Cos’è la biomassa?
Il termine biomassa nasce in Italia alla fine degli anni ‘70 quando, dopo la crisi energetica e sotto la spinta di esigenze ambientali, si risvegliò l’interesse per le fonti rinnovabili di energia.
Biomassa: tutto ciò che ha matrice organica, fatta eccezione per i materiali fossili.
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Definizione di biomassa
• Rappresenta la forma più sofisticata di accumulo dell’energia solare.
Grazie al processo di fotosintesi, i vegetali sono in grado di convertire l’energia radiante in energia chimica e stoccarla sotto forma di molecole complesse, ad elevato contenuto energetico.
• La biomassa si può considerare una risorsa rinnovabile ed inesauribile nel tempo, purché venga impiegata ad un ritmo non superiore alle capacità di rinnovamento biologico.
Definizione di biomassa
S'intende per biomassa ogni sostanza organica derivante direttamente o indirettamente dalla fotosintesi clorofilliana.
Mediante questo processo, le piante assorbono dall'ambiente circostante anidride carbonica (CO2) e acqua, che vengono trasformate, con l'apporto dell'energia solare e di sostanze nutrienti presenti nel terreno, in materiale organico utile alla crescita della pianta. In questo modo vengono fissate complessivamente circa 2×1011 tonnellate di carbonio all'anno, con un contenuto energetico equivalente a 70 miliardi di tonnellate di petrolio, circa 10 volte l'attuale fabbisogno energetico mondiale.
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Definizione di biomassa
Ciclo dell’uso della biomassa
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Biomassa
Le biomasse comprendono vari materiali di origine biologica, scarti delle attività agricole riutilizzati in apposite centrali termiche per produrre energia elettrica.
• colture arboree ed erbacee destinate alla produzione di biocarburanti e biocombustibili
• sottoprodotti delle produzioni erbacee, arboree e delle lavorazioni agro-industriali
• sottoprodotti delle lavorazioni forestali e dei legnami da opera
• reflui zootecnici per la produzione di biogas
• residui dell’industria alimentare e mangimistica (pule dei cereali, canna da zucchero ecc.)
Biomasse: natura e provenienza
Forestale
Agroforestale Agricolo
• Colture erbacee
• Colture arboree
• Colture dedicate
• Residui colturali
Comparto zootecnico
Industriale: Residui delle attività industriali
• Industria del legno
• Industria della cellulosa e della carta
• Industria agroalimentare
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Le colture energetiche
Erbacee annuali
• oleaginose: colza, girasole, soia, ricino
• zuccherine-amidacee: barbabietola, sorgo zuccherino, topinambur, mais, frumento, patata
• da fibra: sorgo, canapa, kenaf
Erbacee poliennali
:• canna, miscanto, panico, cardo
Legnose a breve rotazione (S.R.F.):
• pioppo, salice, robinia, eucalipto
Utilizzazione biomassa
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Combustione
• La combustione di prodotti e residui agricoli si attua con buoni rendimenti, se si utilizzano come combustibili sostanze ricche di glucidi strutturati (cellulosa e lignina) e con contenuti di acqua inferiori al 35%.
• L’energia termica recuperata viene utilizzata generalmente per riscaldamento o per processi produttivi industriali oppure per generare elettricità grazie a cicli a gas o a vapore.
Combustione
La biomassa può essere utilizzata in vari modi:
• bruciata per produrre energia termica (in particolare il legno);
• fermentata in appositi digestori dove alcuni batteri la trasformano in GAS (BIOGAS);
• alimentazione di elettrodomestici e apparati vari;
• produzione di biocarburante (biodiesel da olio di colza, etanolo o alcool etilico da cereali e ortaggi ricchi di zucchero) che può essere impiegato come combustibile per motori a scoppio;
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Pirolisi
Decomposizione termochimica di materiali organici, ottenuta mediante l’applicazione di calore, a temperature comprese tra 400 e 800°C, in completa assenza di un agente ossidante, oppure con una ridottissima quantità di ossigeno (in quest’ultimo caso il processo può essere descritto come una parziale gassificazione).
I prodotti della pirolisi sono:
gassosi,
liquidi,
solidi,
in proporzioni che dipendono dai metodi di pirolisi e dai parametri di reazione.
Gassificazione
• Ossidazione incompleta di una sostanza in ambiente ad elevata temperatura (900 ÷ 1.000°C) per la produzione di un gas combustibile (detto gas di gasogeno).
Esistono problemi connessi con il suo immagazzinamento e trasporto, causa il basso contenuto energetico per unità di volume.
• Ciò fa sì che risulti eccessivamente costoso il trasporto su lunghe distanze. Tali inconvenienti possono essere superati trasformando il gas in alcool metilico (CH³OH), che può essere agevolmente utilizzato per l’azionamento di motori. Il metanolo può essere successivamente raffinato per ottenere benzina sintetica, con potere calorifico analogo a quello delle benzine tradizionali.
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Fermentazione alcolica
• E’ un processo, di tipo micro-aerofilo, di trasformazione dei glucidi contenuti nelle produzioni vegetali in bioetanolo (alcool etilico).
• La destinazione più considerata è il suo utilizzo
nella sintesi dell’ETBE (EtilTertioButilEtere),
usato in miscela alle benzine come additivo
ossigenato ed antidetonante in sostituzione del
piombo tetraetile o degli idrocarburi aromatici.
Digestione anaerobica
• Conversione biochimica in assenza di ossigeno, ad opera di microrganismi, di sostanze organiche complesse in gas (biogas) costituito da CH
4e CO
2.
• Il biogas così prodotto viene raccolto, essiccato, compresso ed immagazzinato e può essere utilizzato come combustibile per alimentare lo stesso processo di bioconversione, ovvero veicoli a gas o caldaie a gas per produrre calore e/o energia elettrica.
• Gli impianti possono essere alimentati mediante residui ad alto grado di umidità.
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Spremitura/esterificazione
Gli oli vegetali sono estratti dalle piante oleaginose (soia, colza, girasole, ecc.). Caratteristica comune di tutte le oleaginose è quella di essere ricche di materie proteiche che, dopo l’estrazione dell’olio, sono impiegabili nell’alimentazione animale sotto forma di panelli.
Gli oli possono essere utilizzati come combustibili nello stato in cui vengono estratti oppure dopo esterificazione, ed il loro utilizzo ha destato ormai da tempo un notevole interesse, sia per la disponibilità di tecnologie semplici di trasformazione ed utilizzazione, sia perché consentono bilanci energetici accettabili, sia, infine, per la riutilizzazione dei sottoprodotti di processo (es. la glicerina, utilizzata dall’industria farmaceutica).
Perché l’interesse per le agroenergie?
• Aumento del prezzo del petrolio
• Problemi ambientali e cambiamento globale clima
• La dipendenza energetica UE elevatissima: tentativo di ridurla
• Impegni U.E. per energie da fonti rinnovabili (Protocollo di Kyoto)
• Possibilità di reddito per gli agricoltori dopo il disaccoppiamento
• C’è una scelta dell’Unione Europea verso la multifunzionalità e la sostenibilità
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Scenario energetico
Lo scenario energetico è caratterizzato da:
• Aumento della domanda energetica da parte dei paesi industrializzati e di nuova industrializzazione, in gran parte da fonti non rinnovabili: petrolio, gas naturale, carbone.
Problematiche energetico ambientali
• Lo sviluppo industriale dell’ultimo secolo ha portato ad un aumento del carbonio immesso in atmosfera.
• VARIAZIONI CLIMATICHE A LIVELLO GLOBALE (aumento della temperatura sulla superficie e dei mari).
Dal Libro Verde “Verso una strategia europea di sicurezza dell’approvvigionamento energetico”.
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Problematiche energetico ambientali
Protocollo di Kyoto
• Il protocollo di Kyoto del 10 dicembre 1997 sancisce l’impegno dei paesi industrializzati a fare in modo che nel 2010 le emissioni dei gas serra siano ridotte del 5,2% rispetto alle emissioni del 1990.
• Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16
febbraio 2005.
Problematiche energetico ambientali
Protocollo di Kyoto e Italia
• Per l’Italia, che ha ratificato il Protocollo di Kyoto con la legge n. 120 del 1 giugno 2002, l’obbiettivo di riduzione è pari al 6,5% rispetto ai livelli del 1990.
• Nel 2000 le emissioni italiane di CO2 sono aumentate del 5% rispetto al 1990
• Uno degli strumenti utilizzabili per raggiungere obbiettivi del Protocollo è l’utilizzo fonti energetiche alternative (fonti rinnovabili)
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Problematiche energetico ambientali
Trarre energia dalle biomasse consente di eliminare rifiuti prodotti dalle attività umane, produrre energia elettrica e ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio.
• Produzione di energia da fonte rinnovabile;
• Miglioramento dell'economia delle aziende zootecniche e/o agricole;
• Minori emissioni di gas-serra;
• Migliore qualità dei fertilizzanti prodotti;
• Riciclaggio economico dei rifiuti, con ricaduta positiva sull'impatto ambientale;
• Minore inquinamento da odori e ridotta presenza di insetti;
• Miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie dell'azienda.
Vantaggi
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Sotto il profilo ecologico:
Calo delle emissioni di metano e ammoniaca
Riduzione in via indiretta dei gas serra
Minore emissione di composti organici volatili non metanici
Sostituzione delle fonti combustibili fossili
Per l’allevamento zootecnico:
Risparmio energetico o possibilità di cedere energia ad altri
Abbattimento degli odori
Accelerazione del processo di stabilizzazione del liquami stoccati
Benefici ambientali dal recupero di
biogas
COMBUSTIONE DEL BIOGAS
In caldaia con produzione di energia
termica
In motori azionanti gruppi elettrogeni per la
produzione di energia elettrica
In cogeneratori per la produzione combinata di
energia elettrica e termica
Possibili impieghi del biogas
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Riassumendo
Comparto agricolo
Il comparto agricolo svolge, e svolgerà, un ruolo sempre più preponderante nella produzione di combustibili da biomassa
Nel panorama delle imprese che esprimono al meglio la multifunzionalità nell’agricoltura ben rientrano le:
IMPRESE AGRO-ENERGETICHE
Imprese agro-energetiche
AZIENDA AGRO - ENERGETICA
COLTIVA
FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI
PRODUCE
ENERGIA RINNOVABILE
VENDE
ELETTRICA TERMICA FRIGORIFICA
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Imprese agro-energetiche
Modelli di imprese agri-energetiche
• Aziende agricole che coltivano le “materie prime”
destinate a produrre energia.
• Aziende agricole che coltivano biomasse energetiche dalle quali producono energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo aziendale.
• Imprese agricole che, oltre a produrre ed utilizzare e/o vendere biocombustibili, con propri impianti producono energia che vendono a terzi.
Obiettivi UE Energie Rinnovabili
• Riduzione emissioni di CO2
• Diversificazione degli approvvigionamenti e riduzione della dipendenza energetica
• Riduzione delle emissioni di gas serra (Protocollo di Kyoto)
• Sostenibilità ambientale
• Sviluppo delle aree rurali (multifunzionalità agricoltura, nuove opportunità di lavoro)
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Normativa comunitaria agroenergie
Direttive:
• Direttiva 2001/77/CE: “energia elettrica da fonti rinnovabili”
incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili
contributo delle fonti rinnovabili pari al 12% del consumo interno lordo di energia nel 2010
• Direttiva 2003/30/CE: “direttiva biocarburanti”
biocarburanti: sostanze liquide o gassose derivanti direttamente dalla biomassa
immissione sul mercato di una quota di biocarburanti del 2% nel 2005 e del 5,75% nel 2010
• Direttiva 2003/96/CE: “tassazione prodotti energetici”
gli Stati membri possono applicare esenzioni del livello di tassazione dei prodotti energetici
Comunicazioni commissione europea
• Libro bianco UE sulle fonti energetiche rinnovabili
Prevede di raggiungere entro il 2012 la quota del 12% di energia rinnovabile nei consumi interni.
• Piano di azione sulla biomassa (2005):
promuove l’impiego della biomassa con misure concernenti l’approvvigionamento, il finanziamento e la ricerca del settore biomasse
settori coinvolti: riscaldamento, trasporti, produzione di elettricità
vantaggi delle biomasse nel 2010:
riduzione 6% importazioni energia
possibile riduzione del prezzo del petrolio
abbattimento emissioni carboniose di 209 milioni ton/anno
aumento occupazione nelle zone rurali di 300.000
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Comunicazioni commissione europea
• Strategia UE biocarburanti (2006)
il settore dei trasporti produce il 21% delle emissioni di gas serra in Europa
vantaggi biocarburanti:
riduzione emissioni gas serra
decarbonizzazione dei combustibili per il trasporto
sviluppo di sostituti a lungo termine per il petrolio
• Libro Verde dell’UE 2006
Obiettivi: riduzione domanda di energia, maggiore ricorso a fonti energetiche alternative, diversificazione delle fonti energetiche, intensificazione della cooperazione internazionale.
• Conclusioni del Consiglio Europeo, Marzo 2007 Strategia energetica Europa fino al 2020:
20% di energia prodotta da fonti rinnovabili
20% di riduzione delle emissioni
20% di aumento dell’efficienza energetica
ricorso a biocarburanti nel settore dei trasporti in misura di almeno il 10%
Colture erbacee
Sorgo
• Il sorgo è una pianta erbacea annuale
• Il ciclo colturale è lo stesso del mais
• Il culmo è molto sviluppato (4 m di altezza)
• E’ una pianta rustica che si adatta ad elevate condizioni di stress idrico
• Le produzioni sono elevate anche in coltura asciutta (>20 t/ha s.s.)
Raccolta sorgo
Raccolta (effettuata con due cantieri)
PRIMO CANTIERE: Falcia-trincia-caricatrice Prodotto finale: sorgo trinciato
SECONDO CANTIERE: Barra falciante, ranghinatore e rotoimballatrice
Prodotto finale: rotoballe
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Fasi lavorazione del sorgo
Fasi lavorazione del sorgo
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Pioppo SRF
Short Rotation Forestry (SRF) di pioppo
• La SRF di pioppo è la coltivazione di cloni selezionati specificatamente per impianti molto fitti destinati alla produzione di cippato di legno, impiegato come combustibile
• SRF significa forestazione a breve rotazione o ceduo a breve rotazione
• Le piantagioni hanno una densità che varia dalle 6.000 alle 14.000 piante/ha
• I turni di ceduazione dipendono dalla densità di impianto: 6.000-7.000 piante/ha (taglio biennale), 10.000-14.000 piante/ha (taglio annuale)
• I lavori di impianto, così come tutte le altre lavorazioni, sono completamente meccanizzabili
• Produttività media annua: 18 - 22 t sostanza secca/ha
Caratteristiche dei cloni di pioppo
• rapidità di accrescimento;
• elevata produttività;
• spiccata capacità pollonifera;
• competitività con malerbe;
• resistenza a protratti periodi siccitosi;
• resistenza alle principali avversità biotiche;
• rusticità per fattori climatici e pedologici;
• sopravvivenza nel tempo delle ceppaie;
• resistenza all’allettamento.
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Schema di impianti di pioppo
280 cm
60 cm
TURNO BIENNALE – FILA SINGOLA 5.900 piante/ha
280 cm 75 cm
40 cm
TURNO ANNUALE – FILE BINATE 14.000 piante/ha
Primo anno
Primo ciclo Secondo ciclo Terzo ciclo Quarto ciclo
Aratura - - -
Concimazione di
fondo - - -
Erpicatura - - -
Messa a dimora
talee - - -
Diserbo pre- emergenza
Diserbo pre- emergenza
Diserbo pre- emergenza
Diserbo pre- emergenza Concimazione in
copertura
Concimazione in copertura
Concimazione in copertura
Concimazione in copertura Diserbo post-
emergenza
Diserbo post- emergenza
Diserbo post- emergenza
Diserbo post- emergenza Lavorazioni
nell’interfila
Lavorazioni nell’interfila
Lavorazioni nell’interfila
Lavorazioni nell’interfila Irrigazione Irrigazione Irrigazione Irrigazione
Cure colturali
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Raccolta pioppo S.R.F
La raccolta è eseguita con la falcia-trincia-caricatrice.
Prodotto finale: cippato IL CIPPATO
• Legname in scaglie ottenuto da apposite macchine. Per produrre chips viene utilizzato legno di qualità inferiore, come i residui delle potature boschive , agricole o urbane, le ramaglie e i cimali, oppure ancora i sottoprodotti delle segherie e il legno proveniente da impianti a breve rotazione (SRF).
Il cippato può essere di tre tipologie:
• verde, quando sono presenti anche le foglie (è il caso della sminuzzatura della pianta intera, o delle ramaglie);
• marrone, se sono cippati rami e tronchetti con corteccia;
• bianco, se il materiale da cippare è stato preventivamente scortecciato;
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Biocombustibili gassosi
Il biogas è una miscela gassosa ottenuta dalla digestione anaerobica di biomassa di origine vegetale e/o di residui di origine animale.
La percentuale di metano nel biogas varia a seconda del tipo di sostanza organica digerita e delle condizioni di processo, da un minimo del 50% fino all’70%
circa.
Composizione del biogas %
Metano (CH4)
Anidride carbonica (CO2) Idrogeno (H2)
Azoto (N2)
Ossido di carbonio (CO) Ossigeno (O2)
Idrogeno solforato (H2S)
50-70 25-45 1-10 0.5-3
0,1 Tracce
tracce
Digestione anaerobica
Processo biologico che consiste nella
demolizione della sostanza organica: lipidi, proteine, glucidi a carico di particolari
microrganismi anaerobi
prodotto ultimo del “processo digestivo” è Biogas
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Tecniche di digestione anaerobica
La digestione anaerobica può essere condotta in condizioni:
• termofile (circa 55°C)
• mesofile (circa 35°C)
• psicrofile (10 - 25 °C)
Tecniche di digestione anaerobica
Processo Monostadico:
• La digestione avviene in un reattore Processo Bistadico:
Due digestori distinti, posti in serie tra loro, ciascuno dedicato ad una serie di reazioni:
• Nel primo hanno luogo i fenomeni di idrolisi/acidogenesi ed acetogenesi,
• Nel secondo si sviluppa la fase metanigena
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Resa fermentazione
Resa fermentazione
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Impianto compatto produzione biogas
Impianto compatto produzione biogas
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Impianto compatto produzione biogas
Biocombustibili: biodiesel
Il biodiesel è un biocombustibile liquido utilizzato come carburante in autotrazione e come combustibile nel riscaldamento.
Il biodiesel si ottiene a partire dalla spremitura di semi oleosi di girasole, colza, soia e da una successiva trasformazione detta transesterificazione.
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Transesterificazione
Combinazione di una molecola di triglicerdide con tre molecole di metanolo.
3 molecole di acidi grassi liberi (biodiesel) Prodotti della reazione:
glicerolo
Esterificazione degli oli
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Utilizzazioni del biodiesel
La normativa italiana prevede che il biodiesel possa essere utilizzato in miscela con il gasolio fino ad un massimo del 5% in autotrazione e del 30% nelle flotte (per esempio autobus urbani).
Biocombustibili: bioetanolo
• Il bioetanolo è un alcool (etanolo o alcool etilico) ottenuto mediante un processo di fermentazione di diversi prodotti vegetali ad alto contenuto di amido o prodotti agricoli ad alto contenuto di zucchero.
• In campo energetico, il bioetanolo può essere utilizzato direttamente come componente per benzine o per la preparazione dell'ETBE (EtilTerButilEtere)
• Il Bioetanolo può essere aggiunto nelle benzine fino al 30%
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Materie prime bioetanolo
• Materiali zuccherini: sostanze ricche di saccarosio come la canna da zucchero, la bietola, il sorgo zuccherino, alcuni frutti, ecc.
• Materiali amidacei: sostanze ricche di amido come il grano, il mais, l'orzo, il sorgo da granella, la patata;
• Materiali ligno-cellulosici: sostanze ricche di cellulosa come la paglia, lo stocco del mais, gli scarti legnosi, ecc.
Il rendimento dei prodotti vegetali in bioetanolo è di circa il 30%.
Utilizzazioni: miscela con la benzina
• E’ un processo biologico complesso per mezzo del quale, in assenza di ossigeno, la sostanza organica viene trasformata in biogas (energia rinnovabile) costituito principalmente da metano (CH4) e anidride carbonica (CO2);
• La percentuale di metano nel biogas varia a secondo del tipo di sostanza organica digerita e delle condizioni di processo, da un minimo del 50% fino all’80% circa.
La digestione anaerobica
Schema riassuntivo di decomposizione anaerobica delle sostanze organiche durante la digestione.
La digestione anaerobica
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Schema del processo biologico di
digestione anaerobica
La digestione anaerobica
La digestione anaerobica
Materiali m3 biogas/t SV
Deiezioni animali (suini, bovini, avi-cunicoli)
200 - 500 Residui colturali (paglia, colletti barbabietole..) 350 - 400 Scarti organici agroindustria (siero, scarti
vegetali, lieviti, fanghi e reflui di distillerie, birrerie e cantine..)
400 - 800
Scarti organici macellazione (grassi, contenuto
stomacale ed intestinale, sangue, fanghi di flottazione…) 550 - 1000
Fanghi di depurazione 250 - 350
Frazione organica rifiuti urbani 400 - 600
Colture energetiche (mais, sorgo zuccherino…)
550 - 750
Biomasse e scarti organici avviabili a DA e loro resa in Biogas (m3 per tonnellata di solidi volatili)
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Le tecniche di digestione anaerobica possono essere suddivise in due gruppi principali:
• Digestione a secco (dry digestion), quando il substrato avviato a digestione ha un contenuto di solidi totali (ST) ≥ 20%;
• Digestione a umido (wet digestion), quando il substrato ha un contenuto di ST ≤ 10%.
Processi con valori di secco intermedi comuni vengono in genere definiti semisecco.
Le tecniche di digestione (1)
La digestione anaerobica può essere condotta o in condizione mesofile (circa 35°C), con tempi di residenza di 14-30 giorni, o termofile (circa 55°C), con tempi di residenza inferiori ai 14-16 giorni.
Con impianti semplificati è possibile operare anche in psicrofilia (10-25 °C), con tempi di residenza superiori ai 30 giorni.
Le tecniche di digestione (2)
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Può avvenire per:
• combustione diretta in caldaia, con produzione di sola energia termica;
• per combustione in motori azionanti gruppi elettrogeni per la produzione di energia elettrica;
• per combustione in cogeneratori per la produzione combinata di energia elettrica e di energia termica.
La trasformazione di biogas in energia
Dal 1.1.2002 i produttori italiani di EE da fonte convenzionale sono obbligati ad immettere in rete il 2%
di EE prodotta da fonti rinnovabili o ad acquistare i Certificati Verdi (CV).
• I CV sono titoli annuali attribuiti all’Energia Elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
• Il valore dei CV verrà determinato sul mercato dal gioco della domanda e dell’offerta; oggi il valore dell’EE dotata di CV è 0,12-0,13 /kWh.
• Attualmente la durata del CV è di 8 anni.
Incentivazione dell’energia rinnovabile
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Impianto aziendale in Germania: codigestione di liquami suini e scarti agroindustria - 1 cogeneratore da 40 kW.
Esempi
Impianto aziendale in Germania: codigestione di liquami suini, pollina e energy crops; 2 cogeneratori da 100 kW.
Esempi
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Impianto aziendale Austriaco:
codigestione di liquami suini, energy crops e residui colturali
Esempi
Impianto di Studsgard, Herning, DK
• Allevatori che forniscono liquame: 54
• Volume di digestione: 6600 m3 (2 reattori da 3300 m3 ciascuno)
• Temperatura di processo: 50°C
• Tempo di ritenzione (HRT): 16 giorni
• Carico organico all’impianto : liquami zootecnici 90000 t/anno, scarti organici agro-industriali 20-25000 t/anno, FORSU 4000 t/anno
• Volume delle vasche di stoccaggio del liquame digerito: 33000 m3
• Produzione di biogas: circa 3,5 milioni di m3/anno
Esempi
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Impianto di Langeweg, Olanda
Sfalci verde pubblico, 4 t/d, alimentati al digestore
Esempi
Impianto di Linkoping, Svezia
Volume di digestione: 7400 m3 ( 2 reattori da 3700 m3 ciascuno)
Temperatura di processo: 37°C
Tempo di ritenzione (HRT): circa 25 giorni Liquame zootecnico: 68 t/giorno
Scarti macellazione: 66 t/giorno
Acque reflue macellazione: 137 t/giorno Produzione di CH4 : circa 3 milioni di Nm3/anno
Esempi
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Biomasse interessate:
• Deiezioni animali :187.000.000 t/a.
• Scarti agro-industriali:12.000.000 t/a.
• Scarti di macellazione:2.000.000 t/a.
• Fanghi di depurazione: 2-3.000.000 t/a.
• Fraz.org. dei R.U.: 9.000.000 t/a.
• Residui colturali:10.000.000 tSS/a
• Colture energetiche: 230.000 ha set aside
La situazione in Italia
Impianto centralizzato di Spilamberto (MO)
in primo piano i due digestori anaerobici ( 8000+4000 m3)
Esempi
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Impianto centralizzato di Bettona (PG)
Esempi
Impianto centralizzato di Marsciano (PG)
Esempi
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Schema di funzionamento impianto
Schema di impianto di biogas
semplificato - senza riscaldamento
La produzione di metano ottenibile è di circa 15 m3/anno per 100 kg di peso vivo suino (circa 25 m3/anno di biogas)
Ing. Fabio Agosta –fabio.agosta@hotmail.com– 338.9459239
Esempio di inserimento di un impianto semplificato di recupero del biogas in un allevamento suinicolo annesso a caseificio.
Il biogas è utilizzato direttamente nella caldaia del caseificio.
Schema di impianto di biogas
Esempi di impianti a biogas
Ing. Fabio Agosta –fabio.agosta@hotmail.com– 338.9459239
Esempi di impianti a biogas
La produzione di metano ottenibile è di circa 21 m3/anno per 100 kg di peso vivo suino (circa 35 m3/anno di biogas)
Schema di impianto di biogas semplificato - con riscaldamento
Ing. Fabio Agosta –fabio.agosta@hotmail.com– 338.9459239
Schema di impianto di biogas
semplificato - senza riscaldamento
Esempio impianto di biogas in allevamento suinicolo:
pianta e schema di flusso
Schema di impianto di biogas semplificato - con riscaldamento
Ing. Fabio Agosta –fabio.agosta@hotmail.com– 338.9459239
Pavimento totalmente fessurato (ptf) con fossa di stoccaggio sottostante
Schema di raccolta liquami
Pavimento totalmente fessurato (ptf) e rimozione dei liquami con sistema a vacuum
Schema di raccolta liquami
Ing. Fabio Agosta –fabio.agosta@hotmail.com– 338.9459239
Pavimento totalmente fessurato (ptf) con ricircolo dei liquami in tubi o cunette senza strato liquido
Pompa di ricircolo
Vasca di arrivo e ripresa
Collettore di raccolta Collettore
ripartitore Valvola di
apertura
Condotta di ricircolo
Controllo automatico
Schema di raccolta liquami
Progetto per allevamento bovino da latte 520 capi in produzione
SEPARATORE
STOCCAGGIO
USO AGRONOMICO
PRODUZIONE BIOGAS Resa 0,42 m3biogas/kg ST
1896 m3biogas/d 1120 m3CH4/d
170 kWe Input totale DA
44,1 m3/d 4506 kg ST/d
Digestione anaerobica Volume 1680 m3
HRT 38 d Carico 2,50 kg ST/m3
STOCCAGGIO 1437 kg ST/d 29 ha
Insilato di mais 4,4 t/d 5,8 m3/d
Liquame bovino 520 capi in produzione
3069 kg ST/d 2613,5 kg ST/d
1698,7 kg ST/d 40,3 m3/d
38,3 m3/d 44,1 m3/d
914,7 kg ST/d 3,05 t/d
3,8 m3/d CHIARIFICATO
VASCA POLMONE
VASCA POLMONE
Esempio progetto
Ing. Fabio Agosta –fabio.agosta@hotmail.com– 338.9459239
Energia Elettrica netta prodotta = 1.159.000 kWh/anno Ricavi:
Valore Energia Elettrica ceduta (0,085 €/kWh) = 98.515 €/anno Valore CV (0,109 €/kWh) = 140.363 €/anno
Totale ricavi = 238.878 €/anno Costi esercizio:
Service cogeneratore (0,02 €/kWh) = 25.755 €/anno Esercizio impianto= 40.000 €/anno
Produzione mais al netto premi PAC (11,24 €/t) = 17.900 €/anno Totale esercizio = 83.655 €/anno
Costo investimentocirca 670.000 €
PBT = 4,3 anni (3 anni con un contributo del 30%)
NB: +21 ha per uso agronomico digestato per presenza insilato di mais
Bilancio economico
FLOTTATORE
SEPARATORE
STOCCAGGIO Fango Chiarificato
USO AGRONOMICO
PRODUZIONE BIOGAS Resa 0,44 m3biogas/kg ST
2740 m3biogas/d 1725 m3CH4/d
220 kWe
USO AGRONOMICO Input totale DA
71,5 m3/d 6250 kg ST/d
Digestione anaerobica Volume 2500 m3
HRT 35 d Carico 2,5 kg ST/m3
STOCCAGGIO V totale 35856 m3 850 kg ST/d
17 ha
Insilato di mais 2,6 t/d 4,0 m3/d
Peso vivo suino 1500 t p.v.
Liquame suino 200 m3/d 8250 kg ST/d
5400 kg ST/d
2850 kg ST/d
3500 kg ST/d
2345 kg ST/d 66,7 m3/d
67,5 m3/d 71,5 m3/d
132,5 m3/d
1155 kg ST/d 3,85 t/d
4,8 m3/d CHIARIFICATO
Progetto per allevamento suinicolo ciclo chiuso 1500 t p.v.
Esempio progetto
Ing. Fabio Agosta –fabio.agosta@hotmail.com– 338.9459239
Energia Elettrica netta prodotta = 1.504.000 kWh/anno Ricavi:
Valore EE autocons (365.000 kWh a 0,107 €/kWh) = 39.055 €/anno Valore EE ceduta (0,085 €/kWh) = 96.815 €/anno
Valore CV (0,109 €/kWh) = 191.840 €/anno Totale ricavi = 327.710 €/anno
Costi esercizio:
Service cogeneratore (0,02 €/kWh) = 35.200 €/anno Esercizio impianto= 48.000 €/anno
Produzione mais al netto premi PAC (11,24 €/t) = 10.670 €/anno Totale esercizio = 93.870 €/anno
Costo investimentocirca 950.000 €
PBT = 4,1 anni (2,8 anni con un contributo del 30%)
NB: + 12 ha per uso agronomico liquame per presenza insilato di mais
Bilancio economico
Grazie dell’attenzione
Ing. Fabio Agosta – fabio.agosta@hotmail.com – 338.9459239