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n DI CHIONS SLETTERA? (0. Uni. e le cattiverie che lo insidiano. dre La Di CALBAZZI PORDE INONE BIBLIOTECA SEMINARIO V.

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Arti Grafiche Pordenone già Fratelli Gatti

1910.

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Uli... ed.è rimasto un solitario ..

A MEI COMPRESANI.

della Prazione Capoluo; go di Chions

Carissimi,

Uno de’ Miei Biografi disse di Mo: c Egli è un umanista nel senso più nobile della parola. ...> @ disse:

troppo, « che sfugge alla for mula angusta dei Par .. > Un povero s0-

litario, aggiungo Io. i

Di così fatto giudizio, Vel confesso, Mi sono sem- pre compiaciuto. Non ho gran stima del mondo, e Mi soddisfa il pensiero di non essere ritenuto ad im- magine e similitudine di un qualunque altro. Potete.

dunque stare tr anquilli chè nessun r ammarico Mi è.

venuto nell’ànimo per non essere stato rieletto Palo tro giorno consigliere comunale. . Anzi, Vi sono | assal grato della distinzione venutami i dal non avermi ! Voi confuso con gli si presentati da Don Luigi.

(6)

In quel cambio, Mi sono davvero indispettito per

le insolenze, che Mi scagliarono Contro i patrocina- tori dei clericali. Non contenti di avere impestato con ignobili manifesti i muri del Paese anche alle porte di Casa Mia, giunsero per fino, con provocazione

| inaudita, a farmene gettare uno in vettura mentre

partivo. Ma già sapete come Io li abbia pubblica-

mente e violentemente redarguiti, soft'egando ezian- dio il fogliaccio in faccia al più triste di loro.

Da Voi avrei voluto solamente che, pur votando contro di Me, aveste fatto comprendere ai mascalzoni

‘che non si avrebbero dovutò permettere quelle inde- cenze con un Uomo dei più vecchi del luogo, nato qui, che è stato sempre Amico Vostro. Non Vi dò

“neanche colpa se avete creduto a tutte quelle men- zogne, che Vi dettero a bere a proposito dello Asilo

«Infantile. |

| Buona gente siete; e, pur troppò, non siete an- cora abbastanza agguerriti da sapervi difendere da chi, con r: affinata astuzia, uccella alla Vostra co-

| scienza. Perdonate se continuo la Mia idea incomin-

| ciando in latino: « tantum religio potui suadere ma-

lorum >» quando irisinuata nelle anime, come le Vo-

stre, innocenti, da indegni Ministri, quali, per esem-

‘. pio, quelli conosciuti prima di Me da un vecchio Si- gnore del Paese, A. G., il quale, pur continuamente VO loro intorno, in pubblico e in privato con- tinuamente afferma e giura « che non credono nè mm

Dio, nè în Santi.

v 2 » -

(7)

Ma Io voglio che sappiate le cose dello Asilo per

filo e per: segno; e Ve le ricorderò documentando 0- gni. punto con indiscutibili prove. —- Se poi vi sarà qualcuno di Voi che perfidierà ancora dopo avere letta questa lettera, e dopo il mio invito a verificare il tutto nella pratica, che tengo aperta a Vostra di- sposizione, € fingerà ancora di er edere che l'Asilo nono e stato ancora aperto per causa mia e del Comune, dirò di lui: come .Me lo hanno reso perverso i per- versi!.... Ritengo però che ciò non sarà, perocchè non è permesso di credere che vi sia fra i miei an- tichi Compaesani un disgraziato, il quale voglia acqui- n

‘ starsi fama di malvagio e insimee di cretino.

Non dirò chi sia stato primo a mettere in campo il proposito di istituire un Asilo Infantile a Chions, quantunque anche a questo rig uardo avrei documenti chiari e lampanti. Sarebbe questa quistione dal su- perbi, che non gioverebbe a stabilire la verità suli rimanente. E non mi spiegherò neanche per mettere

in evidenza chi abbia dato più per la santa Istituzione.

Sarebbe quistione gretta e da av ari. Tutti abbiamo dato quanto più abbiamo potuto; e sono sacri i cen- tesimi e le opere date dal povero, quanto le maggiori somme, che fossero state versate da chi le aveva, e

potè darle. de 1

Dopo un per lodo di lune a incubazione, dal ‘6 No- vembre 1901, in una adunanza di 80 Capi famiglia, compresi i sei Consiglieri della Fr azione, nella sera

(8)

Tal Ti

del 22 Settembre 1904 in Canonica, da Me presieduta, segretario G. Covre, che ne eresse il verbale, fu de- liberato di dare opera ‘concorde per ri. di un

Asilo infantile, tutti impegnandosi di danaro e con opere secondo le

lora anche dato mandato di pie Don Luigi Colaviti, perche

cogliesse dovunque offerte. © pProvvedesse come il suo zelo avesse consigliato. E fu anche ivi in tutto ù proposto ed approvato di chiedere al Comune un

. sussidio, offrendogli di tenere nello Asilo la Prima elementare mista.

E questa fu idea mia. P così ottenuti due scopi:

Proprie forze. Fu al- na fiducia al parroco,

aprisse Sottoscrizioni, rac-

concavo che si sarebbero.

quello di poter: aprire subito lo Asilo, quando SI avesse potuto ottenere dal Comune

tanto da poter pagare annualmente la Maestra-Di-

rettrice; e quello di aiutare le scuole comunali, che,

rese miste pur esse, avrebbero avuto una Maestra ti- tolare per ciascuna delle tre Classi.,.. Dicano ora gli intelligenti quale immenso beneficio nell’ insegna-

| mento‘ se ne avrebbe tratto.... Da certi maligni fu detto allora, che il Comune provvedesse da sè alla

“— sua’ scuola, e. lasciasse lo Asilo.... Ma quando lo A-

silo ‘avrebbe avuto 1 mezzi da fare da se?... Gli

‘sarebbe occorso un Capitale di L. 80 mila EE

per il ‘solo stipendio, anche misero, della Direttrice...

. E il Comune sarebbe stato nel caso di poter sussidiare

"l’Asilo e nel contempo provvedere un terzo Insegnante.

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l concorre ere con

‘ Scuola

(9)

A

. per le sue scuole?.... e il locale dove trovarlo?....

Sono da sei anni, per Dio, sulla coscienza degli Op- positori la prova che ne abbiamo fatta: l’Asilo serve - qualche volta per i bachi e per le granaglie del si-

gnor Parroco; e le séuole sono ancora in mano: di due soli Insegnanti, i quali, avessero pure la. più buona volontà del mondo, non arrivano per nessuna

— banda.. . Birbanti di oppositori, i quali ancora osano dire ché amano la istruzione del Popolo!. |

— Piacque generalmente in quella sera le: mia pro-

| par Di fatti, con lettera del 23 Settembre 1904,

munita eziandio del timbro parrocchiale, il Parroco

.. Don L. Colaviti, fedele al mandato, dopo di avere.

| inneggiato alla concordia, con la quale « parvae res i

« crescuni, discordia maximae dilabruntur, » dicendo di scrivere per conto, nome e « desiderio det primi

« della Frazione: di Chions e dei sei Consiglieri della

< medesima » chiedeva al Comune di « studiare il.

« modo di unire allo Asilo prescolastico anche la Pri-

« ma Elementare Mista, riservandosi naturalmente

| « quei diritti che provenissero dai doveri, che il Co-

. « mune sarebbe per assumersi. >» — E il Consiglio

comunale con l'Ordine del giorno del 15 Dicembre 1904, fatto ‘plauso entusiastico ai Padri di Famiglia di Chions, che si erano proposti di fondare un Asilo Infantile nel Capoluogo, a pieni voti deliberava di ‘ accogliere la proposta della Scuola prima elementare

mista, e quindi di assumere sul suo Bilancio l’ an-

(10)

nuo stipendio della Maestra - Direttri

stesso (L. 1050) da nominarsi a 'nor ma di legge. Ap-

provata poi con. amplissime lodi questa deliberazione

dalla Autorità Superiore, il Municipio. ne dava par-

Pop al sienor Parroco. * E questi con lettera

15 gennaio 1905, significata la Sua lietezza, solleci- tava una riunione della Giunta Municip

intesa definitiva » sui modi. di Istituto,

Durò la « concordia » Giunta, con ]’ intervento del Marzo 1905. Si stabilin

ale « per una

sd nelfa nel congresso di Parroco Colaviti, del 30

ono alcuni dei punti principali per la vita e per lo esercizio dello Asilo. — Ma un anno dopo divampò la « discordia. » In che consi- 0; io non ho mai bene compreso.

Stesse, a dire il vero

Pensai soltanto e penso ancora che ‘un Demonio vi soffiasse dentro per portare confusione e disordine.

Come ‘si dovesse poi chiamare quell’essere infernale non giunsi mai a comprendere.

Forse « Superbia » forse « Invidia. » Caio è che Doni ‘Luigi Colaviti rivolse alcune « parole consa- |

« crate in carta di suo pugno all’ on. Giunta comu-

« nale 8° Marzo 1906 circa lo Asilo Infantile di Maria .

« Ausiliatrice in Chions, >» Rivelava con le stesse, ab- benchè senza grammatica e ortografia, una » irrita- zione incomprensibile, Sono parole. male congegnate

insieme; dalle quali non si capisce cosa voglia, e

‘ quali siano state le cause del suo malumore, Incomin- ice dello agito.

pplicazione del Poem I

(11)

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«ciano così; « studiando persone e cose spesso si Mo- dificano le idee, e perciò, 0 Signori dell’ on. Giunta,

‘oggi mi presento con idee modifi cate da quelle manife- state neil’ ultima riunione con la stessa On. Giunta

80 Marzo 1905 n. 8....» ln che cosa erano allora

modificate le sue idee?... Per quanto riguardava i rapporti dello Asilo con il Comune, ragionevolmente non dovevano’ essere in niente, se è vero che fra i Comune e Asilo. non ci dovevano essere rapporti che

‘per quanto ha tratto con la scuola prima elementare mista, e se si devono interpretare col senso comune le « parole » che si leggono nello stesso foglio di pugno e carattere del, rev. Colaviti, le quali sono queste: « La prima Classe elementare mista: sarà

« una appendice dello ‘Asilo, ma non veri rà mai a

« costituire o ad integrare il corpo morale Asilo;

« per la I° elementare nel locale-costrutto havvi un'au-

« la speciale capace di oltre cento bambini secondo.

« tutte le esigenze pedagogiche, e sarà ottima cosa

« combinare la I° elementare con l’ Asilo, perchè

« così anche i fanciulli di questa (sic), dopo la occupa-

« zione acconsentita dalla loro età, potranno parte-

« cipare ai trastulli innocenti ed educativi, che sl

« fanno nell' Asilo, che faranno tanto bene alla igiene

“e alla morale ..<.> Il Comune, per fermo, non vo-

“leva e non vuole nè di più, nè di meno, nè diversa- mente, e nulladimeno si era già o obbligato di pagare la Maestra. Direttrice... de

(12)

10

E allora da che DI mali. umori del P arroco, e la

insolente a cn premessa alle sue graziose .

« parole » ?... Sono notabili fra queste « parole » gli.

ag gettivi possessivi mio Asilo che esso adopera e’

ripete più volte, sottosegnandoli non con una sola, ma con due lineette.... Come può essere ]’ Asilo di proprietà privata del Reverendo?... Ma non è questo Istituto dei Capifamiglia della Frazione di Chions,

‘che .in pubblica adunanza ne accolsero la idea, e

concorsero con opere, con .carriaggi ‘e con dana- ri?... Le « offerte raccolte fuori di Chions » ‘dal

Colaviti stesso, come confessa ‘in uno stampato del 31 Agosto 1909, non furono ‘« offerte » prò Asilo?.

Dove pesca il Colaviti i suoi principii di logica e e:

di onestà?... La r. Prefettur ‘a in particolare con la Nota 26 Gennaio. 1906 N, 30981, ricordando al Sin- daco che « ]' Asilo Infantile, per il quale, con il.

concorso. di Benefattori di Cas a e di Fuori il locale

era già pronto, aveva già ammonito che quell’ istituto I st doveva considerare quale Istituzione di darne benéficenza a norma della Legge 17 Luglio 1900.

Più tardi, nel 28 Agosto 1906, la stessa Prefettura viste le querimonie del Colaviti dopo di avere “pis: hi gato « come il Parroco, per quanto « apprezzabili po-.

« tessero essere le sue benemerenze, non aveva di-

« ritto di porre condizioni per l'ordinamento dello È,

-_< Asilo, ingiunse alla Congregazione di Carità di.

A chiedere ‘allo stesso Db: arroco la consegna del Fab-

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« bricato previo inventario, oi fondi raccolti. iper Boi ‘dietro le opposizioni del Colaviti,. e dopo lana: |

interviste a Udine, dove aveva ottenute buone pro- messe mai mantenute dal puntuale Sacerdote, l’illu- . strissimo Prefetto con. la Nota: 27 Febbraio 1907 nu- mero 1106, dopo di ‘avere. « lamentato che non ostante .« le ‘buone disposizioni e la. longanimità, forse ecces- I

« siva di cui ha dato prova, insieme -alla Prefettura; |

« l’ Amministrazione comunale, il Parroco Colaviti —

< si ostini nella sua opposizione, intima a costui di

« consegnare nel termine di giorni 10 l’edificio dello |

« Asilo alla Congregazione di Carità, perchè questa |

« sola, allo stato :delle cose, ha diritto di rappresen

« tare l’ ente erigendo, », nel | | si Dirò in ‘ultimo .le ragioni che mi È persuadevano

allora, © mi persuasero , fino a. questi ultimi tempi

di non desiderare una esplicita rottura col Parroco;

e come fu che per tali ragioni approfittassi della benevolenza dell’ illustre Prefetto perchè. Esso ‘asse- 0 ù | condasse il mio desiderio.. La Congregazione di Ca-.

rità, malgrado la. sua. buona volontà, per le: istru- zioni: che le vennero dal Municipio, . non adottò mai

atti risolutivij e la situazione rimase sempre Cal punto di prima. Che fare?... Mi parve. utile che Par- n

roco e Sindaco si trovassero alla presenza del Prefetto |

per tentare un impegno formale del Par roco a cessare

le ingiustificate e inspiegabili tergiversazioni.

-Di fatti, dietro invito, i due personaggi si trova=

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(14)

rono nel.21 Aprile 1907 in Prefettura. Accontentato _ ll Colaviti in. tutte le sue esigenze, fra l’altro che esso sarebbe stato vita. sua natural durante Presi- . dente della Amministrazione dell’ Istituto e confermati

gli obblighi assunti dal Comune, ebbe luogo forma-

lissimo accordo. Di questo accordo l’ illustre Prefetto

con Nota 24 Aprile 1907 n. 12406 ne dava conto al Municipio, invitandolo a preparare lo Statuto, che doveva contenere tutte le regole e tutti i DES CE: ino

“quela. seduta stabiliti. . |

. Passarono parecchi mesi per la compilazione, per-

| chè il Colaviti nel frattempo aveva sempre qualche

‘opposizione da fare. Finalmente lo Statuto potè essere

deliberato regolarmente nelle sedute del 14 Novembre e 8 Dicembre 1907, e con Nota 18 Gennaio 1908 n..45470 il Prefetto dava partecipazione della appro-

| vazione ottenuta dalla Autorità Superiore. Ed in base.

ara allo stesso avvennero le nomine degli Amministre atori, fra. i quali risultò il mio nome,

Si credeva così tutto combinzito e nto: SI erano — I perduti più che tre anni. -; parevano troppi. I cuori

ben fatti” mandarono un sospiro di soddisfazione:

‘1’ Asilo poteva aprire alla PI le porte alla carità.... | . Speranza vana anche allora . Le ostilità del Co- -laviti si rinnovarono, e “Pono: le stesse di prima:

incomprensibili ; ma le mie antiche ragioni non erano

| ancora cessate; ripigliai a due mani la pazienza; l’ill. al

TRERIONO mi ha Aassecondato; e. dopo altre innume-

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revoli raccomandazioni e minaccie di provvedimenti severi, indisse per il 12 Ottobre dello stesso anno.

una adunanza, che sotto la Sua pr esidenza in Prefet- tura risultò del Sindaco di Chions, co. Giacopo Sbrojavacca, del parroco Colaviti, del comm. Ignazio Renier, del Consigliere cav. Alberti, di Me, e di un

Segretario, che tenne il. verbale, sott oscritto poi da tutti 1 presenti. Furono concertate alcune modificazioni | allo Statuto già approvato, dando incarico, allo stesso

Prefetto di compilarne con quelle uno di nuovo. I Sin- o daco prometteva a nome del Consiglio com. di revo-

care l'antico per adottare il prefittizio disegno; il

Valli

parroco Colaviti si obbligava a sua volta di rispettare 8°

e di aderire in tutto, quale che fosse, l'opera. dell sig. Prefetto, purchè comprendesse i punti coneertati.

e fermati nella adunanza, e nel relativo verbale esat=

tamente dichiarati, i. quali, guardati bene, non, Mu- tavano indole e principi del vecchio Statuto. | |

Ma credete Voi che la fatica per portare in porto la povere a nave sbattuta ‘dello Asilo fosse a quel»

punto al suo ultimo momento?.. . Bisoenò vincere - nuove insensate esigenze, nuovi pera, ‘pretesti; e SI perdettero altri sei mesi, quando finalmente lo Statuto proposto dall’ ottimo illustre Prefetto “venne — I in Consiglio ‘comunale, e fu nel 14 Marzo 1909 in I°.

jettura, e nel 5 Ap. susseguente in II° lettura integral | mente deliberato. Vi furono è vero, opposizioni vivaci.

| Alcuni Consiglieri sostennero che quello del Dicembre . pe

(16)

Id

1907 era in perfetto vigore; non esserci dignità nel

disdirei, 6 subire la prepotenza’ incosciente. o. mali- .

gna di un impertinente, tarito più che le modificazioni

“volute non avevano alcuna sostanza, perocchè le pretese nuove idee o erano già espresse nel vecchio .

Statuto, o erano evidentemente sottintese. Vinse il SÌ-

| gnor Sindaèo, che ,scongiurò la burrasca, persuadendo , la maggior: anza ad essere ancora longanime per amo-.

‘re della benefica Istituzione. E Io fui, come sempre, con Lui. | | î

n

— voleva per nessun conto. E Io, ‘per - evitare anche

‘questo altro dissidio, diedi' le dimissioni, persuasi, di fare lo stesso il collega. Zaghis, e proposi, in mia

| vece, il signor G. B. Cossetti, intimo del Colaviti, il

‘quale venne nominato insieme al sie. Galeazzo Perotti in. luogo dello Zaghis. Ma neanche questo ultimo.

. pome. non fu gradito al Colaviti,. che ancora una

. volta si ‘rivolse ‘alla Prefettura ,. dichiarando che non

fo voleva. sotto la sua presidenza: La Prefettura con

Nota se rispose : « Come -‘osava cotesto?...

< La persona; del Perotti, accolta nelle massime Isti-

SE. tuzioni a Udine, Congregazione di: Carità, Consiglio

€ prov. scolastico ‘ecc., onorava; qualsiasi :collegio. » }

| Bastò cotesto?.. - Ohibò: ?... La Prefettura conti- RUE, a labiale a rimproverare il Municipio per

Si dovevano’ quindi nominare i componenti Il,

Consiglio di amministrazione dello Asilo, Io ero già

fra quelli, Il parroco Calaviti protestò, perchè non Mi.

(17)

LO: 4

le sue induleenze; ma il famoso Presidente non ra- dunava il Consiglio di Amministrazione. Che fare?...

erano trascorsi ancora più e più mesi quando con Decreto 16 Giugno 1909 n. 14900 l'illustre Prefetto nominava « il cav. Ferdinando Alberti, consigliere

« di Prefettura incaricato della vigilanza sulle Opere

«pie perchè eseguisca un sopraluogo per i provve-

“« dimenti che si renderanno necessari. ..; il signor

« Sindaco di Chions presterà al detto funzionario

« l’ assistenza che potesse essere necessaria. »

Venne a Chions il Cons. Alberti il 14 del predetto mese, e .l’ adunanza fu tenuta in Canonica, presenti il Rappresentante del Comune, e i signori Gio. Batta Cossetti e Filippo Romanin, i quali con il F unzionario

“governativo e con. il Parroco firmarono il relativo Verbale. Questi « dichiarava di avere ricevuto il 9

« Marzo 1909 lo Statuto compilato. dall’illustrissimo

« Prefetto in conformità delle intelligenze prese nella

< adunanza 12 Ottobre 1908 tenutasi presso l’Ufficio

« di Prefettura » ‘deliberato poi dal Consiglio com.

di Chions, visto dalle Autorità competenti; prometteva * di convocare al più presto il Consiglio d’amministra- zione, per provvedere alla pronta apertura dello Asilo.

Giova qui ricordare un episodio, non so se più ‘.

| burlevole o più malvagio. La adunanza fu in due

‘tratti: nelle ore antimeridiane, e ‘nelle ore pomeri- diane. In queste si raccolsero. davanti la Canonica |

una cinquantina di donne, si disse avvisate dal sig.

(18)

[6

Cappellano, disposte al peggiore sbaraglio. Alcune

di esse erano armate di grossi coltelli, e fu detto anche di revolver, e questo non sarà vero, perchè.

non fu constatato, mentre di quelli si; e tutte uscirono con .voci di minaccia. Il Cons. Alberti se ne accorse, invitò il Parroco, minacciandolo di misura assal grave, di licenziarle, ordinando che ritornassero alle loro case. Il Colaviti ciò ha fatto dalla finestra con le lacrime agli occhi, e a mezzo del signor Cappellano.

E così quella torbida bolla di sapone si sciolse. I In seguito e prontamente il Consiglio di ammi-

| nistrazione fu convocato. Dunque lo Statuto ebbe la definitiva, palmare, indiscutibile consacrazione: la esecuzione.. Ma alla prima adunanza il Presidente sottopose ai Colleghi una difficoltà : tutto sarebbe bene disposto nello Asilo; ma. la abitazione per la Maestra-Direttrice mancava ancora di alcuni rifini-

‘menti; occorreva una pomp@ da acqua; 1 cessi non erano preparati. Fu dato incarico al rev. Colaviti di fare il preventivo di spesa per quei lavori. Im una successiva adunanza venne presentato il conto: oc-

correvano L, 3000. Come pr ocurarle?... Il Consigliere Perotti si propose di trovarle con una cambiale fir- - mata dal componenti. il Consiglio presso la Cassa

di Risparmio di Udine, La adesione di tutti fu una- nime, e parve entusiastica. In una terza o quarta

seduta il Perotti potè riferire: che la benefica Cass:

si mostrò lieta di accogliere la domanda : dava anzi

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pari, propugnò, senz’ altro, la mia idea.

carte. si scoprirono ; uno di quei santi Padri presen- tò un ordine del giorno, alcuni dì prima preparato

e scritto,

17

la somma, senza lo impegno dei firmatari di scontare

in un dato periodo di tempo il capitale, solo fossero

pagati gli interessi Dee 4.25 per cento annuo ad

‘ogni scadenza.

Quale bella: combinazione ! . sa , Ringraziamenti e saluti a casa!... Il Parroco, 0 chi per lui, più tardi,

a quella specie di mutuo volle il plebiscito dei Pa-

dri di Famiglia di Chions. Ottenuto il permesso, UH convocò in canonica nella sera del giorno 26 Ottobre

1909.... Accorsero, non li ho notati, in numero meglio che 80, presidente lui, segretario il sig. G. B. Cossetti.

Per lo appunto espose come stavano le cose di quel mutuo. Fui prima [o a rispondergli: « Si doveva gran

« lode agli egregi Amministratori di aver provveduto

«a quel modo ; tutti gli adunati avrebbero. dovuto

« esprimere gT atitudine : ma non era giusto |] lasciare

« esposti loro soli firm ori della cambiale ; e si do-

« veva noi tutti, in proporzione delle individuali forze.

« economiche, obbligarci con loro. » Il signor F. Za-

| ghis, forse avvedutosi che sotto ce era un altro glo-

‘“chetto, (che io, a dir la verità, fingevo di non a-

vere scorto) con’ parole aspre allo indirizzo dei com- E

E allora le

per l'approvazione dell’ Assemblea. Con esso sl diceva « di non volerne sapere del mutuo;

« e che si lasciasse in proprietà del Parroco lo Asi-

(20)

OA 18

« lo, svincolandolo dal Comune: » A questa brava per- sona replicai subito, ricercando (quale sforzo!) le più dolci parole; dimostrai che chiedevo a ciascuno un ben lieve sacrificio, essendo in tanti, e in propor- zione; dissi che c'era chi si sarebbe. obbligato im- mediatamente ad ogni semestrale scadenza per L. 50

(L. 100 all’ anno) che giungevano a pareggiare quasi

l’ intiero interesse. A questa mia assicurazione la As- semblea, che non si aspettava un tal colpo, si'dimo- strò ondeggiante. E il Parroco, vedendo in pericolo il (mi sfugge la parola, ‘che non vorrei) secondo lui, cattolico ordine del giorno, si fece a perorare fervor 0- samente in favore del medesimo :‘« se si lasciasse a lui solo in piena proprietà. l’ Asilo; se si respingesse il Comune, ci sarebbero dei pietosi che darebbero subito le L. 3000, uno dei quali, di 85 anni, con una gamba già nella tomba, gliele. aveva sacramental- mente promesse. » I Compari si misero in tumulto; e non si comprese più chi volesse si, e chi volesse no...

Cinismo sfrontato!... L' Assemblea sì sciolse senza nulla deliberare, facendo poi un. chiasso infernale.

sulla strada, onde. accorsero i Carabinieri a richia- mare tutti all’ ordine. I

Del mutuo intanto non se ne parlò più. Se non

| che, dietro insistenza del Perotti, il Consiglio si ra-

“ dunò ancora, se non erro, per la quinta volta. E il Perotti proferse allora’ 1’ abitazione per la Maestra Direttrice, che un proprietario avrebbe data gratui-

(21)

Pa .

5407,

: tamente, composta di tre camere, un pistretto ole tino, e se vuolsi un: areato cor ridoio e cucina, il tutto

assai pulito, a sè, in una casa nuovissima, poco di-.

| sscosta dall’ Asilo, in uno déi migliori e più salutari siti del Paese. La Maestra Direttrice avrebbe avuto

| ‘adunque uno stipendio di L. 1050 dal Comune, e

1’ abitazione dall’ Asilo; non quel tanto che avrei de- Ni sider ato lo, antico e rudo Amico, della Scuola e dei Maestri, ma invidiabile allora per molte Insegnanti, |

che la ria. sorte costringevano per più poco. Neanche 2/00 isa fu accettato dal ‘Parroco e dai suoi accoliti.

Ingombrante e imbarazzante Consiglio di Ammi-

‘nistrazione. . Meritava la. pena. del ‘taglione. Nono fu mal più convocato, malgrado le sollecitazioni della

‘ Prefettura e della Prepositura locale. Anzi il Presidente rev. Collaviti, e il Segretario, sig. G. B. Cossetti, scris-

. sero alla Prefettura cal Municipio che non a

no più saperne di lui. A:

Compaesani Carissimi, Vi ho fatto ‘passare, ‘saltan

do le innumeri minori, per le Stazioni mag ggiori della.

Via Crucis del povero Asilo. Vi ho promesso che Vi

avrei detto da ultimo le,ragioni , perchè mi contenni

sempre discreto, sempre schivo di personalità, sempre

desideroso di pace e di concordia. Potrebbero, testi- moniare l’ illustre. Prefetto Brunialti, il Nostro ono-

rabile Sindaco, ‘e tutti della Prefettura e-del Muni-

cipio ; potrei. Io stesso provarvelo con documenti, ‘per esempio, mandandovi a VARGAS il verbale di qualche

?

(22)

adunanza del Consiglio comunale dove Io difesi. il Colaviti da assalti e da dubbiezze di toloio che non x

volevano che la Presidenza fosse data a lui. Ad ogni modo, eccovele: pensavo sempre che senza il Parroco . l’'Asilo non si sarebbé potuto farlo sorgere; troppi mezzi ci volevano : ‘ea un parroco sare ebbero . stati.

forniti facilmente di oblatori di fuori, in quanto le forze del paese non fossero giunte; con il parroco ostile e

“contrario, capace di distogliere le Famiglie dallo Asilo, usando di tutte la sua pretina influenza, questo sareb- be imasto deserto, Il ‘mio cuore: e il mio pensiero non erano rivolti che allo Asilo, nient’ altro che allo

«Asilo.... e ad un impegno sacro, che io avevo as-

sunto con la mia povera Morta. Adesso che la tazza trabocca, che si è raggiunto il colmo, mi ricredo, mi

pento, domando perdono a Dio e agli uomini, e va-

da per le mani di tutti il presente opuscolo, rivendi- cativo della verià. I ‘galantuomini, la gente per bene, confondino adunque con la. verità coloro che vogliono. guadagnare con. pescare nel torbido, e certi buffoni 1 quali hanno tentato e. tentano di far.

credere al gonzi, agli incoscienti che, una volta ino.

-

cominciasse il Comune con ‘lo uti la Mae-..

| stra-Direttrice, la frazione di Chions perderebbe lo

Asilo.... Come ciò poi potesse avvenire non domanda-

telo a quelle menti tenebrose; a quel furbi, che ni

‘ano, eome il vediamo ‘tutto dì, ingannare tutti:

santi in Chiesa, i brieconi nella taverna, e perfino Dio

(23)

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in Paradiso. Non domandatelo loro, perocché la spie- gazione sarebbe affatto impossibile... E sono gli uomini di religione a Chions che insegnano la stolida | diffidenza e così fanno i buoni cittadini!.

E non domandatelo a quei poveri di splr ito, fra ne gli altri al mio. presente Gastaldo, Davide Mascarin,

coni Gini, con i ‘Cossetti, reclamante al Prefetto con- quel pretesto, e che To non disturbo per questo ; | non domandatelo dico, a quei ‘disg raziati, che sot- toscrissero la petizione del 9 febbraio 1909, e quelle altre pr ima dirette all’ illustrissimo Pi ‘efetto, dove sì implora” la indifferenza del Comune per lo Asilo, e

che sl tenga i suoi. quattrini, enon faccia la pazzia E di buttarli per la Maestra=Direttrice, « e tanto più

« implorano . cotesto, che. per. quanto loro consta il

« contegno del Comune è tale da allontanare la spe-

« ranza che altrimenti possa vedersi aperto il tanto

« utile Istituto. » Non. domandatelo a costoro; e non Vi confondete, se a capo delle fir me. ‘trovate quella

d'un Vecchio Signore indigeno, e quella di un $Si-

| gnore. Nuovo venuto... Nessuno potrebbe rispon- 5 dervi qualche. cosa secondo Il senso comune .... Le

‘due. fiîme. impressionanti serv ono a Lecci per.

“Te allodole intontite. | |

Il giorno delle elezioni. amministr ano fa pubbli cato un'manifesto, che anche. Mi hanno fatto but- tare da un loro manigoldo in carrozza mentre pas- savo, nel quale si leggeva: « Amici Elettori di Chions |

Ca

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22

« se amate vedere presto aperto Io Asilo secondo i

« Vostri desideri, i vostri sentimenti, i vostri prin-

« n per il bene del vostri fanciulli, compatti votate

« a consiglieri comunali : Cossetti Gio. Batta, Marson:

«« Sebastiano Gio. Batta » e finiva ‘con insinuare . un villano, ingiurioso, indecente confronto con i con-

siglieri decaduti per il passaggio del termine.

Che cosa avrebbero potuto fare di più i nuovi Ho

gendi di quello che avevano preparato fin dal 1905 l’il-

lustrissimo Prefetto, Il Comune, e, con la mia costanza, | modestamente Io stesso?.., I principii, le regole, la.

sE disciplina consacrate ora con lo Statuto in vigore,

eranò sempre scatenti tali e quali dalle intelligenze intercorso, dagli accordi fatti, imperciocchè un Ente di pubblica. beneficenza deve - spiegare tutta la sua funzionalità appena posto in vita a mente dello Art. 1 della Legge sulle Opere Pie; e lo Asilo Infantile di Chions fin dal 1905 aveva il suo fabbrieato ampio e

ben preparato ; aveva i mezzi di pagare la Maestia.

Direttrice, coni fondi stanziati regolarmente nel Bi-_

lancio comunale . -u. Che gli mancava per accogliere fin da allora i Bambini ?. » “ Che gli mancava, quan- do pensate che. nel. Giappone bastano una cdpanna

| circondata da alberi, coperta di paglia, e un Inse-

onante qualsiasi di buona volontà, per impartire istru-

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zione e. ‘educazione a centinaia di fanciulli?.

Nel r esto, ora ©. .da un anno c ‘è lo Statuto sea mente approvato; | che è legge per tutti, che è stipula-

(25)

25

zione obbligatoria, alla quale nessuno potrebbe sottrarsi. |

Con l'Art. 1 dello stesso Statuto è detto : che è stato a-

‘perto l’Asilo Infantile di Chions nel fabbricato eretto

al N. 182 di questa ‘Mappa con il concorso pecunia- rio e con prestazioni in natura dei frazionisti di Chions

e con oblazioni di benefattori procurate con vivo in-

teressamento del parroco, Don Colaviti; che al fun-

‘ zionamento contribuisce il Comune coll’ assegnare e sti- pendiare la Maestra-Direttrice. — Con lo Art. 2° che lo Asilo ha per iscopo di accogliere e custodire gra- tuitamente nei giorni feriali © bambini di ambo i ses- si della frazione di Chions dai 8 ai 6 anni e di prov- vedere alla loro educazione morale, intellettuale, reli- giosa, fisica, nei limiti consentiti dalla loro età. — Con

l'Art. 4° che nello Asilo il Comune è facoltizzato a

collocare la I° scuola elementare mista, eleggendo e pagando una Maestra con le funzioni di Direttrice dell’ Asilo e provvedere a sue spese all’aredamento del- la scuola ete. — Con l’Art. 12° che quando lo Asilo avrà mezzi per provvedere al suo funzionamento, di- verrà autonomo e quindi cesserà l’ obbligo di tenere nel proprio fabbricato la scuola elementare mista. Si

| farà allora luogo alla compilazione di un nuovo sta-

tuto, ed il Comune di Chions non avrà che quei di-

ritti e quegli obblighi che gli spettano e gli incombo- no per Legge. — Con. l'Art. 13°, che, ohimè! « la

‘ Presidenza del Consiglio di Amministrazione spetta.

al Parroco Don Luigi Colaviti vita sua durante. Do-.

(26)

dd

‘po st provvederà a norma di Legge.» -- Dio mio, se in punto di morte potessi sentirmi tanto pentito de' miei peccati !. î

Compaesani carissimi, se non siete infatuati dal-.

l'occhio del Serpente, ditemi come si può temere dav- vero che il Comune rubi e faccia sua la proprietà così bene stabilita e riconosciuta di una delle sue Frazioni?.. . Come si può temere che il Comune pos- sa deviare dal suo scopo, finchè lo scopo non viene

“meno, una pia fondazione di proprietà di una del- le sue frazioni?... E se lo Asilo Infantile di Chions

non è aperto, di chi la colpa?... Se si avesse voluto

approfittare del Comune, nel bilancio era stanziata la somma per lo stipendio. della Maestra-Direttrice et.reliqua fin dal 1906,... Se lo Asilo avesse avuto di suo i mezzi per provvedore al suo funzionamento, eccolo autonomo, © liberi e padronissimi gli Ammini- stratori di aprirlo... Insomma, chi ha sulla coscien- za, chi deve dar conto alla Società, al nostro Paese e a Dio se si sono lasciati nei cinque anni passati sulla. strada, col pericolo di perire sotto un Carro, come fu l’altro giorno di due a Basedo, senza disci-

| plina, senza custodia, i Vostri figli ?...

Domando Io, invece, alle Autorità governative,

alla Prepositura locale, ai Padri di Famiglia galan-

tuomini, dopo risapute, le predette cose, e avuti così peccaminosi esempi, si deve lasciare la educazione di fanciulli a quei tali, violenti senza contraddittori,

(27)

NE x

rimessivi nelle circostanze imperiose e difficili, senza.

rispetto per le Leggi e per i legittimi Superiori, men- titori, sapendo di mentire, disconoscitori di obbliga- zioni assunte, mancatori di parola, sovversivi, ribelli

sotto il manto di religiosità, e, anche se fosse, per

avventura, fra quelli uno di quei tali dei quali la

Eccellentissima Procura Generale di Venezia potesse

“aver detto che in una causa civile avevano giurato con deplorevoli restrizioni mentali, e quindi con indiscuti- bile malafede, e la Eccellentissima Sezione di Accusa li avesse liberati dal processo per. evitare lo scanda- lo di una condanna di spergiuro contro chi avrebbe dovuto essere ministro di buona morale, e, per non tra-

dire la verità, avesse detto non già di averli trova- ti innocenti, ma di non essersi potuto fare la con- vinzione della perfezione del contr atto, che il giuran- te avrebbe avuta la sfrontatezza di negare ?...

À proposito: nella Diocesi di Concordia ci sono Sacerdoti buoni?... Io credo che ce ne siano e di molti. E questi buoni. credenti in Dio, con il loro silenzio, con la loro indifferenza, peccati mortali di

ommissione, non vedono che assumono solidarietà -

con il confratello di Chions? . Reverendi, volete far credere che niente. mera ... E allora, codardi e

fintoni!.. ne i

E ora, Calini carissimi, tutto porto T° ho

innanzi — ormai per Te Ti ciba — e scegliete di

essere o cristiani e giusti, 0 bestie e canaglie.

(28)

Intanto, Io intendo di aver fatto con questa let- tera opera: di carità e di santa amicizia; — e addio

per ora. I se |

vostro affez.9 L. Di GALEAZZIE

(29)

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