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1 A 2016/2017 Tesi di Laurea MagistraleAzouz Begag: un autore beur per l'infanziaCandidato RelatoreElisa Martellini Prof.ssa Barbara SommovigoA C L M L T D F , L L

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RADUZIONE

Tesi di Laurea Magistrale

Azouz Begag: un autore beur per l'infanzia

Candidato Relatore

Elisa Martellini Prof.ssa Barbara Sommovigo

(2)

Indice generale

Introduzione...3

1. Biografia dell'autore...7

2. La letteratura beur...10

2.1. Il contesto storico e politico...10

2.2. L'emergere della letteratura beur...12

2.3. Come classificare la letteratura beur?...13

2.4. Temi e caratteristiche...15

2.4.1. Il dato autobiografico...16

2.4.2. Il tema dell'esilio...17

2.4.3. La figura paterna...17

2.4.4. L'istituzione scolastica...18

2.5. La letteratura beur per l'infanzia...18

3. I temi della letteratura beur nei testi di Azouz Begag...21

3.1. La figura del padre...21

3.2. La figura del maestro...25

3.3. Gli spazi della narrazione...27

3.4. Emarginazione e desiderio di integrazione...29

3.5. L'esilio e l'immagine della terra natale...32

4. Oltre il romanzo beur: la soggettività e l'umorismo...33

5. La figura femminile nei testi di Begag...36

6. Traduzione con testo a fronte...40

La lezione di francisi...41

La forza del pastore...64

Il tempo dei villaggi...76

7. Commento alla traduzione...87

7.1. La leçon de francisse...88

7.2. La force du berger...111

7.3. Le temps des villages...118

8. Conclusione...125

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Introduzione

L'immigrazione e l'integrazione di cittadini di origine straniera sono temi più che mai attuali nell'opinione pubblica e nella società occidentale. L'imperversare di guerre e povertà nel continente africano e in Medio Oriente hanno determinato flussi migratori sempre più incontenibili, con tutti i risultati che ne conseguono: problemi legati all'accoglienza di un numero di migranti in continuo aumento, allarme terrorismo, scontro di civiltà. Tutto ciò impone una riflessione approfondita sulle responsabilità dell'Occidente non solo nella gestione di questa situazione e delle cause che l'hanno generata, ma anche su come questi esodi di massa modificheranno il volto delle popolazioni e delle culture occidentali. L'idea di una società monolitica e uniforme, arroccata su posizioni e valori tradizionali e monoculturali, è sempre più lontana dalla realtà; si tratta di un processo ormai irreversibile e in atto da lungo tempo, ma a cui i recenti avvenimenti internazionali, dalla guerra civile in Siria all'emergere di gruppi armati islamici, hanno dato una spinta e un'amplificazione mediatica senza precedenti. Le tensioni che ne sono derivate, il montare inarrestabile di correnti razziste e xenofobe, che portano alla mente episodi bui della storia europea, delineano un quadro preoccupante che sollecita un dibattito partecipato e attento sui temi di identità, integrazione, assimilazione e convivenza fra culture diverse. Che cosa significa, innanzitutto, convivenza? Come deve configurarsi per i migranti l'integrazione nelle società occidentali? Integrazione è sinonimo di assimilazione e rinuncia alla propria identità di origine? Quale status attribuire ai figli dei migranti nati e cresciuti lontano dalla terra di origine?

La Francia, in virtù del suo passato coloniale, ha dovuto fare i conti con tali problematiche ben prima dell'attuale emergenza migranti. Il colonialismo francese in Africa settentrionale ha inizio con la guerra che Carlo X muove, nel 1830, a quella che allora era nota con il nome di Reggenza di Algeri (un attacco inizialmente non motivato da ragioni di conquista imperialistica, bensì di espansione economica e di prestigio). Con la costituzione della II Repubblica nel 1848, l'Algeria diviene ufficialmente parte del territorio francese e, soprattutto a partire dalla III Repubblica, viene varata una politica di assimilazione della popolazione arabo-musulmana, che con il Code de

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l'Indigénat del 1881 subisce sempre più discriminazioni e limitazioni:

[…] agli arabi fu impedito di circolare liberamente; le requisizioni e i lavori forzati furono legalizzati; tutte le istituzioni musulmane furono osteggiate con vigore; i giudici di pace francesi furono abilitati ad applicare anche il diritto coranico ed in materia penale i musulmani furono giudicati da giurie composte esclusivamente da cittadini francesi; […] l'insegnamento coranico fu a malapena tollerato e le scuole musulmane fortemente limitate; infine fu portata avanti una politica di francesizzazione non solo sul piano scolastico e culturale, ma anche linguistico1

A partire dalla Prima guerra mondiale, in riconoscimento al sostegno offerto dall'Algeria alla Francia, il governo della Metropoli concede alla popolazione algerina alcune riforme intese a diminuire almeno in parte le disuguaglianze fra europei e colonizzati: questo favorisce lo sviluppo di una coscienza nazionale da parte degli algerini, che iniziano ad avanzare istanze di libertà e autonomia. Le tensioni si acuiscono, specialmente dopo la Seconda guerra mondiale e i massacri nei villaggi di Sétif, Guelma e Kherrata, quando nel 1945 l'esercito francese spara su una folla di manifestanti che scandiva slogan a favore dell'indipendenza algerina. La resistenza algerina si organizza nel Front de Liberation National (FLN), che nel 1954 proclama l'insurrezione armata: la guerra si protrae fino al 1962, quando con gli Accordi di Évian viene dichiarato il cessate il fuoco e indetto un referendum che pochi mesi dopo avrebbe stabilito l'indipendenza dell'Algeria.

È a partire da questi anni, quelli dell'indipendenza e della decolonizzazione, che l'ex Metropoli diventa oggetto di flussi migratori da parte degli ex colonizzati, partiti dall'Algeria in cerca di lavoro nel territorio francese. Queste ondate migratorie, nel corso degli anni, cambiano il volto del Paese, che deve imparare a gestire questa presenza percepita come estranea e a fare i conti con un'identità nazionale sempre più eterogenea e multiculturale. L'integrazione degli immigrati nel tessuto sociale francese si rivela un percorso accidentato, più spesso fallimentare che riuscito: l'emarginazione socioeconomica e urbana, la diffidenza nei confronti di ciò che è “altro” e sembra costituire una minaccia per la “francité”, l'imposizione dell'assimilazione rispetto al modello socioculturale francese sembrano riproporre meccanismi tipicamente coloniali, una dicotomia fra oppressori e subalterni. La convivenza fra i “Français de souche” e la

1 F. Tamburini, M. Vernassa, I Paesi del Grande Maghreb. Storia, Istituzioni e geo-politica di una

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minoranza maghrebina, dunque, sembra ancora delinearsi in termini di una frattura netta, che divide le due comunità e che genera tensioni e scontri da una parte e dall'altra. Le comunità di origine maghrebina devono convivere con una realtà fatta di degrado, razzismo ed esclusione sociale. Particolarmente complesso sembra essere il caso dei cosiddetti “immigrati di seconda generazione” (un'etichetta di cui verrà successivamente dimostrata l'infondatezza), meglio noti come Beurs, che si trovano a cavallo fra due culture senza sentirsi pienamente appartenenti a nessuna delle due: nati e cresciuti in Francia, vengono trattati alla stregua di immigrati e stranieri dai propri connazionali e non si riconoscono appieno nella cultura di origine dei genitori, per loro estranea e vissuta solo di riflesso.

L'autore da me preso in esame, Azouz Begag, fa parte di questa seconda generazione dall'identità scissa, relegata ai margini della società francese e anche della cultura arabo-musulmana. Nato in Francia da genitori algerini e qui cresciuto e scolarizzato, Begag fa parte dei cosiddetti “Beurs de la réussite”, ossia quei figli di immigrati che, grazie a un brillante percorso di studi, sono riusciti a emanciparsi dalla povertà e dell'emarginazione della banlieue e che per questo vengono a volte additati come traditori dalla propria comunità di origine, che li accusa di essersi venduti ai Francesi. Scrittore, sociologo e politico, i temi dell'integrazione e della convivenza fra culture diverse lo toccano da vicino in virtù del suo vissuto personale e trovano ampio spazio nella sua narrativa, parte della quale è dedicata alla letteratura per l'infanzia. Begag è infatti un convinto assertore dell'importanza di comunicare i valori del multiculturalismo e dell'antirazzismo ai più giovani e questa vocazione pedagogica lo ha spinto a intraprendere diverse iniziative di incontro nelle scuole, specialmente in zone urbane svantaggiate, per sensibilizzare gli studenti a questi temi e avvicinarli alla lettura.

I testi da me tradotti e analizzati, La leçon de francisse2 e La force du berger3

(che comprende due racconti, La force du berger e Le temps des villages) fanno parte della sua produzione narrativa per l'infanzia. La leçon de francisse racconta la giornata di un bambino di origine maghrebina che per la prima volta accompagna il padre al

2 A. Begag, La leçon de francisse, [Paris], Gallimard Jeunesse, 2007, p. 64. Da qui in poi indicato come LF.

3 A. Begag, La force du berger, suivi de Le temps des villages, Genève, La Joie de lire, 2012, p. 32. Da qui in poi indicato come FB-TV.

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mercato, in quella che definisce la sua prima giornata “da grande”; La force du berger narra lo scontro fra un padre, la cui incrollabile fede religiosa lo rende refrattario a ogni idea di modernità e progresso, e il figlio, a cui a scuola viene insegnato che la Terra è rotonda e gira su se stessa e intorno al Sole; Le temps des villages descrive il desiderio di un piccolo beur di festeggiare il Natale come tutti gli altri bambini e di sentirsi così meno diverso, mentre il padre rimpiange la vita pacifica e serena del suo villaggio africano, in contrapposizione alla dimensione frenetica e alienante della città francese in cui vivono. Tutti e tre si incentrano sul confronto fra due generazioni, quella dei genitori immigrati e ancora legati alla propria cultura di origine e quella dei figli, cittadini francesi dall'identità ibrida che lottano per trovare il loro posto in una società ostile e impermeabile alla diversità: temi decisamente attuali in un contesto come quello contemporaneo, caratterizzato da sempre maggiore intolleranza e xenofobia. L'integrazione sociale dei migranti e dei loro figli (integrazione che non significa passiva assimilazione, ma confronto e ripensamento delle proprie posizioni, da una parte e dall'altra) passa anche e soprattutto attraverso la cultura e fondamentale è la comunicazione con i giovanissimi, per educarli fin dall'infanzia all'apertura e alla curiosità nei confronti dell'altro.

In questo elaborato analizzerò i testi scelti inquadrandoli nel contesto della letteratura beur, su cui mi soffermerò spiegandone l'emergere nella scena letteraria francese a partire dagli anni '80 ed elencandone temi e caratteristiche. Analizzerò inoltre come l'autore declina queste tematiche e moduli espressivi in una narrazione indirizzata all'infanzia e il ruolo della figura femminile all'interno della trama. Proporrò dunque una mia traduzione dei testi, analizzando lo stile e la lingua dell'autore e commentando le scelte traduttive da me operate.

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