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CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE

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ANNO XIII - N. 12 - DICEMBRE 2015

LAGUNA NORD EST FAVARO VENETO • MARCON • QUARTO D’ALTINO • PORTEGRANDI

LAGUNA NORD ESTLega

Supplemento mensile di VeneziaLavoro – Direttore responsabile Giovanni Pascoli – Direttore editoriale Ettore Vittiman – Autorizzazione Tribunale Ve n.1493 del 06.10.04 Sede: Sindacato Pensionati Italiani Cgil - Favaro Veneto via Monte Abetone, 30 - 30173. Venezia - Telefono 041 5491445 - Fax 041 5010276 - e-mail legaspilagunane@ve- neto.cgil.it - spivenezia.lega.nordest@virgilio.it

CONFERENZA DI

ORGANIZZAZIONE

Nel mese di settembre si è svolta la conferenza di organizzazione della Camera del Lavoro Metropolitana CGILVenezia, che è la cosa più im- portante dopo il congresso. La grande discussione si è basata su come includere tutti i lavoratori, cittadini e abitanti del luogo nelle scelte politiche e organizzative del sindacato, dare loro congrui servizi diffusi e anche ascoltarli in ricorrenti assemblee.

Il tutto deriva dal fatto che negli ultimi decenni il lavoro si è sempre più parcellizzato, con meno tutele e diritti, con riduzione del reddito reale, isolando i lavoratori tra di loro e quindi lasciandoli con sempre meno riferimenti sindacali. E con l'avvento del Jobs Act le cose sono peggiorate. I tempi sono cambiati, come è cambiato il modo di ragio- nare, anche in maniera repentina, quindi per adeguarsi bisogna fare molta formazione, ascoltare la gente e i lavoratori e far sì che entrando nelle nostre sedi o Camere del Lavoro si sentano come se fossero a casa loro. Devono quindi trovare risposte sempre adeguate, poter esprimere le loro idee liberamente entrando nel merito dei problemi della fabbrica, del loro posto di lavoro, del territorio.

Nella conferenza di organizzazione è stato deciso che la Camera del Lavoro Metropolitana di Venezia verrà articolata in otto Camere del Lavoro. La nostra Lega avrà quindi due riferimenti confederali, e cioè la Camera del lavoro di Marcon/Quarto d'Altino e la Camera del La- voro di Mestre.

Segue a pag. 2

Realtà e parzialità

Marco Antonio, Orazione funebre per Cesare

Amici, Romani, compatrioti, prestatemi orecchio; io vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo. Il male che gli uomini fanno sopravvive loro; il bene è spesso sepolto con le loro ossa; e così sia di Cesare. Il nobile Bruto v’ha detto che Cesare era ambizioso: se così era, fu un ben grave difetto: e gravemente Cesare ne ha pagato il fio. Qui, col permesso di Bruto e degli altri – ché Bruto è uomo d’onore; così sono tutti, tutti uomini d’o- nore – io vengo a parlare al funerale di Cesare. Egli fu mio amico, fedele e giu- sto verso di me: ma Bruto dice che fu ambizioso; e Bruto è uomo d’onore.

Molti prigionieri egli ha riportato a Roma, il prezzo del cui riscatto ha riem- pito il pubblico tesoro: sembrò questo atto ambizioso in Cesare? segue a pag. 3

24 NOVEMBRE, PIAZZA SAN MARCO A VENEZIA…

Un funerale civile in Piazza; non succedeva dal 1868 per Daniele Manin.

Un funerale ecumenico. Ha abbracciato tutta la città, tutte le religioni monotei- stiche, tutt’Europa, tutto il mondo.

Di Valeria conosciamo ormai tutto e non vogliamo ripetere. Ma tra tanti traguardi che ha raggiunto nella sua vita, tra tutto il bene che ha fatto ai bisognosi, tra i tanti insegnamenti che il suo impegno di studiosa, di cittadina, di donna ha por- tato, ora c’è un altro prezioso traguardo: quello di aver condannato i suoi as- sassini all’emarginazione, ad essere sconfitti nel loro intento di portare odio.

Ha portato l’Europa ed i suoi cittadini ad essere convinti, senza se e senza ma, del dovere di non arrendersi,di continuare a combattere questi assassini con

la forza della educazione e propagandando la cultura della tolleranza insieme alla prevenzione, al controllo e alla repressione di ogni crimine rendendo coesa tutta la gente di ogni provenienza e credo religioso e politico.

L’abbiamo visto in Piazza San Marco: giovani, anziani, lavoratori, madri e padri di famiglia, italiani e stranieri, tutti insieme a portare il loro contributo di presenza e di ascolto. Hanno ascoltato le parole della famiglia, sempre esemplare nel suo compor- tamento, hanno ascoltato le parole del Patriarca Moraglia, quelle del Rabbino Capo Scialom Bahbout e quelle degli Imam della comunità islamica di Venezia Hamad Al Mahamad, il presidente Mohamed Amin Al Adhab e l’imam Nader Akkad che ha con- dannato quegli assassini con fermezza, disconoscendoli come non islamiti. Hanno ascoltato nelle parole, dolci, dei suoi amici.

Un contributo determinante e prezioso, quindi, quello di Valeria che dovremo sempre portare con noi.

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Conferenza di Organizzazione

Segue dalla prima pagina

Ciò aiuterà il nostro modo di operare nel territo- rio, caratterizzato da negoziazione ormai conso- lidata da decenni con i Comuni e la Municipalità del territorio di nostra competenza, per tutto ciò che riguarda il territorio stesso, le persone, come si utilizzano le risorse e così via.

La nostra azione, come confermano i sindaci che partecipano alle nostre iniziative, serve da pun- golo nei loro confronti perché la loro ammini- strazione sia sempre più confacente ai bisogni della gente. E i frutti si vedono. Basti pensare ai risultati che abbiamo ottenuto nel nostro territo- rio conquistando la nuova sede del Distretto Socio Sanitario a Favaro Veneto pur mantenendo i presidi socio sanitari a Marcon e Quarto d’Al- tino. Ciò ha comportato nell'arco degli anni in- numerevoli confronti con le varie istituzioni sfociati in ben 44 accordi con loro sottoscritti e più di una manifestazione per poter portare tutto ciò a compimento.

La nuova organizzazione dovrà affrontare nel territorio di Marcon/Quarto d'Altino, dove insi- stono diverse aziende metalmeccaniche, chimi- che, centri commerciali, depositi di merci di vario tipo, centri di ristoro e così via innumere- voli problemi. Tra questi problemi c’è quello del ricambio del personale delle aziende molto re- pentino; ciò vuol dire che questo fenomeno deve essere governato dal sindacato con molta atten- zione perché i lavoratori siano tutelati nei loro diritti rendendoli partecipi a tutti questi cambia- menti.

Solo per citare una delle opportunità nelle quali il sindacato deve essere protagonista ricordiamo il grosso sviluppo del quadrante di Tessera che se non governato potrebbe sconvolgere quel de- licato territorio.

Uno sviluppo quindi non invasivo ma sostenibile e condiviso dalla popolazione e dal mondo del lavoro. Quanto sopra rende indispensabile che le strutture deputate alla direzione dei processi territoriali sia politici che organizzativi e di ser- vizio siano operative e dedicate specificatamente al territorio di loro competenza. E ancor più vero ciò per i responsabili preposti.

Roberto Giacomini

Segretario Lega Laguna Nord Est

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FAVARO VENETO via monte Abetone, 30 tel. 041 5491445 fax 041 5010276 legaspilagunane@veneto.cgil.it spivenezia.lega.nordest@virgilio.it

aperto da lunedì a venerdì, dalle 8.30 alle 11.30

QUARTO D’ALTINO Via Matteotti, 7 tel. 0422 780712

aperto il lunedì ed il mercoledì dalle 8.30 alle 11.30

MARCON via dello Sport, 10 tel. 041 5491412 fax 041 5952584 spi_marcon@virgilio.it

aperto da lunedì a venerdì, dalle 8.30 alle 11.30 PORTEGRANDI presso il Centro Civico

aperto il 1º ed il 3º giovedì del mese dalle 14 alle 16.00 Lega LAGUNA NORD EST

Quando i poveri hanno pianto, Cesare ha lacrimato: l’am- bizione dovrebbe essere fatta di più rude stoffa; eppure Bruto dice ch’egli fu ambizioso; e Bruto è uomo d’onore.

Tutti vedeste come al Lupercale tre volte gli presentai una corona di re ch’egli tre volte rifiutò: fu questo atto di ambizione? Eppure Bruto dice ch’egli fu ambizioso; e, invero, Bruto è uomo d’onore. Non parlo, no, per smen- tire ciò che Bruto disse, ma qui io sono per dire ciò che io so. Tutti lo amaste una volta, né senza ragione: qual ragione vi trattiene dunque dal piangerlo? O senno, tu sei fuggito tra gli animali bruti e gli uomini hanno perduto la ragione. Scusatemi; il mio cuore giace là nella bara con Cesare e debbo tacere sinché non ritorni a me.

William Shakespeare, Giulio Cesare, atto III, scena II, traduzione di M. Praz, Sansoni, Firenze 1964

Ai giorni nostri. Sempre più di sovente si odono dichia- razione esultanti che enfatizzano i risultati che il nostro Paese avrebbe raggiunto. Risultati importanti, si dice. Di certo letti così sembrano tutti positivi, come se l’Italia fosse di nuovo diventata il “Bel Paese”. Lungi da noi met- tere qui in discussione l’onorabilità di chi declama, enfa- ticamente questi risultati. Ma chissà perché ritorna in mente il celeberrimo discorso che, nella commedia di Shakespeare, Marc’Antonio recita al funerale di Giulio Ce- sare (ricordate? “...e Bruto è uomo d’onore…”)? Ci viene voglia di farne una perifrasi.

In Italia la disoccupazione è al 12%, quella giovanile ad oltre il 40%, più gli “scoraggiati”, alle donne va ancora peggio e nel sud è disastro. I voucher (una forma di pa- gamento che dovrebbe essere solo per prestazioni ac- cessorie) sono stati ben 81 milioni solo nei primi nove mesi di quest’anno.

Ma Matteo dice che i “contratti stabili” sono aumentati e si ferma lì. Ma poi se si analizzano i dati una grande parte di essi sono in realtà trasformazioni di vecchi contratti e con le regole del Jobs act quei lavoratori possono essere licenziati a piacimento in ogni momento. Intanto i datori di lavoro hanno avuto 8.000 euro di sgravi!

…e Matteo è uomo d’onore

Le “tasse” per tali intendendo tutti i vari balzelli che il cit- tadino deve pagare sono in aumento come i costi sociali

(Tasi, Tari, servizi, mense, libri scolatici, ecc.).Nel 2015 ciascun cittadino italiano pagherà 8mila euro di tasse.

Ma Matteo dice che le tasse diminuiranno, anzi stanno diminuendo

…e Matteo è uomo d’onore

La povertà in Italia passa da 1,8 milioni di poveri assoluti nel 2008 a 4,1 milioni nel 2014 e non accenna a dimi- nuire. Tre milioni di famiglie (una su dieci) non riescono pagare bollette, mutui, spese per l’abitazione, milioni di italiani, specie anziani, non si curano perché non hanno i soldi.

Ma Matteo dice che un risultato è stato raggiunto: la po- vertà non aumenta (e vorrei vedere, anche perché alla povertà assoluta di somma quella relativa, a quelle diffi- coltà che pur non essendo registrate formalmente come

“povertà” sono di certo grandi privazioni) e aggiunge Matteo dice “l’Italia è ripartita”.

... e Matteo è uomo d’onore

In Italia le pensioni qui nel “ricco” Veneto sono di media di 860 euro al mese e altrove anche meno

Ma Matteo non mette che bricioline nella Legge di Stabi- lità per i pensionati, presenti e futuri, lascia ancora diecine di migliaia di lavoratori “esodati” senza sostegno, ha pre- sentato una legge che, nonostante la Corte Costituzio- nale, rimborsa solo il 12% della mancata rivalutazione delle pensioni

…e Matteo è uomo d’onore

L’evasione e l’elusione fiscale e contributiva galoppa come sempre. Se sommata alla corruzione sfiora i 300 MILIARDI l’anno. I lavoratori in nero totale sono 2 milioni, scoperti, senza garanzie alcune, senza alcuna futura pen- sione, sui quali tutto si evade.

Ma Matteo proclama una lotta a tutto ciò e poi esulta per- ché si recupera si e no 15 miliardi

…e Matteo è uomo d’onore E Marco Antonio conclude:

“O senno, tu sei fuggito tra gli animali bruti e gli uomini hanno perduto la ragione. Scusatemi; il mio cuore giace là nella bara con Cesare e debbo tacere sinché non ri- torni a me”.

Ettore Vittiman Marco Antonio - segue dalla prima pagina

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ASSUEFAZIONE E INDIGNAZIONE

Ci sono due stati d’animo ormai ricorrenti nel vivere l’oggi:

quello dell’assuefazione a fatti ricorrenti anche di enorme gravità e quello della mancata indignazione per fatti altret- tanto atroci.

Siamo ormai abituati ad essere informati su centinaia di es- seri umani che ogni giorno scompaiono nei nostri mari, su donne oggetto di violenza da parte dei mariti, dei compagni, dei fidanzati, su infanticidi commessi anche da parenti pros- simi, su atti di pedofilia messi in atto anche da uomini di chiesa, su anziani e bambini maltrattati, anche in luoghi e strutture che dovrebbero essere deputate seguirli e a curarli, su corruzioni, nepotismi, usi illegittimi di denaro pubblico, su un’immensa, ricorrente. diffusa, abituale evasione ed elu- sione fiscale. Ma tutto ciò lascia di solito indifferente la stra- grande parte dei cittadini. È quasi una normalità. Si

assorbono queste notizie come una spugna assorbe l’acqua.

Poi, come per una spugna, l’acqua evapora e tutto rimane come prima. Le notizie diventano così “non notizie”, non la- sciano traccia nelle menti della generalità della popolazione.

Siamo diventati incapaci di INDIGNARCI. L’indignazione è sempre più spesso cosa ignota, anche se i fatti indegni si ve- rificano qui da noi, anche se magari da quei fatti veniamo direttamente depauperati di risorse per il nostro bene co- mune. Figurarsi poi se quelle notizie riguardano persone e luoghi lontani da noi!

L'indignazione non può essere sostituita da “commozione”, da una sorta di pietas che è certo sentimento importante, no- bile, ma l'indignazione è altra cosa. Noi tutti abbiamo pianto il bimbo annegato e sdraiato morto su una spiaggia turca (si chiamava Aylan Kurdi, aveva 3 anni) ma ben presto quella immagine così puntualmente fissata in una foto ben più effi- cace di qualsiasi video (appunto perché immobile), se non dimenticata è soppianta da altre vicende.

È necessario invece riappropriarci della nostra capacità di indignarci e di saper di nuovo diventare sensibili ai fatti atroci sopra ricordati, a segnarli a dito, a condannarli espli- citamente, creando nel corpo vivo del nostro Paese un humus sociale appropriato e rifuggendo da ogni tipo di assuefa- zione.

Solo così anche le istituzioni, il corpo legiferante a tutti i li- velli saranno spinte positivamente e dovranno fare i conti con il sentire della gente, reso così evidente

L’Educazione (quella con la “E” maiuscola) è essenziale e deve partire dalla famiglia anche con l’esempio e dalle scuole con forza e determinazione. Quante volte nella fami- glia si è parlato del “bene pubblico”, con quale risorse lo Stato funzioni e della necessità di contribuire tutto corretta- mente al suo funzionamento? E quante lezioni su ciò si sono tenute nella rete diffusa della nostra scuola? E ancora quante volte si è preferito tacere, invece che approfondire, nella famiglia e nella scuola, i fatti atroci che sono all’ordine del giorno ogni ora, partendo da quelle notizie? Insomma quanto spazio ha avuto, giorno dopo giorno, nella nostra vita la diffusione del dovere della legalità? (e.v.)

INFLUENZA:

È IMPORTANTE CHE GLI ANZIANI

SI FACCIANO VACCINARE

Sono circa 8mila ogni anno i morti per le compli- cazioni del virus, che troppo spesso viene sotto- valutato

Preoccupa il calo delle vaccinazioni tra gli anziani:

negli ultimi anni si è infatti registrata una diminuzione notevole, soprattutto per la vaccinazione contro l'in- fluenza stagionale, che per le sue complicanze uc- cide in media 8mila italiani l'anno, l'80% dei quali sono over-65.

A puntare i riflettori sul fenomeno del trend in di- scesa delle vaccinazioni nella popolazione anziana è stato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in occasione del convegno sulle vaccinazioni in Eu- ropa, promosso dal ministero nell'ambito del seme- stre italiano di presidenza Ue. "In Italia - ha avvertito Lorenzin - si registra un preoccupante calo dal 2001 ad oggi delle vaccinazioni tra gli anziani, che rappre- sentano una delle categorie sensibili a rischio". C'è stato, ha precisato, ''un notevole decremento e que- sto è un buco che va assolutamente colmato. In questo periodo, infatti, in molte Regioni si è avuto un picco negativo: in Friuli Venezia Giulia, ad esem- pio, si e' passati dal 71% al 55% delle vaccinazioni tra gli anziani. In Toscana, invece, si e' passati dal 51% al 58%, ma non è ancora abbastanza''.

In particolare, ha quindi affermato il ministro, ''con l'arrivo della stagione influenzale, il consiglio è quello di vaccinare innanzitutto le categorie considerate a rischio, come appunto gli anziani ed i bambini con patologie croniche. Siamo in piena fase delle vacci- nazioni, che - ha precisato - dureranno fino a dicem- bre''. La vaccinazione, ha ricordato Lorenzin, ''è uno strumento di prevenzione primaria fondamentale''.

Eppure, proprio gli anziani presentano spesso delle resistenze a vaccinarsi, nonostante i gravi rischi connessi alle complicanze legate all'influenza sta- gionale: ''Ogni anno - ha ricordato il direttore del di- partimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), Giovanni Rezza - l'influenza uccide in media in Italia 8mila persone, e l'80% è rappresen- tato da anziani''.

Nonostante la vaccinazione anti-influenzale sia di- sponibile gratuitamente per le categorie a rischio (come appunto anziani over-65, malati cronici, donne in gravidanza, i bambini con patologie parti- colari e operatori sanitari), la copertura in tali cate- gorie non raggiunge ancora l'obiettivo minimo del 75% previsto dall'Organizzazione mondiale della sa- nità (Oms).G.Z.

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I buoni lavoro, o voucher lavoro, sono dei modi di pagamento per lavori occasionali e discontinui, per prestazioni di lavoro ac- cessorie, cioè non regolamentati con classici contratti. Insomma sono un me- todo per rendere situazioni che potrebbero essere considerate lavoro nero ma che nel tempo sono diventate molto diffuse.

Quindi il lavoro accessorio nasce per pre- stazioni di lavoro frequentemente som- merse alle quali con il sistema dei voucher ( buoni lavoro) si riconoscono tutele retri- butive, previdenziali ed assicurative, senza obbligo di tipo documentale o adempimenti di particolare rilievo. Nel 2012 il legislatore interviene sulla Legge Biagi del 2003 che ha introdotto i buoni lavoro e cambia il riferimento normativo dei Voucher. Sparisce il vocabolo occa- sionale e sottolinea, invece, l'accesso- rietà, determinata appunto in funzione dell'esiguo valore delle prestazioni in ar- gomento. Di conseguenza tutti il lavori sono accessori se si prende come riferi- mento il limite di carattere economico. Per prestazioni di lavoro accessorio si inten- dono attività lavorative che non danno luogo a compensi superiori a 7000 euro netti (9333 euro lordi ) annui che un sin- golo lavoratore può incassare nell' arco di un anno solare anche lavorando per più datori di lavoro e di 2000 euro netti (2693 lordi) sempre annui per singolo datore di lavoro.

I Voucher Inps sono sia cartacei che tele- matici, i primi vengono consegnati dal da- tore di lavoro al lavoratore che provvederà ad incassarli, quelli telematici possono essere trasmessi direttamente in conto corrente del lavoratore dall'INPS. Ovvia- mente sono comprati dal datore di lavoro che è obbligato a comunicare, anche a posteriori, la data di inizio della presta- zione lavorativa. I buoni lavoro sono esen- tasse per il lavoratore ma dal loro valore nominale ne viene trattenuta una percen- tuale del 13% che va all'INPS per i contri- buti previdenziali, una del 7% va all’INAIL per l’assicurazione infortuni obbligatoria ed un 5% va ancora all'INPS per il servizio,

INPS-Banche Dati Statistiche

I dati al 30 settembre 2015, non ancora compresi nella tabella, registrano ben 82milioni di voucher venduti nel 2015. Ciò proietta l’utilizzo dei voucher al 31 dicembre pari a 100milioni

VOUCHER, LAVORO NERO A METÀ

Ecco l'ultima trovata: i voucher lavoro. Incominciamo a capire di cosa si tratta.

non incidono sullo status di disoccupato ( un disoccupato può lavorare con i buoni lavoro ) è compatibile con i versamenti volontari ed è cumulabile con i trattamenti pensionistici. Se il datore di lavoro ha fatto svolgere pre- stazioni di lavoro occasionale in assenza dei requisiti ( lavoro non occa- sionale ma continuativo ) allora la legge prevede che il rapporto di lavoro sai trasformo automaticamente in rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, sono comunque previste sanzioni nel caso di abuso da parte del datore di lavoro.

Come visto nella trasmissione di RAI 3 Report sono parecchi i casi segna- lati di abuso della normativa Voucher. Anche nel comparto dell'edilizia ab- biamo visto il caso dell'operaio edile che a seguito di incidente sul lavoro ha perso parte di un orecchio. Era completamente in nero ed a incidente avvenuto il datore di lavoro ha consegnato il voucher e si è salvato da tutti i problemi. Nel turismo i datori di lavoro comprano un paio di ore di lavoro con i voucher ed il resto tutto in nero. Questo comportamento oltre ad es- sere illegale e anche scorretto verso i datori di lavoro che dichiarano all'INPS tutto quello che c'è da dichiarare.

Nella Regione Veneto si è registrato un aumento sproporzionato del ricorso al lavoro accessorio: 17 milioni di unità voucher da 10 euro nel quinquennio 2008/2013 a fronte di 7,5 milioni venduti da gennaio a settembre 2014, con il settore servizi a fare da capofila.

Nel 2015 sono previsti 100 milioni di voucher venduti in Italia.

Il lavoro accessorio ha fornito un efficace alternativa a chi avesse finalità elusive, essendo munito per definizione, di ampia flessibilità operativa in termini di tempi e modalità di utilizzo. E' infatti uno strumento di grande duttilità ai fini “evasivi” consentendo, ad esempio, il sottoutilizzo a fronte dell'effettiva prestazione resa ( ti do un solo buono e del denaro cash in nero per l'intera giornata di lavoro oppure non ti consegno i buoni, ma ti pago in contanti ed in nero, se l' ispettore non passa ). Inoltre, e non meno importante, bisogna comprendere che meno retribuzione regolare significa meno pensione futura con tutto quello che ne consegue e quindi un danno alle casse dello Stato che dovrà sicuramente intervenire per sostenere la popolazione. Anche questo è Jobs-act!

Pasquale Graziano

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Dopo la fine della prima guerra mondiale quel filo sottile che legava la donna alla società era stato costruito con molte lotte, e non solo da parte di donne italiane ma con un buon contributo anche dalle donne di altri paesi, Eu- ropee e Americane. Signore benestanti che hanno com- battuto a fianco dei nostri soldati all’interno della Croce Rossa, mettevano a disposizione le loro macchine per il trasporto malati, e non indugiavano a assisterli personal- mente. Dopo l’armistizio, le donne si trovarono dover affrontare la loro uscita dal lavoro: con il rientro dei re- duci, non c’era più bisogno di tante donne nelle fabbri- che, e queste dovettero cambiare lavoro. Facevano le domestiche o lavandaie

presso famiglie facoltose, molte fecero le balie, so- prattutto le donne friulane, visto che avevano bambini piccoli e un’ ottima produ- zione di latte, sfamavano più bambini alla volta, anche fino i tre anni di età, quelle si consideravano for- tunate per il fatto che pote- vano badare ai figli propri e quelli dati a balia. Le gio- vani che avevano ottenuto lavori di alto livello si ve- devano messe da parte per

far rientrare la forza lavoro maschile.

Dei reduci tornati in famiglia un discreto numero erano malati fisicamente e moralmente, anche sotto questo aspetto le donne hanno subito un aumento di lavoro.

Spesso ritornavano a casa senza arti o con malattie pol- monari gravi, con malattie veneree, e loro volta conta- giavano la famiglia e i bambini nati dal rapporto coniugale che non sempre ne erano immuni. Quei soldati spesso ignari delle disgrazie che si portavano appresso

“se sopravvivevano” non erano certo idonei a riprendere una vita normale.

L’enorme incidenza dei disturbi nervosi e mentali sui soldati che combattevano al fronte fece sorgere l’esi- genza di predisporre un apposito servizio neuropsichia- trico di guerra: quei propositi curativi e di studio procedettero di pari passo a quella rete di strutture com- posita e complessa che era il manicomio, anch’esso ge- stito per la maggior parte da istituti religiosi. Ancora la figura femminile si faceva carico di quella parte più brutta che è una guerra, la cura del malato cronico e ir- recuperabile.

Nelle fabbriche nacquero i primi subbugli: i diritti delle donne sono diritti umani, naturalmente le delegate a prendere parte alle confe- renze erano donne povere, là dove vent’anni addietro sarebbero stati uomini, o le mogli dei funzionari di sesso maschile. Esse si ri- bellarono a quella società che voleva rilegarle nuova- mente al focolare domestico per impedire loro la crescita di una personalità completa e farne uso nella società . Durante il secondo decennio successivo alla nascita del movimento femminista quel filo di Arianna diventò una ragnatela che con l’impegno delle donne combattenti nella prima guerra avevano continuato nelle fabbriche e soprattutto nella campagna a diffondere gli ideali e i di- ritti delle donne, cercando in tutti i modi di sostenerle e incoraggiandole a lottare, convinte che solo con l’unione avrebbero raggiunto qualche risultato.

Giannina Faraon

Una breve storia dell’emancipazione

femminile (seconda parte)

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LA VITTORIA DELLA

DEMOCRAZIA AL FEMMINILE

Finalmente dopo 25 anni con il trionfo di Aung San Suu Kyi in Birmania la democrazia vince. Sono state le prime libere ele- zioni e il suo partito ha conquistato 329 seggi in Parlamento contro i 27 di quello sostenuto dalla giunta militare. Non potrà, però, diventare presidente per meri cavilli costituzionali. Già nel 1990 il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, vinse le elezioni ma il regime militare le annullò e prese il potere con la forza. I generali hanno pensato bene di modificare la Costi- tuzione escludendo dalla massima carica dello stato chi è stato sposato con uno straniero o ha figli con passaporto straniero, proprio il ritratto di Aung San Suu Kyi, vedova dello studioso inglese di cultura tibetana Michael Aris che lei non potè assi- stere neppure in punto di morte perché se fosse espatriata non sarebbe potuta tornare in Birmania. Dal marito ha avuto due figli che hanno la cittadinanza inglese, come il padre.

Solo nel 2012 riuscì ad andare ad Oslo per ritirare il premio Nobel per la pace che le era stato assegnato vent’anni prima.

Aveva due anni quando gli avversari politici le uccisero il padre, capo della fazione nazionalista del Partito Comunista della Bir- mania. Sua madre divenne una figura di riferimento politico per il paese e assunse l’incarico di ambasciatrice in India. Suu Kyi è cresciuta in questo contesto formandosi in prestigiose scuole internazionali, laureandosi in filosofia, scienze politiche ed eco- nomia al S. Hugh’s College di Oxford e proprio lì conosce il fu- turo marito. Ha vissuto anche negli Stati Uniti d’America dove ha lavorato per le Nazioni Unite.

Tornata nel 1988 in Birmania, per assistere la madre morente, lì è rimasta per il ricatto dei generali al potere in quanto se fosse espatriata nuovamente non sarebbe più potuta tornare. Nella sua vita ha sacrificato tutto, il marito e i figli, e comunque è ri- masta nel suo paese per il bene comune. Un fiore tra i capelli, un sorriso, la sua dolcezza, la grazia, anche quando le misure restrittive cui era sottoposta si facevano sempre più severe come il lungo periodo degli arresti domiciliari. Oggi le cose sembrano cambiate grazie alla sua tenacia difendendo con le unghie i diritti di tutti e finalmente sarà possibile formare un vero governo democratico per il suo popolo.

Bruna Busso(tratto da un articolo di Elvira Serra, Corriere della Sera)

STRENNA DI NATALE

Le donne regalano la strenna di Natale alla so- cietà: il “gender pay gap”(gap stipendiale uomo donna) calcolato non solo in denaro, ma in giorni e ore lavorative, a pari ruoli con i col- leghi maschi. Da oggi, a fine anno, lavorano gratis. È un calcolo fatto dall’Unione Europea per celebrare con amarezza il giorno dell’ugua- glianza dei salari. Un giorno che sembra lon- tanissimo a giudicare i dati europei che calcola nel 16% la disparità dei guadagni medi tra la- voratore e lavoratrice in Europa. Non si devono solo calcolare le quote rosa, le manager stra- pagate, ma anche l’esercito crescente di donne capofamiglia monoreddito con tutto quello che ciò significa (disoccupate cinquan- tenni, cura anziani e disabili, ecc…).

Se ci limitiamo a guardare nel nostro Paese le cose vanno ancora peggio. Secondo i dati ISTAT, ISOLF, BANCA D’ITALIA, pur non te- nendo conto della bassa occupazione in gene- rale nel paese e in particolare al sud, questa disuguaglianza salariale sfiorerebbe il 20%. In sintesi secondo la U.E. ogni euro guadagnato da un lavoratore corrisponde solo a 84 cente- simi di quanto percepisce una lavoratrice. Una donna con famiglia, tanto più se sola, viene emarginata da incarichi impegnativi e da pro- spettive di carriera. Poi ci sono le discrimina- zioni per eventuale maternità o matrimonio “le famose dimissioni in bianco” e per tutti ma con sostanziale accentuazione di danno per le donne, l’abolizione dell’art.18.

La legge prevede la parità salariale uomo donna, fin dal 1952, ma è la sostanza che cir- conda il rapporto di lavoro che è opaca e poco chiara, anzi preclusiva e discriminante. La donna ha difficoltà di carriera, è più difficile per lei conciliare il buon andamento della famiglia, lavoro di cura, carenza di welfare con il lavoro.

È necessario quindi un impegno di lotta perché leggi di sostegno al lavoro femminile, norme contrattuali e quant’altro necessario vengano emanate e correttamente applicate quelle esi- stenti. Ugualmente necessaria una distribu- zione dei compiti e dei lavori all’interno della famiglia superando storiche barriere, perché la coppia, ma anche i figli più grandi, dentro la famiglia si facciano carico di quanto necessa- rio per un corretto menage famigliare. G.F.

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“GIÙ LE ARMI! DITELO A TUTTI”

BERTHA

VON SUTTNER

Nasce a Praga il 9 giugno 1843, figlia di un anziano feldmaresciallo asburgico, Conte Franz Joseph, che aveva combattuto alle dipendenze del Maresciallo Ra- deysky, e della giovane Sophia Wihelmine von Komer, una poetessa. Rimasta orfana di padre molto presto, è la madre che si dedica alla sua educazione dandole due istruttrici che le insegnano le lingue, la filosofia, la storia e la musica. L'educazione che riceve è molto ri-

gida, secondo i canoni dell'aristocrazia asburgica del tempo: è quindi il prodotto di questa società fondata su tradizioni militaristiche che ella inizialmente accetta, ma poi contrasta duramente.

Gode di un'attiva vita sociale e, in compagnia della madre, intraprende diversi viaggi in Italia e in Inghilterra. Nel 1873 si stabilisce a Vienna divenendo, anche per la difficile situazione economica, insegnante e tutrice delle figlie del Barone von Suttner, del cui figlio Arthur Gundaccar, di sette anni più giovane di lei, si innamora. Bertha lascia Vienna quando, rispondendo ad un annuncio economico le viene offerta una sistemazione a Parigi, in qualità di segretaria di Alfred Nobel. Poco dopo ritorna a Vienna per sposare segretamente il giovane barone e a causa della disapprovazione della famiglia Suttner, la coppia si stabilisce nel Caucaso.

Quando si sollevarono i venti di guerra tra Impero russo e Impero austro-ungarico nel 1885, Bertha e suo marito fecero ritorno in patria, si riconciliarono con la famiglia von Suttner che li ospitò. La convivenza con un ambiente conservatore e di campagna era troppo soffocante per i due, soprat- tutto a causa del loro acceso anticlericalismo e per alleviare la pesantezza di queste condizioni Bertha cominciò a scrivere novelle brevi, iniziando ad interessarsi alle problematiche pacifiste. Fu così che venne a conoscenza della International Arbitratio and Peace Association, fondata a Londra nel 1880 dal pacifista inglese Hodgson Pratt, il cui scopo era la promozione degli arbitrati e dei trattati di pace contro il metodo della guerra nelle relazioni tra gli stati.

Nel 1887 Bertha entrò in contatto con questa organizzazione pacifista e pubblicò nel 1889 il suo capolavoro Die Waffen Nieder (Giù le mani) che venne pubblicato sia aVienna che a Berlino . L'o- pera venne tradotta in 20 lingue e fu uno dei libri più letti del XIX secolo.Dopo i suoi successi come scrittrice, ormai quarantaseienne, divenne una figura centrale nel pacifismo internazionale. Nel 1891 fondò la Società Pacifista Austriaca di cui rimase presidente fino alla sua morte.

Nonostante avesse subito un duro colpo nel 1902 con la morte del suo amato marito , Bertha von Suttner continuò sforzasi di lottare per promuovere i loro ideali comuni, e nel 1905 ricevette il Pre- mio Nobel per la Pace per diretta volontà ed ammiratore Alfred Nobel: la von Suttner dichiarò di voler condividere la lauta somma in denaro con un altro grande decano dell'attivismo pacifista, Frederic Passy.

Nell'agosto del 1913 sebbene già fortemente provata dalla malattia (si suppone cancro) partecipò alla Conferenza Internazionale di Pace dell'Aia dove venne eletta “generalissimo” del movimento pacifista. Nel maggio del 1914 partecipò all'organizzazione della XXI conferenza di Pace che avrebbe dovuto tenersi a Vienna in settembre, ma venne stroncata dalla malattia il 21 giugno 1914, un mese prima lo scoppio della prima guerra mondiale.

Dopo la sua morte, numerose città in Germania e in Austria hanno ricordato Bertha von Suttner dando a strade, piazze e scuole pubbliche il suo nome. Un suo ritratto si trovava sulla banconota di 1.000 scellini e con l'introduzione dell'Euro l'Austria la onorò con il suo ritratto sulla moneta da due Euro.

Ricerca a cura di Giancarlo Centazzo

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INCONTRO CON LEGHE GEMELLATE DI BOLOGNA E VERONA

Sabato 7 Novembre 2015, a Santa Lucia- Golosine Verona si è celebrato il ventesimo anniversario del gemellaggio con la Lega Borgo Reno di Bologna. Essendo la Lega Laguna gemellata con queste due leghe è stata invitata alla ricorrenza.

Abbiamo partecipato con tutta la segreteria e una rappresentanza del comitato direttivo.

L'incontro è stato molto proficuo, ci siamo scambiati le nostre esperienze tra le quali quelle che per noi sono state più significative.

La cosa che ci ha stupito di più è che sia la zona di Verona sia la zona di Bologna hanno dovuto fondere più leghe assieme, nel caso di Bologna unificando addirittura quattro leghe, ora con più di settemila iscritti, mentre Verona per ora ne ha fuso due: Santa Lucia e Golosine per poter garantire un minimo di presenza nel ter- ritorio di un operatore.

Ad esempio, il Segretario della Lega del Reno è costretto a tralasciare la contrattazione collet- tiva e a fare unicamente il presidio del recapito per la tutela individuale. Il suo problema assil- lante è che avendo lui 69 anni e non trovando ricambi, non si capisce cosa succederà a fine del suo mandato. La legge Fornero, innalzando l'età pensionabile, ha ridotto notevolmente la possibilità per i nuovi pensionati di dedicarsi proficuamente all’attività di volontariato come recapitisti, sia per l’età anagrafica sia per le nuove complessità create dalle norme in mate- ria di tutela individuale, tanto più che la Legge di Stabilità non prevede modifiche alla legge Fornero come auspicato. Infatti non si prevede alcuna flessibilità in uscita, quantomeno per coloro che hanno iniziato a lavorare molto gio- vani, nè per i lavori usuranti, nè per i lavori che richiedono molta prestanza fisica. Le organiz- zazioni sindacali proponevano e propongono invece la modifica sostanziale delle norme della Legge Fornero, prevedendo la flessibilità in uscita e recuperando le risorse necessarie dalla lotta all’evasione fiscale.

Tra l’altro per il reclutamento dei collaboratori recapitisti si pone un ulteriore problema; la no- stra norma regolamentare sancisce che l’età per l’utilizzo dei collaboratori è limitata a 70 anni;

conseguentemente se l’età pensionabile è di oltre 67 anni, lo SPI continuerà ad essere il sin- dacato “dei” Pensionati o “per” i pensionati ? R.G.

SPI CGIL, FNP CISL, UILP UIL

LEGHE DI FAVARO VENETO MARCON QUARTO D’ALTINO I Sindacati dei Pensionati CGIL CISL UIL di Favaro Veneto ri- badiscono la loro richiesta, già oggetto di confronto e intese sottoscritte da anni con la Municipalità di Favaro Veneto di

REALIZZARE LA PISTA CICLABILE FAVARO/DESE

L’opera è necessaria non solo per garantire la sicurezza dei ci- clisti, spesso anziani, che transitano per Via Altinia, ma con- tribuirà di certo a rendere più vivibile il territorio e stimolare l’accesso alle aree verdi anche attrezzate rappresentate dai bo- schi che si affacciano su Via Altinia, un vero “polmone verde”

del quartiere per tutti i cittadini.

Noi ben sappiamo che questa non è la sola pista ciclabile ne- cessaria. Ricordiamo, infatti, che anche quella Favaro/Tessera è un’opera da mettere in cantiere.

SPI CGIL, FNP CISL, UILP UIL di questo territorio insistono per- ché vengano superate le difficoltà e perché l’opera venga im- mediatamente cantierata.

Nulla accadendo, si troveranno costretti a mettere in atto tutte le azioni di lotta necessarie, mobilitando la popolazione, per raggiungere, finalmente, l’obbiettivo che ricordiamo è stato concordato e sottoscritto.

RISCALDAMENTO PIÙ VERDE, ECONOMICO, EQUO

Entro il 31dicembre 2016 tutti i condomini si devono adeguare alla normativa europea per ciò che riguarda il riscaldamento condominiale. Per la normativa si intende condominio, da due unità abitative in su.

La normativa impone la termoregolazione e contabilizzazione in ogni appartamento condominiale. Come al solito si spera sempre in uno slittamento della norma che invece va applicata nel più breve tempo possibile. Da quanto si riesce a recepire dai dati che vengono forniti dai tecnici di riscaldamento, si evince che c'è un risparmio dal 30 al 40% rispetto ad oggi, pur garantendo lo stesso comfort. Se invece si fanno dei restauri per migliorare la situazione attuale, perché la maggioranza delle costruzioni in essere non sono state costruite per il risparmio energetico, si può usufruire delle agevolazioni fiscali per re- stauri edilizi con un recupero fiscale del 50%, se invece si fanno dei restauri per l'efficientamento energetico, il recupero fiscale è del 65%. Considerando il risparmio energetico, che va dal 30 al 40% , l'eliminazione dello spreco di combustibili fossili e gassosi, si ha una riduzione notevole di emissioni di CO2. Oltre a ciò ogni condomino ha la possibilità di regolare la temperatura più consona alle sue abitudini e senza riscaldare la propria abitazione nei momenti in cui non lo ritiene oppor- tuno. Si ha così un risparmio considerevole, sia in denaro sia in emissioni. (R.G.)

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S

i è già trattato, in precedenti articoli, dell'ar- gomento che anche oggi si vuol affrontare per il particolare interesse che esso riveste. Si tratta dell'art. 81 della Costituzione nella parte in cui è stato recentemente modificato.

Va ricordato, anzitutto, come è ormai noto a tutti, che la nostra Costituzione è una costituzione “rigida”. Il che significa che le norme costituzionali non possono essere modificate da quelle ordinarie, ma, al contrario, queste ultime devono essere conformi al dettato co- stituzionale, perché, diversamente, ne viene dichiarata l'”illegittimità costituzionale”.

Un'apposita Magistratura è deputata ad accertare se esiste o meno contrasto fra dettato costituzionale e legge ordinaria ed è la Corte Costituzionale.

Dunque, secondo il nostro ordinamento, il legislatore – cioè il Parlamento - è vincolato dai principi conte- nuti nella Carta Costituzionale, cui deve adeguarsi.

Ora, l'art. 81 della Costituzione, prima di recenti mo- difiche, disponeva testualmente: “...” Recentemente, a questa norma sono state apportate delle modifiche – delle aggiunte - che, sostanzialmente, si risolvono

nel divieto dell' indebitamento e in limitazioni all'e- sercizio provvisorio del bilancio.

S

enonché l'ultima parte dell'ultimo comma di tale articolo impone, in sostanza, che legge di bilancio e rendiconto consultivo vengano pronunciati “nel rispetto dei principi definiti”

dalle norme costituzionali!

In altre parole, l'art.81 della Cost., proprio quello tratta esplicitamente del bilancio dello Stato, impone che, nella sua stesura, il Parlamento deve tener conto dei diritti garantiti dalla Costituzione (diritto ad avere una vita libera e dignitosa, il diritto alla salute, il diritto ad avere mezzi adeguati alle esigenze di vita, il diritto allo studio, ecc., ecc.), e della scala di valori che la medesima ha elencato e di cui affermato le priorità.

Nello spendere i danari dei cittadini, il legislatore deve dunque seguire direttive e le priorità contenute nella Costituzione e non soddisfare esigenze di interesse in- finitamente inferiori, o, addirittura, disdicevoli.

Avvocato Giorgio Morisi Già Giudice On. Agg.to Tribunale di Venezia

Le priorità nella nostra Costituzione

Pietro Ferraro

Nato a Venezia nel 1908, deceduto nel 1974, dirigente industriale, Medaglia d'oro al valor militare.

Laureato in Giurisprudenza, aveva prestato servizio militare, come sottotenente di complemento, presso l'8° Centro automobilistico di Roma. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale era stato esonerato dal richiamo alle armi, in considerazione del fatto che dirigeva importanti aziende industriali impegnate nella produzione bellica. Ferraro, come ricorda la motivazione della massima ricompensa al valor militare fu "tra i primi organizzatori della resistenza armata contro il tedesco invasore". Nel decreto si legge ancora: "attraversava le linee di combattimento per collegarsi col Comando alleato in Italia. Successivamente, aviolanciato in territorio occupato per una importante missione, si poneva animosamente al lavoro, affrontando continui rischi, trasfondendo nei collaboratori il più elevato spirito di sacrificio e mettendo in funzione una complessa organizzazione che abbracciava l'intera regione veneta. Acca- nitamente ricercato dal nemico, persisteva fino alla Liberazione nella sua opera attiva, decisa e coraggiosa, inflig- gendo duri colpi al nemico nelle sue retrovie e disorganizzandone a più riprese l'efficienza. Nella fase finale, in collaborazione con formazioni di patrioti, otteneva dal Comando tedesco di Venezia che la città e il porto venissero lasciati intatti. Concludeva così, attraverso rischi di ogni sorta, l'importante missione affidatagli, portando un grande contributo alla liberazione del Veneto".

Dopo la Liberazione Pietro Ferraro ha ripreso la sua attività professionale, dirigendo alcune società industriali, tra cui il Cotonificio di San Giusto, le Cartiere del Timavo, di cui era proprietario, e le Cartiere di Arbatax. Oltre all'at- tività vera e propria di industriale, Ferraro diede un importante contributo (attraverso la rivista Futuribile, che aveva fondato negli anni Sessanta del secolo scorso) allo sviluppo degli studi sulla civiltà moderna, sull'uso dei calcolatori, anticipando molte delle teorie economiche e scientifiche sulla globalizzazione. Del 1970 il suo Progresso tecnico, ventagli di produttività e sviluppo: un'economia alle soglie del futuro con prefazione di Claudio Napoleoni. Un anno prima della morte, Ferraro ha pubblicato, presso l'editore Armando, La costruzione del futuro come impegno morale.

Presso l'Istituto Veneto per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea è conservato l'archivio di Pietro Fer- raro. È anche sulla base di questi documenti che, nel 1990, l'editore Marsilio ha pubblicato il volume Le missioni militari alleate e la Resistenza nel Veneto - La rete di Pietro Ferraro dell'OSS.

I PROTAGONISTI DELLA RESISTENZA DEL NOSTRO TERRITORIO

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Per un pensionato scrivere dell' arresto di Antonio Mastrapascqua, ex presidente INPS, è una scon- fitta.

Una doppia sconfitta. Una volta per la moralità sca- dente dell'uomo, un'altra per aver subito un tale de- linquente in colletto bianco ai vertici di un istituto pubblico.

A una tale persona dei pensionati non ha mai im- portato nulla.

È caduto dal suo piedistallo e arrestato per frode:

una truffa al sistema sanitario del Lazio in quanto dirigente di un'ospedale romano.

Per molto meno, anche la sottosegretaria alla cul- tura Francesca Barracciu ha dovuto dimettersi dopo che la magistratura ha contestato sue spese improprie per 81.000 euro tra gli anni 2004 e 2009, nella veste di consigliere regionale della Sardegna.

Ricordiamo le cifre del nostro italianissimo diso- nore: la corruzione costa 60 milliardi di euro l'anno.

Gerardo Colombo, magistrato del pool di Milano, ha scritto un libro che ripercorre i molti, troppi scandali economici e fiscali nel nostro paese: "Let- tera a un figlio su Mani Pulite"

Il libro ripercorre diverse vicende della corruzione all'italiana: i fondi neri dell' ENI nel 1962 lo scan- dalo petroli del 1972, e via fino agli anni di mani pulite e oltre.

Non finiremo mai di stupirci e di scandalizzarci nel leggere notizie che fanno male anche al cuore. Non bastava Valentino Rossi, fiore all'occhiello dell'I- talia in motocicletta, ora, anche Max Biagi è so- spettato di evasione per ... 18 millioni di euro!

E mentre ci sono ancora a Vicenza "vecchi pa- droni" che non pagano l'IVA e tengono per anni tre- dici operai a lavorare in nero, nella nostra provincia continua l'evasione di tasse locali, 73.000 euro a Caorle, tra chioschi e stabilimenti balneari irrego- lari.

Infine a Venezia, il processo per lo scandalo M.O.S.E. previsto per lo scorso 22 ottobre che vede imputati oltre 42 soggetti tra imprenditori, politici e dipendenti dello Stato è slittato.

Tra gli imputati ricordiamo Giampietro Marchese e Lia Sartori, politici, Lino Brentan e Maria Gio- vanna Piva, il primo Presidente Autostrada Pd-Ve e la seconda Presidente del Magistrato alle Acque.

Ma anche Vittorio Giuseppone, un magistrato della Corte dei Conti e Emilio Spaziante comandante in seconda della Guardia di Finanza: uno squallido spaccato della nostra società malata. Non mancano

TRA APPALTI,

EVASIONE, ELUSIONE E CORRUZIONE

come scritto sopra imprenditori,e dirigenti dello Stato e re- gionali.

Non solo l'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan si è visto confiscare la sua megavilla dallo Stato, la Corte dei conti vuole ulteriori 5,5 miliioni di euro quale rimborsi per le sue malversazioni. Dovrebbe vendere anche una sua tenuta in To- scana per far fronte a quanto dovuto.

Il suo sodale, ex assessore regionale Renato Chisso, dovrà ri- manere agli arresti: il magistrato ha revocato in questi giorni i permessi di uscita dai domiciliari dove è confinato e non ha accolto la richiesta di affido ai servizi sociali in quanto l'ha ritenuto in malafede e ancora capace di nacondere il soldi in- debiti sottratti allo Stato con lo scandalo M.O.S.E.

Filippo Alessandro Nappi

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chiuso in redazione il 26 novembre 2015

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