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Questo elaborato si propone di analizzare lo strumento dell’affido familiare.

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Academic year: 2021

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PREMESSA

Questo elaborato si propone di analizzare lo strumento dell’affido familiare.

La motivazione a trattare questo argomento è data dalla curiosità e dalla volontà personale di scoprire i diversi tasselli che vanno a formare, come un mosaico, il mondo dell’affido familiare.

Anche il mio lavoro di educatrice è stato un ulteriore input poiché spesso mi sono trovata a contatto con minori coinvolti in questo percorso.

Si scoprirà qual è l’iter e quali sono i presupposti che portano gli operatori alla scelta di questo strumento tra i vari interventi.

Per l’analisi dello strumento in questione, sarà necessario considerare il relativo percorso giuridico e sociale.

Lo scopo è quello di introdurci nel sistema dell’affido familiare, attraverso attori e fasi, passando da una prima analisi teorica ed un successivo breve passaggio esperienziale.

Il minore, la famiglia naturale, la famiglia affidataria, i diversi operatori (i servizi sociali, il Tribunale per i Minorenni), tutti soggetti coinvolti con le loro storie e le loro relazioni, i quali hanno un ruolo fondamentale e insieme costituiscono quel tessuto che permette il rientro del minore nel nucleo di origine.

Durante questo percorso si intende, per la parte operativa, tenere in considerazione le Linee di indirizzo dell’Affido Familiare

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, le quali

1 Linee di indirizzo per l’Affidamento Familiare, Presidenza del Consiglio dei Ministri, conferenza unificata 25 ottobre 2012.

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sono una traccia di riferimento innovativa ed attuale, comprensiva di tutti gli aspetti caratterizzanti.

A integrazione si vuole porre uno sguardo alla realtà spezzina per poter comprendere ed avere così la possibilità di conoscere ed entrare nel vivo di quella che è la storia, l’evoluzione dei servizi dedicati all’affidamento e alcuni aspetti organizzativi caratterizzanti il territorio in questione.

Per meglio documentare allegherò all’elaborato la modulistica utilizzata dai diversi professionisti coinvolti nei servizi della realtà spezzina per attivare, monitorare il progetto d’affido.

Altrettanto significativo è apparso l’utilizzo della descrizione di un caso, scelto per poter mettere in evidenza gli aspetti relazionali, i nodi problematici ed attivare spunti di riflessione atti a comprendere quali potrebbero essere gli elementi indispensabili per una buona riuscita dell’intervento di affidamento familiare, così caratterizzato da complessità e interazione.

È stato attraverso questa piccola esperienza diretta che ho potuto

maggiormente vedere la complessità dell’affido, complessità data

dalla necessità dei soggetti coinvolti di considerare l’intervento da

diverse angolazioni, il doversi mettere in gioco ed impegnarsi

nell’esperienza dell’affido familiare.

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INTRODUZIONE

I servizi sociali offrono una serie d’interventi volti a irrobustire, incrementare ed a mantenere l’autonomia e l’autosufficienza della famiglia, i quali posso essere psicologici, riabilitativi sanitari, di assistenza educativa territoriale ecc…

L’affido familiare è un intervento caratterizzato dalla temporaneità, utilizzato nel momento in cui esiste all’interno della famiglia naturale una situazione di difficoltà provvisoria che comporta la carenza di cure necessarie allo sviluppo dei minori presenti in tale ambiente.

Nel primo capitolo si presenterà una breve introduzione riguardante la realtà legislativa che accompagna questo strumento considerando i cambiamenti e le evoluzioni apportate anche relativamente al mutare della società, della famiglia e allo sviluppo dei servizi sociali.

Un iter giuridico che ci permetterà di capire e analizzare quali sono i principi legislativi su cui si basa l’affido familiare, i diritti che ruotano intorno al minore e l’ambito in cui devono essere rispettati e tutelati:

la famiglia.

Nel secondo capitolo si affronterà come le famiglie in difficoltà arrivano ai servizi sociali, quale il loro primo approccio e il primo momento di accesso, quali saranno i diversi tipi di intervento ad esse proposti e le figure professionali che si attiveranno nella realizzazione del progetto di aiuto e di interventi preventivi all’affido familiare.

Se la famiglia naturale attraversa un momento di difficoltà, non

riuscendo a offrire al proprio figlio il giusto ambiente dotato delle cure

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e dell’affetto necessario per poter far fronte alla protezione e all’educazione, sono previsti da parte dello Stato, Regioni ed Enti Locali degli interventi di aiuto e sostegno.

Sono le azioni e gli interventi stessi che si muovono per dare supporto e apporto allo sviluppo della famiglia, in quanto luogo di crescita ed evoluzione dei minori.

Si parlerà quindi dell’importanza dell’affidamento familiare come strumento d’aiuto e sostegno partendo da una prima fondamentale distinzione tra affido e adozione.

L’adozione, infatti, è un intervento che viene a identificarsi come duraturo nel tempo, esso permette ad un minore in stato di abbandono e quindi dichiarato adottabile, di vivere in una famiglia dove al suo interno si crea un pieno rapporto di filiazione con la famiglia adottiva, recidendo ogni legame con la famiglia d’origine.

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Come invece vedremo, l’affido familiare ha come punto di partenza il carattere transitorio ovvero non parte da uno stato di abbandono ma si ha il presupposto di mantenere vivi i rapporti tra minore e famiglia naturale, lo scopo è quello di curare le relazioni familiari per permettere il rientro del minore nella propria famiglia d’origine.

Si vedranno, con l’aiuto delle Linee di indirizzo per l’Affidamento Familiare

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, le differenti tipologie di affido, in relazione ai diversi bisogni esistenti.

Nel terzo capitolo, l’attenzione si focalizzerà sul minore, la famiglia d’origine e gli interventi ad essi rivolti.

2 M. Sesta, Manuale di diritto di famiglia, Cedam, Padova, 2011.

3 Linee di indirizzo per l’Affidamento Familiare, Presidenza del Consiglio dei Ministri, conferenza unificata 25 ottobre 2012.

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È attorno al minore che si costruisce il progetto d’intervento inteso come una grande possibilità di crescita per i suoi bisogni e per quelli della sua famiglia.

Essa potrà vedere attivati, da parte dei servizi sociali territoriali, provvedimenti e attività volte al suo sostegno, risorse e interventi dedicati all’abbattimento delle difficoltà temporanee che hanno portato alla scelta dello strumento di affido familiare, si tratterà della

“recuperabilità della genitorialità”.

Si parla come suggerisce il testo “Nuove sfide per l’affido” a cura di CAM

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, di famiglie a rischio, un rischio che può essere definito etico, affettivo ed economico.

Inoltre affronteremo il tema della continuità della relazione tra il minore e la propria famiglia attraverso incontri programmati.

Essi hanno funzione di monitoraggio, revisione del progetto e sono finalizzati ad una buona riuscita dell’affido.

Il quarto capitolo sarà dedicato alla famiglia affidataria, anch’essa attore determinante nel percorso.

La famiglia oltre ad essere una fondamentale istituzione per la cura e l’accudimento dei figli è un valore aggiunto per la società, notevole per la coesione sociale ed il benessere, essendo protagonista attiva è un’importante risorsa culturale ed educativa anche nell’ambito di quello che è l’affido familiare, dove genera forme di solidarietà sociale.

La sua importanza è rilevante anche per limitare il fenomeno dell’istituzionalizzazione, riuscendo attraverso la famiglia a creare e

4 CAM, centro ausiliario per i problemi minorili, Nuove sfide per l’affido, teoria e prassi, Franco Angeli, Milano, 2012.

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dare ai bambini una dimensione più “sana” ed equilibrata per il proprio sviluppo.

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La famiglia muta all’interno della società e così anche gli interventi ad essa dedicati, ne sono esempio l’attuale situazione lavorativa caratterizzata dall’aumento dell’occupazione femminile, la conseguente evoluzione della sua struttura in quanto sono istituite famiglie di fatto, monoparentali, allargate, ricomposte, unipersonali…

diverse famiglie con differenti bisogni.

“La famiglia affidataria è una risorsa costitutivamente prioritaria in ogni progetto d’affido”.

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I nuclei candidati all’affidamento dovranno avere delle caratteristiche per intraprendere questo cammino, interessante è capire come lo diventeranno, quale sarà la loro spinta motivazionale, quale il loro percorso, il loro sostegno e l’abbinamento con il minore che accoglieranno: quali i giusti presupposti per far si che “quella famiglia” sia quella giusta, idonea a quel minore, quel progetto, quell’intervento.

A supporto del percorso presentato, nel quinto capitolo sarà interessante inoltrarci in una parte più “esperienziale”, quella riguardante la realtà spezzina, partendo dalla storia del servizio dedicato per arrivare alla descrizione di un caso scelto in base alle caratteristiche mostrate dagli attori presenti e delle prassi operative adottate.

Credo nell’importanza delle testimonianze di chi lavora, ha avuto e vissuto queste esperienze poiché penso che ciò possa arricchirci ed esprimerci più profondamente quello che l’affido familiare realmente sia.

5 L. Turco, “prefazione” in Un bambino per mano, l’affido familiare una realtà complessa, Franco Angeli, Milano, 2007.

6 Linee di indirizzo per l’Affidamento Familiare, Presidenza del Consiglio dei Ministri, conferenza unificata 25 ottobre 2012, p. 5.

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A conclusione dell’elaborato si cercherà di riflettere circa le possibili interazioni tra i diversi soggetti, relazioni significative le quali potranno definire e così far emergere punti di forza, criticità e difficoltà incontrate dai differenti attori coinvolti.

Sono convinta che non basti prendere gli attori e inserirli in barattoli chiusi a compartimenti stagni, è la reciprocità tra questi attori che vuole essere affrontata.

In questa parte mi avvalgo maggiormente dell’aiuto delle Linee di indirizzo dell’Affido familiare

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, uno strumento importante e innovativo che fornisce indicazioni operative caratterizzanti il percorso del progetto e in modo dettagliato i ruoli e le competenze di ogni attore coinvolto.

Il rapporto tra i diversi attori, la collaborazione e la cooperazione, sono requisiti fondamentali per un buon ed efficace intervento? Sarà possibile andare verso una maggiore interazione? Quali potrebbero essere le dinamiche messe in atto?

Significativo inoltre è capire il valore e l’importanza della collaborazione tra le due famiglie, affidataria e naturale, un’interazione e partecipazione volta a un maggior benessere del minore.

Si cercherà di riflettere circa la complessità dell’affido il cui percorso è costituito dall’evolversi di continue tappe verso strade che non sono predefinite, dove s’incontrano soggetti, persone con paure ed emozioni che non permettono di definire un unico e standardizzato modello di percorso nell’affido familiare.

Edgar Morin sostiene: “un metodo non è valido se non include complessità”.

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7 Linee di indirizzo per l’Affidamento Familiare, Presidenza del Consiglio dei Ministri, conferenza unificata 25 ottobre 2012.

8 E. Morin, I miei filosofi, Erikson, 2013.

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