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Durante la stesura della presente Tesi ho avuto notizia dell’iniziativa promossa dal Comune di Peccioli denominata “Un Ettaro di Cielo”

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Academic year: 2021

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Appendice

UN ETTARO DI CIELO

primi passi verso l’autonomia energetica.

Durante la stesura della presente Tesi ho avuto notizia dell’iniziativa promossa dal Comune di Peccioli denominata “Un Ettaro di Cielo”. Il progetto prevede la realizzazione nel territorio comunale di una centrale Fotovoltaica da 1 MWp; l’inizio dei lavori è previsto a breve, attualmente è operativo un impianto pilota da 20 MWp. Data la vicinanza del Comune di Peccioli, non ho potuto esimermi dal recarmi sul luogo per reperire informazioni in merito al progetto. Non essendo possibile, però, effettuare una vera e propria valutazione, perchè allo stato attuale la centrale non è ancora stata realizzata, mi limito, di seguito, a riportare una descrizione dell’iniziativa.

Il progetto “Un Ettaro di Cielo” è promosso dalla Belvedere S.p.a., Società partecipata al 53% dal Comune di Peccioli, nata nel 1997 per la gestione della discarica ubicata nel territorio comunale (Legoli).

Dopo aver ottenuto risultati significativi con la conversione di rifiuti in elettricità, la Belvedere, ha intrapreso il progetto “Un Ettaro di Cielo”

che ha come obiettivo quello di rendere Peccioli indipendente per quanto riguarda il fabbisogno elettrico. Il percorso segue, però, un andamento peculiare che ha come premessa un’analisi di valutazione simile a quella effettuata nella presente tesi.

Dopo aver preso atto dei problemi legati all’attuale mix energetico Italiano in relazione agli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto, la Belvedere,ha cercato di sensibilizzare la comunità locale, esponendo i benefici derivanti dall’utilizzo di forme di energia pulita, proponendo poi una soluzione alternativa all’acquisto da parte delle famiglie di un piccolo impianto. La Società infatti, si offre di realizzare una centrale fotovoltaica da 1 MWp costituita da due moduli da 500 KWp: uno riservato alla Belvedere, l’altro riservato alle famiglie che vogliono aderire sottoscrivendo un prestito obbligazionario che serve a finanziare il progetto.

La decisione della Belvedere non si fonda su un’analisi di convenienza economico-finanziaria della centrale da 1 MWp, ma sulla valutazione

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di un impianto generico da 3 KWp, taglia necessaria al fabbisogno della famiglia media. Secondo la valutazione effettuata dalla società, una famiglia non avrebbe convenienza ad attrezzarsi di un proprio impianto Fotovoltaico; la decisione è supportata dalle seguenti considerazioni:

 Un impianto da 3 MWp comporta un investimento iniziale di circa 20.000€.

 All’investimento iniziale vanno aggiunti i costi annui di manutenzione e assicurazione.

 Sono inoltre necessari numerosi passaggi burocratici per il conseguimento delle autorizzazioni richieste dal piano regolatore, che comportano un significativo spreco di tempo.

 Attualmente i moduli fotovoltaici non sono classificati come RAAE e quindi non presentano costi di smaltimento, se non quello della manodopera necessaria per lo smontaggio dell’impianto. E’ però possibile che in venti anni (ottica di riferimento dell’analisi economica), la normativa in materia subisca significativi cambiamenti e debbano essere conteggiati elevati costi di dismissione.

Secondo i calcoli della Belvedere, l’investimento totale che una famiglia dovrebbe sostenere è di poco superiore a 30.000 €; a fronte di questo, i ricavi derivanti dal mancato pagamento del canone Enel e dal contributo riconosciuto dal Conto Energia, consentono di conseguire un utile di circa 15.000 €.

Sottoscrivendo invece il prestito obbligazionario, una famiglia, a fronte di un investimento di 18.000 €, ammontare equivalente all’investimento necessario per realizzare un impianto da 3 KWp, otterrebbe un utile di 17.500 € utilizzabile per il pagamento del canone Enel.

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La società aggiunge che con questa soluzione, una famiglia:

 Evita di sostenere ulteriori costi: manutenzione e assicurazione sono a carico di Belvedere S.p.a.

 Evita gli oneri di gestione e burocrazia del rapporto con l’Enel.

 Evita la gestione di eventuali contestazioni con la società fornitrice.

 Ha il capitale garantito.

Il grafico che segue sintetizza il raffronto tra l’intervento privato e quello della Belvedere:

confronto investimento/utile

La Belvedere, quindi, si accolla un investimento importante:

1. I pannelli fotovoltaici sono forniti da una società Tedesca: la Matrix s.p.a., joint venture tra la Azur s.p.a. che produce i

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moduli, e la Dehil s.p.a., produttrice di inverter. Il costo praticato per il KWh installato è pari a 4.200 €.

2. La manutenzione comporta un costo annuale di 17.500€.

3. L’assicurazione ammonta invece a 20.000 €/annui, la polizza comprende però qualsiasi rischio, è previsto perfino il rimborso del mancato ricavo per la vendita di elettricità, a seguito di guasti improvvisi.

4. Per lo smontaggio e il trasporto dei moduli occorrono appositi mezzi e ore di manodopera, questi hanno un costo che deve essere tenuto in considerazione in sede di valutazione. La belvedere li ha quantificati in 128.000 €.

5. Il prestito Obbligazionario è sottoscrivibile in due trances: la prima ha durata di sette anni ed è rimborsata al tasso annuo del 5,5%; la seconda ha durata di dodici anni ed è rimborsata al tasso del 6,5% annuo. Il pagamento degli interessi è effettuato ogni esercizio, in via posticipata al 31/12. L’ investimento minimo è di 3.000 €: il costo di 1,5 KWp, la potenza minima implementabile.

6. Inoltre, nonostante la superficie occupata dai moduli sia di circa 20.000 mq., occorre un terreno di 2,5 ettari; il piano regolatore regionale e le norme sull’impatto ambientale, impongono una serie di restrizioni e distanze minime da rispettare, che espandono l’area necessaria alla costruzione dell’impianto.

Con simili valori, l’investimento “stand alone” non sarebbe conveniente; ma la Belvedere è in grado di sostenere l’operazione in virtù dei risultati ottenuti con lo smaltimento dei rifiuti. La centrale di Legoli, infatti consente la produzione di 16.800.000 KWh/anno, a cui si aggiungeranno 1.300.000 KWh/anno garantiti dalla centrale Fotovoltaica; tutto a fronte di un fabbisogno comunale di 5.684.000 KWh/anno. Circa un terzo dell’elettricità prodotta, quindi, rappresenta surplus che viene venduto all’Enel e consente alla Belvedere di ottenere consistenti ricavi da poter reinvestire in altre iniziative come il progetto “Un ettaro di cielo”. Il costo dell’impianto diviene allora sostenibile in quanto la Belvedere non

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finanzia interamente l’investimento, ma solo la metà, ricorrendo, per la parte restante, al capitale proprio. La conseguente diminuzione degli oneri finanziari fa sì che l’operazione non sia in perdita.

Quanto riscontrato nell’analisi del caso “Un Ettaro di Cielo”, quindi, conferma le conclusioni a cui siamo giunti con la nostra valutazione economico-finanziaria: investire nel fotovoltaico, almeno attualmente, non è conveniente. I costi da dover sostenere sono troppo elevati, e il sistema di incentivi approntato dallo Stato, nella sua versione attuale, non è sufficiente a rendere l’operazione sostenibile. Il beneficio di cui godrebbe la comunità, sia in termini economici-ambientali, che di qualità della vita, non sono però trascurabili. E’ allora necessario fare uno sforzo per cercare soluzioni alternative che rendano l’utilizzo dell’energia fotovoltaica (ma anche tutte le altre forme di energia pulita) realmente percorribile. Quanto proposto dalla Belvedere S.p.a. e dal comune di Peccioli (non solo col progetto “un ettaro di cielo”), oltre ad essere un esempio concreto di soluzione al problema, rappresenta anche un modello da seguire nella gestione del territorio.

Riconosciuto un problema impellente, quale è oggi l’elevato prezzo dell’elettricità, sono effettuate scelte, anche di natura etica per giungere a una soluzione ottimale per la comunità. Non è possibile stabilire preventivamente se l’iniziativa si dimostrerà realmente vincente, ma, se i cittadini del comune aderiranno al progetto, possiamo affermare di non essere lontani dalla nascita della prima

“comunità autosufficiente dal punto di vista del proprio fabbisogno elettrico”.

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Bibliografia

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www.grtn.it

www.ingalessandrocaffarelli.it www.kyotoclub.org

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www.milanofinanza.it

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