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Capitolo 1 Caratteristiche generali del Bacino

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Academic year: 2021

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Capitolo 1

Caratteristiche generali del Bacino

1.1 Generalità

La presente tesi ha come oggetto di studio la sistemazione idraulica del fiume Serchio, ed in particolare del tratto che si estende per una lunghezza di 15 km circa attraverso i Comuni di Barga e Coreglia, situati in Provincia di Lucca.

Il Serchio è uno dei principali fiumi della Toscana, il terzo della regione dopo l'Arno e l'Ombrone per lunghezza (111 km), e il secondo per portata media alla foce (46,1 m3/s). Il Bacino imbrifero del Serchio nella sua totalità, si estende nelle provincie di Lucca e Pisa per una superficie complessiva di 1.408 km².

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1.2 Cenni storici

Il fiume Serchio ha visto modificare ampiamente il proprio corso innumerevoli volte nel corso dei secoli ed è stato da sempre oggetto di interventi antropici per garantirne la sicurezza nonché per sfruttarne le potenzialità idroelettriche.

Il detto toscano "è costato quanto il Serchio ai lucchesi" distilla in poche parole due millenni di sforzi per regimentare il fiume, nonché gli immensi danni e le innumerevoli perdite subite per i suoi continui capricci.1

In antichità si chiamava Auser e, prima di arrivare presso la città di Lucca, divergeva in due rami all'altezza di San Pietro a Vico. Il primo ramo (il minore e dunque chiamato "Auserculus", cioè "piccolo Auser") lambiva Lucca da nord, continuando la sua corsa presso Borgo Giannotti fino alla zona di Montuolo, scorrendo lungo l'antico percorso dell'attuale Strada Statale 12 dell'Abetone e del Brennero. Il secondo ramo (il maggiore, che quindi portava il nome originale di "Auser") passava vicino alla periferia orientale della città lucchese, scorrendo poi nelle zone di Lammari, Lunata e Capannori. All'altezza di Pieve San Paolo questo ramo subiva una ulteriore ramificazione: una parte seguitava il suo corso a est verso Bientina, l'altra, passando a sud di Lucca e scorrendo verso ovest, si ricongiungeva al primo ramo nei pressi di Montuolo, formando perciò un gorgo attorno a Lucca.

A seguito della caduta dell'Impero romano (476) e delle invasioni barbariche, cessarono i lavori di miglioramento e manutenzione dei canali del fiume, cosicché le acque tesero ad uscire con continuità dagli argini dei canali sino a minacciare l'incolumità dei cittadini, tanto che si verificò un progressivo allontanamento della popolazione da quei luoghi. I problemi delle piene vennero in seguito risolti dal vescovo di Lucca San Frediano, in carica dal 561 al 589. Egli, esperto di idraulica, eseguì dei lavori per deviare il corso principale del fiume e convogliare le acque nel primo ramo ("Auserculus"), che lambiva la

1 A titolo di curiosità si ricorda una delle piene più rovinose del fiume Serchio, avvenuta il 18 novembre

1812, quando ruppe gli argini a Monte San Quirico, entrando in città dalle porte delle mura. Raccontano le cronache dell’epoca che Elisa Baciocchi (Sovrana del Pricipato di Lucca, sorella di Napoleone Bonaparte) accorse da Pisa e, accostando la barca alle mura, fu fatta entrare in città a forza di braccia. Forse fu proprio in seguito a questa piena che nacque il detto sopra citato.

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di "Auserculus". Il fiume venne inoltre dirottato a Ripafratta ad ovest del Monte Pisano e fatto gettare direttamente in mare nei pressi di Pisa invece che confluire in Arno.

Le ultime acque residue vennero infine raccolte in un canale minore detto "Ozzeri". A mano a mano che le acque si ritiravano dal ramo a est, le terre tornarono ad essere fertili e rinacquero gli antichi villaggi abbandonati a causa dell'impaludamento durante il periodo delle piene, sia nella pianura di Lucca che in quella di Pisa.

Figura 1.2-Rappresentazione schematica della morfologia del fiume Serchio nel periodo medievale (Natali 1994)

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1.3 Bacino idrografico e reticolo idrografico

Per bacino idrografico di un corso d’acqua si intende quella porzione di territorio che raccoglie le acque meteoriche (di pioggia, neve, grandine) che contribuiscono al deflusso nel corso stesso. La delimitazione di questa superficie è ottenuta tramite la linea spartiacque che, partendo dalla sezione di chiusura a valle, e seguendo l’andamento delle linee di cresta al suolo, definisce la ripartizione dei deflussi meteorici tra i diversi corsi d’acqua.

Nello specifico, il bacino del Serchio è caratterizzato dai dati in seguito riportati, ed è rappresentato graficamente nell’allegato A presente in fondo a questa relazione.

SUPERFICIE TOTALE BACINO AMMINISTRATIVO

(facente parte dell’Autorità di Bacino del Serchio) 1.565 (Km²) SUPERFICIE DEL BACINO IMBRIFERO 1.408 (Km²) ALTEZZA MEDIA ANNUA DI PIOGGIA 1.946 mm COEFFICENTE MEDIO ANNUO DI DEFLUSSO 0,70 QUOTA MEDIA BACINO 717 m s.l.m. PORTATA MASSIMA DEL SERCHIO A LUCCA (9.11.1982) 2.200m³/sec

PORTATA MEDIA 46 m³/sec

PORTATA MINIMA 6,50 m³/sec

PORTATA MINIMA STORICA 4 m³/sec COMUNI RICADENTI NEL BACINO 36 POPOLAZIONE (ISTAT 1991) (valore riferito al bacino

amministrativo) 270.000 ab.

POPOLAZIONE (unità) SUP.(Km²) Garfagnana 30.059 530 MediaValle 30574 372 Alta Val di Lima 8.000 160 Piana di Lucca 98.862 273 Litorale 102.505 230 Totale 270.000 1.565

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riunisce presso il comune di Piazza al Serchio ad altri rami (Serchio di Dalli, Serchio di Gramolazzo e Serchio di Soraggio ) che invece scendono dal monte Prato (m. 2054). Percorre la Garfagnana da nord a sud, da Sillano fino oltre Castelnuovo di Garfagnana, per poi continuare nella Media Valle costeggiando il territorio del Comune di Barga e attraversare quello di Borgo a Mozzano. Più volte sbarrato artificialmente, in questo tratto riceve da destra l'Edron, il Tùrrite Secca, il Tùrrite di Gallicano, il Tùrrite Cava, il Pedogna e la Celetra; da sinistra il Fiume, il Castiglione, il Sillico, e la Lima, il suo principale affluente che nasce dal Passo dell'Abetone raccogliendo le acque dell'Appennino Pistoiese nord occidentale con una portata media di oltre 20 metri cubi al secondo.

Giunto nella piana di Lucca, dove raccoglie anche le acque del torrente Freddana, volge a ovest dove, attraverso le "strette" di Filettole, entra in Provincia di Pisa scorrendo nei Comuni di San Giuliano Terme e Vecchiano, fino a terminare il suo corso gettandosi nel Mar Ligure, nella zona del Parco di San Rossore, pochi chilometri a nord di Pisa.

Nel presente studio si è focalizzata l’attenzione sul tratto montano e intermedio del fiume Serchio, per cui la porzione di bacino idrografico di interesse è quello comprendente la Garfagnana e parte della Mediavalle, prima di arrivare alla confluenza con il torrente Fegana e con la Lima. La sezione di chiusura dalla quale si è partiti per costruire la linea spartiacque è la n°4014, a cui corrisponde una superficie di circa 600 Kmq.

Nella Figura 1.4 (Carta orografica - modello digitale) è indicato in rosso l’intero Bacino amministrativo del Serchio, ed in nero il sottobacino imbrifero oggetto di studio.

Per la delimitazione del Bacino idrografico si veda anche la Carta della rete idrografica (Autorità di Bacino) (allegato A). Mentre nella Figura 1.5, su un estratto di tale cartografia, è evidenziato il tratto d’alveo oggetto di sistemazione.

A seguire si riportano alcune immagini del fiume Serchio, caratteristiche della zona sopra menzionata.

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Figura 1.5 - Particolare del tratto d’alveo in esame.

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Figura 1.7 – Immagine del fiume presso Campia.

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La particolare posizione del bacino, allungato rispetto al mare e le particolari caratteristiche geografiche ed orografiche fanno sì che l'area sia una delle più piovose d'Italia con piogge la cui altezza supera, sui rilievi apuani, i 3.000 mm annui. Tale situazione, in aggiunta alle caratteristiche geomorfologiche del bacino, rende il bacino tra le aree a maggiore pericolosità idrogeologica della Toscana e d'Italia. A causa di tale grado di pericolosità sono state perimetrate ed individuate dall'Autorità di Bacino, nel Piano Straordinario contro il rischio idrogeologico e nel progetto di Piano Assetto Idrogeologico (P.A.I.), aree a diversa pericolosità idrogeologica e su di esse sono state apposte delle specifiche norme di piano che, in alcuni casi, prevedono l'inedificabilità del territorio. Il bacino del Serchio è sottoposto ad entrambe le tipologie di rischio idrogeologico, ovvero il rischio da frana e il rischio idraulico. Quest’ultimo è quello preso in considerazione nel presente studio.

Rischio idraulico

Nel bacino del fiume Serchio sono state perimetrate nel Piano Assetto Idrogeologico aree ad elevata (P4) e media (P3) probabilità d'inondazione per 126,3 Km² (8 % della superficie dell'intero bacino e circa il 38 % delle aree di pianura), dei quali circa 12,8 Km² si riferiscono alle aree golenali e/o alvei attivi dei corsi d'acqua. In tale aree è previsto un regime di salvaguardia che prevede, nelle situazioni più gravi, l'inedificabilità del territorio. A tal riguardo si rileva che il problema connesso al rischio idraulico nel bacino del fiume Serchio ha inoltre rilevanti ripercussioni per quanto riguarda l'aspetto socio-econominco. Si rileva, infatti, che la maggior parte degli insediamenti, sia abitativi sia industriali, è situata nelle zone di pianura o di fondovalle dove il territorio è stato in larga parte

"consumato" dagli insediamenti stessi.

In particolare si rileva che numerose sono le industrie installate nelle zone a pericolosità idraulica, che a volte costituiscono vere e proprie aree industriali (aree industriali di Castelnuovo Garfagnana, Socciglia, Diecimo, Celetra, Val Freddana, etc.). Tali industrie, che rappresentano un'importantissima risorsa economica per tutta l'area essendo tra le aree a maggior peso nell'economia toscana, sono condizionate nel loro sviluppo dalla mancanza di possibilità d'espansione. Tale necessità degli insediamenti industriali, unitamente, seppur in modo minore, a quella degli insediamenti abitativi, provoca un'importante

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pressione sulle aree di pertinenza fluviale ancora libere, che dovrebbero essere invece salvaguardate come zone di naturale espansione dei corsi d'acqua e per la realizzazione di interventi idraulici volti alla mitigazione del rischio (casse di espansione).

Figura 1.9 – Immagine della piena storica del fiume Serchio nel 1982 nei pressi del Ponte del Diavolo (Borgo a Mozzano)

Figura 1.10 – Diecimo, area industriale 23/11/2000

Nella presente tesi è stato quindi effettuato uno studio di sistemazione idraulica del tratto di fiume Serchio ricadente nei comuni di Barga e Coreglia, in cui è prevista la realizzazione di alcune casse di espansione, finalizzate alla riduzione del rischio idraulico.

Figura

Figura 1.1- Inquadramento geografico del bacino amministrativo.
Figura 1.2-Rappresentazione schematica della morfologia del fiume Serchio nel periodo medievale (Natali 1994)
Figura 1.4 – Carta orografica del bacino amministrativo.
Figura 1.6 – Immagine del fiume presso Fornaci di Barga.
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Riferimenti

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