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a 1 a 2 b 1 Presenti individui adulti in netta prevalenza; i giovani sono numericamente rappresentati per meno del 30 % della popolazione.

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Metodi di campionamento per i corsi d’acqua e valutazioni di stato delle specie ittiche (ai fini della Direttiva 92/43/CE e della gestione e tutela dell’ittiofauna)

Obiettivo fondamentale per la “conoscenza” dello stato delle specie ittiche inserite negli Allegati della Direttiva 92/43/CE , ma anche ai fini della gestione della fauna ittica, ai livelli regionale e dei territori delle aree protette e della rete 2000, è la valutazione delle condizioni biologiche delle popolazioni non solo di quelle succitate, ma anche di tutte quelle autoctone e di quelle alloctone.

Tale “conoscenza” è utile non solo ai fini della rendicontazione di cui all’art. 17 della Direttiva 92/43/CE, ma risponde contemporaneamente ad altre necessità. In particolare è utile ai fini degli interessi:

 dei soggetti gestori delle aree protette per la corretta gestione di una componente importante della vertebratofauna;

 dei settori Tutela Fauna e Flora (caccia e pesca) regionali e provinciali che devono regolamentare le attività legate alle immissioni, alla pesca sportiva ed alla vigilanza;

del settore ambiente della Regione, in quanto i pesci costituiscono uno degli Elementi di Qualità Biologica (EQB) per la valutazione dello Stato Ecologico dei corsi d’acqua ai sensi del D. Lgs 152/2006 (in recepimento della Direttica 2000/60/CE).

In sintesi diversi soggetti a vario titolo interessati alla tutela e gestione dell’ittiofauna hanno tutti un importante obiettivo comune: la conservazione e/o (per quanto possibile) ricostituzione degli insiemi delle specie ittiche autoctone costituenti le comunità di riferimento tipiche delle diverse tipologie di ambienti acquatici.

Lo stato di una specie viene definito dalla “condizione biologica della popolazione” presente in un determinato “corpo idrico” rispetto al quale è individuata la stazione di campionamento rappresentativa del corpo idrico stesso. Il corpo idrico, secondo la definizione ai sensi del D. Lgs.

152/06 (in recepimento della Direttiva 2000/60/CE) è un tratto di corso d’acqua con omogenee condizioni ambientali e di eventuali pressioni antropiche. Pertanto e per coerenza, in tutta la sua estensione longitudinale la comunità ittica si ritiene uniforme: l’individuazione della stazione di campionamento viene ritenuta rappresentativa del corpo idrico per tutta la sua estensione per qualunque tratto compreso nel corpo idrico stesso, ma a condizione della sua rappresentatività in termini idromorfologici. Nel caso in cui un territorio di un sito della Rete Natura 2000 comprenda una porzione di un determinato corpo idrico, il campionamento effettuato presso una stazione collocata al di fuori di quel territorio, ma in quello stesso corpo idrico, può definirisi rappresentativo anche dello stesso sito.

La condizione biologica della popolazione descrive lo stato della specie mediante la determinazione, in fase di campionamento, dei due parametri fondamentali: “consistenza demografica” e “struttura”. Risulta quindi necessaria una formulazione sintetica e di facile comunicazione/rappresentazione in grado di rappresentare entrambi i parametri. Altrettanto importante è la definizione di un indice numerico rappresentativo della conzione bologica ai fini dell’utilizzo per analisi statistiche su aree vaste e/o per l’eventuale applicazione di algoritmi di calcolo di indici di stato delle comunità ittiche se di interesse.

L’indice di abbondanza (Ia) ed il relativo indice di rappresentatività (Ir) rispondono alle caratteristiche succitate. Ia viene determinato per ciascuna specie compilando una apposita scheda (semplice elenco delle specie rinvenute unitamente alle informazioni indispensabili riguardanti la posizione/codice della stazione e data del rilievo) al termine delle operazioni di campionamento mediante formulazione del “parere esperto” degli operatori che hanno effettuato il campionamento stesso. La formulazione di tale “parere esperto”, al fine di evitare, per quanto possibile, il rischio di una eccessiva soggettività da parte degli operatori, è comunque condizionata secondo quanto previsto dalle tabb. 1 e 2.

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Tab. 1 - Indici di abbondanza delle popolazioni delle specie ittiche (Ia). Esso viene formulato mediante un numero (0 ÷ 4) rappresentativo della consistenza demografica e da una lettera (a/b/c) rapresentativa della struttura della popolazione.

0 Assente. In assenza di una determinata specie, quando le condizioni ambientali presupporrebbero diversamente, occorrono verifiche a monte ed a valle, controllare la letteratura e procedere ad interviste presso i pescatori locali.

1

Sporadica. Pochissimi individui, anche un solo esemplare; consistenza demografica talora poco significativa ai fini delle valutazioni sulla struttura di popolazione (in tal caso vale Ia = 1 senza indicare la struttura); rischi circa la capacità di automantenimento della specie.

2 Presente. Pochi individui, ma in numero probabilmente sufficiente per l’automantenimento.

3 Abbondante. Molti individui, senza risultare dominante.

4 Molto abbondante. Cattura di molti individui, spesso dominanti (inutile valutare la struttura che viene considerata corrispondente alla condizione “a”) .

a

a1 Presenti almeno il 30 % di giovani (in fase pre-riproduttiva) o il 20 % di adulti (sessualmente maturi) rispetto al numero totale degli individui della popolazione.

a2 Presenti individui giovani in netta prevalenza; gli adulti sono numericamente rappresentati per meno del 20 % della popolazione.

b b1 Presenti individui adulti in netta prevalenza; i giovani sono numericamente rappresentati per meno del 30

% della popolazione.

b2 Presenti esclusivamente individui giovani.

c Presenti esclusivamente individui adulti.

Tab. 2 - Numero minimo di individui (N) affinché una specie possa considerarsi almeno presente (Ia = 2). Numero minimo di individui (2N) affinché una specie possa considerarsi abbondante (Ia = 3). Sono anche indicati i corrispondenti valori dell’indice Im di MOYLE-NICHOLS (1973). In neretto sono le specie autoctone (AU) per i distretti padano-veneto (Dpv) e tosco-laziale (Dtl) considerati nel loro insieme. In corsivo sono le specie alloctone (AL).

Specie Ia =2 Ia = 3

N Im 2N Im

Barbo, lasca, cavedano, alborella, rovella, vairone, ghiozzo padano, alborella

meridionale1.  30 3  60  4

Barbo canino, scardola, sanguinerola, triotto, gobione, savetta e ghiozzo di

ruscello.  25 3  50  4

Agone/cheppia/alosa, temolo, panzarolo, cobite, lavarello, bondella, gambusia e

pseudorasbora.  20 2  40  3

Pigo, tinca, cobite barbatello, persico reale, trote (marmorata e suoi ibridi, macrostigma, del Garda, del Fibreno, iridea e fario), salmerini alpino e di fonte), persico sole, persico trota, Ictalurus spp.2, cagnetta, scazzone, carpa, carpa erbivora, Carassius spp.3, aspio, gardon, rodeo amaro, abramide, barbo d’oltralpe.

 15 2  30  3

Cobite mascherato, spinarello, acerina e misgurno.  8 2  15  2

Anguilla, storioni (comune, cobice e ladano), bottatrice, luccio, siluro e lucioperca.  5 1  8  2 1 - Specie alloctona nei distretti padano-veneto (Dpv) e tosco-laziale (Dtl).

2 - Comprende Ictalurus melas (pesce gatto), Ictalurus punctatus (pesce gatto punteggiato) e Ictalurus nebulosus (pesce gatto nebuloso).

3 - Comprende Carassius carassius (carassio) e Carassius auratus (pesce rosso).

N Im Indice di abbondanza (Im) di MOYLE-NICHOLS (1973). Esso

viene valutato con una scala (1 ÷ 5) in funzione del numero (N) di individui osservati e rapportati ad un tratto fluviale di 50 m.

1 ÷ 2 1

3 ÷ 10 2

(3)

21 ÷ 50 4

> 50 5

Valore Ir Struttura Tab. 3 - Determinazione del valore dell’Indice di rappresentatività (Ir) in funzione del livello di struttura della popolazione (a ÷ c; tab. 1) e della consistenza demografica (1 ÷ 3; tabb. 1 e 2 ). Per Ia = 4, si assegna Ir = 1,0 indipendentemente dalla struttura. Le specie per le quali N < 15 in tab. 2 si assegna comunque il valore Ir = 0,6 per tutti gli indici di abbondanza 1c, 1b, 2c e 2b (si escludono i valori Ir < 0,6). Per l’anguilla si indica unicamente il valore numerico Ir = 0,6 per Ia = 1, Ir = 0,8 per Ia = 2 e Ir = 1,0 per Ia = 3;

analogo criterio vale per la lampreda (Lampetra zanandreai).

c b a

Consistenza demografica 1 0,4 0,5 0,6

2 0,5 0,6 0,8

3 0,6 0,8 1,0

È possibile utilizzare diversi metodi di campionamento ai fini della determinazione dell’indice di abbondanza “Ia”. In ogni caso si ritiene indispensabili le seguenti caratteristiche:

 semplice (in generale sufficienti due operatori, senza necessità di ingombri eccessivi per attrezzature);

 economico;

 speditivo (indicativamente 4 o più siti di campionamento al giorno); salvo condizioni negative (es. scarsa accessibilità, eccessiva distanza tra i siti,…);

 facile nella rappresentazione delle condizioni biologiche delle popolazioni (sia come formulazione sia sotto il profilo della comunicazione).

I campionamenti si effettuano soprattutto con la pesca elettrica, senza escludere reti e “visual- census”. Non sono da escludere le informazioni dei pescatori, a condizione di verifiche di attendibilità; a seconda dei caratteri di tali informazioni occorre stimare Ia, ma quando non possibile (probabilmente caso più frequente), si asegna Ia = 1.

I migliori risultati dai campionamenti si ottengono nelle situazioni di magra estiva; non si escludono altri momenti, quando le situazioni idrologiche e termiche lo permettano. In inverno è possibile effettuare campionamenti in particolari condizioni, oggetto di giudizio degli ittiologi.

I rilievi sono qualitativi e semiquantititativi, con copertura di ampie superfici sottese, con un passaggio con elettrostorditore. L’azione di pesca deve essere accurata, avendo cura di esplorare i diversi microambienti, per garantire la massima probabilità di cattura di tutte le specie presenti ed una buona attendibilità sulla stima dell’entità delle popolazioni e delle loro strutture.

I parametri relativi alle dimensioni dell’ambiente di campionamento sono la larghezza media

“Pbmed” [m] e la lunghezza “L” [m] dell’alveo bagnato, tenendo conto dei limiti dell’azione dell’elettropesca, spesso nelle zone più accessibili presso le rive, nei fiumi di maggiore portata.

Si prevedono limiti per la lunghezza della stazione oggetto di campionamento; in linea di massima vale una lunghezza pari a circa 15 volte la larghezza (fig. 1) in funzione delle caratteristiche ambientali della stazione stessa e comunque con L ≥ 10 m. Non sono limiti rigorosi, in quanto molto dipende dalle condizioni del tratto fluviale oggetto di campionamento. Per un piccolo corso d’acqua, per esempio con Pbmed = 4 m, risulta una lunghezza “consigliata” della stazione L  70 ÷ 90 m. Ma in un torrente caratterizzato da scarsa portata e da profondità massime inferiori a 0,5 m, quindi con ogni sua porzione facilmente esplorabile con l’anodo e con presenza esclusiva di salmonidi (o con lo scazzone quale unica specie di accompagnamento), si può ipotizzare una lunghezza minore, pari a L  50 m. Nel caso in cui la corrente sia troppo veloce per la sicurezza dell’operatore e con zone troppo profonde per l’azione dell’anodo delle apparecchiature solitamente impiegate nei torrenti alpini (più leggere e più comode, ma meno potenti), potrebbe risultare necessario estendere la lunghezza della stazione anche fino al limite massimo Lmax  130 m.

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Nei grandi fiumi, per oggettive difficoltà dovute alla scarsa o nulla accessibilità di una o più zone entro la stazione di campionamento, anche con l’ausilio di una imbarcazione o a causa dell’inefficacia dell’azione dell’anodo in acque troppo profonde, l’area campionata potrebbe risultare una frazione limitata rispetto a quella totale della stazione (LPbmed). Anche in tali casi, per incrementare la probabilità di cattura del maggior numero delle specie presenti, conviene estendere il parametro “L”. Per esempio in un corso d’acqua con Pbmed = 30 m dovrebbe valere L = 350 ÷ 600 m. In difficili condizioni di campionamento, tenuto conto che in alcune porzioni della stazione non è possibile operare, conviene considerare una lunghezza vicina al valore superiore; a volte ciò non è sufficiente e occorre andare oltre, ma non sopra il valore Lmax = 700 m o poco più.

Fig. 1 - Diagramma rappresentativo del- la relazione tra la lunghezza (L) della stazione interessata dal campionamento ed il perimetro bagnato medio (Pbmed) della stessa, molto indicativamente entro la funzione L  15Pbmed. La fascia in azzurro più intenso e delimitata dalle li-nee blu rappresenta le condizioni dimen-sionali consigliate per l’attendibilità del campionamento.

L’area esterna in azzur-ro più chiaro rappresenta la tolleranza di-mensionale della stazione per situazioni particolari (più difficili sopra o più sem-plici in basso), mentre le linee rosse indi-cano i limiti estremi oltre i quali il cam- pionamento potrebbe interessare una lunghezza troppo breve ai fini della mas-sima probabilità di rinvenimento di tutte (o quasi) le specie o troppo lunga, cioè che potrebbe interessare situazioni am-bientali diverse da quelle della stazione in studio. In ogni caso L ≥ 10 m.

Si ritiene poco opportuno indicare precisamente valori estremi Lmax e Lmin; in fondo ciò che conta è la buona probabilità di cattura di tutte le specie potenzialmente presenti. In realtà occorre considerare che la Lmin impone condizioni minime al di sotto delle quali si ipotizza uno “sforzo” di pesca insufficiente. La Lmax è importante, in quanto non si può estendere eccessivamente il parametro di lunghezza della stazione. La fig. 1 individua L ≤ 800 m anche per i più grandi fiumi.

Lunghezze superiori potrebbero interessare tratti fluviali caratterizzati da ambienti diversi (ovvero corpi idrici diversi), rispetto ai quali potrebbe risultare utile individuare altre stazioni, in quanto potrebbero essere “abitate” da comunità ittiche diverse.

In fase di campionamento non è necessario procedere alla cattura dei pesci; è sufficiente il riconoscimento degli stessi in acqua. Al termine del campionamento si operano le “stime” di consistenza demografica e di struttura con l’ausilio delle succitate tabb. 1 e 2. Tale modo di agire è quello più opportuno per evitare situazioni di stress eccessivo per i pesci e soprattutto il rischio di morti accidentali. Si possono eventualmente catturare gli esemplari che non si prestano ad un rapido riconoscimento che possono quindi essere raccolti in un secchio, ma a condizione di una rapida liberazione al termine dell’esame.

La determinazione dell’Indice di abbondanza “Ia” e soprattutto dell’indice di rappresentatività, è importante in quanto rappresentazione delle condizioni biologiche delle popolazioni ittiche ampiamente utilizzata nei monitoraggi pregressi su aree vaste del Piemonte. Ciò rende possibile, per

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ciascuna specie, utili confronti tra la situazione attuale e quelle del passato. In particolare, fra gli altri, merita citare:

REGIONE PIEMONTE, 1992. Carta Ittica Relativa al Territorio della Regione Piemontese.

Assessorato Caccia e Pesca. Torino - 297 stazioni campionate nel biennio 1988/89.

C.R.E.S.T., 1995. Piano Pesca del bacino del S. Bernardino. Parco Naturale Regionale della Val Grande (Regione Piemonte) - 8 stazioni campionate nel 1995.

C.R.E.S.T., 1997. Piano di gestione delle risorse idriche del bacino del Po in Provincia di Cuneo (qualità chimica e biologica delle acque, carico antropico, ittiofauna e quadro di sintesi).

Sistema delle Aree Protette della Fascia Fluviale del Po Cuneese (Regione Piemonte) - 41 stazioni campionate nel 1997.

PROVINCIA DI TORINO, 2000. Linee di gestione delle risorse idriche dei principali bacini idrografici affluenti del fiume Po in Provincia di Torino. Area Ambiente, Parchi, Risorse Idriche e Tutela della Fauna. Servizio Gestione delle Risorse Idriche. Torino - 165 stazioni campionate nel biennio 1998/99.

C.R.E.S.T., 2000. Verifica della sopravvivenza invernale della Gambusia holbrooki nelle risaie piemontesi oggetto delle sperimentazioni per la lotta biologica contro la zanzara.

Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Torino e Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte - 29 stazioni campionate nel 2000.

FORNERIS G., PASCALE M., 2003. Carta ittica della Provincia di Alessandria. Provincia di Alessandria. EDA. Torino - 49 stazioni campionate nel 2003.

PROVINCIADI TORINO, 2005a. Fiume Po: miglioramento della fruibilità delle sponde e della capacità biogenica del corso d’acqua (Censimento e distribuzione delle specie ittiche, esame delle dinamiche relative alle migrazioni trofiche e riproduttive, interazioni con le interruzioni della continuità biologica longitudinale ed ipotesi gestionali). Settore Tutela Fauna e Flora dell’Amministrazione Provinciale di Torino - 40 stazioni campionate nel 2004

PROVINCIA DI TORINO, 2005b. Definizione della risposta del comparto ittico alle differenti tipologie d’intervento in alveo (bacini del Chisone e della Dora Riparia). Settore Tutela della Fauna e della Flora dell’Amministrazione Provinciale di Torino. 15 stazioni campionate nel 2004

C.R.E.S.T., 2005. Idrobiologia e popolazioni ittiche degli ecosistemi fluviali nei parchi naturali regionali e portate idriche minime per la tutela dei corsi d’acqua. Interreg IIIA 2000 - 2006 (Progetto Aqua). Sistema delle aree Protette della Fascia Fluviale del Po - Tratto torinese.

To - 32 stazioni campionate nel 2004.

REGIONE PIEMONTE, 2006. Monitoraggio della fauna ittica in Piemonte. Direzione Pianificazione delle risorse Idriche. Regione Piemonte, Torino - 201 stazioni campionate nel 2004.

REGIONE PIEMONTE, 2009. Monitoraggio effettuato dall’Assessorato Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca sulle reti regionale (predisposta ai sensi del D. Lgs. 152/06) e provinciali (predisposte ai fini del recupero di tutte le stazioni dei precedenti monitoraggi) per un totale di 428 siti di campionamento.

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