• Non ci sono risultati.

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA COMITATO PARITETICO DI CONTROLLO E VALUTAZIONE. Seduta del 6 maggio 2021 Verbale n. 16/2021

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA COMITATO PARITETICO DI CONTROLLO E VALUTAZIONE. Seduta del 6 maggio 2021 Verbale n. 16/2021"

Copied!
13
0
0

Testo completo

(1)

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA XI Legislatura COMITATO PARITETICO DI CONTROLLO E VALUTAZIONE

Seduta del 6 maggio 2021 Verbale n. 16/2021

Il giorno 6 maggio 2021, alle ore 15,30, ai sensi della Deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 77 del 6 aprile 2020, il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione è convocato presso la sede del Consiglio regionale e in videoconferenza in seduta congiunta con la IV Commissione consiliare “Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione” per la trattazione degli argomenti di cui al seguente ordine del giorno:

1. Presentazione dei risultati della Missione Valutativa “La formazione dei tecnici specializzati in Lombardia” a cura del Dipartimento di Scienze economico-aziendali e diritto per l’economia dell’Università statale di Milano Bicocca.

Presiedono la seduta la Presidente del Comitato Paritetico Barbara Mazzali e il Presidente della IV Commissione consiliare Gianmarco Senna. Alle ore 15,32 la Presidente Barbara Mazzali, accertata per il Comitato la presenza del numero legale con appello nominale, apre la seduta. Per il Comitato sono presenti in videoconferenza il Vice Presidente Marco Degli Angeli e i Consiglieri Gabriele Barucco, Consolato Gregorio Mammì, Angelo Orsenigo, Manfredi Palmeri.

Assistono alla seduta la dott.ssa Elvira Carola - dirigente dell’Ufficio Studi, Analisi Leggi e Politiche regionali e la dott.ssa Michela Rocca, responsabile dell’Unità Operativa Analisi Leggi e Valutazione Politiche regionali e il dott. Giorgio Campilongo - istruttore direttivo verbalizzante.

Partecipano in videoconferenza le prof.sse Simona Comi e Laura Resmini del Dipartimento di Scienze economico-aziendali e diritto per l’economia dell’Università degli Studi di Milano- Bicocca e, per la Direzione generale Formazione e lavoro di Regione Lombardia, la dott.ssa Brunella Reverberi - dirigente dell’Unità Organizzativa Sistema duale e filiera formativa e il dott. Michelino Pisani.

Il Presidente della IV Commissione chiede alla Presidente Barbara Mazzali di introdurre la presentazione della missione valutativa. La seduta si svolge come riportato nella trascrizione allegata.

(2)

Alle ore 15,44 si scollega il Cons. Manfredi Palmeri.

Alle ore 15,45 si scollega il Cons. Gabriele Barucco.

Alle ore 16,07 si collega la Cons. Simona Pedrazzi.

La Presidente Barbara Mazzali alle 16,26, accertata con appello nominale la presenza del Vice Presidente del Comitato Paritetico Marco Degli Angeli e dei Consiglieri Angelo Orsenigo, Consolato Gregorio Mammì, Simona Pedrazzi, dichiara chiusa la seduta.

f.to LA PRESIDENTE Barbara Mazzali

f.to LA DIRIGENTE f.to IL VERBALIZZANTE Ufficio Studi, Analisi Leggi e Politiche Regionali

Elvira Carola Giorgio Campilongo

Copia informatica di documento analogico

(3)

Allegato al Verbale n. 16/2021

Trascrizione della seduta del 5 maggio 2021 Presidente Gianmarco SENNA

Presidente Mazzali abbiamo anche i due Relatori che hanno curato la ricerca che lei naturalmente conosce: Laura Resmini, docente del Dipartimento di scienze economico- aziendali e diritto per l’economia dell’Università di Milano Bicocca e Simona Comi, docente del Dipartimento di scienze economico-aziendali e diritto per l’economia dell’Università di Milano Bicocca.

Per la Giunta abbiamo Brunella Reverberi per la Direzione generale Formazione e Lavoro.

Presidente Gianmarco SENNA

Va bene. Ricordiamo che la Missione Valutativa, Presidente Mazzali, è riguardo la formazione dei tecnici specializzati in Lombardia. Ci sono degli spunti molto utili, perché sappiamo della necessità delle piccole e medie aziende di trovare figure già formate e c’è un forte disallineamento tra le esigenze delle aziende e il percorso formativo.

A questo punto passerei, se lei è d’accordo, la parola a Laura Resmini. Voleva aggiungere qualcosa Presidente?

Presidente Barbara MAZZALI

Volevo solamente aggiungere che la Missione Valutativa è stata chiaramente frutto di un accordo con la sua Commissione, e di questo la ringrazio, ed è stata successivamente sollecitata. È molto sentita, in modo particolare da Confindustria Lombardia che ha, appunto, proposto di valutare questo tipo di intervento.

I risultati di questa Missione ci aiuteranno sicuramente a comprendere meglio anche come orientare le politiche che aiutano le imprese e questo è molto importante perché aiutiamo le imprese che producono ricchezza, ma soprattutto i giovani a trovare il modo molto più facile un lavoro. Da quello che è scaturito, dalle conoscenze che sono emerse da questa Missione Valutativa, abbiamo le indicazioni che poi i Consiglieri potranno utilizzare per legiferare in modo molto più corretto.

Voglio solo ringraziare e aggiungere che è presente la Fondazione ITS per le Nuove Tecnologie della Vita, che è la Fondazione Minoprio, e la Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie per il Made in Italy, la Jobs Academy, che hanno collaborato mettendo chiaramente a disposizione la loro esperienza. Quindi li ringrazio per essere qui accanto a noi.

Non voglio rubare del tempo alla Dottoressa Resmini e alla Dottoressa Comi, che sono delle vecchie conoscenze per quanto riguarda il mondo della valutazione, perché se ne occupano all’interno della Bicocca ma sono a livello nazionale due figure che sulla valutazione hanno una grossissima popolarità in quanto, appunto, sono valutatrici da sempre di misure regionali. Grazie ancora alla Professoressa Resmini e alla Professoressa Comi. Darei loro la parola, chiedendo a entrambe una gentilezza - lo faccio sempre - che non è una mancanza di eleganza nei loro confronti, ma chi opera nella valutazione è abituato a entrare nelle misure valutative in modo molto preciso e metodico. Questo non è sicuramente luogo per entrare

(4)

nel merito, quindi chiedo sia a Resmini che a Comi di fare una rappresentazione della Missione Valutativa molto dinamica puntando soprattutto su quello che è emerso da questi migliaia di dati che sono stati anche frutto di una grandissima collaborazione con le direzioni generali dell’assessorato, che ringrazio chiaramente perché se non fosse stato per loro questa Missione Valutativa non sarebbe decollata.

Presidente Gianmarco SENNA

Tra le altre cose, Presidente, tramite Intranet abbiamo già distribuito a tutti i Consiglieri che hanno tutta la parte di dettaglio e possono approfondire.

Presidente Barbara MAZZALI

Perfetto. Questa è una Missione Valutativa insieme a quella del fattore famiglia che sarà importantissima per noi, perché sono due Missioni Valutative che risponderanno alle necessità delle imprese e delle famiglie che sono le due fragilità che andremo ad affrontare nei prossimi periodi. Grazie.

Professoressa Simona COMI

Grazie a lei, Presidente. Aggiungo anche il ringraziamento al Presidente Senna e alla Dottoressa Carola dell’Ufficio Studi, Analisi Leggi e Politiche Regionali che ci ha assegnato questa Missione, ci ha dato l’occasione ancora una volta per entrare nel merito delle politiche della Regione Lombardia. Ringrazio la Dottoressa Rocca dello stesso Ufficio e anche per la collaborazione – mi associo ai ringraziamenti di tutti - il Dottor Pisani, che non è qui, e la Dottoressa Reverberi, che, invece, è qui presente, della Direzione generale Formazione e Lavoro per la loro collaborazione soprattutto nell’accesso ai dati e nell’interpretare…

Dottoressa Brunella REVERBERI

È presente anche il Dottor Pisani, ci sta seguendo anche Michele Pisani.

Professoressa Simona COMI

Non l’ho visto. Va bene, allora lo saluto. Perfetto, ci sta seguendo anche Michele Pisani.

Grazie ancora per la collaborazione che c’è stata data nell’accesso all’enorme quantità di dati che sono stati utilizzati per la stesura del rapporto su questa Missione Valutativa.

La Missione Valutativa ha per oggetto la formazione dei tecnici specializzati in Lombardia.

Per sgombrare subito il campo da qualsiasi equivoco e per chiarire di che cosa stiamo parlando - dovreste riuscire a vedere tutte le slide così – preciso che facciamo riferimento a quel segmento professionalizzante di livello post secondario non terziario che è stato introdotto recentemente nel sistema educativo e formativo italiano, che corrispondono ai corsi di un anno, della durata di un anno, che sono corsi IFTS di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore ai quali si può accedere o dopo un diploma quinquennale di scuola secondaria superiore, quindi un diploma di maturità, oppure dal 2015 anche dopo il quarto anno di istruzione e formazione professionale. Questi sono corsi chiamati di istruzione post secondaria non terziaria che nel disegno del sistema educativo e formativo italiano rappresentano un ponte, la strada di accesso, al sistema terziario per quegli studenti che non hanno un accesso diretto con gli studenti che provengono dal segmento dell’istruzione e della formazione professionale.

(5)

La seconda tipologia di corsi, invece, sono i corsi ITS, che abbiamo approfondito nella nostra Missione. I corsi ITS sono corsi di Istruzione Tecnica Superiore, sono più conosciuti rispetto agli IFTS e rappresentano quel segmento, relativamente nuovo perché esistono da una decina di anni o un pochino di più, effettivamente e concretamente da una decina di anni, che è l’istruzione terziaria breve o l’istruzione terziaria non accademica, quindi non svolta nelle Università che nel nostro sistema educativo sono tradizionalmente il luogo in cui avveniva l’istruzione a livello terziario. Adesso c’è anche questo nuovo segmento che è più breve perché prevede dei corsi che durano solo un paio di anni e poi danno accesso, volendo, al terzo anno del sistema universitario tradizionale, quindi di una laurea triennale o di una laurea ciclo unico.

Entrambe queste tipologie di corsi sono state organizzate, pensate, nel sistema educativo italiano come corsi che devono essere offerti con un modello organizzativo di partenariato tra Enti formativi, scuole secondarie superiori, Dipartimenti universitari e il mondo delle imprese insieme, che, quindi, devono disegnare in fase di progettazione dei percorsi formativi che possano essere caratterizzati per essere più vicini al mondo produttivo, al mondo del lavoro.

Abbiamo prima predisposto due fotografie dell’offerta formativa degli IFTS e degli ITS.

Partiamo dagli IFTS, che sono quelli forse meno noti. Negli ultimi dieci anni il numero di corsi offerti è aumentato enormemente, si è passati da 23 corsi nel 2011 a 52 corsi nel 2019.

Vengono coperte tutte le cinque aree tecnologiche in cui a livello nazionale vengono definite le figure formative che devono essere formate con questi corsi che hanno una professionalità definita e molto rigida, specifica per l’attività lavorativa che poi si dovrà andare a svolgere con quella qualifica professionale. Sono presenti tutte e cinque le aree, con corsi in ognuna delle cinque aree in Regione Lombardia con una percentuale maggiore concentrata nella

“Meccanica impianti e costruzioni”, “Cultura, informazione e tecnologie informatiche” e

“Turismo e sport”, le altre due aree offrono meno corsi. Vediamo la Provincia nella quale sono stati avviati più corsi in questo decennio, un totale di 120 corsi sui 334 in totale offerti, che è la Provincia di Milano.

Per quanto riguarda, invece, l’offerta formativa degli ITS l’Ente deputato organizzare i corsi è una Fondazione di partecipazione nella quale devono essere presenti obbligatoriamente anche delle imprese, possibilmente un istituto di istruzione secondaria superiore che ha un profilo di formazione simile a quella che è la vocazione della Fondazione ITS, un Ente formativo di quelli accreditati presso la Regione, può esserci anche un Dipartimento universitario, e tutta una serie di Enti locali o Associazioni di categoria locali che, quindi, hanno lo scopo di fare da ponte tra il corso, il momento di formazione, e il mondo produttivo che sta intorno all’ITS. Come possiamo vedere, il numero di Fondazioni attive in Regione Lombardia è passato da 7 nel 2011 a 18 nel 2019 - per “attive” intendo che hanno offerto almeno un corso durante quell’annata formativa - e il numero di corsi è passato da 9 a 63.

Una crescita, quindi, enorme di questa tipologia di percorsi di formazione, prevalentemente concentrati nelle Province di Bergamo, Brescia e Milano, ma con corsi che sono ormai stati avviati in ogni Provincia lombarda. Sono presenti in Lombardia anche Fondazioni ITS che provengono da altre Regioni, perché è ammessa anche questa cosa; partecipano al bando di selezione dei corsi che devono essere offerti dalla Regione e possono, quindi, avviare dei corsi anche Fondazioni che appartengono ad altre Regioni. Le aree tecnologiche per la formazione dell’ITS sono sei a livello nazionale e ognuna delle sei aree è rappresentata da

(6)

almeno un corso in Regione Lombardia con la stragrande maggioranza dei corsi concentrata in quella che è l’area delle Nuove Tecnologie per il Made in Italy che comprende dall’arredamento, alla moda, fino alla meccanica, quindi anche i corsi di meccatronica sono considerati in questa macroarea che è definita in modo molto ampio. Quindi, in questa area sono avviati il 45 per cento dei corsi che sono stati avviati nei nove anni che abbiamo studiato. Le Fondazioni ITS rappresentano, quindi, una novità nel panorama del sistema di formazione italiano, non c’è mai stato niente di simile prima, ed è la prima grande sperimentazione.

Abbiamo fatto una fotografia di chi sono i partner di queste Fondazioni e, come potete vedere, uno su tre sono proprio aziende e, quindi, sono state in grado queste Fondazioni di catturare l’interesse delle principali aziende operanti nei settori in cui poi le singole Fondazioni hanno avviato dei corsi. Le imprese, che sono 180 al 2020 effettivamente soci fondatori di una Fondazione ITS, sono in prevalenza imprese di medie e grandi dimensioni ma anche le piccole imprese, che sono una su quattro sono le micro imprese, sono, invece, sotto rappresentate come fondatori delle Fondazioni ITS pur rappresentando un’ampia maggioranza del panorama delle imprese attive nel territorio lombardo.

Che cosa fanno le imprese nelle Fondazioni ITS? Con i dati in nostro possesso siamo riusciti a caratterizzare il tipo di coinvolgimento che le imprese hanno all’interno di queste Fondazioni. La stragrande maggioranza, come è naturale che sia, offre dei percorsi di tirocinio per gli studenti che frequentano questi corsi che sono obbligati a fare almeno il 30 per cento del loro percorso di formazione in un’attività di tirocinio - e il 40 per cento per gli IFTS - quindi sono corsi fortemente professionalizzanti che prevedono un’alternanza molto intensa tra momenti di studio in aula e momenti di apprendimento on the job. La metà delle imprese coinvolte ha anche contribuito alla stesura del programma didattico della pianificazione del corso, quindi nella fase di ideazione del corso, e dà un supporto concreto alla didattica, quindi fornisce docenti che vanno a insegnare, sono dei dipendenti denti di queste imprese che vanno a insegnare, agli studenti, ma anche aule e laboratori all’interno dei quali svolgere parte delle attività di formazione previste. La metà delle imprese coinvolte ha a tutti gli effetti un ruolo attivo. L’avere delle imprese che hanno questo ruolo attivo è qualche cosa di cui beneficiano molto i corsi che vengono organizzati. Il sistema ITS ha una duplice valutazione: una valutazione dei corsi ex ante, che è una valutazione in parte formale ma anche sostanziale, che viene svolta in sede di avvisi, di bandi, ogni anno e poi alla fine, dal 2016, è prevista anche una valutazione ex post che viene condotta dall’Indire che va a valutare la performance dei singoli corsi misurata con degli indicatori, come la capacità di collocare gli studenti all’interno del mercato lavoro, quindi i tassi di occupazione a dodici mesi degli studenti che si sono diplomati, l’attrattività di questi corsi, la selettività di questi corsi. Sono tutti indicatori che rientrano nel calcolo di un punteggio sulla base del quale viene stilata una classifica a livello nazionale dove i corsi con le performances migliori l’anno seguente ricevono una premialità sotto forma di soldi in più che possono spendere per migliorare ulteriormente la loro offerta formativa.

Abbiamo avuto accesso a questi punteggi dettagliati dell’Indire e siamo andati a vedere se effettivamente risentono della tipologia di coinvolgimento delle imprese. Il primo risultato che abbiamo trovato è che l’avere un numero di imprese coinvolte che gravita intorno al corso maggiore fa aumentare il punteggio conseguito in questa valutazione fatta dall’Indire, ma non solo, questo punteggio è ancora più alto per chi riesce effettivamente a coinvolgere le

(7)

imprese nella fase sia di ideazione e sia di effettivo e concreto supporto alla didattica.

Laddove esiste un corso in cui le imprese coinvolte hanno un ruolo attivo questo corso tipicamente ha una performance migliore nella valutazione che viene svolta da Indire, quindi il corso stesso beneficia della presenza delle imprese e in particolar modo della presenza attiva delle imprese che sono coinvolte. Dall’altro lato, le imprese hanno un beneficio dal partecipare all’attività degli ITS, al disegno dei corsi di formazione e alla formazione stessa.

Questa è una parte della Missione Valutativa che viene spiegata nel dettaglio, quindi chi è interessato ai dettagli li può andare a vedere. È una parte tecnicamente piuttosto complessa che sostanzialmente ci ha permesso di misurare qual è l’effetto dell’aver partecipato a una Fondazione ITS sulla performance delle imprese misurata in termini di produttività totale o produttività per addetto. Quello che abbiamo trovato alla fine di questo tentativo di misurare questo effetto è stato un effetto positivo, complessivo medio molto elevato per le imprese che sono coinvolte negli ITS e che in generale si può classificare come maggiore per le imprese di medie e anche piccole dimensioni, micro e piccole dimensioni. L’effetto, invece, sembra non essere presente per le imprese di grandi dimensioni e questo è un qualcosa che abbiamo interpretato nel senso che le imprese di grandi dimensioni non hanno la possibilità di cogliere benefici ulteriori dal partecipare a questa tipologia di formazione, di percorso formativo, perché in realtà spesso hanno dei corsi di formazione loro interni, hanno dei meccanismi di carriera orizzontale e di carriera vericiale che permettono di costruire quelle competenze che poi servono all’interno della grande impresa. Ci sono le Academy interne, ci sono corsi strutturati interni, molte risorse dedicate alla formazione. Invece le imprese di medie e piccole dimensioni quando partecipano al disegno e all’attuazione di un corso di formazione ITS hanno la possibilità di focalizzare, codificare, quelle che sono le competenze di cui loro hanno bisogno, perché c’è proprio un momento strutturato, deputato al fatto che le devo elencare e poi devo mandare qualcuno a insegnarle in aula insieme a dei docenti professionisti; c’è quindi questo sforzo di codificarle. Nel momento in cui vengono messe a fuoco diventano qualche cosa che è più facilmente definibile, è più semplice trasmettere ai giovani che percorrono il percorso di formazione. Di più, le trasmetto in fase di formazione e, quindi, le posso raccogliere direttamente nel momento in cui il giovane viene assunto da queste stesse imprese quando poi ha completato il percorso di formazione. Questi benefici esistono, li abbiamo misurati, li abbiamo quantificati e sono dei benefici concreti che le imprese di medie e piccole dimensioni riescono a trarre nel momento in cui entrano nella sfera di azione delle Fondazioni ITS. Non è solo l’avere il giovane in tirocinio, è qualcosa di più, è qualcosa di più profondo, di strutturale, all’interno della produttività totale dell’impresa.

A trarre benefici dai corsi ITS sono anche gli studenti che ovviamente frequentano questi corsi. Qui abbiamo semplicemente fatto una fotografia di quanti sono e vediamo che: nei corsi di IFTS si è passati da 600 a 1600 studenti nel 2019, in crescita come tendenza, con una percentuale di ragazze che si attesta tra il 30 e il 40 per cento; nei corsi ITS siamo passati da 200 a 1800 studenti, quindi una crescita enorme in questi dieci anni, con le ragazze che rappresentano meno del 30 per cento, intorno al 30 per cento degli studenti iscritti in media.

La prima cosa che abbiamo fatto con i dati sugli studenti è stata andare a verificare se davvero, concretamente, esisteva quella filiera che era nella mente di chi ha disegnato il sistema formativo con gli IFTS a fare da ponte tra la IFP e l’istruzione terziaria. Quello che è emerso dall’analisi è che questa filiera non c’è, perché sostanzialmente è vero che il 13 per

(8)

cento degli studenti che si iscrivono a un corso IFTS proviene dalla IFP, ma la stragrande maggioranza anche degli studenti degli IFTS sono studenti che hanno un diploma di scuola secondaria superiore. Allo stesso modo tra gli studenti che si iscrivono a un corso ITS troviamo l’1 per cento di studenti che proviene dagli IFTS, quindi sono una minoranza e sono troppo pochi per poter parlare dell’esistenza concreta di una filiera che porta dalla IFP fino all’istruzione terziaria. Questo è abbastanza atteso come risultato nel momento in cui siamo andati a misurare quelli che sono gli esiti occupazionali di questi corsi, che sono veramente molto elevati, ma questo già lo si sa rispetto ai dati nazionali e alla valutazione dell’Indire sui dati dell’occupazione al termine di un percorso ITS. Abbiamo fotografato anche quelli al termine di un percorso IFTS e potete vedere che non sono molto differenti da quelli degli ITS. Che convenienza possono avere gli studenti che dopo un anno di IFTS all’85 per cento hanno già avuto un’occupazione nei primi dodici mesi dopo il conseguimento del titolo a proseguire oltre? È chiaramente solo un piccolo incentivo perché apparentemente anche i corsi IFTS sono già in grado di definire bene la professionalità dei ragazzi e, quindi, trovargli un’occupazione in modo molto rapido, agevolando la transizione scuola-lavoro che è uno degli obiettivi che questa tipologia di corsi ha. Ovviamente viene confermata l’elevata capacità dei corsi ITS di aumentare gli esiti occupazionali, migliorare le chances occupazionali, dei giovani. Qui potete vedere che tra gli ITS, per esempio, l’area “Mobilità sostenibile” ha un tasso di occupazione a dodici mesi che è prossimo al 90 per cento, quindi nove su dieci ha un lavoro a dodici mesi, il 60 per cento ha un lavoro a tempo indeterminato, la percentuale che manca magari ha anche proseguito all’Università, quindi sono casi di occupazione stellari quelli che abbiamo fotografato. Non ci sono grandi differenze tra le diverse aree perché i tassi di occupazione sono tutti molto elevati a dodici mesi, ma sono elevati anche quelli dei corsi IFTS.

Che cosa c’è ancora da fare? Brevemente vado a chiudere. Per sapere in che direzione si può far crescere ulteriormente un sistema che adesso è ancora apparentemente di nicchia ma che ha una performance così elevata, di qualità così alta, nel creare dei profili che vengono assorbiti velocemente dal mercato del lavoro, e, quindi, creano benefici a tutti – abbiamo visto anche le imprese e le abbiamo quantificate – per rispondere a questa domanda, che cosa c’è ancora da fare, siamo andati a misurare quello che è il fabbisogno espresso dalle imprese lombarde attraverso l’indagine Excelsior di Unioncamere dove alle imprese viene chiesto quali sono le assunzioni previste nel prossimo anno e una volta raccolte le assunzioni previste che percentuali di queste saranno giovani. Abbiamo calcolato, quindi, il numero di giovani che le imprese prevedono di assumere. Abbiamo tolto dal numero dei giovani il numero dei diplomati dei percorsi ITS che sono già stati formati e, quindi, che esistono già che potenzialmente possono colmare quei posti. Il rimanente di questa differenza è il fabbisogno ancora da colmare dei tecnici specializzati che nel rapporto è stato quantificato in numeri molto elevati. Vedete, parliamo di 4-5 mila nuovi posti di lavoro che i giovani con queste figure professionali possono andare a colmare, ovviamente competendo anche con i laureati delle lauree triennali che hanno contenuto simile a questo, contenuto professionalizzante simile a quello, per esempio, per lo sviluppo di sistemi software. I diplomati del corso ITS competono ovviamente anche con i laureati triennali di informatica.

Detto questo, 5 mila ancora posti da colmare sono un fabbisogno sostanziale e, quindi, si può fare uno sforzo, la Regione può fare uno sforzo per cercare di andare a colmarli. Lo sforzo deve essere fatto in fase di orientamento al termine della scuola secondaria superiore, perché

(9)

questi corsi sono ancora poco noti e attorno a essi deve essere costruita un’identità precisa, quindi l’orientamento è cruciale, ma anche sostenendo l’offerta di nuovi corsi che possano andare incontro a quello che è il fabbisogno ancora da colmare che è stato fotografato all’interno della Missione.

Gli obiettivi raggiunti sono tanti. È già stato raggiunto appieno l’obiettivo di creare una rapida, veloce, transizione scuola-lavoro dei giovani. Non abbiamo informazioni sul matching, quindi il fatto che i giovani svolgano effettivamente i lavori, però questo risultato è talmente positivo da oscurare anche un leggero mismatch in fase di ingresso nel mercato del lavoro che i giovani possono sperimentare. È stato raggiunto l’obiettivo del coinvolgimento delle imprese che è già molto elevato, però qui ci sentiamo di concludere che è necessario fare ancora di più perché mancano, e dovrebbero essere ancora più coinvolte, le medie e le piccole imprese che sono quelle che hanno maggiori benefici da trarre da un’eventuale partecipazione a questa tipologia di formazione. Invece quelle che sono le criticità che abbiamo messo in luce, e che, quindi, sono spazio per ulteriori interventi per aggiustare il tiro rispetto a come si sta sviluppando questo sistema, sono rappresentate da questa idea della filiera, che poi non si è realizzata, che mette i corsi IFTS, che hanno mostrato davvero una performance così buona e funzionale, in una specie di area grigia perché erano stati pensati con questo scopo di ponte che in realtà non hanno. Lì bisogna fare lo sforzo per dargli un’ulteriore identità di qualche tipo.

La seconda criticità che è emersa è ancora lo scarso uso dell’apprendistato, l’apprendistato quello vero, quello volto al conseguimento di un titolo che è cominciato con l’apprendistato di primo livello che è stato oggetto della Missione dello scorso anno e che in un segmento professionalizzante alto terziario, post secondario o terziario, deve diventare l’esperienza prevalente, perché sarebbe il vero passo deciso verso una dualità sostanziale all’interno di questo segmento formativo.

Infine, anche l’opportunità di genere, quindi la partecipazione delle ragazze, a questa tipologia di corsi che hanno performances così brillanti deve chiaramente essere incentivata.

Chiuderei qui. Spero di essere stata rapida, chiara e sintetica.

Presidente Barbara MAZZALI

Grazie, Dottoressa Comi. Come al solito, è stata veramente esauriente nell’esposizione della Missione Valutativa.

Sicuramente all’interno di questa Missione Valutativa ci sono tutta una serie di considerazioni che Regione Lombardia deve fare, che sono stati anche frutto di un confronto che abbiamo avuto in Confindustria con il Presidente Bonometti e l’Assessore Rizzoli qualche settimana fa.

Impressionante i dati che ci ha riportato rispetto all’entrata nel mondo del lavoro, anche con contratti a tempo indeterminato, di chi esce da queste Fondazioni o, comunque, da questi corsi ITS.

Confindustria ci ha palesemente detto che è interessata, perché ha sempre più bisogno di personale specializzato, c’è una richiesta veramente importante alla quale chiaramente Regione deve dare un contributo.

È emersa una cosa simpatica che le volevo chiedere. Nel convegno in Confindustria è emerso che lo scarso numero di ragazzi che accedono a questi corsi, nonostante abbiamo visto che molti di questi ragazzi che sono usciti oggi ricoprono ruoli apicali in multinazionali

(10)

importantissime e questa è stata una grande rivelazione, è stato che il nome ITS, Istituto tecnico di formazione, nella mente di chi lo affronta sembra quasi la seconda scelta: “Siccome non sono abbastanza intelligente per fare l’Università faccio questi corsi”. Confindustria diceva anche la necessità di promuovere un nome, che potrebbe essere “Accademia” o quant’altro, e mi chiedevo se questo potesse essere incentivante e interessante perché effettivamente il numero degli studenti è veramente basso rispetto alla richiesta e sicuramente rispetto alle performances che questo triennio spesso dà in risposta al mondo del lavoro.

Professoressa Simona COMI

Sono due in realtà gli aspetti. Lei ha assolutamente ragione, hanno ancora una scarsa identità nell’immaginario e soprattutto nell’immaginario di giovani che devono scegliere che cosa fare al termine della scuola secondaria superiore. Dicevo che sono due gli aspetti: il primo è perché il nome ITS, Istituto Tecnico Superiore, richiama la scuola secondaria superiore, quindi effettivamente si poteva fare uno sforzo per trovare un nome che lo distinguesse dal percorso di scuola secondaria superiore; il secondo problema, che, invece, è emerso nella ricerca, riguarda gli indirizzi, il tipo di professionalità che è la parte più tecnica che non professionalizzante, cioè il fatto che alcuni dei profili formativi che vengono formati negli ITS sono quelli che si fa fatica anche a formare in ambito universitario, in ambito pure di scuola secondaria superiore, quindi la scelta dell’indirizzo informatico piuttosto che chimico è già qualche cosa che non è di massa, non viene fatto dai più. Si fa fatica a trovare iscritti alle lauree di chimica, quindi a maggior ragione anche a un corso professionalizzante. È proprio l’indirizzo in sé, tutto lo STEM, in Italia dovrebbe essere oggetto di un orientamento fatto fin dalle scuole di ordine inferiore, quindi dalla secondaria superiore, appunto per far appassionare gli studenti allo studio di queste discipline, che poi sono quelle che ovviamente hanno gli sbocchi professionali migliori come diceva lei.

È duplice; da un lato c’è l’ITS in sé, dall’altro proprio gli indirizzi in cui i corsi degli ITS vengono organizzati che devono essere promossi. Totalmente d’accordo su questo.

Presidente Barbara MAZZALI

Grazie, grazie ancora una volta sia alla Dottoressa Comi che alla Dottoressa Resmini.

Se lei, Presidente, è d’accordo mi avvierei alla conclusione, quindi a chiudere questa seduta che è stata molto interessante. Chiaramente se ci saranno altre richieste da parte dei Presidenti delle altre Commissioni di entrare nel merito delle Missioni Valutative vi richiameremo, ma so che avete sempre moltissima disponibilità in questo senso.

Voglio ringraziare ancora una volta la Dottoressa Reverberi della Direzione generale Formazione e Lavoro di Regione Lombardia e tutti i suoi collaboratori e l’Assessore Rizzoli, perché hanno sicuramente assicurato il più ampio supporto per la realizzazione di questa Missione Valutativa e di questo studio, le Fondazioni che avevo citato prima, la Minoprio e la Jobs Academy, e l’Istituto Indire che ha sopportato chiaramente l’attività con tutta una serie di documentazioni che poi abbiamo visto illustrato nelle slide. Grazie ancora.

Presidente Gianmarco SENNA

Presidente Mazzali scusi se la interrompo, ma il sempre presente Consigliere Straniero voleva fare un intervento, una domanda più che altro. Giusto, Straniero?

(11)

Presidente Barbara MAZZALI Sì, scusi.

Consigliere Raffaele STRANIERO

Sì. Grazie mille, Presidente. Innanzitutto, volevo complimentarmi per la presentazione di questa ricerca, mi sembra che contenga degli aspetti molto interessanti per tutti quanti noi, per le Istituzioni, per poterci ragionare e sviluppare. Davvero complimenti.

La domanda riguarda nello specifico – non so se è possibile avere un vostro punto di vista nel merito – il rapporto con l’Università, con il mondo universitario. Ho letto pareri di esperti, però volevo chiedere anche a voi, che dicono che nel passato probabilmente lo sviluppo degli ITS e degli IFTS non è stato quello atteso proprio perché è stato visto come possibile competitore – non so se uso il termine esatto – come “seconda gamba” rispetto all’Università. Quindi, posto in modo non corretto, a volte non è stato dato quel giusto sviluppo a questo progetto che, invece, non deve essere, penso, ritengo, visto in questo senso.

Volevo chiedere la vostra opinione al riguardo.

Mi scuso per un aspetto. Probabilmente lo avete già detto, credo questa ricerca, le slide che avete presentato saranno disponibili per tutti i Consiglieri, ecco perché mi sono perso un attimino sul finale in merito alle criticità, che erano sicuramente interessanti, ho visto solo la prima, quindi le riprenderei con calma. Grazie.

Presidente Gianmarco SENNA

Grazie al Consigliere Straniero. Come abbiamo detto prima, su Intranet trovate tutta la ricerca. Poi inseriamo anche le slide che naturalmente sono i dati che ci sono all’interno della ricerca, così vi rendiamo più snello il tutto.

Dottoressa Reverberi voleva intervenire? Mi sente?

Brunella REVERBERI Mi sentite adesso?

Presidente Gianmarco SENNA Noi sì.

Brunella REVERBERI

Perfetto. Mi unisco ai ringraziamenti sicuramente per questo tipo di ricerca e di Missione Valutativa che ci restituisce una serie di elementi importanti su cui riflettere in un momento in cui Regione sta lanciando un Piano d’azione proprio per lo sviluppo del sistema ITS.

Come giustamente è stato detto, può essere un forte volano per combattere il mismatch di competenze e anche per offrire un protagonismo nel mercato del lavoro a tanti giovani e anche, nella nostra intenzione, operare per la riqualificazione di persone che sono disoccupate, in prospettiva favorire e contribuire alla specializzazione e riqualificazione di persone che sono espulse dal mercato del lavoro oppure comunque sono a rischio proprio perché poco qualificate. Sicuramente Regione è impegnata su questo tipo di piano d’azione, quindi tutti gli elementi valutativi ci servono.

(12)

Volevo esprimere due cognizioni rispetto a quello che è stato detto. Da un lato, una cosa puntuale, la coerenza è misurata ed effettivamente è molto alta, superiore al 90 per cento, la coerenza tra il percorso e il lavoro che si trova. Anche questo è un elemento importante.

Per quanto riguarda il discorso della filiera mancata certamente è un dato di riflessione.

Aggiungo due elementi, però, su questo dato di riflessione. Da un lato il fatto che dare una possibilità di verticalizzazione ai ragazzi che fanno la IFP è importante, quindi è un elemento su cui riflettere anche questo. Al tempo stesso IFTS è un ibrido comunque molto interessante, perché di fatto consente, come è stato detto prima, di avere una specializzazione che porta subito nel mondo del lavoro e risponde anche in maniera molto rapida a delle esigenze che il mondo produttivo, dei servizi territoriali, esprime e, quindi, il corso IFTS che dura circa un anno è in grado di rispondere anche con una certa velocità a questo tipo di esigenze.

Per il resto non vi enumero tutti gli elementi che sono stati portati, che sono tutti molto interessanti, e che sono sicuramente motivo di riflessione per il nostro piano d’azione che porteremo poi alla conoscenza e alla condivisione, come abbiamo già cominciato a fare, così come è partita una campagna di comunicazione, anzi vi invito a… se la intercettate sui social.

Ha diversi target, diverse cose, è partita un po’ sui social, avrà poi una seconda fase nella seconda metà dell’atto proprio per accrescere la reputation degli ITS. Spero che possiate intercettarla e magari anche restituirci delle osservazioni. Grazie.

Presidente Gianmarco SENNA

Grazie, Dottoressa Reverberi. Credo che bisognasse dare una risposta al Consigliere Straniero. Prego, Dottoressa Comi.

Professoressa Simona COMI

Sì, posso rispondere. Per quanto riguarda il rapporto con l’Università penso che a differenza di quei Paesi in cui sono stati proprio diversificati i profili, se pensiamo alla Germania o alla Svizzera dove il sistema duale, dove questa tipologia di scuole tradizionalmente esiste da tanto, lì è stato molto semplice risolvere la competizione tra Accademia in un’Accademia differenziando chi fa cosa, quindi alcune figure vengono formate quasi esclusivamente in ambito non accademico e altre in ambito accademico.

In Italia, invece, non è stato così., è stato fatto questo enorme sforzo di definire le figure professionali. A mio parere c’è comunque margine per far percepire due cose profondamente diverse, cioè l’ITS deve essere caratterizzato come una tipologia di formazione diversa ed è diversa, basti pensare che il 30 per cento della formazione viene fatta in tirocinio, cosa che ovviamente, a parte alcune eccezioni, la stragrande maggioranza dei corsi universitari non riesce a fare. È molto più professionalizzante e viene in modo molto più netto delineata una professionalità che ovviamente risponde in modo diretto alle imprese che sono coinvolte nella fase di progettazione del percorso che forma queste competenze. C’è margine per differenziarli e a mio parere può essere fatto questo sforzo per differenziarli, cioè differenziare i profili in uscita dai percorsi triennali universitari e dai percorsi, invece, degli ITS perché altrimenti c’è il rischio che dice lei; il rischio che si corre è quello di mettere in competizione due segmenti del percorso formativo italiano e questo non avrebbe molto senso.

Dall’altro canto, rispondo alla Dottoressa Reverberi, avevamo immaginato una coerenza così elevata con i posti di lavoro, perché effettivamente altre statistiche dicevano così. Non

(13)

avevamo gli elementi per misurarla, ma dei tassi di occupazione così alti chiaramente lasciavano indicare questo tipo di esito anche sulla coerenza.

Per quanto riguarda gli IFTS sono completamente d’accordo, perché in realtà ricerche precedenti alla nostra svolte in ambito nazionale mettevano in luce come la loro performance, la loro capacità di collocazione, non fosse così elevata. La nostra ricerca, invece, ha mostrato chiaramente che funzionano bene, quindi sono anche loro una piccola perla ancora non ben definita, un diamante grezzo, che vanno assolutamente ridefiniti, messi a fuoco e utilizzati perché veramente hanno questa capacità probabilmente, come diceva lei, di rispondere in modo rapido alle esigenze del mondo produttivo che è una cosa che va sfruttata da un punto di vista di intervento in tanti ambiti diversi, come quello verso i giovani, quindi la transizione scuola-lavoro. Ha tutta una serie di potenzialità che vanno, però, sfruttate correttamente, messe in luce e mantenute chiaramente. Mi trova, quindi, completamente d’accordo su questo e la nostra ricerca credo che sia un passo in quella direzione perché mette proprio in luce la loro performance notevole.

Presidente Gianmarco SENNA

Grazie alla Dottoressa Comi. Consigliere Mazzali andiamo in conclusione.

Presidente Barbara MAZZALI

Sì, andiamo sicuramente in conclusione. Ricordo solo ai colleghi che per quanto riguarda la Missione Valutativa che abbiamo esposto oggi il 28 maggio in Sala Gonfalone faremo un webinar alle 14.00 con tutti gli stakeholders che hanno partecipato alla realizzazione, ma che sono gli utilizzatori finali di questa Missione Valutativa. Avremo veramente un folto pubblico, sicuramente molto specializzato su questo problema. Se volete partecipare, chiaramente è sempre un momento di confronto decisamente molto interessante.

Procedo all’appello del Comitato.

Presidente Gianmarco SENNA

Procedo all’appello dei membri della IV Commissione.

Sono le 16.26, tra cinque minuti partiamo con l’audizione della IV Commissione in merito alle problematiche del comparto della ristorazione collettiva a seguito dell’emergenza pandemica. Avremo l’Associazione ANIR, Confindustria, FIPE e Confcommercio. Vi saluto tutti, ci vediamo tra cinque minuti per chi c’è.

Riferimenti

Documenti correlati

Posto in votazione, l’emendamento soppressivo all’unico comma, lettera A, a firma dei Consiglieri Brozzi, Rossi, Fasolo, Sebastiani, Crescimbeni e Laffranco è approvato con 19

46 – comma I – dello Statuto regionale – il Consiglio regionale nella sua prima seduta procede, con votazione separata ed a scrutinio segreto, alla elezione fra i Consiglieri

Il Presidente comunica che, secondo quanto previsto dal Programma Triennale di Controllo e Valutazione per il 2021, è possibile avviare la missione valutativa sull’efficacia

L’ho detto all’inizio, l’obiettivo della Commissione europea del consumo zero al 2050, abbiamo fatto quella scelta nel Piano territoriale, la soglia di riduzione media regionale

Il Segretario Marco DILIBERTI illustra l’avviso trasmesso a tutti i consiglieri l’11 luglio scorso, l’istanza per la candidatura e i criteri per la definizione

SISUS garantisce che i relatori, inseriti nelle attività oggetto della presente convenzione, sono in possesso delle necessarie competenze tecniche e/o pratiche necessarie

7 e 11 del Codice Deontologico viene approvata all’unanimità dei presenti con 12 voti favorevoli (Parolin, Baventore, Ferro, Bertani, Merlini, Ratto, Sacchelli,

La delibera viene approvata all’unanimità dei presenti con 12 voti favorevoli (Baventore, Scaduto, Ferro, Bertani, Cipresso, Granata, Merlini, Ratto,