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Regione Veneto Provincia di Treviso

Comune di Roncade

AMPLIAMENTO DISCARICA PER RIFIUTI INERTI EX CAVA “MUSESTRE”

PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE RELAZIONE DI SCREENING

Data: Dicembre 2010 Cod.: 1048/1

Committente

Fornaci Del Sile S.r.l.

Via Treponti, 63 31056 Roncade (TV)

Tel.: (+39) 0422-824110 - Fax: (+39) 0422-825918 E-mail: [email protected] - Web: www.fornacidelsile.it

Studio Tecnico Conte & Pegorer ingegneria civile e ambientale

Via Siora Andriana del Vescovo, 7 – 31100 TREVISO e-mail: [email protected]

tel. 0422.30.10.20 r.a. - fax 0422.42.13.01

F1

(2)

INDICE

1  PREMESSA ... 4 

2  FASE 1: OPPORTUNITÀ DELLA VALUTAZIONE D’INCIDENZA ... 5 

3  FASE 2: DESCRIZIONE DEL PROGETTO ... 5 

3.1  INQUADRAMENTO DEL SITO ... 5 

3.2  STATO ATTUALE ... 5 

3.2.1  Preparazione preliminare ... 7 

3.2.1.1 Asporto della vegetazione presente ... 7 

3.2.1.2 Viabilità di accesso ... 7 

3.2.1.3 Recinzione e cancelli ... 7 

3.2.1.4 Piezometri di monitoraggio falda ... 7 

3.2.1.5 Area di deposito dei materiali di cantiere ... 7 

3.2.1.6 Movimenti terra principali ... 7 

3.2.1.7 Viabilità interna ... 8 

3.2.1.8 Uffici e servizi ... 8 

3.2.1.9 Sistema di stoccaggio del percolato ... 8 

3.2.1.10  Gestione delle acque meteoriche ... 8 

3.2.1.11  Gestione delle acque nere ... 9 

3.2.1.12  Reti tecnologiche ... 9 

3.2.1.13  Centralina per la rilevazione dei dati meteo-climatici ... 9 

3.2.1.14  Sistemazioni esterne all’impianto ... 9 

3.2.1.15  Sistemazione del verde ... 9 

3.2.1.16  Cartellonistica ... 9 

3.2.2  Predisposizione del bacino di discarica ... 9 

3.2.3  Conferimento rifiuti ... 10 

3.2.3.1 Capacità della discarica ... 10 

3.2.3.2 Durata e movimento mezzi di trasporto ... 11 

3.2.4  Sistemazione finale ... 11 

3.2.4.1 Copertura finale ... 11 

3.2.4.2 Morfologia finale ... 11 

3.2.5  Ricomposizione ambientale ... 11 

3.3  MOVIMENTO MEZZI DI TRASPORTO ... 12 

3.4  DURATA DELL'ATTUAZIONE DELL'INTERVENTO (COSTRUZIONE, GESTIONE) ... 12 

3.5  DISTANZA DAL SITO NATURA 2000 O DAGLI ELEMENTI CHIAVE DEL SITO ... 13 

3.6  INDICAZIONI DERIVANTI DAGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ... 15 

3.7  UTILIZZO DELLE RISORSE ... 22 

3.8  ULTERIORE FABBISOGNO NEL CAMPO DEI TRASPORTI ... 22 

3.9  PRODUZIONE DI EMISSIONI E RIFIUTI ... 24 

3.9.1  Emissioni in atmosfera ... 24 

3.9.2  Rumore ... 24 

3.9.3  Rifiuti prodotti ... 24 

3.10  ALTERAZIONI SULLE COMPONENTI AMBIENTALI DERIVANTI DAL PROGETTO (ESCAVAZIONI, DEPOSITO MATERIALI, DRAGAGGI) ... 25 

3.10.1  ATMOSFERA: aria ... 25 

3.10.2  AMBIENTE IDRICO: acque superficiali e sotterranee ... 26 

3.10.3  LITOSFERA: suolo e sottosuolo ... 27 

3.10.4  AGENTI FISICI: rumore e vibrazioni ... 27 

3.10.5  BIOSFERA: flora e fauna ... 28 

3.10.6  AMBIENTE UMANO: paesaggio ... 29 

3.10.7  AMBIENTE UMANO: beni culturali ... 29 

3.10.8  AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani) ... 30 

3.10.9  AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità) ... 30 

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO

3.11  EFFETTI COMBINATI CON ALTRI DERIVATI DA DIVERSI PIANI O PROGETTI ... 31 

4  FASE 3: VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DELLE INCIDENZE NEI CONFRONTI DEI SIC E ZPS PIÙ PROSSIMI ... 32 

4.1  LIMITI SPAZIALI E TEMPORALI DELLANALISI ... 32 

4.2  IDENTIFICAZIONE DEI SITI NATURA 2000 PIÙ PROSSIMI ... 33 

4.3  IDENTIFICAZIONE DEGLI ASPETTI VULNERABILI DEI SITI CONSIDERATI... 38 

4.4  IDENTIFICAZIONE DEI PERCORSI E DEI VETTORI ATTRAVERSO CUI SI PRODUCONO GLI EFFETTI SU HABITAT E SPECIE ... 39 

4.5  IDENTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI SINERGICI E CUMULATIVI ... 40 

4.6  PREVISIONE E VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DEGLI EFFETTI CON RIFERIMENTO AGLI HABITAT, HABITAT DI SPECIE E SPECIE ... 41 

5  FASE 4: SINTESI DELLE INFORMAZIONI RILEVATE E DELLE DETERMINAZIONI ASSUNTE ... 44 

6  COMPETENZA E PROFESSIONALITÀ ... 51 

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1 PREMESSA

Con deliberazione n. 1662 del 22-6-2001, avente ad oggetto "direttiva 92/43/CEE, direttiva 79/409/CEE, decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 8/9/97, decreto ministeriale 3 aprile 2000. Atti di indirizzo", la Giunta regionale ha approvato le

"Disposizioni per l'applicazione della normativa comunitaria e statale relativa ai siti di importanza comunitaria, zone speciali di conservazione e zone di protezione speciale.”

L'allegato A della deliberazione formula i primi indirizzi procedurali per la Regione Veneto relativi agli adempimenti di cui alle citate direttive comunitarie.

In relazione alle modalità di applicazione relative alla valutazione di incidenza di cui all'art.

6 della direttiva 92/43/CEE, l'allegato A prevede:

"la presentazione di ogni piano e di ogni progetto preliminare dovrà essere corredata dalla valutazione di incidenza ambientale, da prevedersi già tra i requisiti da inserire negli eventuali bandi; per le situazioni pendenti tale valutazione di incidenza dovrà essere acquisita prima della definizione del procedimento".

Con Deliberazione della Giunta Regione Veneto del 4 ottobre 2002 n. 2803, la Regione ha fornito una guida metodologica per la valutazione di incidenza, stabilendo procedure e modalità operative.

Con DGRV n. 1180 del 18 aprile 2006 è stato approvato l'aggiornamento della banca dati Natura 2000, cui si fa riferimento nella relazione che segue.

La DGRV n. 3173 del 10 ottobre 2006 revoca la DGRV n. 2803/2002, fornendo nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/CEE e DPR 357/1997.

La DGRV n. 3173/06, accogliendo le osservazioni e le indicazioni delle strutture regionali, ha formulato una nuova guida metodologica per la valutazione di incidenza ai sensi della direttiva 92/43/CEE.

La perimetrazione dei siti NATURA 2000 è stata in seguito di nuovo aggiornata con D.G.R. n. 441 del 27 febbraio 2007, D.G.R. n. 4059 del 11 dicembre 2007 e D.G.R.

n. 4003 del 16 dicembre 2008.

La presente relazione è stata redatta seguendo le linee guida dell’allegato A della D.G.R.V. n. 3173/2006 ai fini di valutare la necessità o meno di predisporre la relazione di valutazione d’incidenza per il progetto avanzato dalla Ditta Fornaci del Sile.

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO

2 FASE 1: OPPORTUNITÀ DELLA VALUTAZIONE D’INCIDENZA

L'area oggetto di intervento si trova a circa 1 km dalla ZPS IT3240019 “Fiume Sile: Sile Morto e ansa a San Michele Vecchio” e dal SIC IT3240031 “Fiume Sile da Treviso Est a San Michele Vecchio” a 1,13 km verso sud ovest.

Pur ritenendo improbabili effetti significativi sui siti citati, si procede, nell’ambito della Valutazione di Incidenza ambientale, con la relazione di screening.

3 FASE 2: DESCRIZIONE DEL PROGETTO

La Ditta Fornaci del Sile S.r.l. è proprietaria di una discarica per rifiuti inerti esaurita dal 2001, realizzata nell’ex cava di argilla “Torzo – Musestre” di Roncade. È intenzione della Ditta avanzare la richiesta di ampliamento della discarica esaurita sulla porzione rimanente della cava “Musestre”, adottando le direttive imposte dalla normativa vigente per le discariche di rifiuti inerti.

3.1 INQUADRAMENTO DEL SITO

Il sito è ubicato nella bassa pianura veneta in prossimità del confine fra la provincia di Treviso e la provincia di Venezia, nel territorio agricolo compreso fra Roncade, Casale sul Sile e Quarto d’Altino.

L’area fa parte del complesso di cave ubicato lungo Via Claudia Augusta.

Il Piano Regolatore Generale del Comune di Roncade classifica l’area come:

− Zona agricola - Sottozona E/3 - art. 52

− Area a discarica autorizzata tipo 2A 3.2 STATO ATTUALE

Il sito rientra in un contesto estrattivo, esaurito da molti anni, per l’approvvigionamento di argilla da fornace per la produzione di laterizi. L’attività agricola che si è impostata successivamente all’attività di cava, privilegia le coltivazioni di seminativo (mais e soia) e, talvolta, l’arboricoltura a pioppeto. La produzione agricola tuttavia non genera profitti importanti, soprattutto nelle zone depresse come quella in oggetto, a causa delle caratteristiche pedologiche non ottimali dei terreni superficiali e alla difficoltà di drenaggio.

La ricca rete idrografica vede una maglia di scoline parallele che confluiscono su fossati e canali maggiori. Le pendenze ridotte del terreno, che non consentono a volte una rapida evacuazione delle acque superficiali, hanno favorito l’instaurarsi di una fitta vegetazione, lungo questi corsi d’acqua, talora tipicamente igrofila.

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Il sistema insediativo è ridotto a qualche unità abitativa isolata mentre diversi sono i ruderi di abitazioni agricole abbandonate presenti nella zona.

L’accessibilità dell’area è possibile tramite Via Claudia Augusta, alla quale si collegano gli accessi ai fondi agricoli e agli insediamenti, e la restante viabilità agricola.

La discarica di cat. 2A oggetto dell’ampliamento si presenta ripristinata ad uso agricolo con pratiche a seminativo. Una porzione dell’area, che comprende anche l’intera area della discarica 2B “Ex Cava Brunelli” esaurita, è stata sede in passato di una coltura a pioppeto.

L’intervento sarà realizzato nella vasta fascia ribassata che da Nord, dall’abitato di Santa Fosca, si approssima, mantenendosi parallela a Via San Pio X, a Via Claudia Agusta posta a Sud. La depressione è delimitata interamente da scarpate e da fossati che drenano l’intera area.

Il contesto oggetto d’intervento appartiene al bacino idrografico del Fiume Musestre.

L’attività di cava svolta in passato ha generato ribassamenti e depressioni morfologiche di varia forma e dimensioni che si sono inserite nella rete idrografica locale, producendo un sistema drenante poco fluido se non complesso.

Gli appezzamenti della depressione oggetto d’intervento sono drenati da una serie di scoline parallele e orientate Nord Sud ad eccezione dell’ultimo appezzamento posto a Sud, dove hanno direzione Nord – Ovest verso Sud – Est.

Le scoline hanno interasse regolare attorno ai 23 ÷ 25 m e talvolta sono tombate in corrispondenza dei tragitti agricoli. Esse drenano le acque nel fossato parallelo a Via San Pio X che confluisce nel canale adiacente a Via Claudia Agusta e, quindi, nel Fiume Musestre.

Una parte dei terreni interessati sono drenati dal fossato posto lungo il margine Ovest del sito. Anche in questo caso le acque raggiungono il canale di Via Claudia Augusta per defluire, anch’esse, nel Musestre.

Gli altri fossati presenti nell’area della discarica esaurita, oggetto di ampliamento, sono collegati fra loro, tramite tubazioni interrate, e riversano le loro acque nel canale di Via Claudia Augusta.

Tutte le acque superficiali raggiungono, quindi, il Fiume Musestre che riversa le acque nel Sile all’altezza dell’abitato omonimo.

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO

Il progetto di ampliamento della discarica “Musestre” ha l’obiettivo di rispondere alle richieste di mercato in tema di smaltimento di rifiuti inerti utilizzando un sito con scarsa produttività agricola.

Con l’obiettivo descritto potrà essere perseguita la finalità di un ripristino morfologico parziale dell’area interessata e un conseguente beneficio dal punto di vista idraulico.

3.2.1 Preparazione preliminare

3.2.1.1 ASPORTO DELLA VEGETAZIONE PRESENTE

Sarà eseguito l’asporto, fino alla radice, delle alberature e degli arbusti eventualmente ricadenti nell’area d’intervento e la potatura delle piante, lungo i margini del sito, che possono intralciare le operazioni di cantiere.

3.2.1.2 VIABILITÀ DI ACCESSO

La viabilità di accesso sarà oggetto di manutenzione in modo da permettere, fin dall’inizio del cantiere, l’ingresso nell’area d’intervento dei mezzi e delle macchine operatrici.

3.2.1.3 RECINZIONE E CANCELLI

L’impianto sarà totalmente delimitato da una recinzione e sarà realizzato un cancello d‘ingresso in corrispondenza del lato Sud.

3.2.1.4 PIEZOMETRI DI MONITORAGGIO FALDA

Saranno realizzati 7 nuovi piezometri di controllo della qualità delle acque di falda che andranno ubicati lungo il perimetro della discarica.

3.2.1.5 AREA DI DEPOSITO DEI MATERIALI DI CANTIERE

Sarà predisposta un’area a Sud destinata al deposito dei materiali di cantiere in attesa del loro utilizzo per la realizzazione degli interventi in programma.

3.2.1.6 MOVIMENTI TERRA PRINCIPALI

Il fondo dell’ex scava sarà oggetto di spianamento e di riporto di nuovo terreno al fine della creazione di piani pendenti verso il punto maggiormente depresso relativo ad ogni lotto del bacino di discarica. Le quote minime del fondo sono state impostate, come anticipato, in modo da garantire il franco di 1,5 m dal tetto dell’acquifero della prima falda, previsto dalla normativa.

Il bacino di discarica sarà delimitato da un argine di contenimento, con funzione di rilevato stradale per il conferimento e l’ispezione della discarica.

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La sommità dell’argine sarà raggiunta da due rampe di larghezza 3 m: una posta lungo il lato Ovest e una lungo il lato Sud Est

Per la realizzazione del bacino di discarica sono richiesti un volume di circa 80.000 m3 di riporto.

3.2.1.7 VIABILITÀ INTERNA

Sarà realizzato un anello carrabile in corrispondenza della sommità dell’argine di contenimento, descritto in precedenza, collegato, tramite due rampe, ai tracciati posti alla base che raggiungono l’ingresso dell’impianto.

3.2.1.8 UFFICI E SERVIZI

Sarà realizzato un edificio con funzione:

• di archivio della documentazione relativa alla gestione della discarica

• di archivio della documentazione tecnica principale relativa all’impianto

• di servizio ai lavoratori addetti all’impianto

• di ricovero del materiale di pronto soccorso e di prevenzione infortuni.

3.2.1.9 SISTEMA DI STOCCAGGIO DEL PERCOLATO

In adiacenza del lato Sud, saranno installate, entro un bacino di contenimento, 3 cisterne di capacità 50 m3 ciascuna, per lo stoccaggio del percolato proveniente dai pozzi di raccolta.

3.2.1.10 GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE

La discarica sarà delimitata, lungo la sommità dell’argine di contenimento, da una canaletta perimetrale. Le acque meteoriche raccolte dalla canaletta perimetrale saranno assorbite nel terreno sottostante attraverso un dreno realizzato all’interno dell’argine. Le acque in eccesso saranno fatte defluire in fossati perimetrali posti alla base dell’argine esistenti o di nuova realizzazione.

Il fossato Nord sarà dotato di uno strato drenante, in materiale a granulometria grossa che favorirà lo smaltimento nel sottosuolo delle acque accumulate.

Il fossato Sud scaricherà le acque in un bacino di espansione e di seguito nel canale di Via San Pio X dopo aver attraversato un manufatto di regolazione delle portate.

Le acque raccolte nell’area d’intervento saranno alla fine immesse, come avviene attualmente, nel canale parallelo alla strada Via Claudia Augusta, quindi, nel Fiume Musestre affluente del Fiume Sile.

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO 3.2.1.11 GESTIONE DELLE ACQUE NERE

La gestione delle acque nere è relativa al sistema di smaltimento degli scarichi prodotti dai servizi igienici dell’edificio uffici e servizi. Il sistema consiste nella posa di due pozzetti sifonati in corrispondenza degli scarichi collegati ad una vasca a tenuta da 2 m3 a svuotamento periodico.

3.2.1.12 RETI TECNOLOGICHE

L’impianto di discarica sarà dotato delle seguenti linee tecnologiche:

− rete elettrica per il funzionamento dei sistemi di pompaggio, dell’illuminazione esterna e dell’impianto elettrico interno agli uffici e servizi.

− rete di raccolta percolato che coletterà le pompe di sollevamento dei pozzi di raccolta installati dentro i lotti con il pozzetto di rilancio alle cisterne di stoccaggio.

3.2.1.13 CENTRALINA PER LA RILEVAZIONE DEI DATI METEO-CLIMATICI

La discarica sarà dotata di una centralina per la rilevazione dei parametri climatici:

Precipitazioni, Temperatura, Direzione e velocità del vento, evaporazione e umidità atmosferica.

3.2.1.14 SISTEMAZIONI ESTERNE ALLIMPIANTO

I terreni esterni all’impianto, ricadenti sempre nella disponibilità della Ditta, saranno oggetto d’intervento per consentire l’accesso ai fondi e permettere la continuazione dell’attività agricola.

3.2.1.15 SISTEMAZIONE DEL VERDE

Completati i movimenti terra sarà eseguita la piantumazione di un filare alberato lungo il piede delle scarpata esterna dell’argine di contenimento.

La scarpata esterna dell’argine di contenimento sarà sistemata a prato.

3.2.1.16 CARTELLONISTICA

L’impianto sarà dotato di idonea cartellonistica e segnaletica stradale.

3.2.2 Predisposizione del bacino di discarica

Il bacino sarà completamente sagomato sul fondo dalla seguente successione (partendo dall’alto):

− Geotessile

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− Strato di terreno a bassa permeabilità con k ≤ 1 x 10 –7 m/sec sp. 100 cm Il tetto della barriera presenterà le pendenze assegnate in fase di preparazione preliminare, quindi, corrispondenti allo 0,5%, lungo l’asse centrale del lotto, e in direzione perpendicolare a questo.

La barriera sulle scarpate sarà costituita dalla seguente successione (partendo dall’alto):

− Geotessile

− Strato di terreno a bassa permeabilità con k ≤ 5 x 10 –8 m/sec sp. 50 cm Lo spessore minore dello strato di terreno sulle scarpate, rispetto a quello del fondo, non cambia la conducibilità idraulica dello strato in ragione del principio dell’equivalenza.

I lotti saranno separati da argini realizzati sempre con terreno a bassa permeabilità.

Il percolato che si formerà nel corpo di discarica defluirà verso il punto di maggior depressione grazie alle pendenze del fondo ed alla rete di drenaggio costituita da tubazioni fessurate. Le tubazioni saranno in polietilene ad alta densità (HDPE) e saranno ricoperte da un geotessile e da un riporto, localizzato solo lungo le tubazioni, di materiale drenante di grossa pezzatura di altezza di circa 50 cm.

La rete di drenaggio sarà collegata, in corrispondenza del punto più depresso dei lotti, al pozzo di raccolta del percolato.

Il pozzo di raccolta del percolato sarà di tipo inclinato, appoggiato sulla scarpata e realizzato tramite incastro di elementi di tubazioni prefabbricate in Cemento Armato Vibrato di diametro 800 mm.

All’interno del pozzo sarà posta una pompa sommergibile di tipo autoadescante con segnalatore di livello.

3.2.3 Conferimento rifiuti

3.2.3.1 CAPACITÀ DELLA DISCARICA

La discarica progettata ha una capacità di deposito complessiva di circa 220.000 m3 di rifiuti corrispondente ad una quantità in peso di circa 330.000 ton.

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO 3.2.3.2 DURATA E MOVIMENTO MEZZI DI TRASPORTO

Il volume di circa 220.000 m3 di rifiuti sarà conferito in circa 5 anni con un traffico medio previsto di 8 mezzi carichi giornalieri in entrata.

3.2.4 Sistemazione finale

3.2.4.1 COPERTURA FINALE

Il corpo rifiuti depositato nel bacino di discarica, una volta raggiunte le quote finali, sarà totalmente ricoperto da un pacchetto di chiusura definitiva che rispecchierà esattamente quanto previsto dalla normativa (partendo dall’alto):

− strato di terreno vegetale sp. 100 cm

− geotessile

− materiale drenante sp. 50 cm

− geotessile

− strato di terreno a bassa permeabilità sp. 50 cm

− strato di regolarizzazione 3.2.4.2 MORFOLOGIA FINALE

La discarica, una volta esaurita e ricoperta definitivamente dal pacchetto superficiale, avrà forma baulata con quote del colmo raggiunte tramite fasce a diversa pendenza.

La morfologia finale sarà caratterizzata dai seguenti elementi:

• Una scarpatina perimetrale, di larghezza di 2.10 m, che determinerà un incremento delle quote di 2,10 m rispetto al piano esterno.

• Una fascia perimetrale di larghezza di circa 20 m con pendenza di circa 8 ÷ 13%.

• Un’area sommitale con pendenze comprese fra 3 e 5,5%.

• Una linea di colmo con quote comprese fra 10,85 ÷ 11,70 m s.l.m.

Il punto più elevato avrà, quindi, quota 11,70 m s.l.m., 8 m circa superiore al piano di campagna circostante che presenta una quota attorno ai 3 ÷ 4,5 m s.l.m.

3.2.5 Ricomposizione ambientale

La ricomposizione ambientale della discarica seguirà un sesto d’impianto che addolcirà la morfologia prodotta dalla realizzazione della discarica, attraverso la creazione di macchie boscate e spazi aperti.

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Nell’intervento è compreso anche il completamento della sistemazione a verde dell’area destinata al deposito materiali di cantiere situata nel settore Sud dell’impianto.

3.3 MOVIMENTO MEZZI DI TRASPORTO

La gestione dell’impianto comporta, come citato, l’ingresso medio di 8 mezzi carichi giornalieri per il conferimento dei rifiuti.

Il riporto di terreno per la sagomatura del bacino (innalzamento del fondo e realizzazione dell’argine di contenimento), e il conferimento degli altri materiali per la realizzazione delle barriere, produrrà un ulteriore ingresso di mezzi trasporto.

L’intensità del traffico varierà, quindi, durante l’esercizio mantenendosi sempre al di sotto dei 25 mezzi giornalieri, per ridursi a 12 mezzi durante il conferimento dell’ultimo lotto.

Sulla viabilità esterna i mezzi di trasporto proverranno da Nord, dalla Strada Provinciale n.

64 “Zermanesa”, qui Via Belvedere, e percorreranno Via Claudia Augusta fino ad incontrare, a circa 1.400 m, l’ingresso la strada che conduce all’impianto.

I mezzi che transitano sulla S.P. n. 64 “Zermanesa” proverranno, soprattutto, da Ovest, dal casello autostradale di Preganziol sulla A4, e da Est, dalla Strada Regionale n. 89 “Treviso Mare”.

3.4 DURATA DELL'ATTUAZIONE DELL'INTERVENTO (COSTRUZIONE, GESTIONE)

FASE DESCRIZIONE DURATA ORARIO LAVORATIVO

GIORNALIERO Opere preliminari e

realizzazione del bacino di discarica

Sistemazione dell'area e realizzazione delle opere accessorie.

Realizzazione delle barriere del bacino di discarica e dei sistemi di raccolta del percolato.

7 mesi 8 ore

Conferimento rifiuti e chiusura discarica

Attività di accettazione e abbancamento dei rifiuti nel bacino di discarica.

Realizzazione della copertura definitiva ed interventi di

ricomposizione

5 anni 8 ore

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO ambientale.

Attività di trasporto Transito dei mezzi sulla viabilità pubblica per il trasporto di rifiuti ed altri materiali.

6 anni 8 ore

Interventi di post-chiusura Manutenzione ordinaria

dell'area. 30 anni 8 ore

3.5 DISTANZA DAL SITO NATURA 2000 O DAGLI ELEMENTI CHIAVE DEL SITO

L’area in esame non ricade entro Siti di Importanza Comunitaria o Zone di Protezione Speciale.

I siti Natura 2000 più prossimi sono:

− La ZPS IT3240019 “Fiume Sile: Sile Morto e ansa a San Michele Vecchio” a 1,13 km verso sud ovest

− il SIC IT3240031 “Fiume Sile da Treviso Est a San Michele Vecchio” a 1,13 km verso sud ovest;

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Figura 1: distanza del sito d'interesse dai Siti di Interesse Comunitario e dalle Zone di Protezione Speciale Natura 2000.

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO 3.6 INDICAZIONI DERIVANTI DAGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE Gli strumenti di pianificazione vigenti riportano le seguenti indicazioni sul sito in oggetto:

• P.R.G. del Comune di Roncade (approvato dalla Giunta Regionale con D.G.R. n. 2153 del 19.04.01995. Variante parziale del 1998 con D.G.R. n. 502 del 01.03.2001):

L’area d’intervento è classificata come segue:

− Zona agricola - Sottozona E/3 - art. 52

− Area a discarica autorizzata tipo 2A

Le disposizioni generali per le zone agricole, riportate nell’art. 49 delle Norme Tecniche di Attuazione, specificano che in tali zone sono consentiti, fra gli altri, la realizzazione delle seguenti opere:

“d. infrastrutture tecniche e di difesa del suolo, quali strade poderali, canali, opere di difesa idraulica e simili;

e. impianti tecnici di modesta entità, quali cabine elettriche, cabine di decompressione per il gas, acquedotti e simili;”

Il progetto non prevede la costruzione di edifici ma la realizzazione di strutture tecniche a servizio dell’impianto di discarica.

La norma specifica che sono escluse fra le destinazioni d’uso: “le industrie nocive di prima e seconda classe, salvo le attività espressamente richiamate ai punti precedenti, le discariche, i depositi permanenti di materiali, e, limitatamente alla ZTO E1, alla ZTO E3, alla ZTO E5, alla ZTO E6, all’ambito del territorio interessato dal Piano Ambientale del Fiume Sile,alla Zona a Parco Paesaggistico del Fiume Sile di cui al precedente art.45 e comunque a tutte quelle parti del territorio agricolo, che, comunque classificate ai sensi del precedente comma 1.1 sono soggette a scolo meccanico e ai vincoli del D.lgs 42/2004, le cave e industrie estrattive; sono altresì escluse le zone classificate quali ZTO E2, che la relazione agronomica ambientale di data 11 febbraio 2004 individua quale area di tutela paesaggistica.”

Il progetto è sottoposto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di competenza provinciale ai sensi dell’articolo 4 comma 2 della Delibera della Giunta Regionale del 17 febbraio 2009, n. 327. La presente istanza chiede l’applicazione dell’art. 208 comma 6 del D.Lgs 152/2006 e quindi che “l’approvazione costituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico …”.

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L’art. 52 definisce le sottozone E/3 “…le aree che, caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario, sono contemporaneamente utilizzabili per scopi agricolo- produttivi e per altre destinazioni.”

Le norme dettano le prescrizioni per gli interventi connessi alle abitazioni, rustici e gli allevamenti zootecnici.

Il progetto non comprende questa tipologia d’interventi.

• Piano di assetto del territorio (P.A.T.) (Il Piano di Assetto del Territorio ha acquisito efficacia in data 5 Gennaio 2010, alla conclusione dei 15 giorni dalla data di pubblicazione della DGRV n. 3682 del 30.11.2009 sul Bollettino Ufficiale del Veneto.

Il sito ricade in:

− Aree a pericolosità idraulica e idrogeologica in riferimento al P.A.I. (art. 3 N.T.A.)

− Discariche/Fascia di rispetto (art. 3 N.T.A.)

− Invarianti di natura paesaggistica: Siepi e filari alberati (art. 11 N.T.A.)

− Compatibilità geologica: area idonea a condizione – B (art. 15);

− Compatibilità geologica: area non idonea (art. 15);

− Altre componenti: cave estinte (art. 9, 12 e 16);

− Altre componenti: discariche ricomposte (art. 9).

− Aree soggette a dissesto idrogeologico: area sondabile o a ristagno idrico (Consorzio di Bonifica Destra Piave e segnalazioni comunali) (art. 16)

Per il caso in oggetto ci si attiene a quanto specificato nel Piano di Assetto Idrogeologico competente.

Al progetto è allegato la relazione di compatibilità idraulica ai sensi della DGRV n.1322 del 10/05/06 (ALL. A3: RELAZIONE DI COMPATIBILITÀ IDRAULICA) che dimensiona la modalità di smaltimento delle acque meteoriche dell’impianto ed, in particolare, di quelle che si formano nella coltre finale della discarica.

Alcune porzioni minori del sito ricadono in aree non idonee, così definite dal comma 2 dell’art. 15. La norma, in effetti, non chiarisce la motivazione di tale classificazione, si presume, quindi, che sia dovuta perché trattasi di terreni ribassati ricadenti all’interno di un’ex cava.

Il progetto ridefinisce il sistema idrologico locale migliorando le pendenze di drenaggio e non interviene sui fossati e canali maggiori.

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO Il progetto prevede il ripristino morfologico dell’area e la sua rinaturalizzazione attraverso l’impianto di varie tipologie di essenze arbustive ed arboree autoctone. Il progetto, come specificato, migliora la capacità di drenaggio dell’area e non interviene sui fossati e canali esistenti.

• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.): L’area è situata negli Ambiti con compromessa integrità (art. 23 N. di A.).

Il progetto interviene in una ex cava con ridotta produttività agricola e mira al recupero morfologico del sito, quindi, si attiene alle prescrizioni dell’art. 23.

L’area d’intervento non rientra in ambiti naturalistici – ambientali e paesaggistici di livello regionale e ambiti per l’istituzione di parchi e riserve regionali naturali e archeologici ed aree di massima tutela paesaggistica.

Il sito non rientra fra le “Zone ad alto rischio” e le “Zone ad alta sensibilità ambientale”, così definite dall’art. 51 delle Norme di Attuazione.

• Nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.): il sito rientra nel Sistema del territorio rurale: area agropolitana e in Ambito di paesaggio quale insieme delle relazioni ecologiche, storiche culturali e morfologiche.

Non si individuano prescrizioni per l’intervento in oggetto.

Il sito inoltre rientra in “Area di tutela e vincolo: area primaria di tutela quantitativa degli acquiferi” e in Ambito di paesaggio quale insieme delle relazioni ecologiche, storiche culturali e morfologiche.

Le norme, (ART.16), richiamano in sostanza le prescrizioni del Piano di Tutela delle Acque (PTA). Le Norme Tecniche non riportano indicazioni in merito agli elementi citati.

Le Norme di Attuazione non riportano indicazioni per la tipologia di opera in progetto.

Dall’esame effettuato si evidenzia la funzione di indirizzo del nuovo P.T.R.C. e l’assenza di precise prescrizioni per l’opera in oggetto. Il sito ricade in zona agricola – sottozona E3 ed in area di cava, quindi, in area idonea. Il sito non ricade in area soggetta a vincoli di tipo ambientale, paesaggistico, idrogeologico, storico-archeologico.

• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale: Il P.T.C.P. è stato definitivamente approvato con delibera della Giunta Regionale del 23 marzo 2010, n. 1137. Secondo il

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piano il sito in esame ricade in :

Aree di pericolosità idraulica moderata P1.

Cave estinte

Discariche esaurite

Il sito non ricade in area soggetta a dissesto idrogeologico, a pericolosità idraulica media o elevata, a erosione e in area a fragilità ambientale.

L’art. 57 “Pericolosità idraulica ed idrogeologica” delle norme di attuazione rimanda alle prescrizioni del Piano di Assetto Idrogeologico competente.

L’art. 58 “Direttive generali per le aree a rischio idraulico e idrogeologico” impartisce le direttive ai comuni volte a limitare l’espansione delle aree urbanizzate ed a realizzate gli interventi necessari a mitigare, compensare o annullare il rischio di allagamento. Gli strumenti urbanistici comunali devono, quindi, comprendere appositi studi idraulici.

Il punto 3 dell’articolo cita, in particolare:

“3. Gli strumenti urbanistici comunali dispongono che nel territorio agricolo i piani aziendali agricolo-produttivi nelle zone a rischio idraulico e idrogeologico ovvero di frana siano corredati tra l’altro dalla previsione degli interventi necessari per il riassetto del territorio dal punto di vista idraulico ed idrogeologico.”

L’art. 60 “Prescrizioni per le aree le aree a rischio idraulico ed idrogeologico” riporta al punto 1:

“1. Fatta salva l’applicazione dei vigenti Piani di Assetto Idrogeologico, per tutte le aree riconosciute come pericolose ai sensi del precedente articolo 57, gli interventi ammissibili non devono pregiudicare la definitiva sistemazione né la realizzazione di ogni successivo intervento previsto dalla pianificazione di bacino.”

Il punto 2 specifica:

“2. Nelle aree di cui al primo comma sono in ogni caso generalmente ammessi interventi per la mitigazione della pericolosità idraulica, la tutela della pubblica incolumità e quelli previsti dal piano di bacino.”

Il punto 3 riporta alcune prescrizioni:

“3. Nelle aree di cui al primo comma, salvi gli interventi necessari per la mitigazione del rischio, non è generalmente consentito, salva eccezione ammessa in presenza di interventi di compensazione che garantiscano l’assetto idraulico preesistente:

1) effettuare scavi od abbassamenti del piano di campagna in grado di compromettere la stabilità delle fondazioni degli argini dei corsi d’acqua;

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO 2) realizzare tombinature dei corsi d’acqua superficiali;

3) occupare stabilmente con mezzi, manufatti anche precari e beni diversi le fasce di transito ai piedi degli argini;

4) impiantare colture in grado di favorire l’indebolimento degli argini.”

L’intervento in oggetto non comprende la realizzazione di nuove aree urbanizzate. Durante la gestione, le acque ricadenti nelle aree impermeabilizzate saranno raccolte da appositi pozzi e, quindi, inviate alla depurazione o scaricate nell’idrografia locale se esenti da contaminazione da parte dei rifiuti.

Nel post esercizio la coltre finale, costituita da uno strato di 1 m di terreno vegetale e da uno strato di 50 cm di materiale drenante, determinerà una laminazione dei deflussi superficiali.

L’opera non interviene sulle arginature esistenti o sulle aree poste in prossimità di esse e non prevede la tombinatura di corsi d’acqua.

L’intervento, in conclusione, non incide, significativamente, sul regime idrico locale, anzi riordina il sistema idraulico agevolando il drenaggio dell’area.

È da citare, inoltre, che per il progetto in questione è stata avanzata richiesta di parere di compatibilità idraulica al Consorzio di Bonifica Destra Piave.

Ulteriori considerazioni, in tema di rischio idraulico, sono effettuate nella sezione relativa all’analisi del Piano di Assetto Idrogeologico e del Piano di Assetto Territoriale.

Le Norme Tecniche riportano le seguenti indicazioni per le cave dismesse:

“Articolo 70 – Direttive per le zone umide e le cave dismesse

1. Le zone umide nonché parti di zona agricola predefinite dagli strumenti urbanistici comunali, potranno essere utilizzate per la raccolta di acque piovane, nonché di acque fluenti derivate, purché preventivamente sottoposte ad un adeguato trattamento primario se ritenuto necessario.

2. Sulla base dei risultati delle Relazioni di compatibilità idraulica effettuate dalle Amministrazioni Comunali di concerto con la Amministrazione Provinciale e con gli Enti Gestori, le cave esaurite o comunque dismesse possono essere utilizzate, in caso di necessità, come bacini di laminazione a valere anche come serbatoi di raccolta d’acqua da utilizzare per le attività agricole, fatto in ogni caso salvo il loro recupero ambientale ed evitandone la destinazione ad altri usi, funzioni, attività incompatibili.

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3. In ogni caso, lo strumento urbanistico comunale prevede strumenti di monitoraggio idonei a garantire la verifica e l’analisi dell’attuazione delle misure di recupero e incentiva la destinazione del sito recuperato ad attività, usi, funzioni di interesse generale.”

Le caratteristiche morfologiche del sito non permettono la realizzazione di un bacino di accumulo di acque piovane. La cava, infatti, è particolarmente estesa ed è poco profonda.

Per garantire la tenuta del bacino sarebbe necessaria la realizzazione di opere di impermeabilizzazioni che risulterebbero di rilevante impatto economico considerate le caratteristiche morfologiche citate. È da evidenziare, infine, che l’area non rientra in una zona a sofferenza idraulica e verrebbe meno l’utilità di tale opera.

Il P.T.C.P., in conclusione, non riporta vincoli o prescrizioni che possono pregiudicare la realizzazione dell’opera in oggetto.

• Piano di Risanamento delle Acque: il sito ricade nella fascia della pianura e in area ad alta densità abitativa.

Le Norme di Attuazione, come citato nell’art. 19 delle Norme del P.T.A., sono decadute e non sono, quindi, esaminate.

• Piano di tutela delle acque: L'area in esame ricade nel Bacino idrografico denominato R002 "Bacino idrografico del Fiume Sile".

Il fiume più prossimo è il Musestre che è inserito tra i corsi d'acqua di rilevante interesse ambientale o potenzialmente influenti su corsi d'acqua significativi (D.Lgs 152/06).

Il sito è caratterizzato da un grado di vulnerabilità A (Alta) con range di valori Sintacs (Soggiacenza, Infiltrazione efficace, Non saturo, Tipologia della copertura, Acquifero, Conducibilità idraulica, Superficie topografica) compreso tra 35-50 (range 0-100) (Media).

Il sito ricade nel bacino scolante ma non è attraversato e non confina con corpi idrici individuati quali aree sensibili.

Il P.T.A. non evidenzia condizioni che precludano l’esecuzione dell’opera.

• Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Sile e della pianura tra Piave e Livenza.

− Il sito ricade nel consorzio “DESTRA PIAVE”,

− secondo la “CARTA DEGLI ALLAGAMENTI STORICI UNIONE VENETA CONSORZI BONIFICA” rientra tra le aree soggette a rischio di allagamento.

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO

− Il sito è caratterizzato da Pericolosità moderata (P1 – Tr = 100 anni – h > 0)

L’art. 13 delle Norme di Attuazione “Azioni ed interventi ammissibili nelle aree classificate a pericolosità moderata – P1” specifica “Nelle aree classificate a pericolosità moderata – P1 spetta agli strumenti urbanistici comunali e provinciali ed ai piani di settore regionali prevedere e disciplinare, nel rispetto dei criteri e indicazioni generali del presente Piano, l'uso del territorio, le nuove costruzioni, i mutamenti di destinazione d'uso, la realizzazione di nuovi impianti e infrastrutture, gli interventi sul patrimonio edilizio esistente.” La norma rimanda alla pianificazione comunale, provinciale e regionale l’applicazione di specifiche prescrizioni. Il comma, inoltre, fa riferimento ai “criteri e indicazioni generali” trattati nell’art.

10 “Disposizioni comuni per le aree di pericolosità idraulica” delle Norme di Attuazione.

Il progetto, ai sensi dell’art. 10:

− migliora la funzionalità idraulica dell’area e garantisce il deflusso delle acque;

− non aumenta le condizioni di pericolo a valle o a monte dell’area interessata;

− il sito non è normalmente un bacino d’invasione di corsi d’acqua;

− non pregiudica l’attenuazione o l’eliminazione delle cause di pericolosità;

− non costituisce o induce a formare vie preferenziali di veicolazione di portate solide o liquide;

− non interferisce con le strutture di difesa idraulica;

− non interviene su alvei di corsi d’acqua;

− non pregiudica la definitiva sistemazione idraulica né la realizzazione degli altri interventi previsti dalla pianificazione di bacino;

− non prevede l’esecuzione di scavi o abbassamenti del piano di campagna capaci di compromettere la stabilità delle fondazioni degli argini;

− non realizza intubazioni o tombinature dei corsi d'acqua superficiali;

− non prevede l’occupazione stabile con mezzi, manufatti anche provvisori e beni diversi le fasce di transito al piede degli argini;

− non posiziona rilevati a protezione di colture agricole conformati in modo da ostacolare il libero deflusso delle acque;

− non opera cambiamenti colturali ovvero impianti nuove colture arboree, capaci di favorire l’indebolimento degli argini.

R1 – Rischio moderato.

Il progetto si attiene alle prescrizioni contenute nelle Norme di Attuazione del PAI. Al progetto è allegato la relazione di compatibilità idraulica ai sensi della DGRV n.1322 del

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10/05/06 (ALL. A3: RELAZIONE DI COMPATIBILITÀ IDRAULICA) che dimensiona la modalità di smaltimento delle acque meteoriche dell’impianto ed, in particolare, di quelle che si formano nella coltre finale della discarica.

Si precisa, come descritto più avanti, che le aree in cui non è consentita l’ubicazione di discariche per rifiuti inerti, ai sensi del D.Lgs. n. 36/2003, sono le zone a pericolosità idraulica con tempo di ritorno inferiore ai 50 anni. Nel nostro caso l’area è definita a pericolosità idraulica con tempo di ritorno uguale a 100 anni.

3.7 UTILIZZO DELLE RISORSE Non è previsto l'utilizzo di risorse pregiate.

Le materie prime impiegate per la realizzazione del bacino sono:

− terreno a bassa permeabilità per impermeabilizzazione fondo e scarpate del bacino

− terreno drenante per sistema raccolta percolato.

3.8 ULTERIORE FABBISOGNO NEL CAMPO DEI TRASPORTI

I mezzi di trasporto proverranno da Nord, dalla Strada Provinciale n. 64 “Zermanesa”, qui Via Belvedere, e percorreranno Via Claudia Augusta fino ad incontrare, a circa 1.400 m, l’ingresso la strada che conduce all’impianto.

I mezzi che transitano sulla S.P. n. 64 “Zermanesa” proverranno, soprattutto, da Ovest, dal casello autostradale di Preganziol sulla A4, e da Est, dalla Strada Regionale n. 89 “Treviso Mare”. Si analizzano in dettaglio i due percorsi.

I mezzi eseguiranno i seguenti percorsi (tratto più prossimo al sito).

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO DA OVEST (Uscita A4 "Preganziol")

Lunghezza km Uscita dal casello di Preganziol e immissione sulla bretella in direzione

Casale sul Sile.

Transito sulla bretella. 1,7

Rotatoria e immissione in direzione Casale sul Sile, in Via Bonisiolo.

Transito su Via Bonisiolo. 1,3

Rotatoria e immissione sulla S.P. n. 64 "Zermanesa”.

Transito sulla S.P. n. 64 "Zermanesa” oltrepassando due rotatorie. 5,2 Immissione sulla destra in Via Claudia Augusta.

Transito su Via Claudia Augusta. 1,4

Immissione sulla destra sulla strada di accesso all'impianto.

Transito sulla strada di accesso all'impianto. 0,2

INGRESSO IMPIANTO.

Totale percorso 9,8

Descrizione

DA EST (Svincolo sulla S.R. n. 89 “Treviso Mare”)

Lunghezza km Svincolo sulla S.R. n. 89 “Treviso Mare” e immissione sulla S.P. n. 64

"Zermanesa” in direzione Roncade.

Transito sulla S.P. n. 64 "Zermanesa” oltrepassando il centro abitato di

Roncade e continuando in direzione Casale sul Sile. 5,20 Immissione sulla sinistra in Via Claudia Augusta.

Transito su Via Claudia Augusta. 1,4

Immissione sulla destra sulla strada di accesso all'impianto.

Transito sulla strada di accesso all'impianto. 0,2

INGRESSO IMPIANTO.

Totale percorso 6,80

Descrizione

I tragitti descritti saranno quelli maggiormente utilizzati. Si prevede, inoltre, un possibile flusso da Nord, da Treviso e dall’uscita di Treviso Sud (Via Sant’Elena), di entità, tuttavia, minore.

I percorsi illustrati potranno subire variazione in funzione delle possibili evoluzioni della rete viaria pubblica e delle modifiche della segnaletica stradale.

L’incremento di traffico prodotto dall’attuazione del progetto non è tale da richiedere alcun adeguamento delle attuali strutture stradali pubbliche.

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3.9 PRODUZIONE DI EMISSIONI E RIFIUTI

3.9.1 Emissioni in atmosfera

Lo scarico dei rifiuti e dei terreni tramite ribaltamento del cassone può comportate formazione di polvere soprattutto se lo scarico interessa materiali secchi e polverulenti. Lo scarico in ogni modo non avverrà da altezze rilevanti, considerata la morfologia della discarica. Le strade sterrate, utilizzate dai mezzi, saranno rivestite da pietrisco, ghiaia o ciottolame. Le emissioni polverose possono avvenire, in particolare, nei periodi caldi (estate e primavera).

I rifiuti conferiti non generano gas, odori o vapori. Le uniche fonti di emissioni di gas sono i motori a scoppio dei mezzi di trasporto e delle macchine operatrici. I mezzi e le macchine sono soggette a specifica normativa che prevede la revisione ed il controllo periodico dei gas prodotti.

3.9.2 Rumore

L'attività può determinare emissioni rumorose e vibrazioni. Le emissioni rumorose sono prodotte dai motori a scoppio, quindi, dai mezzi di trasporto e dalle macchine operatrici, e dal ribaltamento dei materiali.

La normativa in materia impone definiti limiti di emissione che dovranno essere in ogni caso rispettati. Il sito in oggetto, infatti, ricade in classe III “aree di tipo misto” (limite diurno/notturno = 60 – 50 dBA) come le aree confinati.

La situazione previsionale dell’impatto acustico indotto dall’attività in oggetto, effettuata con il programma Soundplan, evidenzia il rispetto dei limiti di zona presso tutti i ricettori.

La verifica del rispetto dei limiti potrà essere eseguita attraverso apposite indagini fonometriche una volta predisposto l’impianto, che potranno prescrivere l’adeguamento del progetto con nuove barriere o altre mitigazioni.

3.9.3 Rifiuti prodotti

L’attività di discarica produrrà percolato, che verrà raccolto da 3 cisterne di capacità 50 m3 ciascuna per lo stoccaggio del percolato proveniente dai pozzi di raccolta, che saranno posizionate entro una vasca in cemento armato con funzione di contenere eventuali spanti..

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO Il bacino ha una dimensione interna di 12,75 m x 4,80 m ed un’altezza interna di 1,50 m con capacità di contenimento di 91,80 m3. Il percolato verrà periodicamente smaltito presso impianti autorizzati.

3.10 ALTERAZIONI SULLE COMPONENTI AMBIENTALI DERIVANTI DAL PROGETTO (ESCAVAZIONI, DEPOSITO MATERIALI, DRAGAGGI)

Si riportano le seguenti valutazioni degli impatti del progetto sulle componenti ambientali:

3.10.1 ATMOSFERA: aria

L'area di progetto si colloca in un contesto agricolo, tra Fiume Sile e Fiume Musestre. Il centro di Roncade dista circa 2,3 km in direzione Nord, il centro urbano più prossimo è San Cipriano posto circa 600 m verso Nord est.

L’ambito è condizionato dalle emissioni che si verificano lungo le strade carrozzabili pavimentate per il passaggio di autoveicoli e mezzi pesanti, e sulle strade sterrate per il passaggio di mezzi agricoli. Non sono stati rilevati complessi produttivi che possano generare emissioni particolari o significative.

La qualità dell’aria del sito può risentire dalla presenza della vicina autostrada A4 nel tratto Venezia – Trieste per il passaggio di veicoli e mezzi di ogni dimensione che generano emissioni gassose e rumorose.

Dall'esame dei dati climatici risulta che:

o La temperatura media annua si attesta su valori oscillanti intorno ai 12,6 °C.

o L'apporto pluviometrico medio annuo si aggira intorno ai 900 mm, con oscillazioni comprese tra 1.318 mm nel 2002 e 616 mm nel 1993.

o Il 32% del vento che sfila nella zona in esame proviene dal quadrante Nord/Est e spira quindi in direzione Sud/Ovest; La velocità media del vento filato è pari a 0,61 m/s. I periodi di calma sono nella percentuale di 52,23% (calma = velocità <0,5 m/s).

Le operazioni di rettifica della cava e la stesa dei materiali per l'impermeabilizzazione del bacino determinano la formazione di emissioni polverose difficilmente controllabili. L'argine di contenimento realizzato nelle fasi iniziali attenuerà tale impatto. Il filare perimetrale produrrà l'effetto barriera solo quando si sarà sviluppato sufficientemente, ossia con la predisposizione dei lotti successivi al primo.

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Durante l’esercizio la formazione di emissioni è associata a tutte quelle operazioni che comportano la movimentazione, la stesa e la compattazione dei rifiuti. I rifiuti non sono putrescibili e non producono, odori, vapori o gas. La gestione operativa prevede il controllo dei carichi in entrata e non è consentito il conferimento di rifiuti particolarmente polverulenti.

Non si prevede che le emissioni possano espandersi oltre il perimetro della cava.

L'attività di trasporto avviene in prevalenza su strade provinciali e statali e l’incidenza può considerarsi non significativa in quanto va a confondersi con quella generata dall'attuale circolazione sostenuta. Le opere di manutenzione ordinaria dell'impianto, nella fase di post esercizio, non determinano un impatto significativo sulla componente considerata.

3.10.2 AMBIENTE IDRICO: acque superficiali e sotterranee

Il sito ricade nel Consorzio di bonifica Piave, derivante dall’accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica: Destra Piave, Pedemontano Brentella di Pederobba e Pedemontano Sinistra Piave.

Gli elementi idrologici di maggior rilievo, nelle vicinanze dell’area di progetto, sono il fiume Sile che scorre, con andamento marcatamente meandriforme, in direzione Nord Ovest / Sud Est ad una distanza minima di 1,2 km ed il Musestre, affluente di sinistra del Sile, che trae origine dalle risorgive in comune di Breda di Piave e con andamento rettilineo da Nord verso Sud e che dista circa 270 m.

Nella fase di cantiere lo stato dei luoghi sarà in costante evoluzione; la regimazione delle acque meteoriche verrà attuata attraverso opere provvisorie.

Il bacino di discarica sarà completamente isolato dal sistema idrico locale. La canaletta perimetrale, durante il conferimento, svolgerà funzione di barriera contro l'ingresso delle acque superficiali nel bacino. Le acque che andranno a contatto con i rifiuti rientrano nella gestione del percolato e, quindi, saranno raccolte ed inviate ad idoneo trattamento.

Nel sottosuolo, che ricade nella fascia di bassa pianura, è presente un sistema multifalde.

Dalle stratigrafie relative ai primi 10 m da p.c. si sono individuati tre livelli sabbiosi potenziali sedi di acquiferi. Il primo ed il secondo, probabilmente comunicanti sono stati definiti come prima falda, il terzo livello è stato definito seconda falda. Il deflusso generale su base provinciale della acque negli acquiferi in pressione è diretto verso sudest.

Il progetto prevede l’isolamento assoluto del corpo rifiuti dal sistema geologico, idrogeologico e pedologico. L’esecuzione, a regola d’arte e nel pieno rispetto della

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO normativa vigente, delle opere di impermeabilizzazione del bacino e dei sistemi di raccolta del percolato, evita che eventuali contaminazioni possano raggiungere le acque sotterranee. I rifiuti conferiti sono inerti e, di norma, non producono contaminanti significativi.

3.10.3 LITOSFERA: suolo e sottosuolo

La zona si colloca nella bassa pianura trevigiana caratterizzata dalla presenza di dossi e depressioni, i primi con suoli franchi e sabbiosi, le altre con suoli limosi e argillosi, che caratterizzano anche la maggior parte dei paleoalvei meandriformi presenti. Nell'area non è presente lo strato pedologico originario, perché asportato durante l'attività di cava. Gli interventi di cantiere non influiscono sulla componente suolo.

Il progetto prevede l’isolamento assoluto del corpo rifiuti dal sistema geologico, idrogeologico e pedologico. I rifiuti conferiti non sono pericolosi e, di norma, non producono contaminanti significativi.

Per quanto riguarda il sottosuolo, il territorio in esame, appartiene alla cosiddetta «Bassa Pianura Veneta», costituita essenzialmente da depositi di origine alluvionale continentale molto recenti (Pleistocene ed Olocene). Si individuano alternanze di terreni limoso- sabbiosi e argilloso-limosi con strati sabbiosi.

Gli approfondimenti previsti, nella fase di cantiere, interessano solo il primo strato superficiale di terreno.

Il progetto prevede l’isolamento assoluto del corpo rifiuti dal sistema geologico, idrogeologico e pedologico. L’esecuzione a regola d’arte, e nel pieno rispetto della normativa vigente, delle opere di impermeabilizzazione del bacino e dei sistemi di raccolta del percolato, evita l'eventuale contaminazione dei terreni sottostanti. I rifiuti conferiti sono inerti e, di norma, non producono contaminanti significativi.

3.10.4 AGENTI FISICI: rumore e vibrazioni

Il sito in esame si trova in zona agricola. Le principali emissioni sonore sono connesse al passaggio di macchinari agricoli lungo le strade di campagna e per lo svolgimento delle normali pratiche agricole.

In prossimità del sito d’intervento non sono rilevabili sorgenti sonore particolarmente impattanti.

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L’attività di cantiere e di conferimento rifiuti determina emissioni rumorose e vibrazioni difficilmente controllabili. La normativa in materia impone definiti limiti di emissione che dovranno essere in ogni caso rispettati. L'argine di contenimento ed il filare arboreo perimetrale, una volta sviluppato, limiteranno la diffusione sonora oltre i confini del sito. Si ravvisa, tuttavia, un inevitabile incremento del rumore di fondo avvertibile nel breve intorno.

Il movimento delle macchine per la manutenzione ordinaria dell'impianto, durante il post- esercizio, genererà un impatto poco rilevante ed assimilabile a quello prodotto dalle attività agricole svolte nei terreni circostanti.

3.10.5 BIOSFERA: flora e fauna

In corrispondenza del sito sono riconoscibili tre appezzamenti agricoli: due principali che interessano gran parte del settore in oggetto, coltivati a seminativo, e uno più piccolo, posto a Sud, oggetto in passato di un impianto di pioppeto. In quest’ultimo appezzamento sono presenti le ceppaie degli alberi tagliati e i relativi cespugli sviluppatesi. L’attività agricola che si è impostata successivamente all’attività di cava privilegia le coltivazioni di seminativo (mais e soia) e, talvolta, l’arboricoltura a pioppeto.

Nella fase di cantiere è effettuato l'asporto delle vegetazione e delle coltivazioni agricole presenti. L'intervento non è particolarmente consistente considerato lo stato attuale dei luoghi.

I rifiuti conferiti non sono putrescibili e non generano gas, fumi o vapori. Non si individuano elementi che possono generare impatti negativi al sistema vegetazionale locale.

Le nuove piantumazioni rappresentano un sostanziale arricchimento vegetazionale della zona. Il progetto prevede anche la realizzazione di un laghetto che permetterà lo sviluppo di essenze igrofile. Lo sviluppo maggiore delle nuove piantumazioni si avrà nella fase di post-esercizio e, quindi, anche il beneficio prodotto sarà maggiore in questa fase.

Le specie potenzialmente presenti sono riconducibili, quindi, a quelli normalmente diffusi negli agroecosistemi della pianura veneta con possibilità di maggiore sviluppo degli habitat per l'avifauna grazie alle superfici urbane, ai coltivi ed alle alberature presenti lungo i fossati e canali.

Le attività svolte e, in particolare, il movimento mezzi comportano la formazione di emissioni, soprattutto rumorose, che creano un ambiente ostile alla fauna locale. L'argine di contenimento e l'effetto barriera prodotto dal filare perimetrale, una volta sviluppato,

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STUDIO TECNICO CONTE E PEGORER VIA SIORA ANDRIANA DEL VESCOVO,7-TREVISO contribuisce a ridurre l'impatto negativo prodotto. L'impatto è, inoltre, in parte compensato dalle nuove piantumazioni previste anche nella fase iniziale di cantiere che potranno costituire rifugio per la nuova fauna.

I rifiuti conferiti non contengono materiali putrescibili e, quindi, non esercitano il richiamo di roditori o altra fauna indesiderata.

3.10.6 AMBIENTE UMANO: paesaggio

Il paesaggio agricolo della zona si presenta alquanto piatto a causa dell'impiego di tecniche colturali moderne e di mezzi meccanici che hanno determinato una forte trasformazione. La presenza del verde è legata ai numerosi campi, privi però di elementi naturali, quali siepi e boschetti.

Gli elementi paesaggistici più importante della zona sono sicuramente il Fiume Sile e il Fiume Musestre.

L’area è attraversata dal tracciato autostradale dell’A4 Venezia – Trieste.

L'insediamento del cantiere comporta un impatto negativo inevitabile dovuto alla presenza dei mezzi e delle macchine operatrici. L'argine di contenimento rappresenta un elemento estraneo al paesaggio locale mentre il filare alberato perimetrale, una volta sviluppato, migliora l'aspetto esteriore dei luoghi.

L'area, ultimato l'intervento, sarà arricchita di nuovi elementi che valorizzeranno il paesaggio locale. Sono da citare: il filare alberato, le macchie boscate, i prati e il laghetto ornamentale che permetteranno lo sviluppo di vegetazione igrofila.

3.10.7 AMBIENTE UMANO: beni culturali

I beni artistici più rilevanti presenti nel comune sono: Villa Castello Giustinian, la Chiesa parrocchiale di Roncade, la Chiesa parrocchiale di Biancade, la Chiesa parrocchiale di Musestre.

La Carta Archeologica del Veneto non indica ritrovamenti in corrispondenza del sito e nelle aree più prossime ad esso.

L’area dove insisterà il progetto non è caratterizzata dalla presenza di manufatti storici o artistici o di pregio architettonico e tanto meno dalla presenza di insediamenti archeologici.

Tutta l’area non è inoltre sottoposta ad alcun vincolo paesaggistico o archeologico o di area protetta.

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3.10.8 AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (insediamenti umani)

Il territorio comunale di Roncade misura 61,98 km2, è abitato da circa 14.000 persone suddivise in 5.341 famiglie ed è suddiviso nelle seguenti frazioni: Biancade, Ca' Tron, Musestre, Roncade, San Cipriano e Vallio.

L’analisi della cartografia mette in luce un territorio disseminato di abitazioni sia lungo le principali vie di comunicazione che lungo le vie secondarie oltre alla concentrazione di abitazioni nei centri abitati di origine storica.

I centri abitati più prossimi sono: San Cipriano (400 m a Nord Est), San Cipriano vecchio (a circa 800 m a Nord Ovest) e Musestre (1.3 km a Sud Est).

Le abitazioni più prossime sono poste a 150 m. Il bacino di discarica di progetto è, infatti, conformato al fine di rispettare tale distanza imposta dalla normativa.

Nella fase di realizzazione, le abitazioni più vicine potranno risentire delle emissioni prodotte dal cantiere. L'impatto è attenuato dall'argine di contenimento e dal filare perimetrale, una volta sviluppato. Le emissioni rumorose dovranno rientrare, in ogni caso, nei limiti della normativa vigente.

3.10.9 AMBIENTE UMANO: assetto territoriale (viabilità)

Le vie di comunicazione che si articolano nel territorio indagato sono: l’Autostrada A4

“Milano Venezia” ,l’Autostrada A27 “Venezia – Belluno”, la Strada Provinciale n. 112 “Del Musestre”, laStrada Provinciale n. 64 “Zermanesa”, la Strada Provinciale n. 113 “Sinistra Sile”, la Strada Provinciale n. 67 “Jesolana”, la Strada Regionale n. 89 “Treviso Mare”.

Il sistema viario è interessato da traffico di tipo locale caratterizzato e da un flusso prevalente Est – Ovest ossia che dalle località di sinistra Piave si dirige verso il Veneziano.

Il sistema viario risponde, quindi, alle esigenze di mobilità delle attività e dei residenti locali e non rientra in sistemi di comunicazioni commerciali o turistici a grande raggio.

L’intensità di traffico, nelle arterie principali, è da definirsi media, con picchi in corrispondenza dell’apertura e chiusura delle attività lavorative.

Il traffico indotto dall'attività dell'impianto determina un disturbo alla circolazione sulla rete viaria più prossima al sito. Le arterie più distanti sono caratterizzate da un flusso costante di mezzi pesanti e l’impatto dovuto ai mezzi connessi con l'attività di discarica non è distinguibile.

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3.11 EFFETTI COMBINATI CON ALTRI DERIVATI DA DIVERSI PIANI O PROGETTI

Unica interazione tra gli effetti prodotti dalle opere proposte e quelli relativi ad altri progetti o piani è la circolazione esterna dei mezzi che potrà sommarsi a quella della zona. Tale interazione non comporta in alcun modo la formazione di situazioni critiche che possono determinare degli impatti ambientali particolarmente significativi considerato che le strutture stradali interessate sono idonee a sopportare l’incremento di traffico prodotto.

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