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Integrazione - Studio impatto ambientale (2365 KB)

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Commessa: 16.03982 eAmbiente S.r.l. - P.I. C.F. 03794570261

Data: 27/12/2016 c/o Parco Scientifico Tecnologico VEGA, via delle Industrie 9, 30175 Marghera (VE)

Rev. 00 Tel: 041 5093820; Fax: 041 5093886; mailto: info@eambiente.it; PEC: eambiente.srl@sicurezzapostale.it

SOMMARIO

1.PREMESSA ...3

2.RICHIESTE DA COMUNE DI ISTRANA ...4

2.1 Planimetria illustrativa ... 4

3.RICHIESTE DA ARPAV ...5

3.1 Acque ... 5

3.1.1 Prodotti impiegati ...5

3.1.2 Trattamento acque...6

3.1.3 Flussi di massa impianto di depurazione ...6

3.1.4 Flussi di massa impianto di depurazione ...7

3.1.5 sfiati pompe degasaggio ...7

3.1.6 Derivazione acque sotterranee ...8

3.1.7 Acque di raffreddamento ...8

3.1.8 Ricettore degli scarichi “Rio Siletto” ...8

3.1.9 Impatto acustico ...9

ALLEGATI

ALLEGATO 1: Schema di funzionamento dell’impianto di trattamento acque di processo

ALLEGATO 2: Schema di funzionamento dell’impianto di trattamento acque di dilavamento piazzali ALLEGATO 3: Analisi di verifica BOD5

ALLEGATO 4: Analisi acque emunte

ALLEGATO 5: Verifica temperatura acque di raffreddamento

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Commessa: 16.03982 eAmbiente S.r.l. - P.I. C.F. 03794570261

Data: 27/12/2016 c/o Parco Scientifico Tecnologico VEGA, via delle Industrie 9, 30175 Marghera (VE)

Rev. 00 Tel: 041 5093820; Fax: 041 5093886; mailto: info@eambiente.it; PEC: eambiente.srl@sicurezzapostale.it

1. PREMESSA

Aliplast S.p.A. effettua operazioni di recupero di rifiuti plastici con produzione di materie prime seconde presso lo stabilimento di Ospedaletto di Istrana (TV), mediante operazione R3.

In data 19/08/2016 è stata pubblicata la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale relativa al progetto di ottimizzazione delle operazioni di recupero rifiuti speciali non pericolosi; il progetto prevede l’aumento dei quantitativi annui trattabili in impianto mediante il pieno utilizzo delle linee esistenti.

In data 05/09/2016 è stata effettuata la presentazione al pubblico, mentre la prima Conferenza di Servizi si è tenuta in data 11/10/2016.

In data 16/11/2016 la Provincia di Treviso ha inviato una richiesta di integrazioni sulla base delle osservazioni ricevute dal Comune di Istrana e di ARPAV.

Il presente documento fornisce le informazioni integrative richieste rispondendo ai singoli punti contenuti nella comunicazione della Provincia.

Per comodità, per ogni punto viene riportata la richiesta e la relativa risposta.

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2. RICHIESTE DA COMUNE DI ISTRANA

In data 11/10/2016 il Comune di Istrana ha espresso parere favorevole al progetto in quanto “le ottimizzazioni delle operazioni di recupero rifiuti speciali non pericolosi così come descritti non comportano la modifica di usi, funzioni e/o attività urbanistico edilizia in atto, né modifica sostanziale dello stato dei luoghi”

(Prot. n. 12762 del 11/10/2016).

2.1 PLANIMETRIA ILLUSTRATIVA

RICHIESTA: precisare, nella tavola 3 (planimetria illustrativa della viabilità interna e stoccaggi), quali siano le nuove aree di stoccaggio del materiale.

INFORMAZIONI INTEGRATIVE

Il progetto di ottimizzazione delle operazioni di recupero non prevede alcuna modifica degli stoccaggi di rifiuti e materiali né dal punto di vista quantitativo né dal punto di vista delle aree di stoccaggio, rispetto a quanto già autorizzato dalla Provincia di Treviso con Decreto Dirigenziale n. 40/2016 del 04/02/2016.

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3. RICHIESTE DA ARPAV

ARPAV ha fatto pervenire alla Provincia di Treviso una nota contenente la richiesta di alcune informazioni in merito alla gestione delle acque e dell’impatto acustico.

3.1 ACQUE

3.1.1 PRODOTTI IMPIEGATI

RICHIESTA: nella "Relazione tecnico-descrittiva" (pag. 24) si indica genericamente un consumo complessivo, nel 2015, di "Detergenti per lavaggio plastiche, soda caustica" pari a 794 tonnellate per la “lavorazione PET” e di 1720 tonnellate per la gestione ordinaria dell’impianto di depurazione: si richiede di dettagliare la tipologia e quantità dei singoli prodotti e verificare la congruenza anche degli altri dati indicati in Tab. 2.2 della Relazione suddetta.

INFORMAZIONI INTEGRATIVE

Si riporta di seguito la tabella completa dei prodotti impiegati nel ciclo produttivo, dettagliando la tipologia degli stessi:

Fase di lavorazione Prodotto Quantità

(kg 2015)

Filmatura PE

Master (additivi e coloranti per polimeri) 675.100

Colori per stampe (colori flexografici a solvente e/o acqua) 9.300 Solventi / Ritardante (diluenti per colori e materiale per pulizia

vasche stampa)

27.600

Totale 712.000

Lastra PET Master (additivi e coloranti per polimeri) 385.000

Lavorazione PE granulo Master (additivi e coloranti per polimeri) 48.000

Depuratore

Acqua ossigenata 110.760

Acido peracetico 20.310

Polielettrolita 16.000

Sabbie / Segature 21.130

Soda caustica soluzione 30% 214.660

Solfato ferroso 573.860

Ossigeno liquido 763.280

Totale 1.720.000

Lavaggio PET

Antischiuma detergente 40.000

Master detergenti 56.000

Sale in pastiglie 57.000

Soda caustica soluzione 30% 641.000

Totale 794.000

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3.1.2 TRATTAMENTO ACQUE

RICHIESTA: considerato che è disponibile solo lo schema generale delle acque tecnologiche e di dilavamento, si richiede di:

- fornire un lay-out impiantistico complessivo dei sistemi di trattamento delle acque di processo (impianto chimico-fisico, decantatori, filtri, ozonizzazione ecc.), con l’indicazione delle portate e dei flussi di massa (medie e massime) su tutte le sezioni dell’impianto;

- fornire un lay-out di dettaglio dell’impianto di trattamento delle acque di dilavamento dei piazzali, e dei relativi criteri di dimensionamento, precisando se vi siano anche sistemi di sollevamento acque di emergenza;

INFORMAZIONI INTEGRATIVE

Si allega alla presente lo schema di funzionamento dell’impianto di trattamento delle acque di processo (ALLEGATO 1); le portate sono uniformi nelle diverse sezioni impiantistiche, dal momento che i passaggi avvengono per sfioramento.

La gestione dell’impianto prevede l’effettuazione di una serie di controlli e verifiche sulle diverse sezioni impiantistiche, al fine di monitorare costantemente i parametri di processo; questo permette di calibrare eventuali interventi (ad esempio i dosaggi delle materie ausiliarie) nelle sezioni successive per garantire l’efficacia del trattamento di depurazione.

Si allega alla presente lo schema di funzionamento dell’impianto di trattamento delle acque di dilavamento piazzali (ALLEGATO 2). L’impianto è stato dimensionato per trattare i primi 30mm/h di pioggia in 15 minuti, per l’intera superficie impermeabilizzata di 75.000 m2 (coeff. Corrivazione pari a 1 – completa impermeabilizzazione), con una portata totale trattabile pari a 2.250 mc/h. In questo modo si garantisce il trattamento delle acque provenienti dall’intera rete di raccolta, indipendentemente dai tempi di corrivazione.

L’intero trattamento viene effettuato sotto il livello del suolo: la rete confluisce all’impianto per caduta, e pertanto non sono presenti sistemi di sollevamento di emergenza.

3.1.3 FLUSSI DI MASSA IMPIANTO DI DEPURAZIONE

RICHIESTA: alle pagg. 124-125 dello SIA vi sono palesi incongruenze (un fattore mille) tra i dati di concentrazione, portate e flussi di massa degli inquinanti:

- si richiede di correggere e ripresentare l’intera sezione, verificando che non vi siano incongruenze anche in altri punti della documentazione presentata

INFORMAZIONI INTEGRATIVE

Le tabelle 5.6 e 5.7 dello Studio di Impatto Ambientale contengono un refuso sull’unità di misura dei carichi inquinanti rispettivamente per lo stato di fatto e per lo stato di progetto. L’unità di misura corretta è g/h; tale refuso non incide comunque nelle considerazioni riportate nella sezione 5.1.2del SIA.

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3.1.4 FLUSSI DI MASSA IMPIANTO DI DEPURAZIONE

RICHIESTA: nelle relazioni non viene indicata alcuna caratteristica dell’impianto di ozonizzazione, salvo il flusso di massa di 8 Kg/h di Ozono prodotto (pag. 77 e 78 del SIA - pagg. 31-32 della Relaz. tecnica): considerato che il trattamento con Ozono è un passaggio critico per garantire il rispetto dei limiti del COD allo scarico, si richiede di dettagliare le caratteristiche tecniche dell’impianto di ozonizzazione, con particolare riguardo a:

- flussi di massa e portate di Ossigeno, Ozono, Aria e reflui nell’impianto;

- resa di abbattimento del COD (Kg Ozono/Kg COD rimosso) in condizioni medie e di punta;

- criteri adottati per garantire la continuità di funzionamento;

- consumo energetico;

- sistemi adottati per abbattere i residui di Ozono nei gas di sfiato (ovvero dimostrare che non ve ne sia la necessità);

- verifica che il trattamento con Ozono garantisca comunque un BOD5 allo scarico conforme ai limiti;

INFORMAZIONI INTEGRATIVE

- Le portate di ossigeno e di ozono prodotto sono costanti durante il trattamento; vengono utilizzati circa 2.000 kg di ossigeno al giorno, con una produzione di 192 kg di ozono al giorno (10,4 kg di ossigeno per kg di ozono prodotto).

- La resa di abbattimento è di circa 2,8 Kg Ozono/Kg COD rimosso.

- La continuità di funzionamento è garantita dalla presenza di due generatori in grado di funzionare sia in maniera alternativa sia in modalità parallela, in modo da garantire l’efficacia del trattamento anche in caso di guasto ad uno dei generatori. Inoltre, sia in caso di malfunzionamento dei generatori di ozono che di malfunzionamento del sistema di abbattimento dei residui di ozono, la sezione di ozonizzazione non viene alimentata con i reflui da trattare, bloccando automaticamente l’afflusso dei reflui a cascata nelle sezioni precedenti.

- Il consumo energetico orario del generatore di ossigeno è pari a 70 kWh.

- Tutti gli sfiati delle vasche di contatto confluiscono in un unico circuito che convoglia l’aria ad un distruttore di ozono dotato di resistenza elettrica impostata sopra i 350°C in grado di abbattere eventuali residui di ozono prima dell’emissione in atmosfera.

- Si allega il Certificato di Analisi n. 5494 S 2016 rilasciato da ASA Analisi Chimiche relativo alla verifica del BOD5 allo scarico. (ALLEGATO 3)

3.1.5 SFIATI POMPE DEGASAGGIO

RICHIESTA: specificare se le linee di estrusione prevedano pompe di degasaggio, e se gli sfiati relativi entrino in contatto con la rete delle acque tecnologiche.

INFORMAZIONI INTEGRATIVE

Le linee di estrusione sono dotate di pompe di degasaggio; gli sfiati di queste pompe vengono dapprima condensati e quindi accumulati in serbatoi dedicati, per poi essere smaltiti come rifiuto. In questo modo non vengono in contatto con la rete delle acque tecnologiche.

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3.1.6 DERIVAZIONE ACQUE SOTTERRANEE

RICHIESTA: indicare numero e profondità dei pozzi e relative finestrature, e fornire le corrispondenti analisi chimiche, corredate in particolare dei parametri base (pH, Conducibilità, Cloruri, Nitrati, Solfati, Ammoniaca) e un set minimo di metalli (Mercurio incluso)

INFORMAZIONI INTEGRATIVE

Si riporta di seguito una tabella con i dati richiesti per i 5 pozzi di approvvigionamento:

Pozzo Profondità (da p.c.) Finestratura

Pozzo 1 139 m 136 – 139 m

Pozzo 2 37,5 m 34,5 – 37,5 m

Pozzo 3 37,5 m 34,5 – 37,5 m

Pozzo 4 140 m 136 – 139 m

Pozzo 5 140 m 136 – 139 m

Si allegano alla presente le analisi chimiche effettuate sulle acque emunte (ALLEGATO 4); si fa presente che i limiti riportati nei certificati si riferiscono all’uso potabile dell’acqua.

3.1.7 ACQUE DI RAFFREDDAMENTO

RICHIESTA: specificare portate medie allo scarico, temperatura media e ciclo giornaliero di attività

INFORMAZIONI INTEGRATIVE

Le acque di raffreddamento vengono utilizzate principalmente nei periodi più caldi, al fine di abbassare la temperatura negli ambienti in cui sono presenti gli impianti di estrusione/filmatura di materie plastiche, in cui l’elevata temperatura non permetterebbe ai macchinari di lavorare in modo efficiente, oltre al benessere degli operatori. Per questa ragione l’andamento allo scarico può variare tra 80 m3/h e circa 100 m3/h nei periodi più caldi.

La temperatura dell’acqua misurata all’uscita del ciclo di raffreddamento è pari a 15,7 °C (ALLEGATO 5).

L’attività, e quindi lo scarico delle acque di raffreddamento, avviene a ciclo continuo nelle 24 ore.

3.1.8 RICETTORE DEGLI SCARICHI “RIO SILETTO”

RICHIESTA: - specificare se abbia portata continua durante l’anno, ovvero sia soggetto ad asciutte periodiche;

- indicare qual è l’Ente che lo gestisce, e come viene classificato (irriguo, scolo o altro);

- indicare la portata media (o il regime di portata);

- verificare se il Rio sia da intendersi o meno quale “canale artificiale” ai sensi della nota 1 alla Tab. 3 dell’All. 5 alla Parte III del D.Lgs. 152/06.

INFORMAZIONI INTEGRATIVE

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Il Rio Siletto è un corso d’acqua di breve lunghezza che confluisce nel Fiume Sile. L’Ente gestore del corso d’acqua è il Comune di Istrana, che ha rilasciato il nulla osta idraulico per lo scarico delle acque provenienti da Aliplast. La funzione del Rio Siletto è essenzialmente quella di fare da scolo per la porzione di territorio che costituisce il bacino idrografico; per questo motivo la portata dipende essenzialmente dalle precipitazioni, sebbene non si verifichino periodi di secca.

Il carattere del Rio Siletto, soprattutto in corrispondenza dello stabilimento Aliplast, è di corso d’acqua modificato dall’attività umana, dal momento che si trova tra il confine dello stabilimento e la strada comunale via delle Fornaci.

3.1.9 IMPATTO ACUSTICO

RICHIESTA: Si ritengono tuttavia non sufficientemente valutate alcune possibili criticità, riguardo alle quali si chiedono le seguenti integrazioni:

1. La stesura di un cronoprogramma relativo a tutti gli interventi previsti per abbattere le emissioni sonore. In tal senso si condivide quanto espresso nell’ultimo capoverso di pag.

36 di 40, circa la necessità di verificare con misure fonometriche l’effettivo miglioramento ottenuto con i singoli interventi e la necessità di eventuali ulteriori provvedimenti di riduzione.

2. Il progetto di miglioramento deve tenere conto che a poche centinaia di metri dall’insediamento produttivo insiste l’area del parco del Sile e che il confinante Comune di Morgano ha previsto in tale area limiti acustici più bassi rispetto alle aree del Comune di Istrana più prossime allo stabilimento.

3. A pag. 9 di 40 si sostiene che la ditta opera a “ciclo continuo” con un massimo di 300 giorni di lavoro all’anno. Ricadere nella condizione di cui al Decreto del Ministero dell’Ambiente del 11 dicembre 1996 riconosce alla ditta una sorta di esenzione, a determinate condizioni, dall’applicazione del criterio differenziale (che è solitamente il criterio di valutazione del rumore più cautelativo per i cittadini residenti nelle vicinanze della ditta). Si chiede quindi di produrre della documentazione a sostegno del fatto che la ditta rientri nelle definizioni di impianto a ciclo produttivo continuo stabilite dall’art. 2 del Decreto stesso.

4. Si chiede di includere nelle mappe di diffusione del rumore anche il contributo acustico dovuto al transito e alla sosta dei mezzi pesanti di trasporto.

INFORMAZIONI INTEGRATIVE

- Viene riportato di seguito il cronoprogramma degli interventi di mitigazione dell’impatto acustico. La data di inizio è quella in cui verrà rilasciata l’autorizzazione del progetto.

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Il cronoprogramma prevede una durata massima di 2 anni, qualora debbano essere realizzati tutti gli interventi ipotizzati; come già illustrato, a seguito di ogni intervento verrà verificata l’efficacia dello stesso e l’eventuale necessità di ulteriori interventi. Per questo motivo l’ordine degli interventi potrebbe essere modificato a seguito di analisi tecnico-economiche sull’efficacia dei singoli interventi, fermo restando il termine massimo di 2 anni per la realizzazione degli interventi.

- In riferimento al Decreto 11 Dicembre 1996 del Ministero dell’Ambiente, il ciclo di lavorazione dell’attività di ALIPLAST S.p.A. rientra nelle definizioni degli impianti a ciclo continuo, fatti salvi i periodi per la manutenzione ordinaria programmata, come indicato nello stesso Decreto.

In particolare, le linee produttive per la produzione di Polimeri Rigenerati in materie plastiche, produzione Imballaggi Industriali in PE e Lastra per termoformatura in PET, come da processo produttivo descritto in Relazione Tecnica “Figura 2.1. Schema di flusso del processo produttivo” a pag. 11 di 51, prevedono una fase di fusione/estrusione che comporta il passaggio del materiale plastico attraverso il “corpo macchina”. Tale corpo macchina è composto da un “cilindro cavo” ed una “vite senza fine” avvolti da una involucro di resistenze elettriche, che portano il materiale plastico alla fusione; successivamente il materiale fuso viene spinto dalla vite verso la testa della macchina dove passa attraverso una filiera/taglio per essere ridotto in granuli e/o trafilato in bolla o in testa piana ottenendo una foglia poi avvolta in bobine.

Le fasi di avvio e spegnimento macchina comportano tempi gravosi di gestione dell’impianto dovuti alla messa a regime dello stesso, che comprende le fasi di accensione delle resistenze in sequenza su tutto il corpo macchina prima con temperature basse e poi via via sempre più alte fino al raggiungimento della temperatura di regime per evitare la “carbonizzazione” del materiale, la taratura delle stazioni di trasporto materiale e del raffreddamento impianto, il controllo dell’uniformità dello spessore del materiale estruso, etc.; una volta avviata la macchina, al fine di ottenere una continua conformità del prodotto, non è possibile l’interruzione dell’attività produttiva, se non in occasione di

“fermi impianto” per attività manutentive programmate e/o straordinarie.

Un turno di lavoro completa il suo ciclo in 21 turni per poi iniziare il ciclo successivo, come previsto dal CCNL di settore industria della gomma e delle materie plastiche.

Si allega inoltre la revisione della relazione previsionale di impatto acustico.

Intervento 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Coibentazione (inguainamento) delle tubazioni esterne di scorrimento dei granuli plastici;

Verifica

Silenziamento dei camini Verifica

Insonorizzazione dei gruppi di aspirazione con pannellature coibenti;

Verifica

Insonorizzazione dei varchi Verifica

Mesi

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ALLEGATO 1

Schema di funzionamento dell’impianto di trattamento acque di processo

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ALLEGATO 2

Schema di funzionamento dell’impianto di trattamento acque di dilavamento

piazzali

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