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L indebitamento di una Regione può essere analizzato da diversi punti di vista. Il Rating

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Academic year: 2022

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6. INDEBITAMENTO

L’indebitamento di una Regione può essere analizzato da diversi punti di vista. Il Rating Pubblico ne ha scelti alcuni, innanzitutto andando a verificare quanto l’indebitamento a medio/lungo termine pesa in termini pro capite sui cittadini.

I Pugliesi risultano i meno indebitati: 600 euro pro capite a fronte dei 1.359 di media RSO.

Lo scarso ricorso ai mercati finanziari della Puglia si spiega anche con il piano di rientro dal disavanzo sanitario avviato nel 2010, con conseguenti limitazioni alla possibilità di indebitamento ulteriore.

In condizioni analoghe è anche il Lazio, che, però, a differenza della Puglia, ha dovuto comunque ricorrere all’indebitamento per coprire gli ingenti deficit accumulati nella gestione sanitaria, e non solo.

L’Abruzzo è l’unica Regione che non risulta dalla Banca Dati delle Amministrazioni Pubbliche (BDAP) né per l’indebitamento pro capite né per l’incidenza di nuovi residui passivi di parte corrente su stock dei residui passivi correnti.

L’indebitamento pro capite per i Lombardi e Piemontesi si colloca intorno alla media RSO;

per i Toscani e gli Emiliani sotto la media. Per questi ultimi, in particolare, il debito non arriva a mille euro pro capite.

Tabella 5.6. Indebitamento pro capite

Regione

Indebitamento da finanziamenti su popolazione residente

(euro)

Puglia 600,25

Calabria 792,15

Basilicata 922,17

Emilia Romagna 993,55

Liguria 1.203,14

Toscana 1.245,58

(2)

Molise 1.272,27

Marche 1.295,46

Piemonte 1.305,05

Lombardia 1.352,67

Umbria 1.364,05

Veneto 1.415,00

Campania 1.642,59

Lazio 3.625,60

Abruzzo nd

Valore Medio 1.359,25

Fonte: Rielaborazione su dati BDAP

Alle Regioni viene spesso rimproverato di non investire abbastanza, spendendo soprattutto per spesa corrente. Ma il punto cruciale è come gli investimenti vengono finanziati. In altri termini, quanti investimenti vengono fatti a debito? Idealmente, essi dovrebbero essere finanziati con gli attivi della parte corrente e solo in minima parte con il ricorso all’indebitamento1. Un alto indebitamento per investimenti, infatti, compromette le spese future, visto che, poi, va rimborsato. D’altro canto, l’eccessivo taglio dei trasferimenti, soprattutto in periodi di crisi, spinge le Regioni a indebitarsi per mantenere un livello degli investimenti adeguato allo sviluppo economico del territorio.

A differenza dei Comuni, le Regioni si rivolgono con maggiore frequenza agli istituti bancari più che a Cassa Depositi e Prestiti e, in casi di estrema necessità, di norma individuati e regolati per legge, direttamente allo Stato, come nel caso della Campania e del Lazio2. Quest’ultima Regione risulta molto indebitata, e non per investimenti: deve prima

1 Non sfugge a chi scrive che per il settore pubblico esiste una teoria keynesiana che nelle fasi di recessione incoraggia la spesa in deficit.

2Il riferimento è al Fondo da 26 miliardi di euro, di cui 22 destinati alle Regioni e ai debiti commerciali sanitari, costituito con decreto legge 35/2013 “Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica Amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché' in materia di versamento di tributi degli enti locali”, gestito dal Ministero dell’Economia. La Regione Lazio ha utilizzato 8-9 miliardi di questo fondo.

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preoccuparsi di coprire i deficit accumulati nelle gestioni del passato. Come accennato, infatti, il bilancio del Lazio è gravato da oltre 20 miliardi di debiti, una parte dei quali è scaturita dal riordino dei conti delle Aziende Sanitarie Locali, nel 2006-2007, con conseguente piano di rientro, e un’altra parte è scaturita dai debiti commerciali pregressi (sia sanitari che di altra natura). Ciò spiega l’incidenza del 255% delle spese in conto capitale finanziate a debito3. Molto alta è l’incidenza anche per il Molise: 187%, con una situazione simile a quella appena evidenziata per il Lazio.

Figura 5.6. Incidenza delle spese in c/capitale finanziate tramite mutui e prestiti obbligazionari

Fonte: Rielaborazione su dati Istat

L’Abruzzo guadagna una posizione benchmark, insieme a Basilicata ed Emilia Romagna, per l’assenza di spesa in conto capitale finanziata da mutui e prestiti. Va da sé, naturalmente, che questi ultimi non sono automaticamente un segnale da valutare negativamente, soprattutto quando vanno a finanziare manutenzioni o infrastrutture.

Grazie anche al varo dei piani di rientro in sanità, anche Puglia e Calabria hanno una bassissima incidenza di investimenti effettuati a debito. L’alto indebitamento per il Lazio

3 L’indicatore viene calcolato come rapporto tra entrate mutui e obbligazioni Ti V su spese c/c Ti II per cento.

0 0 0 2 3 3 4 6 8 12 13 30

31

187 255

0 50 100 150 200 250 300

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comporta, inevitabilmente, un’alta incidenza delle spese per rimborso prestiti su entrate correnti4: quasi il 20% a fronte di una media RSO di 3,6.

Tabella 5.7. Incidenza delle spese per rimborso prestiti su entrate correnti

Regione %

Veneto 0,9

Emilia Romagna 1,0

Calabria 1,2

Toscana 1,2

Molise 1,6

Lombardia 1,7

Piemonte 2,1

Umbria 2,2

Puglia 2,3

Abruzzo 2,3

Basilicata 2,5

Campania 4,8

Marche 5,1

Liguria 5,4

Lazio 19,9

Valore Medio 3,6

Fonte: Rielaborazione su dati Istat

Tra le Regioni che pagano più interessi ci sono anche Marche e Liguria e, a distanza,

4 L’indicatore viene calcolato come rapporto tra spese per interessi su finanziamenti bancari su entrate correnti Tit I) per cento.

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Campania.

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