A!l.'NO
II. r Giugno 1876
L'INGEGNERIA CIVILE
E
LE ARTI INDUSTRIALI
PERIODICO TECNICO MENSILE
Ogni numero consta di 16 pagine a due colonne in-4° grande, con coperta stampata, con incisioni nel testo e disegni litografati in tavole a parte.
r
Le lettere eù i manoscritti relativi alla compilazione'r
Il prezzo d'associazione ' si" Per le associazioni, le inserzioni, i pagamenti,~e.e.'
· · · · I DI I PER UN ANNO r'voJaer-i aaJi EDITORI Camilla e Dertolero
del Giornale vogliono essere mv1ah al a rez one . d"
1. t 2 . It
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· T · " i C rio Alberto 4 e l Ire ID a la in Torino, Piazzn Vltt. Emanuele• I.
JU 01·10
0 . ~ a B ' • .J \._e di Lire
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all' Estero . .J \._ ' .JNon si restituiscono gli originali né si ricevono lettere o pieghi non affrancati.
Si annunziano nel Giornale tutte le opere e gli opuscoli spediti f(an&bi a!la Direzione dai loro Autori od Editori.
SOMMARIO.
FISICA llDUSTRIALE. - Le nuove macchine d'induzione (con una tavola).
STATICA IRAFICA. - Regole pratiche generali per uso dell'Ingegnere Co- strullore (con Hi incisioni nel testo).
CHIMICA INDUSTRIALE. - Del nichelio, delle sue recenti applicazioni in ge- nerale, e più particolarmente della nicheliatura elettro-chimica dei metalli.
BIBLIOGRAFIA. - Intorno ai movimenti non periodici dei sistemi di punti materiali. - Gallerie della traversata dell'Appennino nelhrlinea Foggia- Napoii. - Ponte sul Po a Pontelagoscuro. -:- Cenni sull'opera lii difesa alla ferrovia dell'Appennino lungo il Reno fra Porreua e Praccbia.
FISICA INDUSTRIALE
LE NUOVE l\IACCHINE DI INDUZIONE.
(Veggasi la. tavola VII).
Grazie alle recenti innovazioni, Je macchine di induzi
onemagne
to-elettriche e dinamo-elettrichesono uscite dalla schiera
diquelle destinate soltanto a ricerche
scientificheed a dimostrazioni
scolastiche,ed hanno preso posto fra le mac- chine industriali.
O
ggetti diquesta nota sono:
'l
0dire del principio
sulquale
sifonda la costruzione delle nuove macch ine quanto basta perchè
sipossano apprezzare,
senzaesagerarli, i pregi
chele
distinguono dallemacchine anteriori;
2° descrivere frai
modellipiù recenti dell
emacchine
rnotlernequelli
che sem!Jrano destinati ad un migliore avvenire
nel campoindustriale.
I. - Sono note le leggi di Lenz e di Neumann, le
quali si
possonoriassumere così
: sein presenza di correnti
elet- triche o clicalamite
induttrici simuove un circuito
o parte di circuito chiuso, simanifestano in questo
correnti indotte contrarie a quelle chedovrebbero
esistervi acéiocchè le
at-trazioni o le ripulsioni mutue tra cli esse e le
correntio le
calamiteinduttrici producessero il medesimo movimento.
La
forza elettro-motriceindotta in- una parte qualunque del
circuitoindotto è uguale
al lavoro riferito all'unità di tempo che su di essa farebbero le a tlrnzioni delle correnti
o delle
calamite induttriciquando essa fosse percorsa da una
cor- rente diintensità uguale all'unità.
Inaltri termini, detto
Vil
valo~·e che avrebbe dopoil tempo t il potenziale del
si-
stemarnduttore
sul
circuito indotto, se questo
fosse p~rcorso
dauna corrente
di intensitàuguale ad uno, la
forzaelettro-motri
ceindotta nell'istante medesimo
è espressain uni
tàassolute
dalla derivata dV.Questa derivata
si annulladt
e cambia di segno quando la filnzione V passa
perun
mas-
simo
o per un m\nimo;
du!lqu~la. forza
elettro:mot~icein
-dotta in una porzione _del c1rcmto
md~tt~ cam~iad1
se~noogniqualvolta il _potenziale delle
attraz10ni esercitate dall m- duttore
so•Jra d1 essa, supposta percorsa da una
corrent~di intensità uguale ad uno,
èmassimo o minimo.
_Sopra questo
p~incip_io. gen~rale .è fondat.a. la c_ostruzione di tulle le macchrne d1 rnduz10ne, delle pm antiche come delle più recenti. In tulte poi il
sistema
indutt~re ~costi- tuito da calamite permanenti o da
elettr?-magneh att1va_te
~acorrenti che
si producono nella macchma
stessa,ed 11 s1- slema indotto
èformato da una o da più spirali con nucleo di ferro dolce, alle quali si imprime un moto di rotazione.
I Se una di tali spirali ha rispetto alle. linee d_ei po!i della
I
calamita induttrice un moto
angolare,
11potenziale -01 questa
sopra -di essa è rnassi_ mo o
~1ini~oquando l'asse del nu-
cleo èparallelo alla
hu~adei poli;_
du~quela forza
ele~tromotrice indotta nella spirale
cambia d1 _se~n?quando
.I.asse
I di questo diventa parallelo ali~ ~ella c~e1 poh .. ~a pos1z!one per
cui siverifica questa condmone d1ces1 posmone assiale.
La posizione
dell~ spirai~, p~r ~ui_!'.asse del
nucl~oè per-:
pendicolare alla lmea dei poh d1ces1
m_v~ce equa~onale. E~hè
quando le spirali passano pella posmone
a~sia~e,che m esse si inverte il segno della forza elettro-motrice rndotta.
Ora v'hanno due modi di disporre le
spirali indotte. Ov'ha una spi1·ale sola, o
seve ne sono parecchie, esse passano tutte contemporaneamente pella posizion.e assiale .. Esse n_ian- dano allora nel circuito esterno correnti, le quali cambiano di
secrno periodicamente, adogni semi ri1· oluzion
e,e che, per e~se re utilizzate, richiedono per lo ~iù di ess~re rac-
colteper mezzo di un commutatore destmalo ad one.ntai:Je.
Tale
èla disposizione dèlle mac
chine d'induzion~ or~irnane,delle macch ine di Pixii, di
Saxtondi Clarke, d1 Siemens,
.di Wilde, di Ladd. Oppure v'hanno
spirali disposte così, chele spire passino nella posizione assiale l'una dopo _!'altra.
Allora l'inversione di
segno della forza elettro-motrice mdotta avviene nell
e sincroJespire
successivamente. Tale
èla dispo-
sizionedelle mac ~h ine più recenti, delle qu~li s~ecialm.e ~te noi
civogliamo oc
cupare.In queste macchme
epos_s1bile
avereuna
corrente rea lmente co ntinua
ecostante
10mten-
sità edin direzione; e per questo motivo esse .formano la
soluzione di un problema importan te nella
sc1enz~ comenelle
applicazioni. Chi pel primo trovò qu
éstasoluz10ne
fuil dotl. Antonio Pacinotti, il quale
findal 1860
coslrusse un
apparecchio,di
cui lemoderne macchine non
sono che modificazioni di particolari ('l). . _ .
La
parte essenzialedeil' invenzione del Pac11101l1
. sta 111una
form
anuova di
spiraleindotta, alla
q~aleegli aveva
datoil
nomemolto proprio di
elet.tro-calam1tatrasversale, e
1) Nt1ovo Cimento, fascicolo di giugno '186~.
82 L' INGEGi\IERIA Cl ·rLE
ELE ARTI
INDUSTRIALIche s
i
denomina anche propria mente
spirale od elettro-cala-mita
aniilareod
armillare~Ess:i ha in
fatti la
forma diun
anello: ,èuna elettro-magn
eteco ntinua,
senzafine, i:ientran
tein
se stessa. Per farsene un' idea basta
supporre
cheuna
elettro-magnete ini
zialmentedi
ritta sia
stata'ripiega la in cer-
chio
e che sieno state saldale insieme le
sue estremità, nu- cleo con nucleo, fi lo con filo. Il nucleo
adunque
èun anell o cli fe rro dolce, e la spiral e cli fi lo di rame isolato,
chelo ricopre non ha estrem ità.
-Qu
esta spiraleperò non
èd'un pezzo, ma è fatta· cli tanti pezzi o spirali elementari, unile tra cli loro
capo a capo
coll'intermezzo di un pezzo metallico posto a nud o, contro cu i poss_ ono appoggiarsi op- portuni sfregatoi uniti agli estremi ciel circuito esterno. De- scriveremo fra po co la disposizione ingegnosa da ta dal Gramme a qu es ti pezzi
;per ora ci basti sapere che col loro mezzo è possibile porre le
estremità cli un circuito esterno in co- municazione co n punti diversi della s pirale continu
a.La descrilla spirale anulare
èposta fra i poli di una ca - lamita permanente o temporaria e può fa rsi ruotare rapida- mente su l s uo asse. Per qu
estomovimento nelle spira li elementari, di cui esrn si
compone,le quali si posso no con-
.siderare come' elettro-calamite dritte con nucl eo cilindrico,
si sv iluppano forze elettro-motrici. L'asse del nucleo di una
·di esse è normale alla retta dei poli dell'induttore quando la spirale è affacciata ari uno di questi poli ; è parall elo alta rella med
esima quando, avendo l'anello rotato rii 90°, la spirale si trova
equidistantedai poli induttori. Nel primo caso la
spirale èin posizione equatorjale, nel
secondo essa è
·nella posizione assiale . Dunq1
!ein ogni spirale elementare si ha una forza elettro-motrice
checambia di segno
ogni-qualvolta la spirale attraversa il piano condotto per l'a
ssedi rotazione normalm ente alta retta dei poli. In tulle le spirali elementari, che in un dato istante si trovano eia una parte di questo piano, si ha una forza elettro-motrice diretta in un verso; in tutte quelle, che nel medesimo istante so no dall';iltra parte del piano, si ha una forza elettro-motrice di segno co ntrario: in una metà della
spirale anulare si ha una forza elettro-motrice di dato
segno~nell'altra metà una forza elettro-motri ce ugual e e di
segnocontrario. Le due parti della s pirale sono
separateda un piano che noi diremo,
piano di inve1'sione.Possiamo renderci altrimenti conto di questo fallo. L'anell o di ferro dolce formante il nucleo della
spirale, posto, come è, fra i poli della calamita induttrice,
sitrova ma
gnetizzatopBr in!luenza: nella parte più vicin a al polo
no1'ddi ques ta esso presenta un polo
snd,e presenta un polo
nordnella parte affacciata al polo
sudcieli '
ind1ttt01'e.Sul diametro dell'anello parallelo alla retta de i poli gell'indultore si hanno
ipoli, su l diametro perpendicolare si hanno i punti neutri ; l'anello rappresenta ad unque un sistema cli due ca la mite ripiegate a semicerchio ed unite coi poli omonimi.
I poli ed i punti neutri non seguo no
I' aneVonella sua rotazi one, ma
stanno fissi nella posizione loro determinata dalle cond izioni ciel sis tema induttore; quindi
ifenome ni che accompagnano la rotazione della
spirale anulare, deb- bono essere quelli, che
succederebberoquando le spire gi- rassero
sole, enel loro interno
stessero imm obili le due calamite semicircolari delle quali si è parl
ato.Ora è facile vedere quello che accad rebbe in questo caso. Immaginiamo a quest'uopo ta
gliato l'anello di fer ro in uno dei poli, e di-
steso poi in linea retta. Così esso si riduce ad un siste ma di due calamite rettilinee U, : w unite coi poli omonimi B, B' (fig. '1).
Consideriamone per ora una soltanto, per es., la M,
e sup-poniamo che una
spirale X si avvicini rapidamente al polo A ven endo dalla
sinistra, e
che sifaccia ava nza re verso B.
Come è noto, si manifesta in questa sp irale una forza elet- tro-motrice tend ente a produrre una corrente contraria a quelle, che, secondo la teo ri a cli Ampère, esistono nella ca- la mita M. Seguitando a muornre la spirale nel medesjmo verso, una forza elettro-motrice del medesimo
segno seguitaa manifestarsi, fìnch è la spirale arriva nella sezione neutra
l\'fad uguali distanze dai poli. Ollrepassando questa
sezione,la forza elettro-motrice cambia di segno. Cosi nella intera corsa della spirale lungo la ca lamita M si deb bono distin- guere due periodi: nella prima metà de lla
corsala
forzaelettro-motrice è tale da produrre una corrente imersa ri- spetto a quelle di
Ampère,
nella seconda metà è tale da produrreun
a correntediretta.
, ·Se
invece
cli rnmminare eia
sinistra
adestra, come
noi abbiamo
supposto,la spirale si
movesse da destra a sinistra entrando
dal polo Bper uscire
dalla partedel polo A,
J~ fo1:za elettro-rnotriceindotta
sareb be in
ogni posizion
e della spiralecontraria a r 1uelt a
chenell'ipotesi
precedente corri- sponde alla medes ima posizi one. Ora,
se allacalam ita AB
èunita la B' A' come mostra la fi
gura, e sel;, spira
le, che è entrala dall'estremità A,
seguita atnuoye rs i
sempre nel medes imo ,-e rso, fi no in A', essa subisce lun
o-o B' A' la stessainduzione, che s ubirebbe percorrendo BA da dest ra
verso sinistra.Quindi la forza elettro-motri
ce hain B' M' il
versoche essa ha in MB, ed in
M' A'il verso che
essa avevain A M; in u na parola, la forza elettro-motrice cambia du
eYolte cli segno, in M ed in M'. Se immao-iniamo l' anelfo :ifatto e. ripo
stoa. sito, noi troviamo i pm~ti neutri M, M'
111
un prnno pross imo a quello condotto per l'asse cli
rota- zione perpendicolarmente alla retta dei poli della
calamitainduttrice; dunque ritroviamo quello che abbiamo visto
giàper altra via: che in tutte le spire, le quali in un dato istan
tesi trovano
c~au_na meclesin.rn banda_ cli qu esto piano, la forza elettro-motrice rndotta ha il medesimo segno, e che in tutte le spire poste dall'altra banda del piano medesimo la forza elettro-motri
ceha il segno
contr~rio.Detta S la lunghezza totale della
spiraleindotta
ed s lalunghezza
·diona parte cli essa misura ta in ogni
'istante apartire da uno dei due punti
che inquell'istante si trovano nel piano di inversione, noi poss iamo dire,
che in oo-ui ele-·mento
dsdella spir;ile agisce una fo rza e
lettro-motri~e Fds e cheF è una funzione continua di
s, che si annulla ~b. d.
s
cam
ia 1St;gno per s=o e per s=
2
, e che per s=S-aha il
rnlore cheha per
s=a.La
forza elettro-motrice totale
j ·s
0Fdsè ad
unque null
a, ese la spira le non
èposta in comu-
nica-zion
e con circuiti_ estern i, in essa non
si può manifestareuna
corrente contmua.
-In questo
casoil
soloeffetto dell
'induzione è di produrrenella
spi
raleuna distribuzion
edell'eiettricità Jiber:i
diversada quella, che corrisponde allo stato di riposo.
Il potenzialeP
dell'elettricitàlibera, che nello stato cli riposo
haun
va-lore costa nte in tutti i punti del cond uttore
, dirnnlauna funzione di s lega ta alla F dalla relazione:
rZP _ F cls - ·
Questa uguaglianza prova,
cheP
èmassimo
o rnrn1
monei pu11ti ove- la forza
elettro-motriceF
ènulta; ma F
ènull
a ecambia
segno nei punti ove la
spirale è tagliatadal pia
nod'inve rsione, dunque il potenziale dell'elettricit
à liberaprende', per effetto del movimento, valori divers i nei
diversipunti della
spirale, è massima in uno dei punti
situalinel piano di inversione, minimo nell'altro.
- 'Se
adunque no i mettiamo in contatto con due punti
della spiralele
estremità di un
circuitoesterno, qu esto sarà per-
corso da una
corrente,la intensità della quale
èpropor - zionale alla differenza dei potenziali di qu
ei duepunti. Si
avràuna intensità massim a,
se i punti toccati
sono quelli situati
·nel piano di inversion e.
Cosi
si
fanelle macchine ad armatura
armillare;le estre- mità del
circuito
esterno sonounite a du
e sfregatoi,i
qualivengono
acontatto coi pezzi metallici unili
ai capi delle spirali· elementari,nel momento in
cui queste
attraversanoil piano di in versione.
Per far
ciuna idea concreta del fa tto,
possiamo osservare chele due metà della spirale
anulare separate dal piano diinversione sono paragonabili a due pile cli uguali forze elettro-
motrici, fra loro congiunte co' poli omonimi. Nel circuit
oformato
ùaques te due pile non può aversi corrente continua
finchè
essenon
si congiungono con circuiti esterni; ma se-'• L' INGE G :\ERIA CIVILE E LE ARTI IKDUSTRIALJ 83
a1 ctue pol
i positivi tra lorn
unil~ sialtacca
u.n~ d~lle estre-:mità di un
conduttore,che coli alt1>a estrem1ta s1 collegh i coi due poli negativi, le.
du~pile riescono
congiunte in quantitàe mandano nel circuito este rno una corrente. L3 resistenza delle due pile cosi accoppiate è uguale all
a metà diquella che presenterebbe ciascuna di esse :
cosìla resi.:
stenza della
spirale anul are nell e macchin e di induzione riesce uguale
adun quarto di qu ella del filo con cui è for- mata.
Abbiamo supposto per semplicità che il piano di passaggio coincidesse col piano co ndotto per l'asse di rotazione per- pendicolarm ente alla rella dei poli della calamita induttrice.
Ciò però non
èesatto per due moti vi. In primo luogo il fe rro, con cui il nucl eo
èformalo, non
èmai assoluta men te privo di forza coercitiva, la quale fa sì che gli stati mag ne- tici seguano per un tratto l'anello nella
,sua rotazion e. Ne risulta. che la linea dei poli dell'anello fa un angolo col la li nea dei po!i della calamita induttrice, che i poli dell'anello
sono in 1'itardorispetto a quelli della calamita in duttri ce e
che questoritardo cresce colla velocità.
'In secondo luogo le correnti che percorrono le due semi- spirali quando la macchina è in movimento, ag iscono sulla distribuzione del magnetismo nel nucleo: se qu esto non fosse già altrimente mag netizzato, si formerebb ero i poli nel piano d i inversione. Una tale distribuzione di magne tismo, sovrap- ponendosi a quella dovuta alla influenza della ca lamita in-
<lutt rice, dà luogo ad una magnetizzazione risultante, per cui i poli so no in ritardo rispello a quelli della magnete induttri
ce.Il ritardo dornto a questa seconda causa
ètanto maggiore quanto
èpiù intensa la corren te indot ta;
èad un que funzione non solo dell a velocità dell'armill a, ma anche della resistenza sua e di quella del circuito esterno.
Per questi motivi anche il piano cli inversione è in ritardo
-rispetto a quello che passa per !'asse di rotazione ed
·èper- pendicolare alla linea dei poli induttori. E siccome per arere nel
circuito esternola massima di ffe renza dei va lori del po- tenziale, per avere la massima intens ità di co rrente
ène-
cessario disporregli
sfregatoi in modo che essi com unichino
sempre conquelle delle spirali elementari, le q,uali stanno
attraversandoil pian o di inversione, così anche gli sfregato i dovranno esse re po sti alquanto in ritardo ri
spetto alpiano equatoriale. Il ritardo co nveniente
èin ogni caso determ i-
'nato dall'esperienza: ma noisappiamo che esso dipende dall a
velocità
cli rotazione dell'anello e dalla resistenza del cir-
cuito.Se, senza alterare le dimensioni delle singole spire, si im- magina ridotto a zero il raggio di curvatura
dell'a~sedel nucleo an ulare, I spirale anul are riesce trasformata in un
gomitolo,senza con ciò si cambino essenzialmente i fe- nomeni di incluz1 e che vi si produco no col ·mo vim ento . Questa modificazione fu immaginata dallo stesso dott. Paci- notti ('I) e dall'Hefner Alleneck, dietro le id ee del quale
Siemens edHalske di Berlino cost ru ssero macc hine rimar-
chevoli.Scopo di tal e modificazione era ·di aum ent:i re l'in-
duzionedel nu clèo sull e spire e cli diminuire la resistenza
diqueste. Le esperienze fa tte finora non so no ancora cosi numerose da bastare per decidere se la somm a de' preo-i di ueste macchin e superi quella degli inco nveni
enti.Se 1~bra
p~rò che
queste esperienze abbiano posto in chiaro un grave
difetto;la spira le a gomitolo abbisognando di u11a grande
elocità, )a macchinasi scald a mollo in un laroro
conti-
nuato. Equesto il difetto più grave che si rimprov
erasse alle macchinepoderose ad armat ura cilindrica del Siemens
del
\Vilde e del Ladd. '
Qual i pregi le macchine ad arma tura anul are abbiano sopra le macchine di in duzione ordinarie risulta dalla descrizi
one sommaria e dall a teoria che di loro abbiamo
esposto:'
1° mentre le macch in e ordinarie danno correnti alternate
che si annull
anoe cambiano di segno ad ogni semirivolu- z10ne
delle spira li, e che anche orientate con un
commu- tatore -non possono formare a ltro che ùna corrente di inten- sita periodica, la qu
ale adogni mezzo giro delle sp iral i passa
(1) Nuovo Cimento, serie 2', tomo xn, 1874, p. -140.
•
pet' un massimo e si ann ulla, nelle macchine modern
e si liauna co1:ren te .direlt a semp re nel medesimo verso e che può ren.:lers1 quasi asso lut;iment
ecostante di
sponendo alisfre- gatoi così che essi comunich ino
contemporaneame~1te con più rl'una spirale elementare. Ques ta differenza costitui sce il merito principale delle nuove macc hine· nella scienza essa
è_la ~o l~zi.one in ~e& nosa cl! un problem/. nuovo; nelle ap- pltcaz10111 rndu stnali essa e talora cond1z1one essenziale di buon
esercizio, co me nella galvanoplastica, Ol'e
èindispen-
s~h.ile
una. perfet!a
costa~za?ella corrent e; sempre
ècon- c hzrn ne utile peli economia siccom e qu ella che diminuisce la pet·dita di energia e lo sciupo della macc hina dovuti alle scintille ·che nelle ordin ari e macc hine si producono inevita- bilmertte· per la non mai
es~tl!ssimaposizione del commu- tatore; - 2
11costrutte col sistema delle macchine dinamo- elettri che di Siemens, di Wheatstone e di Ladd, ove alle ca lamite permanenti sono sostituite elettro-magneti attivate da co rrenti indotte nella prncchina stessa, le macchine ad arma tura anulare hanno con queste comune il merito di avere gra11Lle potenza con piccolo volume e piccolo peso se nza ~ver e coi:1une co~1 le al_tre macc ~1ine .di grande po.'..
-tenza 11 grave mconvement e d1 scaldarsi cosi da non per- mettere senza preca uzioni incomod e, e talora impossibili un
la voro energico e continuato. '
2. - Se la possibilità di ottenere i vantaggi di cui abbiam<>
parlato sta nella nuova forma della spirale indotta, il me- rito di averli ottenuti praticamente spetta al sig. Gramme il quale _(forse ignar? ~ei l a~~ri ~nte~·iori ?el ~a cinotti) sepp~
dare agli appa recchi d1spo s1Z10111 raz10nah ed mgegnose così, da trasfo rm arli in perfette macchine industriali
(1).Noi de- scriveremo dapprima l'armatura anulare qu ale
ècostrutta da l Gramme; descriveremo in seguito gli ultimi modelli di macch ine di induzione che ques ti fece costrurre per le ap- plicazioni più importan ti.
La fig . 2a rap presen ta
lasp irale anulare del Gramrne .
linucleo,
·fatto conun fascio di fili di ferro,
èsegrn1to con A e le spirali elementar i di filo cli rame riYestito son9 segnate colla lettera B. Per facilitare l'intellige nza della sua costru-
~ione'.
In spirale
~u diseg~atacompleta solt11nto in un a parte;
111 un altra parte 111vece s1 sono
supposte tolte alcune spirali, così da lasciare a nudo il nucleo di ferro; in un'ultima parte ancl1e quest.p si
èsupposto tagliato.
Icapi di due spirali success ive non sono cong iunti immediatamente fra loro, ma so no attaccati ad un a spran ghetta radiale di rame R, la quale, ripiegandosi a squ adra, passa nell'interno dell'anello e ne spo rge dall'altra parte. Le parti sporgenti delle spran- ghette, le quali suno tante quante sono le spirali elementari comp onenti l'anello, e sono tra loro isolate, stanno sopra una superficie cilindrica avente per asse l'asse di rotazione dell'anello. Contro qu esta superficie cilindrica si appoggiano gli sfregatoi, ai quali si unisco no le estremità del circuito esterno.
Nella figura 3a , rappresent:mte una piccola ma cchina di Gramme di uno dei modelli più antichi, si può vedere come questi
sfreg-:itoisieno coll ocati. SON
èuna calamita per- manente ind11ttrice. Fra due ga nasce di fe rro unite alle estre- mità polari S ed N gira b spiral e anulare A MB M
1sul cui albero vedesi un a crosta cilinèlrica disegnata con righe bianche e nere : queste righe rappresen tano le spranghette di rame R e
glistrati co ibenti che le sepa rano. Qu es ta crosta cilin- drica
èsfregata
sulle du e generatrici poste nel piano di inversione MM' da due spazzole o fasc i di fili di ra me ar- gen tati, in figura posti verticalmente, i quali comunicano co i serrafì\.i a cui sono raccomandate le estremità del con-
duttore esterno.
,La di
sposizionedell a spirale armill <1 re
cheabbiamo de- scritto
èquella di tutte le macchine del Gramme. Le diffe- renze fra queste macchine stanno soltanto nella natura e nella
,disposizione delle magneti-i11duttrici,le quali per le piccole macchine da muoversi a mano sono, ne ' modelli ·più recenti,
(Il La macchina magneto-elellrica del Gramme fu pre;;enlata all'Acca- demia delle Scienze ui Parigi nel luglio '1871. E>>a f somnwriamente descrilta nei Comptes rendus, et! il si!!. Niaude1-Bréguet ne ·ha dato una descrizione particolareggiala nd numero de'illondes del 2° marzo 1872 .
·g4
L' IKGEGì\"ERlA CIVILE E LE ARTI I · n u TRIALI
calam ite permanent
i alamin
e SOHapposte secondoil sistema del prof. Jamin,
e nellegrandi macchine per uso industriale sono, co me nelle macchin e dinam o.elettriche del Siemens, del Whea tstone e del Ladd , elettro-magneti attiva te da lla macchina stessa.
Nella fig
.4 è disegnata nella scala di 115 una delle pic- cole macchine con calamita perm anen te, che il Gramme costruisce per uso scolastico o per le applicazioni tera peu- tiche. Vedesi verso il bass0 un a picco la spirale anulare avente il diamet ro cli 8 centimetri ci rca, la quale, mossa da una manovella coll'intermezzo di una ru ota dentata e cli un roc
-chetto, gira con piccolo giuoco fra due ceppi cli fe rro fissa ti sulla tavoletta di base della macchina. Qu es ti ceppi di ferro formano le estremità polari
. diuna calam ita
.del sistema Jamin, la quale è fatta così: fermata con viti ad uno degli zoccoli una lamina di acciaio, questa è ripiegata e fermata all'altra estremità sul seco ndo zoccolo; nello stesso modo è fissata una seconda lamina di accia
ioalquanto più lunga, che si adagia sulla prima; sulla seconda lamina è collocata una terza e cosi di seguito. La polarità magnetica del sistema cresce fino ad un limite col numero delle lamine, e può ra ggiungere valori che con calamite ordinarie di peso molto maggiore non si potrebbero ottenere.
Nelle macchine per uso
industrialel'induttore è sem pre un sistema di elettro-magneti. Qu este sono sempre formate da un sistema di elettro-magneti diritte con nucleo ci
lindricoaventi un punto conseguente nel mezzo; tali sbarre cilin- driche, riunite alle es tremità con piastre di ghisa, costitui·
scono una grande cplamila chiusa con due punti conseguenti, come è il nucleo anulare della spirale indotta. Furono però date a queste sbarre disposizioni diverse, e si variò il modo di attivarle.
Nelle prime macchine le sbarre formanti il nucleo delle elettro-magneti erano vertica
lie
la corrente magnetizzante era somministrata da una spirale indotta apposita. Astra- zione fatta dalla forma della spirale,
la disposizione sias
-somigliava a. quella delle macchin e di Ladd : v'erano due o più spirali indotte, una (la minore se non ve n'erano che due) dava
la correntemagnetizzante, la quale non usciva dalla macchina; gli sfregatoi corri spondenti comunicavano colla spirale magnetizzante delle elettro-ca l:i mil e induttrici;
l'altra o
le altre davano lacorrente esterna. Le prime mac- chine per la galvanoplas tica, coslru tte ne l '1872 pei signori Christofle e Comp. di Parigi, erano fatte con ques to sistema.
Esse avevano quattro sba rre verticali, fra le quali r otavano due spirali. Il corpo della ma cchina era di bronzo, il piede di
legno.Sullo stesso mod ello, ma con intel aiatura di ghisa , il Gramme costrusse verso la fin e del 1872 ed al principio del 1873 dieci altre macchin e per
la galvanoplastica,sei dell e quali furono vendute alla casa Chri stofle e C. Una di queste è rappresentata nell a fi g .. 5. Quattro sbarre di elettro- magneti verticali formano
ilsistem a induttore. Esse sono fissate inferiormente al basamento di ghisa della macchina, e superiormente
sonocollega te da una piastra di ghisa;
lespirali che
lericoprono, sono avrnlte io modo tale, che nei punti di mezzo delle sbarre si formano punti conse- guenti; il tutto costituisce così una grande elettro-cal
amitachiusa con due punti conseguenti, o, se vuolsi, rap- presenta due elettro-ca lam ite a ferro di cavallo riunite coi poli omonimi. Ai po
lisono adattate appendici di fe rro fog- giate ad arco circolare, frammezzo alle quali girano le spirali anulari. Queste sono due, e so no portate da un medesimo albero, al quale si trasmette il movimento d'una motrice per mezzo d'un cingolo. Cias cuna spiral e ha i suoi sfregatori:
quelli dell'una
~onoin comunicazione con fasci di fili che trasmettono
la corr~ntealle spirali magnetizzanti delle elettro- calamite induttrici, quelli dell'altra comunicano coi serrafili ai quali si attaccano
le estremità del circuito esterno.Queste macchine pesavano 750 chilogr. ciasc una; del quale peso 175 chilogr.
eranodovuti al rame. Le loro dimensioni erano m.
'l,30 di altezza e m. O , 80 di massima larghezza. La loro cor- rente produceva il deposito di 600 grammi d'argento all'ora, e
richiedeva per essei'prodotta un lavoro motore di un ca
-vallo-vapore.
Le
macchine cheil Gramme cos truirn in quel tem
popella prod uzio ne della
luce elettrica avevanola medesima dispo-
sizione.La prima di esse alimentava un arco rn ltai
codi in- tensità lumi nosa eq uivalente a 900 becch i Carcel. Essa pos- sedeva tre anelli mobili e sei
sbarre dielettro-calamite. Una delle pirati an ulari attivava
leelettro-calam ite, le du
e altreproducevano la corrente che si raccog
lieva nel circuito esterno.
La macchina pesava in tutto 1000 chilogr.,
ilrame avvo lto sulle elettro-magneti induttrici 250 chilogr., quell o delle tre se irali indotte
75_ch~logr.Lo spazio occupato era cli m. 0,80 di lato su m. 1,2::> cli altezza. Qu esa macchina ha servi lo per mollo tempo per esperienze sulla torre di Wes(m inster
a Londra senzamanifestare altro
inconvenienteche un Jeo- - giero riscaldamento e
laproduzione di alcune
scintille t~ale
Jastrinedi rame e le spazzo
lesfreganti.
E affatto simile alla descritta
lamacchina di Gramme esi- sten te nell'anfitea tro di fisica del R. Museo Industriale ita- liano in Torino. Questa ha, come quella di Westminster sei sbarre. ve~tic~li di
.el~tlr?-magneti; ~a ha due sole
spiraliaoulan di d1mens10111 eh verse. La mmore, che riceve
l'in- duzione da due delle sei sbarre, dà
la correntemagn
etiz-z ante per le elettro-magneti,
l'altra, cheha una largh ezz a di fronte doppia della prim, a, riceve
l'induzionedell e all re qu attro sba rre e dà
lacorrente esterna. Il peso della mac- ch ina è di chi logr. 850; le dimensioni dello zoccolo di ghisa sono O, 73 per 0,68, l'altezza dell a macchina è di m. 0,96.
,
Collo scopo di diminuire le dim ensioni eri il peso delle macchine, il Gramme ha modificato
leggermente ladisposi- zione che abbiamo descritto, trasformandola
inquella dise-
gnatanell a fig. 6. La macchina rappresentata da questa ·fi
-gura ha ancora sei elettro-ma gneti diritte v erticali, m a gli assi di queste invece di essere di sposti
in ,due piani parallelicome nell e macchine anteriori, sono situati
lungo gli spigoli di due prismi a base triangolare. Y'hanno ancora du
e anellirotanti, ma invece di essere destin ati unicamente
l'uno
adar la corrente magnetizza.nle, l'altro a dare
la correnteesterna, ess
ipermettono o di mandare
lacorrente totale nelle spirali mag netizzanti, cosicchè
la corrente magnetiz-z ante sia
lastessa corrente esterna, nel circuito della qua
leson pos te le spirali, o di maimelizzare le elettro-magneti con una sola spirale anulare, riservando
l'altraper dare la corrente esterna, o finalmente di dare due correnti esterne
eprodurre così due archi vollaici
incircuiti distinti. Questa mod ificazione nella disposizione delle spiral
i indotte ha resonecessaria una nuo va disposizione degli sfregatoi, sulla quale ritorneremo.
Lamacchina cosi modificata pesa 700 chilogr. ; la sua altezza è di m. 0,90;
la sua larghezzadi m. 0,65. Il rame avvolto sopra le sbarre dell'elettro- ete pesa 180 chi-
logrammi,quello formante
le due spiraliari pesa-40 ch i- logrammi. Essa produce una luce norm e di 500 becchi Carcel, la quale in esperienze fatte con grandi velocità s'
èelevata fino al doppio. Quando si dirige
la correntea due regolatori, ciasc uno di questi dà 150 becchi Carcel.
Negli ullimi modelli dell e macchine Gramme, costrutti dopo il 1874,
ladisposizione de
lleelettro-magneti induttrici e de' circuiti è affatto ·diversa.
Le elettro-magneti sonoanc ora ad asse cilindrico ed a punti cons eguenti, ma sono in nu- mero di due soltanto e so no disposte orizzontalmente. La corrente ma gnetizzante
èsempre quell a stessa che si raccoglie all'esternò; talchè circuito esterno, spirale indotta, e spirali magnetizzanti formano un circuito solo.
Una macchina del nuovo modello destinata all a
gahano- plastica è disegnata nella fi g. 7. Due montanti di ghisa
so-stengono tutta la macch
ina, ledue sbarre d'elettro-magnete
sonsituate coll'asse orizzontale, l'una alla parte sup eriore, l'altra verso il basso, e tengono riuniti i montanti ; la spi - rale anul are
unica è portata da
unalb ero cl'acciaio
·parallelo alle sbaTre di elettro-magnete e posto nel loro piano. Il rivestimento delle elettro-magneti induttrici è fatto
conun
semplicenastro di ram e che colla sua larghezza occupa tutta la lunghezza di una mezza sbarra: non si ha in sostanza che una spira per ogni elettro-magnete se mplice.
La spiraleindotta invece che lii filo rotondo come nelle macchine a o- teriori, è fo rmata con filo piatto molto grosso, il quale offre una rigidità suffi ciente per opporsi agli effetti dell
aforz
a•
•L'
INGEGNERIA CIVILEE LE
ARTIINDUSTRIALl
85·centrifuga.
Questa macch ina produce, come le antiche, il de- posito di 600
grammi d'argento all'ora,. ma. la f?rza m?lricenecessaria per
produrre q~eslo_lav?ro e d1
soh_50 chilog~.al
minuto
secondo,e le d1mens10n1 della maccluna sono
ri-dotte assai. Il peso totale dell'apparecchio
èinfatti di soli chilocrr. 177
50;il peso di rame avvolto
sulle elettro-magnetie sulle
arm~ture anulari
èdi 47
chilogr.;la massima lar- ghezza
è dim. 0,55, l'altezza di 0,60. Paragonato col modello del 1872 qu
ello del 1874ha adunque i vantaggi di occu- pare un~
spazio uguale al.la metà clj quellori chi~s lo cl~!
primo, d1 non pesare che 1 tre quarti cli qu
esto, cli non ri-chiedere pella
sua costruzioneche
circaun quarto del peso di rame che l'altro richieclen.
Una modificazione analoga hanno ricev ute le macchine 'de- stinale
alla illuminazione elettrica.Vedesi dalla ffg. sa,
cherappresenta un
adi queste macchine, come
essaabbia una disposizione identica a qu
elle pella galvano-plastica; un'inte-laiatura fatta con due montanti di
ghisa, due sbarre d'elet-tro-magnete a punti
conseguenti,eri una sola spirale anulare portata da un
asseparallelo
alle sbarre delle calamite indut-trici. Le differenze tra le due macc hine sono solo due: 1° le spirali magnetizzanti delle elettro-magneti induttrici sono fatte
con filo;2° la
spirale indotta èmunita di due raccoglitori di
correntie da due coppie di sfregatoi. Questa disposizione, ha per iscopo principale di
sopprimerele
scintillee di per- mettere di accop piare la macchina in tensione ori in qtwn- tità. L'economia di spazio e di mater ia che la nuova dispo- sizione ha permesso, è
consid
erevole;una macchina della potenza normale di 200 becchi Carcel non pesa che 183 chi- logrammi, non
contiene più di 47 chilogrammi di rame, e non ha che om,55 di lunghezza, om,55 di larghezza e om,60 di altezza. Questi numeri riescono realmente
sorprendenti se sipensa che una macchina Nollet capace di dare un arco voi-
.taico dell'intensità di 200 becchi pesa circa 2000 chilogrammi
ecI occupa uno spazio di 1m,70 in lunghezza,
.c]i 1m,30 in lar-ghezza e di
'lm,50in altezza.
Fra le innovazioni fatte dal Gramme nella costruzione delle sue macc hine dinamo-elettriche, delle quali abbiamo dato una idea per mezzo delle figure 6, 7 ed 8, abbia mo notalo questa:
che la
corrente destin
alaa magnetizzare le elettro-magneti induttri
ciè data non più da una spirale indolla apposita, come nelle macchine anteriori, ma
èla
stessacorrente che si vuole utilizzare all'esterno, la qual
eprima di
essere tras-messa ai circuiti esterni
èmandata nelle spirali magnetiz- zanti. Questa disposizione, pella quale le nu
ovemacchine si scostano dal tipo delle
macch~nedinamo-elettriche di Ladd per
avvicinarsial tipo primitivo delle macchine dinamo-elet- trich
edel Siemens e del Wheatstone, permise di ridurre di assai il peso di rame necessario pe ll
a costruzione delle nrnc-chine e le dimensioni di queste. Ma
senza una nuovadispo- sizione degli
sfregatoiessa
avrebbe portato secoin molti casi un inconveniente assai grave. Quando la corrente è impie- gata
aprodurre azioni
chimiche,come nella
galvanoplasticae in altri casi, al cessare di
essasi manifesta nel
circuitouna
correntedetta secondm'ia, diretta nel verso opposto alla principale. Ora
sedel c ircuito in cui questa si propaga fanno parte le
spirali magnetizzantidelle elett1'0-magneti induttrici, questa corrente
secondariaproduce nei nuclei di ferro una polarizzazion
emagnetica opposta
aqu
ellache
si era fonriatadurante il lav oro regolare dell'apparecchio. Quest'effetto se- condario può ridursi
semplice mente a fare
scomparire piùprontamente lo stato magnetico preesistente, ma in taluni casi può invertire la polarità delle
elettro-calamite.Se questo fatto si avverasse e se poi la macchina si rimellesse in
azione, lacorrente che
essaprodurrebbe sarebbe inversa alla prima:
se essa fosse destinata a produrre un deposito
galvanico, di- struggerebbe il lavo ro fatto prima della interruzione. Il
si-gnor Gramme ha
evitalo questo pericolo
con una disposizione semplice quanto in?;egnosa. Egli munì la macchina di un in- terruttore automatico, il quale interrompe il circuito appe- nachè la macchina
si rallenti tantoda rendere possibile l'in- versione della
corrente. Questo interru ttore non è altro che un piccolo pezzo mobile a contrappeso, il qu
ale riunisce glisfregato i a
spazzolaalle
elettro-magneti;finch
èla
corrent~,·e
e.on questa lo stato magnetico delle
elettro-magneti
è ab- .bastanza intenso, le elettro-magneti tengo no attratto il
pezzomobile, ma non appena la velocità della qia
cchina diminuiscee lo
statomagnetJco
d~lleelettro-magneti
siaffievolisce, il contrappeso
fa oscillare 1! pezzomobile, ed in
grazia di questomovimento la
spazzola chegli
èunita
si allontanadalle la- strine di ram
e contro le quali essastrisciava. Così il
cir- cuito rimane aperto
ele correnti
secondarie non
si possonoprodurre. Quando dopo una
ferm~ta si moleriprende re ·il·
lavoro, non
si ha che da ristabilirecon una piccola lamina metallica la
comunicazionetra la
spirale indottae le elettro- magneti, cosicchè il
circuito si trovi chiuso; appena comin-ciata, la corrente riconduce essa
stessa la macchina alle con-dizioni normali.
·Dell'importanza pratica
del principio, che
servedi base alla costruzione delle nuove macchine, e della bontà delle di- sposizioni,
che, graziealla abilità
edalla attività del Gr:imme, queste hanno ricevuto, è prova questo fatto,
checolla com- parsa delle macchine
a spiraleanulare rinacquero le speranze di fare dell'elettricità grandi applicazioni industriali
e mili-tari, ed i tentativi di attuare questa speranza, i quali, dopo l'impresa
dell'Alliance, sierano ridotti
arari
studi sull'il-luminazione elettrica dei fari, ricominciarono
con una ala-crità e co n una lena, che dianzi non avevano mai avut
o.GALILEO FERRARIS.
STATICA GRAFICA
REGOLE PRATICHE GENERALI PER USO DELL'INGEGNERE COSTRUTTORE.
Forze parallele, e forze distribuite.
38. Nelle ordinarie applit:azioni prati
chedelle nor
me ge-nerali esposte nel Titolo precedente , le forz
eche
sideb- bono considerare
sono ben sovente paralleletra loro; altre rnlte qu
elle medesimeforze non son9 le une dalle
rtltre distinte, ma
si trol'anoo
si suppongono distribuite in modo continuo e
con leggedeterminata
su di unalinea o di una
superficie;ed altre
volte infine si debbono studiare gli ef-fetti di forze, il cui punto d'applicaziope non
èfis
s.o odim- mutabile di posizione per rispetto al
sistema cui le forze si intendono applicate, ma muovesi invece in un determ inato
senso,diverso da qu
ello,secondo il quale la forza data agisce. Tale
sarebbeil peso di un convoglio
chepassi
sullatravata di un ponte.
Forze
parallele. - 39. L'applicazione
al caso spe-ciale delle forze parallele, delle regole generali per la com- posizione e l'
equilibriodi forze
coìnunque operanti in unpiano,
sipresenta
semplice e spedita, e conduce inoltre
arisultati di molla importanza pratica, ma
ssimein tutto
ciò che siriferisce alla conoscenza dei mome nti
delle
forze.44. - Risultante di due for:;e parallele e caspiranli.
40.
Vomvosizione di due forze parallelé (fig.44
e 45). -D
atedue forze 1 e
2operanti rispettivamente nell
e du~ di-rezioni parallele
mm -ed nn, si trovail valore
dellarisul- tante colla addizione
graficadelle due rette date; ossia si
se-gneranno
sulladirezione e e l'una di
seguito all'altrale
due'rette e
d e (le equipollenti rispetlivament~ alle forze1 e 2.
Scelto poi
ad arbitrioun, punto O
comepolo,
e condotti
iràggi Oc, Od
edOe, si
rileghi1~0le fo rze date
col poligono86
L' lrìGEGr\ERIA CIVILE E LE ARTI INDUSTRIALIfunicolare a'l 2 b. La posizione della risultante ('I, 2) sarà determinata dal punto 1· d'incontro dei due lati esterni a·l e 2b.
I due triangoli simili 11·s e
Ocd
danno l'eguaglianza di rapporto1·s:
od=cd:
1si due triangoli simili
2rs
eOd e
danno a loro Yolta 1·s:od=2s: (le
donde deaucèsi che il rapporto delle distanze del!e due com- ponenti dalla risultante è uguale al rapporto reciproco delle
4;J. - Riwlluntc di cfoe fu1·ze 1>urnllde ed inverse.
componenti stèsse, e ciò pure dec~urrebbesi applicando di- rellamente il teorema dei momenti (nnm. 21). .
4'1. Per operare la decomposizione di una_ forza data rn due comoonenti ad essa parallele ed opera11t1.Secondo rette date di posizione, mm ed nn, si farà la costruzion~ esat- tamente im-ersa; si disegnerà (fig. 44 e 4.5) un triangolo 12 r coi vertici sulle tre rette date, e per il polo O,
cor-
rispondente della rella risultante data ce, si con~lu_rràya-
rallelamente al lato 1 2 il raggio Od, il ·quale dmdera la ce equipollente alla forza data in due parti
cd
e de cheono quelle cercate.
a
46. - Rimltattle di due (or::.c parallele in uno stesso piano.
42. Composi::.;ione e scomposizione di tm numero qital- siasi di
f
m·ze parallele in wn piano. - Siano date in un piano (fig. 46) le forze parallele 'l. 2. 3. 4 e se ne voglia la loro risultante. Seguendo la regola ~enerale, si costruirà il poligono delle forze i cui vertici riescono tutt.i sulla me- desima retta di direzione delle forze date, e si avrà così il valore della risullante nel trailo '14. Scelto quindi ad arbi- trio un punto O come polo, si costruirà il poligono funi- colare a1234b. Prolungando in ultimo i due lati estremi fino al loro incontro in r si otterrà un punto della risul- tante cercata.Nel caso delle forze parallele, il poligono delle forze- avendo Lulli i suoi vertici su di una stessa retta ad esse forze parallela, piu non si può scegliere la direzione della prima forza come primo lato del poligono funicolare; ma si dovrà porre il polo O del poligono delle forze all'infuori della retta-poligono.
43. Abbiasi un sistema di forze parallele 1, 2, 3,
4-
(fìgura 47) e dcbbasi ridurre a due sole componenti ope- ranti secondo due rette date rn m ed n n. Facciasi la retta- poligonoce,
scelgasi un punto O come polo, e si disegni47. - Scompusi::.iune di più /òr::e 11w·ollele in due sole co111pone11ti,.
ope,.anlt .secondo i·ette date.
!I
polig?no funicolare.al ~34b. ~oi si cerchino i punti di:rntersez1one p e q dei lati estremi rd e b 4 colle rette date m e~I n, e parallelamente alla retta pq conduc;isi per O ·il raggio Od .. Le cd e de saranno le equipollenti delle due component1 volute. Tale operazione si rende evidente cer- cando dapprima la risultante
(1,
2, 3, 4) colla regola esposta nel numero precedente, e poi decomponendo questa risul- tan!e nelle due componenti 71 e q per mezzo del triangolo fumcolare vqr, e secondo quanto si è fatto al num. 4Le
4.8. - Applica:.ionc acl una ti·ave caricala di pe~i. Trovare le reazioni degli a.ppoyyi.
È questo un caso che assai' sovente occorre di trattare negli usi della pratica, e quando per es. le forze date sono pesi applicali ad una travatura sostenuta in due punti, e si vogliono conoscere le pressioni sui due appoggi; allora le forze parallele sono intese tutte applicate ad una verga rigida indeformabile AB ( fig. 48 ) che rappresenta l'asse longitudinale della trave, e trattasi di decomporre la lorn risultante in due componenti secondo le verticali mm ed n n dei punti d'appoggio. Or que le incontrando in a e b i lati estremi del poligono funicolare,
a
'l 2 3 4 5 b, il rarrgio O(l della retta poligono delle forze condotto parallelam~nte al lato ab del poligono funicolare, divicterà in d la risultante ('I, 2, 3, 4, 5) nelle due componenti cercate 6 e 7. Sulla figura le due componenti essendo rivolte ali' insLÌ, rappre- sentano le reazioni degli appoggi, ed a questi idealmente si sostituiscono restando la travatura in equilibrio; vedesi in-L' IKGEGNERIA CIVILE E LE ARTI INDUSTRIALI 87
fatti che
nella relt::i -poligono deHe forze la somma
delle forze'1,
2, 3, 4 5 e delle 6_ e 7 nsu(ta eg uale
a zero, e cheil poligono
funic?lar~ è_ chiuso :m~h esso c~l l~to a b.44. Nelle ::ip
plt
caz1on1 de~la. staticaalla n
ce1ca e.lei!~ con- dizion i
di equilibrio e stabilita ~1 una lrav~tura e .cluo
po sovente conoscere la·risullante d1
tu~tele
forze
estr_rnsech~.
operanti da una medesima parte d1 una data
sez10ned1 quella trava ta.
Sela se zione S S
(fig. 48)è
fattatra le forze '1
e 2,la risultante" cerca la .sarà qu
ella delle forze 7ed
1data in
grandezza dalla equipollente dli sullaretta- poligono dell
e forze,
edin po_sizione
d~lpunto .s
d'in~ontr~dei due lati
ab e 'l 2del poligono fum
col::ire, 1quali lati
comprendonole
forze considerate. Co
sicchè la ris1lltante dit1~tte le forze estrinseche poste da una stessa parte di wna data sezione 1'isulta eguale alla differenza fm la reazione dell'appoggio e la somma dei carichi fra gnest' appoggio e la sezione che si considera.
A misura
che scegliesi unasezione ma
ggiormente distantedal punto d'a ppoggio A, _la risultante del_le forze
estern~-Oiminuisce naturalmente d1
grandezza,ed 11 suo punto d1 applicazione va
sempre più scostandosi dalla sezione edal punto
d'app~ggio,,essend? esso
da~odall'incontro
.co!1 abdei successlV! lati del poligono funi
colare. Questa risu1tantediviene infinitament
epiccola
edinfinitamente lontana, se la sezione incontra un lato del poligono funi
colare,il quale sia parallelo
· ad ab, opiù generalmente quando lordinata
y(essendo
ab l'as~edell
e ascisse) ab.bia ilvalor massim
?.Continu
ando la sez10neS S a
scostarsidal punto A, la ri- sultante dell
eforze. esterne cang ia di
segnoe passa dall'a ltra
parte del poligono.
_.
. . 'Ne vien
edi conseguenza
che qualunque siano il nmne1·0 e la disposizione dei pesi distinti applicati ad mia travata che pos{t cogli estremi s·n due appoggi, la pressione soste- nuta da wn appoggio è ug1tale alla somma dei pesi com- 1l1'esi fra l'appoggio stesso e la sezione che co1Tisponde alla ordinata massima; edifatli la risultante di tutte le forze
esterne alla sezione di ordinatamassi ma dev'essere nulla.
45.
Osservazione. - Èperò necessario di beu precisare quali
sieno leforze
così delle esterne,o dalla
stessa partedi una dat<J s'ezione,
allorquando questa corrisponde appunto,come
si èultimamente su ppo
sto, al vertice di ordinata mas- sima di un
poli~onofunicolare. E
così, ad es., sullafi
g. 48, l'ordinata ma
ssima essendo quelladel vertice 3, noi dob- biamo momentaneamente
supporre in lai verti
ceun later- colo infinites imo parall
eload
a bed agli estremi del qual
esiccome Y
ertici sarebbero
applicate le due
componenti del-l'unica forza 3. Ben vedesi con questa avvertenza che tra le forze
esternealla
sezionedi ordinata massima in 3, oltre alla reazione dell'appoggi o in A,
edalle forze '1 e 2, d0H
i1pure concorrere a rendere nulla la risultante, la componente della forza 3 che ri
mane este rna
(dalla parteconsiderata)
allasezione stessa, ossia un
a porzione di quella forza 3 che è con- tenuta nella sezione. Ciò d'altronde assai chiaro apparisce sulla retta-poligono
delle forze, perchè il ràggio parallelo ad
abdivide appunto la forza 3 nelle due porzioni f de dg che
ènecessario conoscere.
46.
li poligono funi
colare che rilega (fig.48) le
sette forzeparallel
edate, corrisp onde alla posizione arbitraria del
polo O per rispetto
ai vertici dellaretta-poligono delle forze. Se la travatura
è simmetricamente
caricataper rispetto
alla suametà, ba
sterà di scegliereper polo O un punto equidistante dai due Y
ertici c ed e della retta-poligono delle forze, perchè il lato
abdel poligono funic
olare che vedemmo funzionare daasse delle ascisse riesca parall
elo all'asseAB della trave,
eperchè tullo il poligono
abbia ariuscire simmetrico per ri-
spetto alla sezionedi
ordinata massima.
Perfino le tensioni dei lati dei dirnrsi poligon i funicolari
cos~
tracciati,
e le quali ci sonofatte c
_onosceredai raggi del P.ol1$ono delle
~orze, sono di
grande importanza nelle applica-z
.10m della
pr~llca.Essendochè
quei poligoni funicolari ci rea- hzz~nole posizion i di equilibri
o o di una capriata caricata dipesi
(fi~.49 (al)_ o di un ponte sospeso (fig.
49 [b]) ecc.; edI
ragg i
111O c1 mi
suranole press ioni o tensioni cui debbono poter reggere le singole parti di quelle
armature.47.
li/omenti delle fo1·ze parnllele in u.n piano.-
Siccomeil momen
to di una
forza per rispello
adun pun
to non si altera se ilpu
nto si muorn su diuna parallela alln direzione della
forza,
cosi è che dicesi momento di tma foi·za 1·ispetto ad 1tnasse che. le è pai:attelo il ]J1'0dotto della fo1·za ver la distan.z,a (normale od obliqua con angolo dato) della forza dall'asse.
Applica
ndo
con questa avvertenzail teo rema generale dei
mo- mentiper forze com unque
operanti in un piano, diremo
rhe n.el casodi un
sistem~di forze pa:allele in un medesimo piano,
s1trova la somma dei momenti d1 tutte le
forze date perri-
spetto adun
asseparallelo
e contenutonel piano,
cercando
ilmom
entodella forza ri
sultanteri
spetto almedesimo asse.
- Suolsi quest'asse,per brevità di eloquio,
denominare l'asse dei momenti.~'I'
t~-~--- 1~
!
(a) 1I
(b)
· j'ç___ 3 1 --- ~
J 2 ~ 1~ 11
4G. - Ufficio dei poligoni funicolari nelle applica:;ioni ai e usi 71ralici.
48. Per
trovare graficamente il momento della risultante R
(fig.50) di più forze parallele 1, 2, 3 ...
iper rispetto all'asse l\I M,
si costruisca dapprima il poligono funicolare
corri- spondente adun polo O, il quale disti, normalmente od ob
li- quamente,dall
aretta poligo no delle forze della
grandezzaunit~ria
H, presa come bas
eper la misura delle
forze; e siano a re
b ri due lati
estremi di quelpoligo no
funico- lare. La parte a c dell'asse
l\IM che resta intercetta da que-
sti duelati (all' uopo prolungati)
sarà la-mi
sura del momentocercato. _
Ed invero
idue trian
goli simili percostruzione Oit
era e dannoluogo alla
relazioneR X
rs=
HX
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150. - Ilfomenlc delle forze parallele per i·ispetlo ad 1111 asse.
Non volendosi
ricorrere
arelazioni
di similitudine, si di-mostra
egualmente la proprietà
su enunciata, trasportand
o (fig.50)
larisultante R
sull'asseM l\I,
con
che si annulla il momento di dett
aforza per rispetto
aquell'asse,
edin- trod ucesi un
a coppia;o più direttamente
sostituendo (fi- gura 5'1) alla risultanteR le tensioni O'i
ed Oi deilati estremi del poligono funicolare,
e scomponendociascuna di
essein
·due, l'una oper.ai1te
secondol'asse 1\11\1
e l'altra eguale adH.
La fig.
5'1indica assa i ch iaramente l'operazion
e.49. Se
la retta l\I l\I (fig.
50),o, come dicesi, l'asse dei
momenti ·Va avvicinandosi ad R, il tratto a c,
chene misura
il momento, va
diminuendo. Sepoi l'asse dei momenti
ve-nisse a coincidere
collarisult
antedell
e forze, il trattoa e
88 L'INGEGNERIA CIVILE E LE ARTI INDUSTRIALI
scompare,
e difatti si sa chequel momento è nullo.
Sein-
finel'asse MM passa dall'altra parte della forza B, il mo-
mento cangia segno,ossia ha valore negativo, se prima
con-sideravasi
comepositivo.
~I. - Determinazione grafica dcl momento 1·isul:ante di più, forze 71ar·allele.
o
50.
Abbiasi un
sistemadi forze parallele 1,
2, 3,4,
5(fig. 52), le quali si facciano equilibrio. Esse riusciranno
legate daun poligono· funicolare necessariamente
chiuso.Vogliasi
conoscereil momento per rispetto ad un
ass,e l\Il\I dellarisultante di tutte le forze operanti da una
stessaparte
dell'assemedesimo. La risultante delle forze
'1 e 2 poste a
sinistra diM
l\Ipasserà in
r,punto di incontro dei due Iati 2 3 ed 1 5 esterni alle forze considerale. Il momento
dique-
sta risultanteper rispetto
adM
l\I saràquindi rappresentato
(fig. 52) daltratto
mmnella base H, ossia dalla
ordinalay
/..'i {!3
...
J,2 ---- ---
--~~~~~~--~~~,,
2
3 ________ /. ---·o
;p - I momenti delle fot'ZC sono misurati dalle ordinate di 1111 poligono f1micolai·e.
del poligono
funicolare pùsa parallelamente
alleforze
e contenuta nell'asse deimomenti. Ciò potendosi
analogamente asserire per qualsiasi altraposizione dell'asse dei momenti,
nenasce la
seguenteregola,
che èdi
grandeimportanza
nelle applicazionipratiche.
Se in mi sistema di forze pa- rallele in un piano si cosli'uisce la retta-poligono delle fo1·ze, ed il poligono funicolate, il momento, pe1· 1·ispetto ad un asseparallelo, di tutte le forze clte frovansi da una stessa parte di qtiell' asse è misurato dall' 01'([inata del poligono funico- lm·e che è segnata di posizione dall'asse stesso.
II poligono funicolare
èdello perciò da taluni il
poligono dei momenti.Di qui risulta
assaichiaramente
che sel'equilibrio ha luogo, le
forze estrinsecheapplicate
alla sinistra dell'asse banno effettivamentelo
stessomomento
chela risultante di
quelle applicate alladestra.
51.
Se le forze date fossero applicate ad una trave AB (fig. 53) e destinate a farla inflettere, il momento inflettente delle forze
estrinsecheper rispetto ad una sezione qualsiasi m sarà proporzionale alla ordinata
y del poligono funicolare;e la ricerc.i del momento inflettente massimo, ossia della
sezionedi massima fatica
saràuna operazione ben
semplic~e spedita; perchè basta di dare uno
sguardo alpoligono funi-
colareper riconoscere
chela
sezionein M della trave corri- sponde alla maggiore ordinata Y
del' poligono.' 6
53. - Costruzione rvafica dei momenti delle forze inflettenti per le diverse sezioni d'una lruvala.
Per la sezione in
Il'ordinata
essendonulla, sarà parimente nullo il momento inflettente; e difatti la risultante delle tre·
forze 1,
2,6 dovendo passare per il punto
idi incontro dei due lati del poligono funicolare
chele
comprendono,lari-
sultante deve di necessità trovarsi sull'asse stesso deimomenti,.
ed
èper ciò
cheil momento
ènullo.
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5i. - Defì11izio11e del centro delle forze pamtlele.
·
52.
CentT'o delle foi·ze pm·allele. - Se dueforze paral- lele
·l
e 2 (fig. 54) giranonello
spaziointorno
adue punti:
fissi
A eB,
conservandola loro
grandezza, emantenendosi
sempreparallele tra loro,
anchela risultante ('l, 2) prende
a girareintorno ad un punto fisso R
che sarà situatosulla
retta AB,e la dividerà in due
segmentiproporzionali
alle·forze. Se
prendesi
poiin
considerazioneuna nuova forza
3, efacciasi pur
essa girareintorno ad un punto fisso mante- nendosi parallela alle altre,
avràluogo la
stessa proprietàper le due forze distinte
('l,2)
e 3.E così potendosi prose-
guire, sipotra del pari
conchiudere: se più forze pamllele nello spazio gimno .intorno a punti fissi, mantenendosi co- stantemente vamllele fra loro, anche la risultante passenl costantemente per ttn detenninato punto fisso, che ([icesi il centro delle forze pamllele.53. Composizione di più forze parallele nello spazio. - Abbiasi