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n Mo. Consiglio nazionale (Gruppo V). Apertura di un'ambasciata di Svizzera in Eritrea. La rete esterna al servizio degli interessi del Paese

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101-05/17.3098n/APK--CPE

C o n s i g l i o d e g l i S t a t i C u s s e g l d a l s s t a d i s

17.3098 n Mo. Consiglio nazionale (Gruppo V). Apertura di un'ambasciata di Svizzera in Eritrea. La rete esterna al servizio degli interessi del Paese

Rapporto della Commissione della politica estera del 14 novembre 2017

Riunitasi il 14 novembre 2017, la Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (CPE-S) ha esaminato la mozione menzionata nel titolo, depositata il 13 marzo 2017 dal Gruppo dell’Unione democratica di centro e accolta il 14 giugno 2017 dal Consiglio nazionale.

La mozione incarica il Consiglio federale di aprire immediatamente un’ambasciata in Eritrea.

Proposta della Commissione

La Commissione propone, con 9 voti contro 4, di accogliere la mozione secondo la proposta di modifica (cfr. n. 4 del rapporto).

Una minoranza della Commissione (Minder, Bischof, Germann, Müller Philipp) propone di accogliere la mozione del Consiglio nazionale.

Relatore: Levrat (franc.)

In nome della Commissione:

Il presidente

Christian Levrat

Contenuto del rapporto:

1 Testo e motivazione

2 Parere del Consiglio federale del 24 maggio 2017 3 Deliberazione e decisione della Camera prioritaria 4 Proposta di modifica della Commissione

La Commissione propone di modificare la mozione come segue:

«Chiediamo al Consiglio federale di rafforzare la presenza diplomatica in Eritrea.»

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5 Considerazioni della Commissione

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1 Testo e motivazione 1.1 Testo

Chiediamo al Consiglio federale di aprire immediatamente un'ambasciata in Eritrea.

1.2 Motivazione

Le nostre conoscenze sulla situazione in Eritrea si basano principalmente su affermazioni di

testimoni che hanno tutto l'interesse a giustificare il proprio statuto di rifugiati o la propria richiesta di asilo. È ovvio che vogliano dunque rappresentare l'Eritrea come uno Stato totalitario in cui i diritti umani vengono violati ampiamente e sistematicamente. Anche il fatto che migliaia di Eritrei possano lasciare indisturbati il loro Paese, ottenere asilo da noi e poi tornare altrettanto indisturbati in ferie in Eritrea fa supporre che la situazione umanitaria nel Paese non sia così drammatica come fanno credere questi racconti. Questo fatto è stato anche messo in discussione, nel frattempo, da varie ambasciate europee in loco. È perciò nell'interesse della Svizzera aprire rapidamente un'ambasciata in Eritrea per poter giudicare di prima mano la situazione. In questo modo si getterebbero le basi per avviare le relazioni necessarie a negoziare un accordo sulla riammissione di cui c'è urgente bisogno.

Contemporaneamente, è incomprensibile che gli interessi della Svizzera in Eritrea continuino a essere curati dall'ambasciata che si trova in Sudan, Paese confinante meno significativo per la Svizzera. È sufficiente per gli interessi della Svizzera che il DFAE mantenga eventualmente a Khartum un ufficio che si occupi dell'aiuto umanitario; le risorse messe così a disposizione

potrebbero essere concentrate su una piccola ambasciata ad Asmara. Considerando la massiccia immigrazione economica illegale dall'Eritrea e le conseguenze drammatiche per le finanze dei nostri Cantoni e Comuni, la Confederazione ha il dovere di adeguare la rete esterna, anche in questo specifico caso, agli interessi del nostro Paese.

2 Parere del Consiglio federale del 24 maggio 2017

Dall'indipendenza dell'Eritrea (1993) la Svizzera si impegna nel Paese con il proprio personale e risorse finanziarie. Nel 2006, a causa dei rapporti molto difficili con le autorità eritree che hanno reso impossibile portare avanti in maniera sostenibile i progetti, la DSC ha interrotto le sue attività e ha chiuso l'ufficio di cooperazione.

Dal punto di vista diplomatico le relazioni con l'Eritrea sono curate dall'ambasciata di Svizzera a Khartum attraverso un accreditamento collaterale. Anche la maggior parte degli Stati europei mantiene relazioni con l'Eritrea a partire dagli Stati confinanti (in particolare il Sudan) senza avere un'ambasciata ad Asmara.

Il Consiglio federale condivide l'opinione espressa nella mozione che sia importante stabilire e curare relazioni con le autorità eritree. In tal senso la Svizzera, insieme ad altri Stati, ha avviato un dialogo con il governo eritreo (ved. il parere del Consiglio federale del 25 maggio 2016 riguardo alla mozione Béglé 16.3155, "Intensificare le relazioni con l'Eritrea. Ridurre i flussi dei migranti eritrei").

Il Consiglio federale condivide inoltre la convinzione degli autori della mozione in merito al significato della rete esterna. Come ha affermato nella strategia di politica estera 2016-2019, la rete esterna della Svizzera è uno strumento fondamentale per l'attuazione della politica estera. La presenza all'estero è un valore aggiunto, importante per la tutela degli interessi del nostro Paese. Ma anche nel caso della rete esterna è necessario tenere conto di restrizioni di ordine politico e finanziario.

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Il Consiglio federale è pronto a procedere gradualmente nella direzione delineata dagli autori della mozione, rafforzando la presenza della Svizzera in Eritrea. Come primo passo, un addetto svizzero soggiornerà periodicamente ad Asmara per incentivare e curare maggiormente i contatti bilaterali. Il DFAE ha già avuto dei colloqui con alcuni Paesi europei per consentire la regolare presenza della Svizzera appoggiandosi alle loro rappresentanze in loco. Si può inoltre riflettere sulla creazione di una rappresentanza svizzera permanente in Eritrea. La condizione è un buon rapporto costi-benefici e un valore aggiunto a livello politico. Ma è importante anche che il governo eritreo sia pronto ad avviare con la Svizzera un dialogo che affronti in particolare la situazione dei diritti umani, le questioni legate alla migrazione e lo sviluppo economico.

Una riduzione delle dimensioni dell'ambasciata di Svizzera a Khartum come quella proposta nella motivazione degli autori della mozione non avrebbe effetti positivi dal punto della politica migratoria.

Il Sudan infatti costituisce il crocevia delle rotte migratorie dall'Africa verso l'Europa e partecipa al processo di Khartum, che coordina gli sforzi fatti dagli Stati interessati (Paesi di origine, di transito e di destinazione) per contenere la migrazione irregolare. Centinaia di migliaia di profughi provenienti dai Paesi limitrofi - anche dall'Eritrea - hanno trovato rifugio in Sudan e si sono stabiliti lì.

Il Consiglio federale condivide la richiesta degli autori della mozione di rafforzare il dialogo con l'Eritrea e la presenza svizzera ad Asmara. In base a considerazioni di politica estera, di politica nell'ambito della migrazione e di politica finanziaria ritiene però che per attuare al meglio quanto richiesto sia necessario procedere per gradi.

Il Consiglio federale propone di respingere la mozione.

3 Deliberazione e decisione della Camera prioritaria

Il 14 giugno 2017 il Consiglio nazionale ha accolto la mozione con 140 voti contro 13 e 25 astensioni.

4 Proposta di modifica della Commissione

La Commissione propone di modificare la mozione come segue:

«Chiediamo al Consiglio federale di rafforzare la presenza diplomatica in Eritrea.»

5 Considerazioni della Commissione

La Svizzera è un Paese d’emigrazione per numerosi Eritrei, motivo per cui la Commissione ritiene del tutto pertinente intensificare il dialogo con le autorità eritree e rafforzare la presenza della Svizzera in Eritrea.

La maggioranza della Commissione considera tuttavia eccessiva la richiesta contenuta nella mozione del Consiglio nazionale poiché spetta al Governo definire le esigenze in materia di reti di rappresentanza nel mondo. La proposta di modifica della mozione corrisponde invece all’intento del Consiglio nazionale di sviluppare le relazioni fra la Svizzera e l’Eritrea, lasciando però al Consiglio federale la libertà di applicare la sua strategia per quanto riguarda le rappresentanze all’estero e di definire i tempi. Inoltre la formulazione proposta non preclude assolutamente la possibilità di aprire in futuro un’ambasciata in Eritrea, anche se la maggioranza evidenzia che gran parte dei Paesi europei non ha un’ambasciata in Eritrea e che alcuni di essi hanno chiuso la loro di recente. La maggioranza della CPE-S considera inoltre che un’ambasciata di Svizzera debba rappresentare gli interessi del Paese in senso lato e non fungere da organo di collegamento esclusivamente al servizio della

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ridurrebbe i flussi migratori dall’Eritrea verso la Svizzera e i costi che ne derivano. La maggioranza aggiunge da ultimo che l’apertura e la gestione di un’ambasciata comportano costi elevati, che in questo caso sarebbero sproporzionati rispetto ai vantaggi per la Svizzera.

Secondo la minoranza della CPE-S la mozione è invece più concreta rispetto alla proposta di modifica, che è troppo vaga e non rispecchia l’obiettivo del testo originale. L’istituzione di

un’ambasciata in Eritrea aiuterebbe il regime di Asmara a uscire dall’isolamento e ci consentirebbe perlomeno di meglio comprendere il Paese, oltre che di beneficiare di stretti contatti quando il regime si aprirà, con conseguenze positive sia per gli Eritrei di Svizzera sia per le nostre imprese. La

minoranza osserva inoltre che l’Eritrea è uno dei principali Paesi di provenienza dei richiedenti l’asilo in Svizzera e che si assiste a un aumento delle nascite fra i cittadini eritrei. I considerevoli costi che ne derivano devono essere esaminati tenendo conto dei vantaggi di una rappresentanza diplomatica che difenderebbe gli interessi della Svizzera. La minoranza rammenta da ultimo che il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di vincolare l’aiuto allo sviluppo alla politica migratoria; vista l’importanza dell’immigrazione eritrea verso la Svizzera l’insediamento di un ambasciata è quindi giustificato.

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