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L ... millenni con i delfini

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Numero 3 - Ottobre 2013

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Parliamo anche di...

L

’Acquario di Genova quest’estate ha inaugurato, accompagnato dall’inevitabile coro di critiche ani-

maliste, il nuovo Padiglione Cetacei pro- gettato da Renzo Piano che una volta a regime prevede di accogliere fino a dieci esemplari di delfini ampliando così, oltre all’offerta espositiva, la possibilità di stu- dio e ricerca su un patrimonio di biodi- versità fortemente minacciato.

Ma non è stata questa l’unica notizia che ha riguardato i delfini visto che, a coronamento di scavi archeologici ini- ziati nel 1998 nell’area dell’antica Kau- lonia, è stata completamente riportata alla luce a Monasterace Marina una pa- vimentazione a mosaico risalente al IV- III secolo a.C. raffigurante un drago e due delfini a cui è stato dato per l’ap- punto il nome di “Sala dei draghi e del- fini”.

Questi fatti così distanti nel tempo stanno comunque a dimostrare quanto i delfini siano da sempre oggetto di attenzione e curiosità da parte dell’uomo e di questo numerose sono le testimonianze di varia natura.

Infatti, risale al XVII secolo a.C. il fregio di Akrotiri, antico insediamento nell’isola egea di Thera, in cui è raffigurata una flottiglia di navi i cui scafi sono interval- lati dal gioco gioioso dei delfini che ac- compagnano la loro navigazione;

all’incirca due secoli dopo il megaron della Regina del palazzo di Cnosso a Creta sarà abbellito da affreschi parietali di carattere marino in cui spicca, tra i tanti pesci, la raffigurazione di delfini po- licromi.

Nella letteratura la descrizione del rap-

... millenni con i delfini

a cura di Vitantonio Perrone

Ascoli Piceno: delfino che sovrasta la fontana in Piazza dell’Arringo.

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Numero 3 - Ottobre 2013

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porto con i delfini vede esempi numerosi:

in una delle sue favole Esopo (VI sec.

a.C.) narra di un delfino che, salvata una scimmia dopo un naufragio, la fa tuttavia affogare quando ha la prova che era una bugiarda spudorata; Plinio il Vecchio (23- 79 d.C.) nella sua Naturalis historiaper confermare l’indole socievole dei delfini verso gli uomini ricorda la leggenda di Arione che, prima di essere ucciso dai pre- doni, ottenne di poter suonare il suo flauto la cui melodia attirò tanti delfini che, una volta gettatosi in acqua, lo sal- varono trasportandolo sino alla spiaggia di Tenaro mentre suo nipote Plinio il Gio- vane (61-113 d.C.), console romano in Bitinia, narrava con commozione che a Ippona un delfino soleva avvicinarsi alla costa facendo amicizia con gli uomini che invitava in acqua a giocare con lui offren- dosi come docile cavalcatura; Dante con- sidera i delfini benigni e ben disposti verso gli uomini dato che usano avvertire i ma- rinai dell’imminenza delle tempeste (In- ferno XXII, 19-21).

Aristotele (384-322 a.C.), pur nella obiet- tiva difficoltà che ancora persistono nello studio dei cetacei, osserva nella sua Hi- storia animalium che i delfini partori-

scono, che lo sfiatatoio gli permette una respirazione polmonare e che, poiché hanno una voce, se portati fuori dall’ac- qua emettono grida e lamenti mentre, pur riconoscendone la grande velocità, nutre parecchi dubbi che siano in grado di fare salti fuori dell’acqua tali da superare gli alberi delle navi.

E proprio da Aristotele si fanno derivare le basi dell’indagine scientifica che poi con Galileo, Tycho Brahe e Newton pre- tenderà di poter restare neutrale “anche”

nello studio degli animali, ma come non condividere il dubbio del padre della zoobiologia Heidi Hediger trovatosi a tu per tu con un delfino: «Flippy non somi- gliava affatto a un pesce e quando, a meno di un metro, mi fissava col suo sguardo scintillante, come non doman- darsi se era davvero un animale? Questa creatura era così imprevedibile, così strana, così piena di mistero che si era tentati di vedere in essa un essere stre- gato» (Psychology and behaviour of ani- mals in zoo and circuses, 1969).

Recensione libri

Re ce n sio n e lib ri

I

n questo libro, piccolo e gigante allo stesso tempo, sono racchiuse in poco più di cento pagine alcune storie di

cani famosi che proprio perché tali stanno a rappresentare simbolicamente tutti quei loro simili che da millenni condividono la loro leale e paziente esistenza con milioni di uomini non sempre meritevoli di tanta dedizione. Layka dello spazio, Togo e Balto della mitica corsa del siero, il grande akita- inu Hachiko e il piccolo skye-terrier Bobby che hanno meritato due monumenti a Tokio e a Edimburgo per ricordare la loro inesaurita fedeltà, ma anche Rin Tin Tin, Lassie e Uggie che da attori cinematogra- fici hanno rappresentato “senza” finzione recitativa quanto “l’essere cane” può rap- presentare in termini di disinteressata de-

dizione e coraggio nella realtà di tanti cani in ogni angolo del mondo.

Storie malinconiche o storie ben finite, ma sempre testimonianze di un incontro che si è ripetuto milioni di volte a rinnovare quel patto ancestrale che da sempre ha unito il cane all’uomo troppo spesso vio- lato da quest’ultimo, ma mai dai nostri al- leati a quattro zampe. Ai tanti celebri motti di persone famose che nel libro pre- cedono ogni storia a sottolineare e ricor- dare questo patto aggiungo quello di una mia cliente che, colpendomi, tanto mi ha insegnato: “I cani non si comprano, i cani si incontrano!”

Storie straordinarie di cani famosi

Michela de Mauro Ultra

Brossura, 21x14 cm - 117 pagine Prezzo di copertina € 11,50 39-40-parliamo_Layout 1 11/10/13 11.44 Pagina 40

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