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Localizzazione dell'area di studio e scopo del lavoro Cap. 1I

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Academic year: 2021

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Cap. 1

I

NTRODUZIONE

Localizzazione dell'area di studio e scopo del lavoro

L'area oggetto di studio è ubicata nella provincia di Lecce (Salento) (Fig.1) ed è compresa grossomodo tra la porzione orientale del territorio comunale di Palmariggi a Nord e quello di Poggiardo a Sud. Più precisamente l'estensione dell' area rilevata segue la direzione NNW-SSE degli alti morfologici (denominati localmente Serre); nella parte Nord la Serra Monte Vergine e nella parte Sud la Serra di Poggiardo. Tale area rientra nelle Tavolette II NE (Palmariggi) e II SE (Poggiardo) del Foglio 214 della Carta d'Italia.

Questo lavoro di tesi rientra nell'ambito delle ricerche che alcuni studiosi dell'Università di Pisa, Siena e Lecce stanno conducendo da anni nel territorio salentino allo scopo di operare delle suddivisioni litostratigrafiche ed inquadrare bio-cronostratigraficamente le successioni individuate.

L'area in esame infatti, rientra in una più vasta per la quale Bossio et al. (1997) hanno effettuato rispettivamente il rilevamento geologico, senza distinguere in carta i sedimenti cretacici da quelli oligocenici, e l'inquadramento bio-cronostratigrafico dei sedimenti mio-plio-pleistocenici.

Fig. 1.1 Area di studio

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Metodologie di lavoro

Il lavoro di tesi è stato articolato in 8 fasi distinte:

1. Raccolta delle informazioni sull’area attraverso una ricerca bibliografica.

2. Lavoro in campagna:

Rilevamento geologico di dettaglio (scala 1:10.000) di due settori del Salento Sud-orientale con particolare attenzione al rilevamento delle unità pre-neogeniche, all’interno delle quali sono stati differenziati e cartografati per la prima volta i sedimenti eocenici-oligocenici, al fine di realizzare una carta geologica, le relative sezioni geologiche e lo schema dei rapporti stratigrafici. (allegato A).

Raccolta di campioni, dove possibile a causa dell’esiguità e discontinuità degli affioramenti, su sedimenti incoerenti interni ai punti di studio delle sezioni stratigrafiche, dei quali è stata effettuata la descrizione litologica.

3. Lavoro in laboratorio:

Per lo studio delle ostracofaune sono stati utilizzati i 31 campioni precedentemente preparati in laboratorio e sottoposti a lavaggio, in soluzione di H2O e H2O2 a 130

volumi, e setacciatura di 150 gr. di sedimento ciascuno. Di ogni campione è stato effettuato successivamente il picking al microscopio ottico per isolare le valve e i carapaci degli ostracodi presenti da sottoporre in seguito a classificazione; per agevolare questa fase, lunga e laboriosa, sono stati utilizzati due setacci con maglie di 0,8 mm e 0,150 mm; attraverso questi è stato fatto passare il residuo di ogni campione che quindi risultava suddiviso in tre porzioni a diversa granulometria.

Quella più grossolana, mai abbondante, è costituita da materile inorganico e qualche frammento di gasteropodi; la frazione intermedia è quella in cui è stata trovata la totalità degli esemplari, purtroppo non sempre in buono stato di conservazione; la porzione più fine non ha fornito alcun elemento utile hai fini sistematici, le forme qui presenti sono date da alcuni foraminiferi e subordinatamente valve immature di ostracodi, importanti per lo studio paleoecologico..

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La frazione intermedia dei campioni lavati è stata osservata al microscopio: nel suo complesso è caratterizzata da una più o meno continua presenza di ostracodi, ma in genere con uno scarso numero di esemplari e di specie.

Successivamente al picking si è proceduto con la classificazione e determinazione a livello specifico (quando possibile) degli individui precedentemente sistemati in slides. Si è fatto uso del microscopio ottico a luce riflessa, per fini classificativi, e di quello a luce trasmessa per meglio identificare le impronte muscolari che costituiscono un importante carattere sistematico.

Sono inoltre state scattate delle foto al S.E.M. per rendere più agibile la determinazione.

4. Digitalizzazione e informatizzazione della carta geologica tramite il software ArcGis 9.

5. Elaborazione delle sezioni stratigrafiche e loro correlazione. E’ stata elaborata anche una sezione di confronto esterna all’area rilevata (allegato B).

6. Studio biostratigrafico e inquadramento cronostratigrafico delle sezioni.

7. Studio paleoecologico per meglio definire l’ambiente e i processi che hanno portato alla formazione di tali sedimenti. Per affrontare tale studio sono state elaborate delle tabelle di distribuzione dei vari taxa nelle sezioni esaminate. In particolare la distribuzione degli ostracodi nelle sezioni esaminate è stata rappresentata mediante tre tipi di tabelle:

Tabelle numeriche di tipo A: in cui è stata riportata la distribuzione numerica, secondo l’ordine di comparsa degli ostracodi trovati in ogni sezione. Si è tenuto conto della presenza di individui adulti e giovanili appartenenti alle diverse specie. Inoltre sono state riportate le distribuzioni numeriche degli esemplari il cui stato di conservazione ha consentito, solamente, una determinazione a livello generico.

Tabelle numeriche di tipo B: è stata riportata la distribuzione numerica, secondo l’ordine alfabetico degli ostracodi rinvenuti in ogni sezione, conteggiando solamente gli individui adulti. E’ riportata la distribuzione numerica degli individui che, dato il cattivo stato di conservazione, è stato possibile determinare unicamente a livello di genere.

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Tabelle percentuali: La distribuzione numerica riportata nelle tabelle di tipo A è stata convertita in valori percentuali ed organizzata secondo l’ordine alfabetico. I valori ricalcolati in percentuale sono approssimati per difetto e per eccesso alla prima cifra intera. Ad esempio il simbolo 1 equivale a valori compresi fra 0,5% e 1,5%. Sono state adottate quattro classi di frequenza, con i propri simboli grafici. Nella classe delle specie dominanti si hanno frequenze superiori al 20,5% (simbolo___ ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___

); nella classe delle specie comuni si hanno frequenze comprese tra 10,5% e 20,5% (simbolo _ _ __ _ __ _ __ _ __ _ __ _ __ _ __ _ __ _ _

); nella classe delle specie rare la frequenza è compresa tra 0,5% e 10,5% (simbolo………); nella

classe delle specie rarissime la frequenza è minore di 0,5% (simbolo 0).

8. Inquadramento sistematico e classificazione delle ostracofaune, questa fase è stata accompagnata da una revisione critica delle sinonimie delle specie già note e dalla descrizione di quelle presumibilmente nuove per la letteratura.

Figura

Fig. 1.1 Area di studio

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