• Non ci sono risultati.

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA COMITATO PARITETICO DI CONTROLLO E VALUTAZIONE. Seduta del 30 settembre 2021 Verbale n.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA COMITATO PARITETICO DI CONTROLLO E VALUTAZIONE. Seduta del 30 settembre 2021 Verbale n."

Copied!
19
0
0

Testo completo

(1)

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA XI Legislatura COMITATO PARITETICO DI CONTROLLO E VALUTAZIONE

Seduta del 30 settembre 2021 Verbale n. 29/2021

Il giorno 30 settembre 2021, alle ore 10,00, ai sensi della Deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 77 del 6 aprile 2020, il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione è convocato presso la sede del Consiglio regionale e in videoconferenza in seduta congiunta con la V Commissione consiliare “Territorio e infrastrutture” per la trattazione degli argomenti di cui al seguente ordine del giorno:

1. Esame della Relazione n. 115 “Osservatorio permanente della Programmazione territoriale (l.r. 12/2005) – Relazione annuale 2020 ai sensi dell’art. 102 ter della stessa l.r.

12/2005 e l.r. 7/2017 sul monitoraggio del recupero dei vani e dei locali seminterrati, con focus sul monitoraggio del consumo di suolo in attuazione della l.r. 31/2014”.

Presentazione a cura della direzione generale Territorio e Protezione civile della Giunta regionale.

Presiedono la seduta il Presidente del Comitato Paritetico Marco Degli Angeli e il Presidente della V Commissione consiliare Claudia Carzeri. Alle ore 10,05 il Presidente Marco Degli Angeli, accertata per il Comitato la presenza del numero legale con appello nominale, apre la seduta. Per il Comitato sono presenti in videoconferenza la Vice Presidente Barbara Mazzali e i Consiglieri Consolato Gregorio Mammì, Manfredi Palmeri, Simona Pedrazzi.

Assistono alla seduta la dott.ssa Elvira Carola - dirigente dell’Ufficio Studi, Analisi Leggi e Politiche regionali e la dott.ssa Michela Rocca - responsabile dell’Unità Operativa Analisi Leggi e Valutazione Politiche regionali e il dott. Giorgio Campilongo - istruttore direttivo verbalizzante.

Assistono altresì alla seduta la dott.ssa Pina Fieramosca - dirigente dell’Ufficio di assistenza alle Commissioni permanenti V e VI e Commissioni Speciali, la dott.ssa Maria Grazia Leronni - responsabile di posizione organizzativa e la dott.ssa Eleonora Moscato - istruttore direttivo.

Partecipano il dott. Francesco Pellegrini dell’Ufficio Studi, Analisi Leggi e Politiche regionali e, per la Direzione generale Territorio e Protezione civile di Regione Lombardia, l’arch.

(2)

Maurizio Federici - dirigente dell’Unità Organizzativa Programmazione territoriale e paesistica e il dott. Fabio Conzi - dirigente della Struttura Sistema informativo territoriale integrato.

La seduta si svolge come riportato nella trascrizione allegata.

Il Presidente Marco Degli Angeli alle 11,25, accertata con appello nominale la presenza in sede o in videoconferenza della Vice Presidente del Comitato Paritetico Barbara Mazzali e dei Consiglieri Consolato Gregorio Mammì, Manfredi Palmeri, Simona Pedrazzi, dichiara chiusa la seduta.

f.to IL PRESIDENTE Marco Degli Angeli

f.to LA DIRIGENTE f.to IL VERBALIZZANTE Ufficio Studi, Analisi Leggi e Politiche Regionali

Elvira Carola Giorgio Campilongo

Copia informatica di documento analogico

(3)

Allegato al Verbale n. 29/2021

Trascrizione della seduta del 30 settembre 2021

Presidente CARZERI

La seduta odierna è congiunta con il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione ed è dedicata all’illustrazione della relazione n. 115, “Osservatorio permanente della programmazione territoriale, legge regionale 12/2005. Relazione annuale 2020, ai sensi dell’articolo 102 ter della stessa legge regionale 12/2005 e legge regionale 7/2017, sul monitoraggio del recupero dei vani e dei locali seminterrati, con focus sul monitoraggio di un consumo di suolo in attuazione della legge regionale 31/2014”, di cui è relatrice la Consigliera Pedrazzi.

Ringrazio l’Architetto Maurizio Federici e il Dottor Fabio Conzi dell’Unità Programmazione territoriale paesistica della Direzione Generale Territorio, che hanno accolto la proposta di presentare il provvedimento.

Se non ci sono richieste di intervento da parte della Consigliera Pedrazzi, inizierei a passare la parola all’Architetto Federici per l’illustrazione del provvedimento. Mi dica la consigliera Pedrazzi.

Consigliere PEDRAZZI

Presidente, assolutamente d’accordo, lasciamo sicuramente la parola all’Architetto Federici, che ringrazio anticipatamente.

Presidente CARZERI

Ringrazio anche io, prego Architetto.

Architetto FEDERICI

Buongiorno. Grazie a tutti voi per la disponibilità alla presentazione di questa relazione. È la prima volta che presentiamo una relazione con queste modalità. Come ci eravamo detti l’anno scorso, a conclusione della presentazione della precedente relazione, nel 2020 abbiamo svolto una relazione con un obiettivo specifico, quindi è una relazione completa, come tutti gli altri anni, che però ha anche un approfondimento su un tema riconosciuto un po’ da tutti come di interesse generale, che è quello sul consumo di suolo. Anticipo che questa modalità che abbiamo introdotto da quest’anno, la proseguiremo nei prossimi anni e quindi la relazione dell’osservatorio del 2021 sarà invece incentrata sulla rigenerazione urbana.

Questo lo dico perché stiamo cercando di focalizzare il contenuto di queste relazioni rispetto a quelli che sono gli interessi dei nostri rappresentanti politici in Consiglio regionale. La relazione di oggi comprende due parti, una parte svolta dal mio collega Dottor Fabio Conzi, che riguarda tutta la parte della relazione, poi io mi occuperò invece dell’approfondimento sul consumo di suolo. Quindi lascio la parola al dottor Fabio Conzi.

Direi che alla fine delle nostre relazioni, siamo disponibili a raccogliere qualsiasi tipo di osservazione, a meno che nel frattempo ci chiediate qualche precisazione in merito. Grazie.

(4)

Presidente CARZERI Perfetto, grazie.

Dottor CONZI

Buongiorno a tutti. Mi occupo di fare una parte introduttiva e di contesto, in modo da inquadrare come si colloca questa relazione all’interno dell’impianto normativo e di quello che, come diceva Federici, è il focus di quest’anno quindi questa nuova modalità in cui abbiamo concentrato gli sforzi su un tema specifico che è quello del consumo di suolo.

Velocemente queste due slide da commentare semplicemente per ricordare che l’Osservatorio della pianificazione territoriale nasce nel 2008 in attuazione all’articolo 5 della legge 12, e va a monitorare le dinamiche territoriali, la valutazione di quello che sono gli impatti, gli effetti di attuazione degli strumenti della pianificazione territoriale. Dal 2019 abbiamo recepito le clausole valutative, ai sensi delle leggi, quindi sempre della legge 12 e poi quella specifica sul recupero vani e locali seminterrati, la legge 7/2017. Nel 2020, appunto, come accennavamo, c’è questo approfondimento, questo focus specifico sul consumo di suolo, ai sensi della legge 31/2014.

Adesso contestualizzerò questo ambito di relazione dell’Osservatorio permanente, per quanto riguarda la parte di digitalizzazione, così capiamo gli esiti del monitoraggio da dove arrivano, quali sono le elaborazioni, quali sono le banche dati, quali sono le premesse grazie alle quali abbiamo potuto lavorare e arrivare a questi risultati.

Andando sul tema della digitalizzazione ho fatto questa slide giusto per contestualizzare. A livello europeo è un percorso che si sta svolgendo ormai da parecchi anni, ma sempre di più la digitalizzazione spinge in maniera forte sui programmi, sulle strategie dei Paesi membri, che poi a livello sussidiario calano a tutti i livelli, fino a noi, agli Enti locali, partendo da un’Agenda Digitale e all’interno di un contesto di programmazione europea che adesso vede il settennato iniziare a breve, quello del 2021/2027.

In Italia, tutto questo contesto sulla digitalizzazione e quelle che sono le premesse, a livello comunitario cala attraverso l’Agenzia per l’Italia digitale, ex DigitPA che sostanzialmente dà gli indirizzi strategici per la Pubblica Amministrazione, sulla digitalizzazione e la semplificazione e la trasformazione digitale. Oggi parliamo di transizione digitale, tutto quello che sappiamo è che arriva fino al PNRR ed oltre. Il nostro faro, a livello nazionale, è il Piano triennale che è l’ultimo licenziato, quello 2020/2022 sempre da parte di AGID.

La Regione Lombardia recepisce tutte queste direttive e indirizzi strategici nel Piano triennale per la trasformazione digitale e la semplificazione, quindi c’è un documento di Giunta che poi viene aggiornato, il primo è stato quello che va un po’ a raccogliere tutta questa eredità dell’Agenda Digitale lombarda, poi recepisce tutte le ultime novità nel 2018 e prosegue poi in azioni, interventi e quant’altro, quindi tutto fluisce, c’è un flusso che dall’Europa arriva in Italia, attraverso l’AGID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, fino a Regione Lombardia per essere poi tradotto in azioni e programmi.

Gli strumenti digitali per la pianificazione territoriale sono stati recepiti a livello della nostra Direzione che si occupa appunto di fornire strumenti digitali non solo per la Regione ma anche per gli enti territoriali. Quello che vedete nella parte di sinistra, definisce quello che è il Geoportale, cioè la porta di accesso al patrimonio dei dati geografici, che la Regione gestisce e tiene aggiornato per conto sia di Regione che degli enti territoriali che possono utilizzarli, ma non solo, perché in realtà il Geoportale è aperto a tutti. È un contenitore, un patrimonio

(5)

informativo molto, molto vasto, su tutti i livelli informativi che possono essere di interesse per la pianificazione del territorio e questo portale da accesso libero, perché tutto quello che noi teniamo, gestiamo per conto di chi ha interesse a fare pianificazione territoriale è libero per poter essere consultato, per poter essere ricercato a livello dei dati e poter essere scaricato. Queste sono le tre indicazioni che ci dà la direttiva INSPIRE e che poi arriva a noi per poter meglio collocarci a livello anche di Regione, all’interno di un contesto nazionale, quindi il Geoportale segue queste linee.

Per andare veloce, quello che invece è sulla destra, come vedete le altre Pubbliche Amministrazioni, sostanzialmente i Comuni, forniscono una serie di dati a Regione, attraverso strumenti digitali che vedremo velocemente quali sono, e quando redigono il Piano di Governo del Territorio, ex PRG adesso PGT, lo fanno trasmettendo a Regione tutta una serie di dati, estratti informativi e metadati, quindi dati sulla datazione, la qualità del dato, che vanno a popolare e a mantenere sempre aggiornato questo patrimonio informativo, secondo regole standard che sono ben chiare e fissate.

Il Geoportale, semplicemente per dare un’idea del numero di dati, quindi oltre 250 mappe, una quantità di accessi molto importanti è uno dei servizi più utilizzati in Regione. In Regione vuol dire da parte di tutti i professionisti, enti e anche liberi cittadini, quindi, c’è una quantità di dati all’interno di questo Geoportale che è molto importante e ne viene fatto un uso veramente massivo.

Andando velocemente, il Geoportale è come se fosse la porta d’accesso, l’interfaccia. Il database topografico invece è il cuore, la cartografia di base, tutto quello che una volta veniva chiamato CTR (Carta Tecnica Regionale) oggi è tutto digitalizzato e contiene tutta una serie di dati che sono a più livelli resi disponibili e noi, come struttura organizzativa, siamo i detentori e i gestori di tutto questo patrimonio, per poi poterlo erogare verso l’esterno o anche alle Direzioni Generali che su questo innestano le proprie politiche, quindi potete immaginare che questo ambiente non solo è importante mantenerlo, ma anche renderlo disponibile affinché tutti possano utilizzarlo al meglio.

Ci sono riferimenti di legge che danno indicazioni dal punto di vista della strategia, ma poi ci sono tutta una serie di direttive che recepiamo. Il completamento nel 2020 per tutto il territorio, questo è per dire che c’è un percorso che si continua a fare di continuo aggiornamento, c’erano delle aree non coperte a livello territoriale, con una precedente gara d’appalto abbiamo dato copertura totale alla Regione. Quindi nel 2020 siamo riusciti a recuperare 260 comuni che erano ancora sprovvisti di questa cartografia di base così importante e l’abbiamo ultimata. Però c’è sempre qualcosa da dover inseguire, non era omogenea per data di rilievo. Adesso abbiamo in corso un appalto di aggiornamento, che andrà ad uniformare all’ultimo volo AGEA, che è un patrimonio informativo importantissimo perché ci permette di non spendere soldi su un volo di aggiornamento, ma lo recepiamo a livello nazionale, e su quello poi andremo a costruire il nuovo database topografico completamente allineato e omogeneo e su quello andremo a fare gli aggiornamenti, in modo che poi non ci sia un disallineamento temporale ma si vada in avanti, in sostanza.

Una veloce panoramica su questo intervento formativo, sempre finanziato con fondi europei, anche il precedente appalto era finanziato con fondi europei, abbiamo usato la vecchia programmazione Asse 4 dell’FSE per fare questo aggiornamento, ma abbiamo anche utilizzato i risparmi di questo appalto per poter fare un corso molto importante ai tecnici

(6)

comunali, a chi lavora sul territorio direttamente in presa diretta con il territorio, per poter dare anche gli strumenti, le conoscenze e quindi accrescere le competenze digitali. Qui siamo riusciti a passare dal dire al fare, a cercare di elevare le conoscenze di questi tecnici comunali, che hanno aderito in oltre 1.600 per una rappresentatività di oltre 500 tra Comuni e vari enti lombardi, per poter dare strumenti, non solo darli dal punto di vista dell’applicativo, della banca dati, ma anche tutto un affiancamento formativo che è stato fatto in frequenza, a distanza, quindi con la possibilità di utilizzare queste conoscenze, questi moduli didattici in maniera abbastanza libera compatibilmente con le esigenze d’ufficio, ovviamente pensiamo alle difficoltà che hanno avuto negli ultimi anni i tecnici comunali, in particolare nell’ultimo anno con la pandemia.

Insomma, avere uno strumento di questo tipo è stato una scommessa vincente, ma non è stata soltanto una frequenza a distanza fredda, unidirezionale, le è stato dato tutto un affiancamento di tutor e docenti.

Questo corso, quindi è riuscito ad avere un target importante, perché avremmo voluto poterli raggiungere tutti, purtroppo non tutti riescono ad essere disponibili, ma il materiale c’è e lo riuseremo anche per successive iniziative di formazione quindi tutto quello che è strumento digitale vogliamo non solo realizzarlo e mantenerlo aggiornato, ma darlo anche, dal punto di vista della conoscenza, agli enti. È sicuramente una cosa importante per riuscire a chiudere il cerchio.

Qui faccio un breve spaccato e sono le ultime due slide, poi passo la parola all’Architetto Federici per il focus. Ho messo una sintesi di tutto quello che è la relazione dell’Osservatorio, la parte tradizionale che fa il monitoraggio di tutti gli strumenti che noi utilizziamo per l’attuazione delle politiche. Non leggo tutto l’elenco ma sostanzialmente è la parte quattro, che è la parte finale della relazione e che mantiene l’impegno di continuare a monitorare anche tutta questa parte, non soltanto il consumo del suolo per quanto importante sia. Però dare continuità al lavoro e a quello che sono gli impegni che ci legano alle previsioni delle leggi in materia di monitoraggio e rendicontazione.

Abbiamo mantenuto in allegato, per non appesantire la relazione e non fare una relazione di trecento/quattrocento pagine, ma farla abbastanza snella e abbiamo messo in allegato tutto quello che potevano essere approfondimenti, come potete leggere, quindi tutto il quadro legislativo di riferimento, dei risultati in maniera più dettagliata e quant’altro. Tutto quello che è dettaglio finisce negli allegati, tutto quello invece che è sintesi e che è la parte di sostanza rimane in relazione.

Con questo passo la parola all’Architetto Federici, avendo dato questa panoramica introduttiva.

Architetto FEDERICI

Ringrazio il Dottor Fabio Conzi per questa introduzione. L’abbiamo voluta fare per dimostrare che dietro a un monitoraggio c’è tutto un lavoro preventivo di anni di lavoro. Se noi siamo riusciti ad arrivare al monitoraggio sul consumo di suolo, lo abbiamo potuto fare perché è da anni che effettuiamo la raccolta di informazioni, dei dati. Questa è una premessa.

Aggiungo anche un altro elemento, a quello che diceva il Dottor Fabio Conzi, quando noi aggiorniamo il cosiddetto database topografico, che è la base su cui si raccolgono tutte le informazioni, nel momento in cui lo disegniamo è già obsoleto perché comunque il territorio continua a cambiare. Per cui abbiamo anche sottoscritto un accordo con l’Agenzia delle

(7)

Entrate, speriamo di portarlo a termine, per far sì che tutti gli aggiornamenti dei frazionamenti che avvengono quotidianamente sul territorio, diventino automaticamente informazioni anche per il database topografico, quindi un aggiornamento automatico. Anche questo è un elemento innovativo che ci pone sicuramente ai vertici italiani per questi tipi di modalità.

L’altro elemento altrettanto importante da dire, sono i dati, la precisione dei dati. Non sempre questo è possibile, lo vedremo anche nella mia relazione, però cerchiamo sempre più di affinarli affinché si arrivi a determinare con precisione alcuni elementi. Infine, sempre per voi, lo abbiamo scritto anche nella relazione, come informazione, ricordatevi che tutte le volte che a livello legislativo chiedete di svolgere un monitoraggio, sappiate che se quell’informazione non è già in possesso nostro o all’interno del Geoportale o altro, la raccolta di quell’informazione è difficilissima, se non impossibile. Lo vedremo proprio con l’indagine “Offerta PGT”.

Sono tre i punti fondamentali che è importante che voi tutti conosciate. Una premessa, quando si parla di consumo di suolo, dobbiamo sapere gli elementi cardini, all’interno dei quali ci siamo mossi. L’ONU ha detto che per lo sviluppo sostenibile bisogna assicurare che il consumo di suolo sia proporzionale alla crescita demografica. Questo è un assunto importante che noi abbiamo raccolto e che abbiamo sviluppato, appunto nel Piano territoriale regionale, nell’integrazione del Piano territoriale, approvata nel 2018. Poi, l’Unione europea ha detto che il consumo di suolo si misura con due modalità, una quella che conoscono tutti, perché viene sempre da tutti pubblicizzata, che è l’impermeabilizzazione del suolo e nel rapporto ISPRA annuale vi è la misura, che viene letta dal satellite, di tutto il suolo che viene consumato. “Tutto” vuol dire anche, banalmente, quello che all’interno di un giardino di proprietà privata copre il suolo quindi il box piuttosto che la pagoda per mettere la legna, vengono tutte misurate da questa misura di ISPRA, che noi riconosciamo come valida.

Dopo, però, sempre l’Unione europea ha detto che per misurare il consumo di suolo bisogna anche ridurre quelli che sono le previsioni di sviluppo di consumo di suolo e questo è quello su cui noi ci siamo concentrati.

È questo il ruolo che abbiamo svolto e lo abbiamo potuto fare perché da anni noi abbiamo la restituzione dei contenuti dei Piani di Governo del Territorio, che sono stati inviati in Regione, in formato digitale. Solo questo è stato il motivo che ci ha permesso di fare questa misurazione. Oltretutto siamo gli unici in Italia a conoscere tutte le previsioni di sviluppo dei Piani di Governo del Territorio, tutti i Comuni hanno approvato il loro Piano di Governo del Territorio e quindi abbiamo questo elemento di conoscenza fondamentale che ci ha permesso di arrivare oggi a fare i primi monitoraggi.

Aggiungo che stiamo lavorando con ISPRA affinché questi due indicatori si integrino tra di loro, ci stiamo lavorando quindi non vi posso dire quali sono i risultati, però con il dottor Munafò di ISPRA ci stiamo lavorando. Aggiungo ancora un altro elemento, quando si legge che il consumo di suolo, nei rapporti di ISPRA, di Lombardia è il primo in Italia, vorrei ricordare a tutti un elemento importante, che è scritto anche nel rapporto, ma che nessuno mai cita: il consumo di suolo esiste nel momento in cui ci sono persone, nel momento in cui ci sono aziende, se non ci fossero aziende e non ci fossero persone, non ci sarebbe consumo di suolo.

(8)

Se questo assunto è vero, è altrettanto importante che quando si legge l’indicatore di impermeabilizzazione del suolo, chiamato da tutti consumo di suolo, nel rapporto di ISPRA bisogna leggere anche tutte le altre tabelle inserite in quel rapporto e se da un lato, in termini assoluti, siamo la prima Regione d’Italia a consumare suolo, dall’altro se rapportiamo il consumo di suolo al numero degli abitanti, iniziamo ad essere la sedicesima Regione oppure se rapportiamo il consumo di suolo assoluto al numero degli addetti nelle aziende o al PIL, siamo agli ultimi posti nella graduatoria delle Regioni. Quello che io continuo a dire da sempre non è che siamo i migliori, però bisogna leggere i dati nel modo corretto. Quindi lego sempre il consumo di suolo a quello che è la presenza sul territorio, alle caratteristiche di quel territorio.

Andiamo all’”Offerta PGT”. L’”Offerta PGT” è un lavoro che abbiamo iniziato a svolgere dopo il 2018, dopo l’approvazione del Piano territoriale, per cercare di capire se i dati che abbiamo utilizzato nel Piano territoriale regionale, dati che avevano la data del 2014, erano effettivamente corretti, prima considerazione, e poi se quei dati del 2014 erano evoluti, erano modificati. Perché è chiaro che a noi arrivano i PGT quando vengono approvati, ma da quando vengono approvati agli anni successivi, non sappiamo quanto di quelle che sono le previsioni di sviluppo dei Piani, siano effettivamente approvate. Questo non lo conosciamo e quindi abbiamo avviato questa operazione, che vi posso assicurare, è stata un’operazione di enorme portata, ma oserei dire ci abbiamo impiegato due anni per fare questo monitoraggio.

Effettivamente questa operazione ci ha restituito che cosa? Innanzitutto, un’operazione mai svolta in Italia, dicevo prima, nessuna Regione d’Italia è in grado di sapere quali sono le previsioni di sviluppo previste all’interno dei Piani degli strumenti urbanistici, benché meno la situazione dello stato dell’arte di quelle previsioni.

Quindi questo lavoro durato due anni, in cui abbiamo coinvolto ANCI, FLA che è stato il nostro braccio operativo, il braccio destro, ma anche ARIA, perché abbiamo elaborato un applicativo di facile uso dei Comuni, per poter estrapolare quelle informazioni necessarie.

Perché abbiamo svolto questo applicativo? Per i motivi che diceva prima il Dottor Fabio Conzi. Quando si parla di digitalizzazione, noi abbiamo dato a tutti la disponibilità dello strumento, il database topografico, ma purtroppo c’è scarsa conoscenza dell’utilizzo di quello strumento. Ecco perché abbiamo avviato anche il corso GIS per i tecnici comunali, che devo dire ha avuto successo, adesso ci chiedono anche gli ordini professionali di svolgere questo corso. Non ci siamo fermati all’affermazione digitalizzazione ma abbiamo dato il supporto sia cartaceo che digitale della base su cui lavorare e nello stesso tempo è necessario anche proseguire in futuro la formazione.

Ecco perché abbiamo elaborato con ARIA un applicativo di semplice compilazione, per poter raccogliere i dati e devo dire che a dicembre 2020 siamo riusciti a raccogliere i dati di tutti i 1.500 Comuni. Anche questa è un’operazione straordinaria dal punto di vista della dimensione, non vi dico quanto tempo ci ha occupato, però abbiamo voluto investire su quello per dare a voi la certezza di quello che stiamo facendo e la dimostrazione dell’efficacia delle politiche dimostrate.

Nonché meno le Province. Le Province sono per noi fondamentali, la Provincia è un ente intermedio che è fondamentale per le politiche territoriali, perché è difficile pensare di rapportarsi ad oltre 1.500 Comuni. In questo caso sono 1.546, quindi tutti i numeri che vedrete sono riferiti ai 1.546 perché sono il numero di Comuni presenti al 2014, dato T0 da cui siamo partiti per fare le misurazioni. Perché quel dato T0? Perché nel 2014 è stata

(9)

approvata la legge dalla quale si dice che da quel momento in avanti non si possono più prevedere ambiti di trasformazione oltre quelli previsti dal 2014, primo dato fondamentale.

Noi non lo potevamo conoscere, perché conosciamo e conoscevamo i PGT che sono arrivati a quella data ma non sapevamo di quei PGT, quanti erano stati effettivi, di quelle previsioni quanto è stato realizzato. L’altro dato è importante è fare un monitoraggio perché il piano ci diceva questo, ci diceva che il primo monitoraggio del piano è da svolgere nel 2020, ed è il motivo per cui abbiamo avviato tutta questa grande operazione per verificare appunto lo stato di attuazione delle previsioni. La finalità è di conoscere prevalentemente questi due elementi. Da un lato gli ambiti di trasformazione su suolo libero perché ricordiamoci che il Piano dispone quella riduzione, gli ambiti di trasformazione su suolo libero, nel 2014, sapere, di quegli ambiti di suolo libero, nel 2020 quanti erano ancora non realizzati quindi di potenziale sviluppo e verificare dal 2014 al 2020 quali erano state le previsioni di riduzione o quant’altro.

Ricordiamo anche un altro elemento importante, la legge 2014, se vi ricordate, disponeva che entro un anno dall’approvazione della legge doveva essere approvato il PTR. Purtroppo, questa cosa si è un po’ dilungata, abbiamo provato nel 2018, è diventato esecutivo nel 2019 e da quella data in avanti le Province avevano tempo un anno per approvare l’adeguamento del PTCP. Da qui poi i Comuni avrebbero dovuto, hanno anzi già l’obbligo alla scadenza naturale del loro PGT di adeguare il loro strumento a queste previsioni.

Questo lo dico perché vi anticipo che le conclusioni del monitoraggio non sono in effetti delle conclusioni, ma sono una prima lettura dei dati arrivati a dicembre 2020, che stanno evolvendo e vedremo anche un primo step di conclusione di questo effetto nell’aggiornamento del Piano Territoriale Regionale, che arriverà in Consiglio, insieme al documento economico finanziario, alla fine dell’anno.

La presentazione di oggi avrà il significato di darvi lo step a cui siamo arrivati alla fine del 2020.

La prima cosa importante che ci interessava era capire se i dati che avevamo nel 2014, corrispondevano alla realtà. La sintesi, sono questi due punti che adesso vi espongo, è questa. Punto primo, la superficie, vi ricordate, io parlavo sempre di 9.000 ettari in questo momento previsti di suolo libero all’interno degli ambiti di trasformazione e questo è un dato pressoché identico. Questo è un elemento assolutamente importante. Quello che avevamo previsto nel Piano Territoriale del 2018, scusate, corrisponde alla realtà in termini di superficie territoriale complessiva. Cosa vuol dire “superficie territoriale”? Vuol dire la superficie del lotto. Dopo di che, però ci siamo accorti, questo è il secondo rilievo, che la superficie lorda di Piano, indicata all’interno dei Piani, è inferiore a quello che abbiamo programmato. Questo perché è avvenuto? Perché noi cerchiamo sempre di dare delle caratteristiche che devono essere indicate nei file che vengono inviati dai Comuni ma non sempre queste caratteristiche vengono lette da tutti allo stesso modo. Abbiamo 1.500 teste e ognuno interpreta come vuole.

Vi faccio un esempio, un Comune che cosa ha fatto? Siccome vi è l’obbligo da parte dei Comuni, di indicare, in ogni ambito di trasformazione, quelle che sono le previsioni urbanistiche quindi anche le superfici lorde di piano, avendo cinque ambiti di trasformazione, anziché dare ad ogni ambito di trasformazione una determinata quantità, il Comune ha previsto di avere, dico un dato, ma non ha questo valore, 200 mila metri quadri di SLP complessivi su tutti i cinque ambiti di trasformazione, ma non volendo scegliere a

(10)

quali ambiti di trasformazione corrispondesse la somma di questi 200 mila metri quadri, semplicemente, da un punto di vista digitale, ha detto che in ogni ambito di trasformazione sono previsti 200 mila metri quadri. Qual è la conseguenza di questa azione? Che quel Comune con cinque ambiti di trasformazione, ha indicato a noi, come informazione, un milione di metri quadri totali di previsioni di superficie lorda di pavimento. Questo poi abbiamo verificato non corrisponde alla realtà. Da qui il sovradimensionamento, ma aggiungo anche un altro elemento, altrettanto importante per voi, fino ad oggi abbiamo ricevuto, mi pare, tre quattro ricorsi, direi al Piano Territoriale, tutti vinti dalla Regione Lombardia perché noi ci siamo affidati a dati che sono stati comunicati a noi dai Comuni, non abbiamo elaborato niente di nuovo nostro. Naturalmente quando il ricorrente, diceva e ci credeva che quell’ambito di trasformazione indicato da noi come suolo superficie libera in realtà era superficie urbanizzata, noi non potevamo saperlo perché era il Comune che aveva disposto, nell’invio dell’informazione, questa dizione.

Da lì, quello che vi dicevo all’inizio, è importante e fondamentale avere la precisione dei dati, altrimenti in informatica, se non hai la precisione dei dati, purtroppo, le conclusioni sono diverse da quello che immaginiamo. Anche per questo abbiamo cercato di raggiungere la

“perfezione” non siamo ancora alla perfezione, ma la precisione del dato quanto più possibile. Questa è la conclusione a cui siamo arrivati.

Vediamo in sintesi i dati che, come vi dicevo prima, sono sicuramente in fase di evoluzione.

Ho detto 89 milioni di metri quadri di superficie territoriale, parliamo delle attività residenziali, e sulla superficie di suolo libero vediamo queste differenze quindi abbiamo una situazione simile per quanto riguarda la superficie territoriale, invece un sovradimensionamento del suolo libero. Stessa cosa abbiamo fatto sulle altre funzioni. Qui le differenze appaiono diverse ma vi posso anticipare che in questo caso c’è stata una compensazione tra quello che è la superficie territoriale su suolo libero e le superfici territoriali su superfici edificate. Quindi quei valori che vedete in differenza in questa slide, in realtà sono abbastanza simili per le altre funzioni.

Ecco, questa è una proiezione che dimostra quanto, alla media regionale che abbiamo visto, parliamo di superficie territoriale di ambiti di trasformazione della residenza, che pare di modesta differenza in realtà se poi si entra all’interno delle Province ci si accorge che i territori sono diversi.

Questo è importante, importante perché ci dice quali sono le Province che hanno differenze di questo tipo, ancorché le differenze non sono di grande dimensione. Quindi abbiamo visto che qui c’è una differenza tra Provincia e Provincia. Ma se andiamo a quello successivo, questo sulle altre funzioni, qui invece le differenze sono minime da questo punto di vista, ma volevo fermarmi su questo elemento. Perché questo avviene? Perché una caratteristica della Provincia di Sondrio è quella per cui la maggior parte dei professionisti hanno individuato ambiti di trasformazione con dimensioni molto ampie, ma poi l’edificazione era concentrata in una piccola parte del lotto, perché ritenevano, che una modalità legittima, che l’altra parte del lotto dell’ambito di trasformazione dovesse essere l’area di compensazione che doveva essere ceduta al Comune. Allora questa modalità di azione ha determinato queste discrepanze anche in termini di superficie.

Qui abbiamo lo stesso, vi ho riportato le differenze a livello delle singole Province ma per dimostrare ancora, come dicevo prima, che esiste comunque anche all’interno della Regione delle differenziazioni che sono importanti e che sono state anche recepite. Tutte queste

(11)

informazioni e questi dati li abbiamo anche consegnati alle Province, perché le Province, sapete, hanno il compito di esprimere il parere di compatibilità delle varianti ai PGT comunali quindi avendo queste informazioni sono in grado anche di equilibrare. Ricordo anche un altro aspetto che noi abbiamo indicato e che fino adesso però le Province non hanno effettivamente adottato, almeno le Province che hanno già approvato il loro PTCP.

Abbiamo detto noi abbiamo indicato, a livello regionale, una media totale. Però all’interno dei singoli territori, per misurare la riduzione del consumo di suolo, non si può andare a livello del singolo Comune, ma bisogna immaginare una misurazione a livello degli ambiti territoriali omogenei, che sono gli ambiti che hanno una certa logica nel dimensionamento della riduzione e consumo di suolo. Ecco, le Province, quelle che hanno approvato fino adesso, non hanno tenuto conto di questo aspetto, noi chiederemo alle Province il rispetto di queste percentuali che noi abbiamo dato, perché il nostro Piano Territoriale, al di là di queste differenze che voi vedete, abbiamo chiesto ad ogni singola Provincia un determinato range all’interno del quale sviluppare le proprie riduzioni. Ricordo sempre che sono riduzioni tendenziali, cioè le percentuali abbiamo sempre detto che sono tendenziali.

Siamo quasi alla conclusione di tutto questo che ci siamo detti. L’ho detto all’inizio, l’obiettivo della Commissione europea del consumo zero al 2050, abbiamo fatto quella scelta nel Piano territoriale, la soglia di riduzione media regionale è del 25 per cento, abbiamo introdotto degli strumenti di monitoraggio, cioè abbiamo detto che da oggi in avanti, tutte le varianti di Piani di Governo del Territorio, dovranno arrivare alla Regione con la compilazione anche di quelle informazioni che ci siamo dotati per fare il monitoraggio, in modo tale da avere questo monitoraggio che diventa continuo. Dal 2020 avremmo una continuità di queste informazioni, che ci permetterà, punto zero, come dicevo, 2020, di comprendere quale sarà l’evoluzione ed eventualmente di riorientare questa politica.

La stessa cosa abbiamo fatto sulla rigenerazione, per cui adesso, a seguito anche della legge 19/2018 tutti i Comuni inviano alla Regione le delibere con le quali hanno individuato le aree della rigenerazione. Anche questo, vi posso già aggiungere, non è un’operazione perfetta, apporta una serie di difficoltà ma sulla precisione del dato e vedremo come recuperare.

Come ho detto all’inizio, stiamo cercando di integrare il monitoraggio di ISPRA con il monitoraggio della Regione Lombarda, affinché i due monitoraggi si integrino e ci portino a una migliore condizione all’interno del nostro territorio.

Ho detto all’inizio, abbiamo elaborato questo viewer molto semplice per le Amministrazioni Comunali. Possiamo andare avanti, abbiamo quasi concluso.

Qui vi riportiamo un primo dato, un primo esito di questo monitoraggio. Cioè nell’analizzare quello che è avvenuto dal 2014 al 2020, ci siamo anche accorti che dal 2014 al 2020, in questi sei anni, dove, come ricordo, i Comuni non avevano l’obbligo di adeguarsi al PTR ma avevano la facoltà di farlo, ebbene 450 comuni su 1.500 hanno adottato varianti ai loro PGT. Un terzo dei Comuni ha adottato varianti. Questo è un dato importante, perché non erano obbligati, lo hanno fatto, vi darò un primo esito, tenete conto dei dati con un po’ di prudenza, perché sono dati elaborati, come dicevo, all’inizio del 2020, cioè quello che abbiamo inserito nella relazione all’inizio del 2020, sono in rapida modifica questi dati perché poi raccolgono informazioni di decine e decine di tabelle, quindi è un’operazione abbastanza difficile. Vi ho portato un primo esito di questo percorso, questa mappa descrive i Comuni che hanno adottato le varianti e qui vediamo già subito a macchia di leopardo, ma distribuiti su tutto il territorio regionale, un po’ in tutti i luoghi sono state adottate delle

(12)

varianti dopo il 2014. L’esito delle varianti è questo. Andiamo alla slide che è più efficace. Il contenuto delle riduzioni adottate fino ad oggi è pari al 22 per cento. Questo è un dato che noi non ci aspettavamo, però è un dato importante, per vostra conoscenza, è che sostanzialmente noi abbiamo, senza imporre niente, per questi 450 comuni che sono un terzo, non sono pochi, già raggiunto quella previsione di riduzione del 20 per cento, 25 per cento media. Adesso non guardiamo il 22, il 25, perché chiaramente sono numeri enormi, però vuol dire che lo abbiamo, in un certo senso, raggiunta, in modo differenziato rispetto alle singole Province e questo ci dà speranza e anche dimostrazione della bontà dell’obiettivo che abbiamo indicato e che, certamente vogliamo perseguire anche per il futuro.

La stessa operazione l’abbiamo fatta anche per quanto riguarda le previsioni delle altre funzioni. Anche qui abbiamo il 15 ed il 7 per cento, quindi pressappoco anche qui ci arriviamo.

Ricordiamo un elemento altrettanto importante, questa è la disposizione di legge che dice che tutto quello che avviene dopo, deve essere monitorato e quindi anche le informazioni delle varianti e dei PGT adesso, obbligatoriamente devono comprendere queste informazioni per permetterci di mantenerle aggiornate. Questa è una modifica di legge intervenuta proprio nel 2020, per permetterci di mantenere questa informazione.

Qual è la conclusione a cui vorremmo arrivare? Ci stiamo orientando nella direzione giusta.

Tutta questa parte del consumo di suolo è una delle sezioni della revisione del Piano territoriale regionale che abbiamo adesso inviato proprio in Consiglio regionale, la riproposizione non viene cambiato niente da quello, e che cosa, si può dedurre? Che il trend è avviato, 450 Comuni hanno effettivamente già ridotto, purtroppo questo percorso è iniziato, non è ancora concluso, anche se il primo monitoraggio era 2020, ma rispetto ad un’idea di avere un Piano nel 2015, in realtà la prospettiva era di verificare questo Piano a una distanza di dieci anni, cioè queste misure si possono misurare con un termine di tempo di questo tipo. Aggiungo che la previsione del Piano territoriale regionale era a dieci anni dall’approvazione, doveva essere una riduzione del 45 per cento rispetto alle informazioni che avevamo, informazioni che derivavano solo dall’ISTAT e abbiamo detto “Va bene, però cinque anni prima facciamo sì che almeno la metà venga realizzata”. La nostra sensazione è che per quei 450 Comuni ciò è già avvenuto, ma non siamo ancora alla conclusione, stiamo affinando i dati, abbiamo sviluppato delle ricerche approfondite, sia in termini di domanda, perché l’ISTAT ci dava delle informazioni su un trend demografico di tutta l’intera Regione, invece noi abbiamo, attraverso Polis, che ha incaricato la società CRESME, fatto uno sviluppo più dettagliato, più alla nostra scala di quello che era l’andamento demografico. Anche lì si dimostra che c’è un trend di aumento demografico, ci sono tre soglie e tutto questo lo vedremo nell’aggiornamento del PTR che arriverà a fine anno, lo stiamo elaborando in questi giorni. Comunque, c’è un aumento previsto della popolazione.

All’aumento previsto della popolazione, questi dati, ancora più approfonditi ci dicono anche quale sarà il numero delle famiglie, perché mentre ISTAT ci dà il numero delle persone e noi nel 2014 abbiamo dovuto elaborare, sulla base di questo dato, quelle che sono le previsioni del numero di famiglie, la ricerca CRESME Polis ci dice anche quali sono le previsioni delle famiglie all’interno dei singoli ambiti territoriali omogenei. Sono importanti informazioni statistiche che ci permettono di migliorare con maggiore precisione quelle che potranno essere le eventuali nuove soglie di riduzione. Allo stesso modo, tutto il lavoro dell’offerta

(13)

PGT ha dato la possibilità a noi di conoscere meglio i contenuti di quelle che sono le previsioni del territorio.

Vi ringrazio, ho concluso.

Presidente CARZERI

Grazie, Architetto Federici. Prego Consigliere De Rosa.

Consigliere DE ROSA

Volevo fare una considerazione sui dati e poi una domanda. La considerazione è che rispetto allo studio dell’ISPRA, che ci dice quanto suolo si andrà e si sta consumando anno per anno, qui abbiamo dei dati che di primo acchito possono sembrare positivi e in effetti lo sono di una riduzione del consumo, certamente sono positivi come dati, ma sono letti all’opposto, nel senso che diamo per consumato tutto quanto è previsto e diciamo che c’è stata una riduzione del 20 per cento. In sostanza stiamo dicendo: costruiremo solo l’80 per cento del previsto. Quindi, effettivamente, dipende da che lato lo si guarda, si può prendere come positivo o negativo, ecco.

La richiesta che ci viene fatta dall’Europa e dall’ambiente è cercare di consumare il meno possibile se non ci sono necessità. Poi dovremmo vedere i dati ISTAT sulla crescita della popolazione, proprio per capire se si intersecano perfettamente con i punti dove c’è la maggior crescita di edificazione.

Quello che volevo chiedere era, proprio per integrare queste due funzioni, questi due modi di leggere i dati, se effettivamente c’è un calcolo di quanto suolo si prevede di consumare in Lombardia, che oggi è libero, ma che nelle previsioni si continua a dare per edificabile.

Quello potrebbe essere anche un dato che mette insieme le informazioni che abbiamo dall’Osservatorio e quelle che abbiamo di ISPRA. Cioè oggi la fotografia è che c’è tot di edificato e le previsioni ci dicono che, come superfice, andremo ad edificare ancora tot, l’80 per cento invece che il 100 per cento, in base alle Province. Questo sarebbe un dato interessante da avere, anche proprio per fare le nostre analisi e fare le nostre proposte.

Grazie.

Presidente CARZERI

Grazie, Consigliere De Rosa. Prego, Consigliere Piloni.

Consigliere PILONI

Grazie, Presidente. Innanzitutto, un saluto all’Architetto Federici, mi dispiace non essere lì in presenza, però lo saluto e lo ritrovo con piacere. Un paio di riflessioni. La prima è questa: a me sembra interessante il metodo adottato e lo studio fatto, a prescindere dal risultato.

Interessante nell’approccio, interessante soprattutto perché dà dei dati, dei numeri che fino a ieri non avevamo quindi cerca di riordinare un po’ tutto il sistema dal punto di vista dei dati.

Questa è una cosa molto importante, ripeto, a prescindere dal risultato quindi mi sembra che, come approccio e come metodo, sia utile e vada sicuramente approfondito, perché noi adesso abbiamo scorso anche velocemente delle slide quindi appena le riceveremo avremmo modo di vederle nello specifico.

Seconda considerazione è questa. Mi porto a casa una conferma da questo studio e cioè che la Lombardia è diversa, ci sono tante Lombardia. Può essere una cosa scontata, ma il fatto che ci siano dei dati a certificarlo, credo che vada nella direzione di dire che serve lavorare di più,

(14)

avendo questa convinzione. Quando è stata fatta la legge, la 18/2019, sulla rigenerazione urbana, noi, come gruppo PD, avevamo messo al primo punto questo tema e cioè la necessità di diversificare gli strumenti e le norme per poter intervenire, perché c’erano e ci sono, questi dati lo confermano, territori diversi. Credo che questo sia un punto di convincimento sul quale tutti dobbiamo allinearci e registrarci, perché altrimenti altri passi in avanti non ne facciamo. Legato a questo è molto importante quanto il PTR prevede per quanto riguarda gli ambiti territoriali omogenei, che dal mio punto di vista, più politico che tecnico, devono essere l’anticamera per fare i piani d’area sovracomunali. Perché la differenza la si fa e la faremo esclusivamente quando questi ambiti territoriali omogenei certificheranno la riduzione di suolo avvenuta in un’ottica di pianificazione sovraccomunale e io credo e chiedo che Regione Lombardia sia un po’ più ambiziosa da questo punto di vista, perché la differenza per fare altri e grandi passi in avanti per la riduzione del consumo di suolo, per la rigenerazione urbana, per tutto il sistema della logistica e chi più ne ha più ne metta, l’avremo esclusivamente quando affronteremo seriamente il tema della pianificazione territoriale in un’ottica sovracomunale.

Questi dati mi confortano e mi spingono a dire che bisogna ulteriormente andare in questa direzione. Ad oggi non si sta lavorando in questa direzione e io utilizzo anche questa occasione per dire che bisogna andare lì.

Chiudo con una riflessione di questo tipo. La legge sul consumo di suolo è del 2014, quindi scorsa legislatura. Nel 2017 il Consiglio regionale raddrizzò una stortura della legge sul consumo di suolo 2014, perché quando fu approvata non consentì subito ai Comuni di poter ridurre il consumo di suolo, cioè togliendo suolo “residenziale costruito” facendolo diventare suolo agricolo. Fu corretta questa cosa nel 2017, tre anni dopo, tre anni buttati. Il PTR lo abbiamo approvato noi, questa legislatura, a dicembre 2018 e il PTR è lo strumento che serve a concretizzare esattamente una serie di cose e dice alle Province “Riducete, negli ambiti territoriali omogenei, quindi nei PTCP, il consumo di suolo” con le cifre che l’Architetto Federici diceva.

La domanda che faccio all’Architetto è se mi sa dire oggi quanti PTCP sono stati fatti o meglio quanti PTCP hanno seguito il PTR, adesso non mi viene il termine. Perché questo dato è un dato importante. Lei, Architetto, prima di dire che 450 circa Comuni sono già andati in quella direzione, ha fatto però una premessa, cioè che ci sono ancora troppi PTCP provinciali che invece non lo stanno facendo e questo è un elemento di debolezza, dicendo che solleciterete le Province a farlo.

Quindi le chiedo un numero, ma sottolineo questi aspetti: 2014/2021 con il monitoraggio sette anni, sette anni dei quali un po’ di tempo si è perso, anche perché il Consiglio regionale non ha fatto in modo che la normativa potesse davvero essere stringente per quanto riguarda il consumo di suolo. Credo che invece adesso, a un anno e mezzo dalla fine di questa legislatura, noi i passi avanti li dovremmo invece fare e soprattutto nella prossima, perché io, e chiudo, non mi accontento di questi segnali incoraggianti per quanto riguarda la riduzione del consumo di suolo, bisogna tenere conto anche di quello che è successo in questi ultimi dieci anni, la pandemia di mezzo e una crisi economica fortissima che ha colpito anche il settore edilizio. Poi c’è l’aspetto, invece, i numeri sul residenziale, ma anche l’aspetto sui numeri delle altre funzioni e quindi anche capire su queste altre funzioni perché sono tantissime.

(15)

Insomma, chiudo velocemente, dicendo ci sono un po’ di segnali incoraggianti ma c’è ancora molto da fare, anche perché in questi anni un po’ di tempo si è perso. Quindi l’invito mio è quello di ragionare in ottica di pianificazione sovracomunale, perché è solo lì che si fa la differenza, sollecitare i PTCP a fare quello che il PTR prevede, però lavorare poi in ottica sovraccomunale, perché la differenza viene fatta soprattutto da quel punto di vista. Poi, l’architetto, se mi riesce a dare un paio di risposte alla questione dei PTCP, la ringrazio.

Presidente CARZERI

Grazie. Prego Consigliere Verni.

Consigliere VERNI

Grazie, Presidente, buongiorno a tutti. Una piccola considerazione. Leggendo la relazione mi è sembrato di capire che la criticità sia anche il tema del reperimento dei dati, come per esempio il fatto che viene evidenziato che i Comuni tendono a inserire nella banca dati, quando attivano delle procedure di urbanistica su tre macro-famiglie, cioè la procedura ordinaria, quella semplificata e poi altro, dove diventa poi molto difficile riuscire a capire cosa si intenda.

Oggi abbiamo visto che quasi un terzo dei Comuni lombardi è in linea con quelle che potevano essere le previsioni legate alla diminuzione del consumo di suolo. Ma questo non ci rincuora affatto, vuol dire che due terzi di Comuni lombardi non è in linea su questo tema. È evidente che da un lato è giusto rispettare l’autonomia territoriale, ma finché avremo dei PTR che sono atti di indirizzo e non cogenti, finché avremo 12 PTCP che sono atti di indirizzo e non sono cogenti, non sono prescrittivi, alla fine la potestà viene lasciata quasi esclusivamente ai Comuni e ai PGT. Quindi sarà molto difficile riuscire a fare una programmazione e una gestione del territorio omogenea e con un indirizzo di buon senso che vuole dare, volendo, anche i PTR. La domanda che io faccio all’Architetto è: che cosa state facendo per riuscire a migliorare questa raccolta di dati, perché, appunto, anche nella relazione si evidenziava il fatto che la parte più complicata era appunto la raccolta dei dati.

Grazie.

Presidente CARZERI Il Consigliere Piazza, prego.

Consigliere PIAZZA

Molto brevemente, innanzitutto per ringraziare l’Architetto Federici per il lavoro che è stato fatto e perché credo ci dimostri come abbiamo a disposizione degli strumenti, dei cruscotti che ci aiutano molto, credo aiuteranno molto nelle decisioni del legislatore, che appunto sono sempre decisioni particolarmente complesse, ma che un quadro così puntuale e con una visione anche così complessiva, a mio avviso sono favoriti, sono aiutati in quelle che sono le decisioni del legislatore. Da ultimo, non una domanda, ma solo una considerazione. Qualche luce, rispetto a tutto il percorso che abbiamo fatto in Regione negli ultimi anni, la vedo e vorrei anche che fosse messa nella dovuta evidenza, nel senso che, faccio solo un esempio, mi ricordo le critiche che venivano mosse quando varammo il famoso progetto, il PDL sul consumo di suolo, alla luce di quello che leggiamo oggi direi che molte di quelle critiche dovrebbero essere rilette con spirito critico e forse con un po’ di spirito critico ci

(16)

accorgeremmo che a volte l’approccio è sempre di carattere pregiudiziale, nei confronti della legislazione sui temi urbanistici e che invece un approccio progressivo, certo, con molte difficoltà, ma le difficoltà non sono dovute soltanto dall’azione di Regione Lombardia, ma anche di tutta la filiera degli enti locali, alla cui potestà noi non solo crediamo, ma nella cui potestà riponiamo anche fiducia che poi il riscontro finale della programmazione complessiva del territorio abbia un esito positivo e mi sembra che in questo senso, pur con le molte difficoltà che noi conosciamo, le Provincie pensate come si sono trasformate in questi anni, sono diventati degli enti ectoplasmi che hanno una evidente difficoltà nel reperire le risorse umane per stare dietro a questo tipo di temi, oltre che quelli banalmente economici, per non parlare ovviamente delle difficoltà dei piccoli Comuni nel poter seguire quelle che sono tutte le varie indicazioni di carattere urbanistico.

Quindi, certo, le difficoltà sono molte, i tempi si allungano, però dico che se leggiamo a ritroso le scelte di carattere urbanistico che ha fatto la Regione Lombardia dal 2013 ad oggi, i risultati, mettiamoci la pandemia, forse, mettiamoci sicuramente la crisi e quindi un mondo che è cambiato, ma quei risultati, secondo me, sono dei risultati positivi che testimoniano che pur con limiti, pur con correzioni necessarie, ma che la traccia, il solco di questa nuova programmazione che abbiamo dato, che è partita proprio dal PDL sul consumo di suolo, è stata positiva e stava dando dei risultati positivi. Quindi credo che sia incoraggiante per andare avanti con questa traiettoria. Grazie.

Presidente CARZERI

Grazie. Non ci sono altri interventi. Lascerei le risposte all’architetto Federici, prego.

Architetto FEDERICI

Grazie, Presidente. Cercherò di dare le risposte a tutti. Innanzitutto, risottolineo l’enorme lavoro che abbiamo svolto, scusate se lo continuo a sottolineare, ma perché questo lo abbiamo fatto anche per la voglia delle persone che collaborano con me, di raggiungere questi risultati. Le altre Regioni non hanno agito in questo modo. Faccio un esempio per tutti, c’è qualche Regione che ha detto “per ridurre il consumo di suolo, prevediamo che dal 2050 in avanti si costruisca il 3 per cento in più di quello che già è edificato”.

Operazione molto semplice, che però non è legata, come dicevo prima, all’inizio, a quello che è l’andamento demografico e a tutta una serie di altri fattori ed elementi. Ci sembra che noi abbiamo strutturato un Piano che abbia delle sue logiche e con molta difficoltà raccogliamo tutti i risultati. Ma i risultati li vedremo con il tempo, perché quando si parla di pianificazione territoriale, dobbiamo pensare a step di medio e lungo termine, non immediate, non possiamo pensare, quando parliamo di questa materia, ad effetti immediati.

Detto questo, arrivo alle domande che ci avete posto. Il Consigliere De Rosa mi diceva quali sono le previsioni attualmente esistenti. L’hanno detto all’inizio, 9 mila ettari sono quelli che noi abbiamo misurato, quelle sono le previsioni esistenti al 2014, ridotte delle percentuali che abbiamo visto per quei Comuni, chiaramente, perché le percentuali sono singoli Comuni, ma avete anche i dati complessivi nelle tabelle, vi posso aggiungere che nel frattempo anche altri Comuni hanno introdotto delle varianti, quindi un dato in continua evoluzione.

Per quanto riguarda invece la domanda del Consigliere Piloni, che constatata e sono d’accordo con la lettura di una Lombardia differente, ma è effettivamente così, la complessità della nostra Regione, sia in termini orografici ma anche di tipologie è conosciuta e questa è

(17)

una delle nostre difficoltà, gestire 1.500 comuni, vi posso assicurare che è un’operazione difficilissima da parte nostra e se la paragoniamo alle altre Regioni che sono a fianco a noi, dal Veneto all’Emilia, alla Toscana, che hanno dai tre ai quattrocento comuni, capite bene qual è la differenza di gestione del governo del territorio da parte nostra.

Ciononostante, lo abbiamo fatto. Quindi do merito a noi, a tutti coloro che hanno collaborato con me per arrivare a questo risultato, perché vi posso assicurare che è stato molto difficile.

Detto questo, quando il Consigliere Piloni si riferisce ai Piani sovraccomunali, sono assolutamente d’accordo, vi posso anche annunciare che abbiamo sperimentato quella che si chiama perequazione territoriale, una modalità nuova di intervento sul territorio, lo abbiamo sperimentato a Malpensa, abbiamo prodotto un accordo territoriale che potrà essere di esempio per altri Comuni sul territorio regionale, che permette sostanzialmente di realizzare l’edificazione su un territorio ed evitare che i territori adiacenti replichino quelle costruzioni perché derivano da un indotto, un indotto così importante, per esempio, come quello di Malpensa. Questo accordo territoriale è in fase di approvazione da parte dei Consigli Comunali, però ormai è concluso e quindi dimostra la nostra attenzione, non sarà facile, lo dico perché è un’operazione difficile e fa parte anche della natura del territorio regionale.

Ogni Comune è una parrocchia e ognuno vuol fare da sé, senza tener conto di quello che c’è intorno. Questa è una difficoltà esistente in Lombardia, ma esistente anche in altre Regioni.

Noi, per esempio, nel Piano territoriale regionale che abbiamo depositato, abbiamo voluto inserire le prime due tavole del progetto, concertate con le Regioni a noi adiacenti. Quindi su tematismi come l’ambiente, come l’infrastruttura, le due tavole che troverete in quel Piano, sono tavole concertate con le Regioni a noi adiacenti e che si ritroveranno all’interno delle pianificazioni delle altre Regioni. Questo per dimostrare che l’attenzione alla pianificazione sovracomunale, sovraprovinciale e sovraregionale ce l’abbiamo e abbiamo anche provato a sperimentare come applicare la perequazione territoriale e vi posso assicurare che anche in questo caso, consultate tutte le Regioni, non esiste Regione in Italia che ha per la prima volta applicato la perequazione territoriale.

Per quanto riguarda i PTCP in questo momento sono tre quelli già approvati, so che si sono altre quattro o cinque Province che si stanno adeguando a loro volta, nel senso che stanno elaborando la loro pianificazione.

La differenza tra residenza e altre funzioni, perché abbiamo deciso questa differenziazione?

Perché mentre nella residenza i dati e le informazioni che, come dicevo prima, lato domanda, erano leggibili, erano raccoglibili, in modo oggettivo, per quanto riguarda tutte le altre funzioni, non c’è una funzione, interrogando anche l’associazione di categoria, che è in grado di dirci quali sono le previsioni di domanda nel futuro. Ecco il motivo per cui le abbiamo accorpate tutte, mediando dai valori della residenza. Se non abbiamo dati non possiamo immaginare quelle che sono le prospettive future.

Per quanto riguarda invece la richiesta del Consigliere Verni, i 450 Comuni di cui vi abbiamo detto, che oltretutto, come dicevo, sono già maggiori di adesso, non vuol dire che gli altri Comuni non hanno attuato. Ho replicato la disposizione di legge che dice che i Comuni sono obbligati ad adeguare i loro PGT entro la data di scadenza del loro PGT dopo che la Provincia ha adeguato il proprio strumento. Quindi è un meccanismo a cascata, ma abbiamo dato la possibilità, comunque, ai Comuni che volessero farlo volontariamente, questi 450 Comuni l’hanno fatto volontariamente, di iniziare se volessero adeguare direttamente il loro PGT al PTR.

(18)

Concludo nel dire che anche sul consumo di suolo, una qualsiasi legislazione nazionale, che venisse approvata, perché anche nel PNRR si parla della legge sul consumo di suolo. Se entra nel dettaglio della indicazione di quelle che sono una serie di elementi, così come abbiamo detto prima le declinazioni, le modalità con cui si devono misurare, certamente, lo dico qua ma sono certo di questo, vorrebbe dire inficiare tutto il lavoro fatto fino ad oggi da parte nostra.

Ma nello stesso tempo immaginate tutto quello che abbiamo fatto noi, immaginate come una legge che fosse emanata dallo Stato con una declinazione molto precisa di dettaglio abbia effettivamente efficacia dall’oggi al domani. Cosa praticamente impossibile.

Ho fatto tutta questa disamina per dirvi quanto tempo noi abbiamo impiegato per raccogliere i dati, arrivare a questo primo monitoraggio a che, come dicevo prima, non è comunque conclusivo, immaginate cosa voglia dire la stessa cosa su una legge nazionale, vorrebbe dire perdere tutto quello che abbiamo fatto fino adesso, annullarlo, e poi non avere l’immediata efficacia, come invece iniziamo ad avere noi oggi.

Presidente CARZERI

Grazie, ci sono altri interventi? Quindi, se non ci sono pareri contrari, procediamo in quella presa d’atto della REL n. 115. Va bene? Perfetto.

Presidente DEGLI ANGELI

Volevo, Presidente, ricordare una cosa, visto che siamo in chiusura, nel ringraziare l’Architetto Federici e il dottor Conzi ma soprattutto la Direzione Generale Territorio e Protezione che ha curato, secondo me, in modo veramente approfondito questa relazione.

Voglio ringraziarli da parte del Comitato paritetico di controllo e valutazione, perché queste relazioni ci danno veramente l’opportunità di entrare nel merito di tutte le politiche regionali più importanti e soprattutto ringraziarli perché quelle che sono state le osservazioni portate dal nostro Comitato nello scorso anno, anche in risposta alla precedente relazione, sono state tutte accolte e veramente approfondite, quindi dando riscontro a quelle indicazioni che erano arrivate dal nostro Comitato.

Vorrei inoltre ricordare prima di chiudere che il 20 ottobre prossimo il Consiglio regionale ha in programma un seminario organizzato da Polis Lombardia nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile dal titolo “Consumo di suolo, la rigenerazione urbana come veicolo di sostenibilità”.

Volevo ricordare che nei prossimi giorni saranno inviati gli inviti e la partecipazione, che è prevista in modalità Webinar e sarà una ulteriore occasione di approfondimento sul tema.

Presidente CARZERI

Ha fatto bene, grazie, dell’informazione. Ringrazio quindi la Direzione Generale Territorio, nello specifico l’Architetto Federici e il Dottor Conzi per l’illustrazione del provvedimento e per la disponibilità che ci ha dato.

Consigliere MAZZALI Presidente, posso?

Presidente CARZERI

(19)

Prego.

Consigliere MAZZALI

Grazie. Volevo anche io unirmi ai ringraziamenti che già il Presidente Degli Angeli ha fatto.

Volevo ringraziare i colleghi che si sono occupati dell’esame della relazione, quindi la collega Pedrazzi con il Presidente Degli Angeli, perché sicuramente questa è una relazione con un tema molto delicato, perché, come abbiamo visto, contiene tantissimi approfondimenti e quindi mi è piaciuto sentire dai colleghi quanto queste relazioni siano fondamentali per essere utilizzate nel momento in cui si va a legiferare. Questo per rinnovare ancora una volta a tutti i colleghi il grande lavoro che viene fatto all’interno del Comitato paritetico e quindi anche dalla struttura che ne è il cuore pulsante, perché effettivamente il Comitato ha una dotazione, nel suo database di dati riferiti a tutte le misure che Regione Lombardia mette in campo ogni anno, che sarebbe bello che venissero effettivamente utilizzati quando cerchiamo di legiferare per il nostro territorio e per i nostri concittadini nel migliore dei modi.

Ancora una volta rinnovo l’invito a tutti i colleghi ad approfittare di questa grossissima opportunità che, ricordo, non c’è nelle altre Regioni e che è frutto di Direzioni Generali molto competenti che danno grande disponibilità e sicuramente di un lavoro all’interno della struttura del Comitato paritetico di un profilo professionale molto alto.

Ringrazio tutti, ringrazio il Presidente e anche la collega Pedrazzi per questa relazione.

Presidente CARZERI

Grazie, buona giornata a tutti voi.

Presidente DEGLI ANGELI Buona giornata a tutti. Grazie.

Riferimenti

Documenti correlati

Punto n. o.d.g: PUBBLICAZIONI CODICE DEONTOLOGICO. La Presidente della Commissione Etica e Deontologia, Scardala, chiede se sia possibile stampare alcune copie del nuovo Codice

È stato raggiunto l’obiettivo del coinvolgimento delle imprese che è già molto elevato, però qui ci sentiamo di concludere che è necessario fare ancora di più perché mancano,

Ogni Arbitro, nel corso dell’intera stagione sportiva, avrà un numero di visionature congruo a consentire la redazione di una esaustiva valutazione finale. Il

Questo probabilmente, anch e legittimato per gli arrivi maggiori oltre che c’è un impatto di quello che è successo, impatto che però si somma a un andamento che era già presente

Il Presidente comunica che, secondo quanto previsto dal Programma Triennale di Controllo e Valutazione per il 2021, è possibile avviare la missione valutativa sull’efficacia

5 'Regolamento regionale concernente i criteri organizzativi generali, le caratteristiche dei veicoli, delle uniformi, degli strumenti di autotutela, dei simboli distintivi di

anche per la caratterizzazione paesistica dei luoghi. La Franciacorta si presenta oggi, nel complesso, come un territorio molto antropizzato dove notevole è la presenza di

 disponibilità o meno di un locale idoneo alla ristorazione. Sarà cura del Coordinamento Regionale Attività Sportiva convalidare il programma e divulgarlo a tutti i Comitati ed