L
’estate si è portata via le nostre vacan- ze ma purtroppo non la cronica incapacità della politica valdostana ad affrontare e risolvere i problemi che attanagliano la nostra regione. Anzi se ce ne fosse stato bisogno (e non ce n’era) proprio a luglio e agosto si sono acuite le ferite del sistema economico e sociale della nostra regione. Mentre a“palazzo” i temi dominanti sono stati l’instabilità della maggioranza, la cessione di un assessorato all’altro alleato, la visibilità più o meno concessa ad alcuni personaggi in cerca di pol- trone. La nostra industria primaria, il turismo, ancora una volta e nonostante lo sforzo degli operatori turistici a segnato il passo.
Non solo, come se non bastassero le difficoltà attrattive del turismo val- dostano anche il Comune
Smascherati Prodi e compagni
Macché Finanziaria, questa è una rapina!
“Meno tasse, ma le pagheranno tutti”. Questo è stato lo slogan della campagna elettorale di Prodi e dell’Unione.
Un’autentica bugia. Infatti nei tre documenti di bilancio approvati dal governo - disegno di legge finanziaria, disegno di legge delega fiscale e decreto legge collegato – sono 67 le tasse aumentate o introdotte ex novo
La verità su La verità su Romano Prodi Romano Prodi
(una barzelletta ispirata a fatti (una barzelletta ispirata a fatti
realmente avvenuti) realmente avvenuti)
continua nelle pagine interne
IMMIGRATI, EMERGENZA IMMIGRATI, EMERGENZA DA NON TRASCURARE DA NON TRASCURARE
Enrico Tibaldi
Enrico Tibaldi servizio a pagina 5servizio a pagina 5
La vignetta pubblicata sul quotidiano Libero
Pasquale Siciliano continua a pagina 2
S
embra pro-prio che il Presidente del Consiglio dei Mini- stri abbia preso la cattiva abitudine di riempire di bugie le orecchie degli italia- ni e al contempo di svuotarne le tasche.Ci riferiamo alle affermazioni pronunciate in campagna elettorale, quando l’allora capo dell’opposizione sban- dierava ai quattro venti le buone intenzioni del centro- sinistra: politica economica a favore dei più deboli, ri- duzione del cuneo fiscale, la non introduzione di nuove tasse, aliquote immutata per BOT e CCT e tante altre ancora.
Oggi, nel testo della legge di previsione finanziaria per il 2007, troviamo la prova che le promesse elettorali di Ro- mano Prodi e compagni non erano altro che un modo furbesco di camuffare le reali intenzioni della sinistra italiana.Soffermandosi sul documento contabile salta- no subito agli occhi i nuovi pesi fiscali inseriti nel docu- mento che vanno a colpire
tutti, anche le famiglie con reddito medio-basso.
Portiamo due esempi:
lavoratore con coniuge a carico:
• se guadagna 25.000 € lordi annui pagherà 100 € di tasse in meno in un anno
• se guadagna 30.000 € lordi verrà penalizzato di oltre cento euro annui
lavoratore con coniuge e due figli a carico:
• se guadagna 25.000 € il be- neficio sarà di 15 € mensili
• se guadagna 33.500 € la penalizzazione a suo carico sarà di 30 € mensili
La contraddizione tra questi dati è davvero evidente e si scontra con le affermazioni del governo che sostiene che la riforma andrà a pe- nalizzare solamente i lavo-
L
e note reazioni, scomposte e violente, di gran parte dell’Islam al discorso tenuto dal Papa in Germania al- l’Università di Ratisbona meritano alcune riflessioni.La lezione universitaria di Benedetto XVI era tutta volta a sottolineare l’esigenza di attivare il dialogo interreligioso, facendo prevalere la ragione del confronto sull’intolleran- za dei fanatismi. L’Occidente nel dialogare con l’Islam, non può non difendere con fermezza le sue radici cristiane. Se noi occidentali dovessimo reagire con intolleranza ad ogni affermazione dei vari iman islamici, non condivisibile per la nostra cultura - così come fanno costoro - avremmo già riconquistato le terre un tempo chiamate degli infedeli. Ma se le Crociate per noi sono un lontano ricordo, per buona parte del mondo islamico, invece, la conquista dei territori non musulmani sono un precetto coranico da perseguire senza esitazione e con ogni mezzo. Nella visione islamica tutto il mondo deve essere sottomesso alla legge coranica e chi non si converte va fisicamente eliminato. Con un simi- le presupposto è ben difficile che il dialogo tra Islam e Oc- cidente, auspicato dal Sommo Pontefice, possa realizzarsi.
Islam e Occidente, dialogo difficile
Dario Frassy continua a pagina 4
BERLUSCONI A SAINT-VINCENT BERLUSCONI A SAINT-VINCENT
PROTAGONISTA DELLA FESTA DELL’AMICIZIA PROTAGONISTA DELLA FESTA DELL’AMICIZIA
Giorgio Bongiorno
Giorgio Bongiorno servizio a pagina 3servizio a pagina 3
12VdA agenzia stampa e comunicazione
Temi caldi, scelte importanti
Massimo Lattanzi continua a pagina 11
NESSUN TAGLIO ALLA SPESA, SOLO NUOVE ENTRATE
L’Italia ha un problema di spesa pubblica eccessiva. Lo aveva scritto nel DPEF lo stes- so governo. Ma quando ha va- rato la Finanziaria ha scelto di aumentare le entrate anziché tagliare le spese.
La manovra per il 2007, secon- do le prime stime, è composta fino all’84% da entrate ag- giuntive.
Infatti, nel caso in cui gli enti locali rispettassero i vincoli dell’accordo sul contenimento della spesa sanitaria per metà con tagli di spesa e per metà con incrementi delle tasse, le entrate contribuirebbero per ben 24 miliardi alla manovra, limitando i tagli alla spesa a soli 9 miliardi. Ciò significa un contributo delle entrate supe- riore al 70%. Ma la percentuale potrebbe arrivare fino all’84%
se gli enti locali utilizzeranno i maggiori margini di autono- mia impositiva senza attivare meccanismi di risparmio nella spesa.
PRESSIONE FISCALE RECORD Con la finanziaria la pressione fiscale aumenterà di circa 2 punti e sfiorerà il livello re- cord del 43%, quasi il livello massimo raggiunto dal primo governo Prodi ’97 (con l’euro- tassa). Allora si sfiorò il 44%
(43,7%), mentre il governo Berlusconi aveva ridotto la pressione fiscale al 40,6% nel 2005.
Sommando l’incremento di 3-4 miliardi di euro, prodotto dalla cancellazione del secon- do modulo della riforma Tre- monti sull’Irpef (,al netto dei tagli del cuneo fiscale e di altre modeste agevolazioni) si ha un incremento netto di gettito tributario (stima prudenziale) di 15-16 miliardi di euro. Oltre un punto di PIL.
Ecco i principali incrementi:
- studi di settore per 3-5 miliar- di di euro;
- riforma dell’Irpef, con incre- menti d’imposta a partire da un reddito lordo di 30 mila euro;
- aumento delle addizionali Irpef comunali e regionali per 5-6 miliardi di euro;
- aumento delle aliquote pre- videnziali di artigiani e com- mercianti;
- imposta di scopo che i Co- muni potranno istituire dal 2007 per la realizzazione di opere pubbliche;
- contributo di ingresso e di soggiorno, che i Comuni po- tranno imporre dal 2007 a cari- co dei soggetti non residenti;
- nuova tassazione sul rispar- mio, con incremento dell’ali-
quota su Bot e titoli dal 12,5%
al 20% e riduzione del’aliquota sui conti correnti dal 27% al 20%;
- incremento dell’imposta di possesso delle auto e super- bollo sui SUV.
E ORA CHE COSA SUCCEDE?
Il governo dice che nel 2007 il deficit scenderà al 2,8%
del pil. Con un particolare.
La Relazione previsionale e programmatica non fissa il pil per il 2007. Indica quello di quest’anno, all’1,6%, ma per quello del prossimo anno non c’è. Dice: sarà leggermente inferiore a quello previsto dal Dpef, che era l’1,2%.
Visto che il deficit è determina- to da un rapporto fra il valore assoluto ed il pil, se manca il pil per il 2007, come fa il governo a determinare il deficit? Ed an- cora. Se il pil cresce quest’anno dell’1,6, ed il prossimo anno al- l’incirca dell’1,1%, la finanziaria fa perdere mezzo punto di crescita. Quindi è una mano- vra recessiva, altro che una finanziaria per lo sviluppo!
E che la finanziaria sia reces- siva non c’è dubbio: sottrarre all’economia reale del paese risorse per 24-25 miliardi di maggiori entrate (tasse, con- tributi, Tfr), vuol dire eliminare dal sistema un punto e mezzo di pil. Nemmeno l’economia cinese (che cresce a ritmi del 10% annui) potrebbe restare indifferente a prelievi fiscali di questo tipo.
Tasse. Su tutto: sulle sigarette, sui bolli, sui morti, sulle case, sulle barche, sulle aziende.
D’altra parte, con questa finanziaria il governo mette in pratica una “lotta fiscale di classe”. Cipputi contro il resto del mondo.
Irpef. La controriforma Visco inizia a far sentire i suoi effetti sui redditi bassi, intorno ai 30-35 mila euro all’anno; per crescere su quelli più elevati.
Oltre i 50 mila euro si esauri- scono gli effetti delle detra- zioni fiscali per moglie e figli.
Oltre i 75 mila euro, la curva di progressività s’impenna.
In cambio di questa stangata sui redditi medi, le fasce meno fortunate della popolazione avranno benefici limitati. Un metalmeccanico con 15 mila euro di reddito, moglie e due figli a carico, avrà un beneficio fiscale di 61 euro al mese: due euro al giorno, un cappuccino ed una brioche in più.
Lo stesso beneficio non lo
potrà avere il metalmeccanico assunto con i contratti previsti dalla Legge Biagi. A costoro (non sindacalizzati) verranno aumentati i contributi previ- denziali in modo da assorbire per intero il beneficio fiscale della nuova curva Irpef.
Per non parlare dei lavoratori autonomi, le cui detrazioni sono inferiori a quelle ricono- sciute ai lavoratori dipendenti;
e per i quali è previsto una forte aumento dei contri- buti previdenziali. In questo modo, il governo sostiene che combatte l’evasione fiscale che si annida fra i lavoratori autonomi.
L’esperienza dell’euro insegna che i commercianti e gli arti- giani scaricano sui prezzi i loro maggiori costi di produzione (e l’aumento della pressione fiscale rientra fra i costi di pro- duzione). Ne consegue che la politica fiscale del governo potrebbe innescare un rial- zo dell’inflazione. E l’infla- zione – insegnano i banchieri centrali – è una tassa occulta che viene pagata da tutti:
ricchi e poveri; ma a farne le spese maggiori sono proprio le fasce più basse della popo- lazione.
E sempre le fasce più basse della popolazioni verranno colpite dall’aumento delle tasse sulla casa. Saranno in due tappe. Il primo aumento scatterà con l’aumento delle rendite catastali. Il secondo con l’addizionale comunale sull’Ici per finanziare tasse di scopo: sia per realizzare una metropolitana, sia un giardino pubblico.
Se poi, al termine di una vita di lavoro, un contribuente ha investito parte della propria liquidazione in titoli pubblici, i rendimenti verranno tassati al 20% anziché al 12,5%.
E veniamo alle liquidazioni. La finanziaria prevede che metà del nuovo Tfr dovrà essere gi- rato ad un Fondo dell’Inps con cui dovranno essere finanziati investimenti in infrastrutture. Il Tfr è un meccanismo di auto- finanziamento delle imprese a tasso agevolato (3%) che – giuridicamente – viene con- siderato “salario differito” del lavoratore. Togliere il 50% del Tfr alle imprese le costringerà a rivolgersi al mercato finan- ziario per sostituire questa forma di finanziamento. Ne consegue che è un business incredibile per le banche.
Almeno 6 miliardi all’anno di maggiori finanziamenti.
Con un particolare. Le grandi imprese non avranno proble- mi di accesso al credito da par- te degli istituti bancari. Le pic- cole e medie imprese, invece, saranno strangolate. Il sistema bancario italiano (e mondiale) è chiamato a rispettare nuove regole che passano sotto il nome “Basilea 2”. Si tratta di una regola internazionale che frena l’accesso al credito impo- nendo nuovi parametri di af- fidabilità economica. Si tratta di parametri molto rigidi, che le piccole e medie imprese italiane hanno finora aggirato utilizzando il meccanismo di autofinanziamento dato dal Tfr. Se viene meno questo, ri- schiano di fallire. E meno male che questo governo era quello che guardava con attenzione al sistema delle piccole e me- die imprese!
Sempre per restare in ma- teria di Tfr. E’ assai probabile che Bruxelles possa criticare questo prelievo forzoso ai danni delle imprese (nel bilan- cio viene contabilizzato come 6 miliardi di tagli alle spese).
Così, se la commissione euro- pea dovesse bocciarlo, il go- verno ha già previsto tagli agli investimenti in infrastrutture di pari entità.
Padoa Schioppa, dice: le im- prese non si devono lamenta- re, sono quelle che hanno pre- so più di tutti. Il cuneo fiscale, però, viene stimato per il 2007 in 2,9 miliardi. E verrà con- cesso solo alle aziende che hanno lavoratori a tempo indeterminato; senza alcun riferimento alla produttività di quel lavoratore. Tant’è che nel Mezzogiorno il beneficio è il doppio (10 mila euro) rispetto a quello concesso alle aziende che operano nel Centro-Nord.
Auto e sigarette. Viene au- mentato il bollo auto per le vetture che non sono “euro 4”;
mentre quest’ultime hanno un bonus fiscale pari a due anni di bollo. Un modo come un altro per favorire la rottamazione.
Per favorirla, viene anche au- mentata l’accisa sul gasolio; ed alle Regioni viene concessa la possibilità di introdurre addi- zionali locali sul diesel. Da una manovra di questo tipo non poteva mancare un aumento del 10% delle sigarette.
Proprio perché anche i “ric- chi devono piangere” viene previsto un aumento della concessione governativa sui beni demaniali. Vuol dire che i porticcioli turistici dovranno pagare più tasse, che scariche- ranno sui posti barca.
Questa è una rapina! Prodi
e compagni
ratori con reddito superiore ai 40.000 Euro. Altro capito
‘esemplare’ riguarda i ticket sanitari: se un medico di fa- miglia prescrive una ricetta per visite specialistiche o per esami diagnostici, il paziente dovrà versare 10 Euro che si andranno a sommare al ticket che si paga all’ASL al momento della visita. Nel caso in cui un cittadino si dovesse recare al pronto soccorso, senza essere in pe- ricolo di vita, dovrà pagare 23 Euro di ticket, al quale si aggiungeranno altri 18 Euro se, oltre alla visita, occorrerà effettuare ulteriori esami diagnostici. E che dire degli Enti Locali per i quali è pre- visto un taglio di 4,3 miliardi di euro? Nulla, se non co- minciare a preoccuparci per il fatto che l’unico rimedio che avranno a disposizione per ovviare a questo minor gettito di denaro, sarà quello di aumentare a noi cittadini le addizionali IRPEF, imporre
“tasse di scopo” ed elevare gli estimi catastali. L’aliquota sulle rendite finanziarie per BOT e CCT è stata ‘armoniz- zata’: dal 12,5% al 20% Se è vero che la tassa di successio- ne non è stata reintrodotta, da oggi in poi ci troveremo di fronte alla “dichiarazione sul trasferimento a causa di morte”, che prevede una franchigia sul passaggio di proprietà solamente per immobili di valore non su- periore ai 250 mila Euro (la valutazione di un bilocale in zona periferica)
E poi ancora, tasse di circola- zione più elevate per le auto più vecchie (solitamente di proprietà delle famiglie con redditi più bassi), e via di questo passo.
In conclusione, qualche autorevole componente del Governo resosi conto del maltolto, invece del classico
“m’ama non m’ama?”, sfo- gliando la sua margherita si chiedeva “li restituiamo o non li restituiamo?” Ma si,
“li restituiamo tra due anni”, come se qualcuno credesse ancora alla favola dell’euro- tassa.
Pasquale Siciliano segue dalla prima pagina
Prima delle elezioni Romano Prodi sente la necessità Prima delle elezioni Romano Prodi sente la necessità
di rinsaldare le sue radici cattoliche di rinsaldare le sue radici cattoliche
"Romano Prodi, padre" "Ahi! Ascolta figliolo, mi
pare proprio che il tuo caso richieda una competenza superiore, credo sia meglio che tu ti rechi dal Vescovo".
Signor Parroco mi vorrei confessare
Bene figliolo, come ti chiami?
Così Prodi si presenta dal Vescovo chiedendogli se lo poteva confessare.
Caro Romano, non ti posso confessare perché il tuo è un caso difficile, è meglio che tu vada in
Vaticano".
A
rriva come ospited’onore all’appunta- mento con Gianfranco Rotondi e con i congressisti della “Democrazia Cristiana per le Autonomie” al termine delle Giornate dell’Amicizia che hanno caratterizzato, con ser- rati dibattiti animati da illustri ospiti esponenti del mondo politico, della cultura, dell’arte e della società civile, il fine set- timana della località termale valdostana.
Accolto con incredibile calore dalla sala stracolma ed applau- dito ad oltranza come indiscus- so leader della coalizione di centro destra il Presidente ab- bandona subito la traccia del discorso preparato nella notte con Paolo Bonaiuti, conse- gnandola all’ospite delle Gior- nate, per continuare a braccio un discorso improntato a criteri di sana e pragmatica saggezza politica oltre che a lungimiranti affermazioni di principio.
Il futuro del paese è troppo im- portante per perdersi in diatri- be fuori luogo e individualismi di sapore antistorico, da parte dei soliti noti . É necessario ritrovare l’unità intorno ai prin- cipi portanti del Popolarismo Europeo attraverso una federa- zione di partiti che si riconosca nei valori liberal-democratici a cui questa formazione interna- zionale si ispira.
Solo con l’arrivo di un grande PPE potrà realizzarsi un su- peramento dell’insufficienza dell’odierno bipolarismo ed un rafforzamento dell’ala modera- ta degli schieramenti che oggi insistono sulla scena politica italiana.
Occorre pure usare tutti gli strumenti democratici parla- mentari per contrastare questa
cattiva finanziaria di sapore statalista, decisamente auto- lesionista e ipocrita, inaccetta- bile, sbagliata, impresentabile in quanto inganna tutte le aspettative del paese e delude indistintamente tutte le cate- gorie sociali.
Se necessario, sempre nell’in- teresse del paese, occorrerà scendere in piazza e ricorrere alla genuina protesta popolare per stimolare dal basso questo sentimento di profonda insod- disfazione e per stigmatizzare gli inutili inasprimenti fiscali e le dannose norme che vanno ad inficiare e vanificare i risulta- ti della ripresa e le speranze di libertà che cinque anni di buon governo del Centro Destra hanno alimentato.
Nonostante stia passando il messaggio che solo il ricorso
alla piazza da parte della si- nistra (10.000 manifestazioni all’anno organizzate senza tregua per cinque anni con- tro il Governo Berlusconi) sia democraticamente e costi- tuzionalmente accettato ed accettabile, in quanto la sinistra ha di fatto monopolizzato lo strumento costituzionale della protesta dei cittadini, rimane questa l’unica via per opporsi ad una ingiusta, deleteria e dannosa interferenza di sapore statalista nell’economia vitale del nostro paese.
Inutile poi ricordare che dal buco vero e non fittizio dei conti dello Stato ereditato dalla precedente amministrazione nel 2001 il Governo Berlusconi abbia saputo razionalizzare la spesa pubblica ed animare 36 riforme fondamentali oltre a
far partire più di cento grandi opere senza mettere mano nelle tasche degli Italiani.
Dopo aver ricordato però che la gran parte delle riforme non concluse dal Centro Destra è il pesante debito che si è dovuto pagare alla scarsa coesione ed alla esecrabile e inutile liti- giosità sviluppatasi all’interno della coalizione di governo, il Presidente Berlusconi ha riaf- fermato in maniera autocritica di non aver potuto completare il ciclo delle riforme della am- ministrazione giustizia e, fra l’altro, di non aver affrontato una coraggiosa e dovuta rifor- ma della legge liberticida della
“par-condicio”.
Fortunatamente il processo degenerativo in atto nella sini- stra italiana, ormai sotto gli oc- chi di tutti e lo strapotere della
sinistra radicale alla guida della coalizione di governo, non potranno prevalere di fronte ai valori della famiglia, della tutela della vita, della libertà e della moderazione in cui tutti noi crediamo con forza.
Concluso il suo intervento il Presidente si concede alle in- terviste di rito ed alla folla del Centro Congressi del Grand Hôtel Billia con grande gene- rosità e paziente disponibilità.
In un incontro riservato con il Coordinatore regionale Giorgio Bongiorno e con il Consigliere regionale Enrico Tibaldi (vedi foto) ha promesso di ritornare molto presto in Valle d’Aosta per incontrare in un evento ad hoc gli iscritti e i simpatizzanti di Forza Italia oltre agli elettori tutti della Casa delle Libertà.
Giorgio Bongiorno
N
umerosi rappresen- tanti dei circoli Po- polari per le riforme e per le libertà si sono riu- niti a Milano il 18 settembre scorso. Provenienti da tutte le regioni italiane (dalla Val- le d’Aosta alla Sicilia), hanno partecipato all’assise autun- nale dell’associazione, sotto la Presidenza dell’On. Guido Podestà e alla presenza del- l’ex Ministro della Sanità Gi- rolamo Sirchia, dell’europar- lamentare Giorgio Carollo, del Sen. Luigi Manfredi e dinumerosi altri esponenti nazionali e regionali del partito. Questa associa- zione, fondata un anno fa, si propo- ne di promuovere e di diffondere il
dibattito sui temi fondamentali della liberaldemocrazia attraverso eventi di carattere nazionale e regionale.
La Valle d’Aosta era rappresentata
dal Coordinatore regionale Giorgio Bongiorno e dal Consigliere regionale Mas- simo Lattanzi (nella foto insieme all’europarlamen- tare Guido Podestà) che sono anche tra i soci fonda- tori del sodalizio. Sono stati ribaditi i principi fondativi dell’associazione, basati sul rafforzamento e sul consoli- damento dell’azione politi- ca di Forza Italia sul territo- rio, sono state delineate le linee guida del programma di lavoro nonché discusse e precisate tutte le attività politiche e culturali che saranno promosse sul territorio nazionale nell’immediato futuro.
Berlusconi a St. Vincent conclude la Festa dell’amicizia
Circoli popolari, assise a Milano
Prodi va dal Papa
"Sua Santità, voglio confessarmi"
"Cavo fighio mio, come ti chiami?"
"Romano Prodi".
"ahi, ahi, fighiolo, il tvo caso è difficile anche pev me. Guavda, qui, sul lato del Vaticano, c'è una piccola cappella. Al suo intevno troverai una cvoce, il Sighnore ti potrà ascoltare".
Prodi, giunto nella cappella, si rivolge alla croce:
"Signore, voglio confessarmi"
"Certo figlio mio, come ti chiami?"
mi chiamo
“Romano Prodi"
Ma allora ti conosco figliolo…
Come andrà a finire lo diranno i posteri; quel che, invece, va detto e ribadito ora è che l’Occidente non può prescindere dalla dife- sa, pacifica, ma ferma e risoluta, dei propri valori e della propria cultura. Oggi i difensori a oltranza della laicità dello stato, per paura o per un malinteso spirito multiculturale, accettano le imposizioni e i ricatti di una re- ligione, quella islamica, la quale sfrutta con i settori più estremistici le nostre debolezze a fini politici intimidatori. Le sinistre laiche sono oggi per codardia o miopia portatrici di un pericoloso e dannoso multiculturalismo a senso unico: è l’occidente che deve capire, tollerare e assecondare l’Islam e non vicever- sa. Con questa erronea e fuorviante imposta- zione si toccano paradossi come i corsi di lin- gua e storia araba, organizzati dal Comune di Roma, per i figli degli immigrati magrebini, ai quali, al fine di un loro pieno inserimento ed integrazione, sarebbe più utile insegnare l’italiano e la nostra storia patria.
E così in occidente la blasfemia viene stig- matizzata solo quando colpisce i maomet- tani; l’emancipazione femminile nei paesi arabi può attendere e se in Arabia Saudita alle donne è vietato guidare l’automobile o è vietato mostrare il viso a sconosciuti pena la lapidazione poco male; la libertà sessuale sbandierata in occidente si ferma di fronte allo chador e alla condizione di sottomissio- ne delle donne islamiche.
L’azione di questi laici è quanto di più dan- noso vi possa essere per il dialogo interreli- gioso e l’integrazione multirazziale; il rispet- to e il dialogo, infatti, non possono esistere senza reciprocità. Noi stiamo vivendo un periodo di forti tensioni tra mondo islamico ed occidentale; dobbiamo prendere atto di questa realtà, perché se la ignoriamo e la nascondiamo non possiamo che aggravarla e peggiorarla.
Dario Frassy
RADICI CRISTIANE
Islam e Occidente, dialogo difficile
segue dalla prima pagina
I
l professor Ratzinger ieri l’altro ci ha spiegato, in una magistrale lezione tenuta all’università di Ratisbona, un paio di cosette di non poco conto per capire chi siamo, che cosa è l’Occiden- te e quali sono i suoi fondamenti storici, culturali, spirituali. Prima cosa: siamo figli del Cristianesi- mo e della filosofia greca, figli di quel connubio tra ragione greca e teologia cristiana fondato sul comune riconoscimento diun logos, di una ragione che fonda a un tempo la sensa- tezza dell’essere, della realtà, e il rapporto tra l’uomo e Dio.
Seconda cosa: in quanto greci e in quanto cristiani, e proprio in forza del logos comune (ragione e linguaggio), siamo altra cosa rispetto all’Islam. Se il nostro Dio è il Dio logos di cui parla la Bibbia e con cui apre il suo Vangelo san Giovanni - il Dio, cioè, che entra in qualche modo in relazione con l’uomo e con la sua intelligenza, con la
sua capacità di ricerca e con la sua stessa struttu- ra fondamentale -, il Dio dell’Islam è radicalmen- te altra cosa: è pura volontà, che non stabilisce alcuna relazione con l’uomo se non attraverso la comunicazione del suo volere. Il Dio cristiano entra, per il fatto stesso di essere logos e di poter essere pensato e detto come tale, in rapporto con la creatura, si coinvolge con essa - un pro- cesso che culmina nell’incredibile annuncio che
«il logos si è fatto carne»; il Dio dell’Islam, invece, rimane totalmente altro rispetto all’uomo, non ha addentellati con le categorie della ragione, è appunto pura volontà che chiede sottomissio- ne, non relazione.
Ed ecco le conseguenze delle due osservazioni di Benedetto XVI. Primo: in quanto greci e in quanto cristiani, in quanto figli ed eredi dell’in- contro tra pensiero greco e fatto cristiano, per essere noi stessi non possiamo che recuperare la tensione alla verità che ha contraddistinto la nostra storia spirituale e civile; non possiamo che tornare ad abbracciare un concetto di ra- gione che non sia soltanto quello che ha preso campo a partire dall’evo moderno in poi, con la riduzione di Dio e della verità ai meri aspetti sperimentabili e misurabili, ma che si apra alla
totalità dei fattori della realtà e accolga la sfida e il richiamo di ciò che le sta oltre e in cui pure essa trova fondamento. L’Occidente non si può permettere, pena l’aridità e la perdita di vigore, di abbandonare il suo marchio d’origine, il suo essere aperto per natura, in forza del logos, all’universale e agli universali (il vero, il bello, il buono). Seconda conseguenza: in quanto figli del Dio che entra in relazione con l’uomo, e in forza dell’ana- logia dell’essere che intercorre tra lui e noi, non possiamo rinunciare a Dio come radice più profonda della nostra identità, della nostra cultura, del nostro edificio sociale.
Non possiamo permetterci, in nome della ragione di Cartesio e di Kant, di ridurre Dio a una sorta di tappabuchi che non ha più attinenza con la nostra esistenza quotidiana, con le nostre attese più profonde e con la nostra ricerca di si- gnificato. Questo - ammonisce Papa Ratzinger - ci condurrebbe (se non ci ha già condotto) ad essere incapaci di dialogare con le altre culture e con le altre religioni sulla base della nostra iden- tità. Senza coscienza dell’identità, il dialogo non condurrebbe da nessuna parte, o - nel peggiore dei casi - alla resa.
Infine un corollario che tiene insieme le due questioni sollevate da Benedetto XVI: proprio in quanto figli dell’incontro fruttuoso tra logos greco e logos cristiano, noi non siamo dalla parte della violenza e della jihad, perché - ha affermato Ratzinger riprendendo il dialogo su Cristianesimo e Islam tra l’imperatore bizantino Manuele II Paleologo e un persiano colto - «la violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell’anima». Noi siamo - l’Occidente è - dalla parte del logos, della ragione, e dalla parte di quel Dio che rifiuta la violenza in quan- to contraria alla ragione. Per questo abbiamo costruito una grande civiltà, ed è in questo che possiamo trovare ancora la forza per essere noi stessi e fronteggiare la sfida di chi, invece, fa della violenza lo strumento principe della sua azione nel mondo.
Gianteo Bordero
La differenza occidentale
Non sei l’ex Presidente del IRI nominato dalla Democrazia Cristiana? Quello che ha fatto una voragine nei conti dell’ente e poi ha insabbiato tutto?
Quello che ha ripianato il bilancio del IRI svendendo prima la Cirio e poi la SME?
Hemm.. Si sono io
Sei quello che con gli studi fasulli sui treni ad “alta velocità” si è arricchito alle spalle dello Stato e poi per scampare allo scandalo di mani pulite è diventato l’amico
dei comunisti?
Be.. Si…
Sei quello che è diventato presidente del Consiglio per fare da paravento a D’Alema ed ha inventato la tassa una Tantum sui conti correnti di tutti ricchi
e poveri?
…si
Quello che ha creato un’altra tassa una tantum sulle moto dei poveri e dei ricchi
(700.000 lire)? Quello che per entrare nell'EURO ha inventato una tassa una
tantum (da 60.000 lire a testa)?
He.. Be… si
A
ppena insediato, il Governo Prodi ha annunciato la riapertura delle quote dei flussi d’ingresso per l’anno 2006, prevedendo l’arrivo nel nostro Paese di altri 350 mila immigrati.All’annuncio non ha ancora fatto seguito – fortunatamente - alcun provvedimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma l’incremento continuo della popolazione extracomunitaria in Italia – inclusa la Valle d’Aosta - non lascia indifferenti i cittadini residenti.
Le statistiche ufficiali segnalano nella nostra regione un incremento esponenziale degli immigrati negli ultimi quattro anni: ne sono stati censiti 2.163 a fine 2001 (fonte Ministero dell’Interno), ce ne sono 3.642 residenti a fine 2005 (fonte Presidenza della Regione).
La presenza straniera, che all’inizio degli anni Novanta non raggiungeva le 400 unità, si attesta oggi sul 4% della popolazione valdostana. Gli immigrati si inseriscono nel mercato dei lavori più umili, accontentandosi di occupazioni da noi scartate - ad esempio il pastore in alpeggio o il casaro – ed è sempre più frequente vedere donne che indossano il velo e studenti extracomunitari nelle scuole valdostane. Si tratta di un fenomeno tutt’altro che trascurabile, ove la nostra cultura, i nostri costumi e le nostre tradizioni si incontrano e si confrontano con quelle di
molte altre nazionalità. Talvolta con impatto, quando in classe non si festeggia più il Natale col presepe per non turbare il sentimento religioso di alunni musulmani o quando si constata che nel bilocale vicino a casa riescono a dimorare anche sei od otto persone.
Altre volte la loro presenza è testimoniata da attività che sono connesse alle loro abitudini di vita: quanti phone center (che vendono poi generi di ogni tipo), macellerie islamiche (che ottengono deroghe per trattare la carne conformemente alle loro credenze religiose) e spacci alimentari che vendono kebab e cibi etnici sono già sorti anche in Valle d’Aosta? Alcune zone del capoluogo regionale si stanno trasformando in veri e propri quartieri degli immigrati.
E gli aostani percepiscono l’emergenza. Si pensi, ad esempio, a via Festaz, dove la presenza straniera è massiccia anche nel commercio o in attività similari.
I valdostani hanno uno spiccato senso di ospitalità, di solidarietà e di integrazione, ça va sans dire. Non mancano enti e organismi a supporto degli immigrati, anche se clandestini, che offrono loro assistenze di ogni tipo. Il Comune di Aosta, dopo avere istituito un Centro immigrati extracomunitari con tanto di periodico informativo (Métissage), si appresta a creare addirittura una Consulta delle cittadine e dei cittadini
immigrati extracomunitari, apolidi e dei rifugiati politici.
Gli immigrati conoscono bene i patronati sindacali, perché appena mettono piede in Italia trovano sempre qualcuno che consiglia loro di andarci. Lì trovano ausilio per il disbrigo delle pratiche per il permesso di soggiorno, ricevono notizie su come assicurarsi assistenza sanitaria e altri sussidi: case popolari, utenze (luce, gas, telefono) in «fascia sociale», buoni alimentari, asili nido (rigorosamente gratis per i loro figli, mentre per i nostri le rette sono salate) e quant’altro. Quando uno straniero varca la porta di un patronato su consiglio di qualche amico arrivato prima di lui, difficilmente vengono compiute verifiche sulla sua provenienza e sulle sue dichiarazioni; ma gli operatori sociali, per aiutarlo, fanno a gara nell’aprire pratiche. Poi, se lo straniero si mette in regola e trova un lavoro, il patronato - che è anche Caf – gli elabora il redditometro e il modello Unico. E questi sono tutti servizi che danno diritto a rimborsi statali.
Nel 2006 sono arrivati altri 585 stranieri, che vanno ad aggiungersi ai 3642 già residenti. Fino a quando la Valle d’Aosta sarà in grado di assorbire questo incessante flusso? Il Consiglio regionale ha accolto, il 6 ottobre scorso, una mozione proposta dal gruppo consiliare della Casa
delle Libertà, nella quale si impegna il Presidente della Regione (che è anche Prefetto)
“a riconsiderare, nell’ambito delle indicazioni previsionali che periodicamente la Regione trasmette alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la sostenibilità di ulteriori flussi di immigrati nel territorio regionale in rapporto alla reale capacità di assorbimento del nostro tessuto sociale e produttivo”.
In altre parole, dobbiamo passare da un’immigrazione subita a un’immigrazione scelta, evitando di accogliere incondizionatamente “quote”
di stranieri imposte da Roma e rivendicando un’autonomia nelle scelte che riguardano la qualità della vita, la coesione e la sicurezza della comunità (residenti e immigrati) in cui viviamo.
Il documento di indirizzo politico sottolinea poi l’osservanza, puntuale e rigorosa, della normativa vigente da parte dei Sindaci nell’assegnazione
delle residenze a cittadini extracomunitari, procedendo a controlli periodici dei componenti che dimorano nelle singole unità abitative, onde evitare sovraffollamenti o condizioni igienico-sanitarie precarie ed illecite. Infine, sempre attraverso gli organi competenti (Forze dell’Ordine), si sollecita la verifica periodica delle effettive condizioni di regolare permanenza nella nostra regione di coloro che possiedono un permesso di soggiorno temporaneo.
Le istituzioni politiche, la Regione e i Comuni in testa, non debbono trascurare l’ampiezza e la complessità di questa crescente invasione:
solidarietà, accoglienza e integrazione vanno gestite nel rispetto della dignità umana, dei diritti riconosciuti a ogni persona e - non ultimo - delle leggi vigenti nel nostro ordinamento. Lasciando ai demagoghi di sinistra (contrari alla mozione CdL) il buonismo e l’ideologismo multiculturalista.
Enrico Tibaldi
APPROVATA UNA MOZIONE DELLA CDL: PIÙ CONTROLLI SUL TERRITORIO
Immigrati, emergenza da non trascurare
In Valle d’Aosta quattro residenti su cento sono stranieri. Servono maggior rigore nell’assegnazione delle residenze e verifiche periodiche nei confronti di coloro che hanno permessi di soggiorno temporaneo
“Se non riscopriamo l’orgoglio cristiano dell’amore, il messag- gio che tramite esso possiamo andare oltre le guerre, saremo destinati a soccombere”: così Renzo Martinelli ha presentato il suo nuovo film “Il mercante di pietre”, che affronta il pro- blema del terrorismo di ma- trice islamica di petto, senza tante sfumature. Un’altra ope- ra del regista italiano che ha raccolto opinioni contrastanti, ma che merita la visione.
Da cristiano ad affiliato di Al Qaeda
in un film di Renzo Martinelli
PRODEZZE
della sinistra al Governo
Vi elenchiamo qui di seguito le interrogazioni, interpellanze e mozioni che il Gruppo consiliare regionale della Casa delle Libertà ha proposto nei mesi di settembre e ot- tobre. Una descrizione succinta per ciascuna di esse vi servirà a comprendere l’argomento trattato. Per ulteriori approfondimenti o per eventuali segnalazioni potete con- tattare il Gruppo consiliare o direttamente i consiglieri proponenti (indicati tra parentesi) presso gli uffici di via Piave 1 ad Aosta, telefonando al numero 0165 273307.
Iniziative del Gruppo consiliare in Regione
settembre
e ottobre 2006
LACASA DELLE LIBERTÀ
La Finanziaria di Prodi frena anche la Valle d’Aosta (interrogazione, Ti- baldi)
Il Governo Prodi ha gettato la maschera e ha presentato una Finanziaria 2007 degna di una rapina: l’esecutivo di sinistra bastona i contribuenti su casa, redditi e sanità, penalizzando la piccola impresa e tagliando risorse alle regioni e agli enti locali.
Ai tiepidi mugugni di Caveri all’indirizzo dell’amicone Mortadella (merita ricordare che l’anno scorso il presidente della Regione proclamò addirittura una giornata di sciopero della Giunta contro la Finanziaria di Berlusconi, il cui contenuto era di segno diametralmente opposto a quella odierna di Pro- di) fa eco uno straordinario silenzio dei due parlamentari nostrani. Inebriati dall’imprevisto successo, il deputato Nicco e il senatore Perrin stanno ancora smaltendo la sbornia elettorale del 10 aprile e non sembrano cogliere la por- tata devastante della Finanziaria 2007, che non risparmia nemmeno i valdo- stani. Dall’euforia della “nuova primavera valdostana” si passa direttamente al letargo autunnale.
Il bottino nascosto di CVA (mozione, Tibaldi)
Duecento milioni di euro in riserve: ecco il tesoro della Compagnia Valdo- stana delle Acque, frutto dell’accumulo di profitti successivi generati dalla produzione e vendita di energia elettrica. Perché congelare tutto questo denaro nelle casse della società elettrica o nelle banche? Una quota signifi- cativa di tali risorse potrebbe essere convenientemente immessa nel siste- ma economico valdostano, oggi bisognoso di un maggiore sostegno alle imprese e di un grande impulso per lo sviluppo.
D’altronde nel 2001 la Regione (che controlla CVA attraverso Finaosta) si è accollata un debito consistente per acquistare da Enel le centrali esistenti sul nostro territorio: l’operazione è costata quasi 800 miliardi di lire e i vantaggi - proprietà dell’azienda e relativi utili - sono tutti appannaggio di CVA, poiché gli utenti valdostani (famiglie e imprese) non hanno ancora beneficiato di sgravi tariffari in bolletta.
Grand Hôtel Billia, no “a rimorchio” del Casinò (interrogazione, Tibaldi) Sono poco più di 26 mila le presenze registrate al Grand Hôtel Billia di Saint- Vincent negli ultimi dodici mesi (settembre 2005 - agosto 2006): di queste, 14.628 sono clienti “dirottati” dal Casinò mentre 11.636 si riferiscono a ospiti congressuali o villeggianti. Il dato fotografa nitidamente la debolezza del- l’azienda alberghiera prima del passaggio di consegne alla STV, la società a totale controllo regionale (tramite Finaosta) che subentrerà alla conduzione privata.
Non poche perplessità si concentrano ora sull’efficacia e sulla transitorietà della gestione STV, che dovrebbe iniziare nei prossimi giorni: l’amministra- zione regionale, per bocca di Marguerettaz, la ipotizza in circa un anno.
Abbiamo esortato il potenziamento della vocazione congressuale, affinché il GHB torni a brillare di luce propria e non diventi il rimorchio di una casa da gioco che non ha nemmeno più la forza di trainare sé stessa.
A Bruxelles una schiera di consulenti (interpellanza, Frassy)
Con legge regionale del marzo scorso è stata ridefinita la struttura regionale incaricata di operare su Bruxelles. All’Ufficio di rappresentanza di Bruxelles è stato affiancato uno sportello informativo in Aosta, il tutto con una previ- sione di costi annui per € 230.000. La realtà è però un po’ più complessa e il conto più salato. A tale cifra, infatti, vanno aggiunti gli 886.000 euro messi a bilancio per le 28 consulenze affidate all’esterno dell’Amministrazione re- gionale. Un vero esercito di agguerriti consulenti che muove sull’Europa a tutelare gli interessi valdostani? I risultati non sembrano così confortanti se persino il piccolo “privilegio” della benzina in esenzione fiscale viene messo in discussione da Bruxelles. In Europa servirebbe forse un’azione di lobby at- tuata da gente del mestiere più che schiere di consulenti dai risultati incerti e dai costi certi.
Servizio idrico (dis)integrato (interpellanza, Tibaldi)
Prima Villeneuve, poi Introd e ora anche Valgrisenche. Sono già tre i Comuni che si sono ribellati al Consorzio BIM e alla sua arbitraria delimitazione del territorio regionale in sotto ambiti territoriali omogenei (sub-Ato) per la realizzazione del cosiddetto servizio idrico integrato. Il dissenso è netto e la decisione è unanime: nessuna adesione al servizio idrico integrato, poiché serve solo a creare nuovi apparati burocratici e tecnici dei quali non si sente alcun bisogno e che avranno come unica e sicura conseguenza l’aumento dei costi dell’acqua per l’utente.
L’assessore-maresciallo Cerise si limita a dire che questi Comuni si sono posti al di fuori delle norme di legge, ignorando di fatto che il servizio idrico si è disintegrato e che i cittadini-utenti hanno solo subìto un incremento signi- ficativo delle tariffe in questi ultimi anni. Altri Comuni stanno ipotizzando di seguire l’esempio di Villeneuve, Introd e Valgrisenche.
Sci: tariffe familiari agevolate per i residenti (mozione, Frassy)
Lo sci costa assai caro ai valdostani, anche a quelli che non lo praticano.
Infatti le importanti risorse finanziarie che anno dopo anno la Regione trasferisce in contributi in conto capitale alle società funiviarie e i continui aumenti di capitale sottoscritti per mantenere in equilibrio gestionale i bilanci perennemente in rosso della stragrande maggioranza delle società - ormai quasi tutte partecipate in maniera quasi totalitaria dalla Regione - ammontano a svariati miliardi di euro. La giunta ha così accolto la pro- posta di verificare in via sperimentale per la stagione invernale 2007-2008 l’individuazione di ulteriori modalità tariffarie agevolative per i residenti, tra queste l’introduzione di biglietti a tempo e l’estensione della fruibilità degli stagionali individuali all’intero nucleo familiare. Il provvedimento non è sta- to votato dai verdi e dai DS
Fons Salutis, le terme sono a secco (interrogazione, Tibaldi)
La storica Fons Salutis, luogo d’origine delle acque termali di Saint-Vincent, è pressoché asciutta: la portata idrica è talmente bassa (0,3 litri/minuto) che rende possibile la sola cura idroponica. Un’attività termale qualificata e redditizia richiederebbe un quantitativo d’acqua decisamente superiore, altrimenti l’offerta diventa marginale in un mercato sempre più assortito e competitivo. E i dati lo confermano, visto che nell’ultimo quinquennio (2001-2005) l’utenza di Saint-Vincent è oscillata intorno alle 53 mila presen- ze annue.
All’esigenza di riqualificare lo stabilimento di Saint-Vincent, la quale si tra- scina ormai da troppi anni, si aggiunge adesso la necessità di rafforzare la captazione e il prelievo idrico: anche se la validità dell’acqua terapeutica sembra certa, la quantità attuale non è industrialmente sfruttabile. Un pro- gramma di studi e indagini coordinato dal professore Paolo Canzi, esperto di medicina termale, dovrebbe mirare al potenziamento dell’utilizzo della risorsa idrominerale.
Vincite al Casinò e decreto Bersani-Visco (interrogazione, Tibaldi)
Una sentenza della Corte di Cassazione, pronunciata lo scorso 19 luglio, ha stabilito che le vincite, come quelle derivanti da giochi e scommesse lecite, costituiscono sempre reddito imponibile. La decisione della Suprema Corte, che ha fornito un’interpretazione certa e definitiva dell’art. 14 della Finanzia- ria 1994 scritta da Carlo Azeglio Ciampi, è stata recepita nel decreto Bersani- Visco, diventato legge il 4 agosto scorso. In particolare l’articolo 36 ha esteso il concetto di reddito illegale, prevedendo che i proventi illeciti, qualora non siano classificabili nelle abituali categorie, sono inquadrati nella categoria
“redditi diversi”.
La norma del decreto Bersani-Visco non sembra preoccupare gli ammini- stratori della Casa da gioco valdostana, che ne escludono l’applicabilità alle vincite corrisposte dai casinò autorizzati, essendo la materia già regolamen- tata dall’art. 30 del D.P.R. 20 settembre 1973, n. 600.