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I Quaderni Didattici di Jazz Convention. Paolo Trivellone. Contrabbasso e Jazz

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Academic year: 2022

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I Quaderni Didattici di Jazz Convention

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Paolo Trivellone

Contrabbasso e Jazz

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001 LA REGOLAZIONE DEL PONTE 006 GLI ARPEGGI DELLE TRIADI (II) 010 CINQUE ACCORDI DI SETTIMA

015 WHAT IS THIS THING CALLED LOVE?

021 SATIN DOLL E PASSAGGI II – V 028 IL GIRO ARMONICO "ANATOLE"

035 LE STRUTTURE BLUES - PRIMA PARTE 042 LE STRUTTURE BLUES - (II)

050 DROP, RIFF, FLOATINGS E PEDALI 062 SESTE E SETTIME ALTERATE

071 L'IMPROVVISAZIONE (PRIMA PARTE) 079 L'IMPROVVISAZIONE (SECONDA PARTE) 090 L'IMPROVVISAZIONE (TERZA PARTE) 101 L'IMPROVVISAZIONE (QUARTA PARTE) 111 IL RITMO NELL’IMPROVVISAZIONE

120 ACCORDI DI NONA, UNDICESIMA E TREDICESIMA 128 LE TONALITA’ MINORI

138 LE SOSTITUZIONI ARMONICHE

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LA REGOLAZIONE DEL PONTE

Il momento nel quale ogni contrabbassista neofita s'incontra per la prima volta con il suo nuovo strumento ha in sé un misto di stupore, eccitazione e paura. In genere quest'ultimo aspetto è dovuto all'immediata presa di coscienza delle enormi differenze tecnico - strutturali che intercorrono fra basso elettrico e contrabbasso.

Molti neo - contrabbassisti provengono da precedenti studi sul basso elettrico (come nel mio caso) e la prima cosa verso cui, in genere, cade la nostra attenzione è la distanza delle corde dalla tastiera, unitamente al problema di dover eseguire le diteggiature in senso verticale. In questa scheda vi fornirò alcuni consigli su come regolare opportunamente l'altezza delle corde del vostro strumento in base alle esigenze specifiche.

Innanzi tutto bisogna fare alcune considerazioni sulle tecniche che andremo prevalentemente a adottare: se prevedete di utilizzare più spesso la tecnica ad arco, sarà opportuno non ritagliare eccessivamente il ponte;

in tal caso consiglio una riduzione di spessore non superiore a 5 millimetri (vedi figura 1-1).

Fig. 1-1

Un eccessivo abbassamento dell'altezza ha come conseguenza una diminuzione di sonorità del contrabbasso, dovuta ad una limitata oscillazione delle corde, e vi espone al pericolo di produrre quei fastidiosissimi colpi di frusta dovuti agli urti casuali delle corde sulla tastiera.

Se invece siete degli inguaribili jazzisti e prevedete di cimentarvi (quasi) esclusivamente col pizzicato, potrete prendervi il lusso di abbassare ulteriormente il ponte (vedi figura 1-2), senza esagerare però (massimo altri 5 millimetri)!

Fig. 1-2

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Alcuni consigli: se avete intenzione di risagomare da voi il ponte, cercate di disegnare con precisione più in basso lo stesso arco di curva originario prima di tagliare col seghetto da traforo; ricordatevi di segnare anche l'esatta posizione degli incavi per le corde, da riportare radialmente rispetto al centro dell'arco (vedi figura 1-3).

Fig. 1-3

Al termine del lavoro limate le superfici di taglio prestando particolare cure per gli incavi delle corde, che non dovranno presentare cuspidi. A questo scopo potete avvalervi di una piccola lima tonda.

Dopo aver eseguito il taglio montate il ponte in modo corretto, vale a dire a metà delle effe. Ricordatevi anche di controllare che i piedi aderiscano bene alla superficie della cassa, onde evitare improvvisi ribaltamenti del ponte sotto la tensione delle corde (una volta mi è capitato!).

Concludo fornendovi un altro consiglio: si può evitare la sagomatura definitiva facendo applicare da un liutaio sui piedi del ponte due viti di regolazione in ottone. In tal modo perderete un po' di suono (non molto, l'ottone è comunque un buon conduttore di vibrazioni), ma avrete a disposizione uno strumento più versatile.

Anche in questo caso vi consiglio però di abbassare la curvatura, in genere i ponti in commercio sono piuttosto alti.

Auguro a tutti un buon lavoro !

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GLI ARPEGGI DELLE TRIADI (I)

Introduzione

Desidero prima di tutto ringraziarvi per la simpatia e l'interesse che avete mostrato verso il corso con le vostre graditissime e-mail. Spero che continuiate a seguirmi con la stessa assiduità!

In questa lezione e nelle tre successive vi proporrò alcuni esercizi di tecnica strumentale relativi agli arpeggi di triadi, seste e settime. L'argomento è di fondamentale importanza per l'accompagnamento

contrabbassistico dei brani di jazz (e non solo per quelli!).

Per ottenere una buona e chiara linea melodica (walkin' bass come dicono gli americani), rispettosa del giro armonico di un brano musicale (almeno per gli stili tradizionale, swing, be bop e cool jazz), non si può prescindere da un approfondito studio tecnico sugli arpeggi.

Gli esercizi dalla prima all'ottava posizione saranno eseguiti con la diteggiatura "italiana", vale a dire tenendo unite le dita 2 e 3 della mano sinistra. Per le posizioni dalla nona in poi, corrispondenti al "sotto manico" della tastiera del contrabbasso, adotteremo una diversa tecnica che esporrò in seguito.

TRIADI MAGGIORI

Come forse già saprete, per realizzare su di un qualsiasi strumento una triade maggiore, dopo aver suonato la tonica (la nota che dà il nome all'accordo), è necessario eseguire un intervallo di terza maggiore ed un altro di quinta giusta. Sulla tastiera del contrabbasso le diteggiature relative a tutti gli intervalli non sono sempre uguali, ma vanno restringendosi man mano che ci si allontana dal capotasto. Per un contrabbassista alle prime armi ciò, spesso, comporta problemi d'intonazione.

Consiglio quindi di verificare sempre l'intonazione delle note eseguite confrontandole con le corde a vuoto (ovviamente se il contrabbasso è ben accordato!). Una valida alternativa è anche quella di avere a portata di mano una tastiera o un pianoforte per il confronto delle intonazioni.

Passiamo ora all'esecuzione: la tonica dovrà essere suonata con le dita 2'3 unite sulle corde IV(Mi) o III(La), la terza maggiore col dito 1 posto un semitono dietro ed una corda sotto, la quinta giusta con il dito 4 una terza minore più avanti, sempre una corda sotto la tonica.

Si può completare l'esercizio della triade maggiore suonando la tonica ripetuta un'ottava sopra, che si trova in corrispondenza della quinta giusta, ma una corda sotto (vedi la figura 2-1).

Fig. 2-1

L'esercizio proposto prevede l'esecuzione delle triadi maggiori dal SI (2a posizione) al FA (8a posizione). Le diteggiature dovranno essere eseguite in senso ascendente e discendente senza l'ausilio delle corde a vuoto che, come abbiamo già spiegato, avranno l'esclusivo scopo di verificare, al termine di ogni

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esecuzione, l'esattezza delle intonazioni.

In figura 2 sono riportati solo gli esempi delle triadi del SI maggiore e del DO maggiore. Dal REb maggiore al MI maggiore si adotterà la stessa diteggiatura, traslata in senso ascendente, di semitono in semitono.

Fig. 2-2

Altro consiglio: dalla terza maggiore alla quinta giusta c'è un intervallo di terza minore , accertatevi che il mignolo compia effettivamente tale intervallo; in genere, se non si è attenti, viene fuori una quinta giusta piuttosto calante d'intonazione (quasi una quinta diminuita!). Otretutto questo fatto vi comprometterebbe anche l'intonazione dell'ottava.

Lo stesso esercizio va eseguito anche partendo dalla IV corda (MI) con le medesime diteggiature (vedi figura 2-3). In questo caso dovrete eseguire le triadi maggiori dal FA# (2a posizione) al Do (8a posizione).

Fig. 2-3

TRIADI MINORI

Sulla falsa riga di quanto raccomandato per le triadi maggiori, passiamo ora ad esaminare le diteggiature relative alle triadi minori.

Gli intervalli di riferimento saranno di terza minore, quinta giusta e ottava. Le diteggiature relative sono riportate nello schema di figura 2-4.

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Fig. 2-4

Come si potrà notare, in questo caso gli intervalli di quinta giusta e di ottava dovranno essere realizzati con le dita 2'3, mentre l'intervallo tonica - terza minore verrà realizzato, sulla stessa corda, con la diteggiatura allargata 1 - 4.

Come per le triadi maggiori, l'esercizio si eseguirà dal SI al FA per la III corda (LA), dal FA# al DO per la IV corda (MI). Riguardo alle intonazioni le raccomandazioni restano le stesse.

In figura 2-5 sono riportati sul pentagramma gli esempi relativi al SI minore e DO minore.

Fig. 2-5

Nella prossima lezione analizzeremo le diteggiature delle triadi con quinta alterata (aumentate e diminuite).

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GLI ARPEGGI DELLE TRIADI (II)

Introduzione

Un cordiale saluto a tutti gli amici di Jazz Convention. La scorsa lezione abbiamo esaminato in dettaglio le diteggiature per gli arpeggi delle triadi maggiori e minori.

L'esercizio, in sé, può sembrare abbastanza banale e scontato, data l'apparente semplicità di esecuzione.

Dico apparente non a caso: l'errore più ricorrente di noi contrabbassisti (l'ho sperimentato più volte su me stesso e sui miei allievi) è quello di tendere a "bruciare le tappe" di apprendimento, dedicando un tempo non adeguatamente lungo e approfondito alla verifica quotidiana della propria tecnica strumentale.

In particolare, consiglio di verificare con attenzione e continuità e la corretta posizione di mano e gomito sinistro. Su quest'ultimo aspetto è bene precisare che il gomito sinistro deve rimanere possibilmente alzato, poiché, dopo qualche minuto, noi contrabbassisti abbiamo la tendenza ad abbassare istintivamente il gomito a causa di un fisiologico calo di concentrazione (leggete pigrizia).

Per concludere desidero menzionare una celebre dichiarazione rilasciata dal grande bassista elettrico Jaco Pastorius in un'intervista: gli fu chiesto quale fosse il segreto per acquisire quella strabiliante padronanza strumentale da lui sfoggiata in ogni occasione, Jaco rispose così: "non basta studiare dalle sei alle otto ore al giorno, bisogna, ogni volta, iniziare dagli esercizi preliminari, vale a dire dalle corde a vuoto".

TRIADI ALTERATE

Nella precedente lezione abbiamo studiato le diteggiature delle triadi maggiori e minori. Andremo ora ad analizzare due dei quattro tipi con la quinta alterata, i due tipi maggiori. La procedura adottata nelle esecuzioni sarà la stessa degli esercizi svolti nella precedente lezione.

TRIADE DI QUINTA AUMENTATA

La triade di quinta aumentata si ottiene allargando di un semitono l'intervallo di quinta giusta a partire dalla struttura di una triade maggiore. Ad esempio: la triade di Do Magg. è costituita dalle note Do - Mi - Sol, il corrispondente accordo di quinta aumentata avrà le seguenti note, Do - Mi - Sol#.

Nella tecnica contrabbassistica l'allargamento dell'intervallo di quinta giusta può comportare qualche problema in fase di esecuzione, specie se si vuole associare la quinta con l'ottava. Il problema è in qualche modo risolto se facciamo partire la diteggiatura dalla IV corda (vedi Figura 3-1), nel caso specifico, infatti, basterà sovrapporre tre intervalli di terza maggiore sulle quattro corde per avere l'arpeggio completo dalla tonica all'ottava.

Fig. 3-1

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L'esempio di figura 3-1 riporta le note Sol - Si - Re# - Sol (Sol 5a aum.) dalla IV alla I corda.

Le cose però si complicano quando vogliamo posizionare la tonica sulla III corda. In questo caso possiamo seguire le strade indicate nelle figure 3-2 e 3-3.

Fig. 3-2

Fig. 3-3

Le opzioni riportate nelle figure 3-2 e 3-3 hanno analoghe difficoltà esecutive, infatti in entrambi i casi si presenta la necessità di eseguire un intervallo di terza maggiore con le dita 1 e 4, nel primo caso tra le note Mi e Sol#, nel secondo tra le note Sol# e Do. Vi consiglio di provare entrambe le soluzioni, per poter

scegliere quella a voi più congeniale o quella che, in base al tipo di linea melodica, si presta meglio ai casi specifici che incontrerete.

In figura 3-4 ho trascritto in chiave di basso gli arpeggi delle triadi Sol 5+ e Do 5+, relativi alle diteggiature dalla IV e dalla III corda.

Come per le posizioni studiate nella precedente lezione, anche questi esercizi vanno ripetuti almeno fino al Do sulla IV corda e fino al Fa sulla III corda.

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Fig. 3-4

USO DELLE TRIADI AUMENTATE

Questo tipo di accordi ha una particolarità che è bene evidenziare: Le triadi aumentate sono equivalenti ad intervalli di terza maggiore, vale a dire ad esempio che l'accordo di Do 5+ equivale al Mi 5+ ed al Sol#

5+.

Se andiamo ad analizzare le strutture armoniche di una triade quinta aumentata ci accorgiamo che ogni accordo rappresenta il rivolto di altri accordi dello stesso tipo, distanti fra loro una terza maggiore.

Per comprendere meglio quanto appena detto approfondiamo l'esempio precedente: l'accordo Do 5+ è formato dalle note Do - Mi- Sol#, l'accordo Mi 5+ dalle note Mi - Sol# - Si# (Do), accordo Sol# 5+ dalle note Sol# - Si# - ReX (Mi)[nota: il simbolo X rappresenta l'alterazione doppio diesis]. Come si può ben notare le note sono le stesse per tutti e tre gli accordi, quindi Do 5+=Mi 5+=Sol# 5+.

Detto ciò si può affermare che in armonia è sufficiente classificare solo quattro famiglie di quinta aumentata per identificarle tutte; queste famiglie sono:

1. Do 5+ = Mi 5+ = Sol# 5+

2. Reb 5+ = Fa 5+ = La 5+

3. Re 5+ = Fa# 5+ = La# 5+

4. Mib 5+ = Sol 5 + = Si 5+

La conseguenza pratica dell'equivalenza appena descritta è che, quando ci troviamo ad accompagnare questi accordi, possiamo liberamente passare da una triade all'altra della stessa famiglia. Una simile libertà esecutiva vi permetterà maggiori soluzioni nell'accompagnamento e nell'improvvisazione.

TRIADI DI QUINTA DIMINUITA

Del tutto diverso è il caso della triade maggiore con quinta diminuita. Questa tipologia di accordi è piuttosto dissonante, quindi il suo uso è limitato solo ad alcuni generi musicali (ad esempio il Be Bop, specie se l'accordo è arricchito da un intervallo di 7a minore).

La diteggiatura della triade quinta diminuita è alquanto semplice (vedi figura 5), basta abbassare l'intervallo di quinta giusta di un semitono. Lo schema presentato in figura 5 è applicabile anche partendo dalla IV corda.

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