Assessorato Programmazione Territoriale e Urbanistica
LA VARIANTE DI MANUTENZIONE DEL PTC PER IL TERRITORIO RURALE
RAPPORTO AMBIENTALE INTEGRATO Valutazione Ambientale Strategica
Ottobre 2013
Autorità Procedente : Consiglio Provinciale Autorità Competente : Giunta Provinciale
Autorità Proponente : Dipartimento dello Sviluppo Locale
Responsabile del Procedimento Dott. Paolo Picchi
INDICE :
RAPPORTO AMBIENTALE INTEGRATO
1. INTRODUZIONE
1.1. OBIETTIVI DELLA VARIANTE 1.2. INQUADRAMENTO LEGISLATIVO 1.3. VAS INQUADRAMENTO LEGISLATIVO 1.4. SOGGETTI COINVOLTI NEL PROCEDIMENTO 1.5. RAPPORTO AMBIENTALE
1.6. OBIETTIVI GENERALI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 1.7. RECEPIMENTO DEI CONTRIBUTI E DELLE OSSERVAZIONI PERVENUTE
1.7.1 TABELLA ESPLICATIVA : COERENZA INTERNA ESTERNA
1.7.1 / b ARTICOLI MODIFICATI E/O INTEGRATI / RECEPIMENTO CONTRIBUTI e OSSERVAZIONI / TABELLA ESPLICATIVA : COERENZA INTERNA ESTERNA
1.8. STUDI E APPROFONDIMENTI
2.1. VARIANTE AL PTCP- INFORMAZIONI 2.2. RIFERIMENTI PROGRAMMATICI
2.3 INDICAZIONI INERENTI LA VARIANTE AL PTCP RELATIVE AI POSSIBILI EFFETTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DELLA SUA ATTUAZIONE
2.3.1 ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI E DEGLI OBIETTIVI DEL PROCEDIMENTO DI VARIANTE DEL PTC
2.3.2 OBIETTIVI
2.3.3 TUTELA DEI PAESAGGI PROVINCIALI
2.3.4 VALORIZZAZIONE DEI PAESAGGI PROVINCIALI 2.3.7. POSSIBILI EFFETTI AMBIENTALI
3. STRUTTURA DEL RAPPORTO AMBIENTALE, METODOLOGIA DI VALUTAZIONE 3.1. RAPPORTO CON ALTRI PIANI E PROGRAMMI
3.2. CARATTERIZZAZIONE DELLO STATO DELL’AMBIENTE E SUA EVOLUZIONE PROBABILE SENZA LA VARIANTE AL PTC
3.3 CARATTERISTICHE AMBIENTALI, CULTURALI E PAESAGGISTICHE DELLE AREE CHE POTREBBERO ESSERE SIGNIFICATIVAMENTE
INTERESSATE DA PROBLEMATICHE AMBIENTALI ESISTENTI 3.4 IL QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO COMPRENSIVO
DELL’ACCERTAMENTO DELLO STATO DELLE RISORSE INTERESSATE 3.4.1 IL QUADRO CONOSCITIVO DISPONIBILE E LE CONSEGUENTI ELABORAZIONI
3.4.2 AGGIORNAMENTO E INTEGRAZIONE DEL QUADRO CONOSCITIVO -INTERPRETATIVO 3.4.3 ACCERTAMENTO DELLO STATO DELLE RISORSE INTERESSATE
3.5. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE
3.6. INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE IMPATTI SIGNIFICATIVI
3.7. POSSIBILI MISURE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EFFETTI
NEGATIVI SULL'AMBIENTE A SEGUITO DELL ’ATTUAZIONE DELLA VARIANTE AL PTCP 3.8. LE RAGIONI DELLA SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE
3.9. INDICAZIONI SU MISURE DI MONITORAGGIO AMBIENTALE 3.10 SINTESI NON TECNICA
4. RAPPORTO CON LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA
5. RAPPORTO AMBIENTALE INTEGRATO COERENZA INTERNA ESTERNA 6. ASPETTI METODOLOGICI
7.1 LA CONTABILITÀ AMBIENTALE
7.2 IL PROCESSO DI VALUTAZIONE INTEGRATA E LA CONTABILITÀ AMBIENTALE 8. SCENARI DI RIFERIMENTO E OBIETTIVI DEL PROGETTO
9. COERENZA DEL PROGETTO CON I VIGENTI PIANI E PROGRAMMI 10. CERTIFICAZIONE DI COERENZA
11. IL RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀ
12. IL BILANCIO DELLE RISORSE ESSENZIALI DEL TERRITORIO 13. IL BILANCIO DELLE REALIZZAZIONI
14. MISURE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EFFETTI NEGATIVI 15. LE RAGIONI DELLA SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE
16. DEFINIZIONE DI UN SISTEMA DI MONITORAGGIO (L’OSSERVATORIO)
1.INTRODUZIONE
La Provincia di Pisa è dotata di Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP) approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n.100 del 27/ 07/ 06. Con Del.CP. n.44 del 23 giugno 2011 è stato avviato il procedimento per la sua revisione “Avvio procedimento di variante al PTC provinciale per la disciplina del Territorio Rurale”
La determinazione di configurare una variante specifica del territorio rurale è stata dettata dall'esigenza di recepire le sopravvenute disposizioni normative e le problematiche dettate dalla Comunità Europea, adeguandole al mutato contesto socio economico del mondo agricolo. L’obbiettivo è quello di garantire il presidio delle campagne e dei territori collinari assicurando al contempo la presenza di aziende agricole attraverso il potenziamento della qualità e dello sviluppo di tali attività.
Con atto n.256 del 16 novembre 2011, la Giunta Provinciale ha deliberato l'integrazione della variante , per quanto riguarda sia la valutazione Integrata (VI) ai sensi dell’art. 11 della LR n.1/2005 e del regolamento n. 4/R del 9.02.2007, sia per quanto riguarda la valutazione ambientale strategica (VAS) secondo quanto disposto all’art. 23 della LR n.10/2010 e s.m.i.
Con atto deliberativo del Consiglio Provinciale n 49 del 8 ottobre 2012, è stata adottata la Variante di Manutenzione del PTC per il Territorio Rurale.
1.1.OBIETTIVI DELLA VARIANTE
Gli elementi di rilevanza ambientale e paesaggistica presenti nel PTC vigente, sono molteplici, avendo il Piano , come obiettivo principale, la tutela dell'integrità fisica e dell'identità culturale del territorio quale condizione ad ogni scelta di trasformazione.
Dal 2006 , anno di approvazione del PTC, l' applicazione pratica della sua normativa , il recepimento delle direttive europee e il mutato contesto socio economico del mondo agricolo, hanno portato a nuove valutazioni e considerazioni. Del territorio rurale.
La Variante del PTCP, in continuità con il PIT della RT, intende preservare le aree di maggior pregio e di maggior fragilità paesaggistica e ambientale da trasformazioni incondizionate, salvaguardando il territorio rurale con criteri e regole per la sua edificazione e urbanizzazione, che dovrà essere del tutto eccezionale, quanto eccellente.
I nuovi temi introdotti dalla Variante al PTCP , coerenti con le normative vigenti, riguardano la conservazione e il presidio delle campagne e dei territori collinari , salvaguardandoli da trasformazioni urbanistiche che ne sminuiscano la rilevanza e la funzionalità ,e assicurando allo stesso tempo, la presenza dell'attività agricola. Il territorio rurale come la somma degli elementi peculiari che lo contrassegnano , e che sono il risultato delle relazioni che nel tempo sono intercorse tra luogo, storia, natura, lavoro e società locali.
In relazione al territorio rurale si possono sintetizzare alcuni aspetti che vengono rafforzati e/o introdotti nella Variante per il Territorio Rurale e che riguardano : la promozione di azioni per migliorare la naturalità complessiva del paesaggio e mantenerne inalterati gli ecosistemi
; la promozione di una cultura ambientale ; la valorizzazione e conservazione delle visuali paesaggistiche ; la conservazione della struttura agraria e della tipologia architettonica tradizionale, anche in funzione di favorire la nascita di nuove opportunità di lavoro e di nuove figure imprenditoriali e professionali, la valorizzazione degli ambiti rurali a bassa densità insediativa, quali elementi di qualità del patrimonio collinare e per il ruolo di connessione tra le aree urbanizzate e il territorio aperto.
Il ruolo dell' attività agricola rappresenta infatti uno degli aspetti più innovativi della Variante sotto l'aspetto della sua conservazione e valorizzazione , in quanto funzionale alla
mantenimento del paesaggio toscano come forma di tutela e di presidio ambientale del territorio, ed essenziale per la salvaguardia della produzione agro – alimentare . In tal senso la Variante al PTC specifica nelle NTA la "valorizzazione del territorio agricolo , attraverso la identificazione e salvaguardia delle aree più significative dal punto di vista produttivo" , e anche la " promozione della biodiversità animale e vegetale e la loro interazione con le attività forestali e agricole".
Tra gli approfondimenti compiuti per la stesura della Variante sono state analizzate le dinamiche in atto nel territorio provinciale in relazione ai dimensionamenti complessivi, che hanno riguardato il consumo di suolo avvenuto nel decennio 95-05, e per lo stesso decennio, la verifica delle ricadute dei PMAA , e quindi le trasformazioni che hanno interessato il territorio agricolo. In tal senso un valido suppoto conoscitivo è stato dato dallo studio del Piano Locale di Sviluppo Rurale provinciale.
1.2. INQUADRAMENTO LEGISLATIVO
- La Variante del Territorio Rurale al Piano territoriale di Coordinamento Provinciale (PTC) interessa :
- la disciplina Proviciale del territorio rurale, in recepimento dell regolamento Regionale per il territorio rurale, e per affrontare problematiche relative alle nuove esigenze del mondo del lavoro agricolo;
- l’installazione di impianti per la produzione e il trasporto di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia che necessitano di essere regolamentati nei loro rapporti con il territorio rurale;
- l’ adeguamento del PTC al Piano Paesistico Regionale relativamente agli approfondimento degli ambiti secondo i criteri stabiliti nel PIT;
- gli approfondimenti di altre tematiche non sufficientemente trattate nel PTC vigente.
- Pertanto la Variante recepisce :
- la legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1"Norme per il governo del territorio"e s.m.i.,e adegua lo strumento territoriale di coordinamento, al nuovo regolamento Regionale per il territorio rurale ai sensi dei regolamenti 5/R e n.7/R del 9/2/2010 “regolamento di attuazione del titolo IV capo III ( territorio rurale della LR 3 gennaio 2005 n.1 ( norme per il governo del territorio) con gli obiettivi di conservare, valorizzare e gestire le risorse territoriali e ambientali, promovendo, al contempo, la valorizzazione delle potenzialità e delle tendenze locali allo sviluppo
- il Piano energetico Regionale (PIER) del 2008 che favorisce e regola l’installazione di impianti di energia rinnovabile;
- il PAI
- la LR 11/2011 in materia di installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che modifica la legge regionale 24 febbraio 2005, n. 39/
Disposizioni in Materia di Energia e la stessa legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1.
- le Schede di Paesaggio del PIT della Regione Toscana e smi ( Del C. R. n. 32 del 16 giugno 2009).
1.3. VAS INQUADRAMENTO LEGISLATIVO
La Direttiva 2001/42/CE ha esteso l’ambito di applicazione del concetto di valutazione ambientale preventiva ai piani e programmi, nella consapevolezza che i cambiamenti ambientali sono causati non solo dalla realizzazione di nuovi progetti, ma anche dalla messa in atto delle decisioni strategiche contenute nei piani e programmi; essa introduce la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) come strumento per rendere operativa l’integrazione di obiettivi e criteri ambientali e di sostenibilità nei processo decisionali strategici, al fine di rispondere alla necessità di progredire verso uno sviluppo più sostenibile.
La normativa statale di attuazione della direttiva è costituita dal D.lgs 152/2006 "Norme in materia ambientale" come modificato dal D.lgs 4/2008 Ulteriori disposizioni correttive e integrative del D.lgs. 152 2006 recante norme in materia ambientale", e come ulteriormente modificato dal D.lgs 128/2010 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69.
Il quadro normativo della Regione Toscana in materia di valutazione ambientale è costituito da: LR 10/2010 "Norme in materia di valutazione ambientale strategica (Vas), di valutazione di impatto ambientale (Via) e di valutazione di incidenza", modificata sia dalla LR 69/2010 sia modificata dalla LR 6/ 2012.
L’attività di valutazione è preordinata a garantire che gli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione dei piano o programma, o loro integrazioni, siano prese in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione. Così come previsto all’art. 7 della L.R. 10/10 il procedimento di VAS è stato avviato dal proponente contestualmente all’avvio del procedimento di formazione del Piano e si conclude alla sua approvazione.
1.4. SOGGETTI COINVOLTI NEL PROCEDIMENTO
Si richiamano di seguito i soggetti con specifici compiti ai fini della presente procedura di VAS:
- Proponente: Dipartimento dello sviluppo locale UO Urbanistica e SIT - Responsabile del Procedimento Dott. Paolo Picchi
- Autorità Competente: la Giunta Provinciale - Autorità Procedente: il Consiglio Provinciale
Si individuano inoltre i soggetti competenti in materia ambientale ai quali è stato inviato il documento ai fini della loro consultazione per la specificazione dei contenuti e del livello di dettaglio delle informazioni del presente Rapporto Ambientale:
• Regione Toscana
• Comuni della Provincia
•Comunità Montana dell’Alta val di Cecina
•Unione dei Comuni
• Parco Naturale Regionale di Migliarino S.Rossore e Massaciuccoli
• Autorità di Bacino Fiume Arno
• Autorità di Bacino del Fiume Serchio
• Bacino Toscana Costa•
•Autorità di Bacino della Regione Toscana
• Province di Lucca, Siena, Firenze, Livorno e Grosseto
• ATO Gestione Rifiuti
• ATO Sistema Idrico Integrato
• Agenzie Regionali ARPAT e ARSIA
• Associazione tutela dei consumatori
• Associazioni di Categoria Economiche
• Associazioni Ambientali
• Associazioni Sindacali
• Ordini e Collegi Professionali
• Soprintendenza beni Archeologica per la regione Toscana
•Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le Province di Livorno e Pisa
• Consorzi di Bonifica.
• ASL
• ARS
• Consorzi di Bonifica
• ATO Rifiuti della Regione Toscana
• ATO Acque della Regione Toscana
• Direzione regionale del Ministero peri Beni ed Attività Culturali
• Enti Parco regionali
e ogni altro ente ritenuto opportuno consultare nel corso dello svolgimento della procedura , ai sensi di legge.
1.5. RAPPORTO AMBIENTALE
Nel caso del PTC, il processo di valutazione assume la forma di strumento di controllo e verifica delle scelte progettuali, in grado di integrare le tematiche ambientali e di pianificazione (in questo caso territoriale) allo scopo di produrre uno strumento pianificatorio sostenibile in termini ambientali, sociali, economici e territoriali.
E’ possibile individuare sinteticamente tre fasi distinte:
Una prima fase, di natura strettamente strategica, capace di orientare le scelte del Piano Territoriale prima che queste siano state declinate in azioni e, quindi, in grado di fornire un contributo determinante alla definizione di obiettivi e linee di intervento già chiaramente indirizzati verso la sostenibilità.
Una seconda fase, di natura più strettamente operativa, in cui le potenziali criticità emerse hanno rappresentato uno dei riferimenti principali per l’aggiornamento di un sistema di regole, codice e carta dei principi (componente statutaria del PTC) che definiscono i criteri di valutazione per la verifica della sostenibilità delle azioni, quindi il programma e la restante parte del codice, (componente strategica del PTC).
Una terza fase, nella quale i risultati emersi nelle fasi precedenti vengono giudicate in base ai contenuti del P.T.C. vigente e di quello in aggiornamento, Piano di Indirizzo Territoriale e dei Piani sovraordinati.
L’attività di valutazione si concretizza quindi in un processo graduale che investe tutte le fasi nelle quali viene a costituirsi il Piano, dalla definizione di politiche che il piano intende raggiungere, alle linee di intervento da adottarsi e alle azioni di trasformazione previste.
Il rapporto ambientale costituisce il Documento della Valutazione Ambientale Strategica ai fini dello svolgimento della VAS di cui aII'art. 24”Rapporto ambientale” della LR 10/10 e smi.
Tale documento riguarda gli aspetti di rilevanza ambientale introdotti nella variante al PTC e individua i contenuti minimi e le indicazioni necessarie riguardo ai possibili effetti ambientali significativi conseguenti l‘attuazione del piano stesso e del recepimento dei contributi e delle osservazioni pervenute.
In base alle normative vigenti il presente documento indaga e valuta gli effetti ambientali, territoriali, economici, sociali, sulla salute umana, indotte dalla nuova variante al Ptcp, in particolare esso contiene:
- l’individuazione, la descrizione e valutazione degli impatti significativi derivanti dall’attuazione della Variante;
- l’individuazione, la descrizione e valutazione delle ragionevoli alternative tenendo conto di quanto emerso dalle consultazioni di cui all’art.23;
- la definizione degli obbiettivi e delle strategie ;
- l’indicazione dei criteri di compatibilità ambientale, le misure previste per impedire, ridurre e compenzare gli eventuali impatti negativi sull’ambiente gli indicatori ambientali di riferimento e le modalità per il monitoraggio.
- da atto delle consultazioni ed evidenzia le motivazioni inerenti i contributi e le osservazioni pervenute.
1.6. OBIETTIVI GENERALI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA
La Valutazione Ambientale strategica VAS ha attivato una procedura di valutazione ambientale applicata a livello di politiche, piani, e programmi intesa ad individuare, valutando i potenziali impatti ambientali che potrebbero insorgere nel corso dell’attuazione della politica del progetto . La procedura ha inteso :
- attivare un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte(politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi) ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale .
- attuare la verifica della rispondenza politica, piano o programma con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, sia valutando i principi di sviluppo sostenibile, al suo interno, sia verificando il complessivo impatto ambientale, ovvero la diretta incidenza sullo stato dell’ambiente.
Pertanto la valutazione strategica si propone di verificare che gli obiettivi individuati siano coerenti con quelli propri dello sviluppo sostenibile, e che le azioni previste nella struttura di piano siano coerenti e idonee al loro raggiungimento.
La VAS ha lo scopo di evidenziare la congruità delle scelte pianificatorie rispetto agli obiettivi di sostenibilità definiti a livello internazionale, nazionale, regionale e locale.
Il processo di valutazione individua le alternative proposte nell’elaborazione del Piano, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e compensazione di cui si dovrà tener conto nelle successive fasi di attuazione del piano o nei successivi livelli di pianificazione e programmazione.
La VAS che è stata avviata durante la fase preparatoria della variante al PTCP si estende all’intero percorso decisionale , fino all' approvazione dell'atto.
La VAS rappresenta l’occasione per integrare nel processo di pianificazione territoriale i seguenti elementi:
• aspetti ambientali costituenti lo scenario di partenza rispetto alla quale valutare gli impatti prodotti dalle scelte di Piano;
• valutazione degli scenari evolutivi, delle alternative, degli obiettivi e delle scelte per individuare le misure di mitigazione/compensazione e per calibrare il sistema di monitoraggio.
1.7. RECEPIMENTO DEI CONTRIBUTI E DELLE OSSERVAZIONI PERVENUTE
I contributi pervenuti nella prima fase della procedura di variante sono stati n.17, mentre nella seconda fase le Osservazioni pervenute sono state n.15 , per un totale complessivo di n.32., così come analizzato e descritto puntualmente nel documento allegato all'atto di approvazione della variante : " Allegato G “.
Gli argomenti trattati hanno riguardato chiarimenti, puntualizzazioni e/o suggerimenti in merito agli adempimenti e/o all'articolazione normativa espressi nella Variante al Ptcp.
Sono stati accolti gli apporti tecnici e propositivi che hanno conseguito al miglioramento complessivo della variante , dei suoi contenuti e dei suoi obiettivi. La nuova articolazione normativa non muta in modo sostanziale le NTA e gli obiettivi della Variante. Sono state accolte le osservazioni e i contributi formulati dalla Regione Toscana (Settore Pianificazione del Territorio e Settore Produzioni Agricole ) riguardanti ulteriori specificazioni in merito al recepimento delle normative regionali vigenti e degli Strumenti Urbanistici sovraordinati.
Sono state recepite inoltre le osservazioni dell'Autorità di Bacino dell'Arno e del fiume Serchio e del Consorzio di Bonifica Ufficio Fiumi e Fossi riguardanti le integrazioni al PAI nelle NTA . Sono stati recepiti i contributi e le osservazioni formulate dai Servizi interni
all’Ente, ciascuno per le rispettive competenze.
Sono state parzialmente accolte le osservazioni e i contributi trasmesse dai Comuni in coerenza con le normative vigenti e con gli obiettivi della variante. I Comuni che hanno osservato sono stati n.11 su i 39 complessivi facenti parte del territorio provinciale: Calci, Castelfranco di Sotto, Orciano Pisano, San Miniato, Buti, Capannoli, Peccioli, Palaia, Pomarance, Montecatini Val di Cecina, Monteverdi M , oltre alla Unione Montana Alta Val di Cecina. Le tematiche ricorrenti hanno interessato le Aree Boscate, e le modalità di intervento nel territorio rurale. Le osservazioni sono state parzialmente accolte, in coerenza con gli obiettivi della variante e con le normative vigenti.
Sono state accolte le osservazioni e i contributi riguardanti gli art. 13.2.16 e 16.2.13 delle NTA del PTC sull' uso dei fanghi di depurazione in agricoltura , inoltrate dall'Ordine degli Agronomi e dal Collegio dei Periti Agrari di Pisa, Acque, dal Servizio Ambiente della provincia di Pisa e da Finagri srl, e sono stati integrati gli articoli di riferimento.
1.7. 1 / b ARTICOLI delle NTA del PTCP MODIFICATI E/O INTEGRATI
In relazione alle osservazioni “accolte” o “parzialmente accolte” si elencano gli articoli delle NTA del PTC che sono stati modificati e/o Integrati e le relative motivazioni e controdeduzioni. Per ulteriori specifiche e riferimenti si rimanda al documento della variante al PTCP All.G "Parere motivato su Contributi e Osservazioni Pervenute ".
Art. 13,2,4 – 13,2,5 e 13,2,6 NTA del PTC la modifica apportata sembra introdurre la possibilità per il Comune di escludere territorio classificato rurale come non più riferibile alle norme per le aree agricole, in quanto di particolare interesse ambientale. Le aree di particolare pregio naturalistico sono in generale riconosciute con specifiche norme (aree parco, ZPS, SIC ecc...) che determinano vincoli precisi per l'esercizio delle attività agricole. Non è chiara la ratio dell'inserimento indicato Accolta l'art. 13,2,4 è stato modificato eliminando la parte che poteva essere interpretata quale esclusione del territorio rurale come non più riferibile alle norme per le aree agricole, in quanto di particolare interesse ambientale.
Art 13.2.3 - 16.2.3 e 16,2,7 del PTC nella disciplina urbanistica del territorio rurale non sono specificate le tipologie e le modalità di adeguamento per gli strumenti di pianificazione comunale ) ; cambio di destinazione d'uso degli annessi non più utilizzati per fini agricoli : si ricorda che ai sensi dell'art. 23 del PIT, tale cambio di destinazione deve essere considerato equivalente a nuovo consumo di suolo ; l'art. 13,2,3 prescrive la revisione dei parametri urbanistici relativi ai manufatti precari ed annessi agricoli eccedenti la capacità produttive dei fondi, serre fisse ed annessi agricoli in generale, senza specificare le modalità e gli strumenti per l'attuazione di tali prescrizioni; Accolta
gli art 13.2.3 - 16.2.3 e 16,2,7 sono stati modificati specificando le tipologie e le modalità di adeguamento;
gli art. 13,2,3 è stato modificato, eliminando la parte di prescrizioni di revisione dei parametri urbanistici;
gli art. 13,2.3, e 16,2,5 sono stati modificati inserendo l'indicazione dell'art. 23 del PIT delle destinazioni compatibili;
Art. 13.2.16 e 16.2.13 del PTC disciplina sull'uso di spandimento di fanghi in agricoltura Accolta
gli art. 13.2.16 e 16.2.13 sono stati modificati: l’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura, sono di competenza specifica del Servizio Ambiente della Provincia e disciplinati da normative specifiche nazionali e regionali. Pertanto sono stati oggetto di revisione i relativi articoli, in sintonia da quanto espresso nel contributo del Servizio Ambiente della Provincia di Pisa e con quanto disposto dal D C.P. n 62/99 e D C.P. n 1000/2000 e smi.
Art 16.2.7 delle NTA del PTC Parzialmente Accolta
art 16.2.7 La norma modificata prevede che le trasformazioni urbanistiche ammissibili previste dai PS dovranno tendere al recupero e al risanamento conservativo, alla ristrutturazione edilizia senza cambiamento di destinazione d’uso né parcellizzazioni delle unità immobiliari. Il patrimonio edilizio rurale non più utile alla conduzione dei fondi agricoli, può cambiare la destinazione d’uso, con le modalità d’interventi previsti all’art. 43 dalla L:R. 1/2005 e s.m.i, compatibilmente con le funzioni rurali, di cui all’art.23 del PIT e in ottemperanza a quanto disciplinato dal PTC vigente.
Art 16.2.3 stabilire limiti temporali di applicazione degli interventi Parzialmente accolta:
art. 16,2,3 il contenuto modificato dell'art 16,2,3 è stato accorpato nell'art. 16.2.7 La norma modificataprevede
che le trasformazioni urbanistiche ammissibili previste dai PS dovranno tendere al recupero e al risanamento conservativo, alla ristrutturazione edilizia senza cambiamento di destinazione d’uso né parcellizzazioni delle unità immobiliari. Il patrimonio edilizio rurale non più utile alla conduzione dei fondi agricoli, può cambiare la destinazione d’uso, con le modalità d’interventi previsti all’art. 43 dalla L:R. 1/2005 e s.m.i, compatibilmente con le funzioni rurali, di cui all’art.23 del PIT e in ottemperanza a quanto disciplinato dal PTC vigente.
Art 16.2.5 Art 13.2.3 NTA del PTC disciplina delle trasformazioni urbanistiche, al cambiamento di destinazione d'uso del patrimonio edilizio rurale non più utile alla conduzione di fondi agricoli, ai parametri relativi all'installazione di manufatti precari, annessi agricoli, e serre fisse le prescrizioni devono essere riferite ai contenuti della l.r. 1/2005 e relativo regolamento di attuazione; Accolta
art. 13,2,3 e 16,2,5 È stato aggiunto agli art. 13,2,3 e 16,2,5 il riferimento alla L.R. 1/2005 e relativo regolamento di attuazione
Art 19 delle NTA del PTC perimetrazioni aree a pericolosità idraulica individuate nel PAI : Accolta Art 19 Su indicazione del Servizio Difesa del Suolo della Provincia di Pisa è stato integrato l'articolo 19 con le perimetrazioni delle aree a pericolosità individuate dal PAI
Art 19 e 22 delle NTA del PTC (Consorzio di Bonifica) aggiornamenti Accolta.
Art 19 e 22 Su indicazione del Servizio Difesa del Suolo della Provincia di Pisa sono stati integrati gli articoli 19 e 22 delle NTA del PTC , rimandando per la cartografia aggiornata, ai siti internet istituzionali
art. 20.2.5 delle NTA del PTC secondo capoverso è stato erroneamente riportato quanto segue: “ La provincia, in ottemperanza alla legislazione vigente, nella Tav QC13 (modificata) individua le zone di protezione ambientale...” . Considerando che la tavola QC13 come sopra indicato non sembra riportare modifiche, si resta in attesa di comunicazioni in merito anche al fine di verificare eventuali interferenze nel territorio di propria competenza. Accolta.
Art. 20.2.5 E' stato erroneamente inserito nel testo delle norme il termine modificato, . Il testo è stato pertanto corretto.
art. 29.9 del PTC fascia di distanza di 50 metri rispetto alle zone boscate; Parzialmente Accolta.
Art. 29.9 è stato in parte modificato Il testo conferma le limitazioni di edificabilità nella fascia di metri 50 contigua alle aree boscate. Tuttavia sono state inserite delle eccezioni a tale limitazione per le realizzazioni di opere strettamente collegate alle attività agro – silvo - pastorali e le aree edificate individuate dai PS alla data di pubblicazione sul BURT di approvazione della presente Variante. Per gli edifici legittimi esistenti nella fascia minima di rispetto di 50 metri sono stati disciplinati gli interventi ammissibili e di riduzione del rischio di incendio. Inoltre la distanza di 50 metri è più cautelativa per la prevenzione di danni da in incendio
Art 64.3 NTA del PTC Annessi : l'art. 5 del DGR 5/7/R prevede i casi in cui non debbano essere rispettati i minimi fondiari per la costruzione degli annessi Accolta
Art. 64,3 è stato modificato, allineando la norma al regolamento regionale specificando che la disciplina comunale del territorio rurale definisce le caratteristiche tipologiche, costruttive le superfici fondiarie minime necessarie per l’installazione degli annessi e le eventuali parti delle aree ad esclusiva o prevalente funzione agricola nelle quali è inibita l’installazione degli annessi di cui al presente articolo.
Art. 66,1 delle NTA del PTC dal testo sembra rilevare che appositi PAPMAA definiranno le superfici necessarie alla realizzazione di nuovi annessi agricoli o ristrutturazioni ed ampliamenti di esistenti per le attività connesse. Come indicato in precedenza si richiamano la legge regionale 1/2005 articolo 42 e regolamento 5/R art.9 per i casi di utilizzo del PAPMAA. Accolta.
Art. 66 Su indicazione del Servizio Politiche Rurali della Provincia di Pisa è stato modificato l'art 66, eliminando la parola “appositi”.
Art.69.2 Piani di Settore in merito agli stralci alla disciplina del PTC dei piani di settore si ricorda che l'art. 51 della L.R. 1/2005 stabilisce prescrizioni per il coordinamento delle politiche di settore della provincia Accolta:
Art 69.2 Al fine di assicurare il coordinamento e la conformità delle politiche territoriali è stato modificato l'artico 69.2 con la previsione di una conferenza interna.
TABELLA ESPLICATIVA : RECEPIMENTO OSSERVAZIONI COERENZA INTERNA / ESTERNA
La valutazione effettuata ha compreso un processo di natura “integrata”: in termini di coerenza del Piano con gli altri piani vigenti, in termini di effetti ambientali, sulle risorse naturali ed in termini di effetti territoriali socio-economici, in relazione alla popolazione ed alle attività interessate dal Piano. Tale modo di operare è proseguito anche nella fase di valutazione delle osservazioni e dei contributi pervenuti a seguito dell’adozione del Piano, quindi nella formulazione delle “controdeduzioni” , di cui il Parere Motivato richiamato al paragrafo 1.7.
VALUTAZIONE DELLE OSSERVAZIONI E DEI CONTRIBUTI ACCOLTI E/O PARZIALMENTE ACCOLTI COERENZA INTERNA
LEGENDA
COERENZA ESTERNA
Articoli delle NTA PTCP modificati a seguito delle osservazioni e contributi
accolti
COERENZA INTERNA COERENZA ESTERNA
Art. 13,2,4 – 13,2,5 e 13,2,6 Accolta
Art 13.2.3 - 16.2.3 e 16,2,7 Accolta
Art. 13.2.16 e 16.2.13 Accolta
Art 16.2.5 Art 13.2.3 Accolta
Art 19 e 22 Accolta
art. 20.2.5 Accolta
art. 29.9 Parzialmente
Accolta
Art 64.3 Accolta
Art. 66,1 Accolta
Art.69.2 Accolta
1.8. STUDI E APPROFONDIMENTI
1. confronto con le schede paesaggistiche del PIT Regionale;
2. il paesaggio rurale e le aree produttive agricole al fine di garantire la produzione di cibo;
3. tutela della qualità del patrimonio agricolo-rurale- paesaggistico attraverso la valutazione di tipologie insediative non urbane e dalla bassa densità abitativa quale elemento di qualità ambientale e paesaggistico;
4. criteri progettuali volti a ottenere il minor consumo possibile del territorio, sfruttando al meglio le risorse disponibili;
5. localizzazione e progettazione legata alla specificità dell’area con particolare riguardo alle caratteristiche delle aree agricole. In particolare in presenza di zone agricole caratterizzate da produzioni agroalimentari di qualità e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico culturale;
6. indicazioni finalizzate a individuare un equilibrato sviluppo delle fonti rinnovabili,tenendo conto delle caratteristiche fisiche e sociali del territorio agricolo , al fine di conciliare le politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio con quello dello sviluppo e valorizzazione delle energie rinnovabili (programmazione comunitaria, statale e locale)
7. localizzazione degli impianti di produzione di energie rinnovabili, attraverso
l’individuazione di criteri di miglioramento da recepire negli strumenti urbanistici comunali;
8. riutilizzo delle aree degradate da attività antropiche, pregresse o in atto, quali siti industriali, cave, discariche,siti contaminati, al fine di perseguire l’obiettivo della minimizzazione delle interferenze con il territorio e allo stesso tempo non sprecare territorio rurale;
9. Valorizzazione dei potenziali energetici delle diverse risorse rinnovabili del territorio (per ogni territorio,l’opportuna fonte rinnovabile). Nel rispetto di quanto sopra esposto si potrà consentire agli strumenti della pianificazione ai vari livelli, di definire la maggiore o minore idoneità o la totale idoneità delle diverse aree all’utilizzo ai fini localizzativi degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.
10. revisione dei parametri sulla base dell’evoluzione dei sistemi agroalimentari e delle necessità aziendali (in particolare alle attività connesse);
11. revisione normativa della multifunzionalità ;
12. la crescente multifunzionalità delle aziende agricole;
13. revisione dei parametri per l’esercizio dell’attività zootecnica in funzioni della applicazione delle norme sul benessere degli animali;
14. verifica, per quanto di competenza, di tipologie parametri degli annessi agricoli con fondi agricoli al di sotto dei parametri;
15. istallazione dei manufatti precari;
16. annessi agricoli eccedenti le capacità produttive;
17. installazione di serre fisse e di grandi dimensioni;
18. problematiche legate all’inserimento di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili;
19. problematiche relative allo spandimento dei fanghi in agricoltura;
20. verifica dei parametri relativi alle colture ortoflovivaistiche ai fini dei diritti edificator
2.1 VARIANTE AL PTCP- INFORMAZIONI
ESTREMI DELL’ATTO OGGETTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DENOMINAZIONE
La variante al PTCP prevede l’integrazione del piano territoriale di coordinamento Provinciale per la parte relativa alla disciplina del territorio rurale ai sensi della LR 1/2005 e s.m.i. e relativo regolamento di attuazione regionale n. 7R “ Regolamento di attuazione del titolo IV, capo III ( territorio rurale) della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 ( norme per il governo del territorio )e s.m.i.; Tempo indeterminato
RIFERIMENTI NORMATIVI
- LEGGE REGIONALE 3 GENNAIO 2005 N. 1"Norme per il governo del territorio";coordinata con le modifiche introdotte, aggiornamento al 10.
08 del 2011 e s.m.i.;
- DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 9 febbraio 2007, n. 3/R Regolamento di attuazione delle disposizioni del Titolo V della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio).
- REGOLAMENTO 5/R DEL 9.02.2007 regolamento di attuazione del titolo IV, capo III (il territorio rurale), della Legge 3 gennaio 2005 n.1 ( norme peril governo del tetitorio)”
aggiornato al Decreto del Presidente della Giunta Regionale 09 febbraio 2010, n. 7/R Modifiche al regolamento emanato con decreto del Presidente della Giunta Regionale 9 febbraio 2007, n.5/R (Regolamento di attuazione del Titolo IV, Capo III(Il territorio rurale), della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio).
- LEGGE REGIONALE 21 marzo 2011, n. 11 Disposizioni in materia di installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia. Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n. 39 (Disposizioni in materia di energia) e alla legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio);
- LEGGE REGIONALE 12 FEBBRAIO 2010, N. 10. “Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza e smi. LR 69/2010 , LR 6/ 2012.
- LEGGE REGIONALE 23 GIUGNO 2003, N. 30 “Disciplina delle attività agrituristiche in Toscana” aggiornata con le modifiche introdotte dalla LR n. 80 del 2009;
- TESTO COORDINATO DEL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 3 AGOSTO 2004, N. 46/R
(Regolamento di attuazione della legge regionale 23 giugno 2003, n. 30 (Disciplina delle attività agrituristiche in Toscana) con le modifiche introdotte dal reg. 35/2010 del decreto del Presidente della Giunta regionale 3 agosto 2004, n. 46/R - Regolamento di attuazione della legge regionale 23 giugno 2003, n. 30 (Disciplina delle attività agrituristiche in Toscana con le modifiche introdotte dal reg. 35/2010).
2.2 RIFERIMENTI PROGRAMMATICI
- Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) approvato con deliberazione del Consiglio regionale 24 luglio 2007 n. 72, e successiva implementazione per ladisciplina paesaggistica adottata con Deliberazione di Consiglio n. 32 del 16 giugno 2009;
- Piano Locale di Sviluppo Rurale
- Piano d’Indirizzo Energetico Regionale”(P.I.E.R); Approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 47 del 11 luglio 2008;
- Piano Regionale di Azione Ambientale ( 2007-2010) approvato con Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 32 del 14 marzo;
- PRAER piano regionale per le attività estrattive e il PAERP il PLSR;
PPAP( piano provinciale aree protette);
PAI ;
e ogni altro piano ritenuto opportuno nel corso dello svolgimento della procedura ai sensi di legge.
2.3. INDICAZIONI INERENTI LA VARIANTE AL PTCP RELATIVE AI POSSIBILI EFFETTI AMBIENTALI SIGNIFICATI DELLA SUA ATTUAZIONE
2.3.1. ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI E DEGLI OBIETTIVI DEL PROCEDIMENTO DI VARIANTE DEL PTC.
La variante al PTC ha efficacia sull’intero territorio Provinciale. Le problematiche affrontate risultano dalla seguente esposizione degli obiettivi generali di piano.
2.3.2 OBIETTIVI
Gli approfondimenti compiuti sulle dinamiche in atto nel territorio : verifiche dei dimensionamenti complessivi, consumo del territorio nel decennio 95-05, verifica delle ricadute dei PMAA nello stesso decennio, la redazione del PLSR con il proprio apparato conoscitivo e diagnostico, le nuove problematiche dettate dalla Comunità Europea, le recenti disposizioni normative nonchè l’applicazione pratica delle norme del PTC, ma soprattutto il mutato contesto socio economico del mondo agricolo, hanno portato alla determinazione di configurare una variante al PTC Provinciale relativa al territorio rurale.
Il procedimento di variante al PTC, avviato ai sensi dell’art.15 della legge regionale 3 gennaio 2005 n.1"Norme per il governo del territorio", si propone di procedere all’integrazione del PTC relativamente al Territorio Rurale, al fine di dettagliare e adeguare gli indirizzi e le prescrizioni dello strumento territoriale di coordinamento provinciale, alle sopravvenute disposizioni normative regionali, agli strumenti urbanistici sovraordinati, in riferimento alle scelte di carattere generale, ai sensi dell’art. 4 comma 1 della disciplina generale dello stesso;
Al fine di perseguire lo sviluppo sostenibile è stato necessario prendere in considerazione i problemi di natura ambientale e settoriale e conseguentemente individuare obbiettivi
ambientali e settoriali rilevanti per il settore o il territorio in esame. Si è ritenuto opportuno definire obbiettivi ambientali specifici relativi a problematiche effettivamente rilevanti per l’azione strategica in esame. La variante al PTC assume come finalità generale l‘effettiva ed efficace tutela del paesaggio, salvaguardia e recupero dei valori culturali da esso espressi, valorizzazione, conoscenza, fruizione e riqualificazione del paesaggio stesso.
La variante al piano intende meglio precisare e meglio descrivere il patrimonio territoriale rurale della Provincia, integrando nella nozione di paesaggio gli approcci estetico-percettivo, ecologici (qualita ambientali del paesaggio e sua organizzazione eco-sistemica) e strutturale (relazioni tra insediamento umano e ambiente) per interpretare in forme processuali le relazioni fra “‘paesaggio culturale" e "paesaggio ecologico". La variante al piano assume l’obiettivo che il patrimonio territoriale abbia un valore di esistenza e un valore d’uso in quanto risorsa, che riguarda la produzione di ricchezza a condizione che ne sia garantito il valore di esistenza. In questa prospettiva, le azioni di trasformazione del territorio devono essere valutate mediante un bilancio complessivo dei loro effetti su tutti gli elementi costitutivi del patrimonio stesso, in modo che nessuno di questi elementi possa essere ridotto o pregiudicato in modo irreversibile. Questo approccio metodologico e analitico conduce alla ridefinizione delle invarianti strutturali, intese come caratteri ed elementi identitari — materiali e immateriali —, principi generativi, saperi locali e regole di riproducibilità del patrimonio territoriale.
In funzione della necessaria chiarezza e accessibilità dell'architettura normativa e dei relativi livelli di cogenza, la variante al piano ne completa e perfeziona l’architettura, a partire dalla ridefinizione del patrimonio territoriale e delle invarianti strutturali, agli obiettivi di qualità attribuiti alle invarianti, la disciplina di piano assocerà regole per il loro conseguimento,espresse attraverso prescrizioni, indirizzi e direttive da declinare a livello provinciale e comunale.
La variante al piano affianca alla disciplina regolativa, disposizioni propositive di gestione
"attiva" delle trasformazioni. Nella visione di un’analisi generale, il piano è in grado di generare e definire intenventi di riqualificazione e valorizzazione.
In un inquadramento più generale, la variante al PTC affronta i seguenti aspetti:
relativamente al territorio rurale, gli approfondimenti compiuti sulle dinamiche in atto sul territorio (verifiche dei dimensionamenti complessivi, consumo del territorio nel decennio 95- 05, verifica delle ricadute dei PMAA nello stesso decennio, redazione del PLSR con il proprio apparato conoscitivo e diagnostico, nuove problematiche derivanti da novità regolamentari dettate dalla Comunità Europea, nonché l’applicazione pratica delle norme del PTC) hanno portato alla determinazione di configurare una variante relativa al territorio rurale che tenga conto delle novità introdotte a vari livelli, ma anche e soprattutto dal mutato contesto socioeconomico del mondo agricolo.
Nella variante sono stati affrontati i seguenti argomenti :
- revisione dei parametri sulla base dell’evoluzione dei sistemi agroalimentari e delle necessità aziendali (in particolare quelle relative alle attivitàconnesse);
- revisione normativa della multifunzionalità (rilevate criticità normative nell’ambito della definizione di tipologie e parametri per le cantine dovute alle mutate esigenze produttive e di mercato);
- la crescente multifunzionalità delle aziende agricole;
- revisione dei parametri per l’esercizio dell’attività zootecnica in funzione della completa applicazione delle norme sul benessere degli animali;
- verifica, per quanto di competenza, di tipologie/parametri degli annessi agricoli con fondi agricoli al di sotto dei parametri;
- istallazione dei manufatti precari;
- annessi agricoli eccedenti le capacità produttive;
- istallazione di serre fisse e di grandi dimensioni;
- problematiche legate all’inserimento di impianti per la produzione di energia da fonti
rinnovabili;
- problematiche relative allo spandimento dei fanghi in agricoltura;
- verifica dei parametri relativi alle colture ortoflovivaistiche ai fini dei diritti edificatori;
- confronto con le schede paesaggistiche del PIT Regionale;
- ulteriori meccanismi di incentivo/disincentivo per la promozione di una corretta gestione del territorio rurale;
- la necessità di preservare il paesaggio rurale e le aree produttive agricole al fine di garantire la produzione di cibo;
- tutela del qualità del patrimonio agricolo-rurale-paesaggistico attraverso la valutazione di tipologie insediative non urbane e a bassa densità abitativa quale elemento di qualità ambientale e paesaggistico.
Relativamente alle fonti rinnovabili in zona agricola, il PTC ha individuato norme coordinate con la normativa regionale e nazionale vigente, finalizzate ad individuare uno sviluppo equilibrato, tenendo conto delle caratteristiche fisiche e sociali del territorio provinciale, ai sensi della nuova Legge Regionale 11/2011. Tutto ciò al fine di conciliare le politiche di tutela e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio con quello dello sviluppo delle energie rinnovabili;
Al fine di migliorare la localizzazione degli impianti, il PTC Provinciale, nell’ambito delle proprie competenze, individua ulteriori elementi di cautela negli strumenti urbanistici comunali per:
- ricorrere a criteri progettuali volti a ottenere il minor consumo possibile del territorio, sfruttando al meglio le risorse disponibili;
- favorire prioritariamente il riutilizzo delle aree degradate da attività antropiche, pregresse o in atto, quali siti industriali, cave, discariche, siti contaminati, al fine di perseguire l’obiettivo della minimizzazione delle interferenze con il territorio e allo stesso tempo non sprecare territorio rurale;
- favorire una localizzazione e una progettazione legata alla specificità dell’area, con particolare riguardo alle caratteristiche delle aree agricole. In particolare in quest’ultimo punto si dovrà tenere conto della presenza di zone agricole caratterizzate da produzioni agro alimentari di qualità e/o di particolare pregi o rispetto al contesto paesaggistico- culturale;
- favorire le fonti rinnovabili, quale aspetto della multifunzionalità dell’azienda agricola, al fine dell’auspicabile raggiungimento dell’autosufficienza energetica;
-valorizzare i potenziali energetici delle diverse risorse rinnovabili del territorio (per ogni territorio, l’opportuna fonte rinnovabile).
2.3.3.TUTELA DEI PAESAGGI PROVINCIALI
Obiettivo primario della variante al piano è la tutela del paesaggio provinciale, volta a
«riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, recuperare i valori culturali in esso espressi, alla conservazione dei suoi aspetti e caratteri peculiari, nonché la tutela dei valori estetici espressivi della bellezza dei luoghi. A tal fine la variante al piano definisce le regole statutarie che garantiscano nelle trasformazioni, la riproduzione del patrimonio territoriale edelle invarianti strutturali.
i seguenti obiettivi sono rivolti al mantenimento dei livelli di qualità dei paesaggi:
- conservare la qualità paesaggistica dell’organizzazione agricola;
- conservare e valorizzare il territorio agricolo;
- conservare e valorizzare l’architettura rurale e salvaguardia dei paesaggi rurali storici, dei suoli agricoli di pregio e del loro riconoscimento;
- tutelare e conservare la biodiversità animale e vegetale;
- recuperare le attività connesse all’agricoltura;
- utilizzare correttamente i fanghi in agricoltura;
- recuperare e riqualificare aree compromesse e degradate ;
- mantenere I’equiIibrio idro-geomorfologico;
- salvaguardia del sistema eco-ambientale di valore paesaggistico;
-consoIidamento del carattere identitario dell' insediamento storico (concentrato e disperso),attraverso la promozione di manutenzione, restauro e recupero finalizzati a mantenerne o restituirne la vitalità sociale, economica e culturale, e i valori estetici;
- consoIidare il carattere identitario dei luoghi e dei manufatti della produzione agricolo- forestale, artigianale ed industriale storicizzati;
- mantenimento e recupero degli spazi pubblici e di uso collettivo come beni comuni anche di indentità paesaggistica;
- assicurare la compatibilita, coerenza e integrazione tra gli interventi di trasformazione con ricadute paesaggistiche, e i valori ambientali, storici ed estetico - percettivl riconosciuti dalla variante al Piano.
2.3.4 VALORIZZAZIONE DEI PAESAGGI PROVINCIALI
La valorizzazione culturale dei paesaggi provinciali, da attuarsi nel rispetto delle esigenze della tutela, discende da una pluralità di attività di «conoscenza, informazione e formazione»
(rivolte alle popolazioni, nonche da attività di «riquaIificazione e fruizione» del patrimonio territoriale. Progetti di carattere paesaggistico a livello provinciale e locale, esito di interazione con le popolazioni, concorrono alla tutela e valorizzazione del paesaggio e alla sua riproduzione, anche perseguendo «nuovi valori paesaggistici, coerenti ed lntegrati.
I seguenti obiettivi sono rivolti alla valorizzazione dei paesaggi regionali:
- individuare aree di valore paesaggistico ambientale;
- individuare aree rurali con caratteri di marginalità dal punto di vista della produzione agricola;
- valorizzare e conservare le visuali paesaggistiche;
- valorizzare le produzioni agricole locali;
- promuovere sinergie tra agricoltura e ambiente;
- promuovere le relazioni tra agricoltura e aree protette;
- promuovere le fonti di energia rinnovabili;
- promuovere attività di servizio culturali e turistiche
- promuovere la conoscenza del patrimonio territoriale e delle regole che ne hanno determinato l’assetto paesistico;
- promuovere il consolidamento e la trasmissione dei saperi contestuali finalizzati alla riproduzione dei paesaggi provinciali`;
- costruzione di un quadro conoscitivo implementabile ai vari livelli istituzionali e aggiornabile;
- promuovere un adeguato livello di fruizione pubblica dei paesaggi;
valorizzare i caratteri identitari dei paesaggi attraverso interventi di ricaduta paesaggistica;
2.3.5 RIQUALIFICAZIONE DI SITUAZIONI DI DEGRADO E CONTENIMENTO DEI FENOMENI DI CRITICITÀ TERRITORIALI E AMBIENTALI
La variante al piano è finalizzata ad esprimere una disciplina indirizzata al recupero, alla riqualificazione e al «ripristino dei valori paesaggistici» delle «aree compromesse o degradate»; al conferimento di qualità architettonico - paesaggistica della cittá contemporanea, alla sua trasformazione fisico – funzionale e «al|’individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio, in funzione della loro compatibilità con i diversi valori paesaggistici riconosciuti e tutelati,con particolare attenzione alla salvaguardia dei paesaggi rurali» , «assicurando al contempo il minor consumo di territorio»1/2005, art. 3, c. 4).
Questo obiettivo ha comportato la definizione dei criteri e parametri per il riconoscimento delle situazioni di degrado, individuate dal Piano, facendo riferimento allo stato di conservazione,alle criticità e alle dinamiche in atto riferite alle componenti ambientale , storico - culturale ed estetico - percettiva.
La riqualificazione dell‘assetto eco sistemico alla base dei paesaggi, la riqualificazione delle aree rurali periurbane finalizzata al consolidamento del rapporto città-campagna anche in termini paesaggistici, con l’obbiettiovo della restituzione di qualità sociale, economica e culturale riqualificazione di situazioni di degrado e contenimento dei fenomeni di criticità territoriali e ambientali che hanno ricadute negative sulle qualità paesaggistiche.
La variante al PTC intende integrare la tutela, la valorizzazione e la riqualificazione del paesaggio «neIIe politiche che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio»;
L’obiettivo di integrazione e coordinamento con le politiche settoriali incidenti sul paesaggio ha comportato la individuazione e la verifica di azioni e misure coerenti al PIT e ai vari livelli di pianificazione e programmazione che hanno effetti diretti o indiretti sul paesaggio.
2.3.6. PARTECIPAZIONE E CONCERTAZIONE ISTITUZIONALE
La VAS attiene alle decisioni, e all’interpretazione degli esiti della VAS all’interno dei processi decisionali. La partecipazione del pubblico è riconosciuta come uno degli elementi necessari a garantire l’efficacia delle procedure di VAS. In coerenza con la Convenzione Europea del Paesaggio, e più in generale con le norme relative alla partecipazione, la variante al piano, nell‘ambito del processo di revisione, ha inteso assicurare il più ampio livello di partecipazione pubblica attraverso il coinvolgimento delle associazioni e della cittadinanza, con particolare attenzione ai "produttori di paesaggio", oltre alla concertazione con i soggetti istituzionali. Tali processi sono orientati alla formazione e diffusione di una nuova cultura del paesaggio basata sul riconoscimento e la condivisione collettiva del suo valore in quanto fattore di benessere individuale e sociale nonché possibile motore dello sviluppo locale.
A tal fine sono state attivate le seguenti azioni :
1. tavoli tecnici con gli enti locali ( Regione comuni, province, enti parco, associazioni di comuni, ecc.) per assicurare un costante flusso di informazioni e garantire la condivisione delle scelte nelle diverse fasi progettuali;
2. iniziative di informazione e di sensibilizzazione ai cittadini sui temi del paesaggio rurale, con particolare riferimento alla percezione sociale e culturale degli elementi e dei fenomeni che compongono il patrimonio paesaggistico; pertanto stimolando e attivando una funzione propositiva di elaborazione collettiva.
3. la condivisione delle strategie di tutela e di valorizzazione delle risorse paesaggistiche mediante forme di discussione pubblica per assicurare il contraddittorio, la testimonianza e la capacità di proposta dei cittadini singoli e associati circa gli interventi che hanno una diretta o indiretta rilevanza paesaggistica;
4. nuovo impulso all’Osservatorio Provinciale del Paesaggio, anche attraverso la messa in rete ed il coordinamento di osservatori locali, creazione di un sito WEB di visibilità e accessibilità pubblica.
La condivisione della Variante, la sua pubblicazione, hanno prodotto nuovi apporti conoscitivi riferiti al territorio rurale.I contributi pervenuti nella prima fase della procedura di variante sono stati n.17, mentre nella seconda fase le Osservazioni pervenute sono state n.15 , per un totale complessivo di n.32. Gli argomenti trattati hanno riguardato chiarimenti, puntualizzazioni e/o suggerimenti in merito agli adempimenti e all'articolazione normativa espressi nella Variante al Ptcp.
Sono state accolte le osservazioni e i contributi che hanno conseguito al miglioramento complessivo della variante , in relazione al territorio rurale e ai suoi obiettivi. Sono state parzialmente accolte e/o non accolte le oservazioni ed i contributi non pertinenti e debitamente motivati nell'allegato G.
2.3.7. POSSIBILI EFFETTI AMBIENTALI
Per ognuna delle problematiche ambientali individuate, per l’azione strategica in esame, è stato necessario effettuare una accurata previsione degli impatti ambientali. Le interrelazioni del Piano con l’ambiente e con le attività antropiche o settori di governo, determinano impatti ambientali. L’individuazione degli aspetti ambientali con cui il piano potrebbe interagire viene elaborata in riferimento all ’allegato II della Direttiva Europea 2001/42 Criteri per la determinazione dei possibili effetti significativi di cui all'articolo 3, paragrafo 5. L’analisi degli impatti ambientali è stata sviluppata attraversio i seguenti passaggi:
1.selezione di indicatori ambientali;
2.applicazione di metodi di previsione degli impatti;
3.utilizzo di dati di base;
4.aggregazione di sintesi dei risultati;
L’allegato 2 della L.R.10/2010 al comma f) e s.m.i. individua i possibili impatti significativi sull’ambiente . Le misure volte a tutelare e valorizzare il paesaggio sono quindi da ritenersi a priori sinergiche rispetto alle esigenze di salvaguardia ambientale.
La variante al PTC non dà luogo a trasformazioni dirette sull’ambiente, ma recepisce quelle derivanti dal PIT e dai piani di settore. Le disposizioni della variante al piano, troveranno di regola attuazione attraverso il loro recepimento nella pianificazione territoriale e urbanistica ordinaria dei Comuni. E’ a questo livello di dettaglio che le azioni previste dal piano potranno essere sottoposte a valutazione degli effetti.
Effetti ambientali indiretti si individuano inoltre nel possibile conflitto fra le disposizioni della variante al piano relative aII‘uso del patrimonio e delle risorse di valore paesaggistico ed alcune disposizioni di piani di settore che interessano le stesse risorse, quali quello energetico o quello per lo sviluppo rurale. Questo aspetto attiene essenzialmente alla valutazione del livello di integrazione fra il piano e la pianificazione regionale di settore.
3. STRUTTURA DEL RAPPORTO AMBIENTALE, METODOLOGIA
Nel presente capitolo viene definita la struttura del rapporto ambientale il cui indice deriva direttamente dai contenuti previsti dall'aIlegato 2 della LR 10/10.
Preso atto del Rapporto Ambientale Prima Parte e del rapporto Ambientale Seconda Parte adottata con Del.C.P. N 49 dell'8.10 2012, esecutiva dal 25. 10. 2012(pubbl.BURT) in questa fase vengono sviluppati gli aspetti valutativi, |’individuazione delle misure di mitigazione e compensazione e gli aspetti relativi al monitoraggio.
3.1 RAPPORTO CON ALTRI PIANI E PROGRAMMI
Ai sensi dell’allegato 2 della Lr. 10/10, e s.m.i. tra le informazioni da fornire nell’ambito del Rapporto ambientale è inclusa: “a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani e programmi
Il rapporto ambientale illustra i principali contenuti del Piano che derivano dal processo di valutazione svolto nel corso della sua formazione.
Nel Rapporto ambientale vengono sviluppate le relazioni del Piano rispetto ai piani e ai programmi pertinenti, ovvero quelli che rivestono interesse ambientale e che presentano possibili interferenze con I contenuti della variante al PTC Provinciale.
S prendono perciò in considerazione almeno i seguenti piani e programmi : - Piano Indidirizzo teritoriale regionale e sua implementazione Paesaggistica 2007-2009 (PIT)
- Piano di indirizzo energetico regionale (PIER) - Piano locale di sviluppo rurale;
- Piano di promozione delle risorse turistiche;
- Piano provinciale per la gestione dei rifiuti e per la bonifica dei siti inquinati;
- Programma di sviluppo rurale;
- Piano agricolo regionale;
- Piano regionale delle attività estrattive di recupero delle aree escavate e di
riutilizzo dei residui recuperabili (PRAER);
-PAI
- Piano provinciale per le attività estrattive, di recupero delle aree di cava e di riutitlizzo dei residui recuperabili (PAERP);
- Piano forestale regionale (Pfr) 2007-2011;
- Piano regionale della mobilità e della logistica;
- Piano interventi di contenimento e abbattimento rumore sulle strade regionali;
- Piano di azione regionale per la biodiversità;
- Piano regionale di gestione integrata della costa;
- Piani dei parchi nazionali e regionali della toscana;
- Piano provinciale delle aree protette;
- Programma degli interventi per la difesa del suolo;
3.2. CARATTERIZZAZIONE DELLO STATO DELL’AMBIENTE E SUA EVOLUZIONE PROBABILE SENZA LA VARIANTE AL PTC
Ai sensi dell’AII. 2 della Lr 10/10, tra le informazioni da fornire nell'ambito del Rapporto ambientale è inclusa: b) Aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano o del programma.
Lo stato attuale deII’ambiente è definito dalla Regione Toscana dalle periodiche relazioni sullo stato dell‘ambiente di ARPAT.
Gli aspetti pertinenti alla variante del PTC riguardano:
- energia,
- emissioni climalteranti e Protocollo di Kyoto, - conservazione della natura,
- difesa del suolo ed erosione costiera, - rifiuti,
- bonifiche dei siti inquinati, - qualità delle acque,
Il piano regionale di azione ambientale (PRAA) fornisce in particolare il quadro delle emergenze e delle criticità ambientali da inserire e sviluppare nel rapporto ambientale.
Ulteriori informazioni sono contenute nel quadro conoscitivo e valutativo del PTC vigente.
3.3 CARATTERISTICHE AMBIENTALI, CULTURALI E PAESAGGISTICHE DELLE AREE CHE POTREBBERO ESSERE SIGNIFICATIVAMENTE INTERESSATE DA PROBLEMATICHE AMBIENTALI ESISTENTI
Ai sensi deII AII. 2 della L.r. 10/10, tra le informazioni da fornire nell’ambito del rapporto ambientale sono incluse: c) Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate, d) Qualsiasi problema ambientale esistente pertinente al piano e programma.
Le caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche della Provincia di Pisa sono temi della variante al PTC descritte e valutate nelle specifiche problematiche ambientali.
3.4.IL QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO COMPRENSIVO
DELL’ACCERTAMENTO DELLO STATO DELLE RISORSE INTERESSATE E DELLE ULTERIORI RICERCHE DA SVOLGERE -ART. 15 COMMA 2 LETT b. LR1/2005 -
3.4.1. IL QUADRO CONOSCITIVO DISPONIBILE E LE CONSEGUENTI ELABORAZIONI Il Quadro conoscitivo del PTC approvato con delibera n. 100 del 27 luglio 2006 descrive, le principali dinamiche e i fenomeni nello spazio provinciale, i principali aspetti settoriali, i caratteri dei territori e dei paesaggi della Provincia Pisana l'individuazione degli Ambiti di paesaggio in cui e stato articolato il territorio provinciale, le relative schede di paesaggio contenenti il riconoscimento dei caratteri strutturali, gli obiettivi di qualità definiti rispetto ai
valori naturalistici, storico»culturali ed estetico – percettivi.
3.4.2.AGGIORNAMENTO E INTEGRAZIONE DEL QUADRO CONOSCITIVO - INTERPRETATIVO
Allo scopo di definire il Quadro conoscitivo/interpretativo, a scala provinciale e d'ambito, a partire dalle conoscenze contenute nei documenti del piano vigente sono stati analizzati i quadri conoscitivi dei vari piani di settore e loro varianti , e di altri enti o organismi titolari di informazioni territoriali pertinenti con le tematiche del paesaggio rurale.
Tale Quadro è stato costruito in modo tale da essere implementabile e aggiornabile. Il Quadro conoscitivo/interpretativo dei caratteri strutturali relativi al territorio rurale a scala Provinciale — composto da descrizioni cartografiche, testuali, grafiche e fotografiche.
Nello specifico ulteriori ricerche hanno interessato le tavole e la normativa correlata , che già fanno parte integrante e sostanziale degli elaborati grafici del QC del territorio rurale:
_ Tav.Q.C.7a Risorse agro-ambientali - la potenzialità agricola dei suoli e patrimonio edilizio rurale d’interesse tradizionale;
_ Tav.Q.C.7b Risorse agroambientali - le aree aree vocate alla produzione di vini a denominazione di origine controllata D.O.C.e D.O.C.G. e le aree
tartufigene;
_ Tav.Q.C.7c Risorse agroambientali – Uso del suolo;
_ Tav.Q.C.7d Risorse agroambientali – La risorsa idrica;
_ Tav.Q.C.7e.1 Risorse agroambientali – il sistema vegetazionale;
_ Tav.Q.C.7e.2 Risorse agroambientali – Il sistema vegetazionale del Monte Pisano;
_ Tav.Q.C.7f Risorse agroambientali – Carta della biodiversità rilevata;
_ Tav.Q.C.7g Risorse agroambientali – Aziende agricole per classe di S.A.U.
_ Tav.Q.C.7h Risorse agroambientali – La mano d’opera agricola;
_ Tav.Q.C.15 Condizioni di fragilità ambientale del territorio;
_ Tav.Q.C.18 gli istituti faunistico-venatori;
_ Tav.Q.C.19 il sistema ambientale;
_ Doc.Q.C.4a, La vegetazione del Monte Pisano;
_ Doc.Q.C.5a Analisi delle conoscenze faunistiche della provincia di Pisa;
_Doc.Q.C.5b La flora della provincia di Pisa –Aspetti corologici e biogeografici;
_ Doc.Q.C.6 S.I.R. in Provincia di Pisa – Schede;
_ Ulteriori documenti legati ai Piani di settore.
Pertanto gli ulteriori approfondimenti svolti hanno accertato lo stato delle risorse del quadro conoscitivo del P.T.C. in relazione biunivoca, con gli obiettivi specifici finalizzati allo sviluppo sostenibile nei sistemi territoriali locali e quindi con le discipline delle invarianti, (che costituiscono la struttura identitaria del territorio Provinciale) dei sistemi funzionali e con le discipline di valutazione volte a garantire la sostenibilità dello sviluppo e la strategia dello sviluppo delle risorse.
Dalle analisi effettuate è risultato che il Quadro conoscitivo/interpretativo vigente di livello Provinciale fornisce le conoscenze esaustive per la individuazione degli Ambiti di paesaggio rurale. A livello cartografico sono state implementate la TAV progettuale P06 e la TAV.QC 19 di quadro conoscitivo che identificano sia le aree facenti parte del Sistema Ambientale sia le aree prioritarie per l'istituzione di nuove aree protette. Nelle NTA sono normati e disciplinati i seguenti ambiti:
- Ambiti a prevalente carattere agricolo paesaggistico (caratterizzati dalla prevalenza di aree di interesse naturale e ambientale);
- Ambiti ad alta vocazione agricolo- produttiva (caratterizzati dalla presenza di attività agricola vitale);
- Ambiti periurbani (caratterizzati dalla continuità con l’urbanizzato);
- zone interessate dall’attività agricola o agro forestale ;