G
iovedì, 18 maggio 2006, congedandosi dagli ambasciatori di Ciad, India, Capo Verde, Moldova e Australia, Benedetto XVI ha esposto alcu- ne soluzioni per la pace in un’epoca di globalizzazio- ne, tra le quali ha sottolineato la libertà religiosa.“La pace si radica nel rispetto della libertà religiosa, che è un aspetto fondamentale e primordiale della libertà di coscienza delle persone e della libertà dei popoli”, ha spiegato il Pontefice nel discorso pronun- ciato in francese.
“E’ importante – ha aggiunto – che in tutto il mondo ogni persona possa aderire alle religione che vuole e praticarla senza paura, perché nessuno può basare la propria esistenza solo sulla ricerca di un benessere
materiale”. Continua a pag. 5
“La pace si radica nel rispetto della libertà religiosa”
Appello ai lettori
Ricordiamo ai nostri affezionati lettori che abbiamo sempre bi- sogno delle contribu- zioni volontarie.
Chiunque vuole può lasciare una modesta offerta al momento del ritiro della pro- pria copia. Per offerte consistenti ci si può rivolgere al Parroco o al Direttore.
Teniamo a precisare che si tratta di contri- buzioni volontarie, che nessuno deve sentirsi minimamen- te obbligato, “Il Dialo- go” resta gratuito per tutti
.Da ricordare:
• 4-11 Celebrazione setti- mana Mariana
• Domenica 11 offertorio per i bisognosi
• Domenica 18 Processio- ne Corpus Domini
S O M M A R I O S O M M A R I O S O M M A R I O S O M M A R I O
Un po’ di magistero p. 2
Consigli per la salue p.3
A proposito del “Codice da Vinci”
p. 4
Apostolato della preghiera
p. 6
Calendario p.8
“Non abbiate paura: è Risorto” ...
p.7
A
rrivato il giorno tanto atteso, si parte: i pellegrini di Santa Maria del Cedro come ogni anno hanno il cuore colmo di desideri, speranze, preoccupa- zioni e angosce da riservare sulla Tomba del Santo.Sono molto entusiasti fino al punto di visitare da dove è nato San Pio a dove ora riposa insieme ai suoi Angeli, sperando di rivivere la sua presenza.
Lungo il percorso abbiamo animato il viaggio con canti e preghiere. Nella Mat- tinata del 17 Maggio ci siamo diretti nel paese Natale di S.Pio dove abbiamo visi- tato i luoghi che hanno segnato le tappe della vita del Santo. Dopo aver visitato le modeste abitazioni di casa Forgione, con il cuore gonfio di gioia ci siamo diretti a Piana Romana, la campagna di S.Pio do- ve per la prima volta gli sono apparse le stimmate,e dove lui trascorreva il suo tempo nel silenzio e nel raccoglimento, dove elevava il pensiero a Dio. Nella pic- cola chiesetta, in essa è custodito, ormai
stimone della prima stimmatizza- zione di San Pio. Alle ore 12,00 nella chiesa di Piana Romana il nostro parroco Don Gaetano, ha celebrato la Santa Messa, e dopo aver terminata la celebrazione ci siamo di- retti nella casa del pellegrino per consumare il pranzo a sacco. Nella stessa giornata sia- mo arrivati sulle aride alture che dominano la costa sudorientale del promontorio del Gargano, precisamente nella città medioe- vale di MONTE S. ANGELO. La basilica è costituita da costruzioni di varie epoche sor- te intorno alla grotta, scelta e consacrata per volontà Divina dello stesso Arcangelo. Qui S. Michele richiama tutti a riconoscere il primato di Dio nel Sacramento della ricon- ciliazione. Dopo aver visitato questo bellis- simo Santuario ci siamo rimessi in cammi- no per arrivare a SAN GIOVANNI ROTON- DO, meta tanto attesa dai Pellegrini. Giunti nel luogo ci siamo sistemati in albergo e cenato. Ancora non stanchi del viaggio ci siamo diretti nel Santuario di Santa Maria delle Grazie, dove abbiamo recitato il Santo Rosario con i confratelli di San Pio e a Lui il saluto sulla Tomba dove abbiamo avuto la possibilità di soffermarci. Il Santo Rosario è uno dei momenti più forti nel pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, esso raccoglie due
Una Meta tanto Attesa:
In Cammino verso San Pio
(Saverio, Chiara e Paolo Arieta)
A N N O V I I 4 G I U G N O 2 0 0 6
NUMERO 6
MENSILE DI INFORMAZIONE - PARROCCHIA “NOSTRA SIGNORA DEL CEDRO” - S. MARIA DEL CEDRO (CS) E-Mail: [email protected] - [email protected] - http://www.nostrasignoradelcedro.it
Gli
apostoli e i loro successori, missio- nari del vangelo Dio, con somma benignità, dispo- se che quanto egli aveva rivelato per la salvezza di tutte le genti, rimanesse per sempre integro e venisse trasmesso a tutte le gene- razioni. Perciò Cristo Signore, nel quale trova compimento tutta quanta la rivelazione di Dio altissi- mo (cfr. 2Cor 1, 30; 3, 16-4,6), ordinò agli Apostoliche l’Evangelo, prima promes- so per mezzo dei profeti e da lui adempiuto e pro- mulgato di perso- na, venisse da loro predicato a tutti co- me la fonte di ogni
verità salutare e di ogni re- gola morale, comunicando così ad essi i doni divini. Ciò venne fedel- mente eseguito, tanto dagli Apo- stoli, i quali nella predicazione orale, con gli esempi e le istituzio- ni trasmisero sia ciò che avevano ricevuto dalla bocca del Cristo vi- vendo con lui e guardandolo agire, sia ciò che avevano imparato dai suggerimenti dello Spirito Santo, quanto da quegli Apostoli e da uomini della loro cerchia, i quali, per ispirazione dello Spirito Santo, misero per scritto il messaggio della salvezza. Gli Apostoli poi, affinché l’Evangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, lasciarono come loro successori i vescovi, ad essi “affidando il loro proprio posto di maestri”. Questa sacra tradizione e la Scrittura sa- cra dell’uno e dell’altro Testamen- to sono dunque come uno spec- chio nel quale la Chiesa pellegrina in terra contempla Dio, dal quale tutto riceve, finché giunga a veder- lo faccia a faccia, com’egli è (cfr.
1Gv 3, 2).
8. La sacra tradizione
Pertanto la predicazione apostoli- ca, che è espressa in modo specia- le nei libri ispirati, doveva essere conservata con una successione
(cfr. Col 3, 16).
9. Relazioni tra la Scrittura e la tradizio- ne
La sacra tradizione dunque e la sacra Scrittura sono strettamente congiunte e comunicanti tra loro. Poiché ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in certo qual modo un tutto e tendono allo stesso fine. Infatti la sacra Scrittura è la parola di Dio in quanto con- segnata per iscritto per ispirazione dello Spirito divino; quanto alla sacra tradizio- ne, essa trasmette integralmente la parola di Dio – affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli Apostoli – ai loro suc- cessori, affinché, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedel- mente la conservino, la espongano e la diffondano; ne risulta così che la Chiesa attinge la certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Scrittura e che di conse- guenza l’una e l’altra devono essere accet- tate e venerate con pari sentimento di pietà e riverenza.
10. Relazioni della tradizione e della Scrittura con tutta la Chiesa e con il ma- gistero
La sacra tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa;
nell’adesione ad esso tutto il popolo san- to, unito ai suoi Pastori, persevera assi- duamente nell’insegnamento degli Apo- stoli e nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle orazioni (cfr. At 2, 42 gr.), in modo che, nel ritenere, pra- ticare e professare la fede trasmessa, si stabilisca tra pastori e fedeli una singola- re unità di spirito. L’ufficio poi di inter- pretare autenticamente la parola di Dio, scritta o trasmessa, è affidato al solo ma- gistero vivo della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo. Il qua- le magistero però non è superiore alla parola di Dio ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l’assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedel- mente espone quella parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio. E’ chiaro dunque che la sacra tradi- zione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposi- zione di Dio, sono tra loro talmente con- nessi e congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insie- me ciascuna a modo proprio, sotto l’azione di un solo Spirito Santo, contri- buiscono efficacemente alla salvezza delle anime.
Tratto da “DEI VERBUM”, costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione del Concilio Vaticano II
i n i n t e r r o t t a fino alla fine dei tempi. Gli apostoli per- ciò, trasmet- tendo ciò che essi stessi a- vevano rice- vuto, ammo- niscono i fedeli ad attenersi alle tra- dizioni che avevano appreso sia a voce che per iscritto (cfr. 2Ts 2, 15), e di combattere per quella fede che era stata ad essi trasmessa una volta per sempre (cfr. Gd 3). Ciò che fu tra- smesso dagli Apostoli, poi, compren- de tutto quanto contribuisce alla con- dotta santa del popolo di Dio e
a l l ’ i n c r e m e n t o della fede; così la Chiesa nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, per-
petua e tra- smette a tut- te le genera- zioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede. Questa tradizione di origi- ne apostolica progredisce nella Chie- sa con l’assistenza dello Spirito San- to: cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse sia con la contemplazione e lo studio dei credenti che le medita- no in cuor loro (cfr. Lc 2, 19 e 51), sia con la intelligenza data da una più profonda esperienza delle cose spiri- tuali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità. Così la Chiesa nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengano a compimento le parole di Dio. Le asserzioni dei santi Padri attestano la vivificante presenza di questa tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega. E’
questa tradizione che fa conoscere alla Chiesa l’intero canone dei libri sacri e nella chiesa fa più profonda- mente comprendere e rende ininter- rottamente operanti le stesse Sacre Scritture. Così Dio, il quale ha parlato in passato, non cessa di parlare con la Sposa del suo Figlio diletto, e lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce dell’Evangelo risuona nella Chiesa e per mezzo di questa nel mondo, introduce i credenti alla veri- tà intera e in essi fa risiedere la paro- la di Cristo in tutta la sua ricchezza.
Con tinu a la nost ra ru bric a, cura ta d a Fa tima Re zzut i,
con la p ropo sta di a lcun i bran i tra tti d ai d ocum enti
uffic iali d ella Chie sa
Un pò di Magistero
LA TRASMISSIONE DELLA
DIVINA RIVELAZIONE
L’ allergia alimentare è una particolare forma di allergia dovuta all’ingestione di cibi capaci di scatenare una risposta a- nomala dell’organismo.
In molti alimenti sono presenti al- lergeni, sostanze proteiche in grado di dare ori-
gine, in alcuni indi- vidui, a reazioni da parte del sistema im- munitario. Così come avviene per i pollini e
la polvere in caso di al- lergia respiratoria, l’ingestione di alcuni alimenti può determinare vere e proprie reazioni allergiche. A volte i disturbi sono limitati all’apparato digerente e si manifestano come mal di pancia, nausea e diarrea, ma spesso coinvolgono l’intero organi- smo. In questo caso si verifica so- prattutto un interessamento della cute, con arrossamento e prurito, e nelle forme più gravi si può verifica- re difficoltà respiratoria.
Tra gli alimenti più comunemente coinvolti vanno menzionati i crosta- cei, le fragole, la farina di grano, la buccia di alcuni frutti come le pe- sche, soprattutto quando queste vengono trattate con agenti chimici.
Nella maggior parte dei casi l’allergia alimentare dà sintomi che non mettono ansia e passano inos- servati; le manifestazioni cliniche generalizzate compaiono soprattutto nei bambini il cui sistema immuni- tario non è completamente formato.
Un semplice prelievo di sangue e l’esecuzione dei test specifici per i- dentificare gli allergeni possono for- nire indicazioni sul “colpevole”. Sol- tanto l’eliminazione dell’allergene può evitare l’allergia alimentare.
Spesso però l’identificazione dell’alimento responsabile dei sinto- mi è complessa e quindi occorrono diversi tentativi. Il trattamento pre- vede la cosiddetta “dieta di elimina-
z i o n e ” c h e c o n s i s t e nell’aggiungere ad alimenti non allergizzanti, come il riso, altri cibi finchè non si arriva a ricono- scere l’alimento che causa i sin- tomi.
I disturbi leggeri
possono essere adeguatamente trattati con po-
mate o com- presse antista- miniche oltre a pre- sidi specifici per i disturbi intestinali per controllarne gli spasmi.
Anche se spesso viene confusa con l’allergia, l’intolleranza ali-
mentare è molto meno grave edè dovuta all’incapacità da parte dell’apparato digerente di tra- sformare e assorbire alcune so- stanze presenti in certi alimenti.
Se nell’allergia entrano in gioco meccanismi immunologici, in caso di intolleranza sono soprat- tutto difetti enzimatici a causare il quadro. Gli enzimi sono delle proteine che consentono la scis- sione e l’assorbimento dei princi- pi nutritivi presenti negli alimen- ti.
Consideriamo per esempio l’intolleranza al lattosio, lo zuc- chero del latte. L’intolleranza al latte è più comune nei bambini e negli adulti che non sono abitua- ti a nutrirsi con questo alimento.
Quando una persona beve il latte ed è intollerante possono compa- rire forti crampi all’addome e scariche diarroiche. In questo caso la causa del disturbo è da ricercarsi nel deficit della
“lattasi” cioè l’enzima deputato a degradare lo zucchero del latte in composti più semplici che passa- no nel sangue. Se questo enzima è presente in quantità insuffi- ciente, il lattosio contenuto nel latte non viene digerito e si com- porta come una sostanza
“irritante” per l’intestino che rea- gisce con contrazioni muscolari e attacchi di diarrea. La gravità dei sintomi dipende dalla quantità di lattosio tollerata da ciascun indi- viduo, generalmente compaiono dopo 30 minuti o 2 ore dal con- sumo di latte.
Il latte degli animali contiene lattosio e a meno che le persone non presentano un'allergia al so- lo latte vaccino, coloro che sono intolleranti al lattosio dovrebbe- ro evitare di bere tutti i tipi di latte. Infatti anche il latte di soia, che non contiene lattosio, pre- senta tuttavia zuccheri che qual- che volta possono causare sinto- mi simili all'intolleranza al latto- sio.
Comunque non appena compaio- no i malesseri, meglio eliminare il cibo identificato come respon- sabile del disturbo. In questo modo si prevengono nuovi episo- di di intolleranza. A volte, poi, fenomeni di intolleranza possono presentarsi occasionalmente, magari dopo un’infezione intesti- nale che ha parzialmente alterato la capacità secretiva e assorbente e sono quindi reversibili purchè , passato l’evento acuto, l’intestino recuperi le proprie funzioni.
Meglio non sollecitare il tubo di- gerente evitando per un certo periodo l’alimento incriminato.
Diarrea e dolori possono essere efficacemente combattuti con prodotti disponibili in farmacia ad azione antispastica e con fer- menti lattici, che in breve tempo risistemano la situazione micro- biologica dell’intestino.
Un’ altra comune intolleranza è quella al glutine, nota come ce- liachia, una condizione per la quale esiste una reazione verso delle proteine presenti in alcuni cereali. Questa reazione, che cau- sa la distruzione dei villi dell’ in- testino tenue, consiste in un mal assorbimento dei nutrienti.
La malattia colpisce entrambi i sessi e può iniziare ad ogni stadio di età, dall'infanzia (appena ven- gono introdotti i cereali nell'ali- mentazione) all'età adulta (anche
CONSIGLI PER LA SALUTE...
Allergia ed Intolleranza Alimentare
Rub rica cur ata da Gu ara gna Mo ren a, s tud ent essa di m e-
dici na, ch e o ffre alc uni pi c- coli con sigl i pe r la sal ute .
Continua a pag. 4
“Il fatto che la Chiesa sia l’unica istituzio- ne a difendere e- splicitamente le questioni fon- damentali per l’uomo spiega i tentativi di screditarla attraver- so le calunnie”, sostiene il Se- gretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
L’Arcivescovo Angelo Amato ha riflettuto mercoledì 17 maggio ai microfoni della “Radio Vatica- na” su due pubblicazioni recen- ti: “Il Codice Da Vinci” e il
“Vangelo di Giuda”.
“E’ un fatto che oggi si possa impunemente sparlare del Papa, come si sta facendo in Germa- nia, con un cartone animato. Si può anche falsificare a piaci- mento la storia del cristianesi- mo, senza un minimo, non dico di rispetto religioso, ma di ele- mentare etica storica”, ha avver- tito. In questo senso, il conte- nuto delle suddette pubblicazio- ni, “privo di fondamento reale”,
“sembra una vera e propria dif- famazione nei confronti della Chiesa e intesa a screditare la Chiesa”.
Questa intenzione, per il presu- le, si spiega perché la Chiesa è
“oggi la sola a proteggere chia- ramente, esplicitamente, la vita umana dal suo sorgere al suo tramonto, la sola a tutelare la famiglia, la sola a dire una paro- la chiara in temi di etica sessua- le e di bioetica, la sola che ripro- ponga il valore dei Dieci Co- mandamenti”.
Quanto a “Il Codice Da Vinci” – il film tratto dal romanzo sta per essere lanciato a livello mondia- le –, ha denunciato: “tutto il li- bro è una proterva distorsione della verità”.
“Per esempio, negare la divinità di Gesù e affermare che la in- ventò il Concilio di Nicea del 325 d.C. significa proprio falsifi- care la storia”, ha constatato.
Monsignor Amato ha ricordato se l'individuo ha consumato ce-
reali per lungo tempo).
L'inizio della malattia sembra essere causata da due compo- nenti: la predisposizione geneti- ca e alcuni fattori scatenanti co- me possono essere l’eccessiva esposizione al grano, gravidanze o operazioni chirurgiche, un'infe- zione virale o particolari situa- zioni come gravi stress emotivi.
Non vi sono farmaci che consen- tono di curare il morbo celiaco.
Pur non essendoci una cura, c'è la possibilità che la celiachia, a condizione che si segua una spe- cifica dieta alimentare che esclu- da il glutine, consenta di condur- re una vita sana e normale. Que- sto significa che bisogna evitare tutti i prodotti che derivano dal frumento, segale, avena, orzo ed altri cereali meno conosciuti. Il mais è invece uno di quei cereali che si pensa non danneggi i villi intestinali ed è tollerato da molti celiaci. Il riso è il cereale mag- giormente preferito poiché rara- mente causa problemi. Se neces- sario, può essere assunta una quantità maggiore di vitamine, ma il solo modo per evitare che la celiachia danneggi i villi inte- stinali è di seguire una dieta ali- mentare senza glutine.
Non vi sono dei sintomi caratte- ristici della celiachia. Gli indivi- dui a volte possono manifestare i sintomi, a volte no (è il caso delle forme latenti o asintomatiche della malattia).
Nei casi più estremi si possono avere gonfiore addominale, diar- rea e perdita di peso causata da un anormale assorbimento.
Nei bambini i sintomi possono essere: Problemi nello sviluppo;
Pallore; Lamenti e irritabilità;
Incapacità alla concentrazione;
Ventre gonfio con o senza gon- fiori dolorosi; Feci pallide, male- odoranti e spesse; Diarrea spu- mosa.
La reazione all'ingestione di glu- tine può essere immediata o comparire dopo settimane o ad- dirittura mesi.
che “già subito dopo la morte e la risurrezione di Gesù, quindi intorno agli an- ni 40 d.C., la Chiesa così cantava nel famoso inno contenuto nella lettera di San Paolo ai Filippesi”: “Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio” (Fil 2,6, ndr).
Per difendere le verità di fede, la Chiesa “continua la sua opera di difesa della dottrina mediante il Magistero del Papa e dei Vescovi”
e, attraverso la Congregazione va- ticana per la Dottrina della Fede,
“continua a proteggere il popolo cristiano anche mediante la corre- zione di ipotesi teologiche sbaglia- te”, ha sottolineato.
“Le Chiese e le comunità cristiane dovrebbero parlare più forte, cioè gridare la verità dai tetti, come di- ce il Vangelo, per arginare la men- zogna, che purtroppo usa tutte le armi della persuasione mediatica per ottenere questo consenso di massa”, ha poi osservato.
La vostra collaborazio- La vostra collaborazio- La vostra collaborazio- La vostra collaborazio-
ne è sempre gradita ne è sempre gradita ne è sempre gradita ne è sempre gradita
Ribadiamo quanto det- Ribadiamo quanto det- Ribadiamo quanto det- Ribadiamo quanto det- to in precedenza, a- to in precedenza, a- to in precedenza, a- to in precedenza, a- spettiamo i vostri scrit- spettiamo i vostri scrit- spettiamo i vostri scrit- spettiamo i vostri scrit- ti, i vostri suggerimenti ti, i vostri suggerimenti ti, i vostri suggerimenti ti, i vostri suggerimenti e, perché no, le vostre e, perché no, le vostre e, perché no, le vostre e, perché no, le vostre eventuali critiche.
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Per ogni comunicazio- Per ogni comunicazio- Per ogni comunicazio- Per ogni comunicazio- ne potete rivolgervi al ne potete rivolgervi al ne potete rivolgervi al ne potete rivolgervi al parroco, anche in e parroco, anche in e parroco, anche in e parroco, anche in e---- mail: definogaeta- mail: definogaeta- mail: definogaeta- mail: definogaeta- [email protected] Vi pre- [email protected] Vi pre- [email protected] Vi pre- [email protected] Vi pre- ghiamo di far perveni- ghiamo di far perveni- ghiamo di far perveni- ghiamo di far perveni- re i vostri articoli entro re i vostri articoli entro re i vostri articoli entro re i vostri articoli entro il giorno 20 di ogni il giorno 20 di ogni il giorno 20 di ogni il giorno 20 di ogni mese
mese mese mese La Direzione La Direzione La Direzione La Direzione
Segue da pag. 3: Consigli salute…”
A proposito de “Il Codice Da Vinci” e
del “Vangelo di Giuda”
Redazione
Don Gaetano De Fino Maria M. Adduci
Fiorella Lorenzi Franca Mancuso Anna Maria Nocito
Marisa Ruffo Vittorio Vitale SPERANZA
Con sulle spalle un piccolo fardello e di stracci vestito, poiché poverello,
mi allontano dall’ameno mio paesello.
Le scarpe ai piedi mi fan le bolle mentre m’incammino sulle dure zolle d’una terra che a valle va a mo’ di colle.
Lontano me ne vado in cerca di fortuna, in terra straniera, che spero mi sia opportuna
perché un dì con le mani, desio toccar la luna.
Santino Farace
Secondo il Santo Padre, “accettare questa dimensione pastorale e col- lettiva avrà senza dubbio alcuni ef- fetti benefici sulla vita sociale. A- mare l’Onnipotente ed accoglierlo invita chiunque a mettersi al servi- zio dei suoi fratelli e a costruire la pace”.
Un’altra chiave sottolineata dal Pontefice ai diplomatici per la co- struzione o il consolidamento della pace in un mondo globalizzato è la fraternità, che implica la solidarie- tà.
Il Papa ha quindi esortato “i re- sponsabili delle Nazioni e tutti gli uomini di buona volontà ad impe- gnarsi in modo sempre più deciso nella costruzione di un mondo li- bero, fraterno e solidale, in cui l’attenzione alle persone prevalga sui meri aspetti economici”.
“Abbiamo il dovere di riconoscere che siamo responsabili gli uni degli altri, e dell’andamento di tutto mondo – ha osservato –. Nessuno può rispondere, come Caino alla domanda di Dio nel libro della Ge- nesi ‘Sono forse il guardiano di mi- o fratello?’”.
“Nell’era della globalizzazione – ha sottolineato – è importante che la gestione della vita politica non sia guidata in modo preponderante o unico da considerazioni economi- che, dalla ricerca di profitto, da un utilizzo sconsiderato delle risorse del pianeta a scapito delle popola- zioni, soprattutto delle più svan- taggiate, correndo il rischio di ipo- tecare a lungo termine l’avvenire del mondo”.
Segue da pag. 1: La Pace...
A A A
A lcuni giorni prima del primo maggio ho ricevuto un invito inaspettato che mi ha fatto molto pia- cere. I bambini della prima comunione voleva- no farsi una foto ricordo con me proprio il gior- no in cui avrebbero ricevuto Gesù per la prima volta.
Ho accettato con piacere ed anche con una certa emo- zione, perché era la prima volta che ricevevo un simile invito. Ci sono andato è stato meraviglioso vedere que- gli angeli vestiti di bianco. Ho provato una certa tristez- za solo pensando che io non ho potuto fare la prima comunione come loro. Ma nel vedere quegli angioletti vestiti di bianco sentivo che i miei occhi lacrimavano di gioia.
Cari bambini, in questo vostro primo incontro con Gesù
vi auguro lunga vita e felicità come i vostri cuori desi-
derano. Dio vi benedica. Gino Longo
di Padre Pio: la Preghiera e la Madonna.
L’indomani mattina abbiamo ini- ziato la nostra giornata con la ce- lebrazione eucaristica, celebrata sempre dal nostro Parroco nella chiesetta antica, dove per tantissi- mi anni Padre Pio celebrò e con- fessò ai piedi della Madonna delle Grazie. Alla fine della celebrazione con tutto il gruppo siamo andati a meditare la via del Calvario, sof- fermandoci alle raffigurazioni dei momenti della passione di Gesù, passione condivisa dal nostro A- mato Padre, raffigurato nella quinta stazione come il Cireneo curvo sotto il peso della croce.
È seguita la visita:
Al Santuario SANTA MARIA DEL- LE GRAZIE, “la scatoletta di fiam- miferi”, come egli stesso la definì, in previsione dei milioni di pelle- grini che lì sarebbero giunti dopo la sua morte, e presso il cui altare Padre Pio celebrò l’ultima messa;
Alla TOMBA, il luogo in cui ripo- sano le spoglie mortali di San Pio, e dove milioni di pellegrini s'ingi- nocchiano in preghiera. Essa è meta di ogni persona, ognuno a- pre il suo cuore a questo Padre così comprensivo. Si nota benissi- mo che la luce del sole non pene-
INTE NZIO NI DI PREG HIER A PER ILME SE DI GIUG NO INTE NZIO NI DI PREG HIER A PER ILME SE DI GIUG NO INTE NZIO NI DI PREG HIER A PER ILME SE DI GIUG NO INTE NZIO NI DI PREG HIER A PER ILME SE DI GIUG NO
INTENZIONE GENERALE AFFIDATA DAL PAPA Perché le famiglie circondino di affetto i bambini i malati e gli anziani.
Perché all’annuncio di una nuova vita che viene nella nostra fami- glia ,la notizia di una grave malat- tia o l’anziano che necessita di attenzione, non ci faccia vedere solo il lato negativo da affronta- re ,ma confidando nell’aiuto del Cuore di Gesù possiamo dare loro l’amore e l’affetto necessario.
INTENZIONE DEI VESCOVI
Per la riscoperta dell’ autentica de- vozione al Sacro Cuore.
Cinquantenni fa Pio XII pubblicò una Enciclica sul Sacro Cuore,che iniziava con le parole Haurietis aquas, riprese dal testo di Isaia: “ Attingerete con gio- ia le acque della salvezza “,per indicare il Cuore trafitto di Cristo come la sor- gente dalla quale è possibile avvicinarsi per bere quel sangue e quell’acqua , immagine della morte salvifica e dello Spirito che vivifica. Preghiamo affin- ché anche oggi la nostra devozione al Sacro Cuore possa essere approvata dai principi esposti da Pio XII.
APOSTOLATO
DELLA PREGHIERA
INTENZIONE MISSIONARIA Perché evangelizzando si dialoghi con le religioni e le culture.
Pensando ai popoli e alle na- zioni che cercano di difendere l’identità culturale e religiosa, non bastano incontri occasio- nali di dialogo con le altre re- ligioni ma vivere ogni giorno la nostra cultura religiosa alla luce del Vangelo e comunicar- lo agli altri con il nostro vive- re quotidiano.
tra nella CRIPTA, ma questa luce i fedeli di San Pio, inginocchiandosi in preghiera la ricevono sotto forma di grazia divina, accolti da un potente Padre intercessore. Così era anche nel tempo della sua vita terrena quando la stessa oscurità del confessionale diventava luce di perdono, di riconci- liazione.
Alla CELLA, dove Padre Pio ha prega- to e sofferto;
qui anche terminato la sua vita per andare alla casa del Pa- dre. In questa stupenda cel-
la si possono notare indumenti e og- getti da lui usati.
Nella SALA DI SAN FRANCESCO, dove i fedeli si riunivano, facendo ala al passaggio di Padre Pio, quando dava la benedizione e augurava a tutti la buona giornata!...
Al CORO ANTICO ( CROCIFISSO) luogo Santo e benedetto dal Signore, qui nel 1918 in questo luogo impresse definitivamente i suoi segni sul corpo dell’umile Fraticello.
E non poteva non mancare la visita alla nuova chiesa dedicata a SAN PIO DA PIETRELCINA, progettata dall’Arch. Renzo Piano, consacrata il
1° Luglio 2004. Questa immensa opera è stata da Lui voluta per una maggiore affluenza di pellegrini, all’interno è par- ticolare è piena di significati. Quasi sen- za accorgercene è arrivato il momento di ripartire. Non basta una giornata a respirare l’aria ancora intrisa della Spi- ritualità del Santo Frate, con le stimma- te, che visse fino alla morte nella terra del Gargano,e così a malincuore abbiamo do- vuto lasciare S. Giovanni Rotondo, por- tando con noi un bellissimo ricordo. Al nostro ritorno a casa ci siamo fermati con devozione a venerare la MADON- NA DELL’INCORONATA proprio in q u e l l u o g o d o v e è a v v e n u t a l’apparizione, oggi si può vedere un pezzo di legno, custodito sotto l’altare nel Santuario. Durante il viaggio di ri- torno, con un po’ di tristezza nel cuore, ci siamo lasciati afferrare dall’allegria con lo Spirito di fraternità e di riconci- liazione. Giunti nel nostro paese ci sia- mo salutati tutti, consapevoli di aver trascorso il nostro pellegrinaggio con gioia e serenità, e custodendo nel no- stro cuore i frutti da lui affidati.
Segue da pag. 1: San Pio
insieme nella speranza e nella re- sponsabilità ecclesiale e civile”.
L’itinerario formativo contenuto nel sussidio – intitolato “Vivi nella spe- ranza…” per costruire il futuro nel quotidiano – ha proposto una rifles- sione articolata attorno a cinque verbi: accogliere (accogliere l’invito a metterci alla sequela di Cristo ri- sorto e vivo nella storia), confidare (confidare nella persona di Cristo non per scelta intellettuale o per sorta di fideismo di basso livello, ma per una scelta di sequela libera, in- telligente,suscitata da Cristo stesso e da lui resa possibile), custodire ( il cristiano custodisce l’esperienza del Risorto, non per sotterrarla in un intimismo nascosto, ma per spen- derla e regalarla agli altri insieme alla propria vita), perseverare (“rendere ragione della Speranza”, guardare oltre la superficie degli avvenimenti, cogliere nelle situazio- ni problematiche e negative i germi di novità e di bene portando alla luce con fedeltà e costanza i segni di resurrezione presenti nel tempo e nella storia), costruire (l’uomo sag- gio e sapiente esercita la propria responsabilità nel quotidiano. Per il cristiano che vive la speranza nel Risorto, ogni luogo dell’esistenza umana, la famiglia, il lavoro, il tem- po libero, la città, il mondo, la co- munità dei credenti diventa spazio privilegiato dove instaurare relazio- ni nuove, capaci di costruire con l’apporto di tutti e di ciascuno, un’esistenza pienamente umana), con un percorso che ha mirato a scoprire la speranza come esperien- za di incontro con Cristo Gesù nella vita di ogni giorno.
“6 con noi” è invece lo slogan dell’iniziativa annuale che ha dato il titolo alle guide Acr. I tre sussidi, uno per ogni arco di età (6-8; 9-11;
12-14 anni), hanno aiutato gli edu- catori ad accompagnare i gruppi di ragazzi nel percorso dell’iniziazione cristiana.
Il cammino Acr, anch’esso caratte- rizzato dallo stile associativo, è stato costruito sulle tre dimensioni della vita cristiana: catechesi, educazione liturgica e carità.
Per quanto riguarda, infine il grup- po giovani, la catechesi svolta ha riguardato prevalentemente la Mis- sione.
Massimo e Maria Ferraguto
“N
on abbiate paura: è risorto!”. Sono le pa- role della speranza, che l’evangelista Marco mette in boc- ca agli angeli, all’alba del primo gior- no dopo il sabato, che hanno dato il titolo al testo formativo personale per i giovani e gli adulti di Azione Cattoli- ca. L’articolarsi del sussidio è stato molto semplice. Per ogni domenica dell’Anno liturgico è stato proposto un breve commento, insieme a uno spa- zio di approfondimen-to e di preghiera perso- nale. E’ la conferma di un metodo che caratte- rizza la vita interiore dei laici di Azione Cat- tolica: quello del di- scernimento, che mette l’esistenza in relazione con la Parola di Dio affinché essa porti frut- to di vita nuova e di speranza.
Con questo testo l’Azione Cattolica, mentre ha continuato a riconsegnare la Parola di Dio come orientamento essenziale e centro della propria espe- rienza, ha compiuto anche una profes- sione di speranza: la certezza, cioè, che lo Spirito è all’opera nella storia e chi crede, dunque, non è mai solo o condannato a una vita senza significa- to.
Cristo (dice Paola Bignardi) è vera- mente risorto: questa è la fede che fonda la nostra speranza, la nostra vita e la nostra gioia. Se la storia di Gesù di Nazaret fosse finita dietro la pietra rotolata sulla sua tomba, egli non sarebbe altro che un martire in più e la nostra speranza solo un vago desiderio di sopravvivenza. Il Risorto è il Vivente che ha il potere di dare la vita ed è il primo della nuova umani- tà, il Fratello buono che ci fa rinascere come figli di Dio, capaci di credere e di amare. Il Risorto non si è separato da noi: è più vicino a Dio Padre e pro- prio per questo è più vicino a noi. Egli continua a camminare con noi per orientare la nostra storia verso il suo ultimo approdo. La fede nel Risorto trasforma la Nostra vita: la libera dal- la paura; le dà la prospettiva del futu-
ro; le dà la possibilità della sua pienezza. Per questo , nei confronti delle persone con cui viviamo, ci sentiamo debitori di una speran- za che abbiamo ricevu- to senza merito e che dilata gli orizzonti della nostra esistenza dandole un senso pie- no. Questa Speranza, che è una Persona, ci dà ragioni di vita, di bene, di impegno. Ma per “dare ragioni di vita e di speranza”, come dice lo slogan che ci ha in- trodotti in un nuovo triennio as- sociativo, occorre mostrare i se- gni. E la speranza – anche in ter- mini semplicemente umani –
non è un di- scorso, e non si trasmette con un discorso; è passione e atte- sa e si trasmet- te vivendola: la t r a s m e t t o n o uomini e donne vivi, che hanno negli occhi il riflesso di ciò che hanno visto e vedono, nelle parole l’eco di verità che hanno loro toccato il cuore, nei gesti la conferma tangibile del senso che hanno trovato per la vita.
Come essere segni di speranza, allora, per gli uomini e le donne di oggi? E’ segno di speranza, prima di tutto, chi vive un’attesa da pellegrino in terra straniera.
Dove siamo, non è la nostra pa- tria: chi spera vive il paradosso di essere nel mondo, ma non del mondo e, vivendolo, comunica agli altri il fascino di una vita ormai nascosta in Cristo. Tra- smette speranza chi vive un’attesa da persone che vigila- no. Oggi il tempo è compiuto, oggi il regno di Dio è vicino. An- cora, genera speranza, soprattut- to, una fede che ama, una fede essenziale, una fede che è amore, come quella di Alberto Marvelli, Pina Suriano e molti altri.
Il testo elaborato quest’anno dal Settore Adulti ha inteso integra- re e raccordare la formazione personale con il cammino comu- nitario. L’AC è: “ incontrarsi, rac- contarsi la vita e la fede, crescere
“Non abbiate paura: è risorto!”
Questo lo slogan che ha guidato il percorso formativo di AC