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VACCINO PFIZER DA ROULETTE RUSSA

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VACCINO PFIZER DA “ROULETTE RUSSA”: Rischi di paralisi facciale, shock anafilattico e inefficacia.

Medici italiani in rivolta. Infermieri tedeschi vaccinati in ospedale per COVID da overdose

Fabio Giuseppe Carlo Carisio

30 Dicembre 2020

«Il dubbio, la critica, la messa in discussione continua sono l’essenza della Scienza, ciò che la fa progredire. Chi presenta la Scienza come una granitica Verità, si sbaglia; soprattutto nell’area biomedica, dove ogni affermazione deve essere sempre fatta in termini di probabilità, non di certezza».

Queste parole sono state scritte sul suo profilo Facebook dal professor Filippo Festini balzato agli onori della cronaca per aver messo in evidenza le molteplici criticità del vaccino Pfizer-BioNtech denominato commercialmente Comirnaty. Le sue parole hanno suscitato clamore perché è un accademico associato all’Università di Firenze docente di Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche ma anche esperto della Società Italiana di Infettivologia Pedriatica.

Ancor più vibrante e dirompente è stata l’intervista concessa al giornale La Sicilia dal professor Salvatore Corrao, primario di Medicina all’Ospedale Civico di Palermo nonché componente del Comitato Tecnico Scientifico nazionale per l’emergenza pandemia in cui ha messo in evidenza la «mancanza di un’adeguata presentazione, né alla comunità scientifica né agli organi di vigilanza

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medica, di report chiari», rispetto agli «annunci sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini da parte delle aziende produttrici».

Entrambi affermano di non essere “no-vax” ma semplicemente scettici sul rapporto benefici/rischi del siero mRNA BNT162b2 elaborato dalla multinazionale americana Pfizer, grande sponsor di Joseph Biden alle ultime elezioni USA e tanto ostile al presidente Donald Trump da rifiutare i contributi governativi del piano Warp Speed antiCovid, e dalla tedesca BioNtech, grazie ai cospicui investimenti in quest’ultima dello speculatore sanitario Bill Gates, già sponsor delle ricerche sui supervirus a Wuhan.

Va inoltre ricordato che Pfizer è stata cooptata dall’altro colosso dei vaccini GlaxoSmithKline (amministrato da una direttrice Microsoft) che ha fatto affari d’oro in Italia grazie al progetto pilota della Global Health Security Agenda, voluto dall’ex presidente americano Barack Obama e dai suoi alleati del Partito Democratico italiano Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, quando nel 2017 imposero i 12 vaccini obbligatori in età scolare in Italia. L’intrigo tra politica, Organizzazione Mondiale della Sanità e multinazionali farmaceutiche è pertanto ormai vergognosamente mostruoso, come denunciato anche da alcuni medici in questo reportage.

L’ALLARME PER LE PARALISI FACCIALI

Tornando alle critiche dei professori Festini e Corrao, entrambi contestano la scarsità di dati a sostegno dell’efficacia del vaccino ma anche quelli concernenti la sua pericolosità che è facilmente riscontrabile dalla tabella del bugiardino farmaceutico del medicinale nella voce “Reazioni avverse riportate negli studi clinici con Comirnaty”. Si sono infatti registrati 4 casi di Paralisi facciale periferica acuta (la cosiddetta paralisi Bell) che possono «interessare fino a una persona su mille», e addirittura qualche reazione allergica grave (non quantificata) tale da provocare shock anafilattico potenzialmente anche letale, in aggiunta a molteplici effetti indesiderati comuni e meno comuni.

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«Per tutta la durata del periodo di follow-up sulla sicurezza a oggi, è stata segnalata paralisi (o paresi) facciale periferica acuta in quattro partecipanti nel gruppo trattato con vaccino a mRNA contro COVID- 19. L’insorgenza di paralisi facciale è avvenuta 37 giorni dopo la prima dose (il partecipante non ha ricevuto la seconda dose), e 3, 9 e 48 giorni dopo la seconda dose» si legge nel foglio illustrativo del farmaco di Pfizer-BioNtech.

Le conseguenze della paralisi di Bell che in caso di danneggiamento grave del VII nervo cranico possono diventare permanenti

La paralisi di Bell (che colpisce un solo lato del viso), una patologia che può provocare molteplici disturbi quali cedimento dei muscoli del viso e mancanza di espressioni facciali, sbavamento, dolore intorno

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alla mandibola, all’interno o dietro l’orecchio nel lato del viso colpito, maggiore sensibilità ai suoni nel lato del viso colpito, mal di testa, perdita del gusto, variazioni nella quantità di lacrime e di saliva prodotte. Nella maggior parte dei casi, i sintomi migliorano entro due o tre settimane. Più raramente, possono persistere per un danno irreversibile del nervo facciale.

A questo gravissimo rischio che espone i vaccinati ad una “roulette russa”, si aggiunge una serqua di reazioni avverse menzionate nel foglio illustrativo del farmaco. Effetti indesiderati molto comuni:

(possono interessare più di 1 persona su 10) nel sito di iniezione:

dolore, gonfiore, stanchezza, mal di testa, dolore muscolare, dolore articolare, brividi, febbre.

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Tabella reazioni avverse nel foglio illustrativo del vaccino Comirnaty

Effetti indesiderati comuni: (possono interessare fino a 1 persona su 10) arrossamento nel sito di iniezione, nausea. Effetti indesiderati non comuni: (possono interessare fino a 1 persona su 100) ingrossamento dei linfonodi, senso di malessere, dolore agli arti, insonnia, prurito nel sito di iniezione.

Ciò ha indotto la parlamentare Sara Cunial, nota attivista No-Vax del Gruppo Misto della Camera dei Deputati, ha fare dichiarazioni di

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fuoco in aula proprio nel giorno denominato V-DAY dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte per la somministrazione dei primi vaccini Pfizer.

«Le migliaia di reazioni avverse anche gravi già registrate nel mondo confermano che il vaccino è pericoloso, ma soprattutto totalmente inutile, come riportato anche nel sito dell’Aifa. Cari cittadini, se sarete vaccinati e danneggiati lo Stato vi lascerà completamente soli» ha detto Cunial facendo riferimento alla nota pubblicata sul sito ufficiale dell’Agenzia Italiana del Farmaco dopo l’autorizzazione dell’uso di Cominarty, approvato in condizione di emergenza dall’Agenzia del Farmaco Europea dopo il sistema sanitario inglese e la Food and Drug Administration americana.

«Anche se l’efficacia del vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 è molto alta (oltre il 90%) vi sarà sempre una porzione di vaccinati che non svilupperà la difesa immunitaria, inoltre, ancora non sappiamo in maniera definitiva se la vaccinazione impedisce solo la manifestazione della malattia o anche il trasmettersi dell’infezione.

Ecco perché essere vaccinati non conferisce un “certificato di libertà”

ma occorre continuare ad adottare comportamenti corretti e misure di contenimento del rischio di infezione» si legge nel sito Aifa.

Va ricordato che il vaccino ha potuto essere messo in commercio alla conclusione della fase 3 di sperimentazione dei trials clinici solo per il vigente stato di pandemia dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità diretta dal dottor Tedros Adhanom Gebreyesus, ritenuto

“pupazzo di Gates”: altrimenti avrebbe richiesto la conclusione della fase 4 con un periodo di osservazione di almeno 18 mesi.

GLI ESPERTI: “SPERIMENTAZIONE TROPPO BREVE”

Proprio i brevi tempi di osservazione sono al centro delle perplessità dei professori Filippo Festini e Salvatore Corrao che ribadiscono peraltro chiaramente di non essere né negazionisti né No-Vax. Si tratta di una posizione analoga a quella di Gospa News e dell’avvocato Robert F. Kennedy, attivista dei diritti umani che ha

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vinto una causa contro il Dipartimento della Salute USA volta a dimostrare l’assenza di controlli sui vaccini ma anche sostenitore della teoria di una “pandemia pianificata da decenni da Bill Gates”, come dimostrato nel libro-dossier WuhanGates – I distribuito da Edizioni Gospa e sintesi di 35 reportage sul virus SARS-Cov-2 costruito in laboratorio.

«Io non ho espresso critiche contro “Il Vaccino”: ho richiamato l’attenzione su alcuni aspetti degni di attenzione su di “un” vaccino, utilizzando i dati ufficiali» ha scritto nel suo profilo FB Filippo Festini, docente dell’Università di Firenze dopo aver chiarito che non potrà vaccinarsi per una precedente patologia e non per scelta.

«Tali dati indicano che mentre la riduzione relativa del rischio determinata da quello specifico vaccino è effettivamente del 95%, la riduzione assoluta del rischio è piccola, circa lo 0,8%. È la presentazione di questa ovvietà statistica che ha scatenato la caccia alle streghe, quasi che fosse un tabù da non nominare mai. Perché è piccola ? Proprio perché il rischio di partenza è già molto piccolo. E su questo dovremmo riflettere. Quando si assumono farmaci il bilancio costi/benefici va ponderato con estrema cura, specie quando si programma una somministrazione di massa. Nel caso attuale, forse per emotività, una discussione seria e approfondita su questo aspetto fondamentale non c’è stata, dando per scontato che i benefici siano talmente superiori ai costi (ovviamente intendo soprattutto costi in salute) che non valga la pena parlarne. Invece sarebbe opportuno».

«Lo studio alla base del Comirnaty non è ancora terminato. Dei 44mila reclutati, solo 36600 hanno per ora completato le 2 somministrazioni previste dal protocollo. In altre parole, il vaccino è stato autorizzato all’uso sulla base dell’80% dei dati. Il 20% mancante – e che arriverà in seguito – ha la potenzialità di determinare un dato finale completamente diverso, ad esempio dimostrare l’inefficacia del trattamento. Il Comirnaty, quindi, è a tutti gli effetti ancora allo stato

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sperimentale. Quindi occorre prudenza» rimarca l’accademico toscano.

«La durata dell’osservazione sui soggetti sottoposti alla sperimentazione è insolitamente breve. Sia i soggetti vaccinati che quelli non vaccinati sono circa 18mila. L’osservazione complessiva di ciascun gruppo è stata di circa 2200 anni/paziente, equivalenti a 803mila giorni/paziente. Ogni paziente quindi è stato osservato in media per 45 giorni circa dopo l’inoculazione. Ne consegue che qualunque affermazione si faccia su questo vaccino (tossicità, effetti avversi, durata della copertura) non può oltrepassare l’orizzonte temporale di circa 45 giorni. Non è stata valutata la tossicità su esseri umani (quello che di solito si fa nella fase 1) ma solo su ratti. La cancerogenicità invece non è stata valutata neppure sui ratti»

conclude Festini.

«Non sono stati condotti studi di genotossicità o sul potenziale cancerogeno. Si ritiene che i componenti del vaccino (lipidi e mRNA) non presentino alcun potenziale genotossico» si legge infatti nel bugiardino del farmaco Comirnaty.

«Ci sono stati appena 43 giorni di follow up: non mi aspettavo certamente un anno, come di solito si fa, ma l’emergenza di trovare soluzioni non giustifica l’assenza di ricerche con standard attendibili»

sottolinea anche il professore Salvatore Corrao che dirige un reparto in cui «ci sono 61 pazienti Covid e operatori massacrati dal super lavoro» e pertanto comprende bene la necessità di «trovare una soluzione nel più breve tempo possibile».

Ma il primario di Medicina dell’Ospedale Civico di Palermo non giustifica il fatto che «il 95 per cento di efficacia di cui parla Pfizer è basato su 170 casi e non su 40mila persone». Per Corrao, dunque, «la vera efficacia sarà il risultato finale nel mondo reale». Perchè, dunque, correre tutti questi rischi mentre esistono semplici cure contro il Covid -19, come il cortisone o l’idrossiclorichina, abbinate alla vitamina D, che si sono rivelate efficaci e risolutive?

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LA RIVOLTA DI MEDICI ED OPERATORI SANITARI

Ma non sono certo i soli ad avere dubbi. Le statistiche del Ministero della Salute sulle adesioni al piano vaccinale da parte degli operatori sanitari delle Residenze per Anziani, infatti, sono tali da aver innescato il seno al Governo Italiano un dibattito sull’eventuale obbligatorietà dell’antidoto per personale sanitario, forze dell’ordine e dipendenti pubblici. Un obbligo che rischia però di scontrarsi non solo con i diritti costituzionali di libera scelta sanitaria ma soprattutto con la circostanza che il farmaco è autorizzato in via di emergenza in derogaSul fatto che istituzioni europee e italiane hanno dato il via libera al vaccino Pfizer-Biontech garantendone la sicurezza, “non mi hanno convito”, replica Bacco. «C’è un scambio continuo di manager tra lobby farmaceutiche e queste istituzioni». Una tesi rimarcata anche dal collega siciliano del CTS nazionale Salvatore Corrao che avrebbe auspicato una «una sperimentazione di massa, con il consenso informato», e critica «l’etica veterinaria» usata nell’approccio al vaccino, quella «per cui si deve preservare la mandria», anziché «quella individuale, che diventa collettiva nell’assicurare la salute dei cittadini con dati più robusti», anziché

«fidarsi degli annunci di una casa farmaceutica aggressiva e ammanicata con la politica».

Le sue allusioni sono state ben dettagliate nel reportage WuhanGates 26 in cui Gospa News ha evidenziato la presenza della responsabile dei vaccini Pfizer all’assai sospetto summit per la vaccinazione globale tenutosi presso la Commissione Europea di Bruxelles il 12 settembre 2019, proprio nell’imminenza dei primi casi di pandemia, con la partecipazione del direttore OMS Tedros Adhanom Gebreyesus e delle ONG sostenute dal suo

“sponsor” Bill Gates.ome ci ha mostrato chiaramente la storia dell’Hiv, sono complicati da battere attraverso un vaccino. Pensare di obbligare gli italiani a vaccinarsi è molto grave», avverte. «Io non sono un no-vax, anche perché ho fatto tutti i vaccini. Ma questo è davvero un attentato alla salute pubblica». E’ quanto ha dichiarato

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all’Adnkronos Salute Pasquale Mario Bacco, medico legale e ricercatore, componente dell’associazione “L’Eretico”. Ha definito il vaccino antiCovid “acqua di fogna” e la campagna di immunizzazioni

«un attentato alla salute, sono andato alla Camera e al Senato a dirlo»

«Io, come molti colleghi, non mi vaccinerò», aggiunge. «Non ho paura di essere radiato, anche perché l’Ordine dei medici è solo un tribunale dell’inquisizione». Bacco è iscritto all’Omceo di Salerno ma è sotto procedimento da parte dell’Ordine di Taranto per alcune frasi deontologicamente compromettenti pronunciate in una manifestazione proprio nella città pugliese. «Sono il primo caso di un medico sotto procedimento da un Ordine diverso da quello di appartenenza», commenta.

NEL MONDO CALA LA FIDUCIA NEL VACCINO

«Il numero di cittadini intenzionati a ricevere il vaccino anti-Covid aumenta negli Usa e nel Regno Unito, ma la fiducia nell’efficacia dell’antidoto cala in molti altri Paesi del mondo. Lo rileva uno studio congiunto realizzato dal World Economic Forum (Wef) e dall’istituto Ipsos». E’ quanto rivela l’Agenzia Nova citando un un sondaggio condotto in 15 Paesi dal 17 al 20 dicembre su un campione di 13.500 persone adulte di ambo i sessi.

Negli Stati Uniti la percentuale degli intervistati favorevole al vaccino è salita di cinque punti (dal 64 al 69 per cento) e nel Regno Unito di due punti (79 per cento rispetto al 77). I dati riguardanti l’Italia vanno nella direzione opposta, con la percentuale dei cittadini pronti a farsi vaccinare scesa al 62 per cento (ad ottobre era il 65, ad agosto il 67).

Con questi numeri, il nostro Paese si piazza al decimo posto tra gli Stati con la percentuale più alta di abitanti favorevoli al vaccino.

«I dati sulla propensione della cittadinanza al vaccino si fanno decisamente bassi in Russia (dove solo il 43 per cento degli abitanti si dice favorevole) e in Giappone (68 per cento). Cala la fiducia nell’antidoto anti-Covid anche in Spagna (62 per cento rispetto al 64

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di ottobre), e in Germania (da 69 a 65). Al netto dei punti percentuali persi a livello globale nel lasso di tempo considerato, i Paesi in cui la fiducia nel vaccino resta la più elevata in termini assoluti restano il Brasile, 81 per cento, e la Cina 85 per cento – scrive l’Agenzia Nova – Effetti collaterali non desiderati sono tra le principali motivazioni addotte da chi dice no al vaccino contro il coronavirus. A livello globale, infatti, tra il 57 e l’80 per cento dei contrari (in Italia il 64 per cento) dichiarano di temere possibili effetti negativi dell’antidoto. Nel nostro paese, inoltre, il 27 per cento dei contrari al vaccino semplicemente non lo ritiene efficace, il 13 per cento non si considera abbastanza a rischio, mentre il 17 per cento è contrario in generale alla somministrazione dei vaccini»

OTTO INFERMIERI TEDESCHI IN OVERDOSE

Tutto ciò è accaduto prima che in Germania scoppiasse il caso di 8 infermieri in overdose da vaccino. La notizia è stata riportata con risalto dal media Russia Today, tra i primi a segnalare il caso delle somministrazioni sospese in nove distretti della Bavaria per i dubbi sulle modalità di conservazione del Cominarty, da mantenere ad almeno – 70 gradi per garantirne durata ed efficacia.

Otto lavoratori della casa di cura a Stralsund hanno ricevuto cinque volte la dose normale del vaccino contro il coronavirus Pfizer- BioNTech, mandandone metà in ospedale con sintomi di Covid-19, ma l’azienda insiste che il megadose è sicura – scrive RT –

Domenica scorsa otto dipendenti hanno ricevuto cinque volte la dose di 30 microgrammi (mcg) del jab, che è stato recentemente battezzato Comirnaty. Quattro di questi sono stati ricoverati in ospedale come “misura precauzionale” dopo aver sperimentato sintomi simil-influenzali e simili a Covid-19, ha rivelato lunedì l’amministratore del distretto di Vorpommern-Rügen Stefan Kerth.

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“Sono profondamente dispiaciuto per questo incidente”, ha detto Kerth ai giornalisti, esprimendo “speranza” che “le persone colpite non subiscano gravi effetti collaterali”. Mentre un portavoce BionTech ha insistito che i ricercatori avevano sperimentato “dosaggi aumentati” durante gli studi clinici e hanno scoperto che dosi fino a 100 mcg erano tollerate senza “gravi conseguenze”.

Ma qui si apre un piccolo mistero sull’affidabilità delle dichiarazioni della casa produttrice visto che il bugiardino del medicinale riporta informazioni differenti: «I dati relativi al sovradosaggio sono stati ricavati da 52 partecipanti inclusi nello studio clinico che avevano ricevuto 58 microgrammi di Comirnaty a causa di un errore di diluizione. Nei soggetti vaccinati non è stato osservato alcun incremento della reattogenicità o delle reazioni avverse».

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