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Russia

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Academic year: 2021

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Di Napoli, Valagussa – Prospettive GEOGRAFICHE

RUSSIA

Superficie (in migliaia di km2) 17.075 Popolazione (in milioni di abitanti) 142

Densità (abitanti/km2) 8

Forma di governo Repubblica federale presidenziale

Capitale Mosca

Lingua (ufficiale) Russo

Religione ortodossa (ma 3/4 della popolazione

sono atei) Speranza di vita (maschi/femmine) 60/73

PIL/abitante (in $ USA) 11.807

La Russia (o, più correttamente, Federazione Russa) è lo Stato più grande del mondo. Con i suoi 17 milioni di km² supera di gran lunga l’estensione dell’intera Europa. Per questo motivo non appartiene a un solo

continente, ma il suo territorio occupa la parte più orientale delle terre europee e tutta l’Asia settentrionale.

È bagnata da quattro mari (il Mar Glaciale Artico, l’oceano Pacifico, il Mar Caspio e il Mar Nero) e confina con 14 Stati (la Corea del Nord, la Cina, la Mongolia, il Kazakistan, l’Azerbaigian, la Georgia, l’Ucraina, la Bielorussia, la Polonia, la Lituania, la Lettonia, l’Estonia, la Finlandia e la Norvegia). Tra la Lituania e la Polonia si trova

l’exclave di Kaliningrad, parte del Paese come anche numerose isole dell’emisfero settentrionale. I Monti Urali si estendono per oltre 2.000 km tra il Mar di Kara e il Mar Caspio e costituiscono il naturale confine tra l’Europa e l’Asia, dividendo la Russia in 2 parti:

• parte europea, occupata dal Bassopiano Sarmatico, la più grande pianura del continente, interrotta solo da bassi rilievi (del Rialto Centrale Russo, del Rialto del Valdaj e delle Alture del Volga) e chiusa a sud dalla catena del Caucaso;

• parte asiatica, dove si estende la Siberia, pianeggiante a ovest e montuosa a est.

In totale il territorio è quindi prevalentemente pianeggiante (per il 70%). Numerosi sono i fiumi, molti dei quali ghiacciati durante l’inverno e navigabili nelle altre stagioni. I corsi d’acqua sono un’importante fonte di energia idroelettrica, molto sfruttata dal Paese. Tra i grandi laghi presenti vanno ricordati il Mar Caspio (il più esteso del mondo), il Bajkal, il Ladoga e l’Onega. Il clima è quasi ovunque continentale, ma con accentuate differenze dovute alla latitudine e all’altitudine. Solo sulle coste del Mar Nero e del Mar Caspio le temperature sono mediterranee.

Le piogge sono generalmente scarse, più abbondanti nella parte europea e sul litorale del Pacifico.

La parte meridionale della Russia era anticamente abitata dalle tribù nomadi degli Sciti. I loro discendenti, i Sarmati, si fusero con popolazioni slave a partire dal VI secolo. L’invasione dei Vichinghi Variaghi nel IX secolo suddivise abitanti e territorio in diverse entità politiche dette rus, da cui deriva probabilmente il nome Russia.

Nel XIII secolo gran parte della regione fu invasa dai Mongoli e solo tra il XV e il XVI secolo iniziò il processo di unificazione politica dell’immenso territorio, grazie soprattutto a Ivan III il Grande e a Ivan IV il Terribile che assunse il titolo imperiale di zar. Il dominio zarista si estese ben oltre le terre originarie, fu oppressivo e sanguinario, sfruttò la popolazione e la trascinò nella povertà. Queste insostenibili condizioni di vita furono alla base della Rivoluzione d’Ottobre del 1917 che rovesciò la monarchia dei Romanov (sul trono dal 1613) e portò alla costituzione dell’URSS, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. In realtà, però, il nuovo governo non fu affatto democratico e il potere assolutistico (instaurato da Stalin fino al 1953) ricorse a repressioni e a pesanti limitazioni della libertà. Fu imposta la collettivizzazione delle terre e una rapida industrializzazione del Paese. Chi si opponeva al regime veniva ucciso, incarcerato o trasferito in campi di concentramento (i

tristemente famosi gulag). Nonostante il Patto Ribbentrop-Molotov del 1939, che prevedeva la non aggressione tra URSS e Germania, i nazisti invasero l’Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale. I russi

entrarono in guerra a fianco degli alleati e contribuirono in maniera determinante alla sconfitta dei tedeschi.

Fu allora che Stati Uniti e Unione Sovietica si spartirono il mondo, creando due blocchi distinti e contrapposti, la cui linea di demarcazione passava per l’Europa: la parte occidentale entrò a far parte della NATO (l’alleanza militare controllata dagli USA), quella orientale aderì al Patto di Varsavia e si schierò con l’URSS.

Ma mentre l’Europa occidentale e il mondo capitalista conobbero un notevole sviluppo economico e un netto miglioramento delle condizioni di vita, la crescita dei Paesi socialisti fu molto più lenta. L’economia pianificata non diede i risultati sperati e limitò lo sviluppo tecnologico. La crisi fu evidente durante gli anni Ottanta e portò al crollo dei regimi comunisti, nonostante il programma di riforme, come la Peres rojka (ristrutturazione) e la Glasnost (trasparenza), avviato nel 1987 dal presidente dell’Unione Sovietica Michail Gorbaciov. A causa dei t

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gravi problemi interni l’URSS allentò il proprio controllo sugli Stati aderenti al Patto di Varsavia che, alla fine degli anni Ottanta, riacquistarono la propria autonomia e si aprirono alla democrazia e al multipartitismo.

Nel dicembre del 1991 anche i 15 Paesi che facevano parte dell’URSS dichiararono la loro indipendenza. Nei due anni successivi 12 di loro si riunirono nella CSI, la Comunità degli Stati Indipendenti, cui non aderirono le tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania). Questa confederazione non è dotata, come lo era l’Unione Sovietica, di un forte potere centrale, ma consente una totale autonomia ai Paesi membri. Ne derivano politiche estere indipendenti e rapporti sempre meno stretti (e spesso diffidenti) con Mosca. L’unico forte legame è di tipo economico, sancito nel 1996 dall’unione doganale tra gli Stati aderenti che si è trasformata nella Comunità Economica Eurasiatica nel 2000. Il primo presidente della Federazione Russa, eletto democraticamente nel 1991, è stato Boris Eltsin. Nel 1999 gli è succeduto Vladimir Putin che guida ancora il Paese.

La formazione e l’espansione dell’Impero Russo (prima) e dell’URSS (poi) ha fatto sì che le molteplici etnie presenti sul suo immenso territorio si mescolassero tra loro e che i russi abitassero tutte le aree colonizzate.

Oggi, infatti, in Russia vivono circa 150 milioni di russi, ma più di 8 milioni si trovano in Ucraina, 1 milione in Lettonia, mezzo milione in Estonia, 4,5 in Kazakistan (dove costituiscono il 30% della popolazione), 1 in Kirghizistan e 2 in Uzbekistan.

In Russia è stata gradualmente introdotta un’economia di mercato, propria del mondo capitalista occidentale, con alcuni effetti positivi: la diffusione dei beni di consumo (anche d’importazione) e dei generi alimentari, un forte impulso all’iniziativa privata in tutti i settori dell’economia e uno sviluppo del commercio con gli altri Paesi del pianeta. Ma le produzioni agricole e industriali, non più controllate dallo Stato, sono crollate (nonostante le immense risorse del Paese) e il valore delle moneta nazionale (il rublo) è calato notevolmente, facendo lievitare i prezzi dei beni alimentari e di consumo. È così aumentato il numero dei poveri e la qualità della vita è

decisamente peggiorata per gran parte della popolazione, mentre un ristretto numero di individui si è arricchito a dismisura, creando veri e propri imperi economici. Molti di questi “nuovi ricchi” un tempo erano uomini politici o malavitosi, che hanno comprato a prezzi stracciati alcune imprese statali di grandi dimensioni. Così la mafia russa è diventata ancora più potente, affiancando alle tradizionali attività criminose (la vendita illegale di armi e lo sfruttamento della prostituzione) nuove fonti di guadagno, come il commercio clandestino di minerali (oro, diamanti, petrolio ecc.), il traffico di droga e il riciclaggio del denaro sporco proveniente da Stati più ricchi.

Questo fenomeno ha reso molto più pericolose le grandi città: a Mosca, per esempio, nel 1999 sono state uccise più di 1.200 persone. Il malcontento della popolazione è evidente e il governo è tornato a misure repressive per contrastare l’opposizione. Tra le file dei contestatori compaiono anche nomi famosi della Russia contemporanea, come Gary Kasparov, campione del mondo di scacchi e oggi attivo nella vita politica del suo Paese.

Sull’immenso territorio, inoltre, esplodono movimenti indipendentisti, come quello della Cecenia che, dal 1990, vuole staccarsi dalla compagine statale e le cui ambizioni sono duramente represse dal governo.

Bibliografia

• Benaroya Francois, L’economia della Russia, Il Mulino, Bologna, 2007

• Benvenuti Francesco, La Russia dopo l’URSS. Dal 1985 a oggi, Carocci, Roma, 2007

• Guerra Adriano, La Russia postcomunista, Tascabili Economici Newton, Roma, 1995

• Gunther John, Russia Oggi, Garzanti, Milano, 1958

• Heller Mihail e Nekric Aleksandr, Storia dell’URSS dal 1917 a Eltsin, Bompiani, Milano, 2001

• Lovell Stephen, Destinazione incerta. La Russia dal 1989, EDT, Torino, 2008

• Risaliti Renato, La Russia: dalle guerre coloniali alla disgregazione dell’URSS, Bruno Mondadori, Milano, 2007

Filmografia

• Ejzenstejn Sergej Mikhajlovich (regia di), La corazzata Potemkin, URSS, 1925

• Ejzenstejn Sergej Mikhajlovich (regia di), Aleksander Nevskij, URSS, 1938

• Lenzi Umberto (regia di), Caterina di Russia, Francia e Italia, 1963

• Mikhalkov Nikita (regia di), Il barbiere di Siberia, Francia, Italia, Repubblica Ceca e Russia, 1999

• Mikhalkov Nikita (regia di), Anna, Francia e Russia, 1994

Siti interessanti

• it.wikipedia.org/wiki/Russia

• amoit.ru

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