• Non ci sono risultati.

Presentazione della candidatura di governance per Slow Food Lazio nel

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Presentazione della candidatura di governance per Slow Food Lazio nel"

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

OBIETTIVO “THE FOOD MOVIMENT” NEL LAZIO

Presentazione della candidatura di governance per Slow Food Lazio nel 2021-2025

L’anno 2021 è un anno importante per Slow Food, che attraverso ogni sua componente percorre il cammino congressuale che porterà a raccogliere le nuove sfide che ci attendono ad ogni livello.

Il punto di arrivo è una rinnovata progettualità a quattro anni di distanza dalla Dichiarazione di Chengdu del 2017, in grado di inserire la nostra Associazione in un contesto mondiale completamente diverso rispetto a pochi anni fa, basti pensare alle conseguenze legate alla pandemia scoppiata solo un anno fa ed ancora in corso.

Obiettivo generale – ma anche nazionale, regionale e locale – è rinforzare l’identità associativa di Slow Food come The Food Movement, un’identità e un ruolo ancora lontani da essere riconosciuti stabilmente nella società, agli occhi delle istituzioni politiche, dei consumatori, delle realtà economiche e produttive.

Molto è stato fatto dalla nostra nascita, oltre trenta anni fa, ma molto ancora bisogna fare per incidere nelle scelte collettive, per trasmettere i nostri valori e contenuti, per realizzare i cambiamenti che vorremmo far diventare abitudini diffuse per promuovere il cibo buono, pulito, giusto e per tutti nel Lazio.

LE SFIDE DI SLOW FOOD LAZIO

La prima sfida: rispondere alla “call to action”

Accogliendo lo spirito dell’appello urgente all’azione collettiva, “Call to action”, che sta accompagnando la rete di tutto il mondo verso il prossimo Congresso Internazionale, e le linee di intervento in materia di biodiversità, educazione ed advocacy ricevute da Slow Food Italia, riteniamo di proporre alla rete di Slow Food Lazio un programma di mandato per il periodo 2021-2025 all’insegna della continuità del metodo di lavoro, con buona parte delle persone impegnate nel mandato precedente, e dell’evoluzione con alcune significative novità.

La “call to action” ci stimola tutti a concentrare le nostre energie sul passare da

“Slow Food è, chi Slow Food fa” a “Slow Food fa, chi Slow Food è”.

Per questo motivo partiamo dai tre pilastri operativi di Slow Food anche nel Lazio:

Biodiversità, Educazione, Advocacy.

1) LA BIODIVERSITA’: LA NOSTRA ASSICURAZIONE SUL FUTURO

Slow Food si occupa di biodiversità agroalimentare, ovvero le specie e le varietà vegetali, le razze animali ma anche i prodotti che nascono da queste materie prime (pani, formaggi, dolci, salumi), un approccio unico che ha permesso negli

(2)

anni un rapporto molto stretto con la biodiversità domestica e il solo che considera i prodotti trasformati come parte integrante della biodiversità.

Considerare la biodiversità a rischio attraverso il cibo ha messo insieme aspetti molto diversi, ambientali, sociali, culturali.

La definizione di rischio di estinzione diventa così per Slow Food complessa e sfumata e prende in considerazione la fragilità del sistema nel suo insieme.

“Concentrare l’attenzione sulla biodiversità significa provare a nutrire il Pianeta garantendo a tutti un cibo buono, pulito e giusto, con un concreto impegno verso un modello agricolo capace di contrastare gli eventi catastrofici che ci circondano, dalla crisi climatica alle migrazioni dei popoli, tutti eventi che finiscono per erodere il capitale ambientale, sociale e umano che agisce quotidianamente per la tutela degli ecosistemi. Perdere biodiversità significa perdere ecosistema, lasciar avanzare il dissesto idrogeologico, omologare produzioni e consumi, livellare verso il basso il settore dell’agroalimentare.”

Da qui nasce l’esigenza di rafforzare l’attività di mappatura del territorio: azione fondamentale, obiettivo significativo che deve coinvolgere tutta la rete associativa.

Negli ultimi anni i diversi territori regionali sono cresciuti intorno alle produzioni più importanti nelle aree di riferimento. Possiamo quindi individuare gli argomenti più significativi per cominciare a costruire delle reti di produttori e volontari intorno ai temi che già rappresentano il nostro bene comune adattandoli al nostro territorio con l’obiettivo di creare filiere locali e virtuose del cibo:

Arca del Gusto Presìdi

Alleanza dei cuochi Mercati della Terra

Orti scolastici e comunitari

Le progettualità più strategiche di Slow Food

A queste dobbiamo affiancare un lavoro ancora più capillare sui grani, sui legumi, sulle api e tutti gli impollinatori quali elementi indispensabili nella produzione alimentare.

Ci sono inoltre alcuni argomenti generali che non possono essere sottovalutati e che meritano un’attenzione maggiore per l’importanza che rivestono nella salvaguardia degli ambienti rurali e marini:

le coste con i problemi della pesca e la rivalutazione del presìdio della tellina del litorale romano.

il suolo la più grande fonte di biodiversità del mondo, attraverso l’universo di microorganismi che lo rendono vivo garantendone una fertilità tale da sostenere in modo più equilibrato le produzioni, ottenute senza l’apporto della chimica di sintesi, ma attraverso modelli di agricoltura e zootecnia ispirati alle tecniche dell’agroecologia.

(3)

il paesaggio rurale come argine e risposta al dissesto idrogeologico legato all’abbandono dei terreni e a pratiche agricole che ne hanno impoverito le capacità di rigenerarsi.

Su questo argomento sarà importante, oltre che interessante, confrontarsi sulla proposta di alcuni produttori biodinamici che fanno appello all’Unesco per far dichiarare l’HUMUS patrimonio dell’umanità.

La biodiversità della microflora, fondamentale nelle fermentazioni, che rischia di essere spazzata via da trattamenti termici (come ad esempio la pastorizzazione e la termizzazione del latte) e dall’uso di lieviti e fermenti industriali.

Il valore positivo della biodiversità microbica fino a pochi anni fa era completamente ignorato o trascurato ma oggi sappiamo comprenderne il ruolo cruciale per la conservazione delle risorse naturali e per la nostra salute.

Le campagne per promuovere sistemi e prodotti naturali deve vederci particolarmente impegnati nel supportare il lavoro dei casari per la trasformazione a latte crudo e senza l’aggiunta di fermenti selezionati industriali, a partire dai nostri presìdi del Caciofiore e della Marzolina, degli allevatori e trasformatori di carni, i salumi senza nitrati e nitriti rivedendo il lavoro dei produttori della Susianella, dei panificatori per un pane a lievitazione naturale, dei vignaioli per i vini senza lieviti selezionati.

Puntare sulla specificità dei territori per valorizzare le economie locali anche attraverso il ruolo di Slow Food Travel e soprattutto l’educazione alimentare che sempre più deve diventare strumento di conoscenza e di sensibilizzazione, per promuovere stili di vita equilibrati e responsabili.

La Biodiversità rappresenta il “filo rosso” della nostra associazione: per essere incisivi e sempre più credibili dobbiamo agire sui nostri territori con più azioni possibili, coinvolgendo compagni di strada a tutti i livelli, nella piena consapevolezza che il nostro documento congressuale ci richiama ad un “Appello urgente all’azione collettiva”.

2) EDUCAZIONE E FORMAZIONE: EDUCARE IL MONDO CHE CI CIRCONDA.

IL MONDO CHE CI CIRCONDA CI EDUCA

L’educazione e la formazione sono tematiche strategiche per la nostra associazione e nel prossimo mandato sulle quali intendiamo investire ulteriori energie, partendo dalle esperienze fatte finora.

Cosa abbiamo fatto?

Master of Food nella nuova versione e corsi dei nostri formatori a Eataly;

Formazione dei volontari Eataly

Formazione dei soci per il progetto Slow Food in Azione e alta formazione rivolta ai soci e ai dirigenti di Slow Food Lazio

Durante il lockdown nel 2020 abbiamo avuto circa 400 partecipanti e la piena disponibilità dei relatori ai webinar organizzati tra aprile e maggio 2020.

(4)

Attività outdoor per bambini presso l’Orto Botanico di Roma; attività educative/formative durante gli eventi regionali (festival della birra, parchi del Lazio, ecc) e territoriali a cura delle Condotte.

Cosa vogliamo fare?

1) programmazione trimestrale di appuntamenti di alta formazione rivolto ai dirigenti e ai soci delle condotte e delle comunità sulle campagne informative della nostra associazione;

2) costituire un database regionale suddiviso per categorie con riferimenti, abilità e attività svolte per Slow Food: “animatori ed educatori”, coloro che hanno abilità nella conduzione di eventi enogastronomici, attività didattiche per bambini e adulti, iniziative escursionistiche esperienziali; “divulgatori”, coloro che hanno competenze specifiche riconosciute su temi enogastronomici e/o temi di Chengdu (inclusi contadini, produttori, gastronomi, ecc.), sanno gestire un laboratorio del gusto e/o tenere una relazione in pubblico; “formatori Slow Food”, coloro che sono abilitati dall’Ufficio Educazione di Slow Food a tenere i corsi e Master su specifiche materie; “progettisti”, coloro che hanno abilità nell’individuazione di bandi, ideazione, redazione e gestione di progetti; “aspiranti”, coloro che fanno assistenza nei corsi e nelle attività sia a livello locale sia a Eataly, con lo scopo di accrescere le loro conoscenze su determinate materie e/o aspirano a diventare degli «animatori ed educatori», «divulgatori», «formatori Slow Food»;

Obiettivo: Dare continuità e sviluppo alle attività di formazione, educazione e animazione attraverso la partecipazione a corsi, iniziative ed eventi sui territori.

3) costituzione di un comitato scientifico o dei sapienti (artigiani, produttori, contadini) anche su indicazione delle Condotte come supporto per formazione o eventi o campagne;

4) collaborazione con altre associazioni come «The farmer» per attività outdoor per bambini;

5) progetto «cuochi dell’Alleanza e Istituti Alberghieri, educazione alla salute nelle mese, Orti scolastici;

6) indicazione e distribuzione di materiale divulgativo sui temi della biodiversità, l’Arca del gusto, i mestieri;

7) realizzazione di un manuale delle buone pratiche e delle esperienze come supporto didattico per insegnanti e divulgatori.

Come?

Attraverso incontri on line, realizzazione di filmati, manifestazioni, mercati e/o luoghi autorizzati.

Unendo le nostre risorse e chiedendo ai nostri soci, simpatizzanti di darci una mano.

Coinvolgendo altre associazioni e le comunità.

Sedendo, per ora virtualmente, ai tavoli dove si parla e si attua la «food policy»

per creare, attivare e essere portavoce come comunità educante Slow Food Lazio.

(5)

3) ADVOCACY: ESSERE RICONOSCIBILI, ESSERE RICONOSCIUTI

Nel Lazio abbiamo un gap di riconoscibilità che dobbiamo assolutamente recuperare. Per fare ciò dovremo non solo elevare il livello di comunicazione e sviluppare maggiori progettualità ma soprattutto intessere in maniera sistematica pubbliche relazioni a livello regionale con istituzioni, associazioni datoriali e sindacali, organismi del Terzo Settore attraverso accordi, collaborazioni, la partecipazione a gruppi di lavoro e manifestazioni

Sarà necessario incrociare le rubriche, prendere appuntamenti, condividere le informazioni e i contatti affinché insieme si possa far sentire la nostra voce nel dibattito regionale, nelle campagne regionali, nei tavoli di discussione; riusciremo così ad accedere anche a risorse economiche regionali, che sono ingenti, per progettualità che consentono di raggiungere i nostri obiettivi statutari.

Non partiamo da zero perché Slow Food è ben conosciuta nel Lazio in diversi ambiti ed ha anche un’ottima reputazione, soprattutto dal punto di vista gastronomico, ma se vogliamo davvero essere un Food Movement dovremo intervenire sistematicamente su alcune questioni come su caporalato, consumo di suolo, Ogm, Pac, discariche, Food Policy, mense, deposito rifiuti radioattivi, ecc.

La nostra credibilità sarà strettamente legata al livello di approfondimento che saremo in grado di garantire attraverso la disponibilità di esponenti della rete e l’attivazione di appositi gruppi di lavoro (vedi il Deposito rifiuti radioattivi).

Parallelamente alle pubbliche relazioni l’azione di advocacy va veicolata da un adeguato supporto della comunicazione.

La seconda sfida: la riforma del Terzo Settore

L’altra grande sfida che Slow Food Lazio dovrà affrontare è la trasformazione giuridica in Ente del Terzo Settore-Aps, secondo quanto previsto dalla riforma del Terzo Settore. Si tratta di un cambio di passo sostanziale per le attività in ambito regionale e perché sarà necessario accompagnare anche la trasformazione prevista per le Condotte e Comunità. Al momento esiste solo un atto di indirizzo previsto dal Consiglio nazionale che prevede la scelta del modello associativo denominato “Rete di Reti”. Manca ancora, tuttavia, a quello schema la relazione di accompagnamento e tanti dettagli e dubbi sono ancora da chiarire dalla Commissione Consigliare Organizzazione deputata anche alla stesura degli Statuti. I cambiamenti che si realizzeranno dovranno essere colti come opportunità e non come limiti insuperabili e paralizzanti.

La terza sfida: il coinvolgimento dei giovani

Riteniamo che in una fase storica caratterizzata da incertezze sul futuro la nostra Associazione debba con maggior decisione rivolgersi ai naturali e più immediati destinatari di tanti nostri progetti, le generazioni future, i giovani, che sono più

(6)

confusi dai condizionamenti dovuti all’emergenza sanitaria, i giovani che lo scorso anno scendevano in piazza nei Fridays for Future, i giovani che si affacciano alle grandi sfide ed impegni della vita come il lavoro, le famiglia, la vita adulta con fatica, incertezza, modalità di istruzione scolastica o professionali in continuo movimento, ma anche con energia, competenza e determinazione.

Ai giovani, non suolo arido ed ostile ma terreno fertile nel quale seminare i nostri contenuti ed investire per il loro ed il nostro futuro, è dedicato l’impegno della nostra associazione nei prossimi anni.

Comunicazione è mettere in comune

La Comunicazione è un aspetto essenziale della nostra associazione.

La Comunicazione esprime un concetto spesso utilizzato senza conoscerne il significato letterale, ovvero “mettere in comune”.

“Mettere in comune” significa condividere non solo beni materiali ma “messaggi”

che esprimono intenzioni, obiettivi, valori, pensieri, eventi e domande.

L’obiettivo che vorremmo raggiungere è far diventare la nostra associazione, le condotte e tutte le comunità, interlocutori di riferimento per il nostro territorio e i governi locali su temi specifici come biodiversità, educazione, agricoltura e cibo cosi da risultare attori protagonisti sui temi alimentari che concorrono al raggiungimento di una migliore qualità della vita nelle nostre città.

Possiamo identificare tre parole chiave che ci guideranno nell’obiettivo dei prossimi anni:

la condivisione ovvero la capacità nel rendere tutti partecipi di orizzonti futuri, la necessità di dare valore ad ogni progetto e azione e riuscire a fare sistema in maniera più coesa.

La capacità di mettere in essere queste tre parole ci renderà sicuri interlocutori nei confronti di istituzioni locali ed enti. Insieme ai giovani e i media che saremo in grado di coinvolgere, avremo la possibilità e la capacità di incrementare il numero degli iscritti rendendoli attenti, partecipi e cassa di risonanza, cosi d’acquisire conoscenze e competenze umane in grado di arricchire l’associazione.

Insieme siamo più forti, insieme possiamo difendere il nostro futuro.

La trasparenza e il bilancio sociale annuale e di fine mandato

Nel rispetto di tutti gli stakeholder sarà dato massimo risalto alla trasparenza delle azioni che saranno svolte elevando il livello delle comunicazioni e informazioni in modo che ogni atto sia verificabile, dissuadendo in questo modo ogni critica sterile. Al tempo stesso in occasione della presentazione del rendiconto economico annuale pubblicheremo un bilancio sociale in cui saranno riportate le azioni realizzate.

(7)

Il tesseramento: non c’è Associazione senza soci!

L'iscrizione a Slow Food, oltre a costituire sotto il profilo economico, una risorsa vitale per l'intera struttura associativa, misura l'estensione della nostra rete di contatti, l'intensità della nostra “voce”, l'autorevolezza dei nostri interventi.

Una rete “piccola” sotto il profilo dimensionale, corrisponde, infatti, inevitabilmente ad una piccola realtà e ad una modesta rappresentanza.

Pur tenendo conto delle enormi difficoltà che la pandemia ha creato e continua a creare con riferimento ad uno dei pilastri dell’associazione, ovvero la convivialità, appare necessario, quindi, dare nuovo impulso alla campagna di tesseramento nella nostra regione, con la speranza che a breve si possa tornare alla normalità.

Uno degli interventi che ci proponiamo di effettuare, in questo specifico ambito, è la rilevazione, tra tutte le Condotte, sia delle difficoltà registrate nell’attivare/rinnovare le tessere sia delle azioni e delle iniziative che hanno, invece, “funzionato”, portando ad un incremento delle compagini associative.

Un “database” delle best-practices potrebbe, così, essere realizzato e messo a disposizione di tutte le Condotte, quale utile strumento per riproporre sui diversi territori iniziative già sperimentate con successo altrove.

Resta, in ogni caso, fondamentale, in materia di tesseramento, e sarà uno degli obiettivi da noi perseguiti, la vicinanza del Comitato Esecutivo Regionale alle singole Condotte, una vicinanza “concreta” che si traduca in un fattivo supporto alle esigenze e alle problematiche delle differenti realtà territoriali.

La Governance

La squadra che si candida a realizzare il programma descritto in precedenza, parte da una base consolidata costituita da alcuni di coloro che hanno finora coordinato l’attività di Slow Food Lazio, cui si aggiungono 3 nuovi membri:

Luigi Pagliaro, Andrea Cortese, Sara Guercio, Francesca Litta, Ines Innocentini, Antonio Riefoli.

Al momento non siamo in grado di indicare il “settimo elemento” che vorremmo fosse un giovane per i giovani e ci riserviamo di verificare nei prossimi giorni la disponibilità nella regione di chi possa ricoprire tale ruolo.

Quanto appena riportato è solo l’incipit di un programma che vorremmo integrare ascoltando i contributi di tutti che emergeranno nei Congressi di Condotta in programma nel mese di marzo.

Le persone che sottoscrivono e si impegnano ad applicare il programma di mandato non costituiscono un gruppo chiuso: a queste persone potranno aggiungersi, temporaneamente o stabilmente e in base a progetti definiti altri volontari che via via daranno la propria disponibilità e accetteranno questo documento come proprio.

Infatti per l’attuazione del programma è nostro intendimento affidarci al principio associativo di mutualità e alla funzione delle “deleghe regionali”, come già sperimentato con successo in numerosi casi con l’eventuale costituzione di gruppi

(8)

di lavoro in riferimento ai progetti già esistenti o che saranno in essere nel corso del mandato.

Inoltre dovrà essere riscoperto il ruolo politico della Conferenza delle Condotte, che chiameremo Conferenza della rete regionale di Slow Food Lazio, come momento di ascolto e confronto, per procedere più uniti e più forti.

Dovranno infine essere promossi collaborazione e scambi con le altre Associazioni regionali di Slow Food in un’ottica di rete per realizzare iniziative e progettualità interregionali.

Nell’ottica di dare completezza alla squadra, si propone il seguente candidato Consigliere Nazionale: Luigi Pagliaro. Quanto prima sarà comunicata anche la relativa riserva.

Luigi Pagliaro, Andrea Cortese, Sara Guercio, Francesca Litta, Ines Innocentini, Antonio Riefoli

Riferimenti

Documenti correlati

Il passo successivo è stato l'organizzazione di sessioni formative destinate agli allevatori e ai rappresentanti delle associazioni di categoria a livello nazionale nei 3 Paesi, e

Uno strumento eccezionale, sempre a portata di mano, che contiene: il link diretto ai progetti Slow Food in Italia e alle news pubblicate dai canali web dell’associazione,

2/10/2019 Gli strumenti per la valorizzazione dei formaggi di montagna - Cheese 2019.

Anglicismi e italianismi come emblema di un nuovo paradigma alimentare Posto che ogni nuova tendenza si accompagna alla creazione e diffusione di blocchi

Il sostenitore può usare il marchio Presidio Slow Food preceduto dalla dicitura “sostiene il” solamente se la sua filosofia produttiva è coerente con le linee guida di Slow Food e

La determinazione della quota parte di spesa di personale imputabile al progetto scaturisce dalla contabilizzazione delle giornate lavorate da ciascuna risorsa nel

Alcuni prodotti, per esempio il Piacentinu Ennese e la Vastedda della Valle del Belice – due formaggi a latte crudo con peculiari caratteristiche: il primo si contraddistingue per

The concentration of metals, which emissions from pyrolysis of waste are limited according to Industrial Emission Directive [23], in analysed liquid and solid samples are