 45001:2018

2. DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO

Di seguito si delinea brevemente lo stato di attuale esercizio dell’impianto della Ditta BONAVENTURA S.r.l. Per ulteriori dettagli si rimanda al documento “BONAVENTURA Quadro di riferimento progettuale – relazione tecnica_rev.00”.

PRESENTAZIONE DELLA DITTA

La ditta BONAVENTURA S.r.l. opera nel settore della manutenzione delle linee ferroviarie, occupandosi di:

- Costruzione e revisione di binari e/o deviatoi realizzati su piazzali nelle Stazioni ferroviarie, nelle linee RFI e nelle linee secondarie;

- Manutenzione di binari e/o deviatoi all’interno di stabilimenti, di grosse aziende pubbliche e/o private che hanno il collegamento ferroviario dalla Stazione FS fino all’insediamento produttivo;

- Officina Riparazione Veicoli Industriali, Macchine Operatrici, Macchine Ferroviarie;

- Magazzino con deposito materiali ferroviari;

- Noleggio di macchine ferroviarie per la movimentazione di merci;

- Servizi di trasporti eccezionali con licenze autorizzate per il territorio nazionale;

- Raccolta, trasporto di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi prodotti da terzi.

(6)

6 di 24 AUTORIZZAZIONI ATTUALI

Nell’ottica di un’economia circolare, la Ditta Bonaventura s.r.l. si è dotata di un impianto di recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi, autorizzato con Prot. N 53817/2020 N. Reg Decr. 375/2020 del 08/10/2020 dalla Provincia di Treviso – Settore Ambiente e Pianificazione Territoriale.

Il provvedimento N. Reg Decr. 375/2020 autorizza la Ditta ad esercitare le attività di messa in riserva (R13) e di effettivo recupero consistenti nelle operazioni di:

- R5 per il cemento - R3 per il legno

- R4 per il ferro e l’acciaio

Tali attività constano nel sottoporre i rifiuti in ingresso ad uno scrupoloso monitoraggio finalizzato a garantire il rispetto delle caratteristiche e delle prestazioni previste dalle norme tecniche di settore, separando il rifiuto inidoneo al reimpiego dal materiale (EoW) reimpiegabile.

I codici EER per i quali la Ditta risulta attualmente autorizzata sono:

- 17.01.01 – cemento (limitatamente alle traversine ferroviarie);

- 17.02.01 – legno;

- 17.02.04* – vetro, plastica e legno contenenti sostanze pericolose o da esse contaminati;

- 17.04.05 – ferro e acciaio (limitatamente alle rotaie e materiali minuti ferroviari).

CARATTERISTICHE STRUTTURALI

L’impianto ad oggi autorizzato è ubicato nel Comune di Preganziol ed ha una superficie complessiva di oltre 8000 m2. La superficie presenta un piazzale interamente pavimentato in asfalto, su cui sorge un capannone dove vengono effettuate le operazioni di stoccaggio e di effettivo recupero dei rifiuti.

Al suo interno il capannone è suddiviso in quattro aree:

A1 – Area di 90 m2 dove viene stoccato il rifiuto identificato dal codice EER 170204* e costituito da traversine ferroviarie in legno contaminate da sostanze pericolose;

A2 – Area di circa 90 m2 dove viene stoccato il rifiuto identificato dal codice EER 170101 e costituito da traversine ferroviarie in cemento;

A3 – Area di circa 85 m2 dove viene stoccato il rifiuto identificato dal codice EER 170405 costituito da rotaie e materiali minuti ferroviari di ferro e acciaio;

A4 – Area di circa 85 m2 dove viene stoccato il rifiuto identificato dal codice EER 170201 costituito da traversine ferroviarie in legno.

All’esterno dell’impianto lungo il confine Sud, in area pavimentata, sono presenti n. 4 cassoni coperti della capacità di c.a.

30 m3 cad. atti allo stoccaggio dei rifiuti esitati dal trattamento Invece le aree scoperte sono così distinte:

- aree a verde per una estensione complessiva pari a circa 500 m2;

- area adibita al deposito rifiuti esitati dalle operazioni di recupero, ospitante 4 cassoni coperti con telone amovibile ed a tenuta, ciascuno con un ingombro planimetrico pari a 12,5 m2;

- aree destinate a parcheggio, costituite da complessivi n. 14 stalli per un totale di 175 m2 di ingombro;

- superficie scoperta asfaltata pari a circa 1.000 m2, con area di circa 350 m2 destinata alla viabilità e manovra dei mezzi conferitori.

(7)

7 di 24 INDIVIDUAZIONE CATASTALE

L’area di attuale insediamento dell’impianto è iscritta al Catasto Terreni come segue:

Fg. 22 del Comune di Preganziol, mapp. 242.

ATTIVITÀ DELL’IMPIANTO

Allo stato di fatto, la Ditta è autorizzata all’esercizio dell’impianto per lo svolgimento delle seguenti operazioni di recupero dei rifiuti pericolosi e non pericolosi di cui all’allegato C alla parte IV del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.

R13: Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)

R3: Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)

R4: Riciclaggio /recupero dei metalli e dei composti metallici R5: Riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche

GESTIONE DELLE ACQUE E DEI REFLUI

La gestione delle acque e dei reflui può essere suddivisa nei seguenti schemi:

- Raccolta acque nere

- Raccolta acque meteoriche del piazzale adibito a viabilità interna - Raccolta acque di lavaggio automezzi

L’area esterna è pavimentata in asfalto e dotata di pendenze idonee a convogliare le acque meteoriche alla rete di raccolta.

Le acque nere, relative a servizi igienici (lavandini, WC e docce), vengono convogliate alle relative vasche Imhoff per passare poi attraverso i relativi impianti a triplo filtro. I fanghi derivanti dal trattamento vengono gestiti come rifiuto, invece le acque chiarificate vengono scaricate allo scolo “Servetta” secondo l’autorizzazione n.1153 del 07/10/2009 del Servizio Fognature di VERITAS SpA.

Le acque meteoriche ricadenti sul piazzale adibito a viabilità interna sono raccolte per mezzo di apposito sistema di drenaggio, attraverso cui defluiscono all’impianto a triplo filtro posto a sud e successivamente sfociano nello scolo

“Servetta”.

Le acque di lavaggio automezzi, raccolte nell’apposita piazzola, sono convogliate in un pozzetto di dissabbiatura e successivamente inviate all’impianto di depurazione di tipo chimico-fisico, dotato di filtro a coalescenza.

Il relativo scarico è stato interdetto e le acque reflue vengono accumulate in vasca chiusa e periodicamente allontanate da ditte specializzate in interventi di spurgo. Le acque reflue generate dal lavaggio mezzi vengono quindi gestite e smaltite come rifiuto identificato con codice EER 16.10.01.

EMISSIONI IN ATMOSFERA

Le attività svolte all’interno dell’impianto non producono emissioni in atmosfera rilevanti. Le uniche emissioni sono legate alle operazioni di saldatura e smerigliatura, per cui nell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto si riportano i valori limite che devono essere rispettati.

(8)

8 di 24 3. DESCRIZIONE DELLO STATO DI PROGETTO

Come accennato in premessa, attualmente la Ditta gode della proprietà di un terreno situato nel Comune di Mogliano Veneto, adiacente all’impianto stesso sul lato est.

È intenzione della Ditta espandere l’area d’impianto in modo da incrementare gli spazi disponibili e migliorare la propria efficienza nell’ambito dell’effettivo recupero dei rifiuti.

Contestualmente a tale variazione la Ditta intende incrementare le proprie potenzialità di stoccaggio e trattamento, nonché inserire nuovi rifiuti tra quelli trattabili e nuove attività di recupero quali la triturazione del materiale inerte costituito da massicciate, traversine in cemento e materiale da costruzione e demolizione.

A livello strutturale è prevista la pavimentazione dell’intera area interessata dal progetto, la regimentazione delle acque e l’installazione di n.3 prefabbricati coperti con struttura metallica e pareti in lamiera.

Di seguito si riporta una descrizione sintetica degli aspetti caratteristici del progetto presentato dalla Ditta. Per approfondimenti si rimanda al documento “BONAVENTURA_Quadro di riferimento progettuale – relazione tecnica_rev.01”.

SOMMARIO DELLE RICHIESTE DI MODIFICA

Si elencano le richieste di modifica rispetto allo stato di fatto autorizzato:

1. Estensione della superficie d’impianto

comprendendo l’area di proprietà collocata nel comune di Mogliano al confine est dell’attuale perimetro dello stabilimento;

2. Variazione del Layout

per l’inserimento delle nuove aree e per la riorganizzazione delle aree di stoccaggio e trattamento rifiuti;

3. Inserimento dell’operazione R5

per l’attività di tritovagliatura di rifiuti inerti;

4. Inserimento dell’operazione R12

intesa come accorpamento e selezione e cernita;

5. Incremento della potenzialità d’impianto

sia in termini di capacità massima di stoccaggio sia in termini di potenzialità di effettivo trattamento;

6. Introduzione di nuovi codici EER tra quelli gestibili dalla Ditta;

7. Variazione al sistema di gestione delle acque meteoriche e contestuale richiesta di autorizzazione di un nuovo scarico

mediante l’estensione nella nuova area della rete di raccolta e l’installazione di un nuovo impianto di trattamento adeguatamente dimensionato;

8. Richiesta di autorizzazione dello scarico esistente a servizio dell’autolavaggio posizionato a sud-ovest nell’area di Preganziol.

La modifica prevede inoltre variante allo strumento urbanistico per l’area locata ad est dell’attuale impianto ex art. 208 del D. Lgs. 152/2006 c. 6 (attualmente agricola E2) e l’installazione di n.3 strutture coperte nella stessa area.

CARATTERISTICHE STRUTTURALI

L’estensione della superficie d’impianto al Comune di Mogliano Veneto implicherà un considerevole incremento della metratura a disposizione delle attività aziendali pari a circa 13.000 m2.

La superficie presenterà un piazzale pavimentato in stabilizzato a cemento, su cui sorgeranno tre tensostrutture coperte (come da layout allegato), per una superficie totale delle aree coperte di nuova edificazione pari a 2.205 m2.

(9)

9 di 24 La tensostruttura ad L al suo interno sarà suddivisa in due zone principali:

- Lato corto della struttura, adibito alla messa in riserva dei rifiuti in ingresso (ad eccezione dei rifiuti inerti e di quelli identificati con codice EER 170204* - traversine ferroviarie in legno contaminate da sostanze pericolose);

- Lato lungo della struttura,adibito alla messa in riserva dei rifiuti con codice EER 170204* - traversine ferroviarie in legno contaminate da sostanze pericolose e all’esecuzione delle operazioni R3, R4 e R5 consistenti in controllo, selezione e cernita.

L’area scoperta dedicata alla messa in riserva dei rifiuti inerti, al loro trattamento e al deposito di EoW sarà interamente impermeabilizzata.

Le superfici destinate al deposito di rifiuti inerti e alle relative EoW nell’area est, verranno ricavate con blocchi in CLS, barriere new jersey ovvero strutture similari e dovranno intendersi “dinamiche” ossia modulabili sulla base del quantitativo di rifiuti in ingresso all’impianto.

La superficie d’impianto posta a nord-ovest potrà essere impiegata per il deposito dell’EoW ricavata dal trattamento dei rifiuti (diversi dagli inerti). Limitatamente all’area nord-ovest dell’impianto verranno installate due nuove tensostrutture, mantenendo la destinazione dell’area come deposito di EoW.

ATTIVITÀ DELL’IMPIANTO

Allo stato di progetto, la Ditta chiede di poter effettuare le seguenti operazioni di recupero dei rifiuti pericolosi e non pericolosi di cui all’allegato C alla parte IV del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.

R13: Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)

R3: Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)

R4: Riciclaggio /recupero dei metalli e dei composti metallici R5: Riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche R12: Accorpamento, selezione e cernita

STATO DI PROGETTO – GESTIONE DELLE ACQUE

È stata progettata una rete di raccolta di tutte le acque (meteoriche e derivanti dalla bagnatura degli inerti) ricadenti sull’area di espansione oggetto di modifica sostanziale.

Tutte le acque verranno indirizzate, mediante tubature interrate, a un sistema di depurazione che tratterà le acque di prima pioggia per mezzo di vasche di dissabbiatura e disoleazione. Le acque di prima pioggia depurate e le acque di seconda pioggia verranno indirizzate dunque al bacino di laminazione adeguatamente dimensionato realizzato a sud dell’impianto; lo scarico finale delle acque avverrà nel Canale Servetta.

Le attività esercitate dalla Ditta che prevedono l’impiego di acqua nell’area di espansione (stato di progetto) si limitano alla bagnatura del materiale inerte durante le fasi di tritovagliatura e stoccaggio (materia prima ed EoW).

Durante l’esercizio dell’impianto di tritovagliatura verranno attivati i sistemi di bagnatura installati sui macchinari e i sistemi di bagnatura mobili orientati verso i cumuli in formazione.

Nelle giornate particolarmente secche e ventose, nelle quali è ipotizzabile l’aerodispersione del materiale inerte frantumato stoccato in impianto (rifiuti ed EoW), verranno attivati i sistemi di bagnatura mobili orientati verso i cumuli di materiale e le vie di percorrenza.

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10 di 24 Premesso che la quasi totalità dell’acqua utilizzata per la bagnatura del rifiuto durante la fase di lavorazione e di quella impiegata per la nebulizzazione dei cumuli verrà assorbita dal materiale stesso, un eventuale esubero verrà convogliato dal sistema di raccolta delle acque meteoriche previsto allo stato di progetto.

Allo stato di progetto non è prevista la realizzazione di servizi igienici nell’area di espansione.

Inoltre, si precisa che l’attività di trattamento non utilizzerà acque di processo, fatta eccezione per le acque di alimentazione dell’impianto di nebulizzazione.

Contestualmente alla realizzazione dell’impianto nel comune di Mogliano Veneto, la Ditta ha ritenuto opportuno e conveniente adeguare anche la gestione delle acque nell’area scoperta del Comune di Preganziol mediante l’installazione di una rete di raccolta delle acque meteoriche interrata.

In relazione a tale scelta l’impianto di trattamento previsto allo stato di progetto è stato dimensionato per depurare anche le acque di prima pioggia ricadenti sull’area scoperta di Preganziol. Allo stesso modo, il bacino di laminazione è dotato di una capacità d’invaso tale da accogliere anche le acque di prima pioggia depurate e le acque di seconda pioggia provenienti dall’area scoperta di Preganziol.

Contestualmente alla richiesta di autorizzazione del nuovo scarico a servizio dell’area d’espansione dell’impianto, la Ditta chiede autorizzazione anche per lo scarico esistente a servizio dell’autolavaggio entrambi recapitanti nello scolo Servetta.

Come spiegato nel precedente capitolo sullo stato di fatto, attualmente le acque di lavaggio mezzi vengono raccolte e accumulate nelle vasche dell’impianto di trattamento. L’ottenimento dell’autorizzazione allo scarico solleverà la Ditta dall’onere di gestire le acque reflue di risulta come rifiuto (identificato dal codice EER 16.10.01).

STATO DI PROGETTO – SISTEMA DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE

Tutte le acque meteoriche verranno raccolte e indirizzate ad un sistema di depurazione costituito da due vasche di dissabbiatura e disoleazione installate in parallelo.

Verranno trattate le acque di prima pioggia ricadenti in tutta l’area di espansione: vie di percorrenza, piazzali, parcheggi, tetti. Le acque trattate saranno raccolte nel bacino di laminazione e quindi scaricate nello scolo Servetta a sud.

Le acque di seconda pioggia verranno convogliate per mezzo di bypass direttamente nel bacino di laminazione e successivamente scaricate nello scolo Servetta.

In considerazione di quanto previsto dall’art. 39 del PTA in merito alla gestione delle acque di prima/seconda pioggia, considerata la natura del materiale depositato sul piazzale che comprende materiale ferroviario riutilizzabile e rifiuto costituito da materiale inerte, si ritiene che il dilavamento di sostanze pregiudizievoli per l’ambiente possa considerarsi esaurito con le acque di prima pioggia. Evidenziamo inoltre che la maggior parte del materiale depositato presso la Bonaventura deriva dalla manutenzione di linee ferroviarie a cielo aperto e pertanto si ritiene poco plausibile la produzione di sostanze pregiudizievoli per l’ambiente da un suo ulteriore dilavamento in impianto.

Il rifiuto a matrice inerte da sottoporre a tritovagliatura è anch’esso costituito per la maggior parte da traversine ferroviarie in cemento, e solo in minima parte da residui della demolizione di manufatti e porzioni di edifici afferenti al sistema ferroviario. Per tali rifiuti, il principale parametro da tenere sotto controllo è costituito dai “solidi sospesi” e si ritiene che tale parametro possa essere abbattuto in modo adeguato al rispetto dei limiti previsti mediante il trattamento di sedimentazione discreta o dissabbiatura previsto per le acque di prima pioggia.

EMISSIONI IN ATMOSFERA

L’attività di effettivo recupero dei rifiuti inerti, consistente nella triturazione e vagliatura, è intrinsecamente legata alla generazione di polveri.

Di conseguenza per contenere le emissioni polverose eventualmente prodotte durante la lavorazione dei rifiuti, la Ditta si adopererà a predisporre i seguenti presidi:

(11)

11 di 24 - barriera arborea lungo il perimetro nord dell’area d’impianto;

- sistema di bagnatura sul piazzale di lavorazione dei rifiuti inerti;

- distanza tra i nastri trasportatori e l’altezza dei cumuli inferiore a 2 m.

Il sistema di tritovagliatura mobile, di cui la Ditta si servirà, sarà inoltre dotato di un impianto di nebulizzazione allestito sulla bocca del frantoio.

L’area d’impianto nella parte sud-orientale continuerà ad essere cinta da elementi arborei naturalmente presenti, dal momento che allo stato di progetto è intenzione della Ditta infittire tale barriera verde.

Infine, la Ditta si impegnerà a garantire che l’altezza dei nastri trasportatori sia inferiore alle barriere perimetrali.

Per maggiori dettagli in merito alle mitigazioni ambientali adottate, si rimanda alla relazione “BONAVENTURA_Relazione sulle mitigazioni ambientali_rev.01”.

(12)

12 di 24 4. COLLOCAZIONE GEOGRAFICA DELLA NUOVA AREA D’IMPIANTO

Il sito è ubicato nel comune di Mogliano Veneto (TV) in un contesto agricolo attraversato da importanti arterie stradali. È identificato dal PRG – Piano Regolatore Generale di Mogliano Veneto quale “E2 – Zona agricola di primaria importanza”.

Il lotto è collocato in una delle laterali di strada Terraglio ed è facilmente raggiungibile dall’autostrada “A27” grazie all’uscita di Mogliano Veneto in via Circonvallazione Nord.

Figura 1: localizzazione dell’ampliamento nel contesto locale (scala 1:25’000)

Figura 2: localizzazione dell’ampliamento nel contesto locale (scala 1:10’000)

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13 di 24 Le aree che circondano l’impianto sono di natura agricola costituite da zone pianeggianti e campi destinati in prevalenza alla coltivazione di seminativi.

A nord a circa 1 km dall’impianto sorge il centro di Preganziol, così come a sud alla distanza di circa 2 km si insedia il centro di Mogliano Veneto.

I due centri sono collegati dalla strada denominata Terraglio, la quale permette l’accesso alla sede della Ditta attraverso via Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa e via Croce.

A sud dell’impianto è stato realizzato il ramo autostradale “A4 Torino-Trieste”, che è inevitabilmente caratterizzata da traffico intenso e continuo specialmente in orario diurno; invece, più ad est si trova il tratto autostradale “A27 Venezia- Belluno”.

INDIVIDUAZIONE CATASTALE – SUPERFICI INTERESSATE L’area oggetto dell’intervento è iscritta al Catasto Terreni come segue:

Fg. 11 del Comune di Mogliano Veneto, mapp. 360-368-369-370-371-611.

Il lotto complessivo occupa una superficie di circa 15.000 m2.

DISTANZA DAI SITI DELLA RETE NATURA 2000

Le prime aree SIC e ZPS appartenenti alla Rete Natura 2000 che si incontrano sono collocate ad una distanza di 7 chilometri o più dal perimetro d’impianto.

L’area SIC e ZPS più prossima è quella identificata con il codice IT3240019 “Fiume Sile: Sile morto e ansa a San Michele Vecchio” a circa 6,7 km dall’area oggetto del presente studio.

Gli altri siti della Rete Natura 2000 sono allocati a distanze superiori ai 7 km, come si evince dalla mappa in Figura 3 e sono così identificati:

– Area SIC IT3240031 “Fiume Sile da Treviso Est a San Michele Vecchio”, a c.a. 7 km dall’impianto – Area SIC IT3240028 “Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso ovest”, a c.a. 7 km dall’impianto – Area SIC e ZPS IT3250016 “Cave di Gaggio”, a c.a. 7,7 km dall’impianto

– Area SIC e ZPS IT3250021 “Ex Cave di Martellago”, a c.a. 8 km dall’impianto – Area SIC e ZPS IT3250010 “Bosco di Carpenedo”, a c.a. 8 km dall’impianto

Di seguito si intende concentrare l’analisi sull’area SIC e ZPS più prossima al nuovo impianto della ditta Bonaventura S.r.l.

(14)

14 di 24 Figura 3: Ubicazione dell’impianto rispetto ai siti della Rete Natura 2000 (scala 1:100'000)

SIC ZPS

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5. DESCRIZIONE DEL SITO DELLA RETE NATURA 2000 PIÙ PROSSIMO SIC e ZPS

Codice: IT3240019 - “Fiume Sile: Sile morto e ansa a San Michele Vecchio”

Localizzazione: Longitudine 12.2889917962/Latitudine 45.64762211 Estensione: 538 ha

Descrizione:

Area costituita da tratti di corsi d'acqua di pianura a dinamica naturale, con popolamenti fluviali spesso compenetrati, tipici di acque lente e caratterizzati da vegetazione sommersa del Potamogeton pectinati, da lamineti (Myriophyllo- Nupharetum e Lemnetea minoris) da cariceti e canneti (Magnocaricion elatae e Phragmition). Sono inoltre presenti boschetti riparii inquadrabili nei Salicetea purpureae e Alnetea glutinosae. Le anse abbandonate dal corso d'acqua principale sono caratterizzate dalla presenza di canneti, cariceti, vegetazione a idrofite sommerse e natanti e da boschetti ripariali. L'area è di fondamentale importanza per alcune specie di ciconiformi (Nyctycorax nyctycorax, Ardeola ralloides, Ixobrychus minutus) e per i rallidi (Porzana sp. pl., Rallus aquaticus) ed è zona di corrente migratoria N-S.

Qualità ed importanza:

È un sistema di ambienti fluviali compenetrati, tipici di acque lente. Vi è una considerevole presenza di entomofauna palustre relitta. È un’area di riferimento per lo svernamento di Passeriformi silvicoli e paludicoli e per Rapaci diurni.

Habitat presenti:

» Codice 3260: Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion.

Questo habitat si identifica con i corsi d’acqua fluente, ricchi in vegetazione acquatica adicante e fluitante. Si tratta di corpi idrici talora anche di piccole dimensioni diffusi per lo più in ambiente planiziale e collinare. Spesso sono corsi di risorgiva che nella pianura padana sono ben rappresentati.

» Codice 6430: Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile.

Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile: Include comunità di orli e mantelli boschivi, a carattere nitro- igrofilo, con specie in generale di taglia elevata (alte erbe, megaforbie), che si sviluppano al margine dei boschi e dei corsi d’acqua. Lungo i corsi d’acqua queste associazioni hanno la capacità di tollerare elevati livelli di nutrienti e di rigenerarsi in seguito a modificazioni spaziali determinate dalla normale dinamica fluviale. Nella fascia collinare e submontana sono prevalenti gli aspetti di GalioUrticetea, antropogenici, ma ormai “naturalizzati” nel paesaggio colturale.

Vulnerabilità:

Le possibili minacce che rendono vulnerabile il sito della Rete Natura 2000 descritto sono rappresentate da:

ͱ Inquinamento di corpi idrici superficiali

ͱ Alterazione delle sponde e delle rive dei corpi idrici ͱ Disturbo delle specie svernanti negli ambienti umidi ͱ Eventuale formazione di discariche abusive

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6. VALUTAZIONE DELLA NON NECESSITÀ DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE INCIDENZA DEL PROGETTO SUL SITO DELLA RETE NATURA 2000

I bersagli ambientali di maggior rilievo sono rappresentati dalla SIC e ZPS IT3240019 “Fiume Sile: Sile morto e ansa a San Michele Vecchio”, individuati ad una distanza di 6,7 km dall’impianto.

Gli impatti generati dalla realizzazione dell’impianto e dall’esercizio dello stesso sono minimi al punto da esaurirsi in un’area strettamente limitrofa all’impianto stesso. Quindi per la natura e la magnitudo degli interventi di progetto si può asserire con certezza che non vi sia ripercussioni sulle vulnerabilità della ZPS sopracitate, essendo tale sito posto a 6,7 km dall’area dell’impianto.

Per tale motivo i bersagli ambientali della ZPS più prossima all’impianto non verranno in alcun modo compromessi.

6.1.1. PROGETTO DIRETTAMENTE CONNESSO O NECESSARIO ALLA GESTIONE DEL SITO Il progetto non è direttamente connesso o necessario alla gestione del sito della Rete Natura 2000.

6.1.2. EFFETTI CUMULATIVI CON ALTRI PIANI O PROGETTI

Data la tipologia dell’opera, la sua localizzazione e la sua dimensione, non sono prevedibili effetti cumulativi con altre opere e non risulta la presenza di altri piani o progetti nella zona che possano dare effetti combinati.

6.1.3. EFFETTI SUL SITO NATURA 2000 E LORO SIGNIFICATIVITÀ

L’analisi degli effetti del progetto sul sito della Rete Natura 2000 viene realizzata considerando i seguenti tipi di incidenza.

Tipo di incidenza Analisi degli effetti sul sito

1 Perdita di superficie di habitat e habitat di specie

L’area d’impianto si trova ad una considerevole distanza dal sito della Rete Natura 2000, per cui non ha un’influenza diretta e non determina perdita di superficie né degli habitat prioritari né degli habitat secondari ivi presenti.

2 Frammentazione di habitat o di habitat di specie

Non si evidenzia alcuna frammentazione dell’ecosistema dovuta alla realizzazione dell’impianto.

3 Perdita di specie di interesse conservazionistico Non si rileva alcun rischio di perdita di specie o di perturbazione della flora e della fauna.

4 Perturbazione alle specie della flora e della fauna

5 Alterazione della qualità delle acque, dell'aria e dei suoli

Considerate le attività di gestione dei rifiuti che verranno svolte e le caratteristiche strutturali dell’impianto, sono da escludere eventuali effetti negativi legati alla qualità dell’acqua, dell’aria e dei suoli sul sito della Rete Natura 2000.

6 Diminuzione delle densità di popolazione Data la notevole distanza dell’impianto dal sito della Rete Natura 2000, non si riscontra alcuna possibile diminuzione delle densità di popolazione o interferenze con le relazioni ecosistemiche fondamentali per la struttura e la funzionalità dei siti.

7

Interferenze con le relazioni ecosistemiche principali che determinano la struttura e la

funzionalità dei siti

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INCIDENZA SULLE COMPONENTI NATURALI PRESENTI NELL’AREA DI PROGETTO

Si valutano gli impatti generati dalla realizzazione dell’impianto sulle componenti ambientali presenti nella porzione di area individuata.

6.2.1. DESCRIZIONE DEGLI ELEMENTI NATURALI NELL’AREA DI PROGETTO

Il progetto prevede l’espansione dell’impianto in un’area del Comune di Mogliano Veneto attualmente destinata ad uso agricolo, costituita da un appezzamento agricolo e da un’area verde con alberature di ciliegi. Il lato sud è delimitato da un fossato denominato “scolo Servetta”.

Secondo il PTCP – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ed il PRC – Piano Regolatore Comunale di Mogliano Veneto l’area di progetto è stata catalogata come “Area di connessione naturalistica – Fascia tampone” (parte ovest) e

“Corridoio ecologico secondario” (parte est).

Di seguito si mostra la documentazione fotografica in riferimento all’area interessata dall’ampliamento.

Figura 4: Individuazione nell’area interessata dal progetto dei coni visuali relativi alla documentazione fotografica:

il vertice del cono (in rosso vivo) rappresenta il punto in cui si trova l'osservatore

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Figura 5: Area verde posizionata ad est dell’ampliamento e futuro corridoio ecologico (cono visuale 3)

Figura 6: Appezzamento agricolo e area verde con alberature di ciliegi (cono visuale 4)

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Figura 7: Appezzamento agricolo e area verde con alberature di ciliegi (cono visuale 5)

Figura 8: Area verde con alberature di ciliegi (cono visuale 7)

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Figura 9: Scolo Servetta posto a sud dell’impianto e scorcio dell’autostrada A4 Torino-Trieste (cono visuale 8)

Figura 10: Scolo Servetta, alberature di ciliegi e barriere fonoassorbenti dell’autostrada A4 Torino-Trieste (cono visuale 9)

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6.2.2. INDIVIDUAZIONE DELLE INCIDENZE SUGLI ELEMENTI NATURALI

L’estensione della superficie d’impianto ad un’area agricola del Comune di Mogliano Veneto comporta la richiesta del cambio di destinazione d’uso dell’area per il tempo di permanenza dell’impianto. Si realizzerà quindi la pavimentazione del terreno agricolo con stabilizzato a cemento ed il drenaggio delle acque meteoriche ricadenti sullo stesso.

Le eventuali incidenze generate dalle attività d’impianto sugli elementi naturali possono derivare dalle emissioni polverose, dal rumore o dagli scarichi idrici delle acque meteoriche ricadenti nel piazzale.

L’attività di trattamento dei rifiuti inerti è inevitabilmente soggetta alla produzione di polveri e per tale motivo la Ditta si impegna a adottare tutte le misure necessarie al contenimento di tali emissioni. Nello specifico provvederà a dotarsi di impianto di bagnatura da utilizzare sui cumuli in stoccaggio e in formazione, di idonei macchinari muniti di augelli per la bagnatura del materiale in lavorazione, di installazione di barriera arborea lungo il perimetro d’impianto per limitare la diffusione di polveri.

Si esclude pertanto la possibilità che si verifichi un trasporto significativo di polveri nelle prospicienti aree verdi.

Per quanto riguarda il rumore questo viene prodotto principalmente dalle macchine utilizzate per la tritovagliatura durante le campagne annuali (che possono variare da un numero di 3 fino ad un massimo di 4 della durata di 6-8 giorni ciascuna). La Ditta si impegnerà a lavorare esclusivamente in periodo diurno per non più di 4h/die. Inoltre, i filari alberati che verranno piantati lungo il perimetro d’impianto limiteranno non solo la diffusione di polveri ma anche (seppur limitatamente) l’impatto acustico.

A tal proposito si precisa poi che lo studio previsionale di impatto acustico ha rilevato il rispetto dei limiti per l’area di insediamento (si veda il documento “BONAVENTURA_Valutazione Previsionale Impatto Acustico”).

Le acque di dilavamento delle aree d’impianto verranno raccolte e convogliate in adeguato impianto di depurazione, prima di essere scaricate nello scolo Servetta. Per questo motivo è da escludere una possibile influenza degli scarichi idrici sulla qualità delle acque limitrofe.

Inoltre, la Ditta provvederà a stoccare in ambiente coperto (tensostrutture con sistema di raccolta di eventuali spanti a ciclo chiuso) tutti i rifiuti pericolosi.

Per quanto riguarda possibili incidenze sul suolo, essendo l’area di impianto pavimentata si esclude la possibilità di contatto tra suolo e rifiuti.

Per quanto riguarda il traffico, si può stimare che la frequenza di ingressi/uscite dei mezzi conferitori (camion), parametro funzione delle condizioni di mercato, può variare dalle n. 1 alle n. 5 volte/giorno. Dal momento che l’impianto si colloca nelle immediate vicinanze di un’importante via di comunicazione (autostrada “A4 Torino-Trieste”), si considera ininfluente l’incidenza in atmosfera delle emissioni da traffico veicolare legate all’impianto.

Si può concludere che non sono ipotizzabili alterazioni significative della qualità delle acque, dell’aria e dei suoli.

6.2.3. OPERE DI COMPENSAZIONE E DI MIGLIORAMENTO

La Ditta si propone di realizzare un’area di mitigazione, riservando la parte della proprietà a sud-est e ad est quale area sistemata a verde (come esemplificato nell’elaborato grafico “TAV 5”).

In particolare, la sistemazione prevede la costruzione di un bacino di laminazione, atto a garantire il principio di invarianza idraulica sull’area pavimentata, la piantumazione di nuove alberature al fine di infoltire la barriera verde già presente e la creazione di un’area di passaggio per l’attraversamento faunistico.

Nello specifico si tratta di un corridoio ecologico costituito da elementi arborei e da un elemento lacustre, che svolgano funzione di armonizzazione paesaggistica e di conservazione della biodiversità. Le alberature favorirebbero l’assorbimento degli inquinanti atmosferici e delle polveri e ridurrebbero le isole di calore, invece il bacino di laminazione migliorerebbe il deflusso delle acque meteoriche, riducendo il rischio di alluvione.

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A causa della presenza dell’autostrada A4 Torino-Trieste a sud dell’impianto, il corridoio ecologico secondario e la fascia tampone individuati dai piani territoriali degli enti provinciali e comunali risultano interrotti. Di conseguenza la realizzazione di un’area di rispetto, così come prevista dal progetto, rappresenterebbe un’oasi con elementi utili al temporaneo insediamento della fauna e consentirebbe il passaggio di piccoli vertebrati ed invertebrati verso le aree collocate a nord-est dell’impianto.

Una descrizione più dettagliata delle opere di compensazione e miglioramento previste nel progetto viene fornita nel documento “BONAVENTURA_Relazione sulle mitigazioni ambientali_rev.01”.

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7. CONCLUSIONI

Dalle argomentazioni sviluppate nella presente relazione, emerge che le attività di progetto non sono causa di interferenze dirette o indirette sugli habitat e sugli habitat di specie individuati ed in particolare si esclude con certezza:

- perdita di superficie di habitat e di habitat di specie;

- frammentazione di habitat o habitat di specie;

- perdita di specie di interesse conservazionistico;

- perturbazione alle specie della flora e della fauna;

- diminuzione delle densità di popolazione;

- alterazione della qualità delle acque, dell’aria e dei suoli;

- interferenze con le relazioni ecosistemiche principali che determinano la struttura e la funzionalità dei siti.

Inoltre, si aggiunge che non vi sono incidenze connesse all’ampliamento dell’impianto sulle componenti naturali sopra descritte e che anzi la Ditta si adopera per l’allestimento di un’oasi di connessione naturalistica in parte dell’area di proprietà.

Per quanto esposto, si esclude il progetto dalla procedura per la valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE di cui all’Allegato A paragrafo 2.2 del D.G.R. 1400/2017, relativamente al punto 23 “piani, progetti e interventi per i quali sia dimostrato tramite apposita relazione tecnica che non risultano possibili effetti significativi negativi sui siti della rete Natura 2000”.

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Lì, 02/04/2021 Firma del Legale Rappresentante

Firma del/i tecnico/i estensori

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