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KADER ABDOLAH

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Academic year: 2021

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Kader Abdolah

20-24

OTTOBRE

2003 M

ILANO

, R

OMA

, N

APOLI

Programma degli incontri

Via Palestro 22 - 20121 MILANO Tel. 02-781458/02-76409588 - fax 02-798919 e-mail: info@iperborea.com - Internet: www.iperborea.com

NOVITA’

SCRITTURA CUNEIFORME Iperborea 2003 - pp. 336 – Euro 16,50

Ismail, giunto nei Paesi Bassi come rifugiato politico dal lontano Iran, riceve un giorno un misterioso pacchetto.

La busta contiene il quaderno a cui suo padre, umile annodatore di tappeti nato sordomuto tra le montagne innevate ai confini con l’ex Unione Sovietica, ha affidato i propri pensieri, scrivendoli in una lingua misteriosa: le lettere cuneiformi di un’antica iscrizione, in cui Ciro, il primo monarca persiano, aveva decretato: “Sono il re dei re”. Ismail non è in grado di decifrare la scrittura di suo padre, ma poiché, per molti anni, è stato “la sua KADER ABDOLAH

Kader Abdolah (Iran, 1954) ha pubblicato due libri nel suo paese prima di essere costretto all'esilio come rifugiato politico in Olanda. Da allora ha scritto e pubblicato in nederlandese le raccolte di racconti Le aquile e Le ragazze e i partigiani e i romanzi Il viaggio delle bottiglie vuote (1997, N. 96) e Scrittura cuneiforme. Ha una rubrica su De Volkskrant, uno dei più impor - tanti quotidiani olandesi. Iperborea ha in programma anche la recente rac - colta Kélilé en Demné, ispirata a favole e antichi racconti persiani.

Per interviste e fotografie si prega di rivolgersi a Laura Ranza

(add. stampa Iperborea) nel pomeriggio (tel. 0276409588)

bocca e le sue orecchie”, dà voce alla sua storia attingendo ai propri ricordi. E così, partendo dal punto in cui era approdato Il viaggio delle bottiglie vuote, Abdolah risale il fiume del suo passato, in un secondo viaggio, a ritroso nel tempo, che lo porta prima alla magica terra “da dove provengono i tappeti volanti”, poi nelle strade di Teheran, percorse dal terrore scatenato dallo scià, e successivamente, dal regime degli ayatollah. La Storia dei potenti si intreccia con la vita semplice, spesso sofferta, sempre intensa, degli umili, l’amore di Ismail, carico di nostalgia, per la patria con quello intimo e dolente per il padre, gli ideali di giustizia e libertà con l’impegno a parlare per chi non può più farlo. E ancora una volta, l’incontro tra Persia e occidente, tra montagne iraniane e dune olandesi, tra poesia, icastica e lieve, e una lingua sobria ed essenziale, intesse motivi inattesi e preziosi, figure mitiche e fiabesche nella trama della nostra cultura.

IL VIAGGIODELLEBOTTIGLIE VUOTE Iperborea 2001 - pp. 360 – Euro 10,50

“Ho visto e ho udito, sono un testimone, adesso scrivo la mia storia affinché nei secoli si sappia quello che è accaduto qui.” Parte da questa frase, scritta dal crona- chista di un antico testo persiano di nome Bolfazl Il viaggio delle bottiglie vuote, il resoconto di un esule, la testimonianza di un uomo in fuga. Il viaggio è quello che porta Kader Abdolah dall’Iran Khomeinista ai Paesi Bassi, dalla repressione e dalla censura alla libertà e alla democrazia. Ma sarebbe sbagliato ridurre l’opera al solo aspetto importante della politica: il romanzo è innanzi- tutto un’esperienza personale: è il lungo e difficile processo di adattamento a una nuova realtà, a un nuovo modo di vivere e di porsi nei confronti di se stesso e della società. Bolfazl è un profugo, uno straniero ma è anche un uomo, in bilico fra due culture, fra memoria e immaginazione. Le contraddi- zioni sono forti e provocano in lui disorientamento e solitudine, superati sol- tanto grazie all’amicizia del vicino di casa omosessuale Réné. La vita di Bol- fazl è racchiusa nei suoi ricordi, così lontani però, che deve appellarsi all’im- maginazione per riempire con racconti e parabole il vuoto che minaccia la sua memoria. Ma a poco a poco, il profugo comincia a sentirsi a casa, la sua fuga rallenta perché ha imparato la lingua, perché gli amici conoscono la sua storia, perché accetta di seguire, nelle sue anse, il fiume della sua esistenza, quel fiume che porta verso il mare, avvolte in un sacco, la bottiglie vuote sul cui fondo sono incise le memorie dei suoi antenati.

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