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STATISTICO ANNUARIO

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(1)

SISTEMA STATISTICO NAZIONALE

ISTITUTO NAZIONALE

DI STATISTICA

ANNUARIO

STATISTICO

ITALIANO

·

1997

(2)

ANNUARIO STATISTICO ITALIANO 1997

Istituto Nazionale di Statistica Via Cesare Balbo, 16 Roma

La riproduzione e la diffusione a fini non commerciali dei dati

contenuti nell'Annuario sono consentite a condizione di citare la fonte.

Stampato nel mese di dicembre 1997 Copie 6.000

Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato -Salario

(3)

•• ,a .< • ••• • a . . . ... . ••• •• • • • . . . .. . . ... ... . . ... . .. .. .. . .. .. . . . .. . . .

IJTATISTICO

ITALIANO.

Anno

I ..

1{OM..A

TIPOGRAFIA' ELZEVIRIANA

Annuario Statistico Italiano 1997

(4)

Indice generale

Introduzione. . . .

.

. . .

.

. . .. VII

Awertenze generali . . .

.

. . .

.

. . . .. XV

1 - Territorio, climatologia, ambiente ...

1

2 - Popolazione .

.

. . . .

.

. . .

.

. . . .. 27

3 - Sanità ... 55

4 - Assistenza e previdenza sociale~. .

.

. . .

. .

. . . .. 91

5 - Conti economici della protezione sociale . . .

.

. . . 115

6 - Giustizia . . .

. .

. . .

.

. . .

. .

. . .

.

129

7 - Istruzione . . .

.

.

.

. . . 167

8 - Cultura . . .

.

. . .

.

. . .

.

201

9 - Lavoro ... 239

10 - Elezioni ... 267

11 - Famiglie e aspetti sociali vari ... 279

12 - Contabilità nazionale ... 309

13 - Agricoltura ... 345

14 - Industrie ... 387

15 - Costruzioni. . . .

.

. . .

.

. .

.

. . . . 411

16 - Commercio interno . . .

.

. . .

.

425

17 - Commercio con l'estero ... 439

18 - Turismo ... 457

19 - Trasporti e comunicazioni ... 479

20 - Credito, assicurazioni, mercato monetario e finanziario ... 509

21 - Ricerca e sviluppo ... 541

22 - Prezzi . . .

.

. . .

.

. . . .

.

. . .

.

. . . 557

23 - Retribuzioni ... 583

24 - Bilanci delle imprese ... 601

25 - Finanza pubblica ... 627

26 - Censimenti . . .

.

. .

.

. . . .

.

. . . .

.

. . . .

.

. . 663

27 - Confronti internazionali . . .

.

. . .

. .

. .

.

. . . 707

Note metodologiche . . .

.

. .

.

. . .

.

. . .

.

. . .

.

. . . 735

(5)
(6)

Far che la diversità non sia più la nefasta sorgente delle contradizioni, delle negazioni e delle nimicizie, ma una materia inesauribile di nuove dimostrazioni di verità, di utili combinazioni di forze, e di feconde moltiplicazioni di vita, ecco il punto.

Cesare Correnti, Annuario statistico italiano, Anno I, 1858, p. 20.

Introduzione

Era il 1853 allorché Pietro Maestri, che sarebbe poi divenuto il primo

diret-tore dell'Ufficio di statistica del Paese, pubblicò l'Annuario economico-statistico.

Esso seguiva l'Annuario economico-politico del 1852. "II pensiero, che ha

pre-sieduto alla compilazione del presente Libro - scriveva Maestri nell'introduzione

- fu quello di venir raccogliendo, in una serie progressiva di studi, i maggiori dati

economici e politici dei vari Stati in cui

è

divisa la Penisola, per esaminarne il

valore, per dedurne le forze vitali, coordinandole possibilmente sotto il punto di

vista nazionale". L'opera fu però subito sospesa, in seguito ai moti

risorgimen-tali di Milano e all'esilio parigino dell'autore.

Il lavoro interrotto fu ripreso da Cesare Correnti, in collaborazione con lo

stesso Maestri, con la pubblicazione dell'Annuario statistico italiano, nelle due

edizioni del 1858 e del 1864. Ma l'opera che più immediatamente prelude

all'an-nuario, quale si presenta attualmente,

è

L'ltalie économique,

"résumé

statistico-économique" curato dalla Direzione della statistica

in

occasione

dell'Esposizione universale di Parigi del 1867, con l'intento di "fai re connaTtre,

au moyen de quelques détails, les conditions économiques et industrielles du

nouveau Royaume italien".

L'opera fu tradotta in italiano ed integrata da Maestri nel 1868 ed ebbe altre

due edizioni, rispettivamente nel 1869 e il 1870. Il successivo volume fu redatto

nel 1873 in occasione dell'Esposizione universale di Vienna a cura della

Direzione della statistica, con il contributo di tutti i Ministeri; ugualmente, quello

del 1874. L'Italia unita si presentava come uno stato moderno che vede nelle

statistiche uno strumento di conoscenza e di governo.

Per l'uscita regolare dell'Annuario statistico italiano, del quale più avanti

è

riprodotta l'introduzione, si deve tuttavia attendere il 1878, con l'avvio della

prima serie da parte di Luigi Bodio. Si trattava di un "vademecum dell'uomo di

governo e dello studioso dei problemi attinenti alla cosa pubblica", come ebbe a

dire, quasi cinquant'anni dopo, un altro direttore della statistica, Alessandro

Aschieri.

(7)

fenome-VIII

ni che più interessano la vita del nostro Paese ... per raggiungere quella

gene-rale statististica che è sempre stata la mèta di tutti gli studiosi, di tutte le

Amministrazioni" .

L'istituzione dell'Istituto centrale di statistica rappresenta l'occasione per un

ulteriore cambiamento dell'annuario. La terza serie, che inizia nel 1927,

introdu-ce dati statistici nuovi, estende la gamma dei fenomeni trattati, illustra i dati

del-l'ultimo censimento della popolazione e aggiunge due capitoli relativi alle opere

pubbliche e alle finanze comunali e provinciali.

Il 1934 segna il passaggio alla quarta serie. L'annuario viene arricchito di

dati, vengono introdotti un capitolo di confronti internazionali, gli indici

dettaglia-ti e l'elenco delle fondettaglia-ti delle pubblicazioni ufficiali, "per rendere più agevoli le

ricerche" e permettere che possano essere "consultate da chi voglia studiare più

a fondo gli argomenti trattati"; così, Franco Savorgnan nella lettera di

presenta-zione del volume al capo del governo.

Con la seconda guerra mondiale l'annuario subisce una battuta d'arresto.

Riprende, con la quinta serie, nel 1949.

Dal 1955 l'annuario perde la qualificazione delle serie che avevano

con-traddistinto i principali cambiamenti via via introdotti; mantiene, tuttavia, la

carat-teristica di seguire l'evoluzione del Paese. "E' motivo di soddisfazione

constata-re, da molteplici indizi - scriveva nella presentazione il presidente dell'lstat,

Lanfranco Maroi - il crescente favore che l'Annuario incontra sia presso gli

stu-diosi che presso il pubblico in genere ...

,

ma l'adeguarsi di questo fondamentale

documento, e di quelli che vi si collegano, ai bisogni dell'Amministrazione, alle

necessità di conoscenza di carattere pratico, alle eSige

l

nze ed alle richieste degli

studiosi, presuppone quanto debba essere sempre viva la preoccupazione

dell'lstituo di seguire senza sosta il dinamismo della vita sociale ed economica

della Nazione".

Quest'anno l'Annuario statistico italiano esce in una veste rinnovata, anche

a seguito dell'importante lavoro svolto da un'apposita commissione di studio, con

una diversa articolazione dei capitoli ed una sistemazione più organica degli

argomenti. Sono state utilizzate nuove fonti statistiche, in particolare prodotte da

altri enti del Sistema statistico nazionale e ulteriormente revisionate le note

meto-dologiche. Per la prima volta è presente un capitolo dedicato ai risultati delle

rile-vazioni condotte sulle famiglie riguardo ai fenomeni di interesse sociale.

Un'attenzione specifica è stata riservata ad alcuni strumenti per un miglior uso

dell'annuario: l'indice analitico, la segnalazione, per possibili approfondimenti, di

altre fonti dell'lstat e dei principali organismi nazionali ed internazionali che

pro-ducono informazioni statistiche, un primo glossario dei termini utilizzati.

Si tratta, quindi, di un'edizione, per alcune parti sperimentale, con l'intento

di awicinare l'informazione statistica ad una più ampia platea di lettori ed

utiz-zatori. Ogni suggerimento per migliorare sarà benvenuto.

Alberto Zuliani

(8)

INTRODUZIONE.

o

S S E'1{V AZ IO'N.I

G

E

'N.

E '1{A LI.

D

.

.

'

,

:

f;,

PRW:NTE

volume s'

intit~la ~nn.afio,

per

most:~c

"

l mtenzIOne del Governo d. aprIre con esso una serIe

di pubblicazioni, nelle quali si vengano riassumendo ogni anno

le notizie statistiche più importanti che fanno capo direttamente

alla Direzione della statistica generale, ovvero che emanano dalle

altre amministrazioni dello Stato.

Nè solamente ci proponiamo di compendiare

nell'..Annuario

le notizie più recenti che abbiamo potuto ottenere dai vari

Mini-steri; ma crediamo far cosa utile col riprodurre anche i dati degli

anni anteriori, a cominciare, per quanto sia possibile, dal 1860.

Così in Inghilterra si costuma, dal

'Board oJ Trade,

di presentare

ogni anno àl Parlamento in un volume di breve mole, ed elegante

nella sua semplicità, che s'intitola

StatiJlical..Abflract,

quindici

anni di statistica comparata;

il

quale periodo si rinnova

continua-mente, coll'aggiunta dell'ultimo anno terminato, e coll'abbandono

dell'anno più antico delle serie.

In questo volume le notizie giungono, per quasi tutte le

ma-terie, alla fine del 1876, e per alcune anche alla fine del 1877;

ma è d'uopo fare attenzione, per ogni materia, alle tavole

del-1'Appendice, che recano i dati più freschi. Dobbiamo per

cib

(9)

2

.A""ttar;o Statiftico

una spiegazione al lettore. La compilazione di questo primo

nu-mero dell'

..Annuario

ha dovuto durare oltre un anno, tante erano

le difficoltà che si opponevano

al

mettere in serie omogenee

i

dati di alcune amministrazioni •.

Per tale motivo, essendoci

venut~

invecchiando fra le mani le tavole dell'

.Annuario,

faceva di mestieri

o ristamparle coll'aggiunta dell'ultimo anno, ovvero conservarle

quali erano, e aprire un'Appendice colle notizie più recenti; e le

ragioni di economia non potevano lasciarci in forse circa

tI

par--

tito da preferire.

Noteremo ancora, che l'ordine in cui si succedono le materie

nell'..Annuario

non

è

sempre

il

più razionale; ma

an~he

costi le

necessità tipografiche erano cosi imperiose, che ad esse fu d'uopo

sacrificare-più volte le ragioni teoretiche: avrebbe nociuto anche

di più l'aspettare, per cominciare la stampa, che si fossero riuniti

tutti quanti i dati che si cercavano. Nel prossimo anno,

allorch~

si tratterà di raccogliere solamente i dati nuovi e di coordin:trli

con quelli che possediamo

,

degli anni antecedenti, potremo

facil-mente disporre i capitoli secondo un ordine più logico e dar loro

proporzioni più armoniche. Del resto,

il

lettore benevolo ci yord

perdonare queste mende, in vista dell'utilità che

l'vl1111l1ario

gli

procura, condensandogli in poche centinaia di pagine

il

frutto

delle ricerche statistiche di oltre quindici anni di amministrazione.

Lo schema delle materie descritte in questo

.AlI1l11ario

è il

se-guente:

I.

Meteorologia.

• 2.

Topografia, idrografia

flu-viale, estensione delle cpste

marit-time.

J.

Popolazione, censimento,

mo-vimento dello stato civile,

emigra-zion.e.

4-

istruzione pubblica e prh·ata.

S.

Giustizia civile

e

penale.

6. Cm:eri.

Annuario Statistico Italiano 1997

7. Beneficenza.

8. Elezioni amministrath'e

e

politiche,

9.

Esercito.

IO.

Marina da guerra.

Il.

Marina mercantile,

(perso-nale e

materiale della stessa,

costru-zioni na\'ali, battelli armati per la

pesca

marittima, infortuni

marit-timi).

(10)

r"tro4utione

3

u.

Navigazione

nel

porti

del

Regno. Movimeato

cIelJa

bandiera

italiana. nei

porti

esteri.

.

l''

Commercio dell'Italia

coJ-l'estero.

1+

Banche

di

emissione e

altri

isdtud

di credito; casse di

rIspar-mio e societl per

azioni.

1

S. Produzione agricola.

16.

Bestiame

equino,

bovino,

ovino e

.Wao.

J7.

Lavori pubbli,i (strade

or-dinarie, poste, telegrafi e ferro,·ie).

18.

Finanr.e dello Stato.

19. Asse

ecclesiastico.

20.

Finanze comunali

e

provir.-cLlli.

• Premesse queste osservazioni generali, diciamo qualche cosa

dèlle singole materie, per indicarne le fonti, chiarire

i

metodi che

(11)
(12)
(13)

A

vvertenze generali

Segni convenzionali -Nelle tavole statistiche sono adoperati i seguenti segni convenzionali:

Linea (-):

Quattro puntini ( .... ): Due puntini ( .. ):

a) quando il fenomeno non esiste;

b) quando il fenomeno esiste e viene rilevato, ma i casi non si sono veri-ficati.

quando il fenomeno esiste, ma i dati non si conoscono per qualsiasi ragione.

per i numeri che non raggiungono la metà della cifra dell'ordine minimo considerato.

Arrotondamenti - Per effetto degli arrotondamenti in migliaia o in milioni operati direttamente all'elaboratore, i dati delle tavole possono o non coincidere tra loro per qualche unità (di migliaia o di milioni) in più o in meno. Tali motivi, inoltre, non sempre hanno consentito la realizzazione della quadratura verticale o orizzontale nell'ambito della stessa tavola.

Numeri relativi -I numeri relativi (percentuali, quozienti di derivazione, ecc.) sono generalmen-te calcolati su dati assoluti non arrotondati, mentre molti dati congeneralmen-tenuti nel presengeneralmen-te volume sono arrotondati al migliaio, al milione, ecc.; rifacendo i calcoli in base a tali dati assoluti si possono pertanto avere dati relativi che differiscono leggermente da quelli contenuti nel volume.

Distribuzione di frequenza per classe di valore di un carattere -Nelle tavole che riportano tali classi di valori, come regola generale, gli estremi inferiori di ciascuna classe s'intendono esclusi e gli estremi superiori inclusi nella classe considerata.

Ciò non vale per le distribuzioni per età, sia per anni singoli sia per classi, in quanto l'età viene computata in anni compiuti. Così, ad esempio, l'età

O

anni, 1 anno, ecc. si riferisce rispettiva-mente agli individui dalla nascita al giorno precedente il 1

°

compleanno e agli individui dal gior-no del 1 ° compleanno al giorno precedente il 2° compleanno e così via. Analogamente nelle distribuzioni secondo classi di età, le classi, ad esempio, fino a 4 anni, 5-9 anni, 10-14 anni, 75 anni e più, includono rispettivamente gli individui dalla nascita al giorno precedente il 5° com-pleanno, dal giorno del 5° compleanno al giorno precedente il 10° compleanno, dal giorno del 10° compleanno al giorno precedente il 15° compleanno, dal 75° compleanno in poi.

Ripartizioni geografiche

Nord-Centro

Italia Nord-Occidentale comprende: Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Liguria;

Italia Nord-Orientale comprende: Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia,

emilia-Romagna;

Italia Centrale comprende: Toscana, Umbria, Marche, Lazio.

Mezzogiorno

Italia Meridionale comprende: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria;

Italia Insulare comprende: Sicilia, Sardegna.

Dati provvisori e rettificati -I dati relativi ai periodi più recenti sono in parte prowisori e, per-tanto, suscettibili di rettifiche nelle successive edizioni. I dati contenuti in precedenti pubblica-zioni che non concordano con quelli del presente volume si intendono rettificati.

(14)

Glossario -È costituito dai principali termini utilizzati nei capitoli; data la complessità e la spe-cificità della materia, alcune definizioni potrebbero non risultare completamente soddisfacenti ed esaustive.

Indice analitico -Si riferisce ai titoli dei prospetti, figure e tavole ed ai titoli inseriti nelle note introduttive ai capitoli.

Fonti - Quando la fonte dei dati non

è

indicata si tratta di rilevazioni eseguite direttamente dall'lstat.

Confronti Internazionali

Classificazione dei Paesi -Di regola i Paesi sono riportati nell'ambito dei Continenti, secondo l'ordine (geografico) concordato tra i Paesi della CE. Qualche eccezione

è

stata tuttavia intro-dotta nelle tavole relative ad alcuni fenomeni per prospettarne meglio le caratteristiche territo-riali.

Comparabilità dei dati -A motivo di eventuali· difformità nei criteri di rilevazione ed elabora-zione dei dati da Paese a Paese e di altre cause di non omogeneità del contenuto delle rile-vazioni stesse, nonché per circostanze attinenti all'epoca, al periodo o al territorio cui i dati dei vari Paesi si riferiscono, non sempre i dati stessi risultano esattamente comparabili. Alcune fra le maggiori cause di non esatta comparabilità sono indicate, di volta in volta, nelle note in calce alle tavole.

(15)

I

Annuario Statistico Italiano 1997

(16)

Tavola 1.1 Tavola 1.2 Tavola 1.3 Tavola 1.4 Tavola 1.5 Tavola 1.6 Tavola 1.7 Tavola 1.8 Tavola 1.9 Tavola 1.10 Tavola 1.11 Tavola 1.12 Tavola 1.13 Tavola 1.14 Tavola 1.15 Tavola 1.16 Tavola 1.17 Tavola 1.18 Tavola 1.19 Tavola 1.20

Indice delle tavole

- Numero dei Comuni per provincia, al 31 dicembre 1996 ... .

- Popolazione, sezioni di censimento e relativa superficie media

per tipo di località abitata e regione ... ... .

- Superficie territoriale per zona altimetrica e regione al 31 dicembre

1996 ... ... .

- Superficie territoriale per grado di sismicità e regione, al 31

dicem-bre 1994 ... ... ... .

- Rete in esercizio delle Ferrovie dello Stato ed in concessione, per trazione, scartamento e regione - Situazione a fine anno ... .

- Rete stradale per tipo di strada e regione ... .

-Temperature medie massime e minime per alcune stazioni .... .

- Temperature estreme massime e minime per alcune stazioni ... .

- Precipitazioni per alcune stazioni ... .

- Precipitazioni massime nelle 24 ore per alcune stazioni ... . - Direzione predominante del vento al suolo e velocità massima

del-la raffica in nodi per alcune stazioni ... .

- Soleggiamento per alcune stazioni ... .. ... .. .

- Acque marine secondo la balneabilità e per regione ... .

- Aree protette per regione ... .

- Superficie forestale per tipo di bosco e regione ... . - Incendi forestali, superficie forestale percorsa dal fuoco per tipo

di bosco e relativi danni, per causa e regione .... ... .

- Stima della produzione di rifiuti urbani per regione ... .... .

- Raccolta differenziata di alcuni materiali per regione - Anno 1995 - Spese dell'amministrazione pubblica in ricerca scientifica per

obiet-tivi di interesse ambientale .... .. ... .

- Famiglie per giudizio su alcune caratteristiche della zona in cui

abi-tano e presenza di problemi ambientali per regione .. ... ... .. .

(17)

Territorio

Posizione e superficie dell'Italia.

L'Italia si estende tra una latitudine ad estremo Sud posta a 35 gradi e 30 primi e una latitudine a estremo Nord a 47 gradi e 06 primi, e tra una lon-gitudine ad estremo Ovest posta a - 5 gradi e 50 primi e una longitudine ad estremo Est a 6 gradi e 04 primi. La lunghezza massima è di 1.200 Km (Vetta d'Italia - Capo delle Correnti). La superficie complessiva, aggiornata al 31 dicembre 1996, ammonta a 301.318 Kmq (esclusa la Repubblica di San Marino e lo Stato della Città del Vaticano). Principali suddivisioni del territorio considerate

a

fini statistici.

Le principali entità amministrative: Regioni, Province e Comuni rappresentano un primo impor-tante riferimento per la suddivisione del territorio ai fini statistici. La Tavola 1.1 riporta il numero di Comuni per provincia e regione al 31 dicembre 1996. Oltre a tali suddivisioni, sono considerate, a livello macro, le ripartizioni geografiche ottenute come somma di Regioni (vedi Awertenze), e, a livello micro o sUQcomunale, le località abitate e le sezioni di censimento, costruite, nel corso del cen-simento del 1991, attraverso l'uso di immagini tele-rilevate ed altre fonti cartografiche.

I tipi di località abitate considerate sono: il centro abitato,iI nucleo abitato, le case sparse.

Le località abitate sono ulteriormente suddivise in oltre 320.000 sezioni di censimento, che nei gran-di centri urbani raggiungono un livello di dettaglio che si spinge fino all'isolato.

La Tavola 1.2 fornisce il numero, la popolazione e la superficie media delle sezioni di censimento per regione e per tipologia della località abitata di appartenenza alla data del Censimento generale della popolazione del 1991.

L'elaborazione dei dati di superficie territoriale per zone altimetriche (montagna, collina, pianura) viene eseguita sulla base del sistema circoscrizio-nale statistico che ha sostituito nel 1958 quello adottato per la formazione del catasto agrario del 1929.

Tenuto conto dell'azione moderatrice del clima da parte del mare, le zone altimetriche dì montagna e di collina sono state divise, rispettivamente, in zone altimetriche di montagna interna e collina interna e di montagna litoranea e collina litoranea, comprendendo in queste ultime i territori, esclusi dalla zona di pianura, bagnati dal mare o in tale prossimità di esso da risentirne notevolmente i benefici effetti climatici. Molti Comuni si estendono territorialmente dalla montagna alla collina o dalla collina alla pianura, coprendo, talvolta, tutte e tre queste zone altimetriche.

Poiché, per ragioni di carattere tecnico ed ammini-strativo, è stato adottato il criterio della inscindibl-lità del territorio comunale, ne consegue che l'inte-ro territorio del Comune è stato attribuito all'una

Annuario Statistico Italiano 1997

o all'altra zona altimetrica, secondo le caratteristi-che fisicaratteristi-che e l'utilizzazione agraria prevalente. I dati della superficie territoriale dei Comuni sono for-niti dagli Uffici Tecnici Erariali di ciascuna provincia con riferimento al 30 giugno e vengono aggiornati, in via prowisoria, sulla base delle variazioni territoriali awenute entro il 31 dicembre dello stesso anno. Le variazioni, tra un anno e l'altro nei dati delle superfici sono da attribuirsi a ricalcolo effettuato dagli Uffici Tecnici Erariali, all'informatizzazione del Catasto Terreni, a fenomeni di bradisismo, ero-sione, passaggio di una parte di territorio di un Comune facente parte di una zona altimetrica ad altro Comune confinante facente parte di un'altra zona altimetrica, a seguito di specifiche disposizio-ni di legge.

Sismicltà

Il Ministero dei Lavori Pubblici, sulla base dell'e-sperienza accumulata dal Progetto Finalizzato "Geodinamica" del CNR, sviluppatosi verso la fine degli anni settanta, e dei lavori compiuti dal Servizio Sismico del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ha provveduto ad emanare tra il 1980 e il 1984 una serie di decreti che hanno ridisegnato la mappa della classificazione sismi-ca del territorio. Come base di questa classifisismi-ca- classifica-zione vi è essenzialmente un'analisi delle stati-stiche sui terremoti awenuti a partire dall'anno 1000, non essendo ancora disponibili conoscen-ze approfondite e territorialmente generalizzate di carattere geologico-strutturale e quindi sismo-genetico.

La classificazione attuale ha aumentato, rispetto a quella precedente, le classi di sismicità: da due a tre, con l'aggiunta della classe "Bassa sismi-cità". E' da rilevare che nel grado di sismicità non classificata sono compresi sia i comuni dove la sismicità è assente sia quelli per i quali le attuali analisi non consentono nessun procedimento di classificazione.

È comunque probabile che, laddove vengano attiva-te ulattiva-teriori indagini, lo spostamento eventuale si debba produrre verso la bassa sismicità piuttosto che verso altri livelli (come nel caso delle regioni col-pite dal terremoto nel 1980, le uniche con comuni a bassa sismicità). Pertanto la nuova classificazione adottata, anche se ha portato a risultati non com-pletamente soddisfacenti, certamente è in grado di segnalare un livello minimo di esposizione ai feno-meni sismici.

Secondo i dati di questa classificazione, risultano soggetti ad un livello alto o medio di sismicità il 35% dei comuni e il 44% della superficie territoria

-le. La regione maggiormente esposta è la Calabria: quasi il 99% della superficie è classificata a livello medio e alto; seguono poi Marche, Sicilia, Basilicata e Abruzzo.

Invece le regioni più favorite sono la Valle d'Aosta,

il Tr~ntino-Alto Adige e la Sardegna, dove l'intero

(18)

Figura 1.1 - Superficie secondo Il grado di slsmlcltà, per regione - Anno 1994

(composizione percentuale)

Piemonte

.-==============================:::::l

Valle d'Aosta

~::::;:=============================:::::l

Lombardia

.I::=============================::::::J

Trentino-Alto Adige

~==============================:::::l

Bolzano-Bozen

~==============================:::::l

Trento

~==============================::::::J

Veneto • • • • •

C=========================:::::l

Friuli-Venezia Giulia • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

C=====:::::l

Liguria • • •

I:::===========================::::::J

Emilia-Romagna • • • • • • • •

-=======================:::::J

Tos~na

• • • • • • • • • • • • • • • • • • •

C===========:::::J

Umbria . . .

[:=====::::::J

Marche . . .

ICJ

Lazio • • • • • • • • • • • • • • • • • •

-=============:::::J

AbNUO . . .

-=====::::::J

Molise • • • • • • • • • • •

~

• • • • • • • • • • •

C=======:::::l

Campania • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

-=====::c==:::::J

Puglia . . .

c:=:c:===============:::::J

Basili~ta • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

IIIII!IIIII! • •

I==:::::J

Calabria • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ~ • • • • _

Sicilia . . .

==::::::J

Sardegna

~=====~======:r======::j:======:r======~

0% 20% 40% 60% 80% 100%

.Alta .Media DBassa DNon classificata

Infrastrutture di trasporto

La lunghezza della rete stradale e ferroviaria

nazionale risulta da anni abbastanza stabile e sotto l'aspetto qualitativo si colloca agli stessi livelli dei paesi più sviluppati della Unione Europea, In questi ultimi anni si sono verificate soltanto delle lievi variazioni della lunghezza della rete stradale e ferroviaria mentre si sono avuti princi-palmente interventi tendenti a migliorare la qualità della rete.

In particolare, nel 1994 si è avuto rispetto all'anno precedente, un lieve incremento della rete strada-le (0,2%) dovuto principalmente alla crescita delstrada-le autostrade (1,1 %) e delle strade statali (1,1 %) ed un lieve incremento (0,4%) della rete ferroviaria.

Il confronto dei dati regionali del 1994 con quelli relativi all'anno precedente, sia per la rete strada-le che ferroviaria, non presenta differenze signifi-cative.

Climatologia

(19)

Volo (ENAV) sufficientemente distribuite sul territo-rio nazionale.

Nelle tavole che seguono si riportano per il quin-quennio 1992-1996 i dati relativi ai seguenti feno-meni:

- Temperature (media delle massime e delle mini-me; estreme massime e minime);

- Precipitazioni (totale dell'anno e frequenza in giorni; quantità massima del giorno);

-Vento (direzione predominante del vento al suolo e velocità massima della raffica in nodi);

- Soleggiamento assoluto (ore di sole rilevate) e soleggiamento relativo (ore di sole rapportate al soleggiamento massimo teorico di ciascuna loca-lità).

I suddetti dati sono necessariamente sintetici e, quindi, limitati nel tempo e per la copertura territo-riale. E' da tener presente, tuttavia, che più analiti-che informazioni sulle osservazioni meteorologi-che giornaliere effettuate presso le stesse stazioni sono pubblicate sul Bollettino mensile di statistica (Cfr. "Per saperne di più").

Ambiente

Acque marine

L'idoneità alla balneazione delle acque interne e marine viene accertata in base ai controlli previsti dal DPR 470/82.

I Presidi Multizonali di Prevenzione effettuano le analisi nei punti di prelievo individuati dalle Regioni durante un periodo di sei mesi (maggio-settembre) e, in base ai risultati ottenuti, entro il 15 gennaio dell'anno successivo viene stilato l'elenco délle zone non balneabili.

I Comuni interessati hanno il compito di apporre i

divieti di balneazione.

I requisiti di qualità delle acque marine destinate

alla balneazione, specificati nel DPR 470/82, riguardano 11 parametri indicanti la contaminazio-ne fecale (coliformi totali, coliformi fecali, strepto-cocchi), la presenza di organismi patogeni (salmo-nelle, enterovirus), l'alterazione delle condizioni naturali derivanti da scarichi urbani, agricoli e indu-striali (ph, fenoli, sostanze tensioattive, ossigeno disciolto), la presenza di idrocarburi e l'aspetto esteriore (colorazione, trasparenza).

I risultati dei controlli vengono pubblicati annual-mente dal Ministero della Sanità in due volumi: il primo riporta i dati espressi come percentuali di analisi favorevoli per ogni parametro misurato e per ciascun punto di campionamento (Rapporto numerico); il secondo comprende una rappresen-tazione cartografica della costa secondo il giudizio di idoneità, con l'indicazione dei comuni

interessa-ti (Sintesi dei risultainteressa-ti).

Nella Tavola 1.13 sono presenti i dati relativi alla stagione balneare 1996.

Osservando i dati riportati nella tavola si possono trarre alcune considerazioni.

La serie storica dei dati nazionali mostra un costante aumento della costa balneabile mentre i

chilometri di costa dichiarata non balneabile per

inquinamento accertato in base alle analisi passa-no da 273,3 nel 1995 a 211,4 nel 1996. Tale anda-mento positivo si associa ad un costante auanda-mento del numero di controlli effettuati: infatti, i chilometri di costa dichiarati non balneabili per assenza o insufficienza di analisi risultano in diminuzione. Osservando i dati regionali la più alta percentuale di costa balneabile si riscontra in Basilicata (92%), seguita dall'Abruzzo, dalla Calabria e dalle Marche. Per quanto riguarda la costa non balnea-bile per inquinamento accertato, la Campania pre-senta la percentuale maggiore (20%).

La Figura 1".2 riporta in sintesi la situazione della balneabilità delle coste italiane; è da notare l'alta

Figura 1.2 Acque marine secondo la balneabilità (composizione percentuale)

-Anno 1996

Annuario Statistico Italiano 1997

~ costa balneabile

ID costa non balneabile per motivi indipendenti

dall'inquinarrento D costa non balneabile per

inquinarrento permanente

• costa non balneabile per inquinarrento accertato in

base alle analisi

(20)

percentuale di costa non balneabile per assenza o insufficienza di analisi (15% ) rispetto alla percen-tuale di costa non balneabile per inquinamento permanente e accertato (rispettivamente pari al 3,7% e al 3,0%).

Conservazione della natura

Aree protette

È stato pubblicato in data 10.5.1991 il decreto del Ministro dell'ambiente che istituisce il "registro

delle aree protette italiane". Tale registro, articola-to in un reperarticola-torio amministrativo e uno cararticola-tografi- cartografi-co, deve essere tenuto dal Servizio Conser-vazio-ne della natura del Ministero dell'ambiente, il quale, più in generale, deve prowedere alla

"ela-borazione dei dati relativi alle aree protette esi-stenti sul territorio nazionale da effettuarsi sia per articolazione territoriale sia per quantità e qualità". Il Repertorio amministrativo è la raccolta degli atti che istituiscono il regime di tutela delle singole aree protette sotto forma di decreti ministeriali e leggi regionali o statali, mentre il Repertorio carto-grafico e' la raccolta delle cartografie ufficiali di perimetrazione e di eventuale zonizzazione di ogni area protetta.

Un primo estratto del Registro, con alcune elabo-razioni statistiche, è uscito a gennaio del 1991 ed un secondo, con le stesse caratteristiche e con dati owiamente aggiornati, soprattutto in relazione alla situazione delle aree protette istituite dalle Regioni, a giugno dello stesso anno (1).

Dati più recenti, comunque, sono stati pubblicati nelle Rela-zioni sullo stato dell'ambiente 1997 e più in generale sono disponibili presso il suddetto Servizio "Conservazione della natura" del Ministero. Nella tavola viene, invece, presentato un aggiornamento al 31 dicembre 1996 effettuato, per conto del Ministero dell'ambiente, dal Centro di studio per la genetica evoluzionistica del CNR. Questi dati si riferiscono alle aree per le quali sono stati emanati specifici prowedimenti di tutela, in particolare con la determinazione delle superfici da proteggere, anche se, in qualche caso, l'iter deve ancora concludersi con altri atti di perfezionamen-to. Sono pertanto escluse le aree identificate in base all'art.5 della legge istitutiva del Ministero del-l'ambiente e altre aree per le quali non si è andato oltre la semplice dichiarazione di principio senza nessun atto particolare di tutela.

Bisogna però anche rilevare che questo è quanto risulta dagli atti ufficiali emanati dallo Stato e dalle Regioni cosicchè, la reale situazione delle aree effettivamente protette potrebbe essere differente.

AI riguardo, comunque, non esistono attualmente strumenti informativi che ci possano permettere di costruire un quadro completo attendibile. Alcune indicazioni, però, possono trarsi dall'elenco ufficia-le delufficia-le aree protette, approvato dal Comitato per

le aree naturali protette in accordo con quanto pre

-visto dalla legge 394/1991 .

Questo elenco riporta le aree per le quali, sulla base degli accertamenti compiuti dal Mi-nistero, sono state già messe in atto e garantite alcune atti-vità di protezione e in primo luogo la costituzione dell'Ente gestore. .

In base all'elenco approvato il 2 dicembre 1996 dal Comitato per le aree naturali protette del Ministero dell'ambiente, le aree naturali protette sono 508 con una estensione di 2.106.226 ettari (a terra) e 160.204 ettari (a mare); la percentuale di territorio nazionale protetto risulta essere di 6,99%. Occorre ricordare, infine, su questa materia l'ap-provazione, dopo lunghi anni di attesa, della legge quadro sulle aree protette awenuta nel dicembre 1991. Obbiettivo fondamentale di questa legge (n. 394 del 6.12.1991) è quello di arrivare ad una pro-grammazione della politica di tutela delle aree nel quadro di una chiara definizione dei rapporti e delle competenze tra Stato, Regioni ed Enti locali. A questo scopo viene prevista la creazione di alcuni nuovi organi, a livello centrale o per ogni area pro-tetta, l'elaborazione di piani di parco, di piani di promozione economico-sociale e di una "carta

della natura" e il riconoscimento della piena auto-nomia delle Regioni per l'istituzione delle aree pro-tette regionali (2).

Superficie forestale

Il patrimonio boschivo, che al 1995 è risultato di 6.821,3 migliaia di ettari, è ubicato per il 59,6% in montagna, per il 35,4% in collina e per il 5,0% in pianura.

Negli ultimi venti anni la superficie forestale è aumentata di circa 517.000 ettari e, per quanto concerne la distribuzione per zona altimetrica, risulta favorita soltanto la collina.

Il' rapporto tra superficie boscata e territorio è del 22,6%: esso permane inferiore alla media europea malgrado la struttura orografica del paese, costitui-to in prevalenza da montagna e collina.

Anche il rapporto tra superficie boscata e popola-zione è di circa un terzo di quello medio europeo, competendo ad ogni italiano circa 1.192 metri qua-drati di bosco.

Incendi forestali

. Nell'anno 1995 sono stati rilevati 3.732 incendi e la superficie percorsa dal fuoco è risultata di 18.246 ettari (pari allo 0,3% della superficie forestale nazionale) .

Il valore della quantità di legname distrutto è stato di 30.300 milioni di lire; di entità pressocchè egua-le sono state egua-le spese di ripristino del soprassuolo boscato.

La classificazione degli incendi secondo la causa che ha determinato il fenomeno continua ad eviden-ziare la prevalenza degli incendi dolosi (il 70,1% (1) Cfr. MINISTERO DELL'AMBIENTE, Registro delle aree protette italiane, Roma, 1991.

(2) Secondo questa legge la Carta della natura è predisposta dai Servizi tecnici nazionali di cui alla legge 18 maggio 1989 n. 183, in attuazione degli indirizzi del Comitato. Essa integrando, coordinando e utilizzando i dati disponibili relativi al complesso delle finalità di cui all'art.1 comma 1, della legge, ivi compresi

(21)

della superficie incendiata), benchè sia da tempo in vigore una apposita normativa intesa a vanificare ogni ragione di interesse allo specifico comporta-mento illecito, mediante il divieto assoluto di dare alle superfici investite dal fuoco una destinazione diversa da quella in atto prima dell'incendio (legge 10 marzo 1975, n.47 - Norme integrative per la

dife-sa dei boschi dagli incendi).

Seguono gli incendi involontari per lo più connessi con le attività ricreative, agricole e industriali, la cui incidenza sull'intera superficie incendiata è stata del 18,6%.

Dal punto di vista territoriale, sempre nel 1995, le Regioni più colpite dagli incendi secondo

l'ampiez-za della superficie incendiata sono state il Piemonte, la Liguria e la Lombardia. Invece l'anali-si degli incendi secondo la causa ha evidenziato che la più alta incidenza della superficie investita dagli incendi dolosi si è registrata nella Liguria, nel Trentino-Alto Adige e nella Puglia.

Rifiuti

La materia dei rifiuti è stata regolata dal D.P.R.10.9.1982 n. 915, emanato in attuazione di direttive CEE (3). Tale decreto, tra l'altro, oltre a definire il rifiuto, prevede che alle Regioni competa

"il rilevamento statistico dei dati inerenti la produ-zione e lo smaltimento dei rifiuti" (4).

Successivamente altre norme hanno regolato soprattutto la materia dei rifiuti prodotti dalle attività industriali; tra queste, quelle che hanno una parti-colare rilevanza statistica sono: la legge 441 del 29.10.1987 che ha previsto la mappa delle discari-che e degli impianti di smaltimento, il DM 22.9.1988 che ha istituito il censimento dei rifiati prodotti dalle imprese con oltre 100 addetti e la legge n.475 del 9.11.1988 che ha istituito il catasto dei rifiuti speciali e tossici o nocivi (con il relativo DM 26.4.89 che ne ha dettato le modalità di ese-cuzione).

Tuttavia questi rilevamenti previsti dalla normativa sono stati awiati solo in parte e pertanto allo stato attuale non sono disponibili dati dettagliati e com-pleti, aggiornabili almeno annualmente, sulla pro-duzione e sullo smalti mento dei rifiuti, relativi all'in-tera realtà nazionale.

Ancora più recentemente, però, con la legge 70 del 25.1.1994 "Norme per la semplificazione degli adempimenti in materia ambientale, sanitaria e di sicurezza pubblica, nonchè per l'attuazione del sistema di ecogestione e di audit ambientale" sono stati introdotti notevoli cambiamenti alle norme sulla circolazione delle informazioni riguardanti i rifiuti prodotti e smaltiti. Questa legge, infatti, pre-vede che le imprese debbano trasmettere alla pub-blica amministrazione tutte le informazioni

"ambientali", richieste dalle diverse norme, con

un'unica comunicazione, sulla base di un modello di dichiarazione da definire successivamente.

Le norme richiamate dalla legge 70/1994, e i cui adempimenti debbono essere conglobati nel modello unico, sono;,

-legge n.319/1976 (sulle acque) - DPR n.915/1982 (sui rifiuti)

- DPR n.175/1988 (sulle attività soggette a rischio di incidente

rilevante)

- DPR n. 203/1988 (sulle emissioni atmosferiche) - legge n. 475/1988 (sui rifiuti)

In realtà, il decreto attuativo emanato (DPCM 6.7.1995), definisce un modello "unico" limitata-mente agli obblighi di comunicazione annuale in materia di rifiuti e di residui (e quindi sostituisce soltanto gli obblighi di autodichiarazione derivanti dall'istituzione del Catasto dei rifiuti speciali). Il modello, in prima applicazione del DPCM, è stato inviato dalle imprese alle Camere di com-mercio entro il 30 aprile 1996, che hanno poi proweduto, entro i successivi trenta giorni, a tra-smetterlo alle aministrazioni interessate e all'Unioncamere, È opportuno infine ricordare l'e-manazione del DL del 5.2.1997 n. 22 che attua le direttive 91/156 CEE sui rifiuti, la 91/689 CEE sui rifiuti pericolosi e la 94/62 CEE sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio.

In allesa che si rendano disponibili questi risultati relativi al modello "unico" di cui sopra, qui vengono presentati (Tavola 1.17) alcuni dati desunti da una ricerca sui rifiuti urbani promossa dalla Federambiente (Federazione italiana servizi pubbli-ci di igiene urbana), aderente alla CISPEL (Confederazione dei servizi pubblici degli enti loca-li), e realizzata da una consociata, l'AMIA di Verona (Azienda municipalizzata di igiene urbana).

La ricerca si è basata su una rilevazione svolta nel 1995 sui rifiuti solidi urbani raccolti dalle Aziende o da altri servizi aderenti alla Federambiente, per poi giungere ad una valuta-zione complessiva dei rifiuti urbani prodotti attra-verso opportune integrazioni dei rifiuti prodotti nei comuni mancanti. Nella Tavola 1.17 si può notare che la produzione dei rifiuti solidi urbani ha subito una lieve flessione nel 1995 rispetto al 1993, passando da 465,1 kg/abitante a 453,4 kg/abitante.

Nella Tavola 1.18 vengono presentati i dati sulla raccolta differenziata di carta, plastica ed oli usati; purtroppo le informazioni disponibili non sono ancora sufficientemente complete a livello regio-nale, per quanto riguarda altri materiali quali il

vetro, le lattine di alluminio ecc.

Gestione dell'ambiente

Spese dell'amministrazione pubblica in ricerca scientifica per obiettivi di interesse ambientale

La spesa della P.A. in ricerca scientifica per obiet-tivi di interesse ambientale è rivolta all' accresci-mento del patrimonio conoscitivo su temi di rile-vanza ambientale. La differenza rispetto ad altre spese sostenute dalla P.A. per l'ambiente riguarda

, il tipo di approccio al problema: mentre negli altri casi gli interventi sono sia di tipo preventivo sia

(3) Sono esclusi da tale decreto gli scarichi idrici, le emissioni atmosferiche e i rifiuti radioattivi.

(4) In questo decreto, ma soprattutto nella deliberazione del 1984 del Comitato Interministeriale, figurano definizioni dettagliate in materia di rifiuti, in particola· re sui termini impiegati nella Tavola 1.17.

(22)

rivolti alla soluzione a posteriori di problemi (ad esempio al ripristino di situazioni degradate), in questo caso l'interesse è soprattutto di tipo pre-ventivo. Tale spesa può pertanto essere vista come un indicatore dell'attenzione dedicata da parte della P .A. alla prevenzione dei problemi ambientali.

La spesa suddetta è finalizzata a quattro diversi obiettivi: Tutela e prevenzione dell'ambiente; Esplorazione e utilizzazione dell'ambiente terre-stre; Infrastruttura e assetto territoriale; Produ-zione, distribuzione e uso razionale dell'energia.

Mentre per il primo obiettivo il punto di partenza della ricerca è l'inquinamento ambientale a pre-scindere dal tipo di utilizzazione dell'ambiente, negli altri casi l'elemento fondamentale è proprio il particolare tipo di utilizzazione dell'ambiente stes-so e delle ristes-sorse naturali.

La disomogeneità di cui sopra riguarda le diverse motivazioni che guidano la ricerca scientifica: nel caso della Tutela e prevenzione dell'ambiente

essa è concentrata sullo studio dei problemi ambientali dal punto di vista delle conseguenze per l'atmosfera, per le acque e per il suolo, ecc.; nei casi della esplorazione e utilizzazione dell'ambien-te dell'ambien-terrestre, della infrastruttura e dell'assetto del dell'ambien- ter-ritorio e dell'uso razionale dell'energia, i suoi obiet-tivi sono invece. rivolti allo studio delle compatibilità tra esigenze sociali ed economiche da un lato, e ambientali dall'altro.

I dati sulla spesa per la ricerca scientifica relativi al 1993 e 1994 qui di seguito presentati (6) (Tavola 1 .19) rispecchiano la suddivisione per obiettivi sopra richiamata. Ulteriori suddivisioni della spesa riguardano la distinzione tra spese correnti e spese in conto capitale e, per quanto riguarda in partico-lare le spese correnti, la ripartizione tra le .spese dedicate all'acquisizione di risorse umane (retribu-zioni) e materiali.

Nei due anni considerati gli obiettivi per i quali sono state spese maggiori risorse sono la Produzione, la distribuzione e l'uso razionale dell'energia (382

miliardi di lire nel '93 e 347 nel '94) e la Tutela e prevenzione dell'ambiente (347 miliardi di lire nel '93 e 301 nel '94), mentre risorse minori sono state' dedicate agli obiettivi Esplorazione e utilizzazione dell'ambiente terrestre (113 miliardi di lire nel '93 e

117 nel '94) e Infrastruttura e assetto territoriale

(30 miliardi di lire nel '93 e 36 nel '94). Nel pas-saggio dal 1993 al 1994 si nota tuttavia una lieve tendenza al livellamento, nel senso di un calo delle spese per gli obiettivi con maggiori risorse e un aumento per gli altri.

Per quanto riguarda gli obiettivi definiti ad un livel-lo di maggiore disaggregazione, nel caso della

Tutela e prevenzione dell'ambiente, in entrambi gli

anni di riferimento la quota maggiore della spesa viene impiegata per ricerche di carattere generale mentre per gli altri obiettivi l'attenzione viene spo-stata da temi più largamente conosciuti come l'in-quinamento atmosferico e l'inl'in-quinamento da rifiuti solidi ad altri meno noti come l'inquinamento da rumore o da radiazioni. Negli altri casi si osserva una più marcata variabilità nelle spese dedicate ai vari obiettivi e andamenti notevolmente differenzia-ti nel tempo.

Per quanto riguarda infine la ripartizione tra risorse umane e materiali utilizzate per la ricerca scientifi-ca nei due anni di riferimento, a livello dei quattro obiettivi principali le risorse risultano equamente distribuite: le proporzioni tra spese per risorse umane e materiali sul totale delle spese si aggira-no infatti intoraggira-no al 50%.

Percezione dei problemi ambientali Famiglie e ambiente

L'indagine Multiscopo "Aspetti della vita quotidia-na" del 1996 consente di evidenziare i maggiori problemi ambientali che le famiglie percepiscono rispetto alla zona in cui abitano. La presenza di molto o abbastanza traffico viene segnalato dal 48,8% delle famiglie, il rumore dal 40,5%, l'inqui-namento dell'aria dal 39,1% e le difficoltà di par-cheggio dal 38,2%. Il rischio di criminalità, la diffi-coltà di collegamento con i mezzi pubblici e la sporcizia nelle strade vengono lamentate da poco meno del 30% delle famiglie.

I dati tendenziali a livello nazionale non evidenzia-no una forte variabilità e mostraevidenzia-no un lieve alleg-gerimento dell'intensità dei problemi suindicati. Considerando le ripartizioni geografiche il Nord Est si dimostra come la zona in cui le famiglie dichia-rano la minor presenza di problemi per tutte le dimensioni considerate. AI contrario nel Nord Ovest si raggiungono i valori di massima intensità di tali inconvenienti, tranne che per il problema del collegamento coi mezzi pubblici che interessa pre-valentemente Mezzogiorno.

Per quanto riguarda il traffico, l'inquinamento, la possibilità di parcheggio e la sporcizia nelle strade, alcuni miglioramenti si rilevano in tutte le ripartizio-ni tranne il Nord Ovest, dove la situazione diventa più critica rispetto all'anno precedente. Le difficoltà di collegamento coi mezzi pubblici migliorano al Nord e al Centro e peggiorano al Sud e nelle Isole. Nell'erogazione dell'acqua sembra esserci stato un miglioramento rispetto all'anno precedente e anche le famiglie che dichiarano di non fidarsi a bere l'acqua del rubinetto diminuiscono rispetto al 1995 (da 44,2 a 42,7%).

(23)

Tavola 1.1 - Numero dei Comuni per provincia, al31 dicembre 1996

PROVINCE E REGIONI Numero dei PROVINCE E REGIONI Numero dei PROVINCE E REGIONI Numero dei

Comuni Comuni Comuni

Torino 315 Piacenza 48 Caserta 104

Vercelli 86 Parma 47 Benevento 78

Biella 83 Reggio nell'Emilia 45 Napoli 92

Verbano-Cusio-Ossola 77 Modena 47 Avellino 119

Novara 88 Bologna 60 Salerno 158

Cuneo 250 Ferrara 26 CAMPANIA 551

Asti 120 Ravenna 18

Alessandria 190 Forli 30 Foggia 64

PIEMONTE 1.209 Rimini 20 Bari 48

EMILIA-ROMAGNA 341 Taranto 29

Aosta 74 Brindisi 20

VALLE D'AOSTA 74 Massa-Carrara 17 Lecce 97

Lucca 35 PUGLIA 258

Varese 141 Pistoia 22

Como 163 Firenze 44 Potenza 100

Lecco 90 Prato 7 Matera 31

Sondrio 78 Livorno 20 BASILICATA 131

Milano 188 Pisa 39

Bergamo 244 Arezzo 39 Cosenza 155

Brescia 206 Siena 36 Crotone 27

Pavia 190 Grosseto 28 Catanzaro 80

Lodi 61 TOSCANA 287 Vibo Valentia 50

Cremona 115 Reggio di Calabria 97

Mantova 70 CALABRIA 409

LOMBARDIA 1.546 Perugia 59

Temi 33

UMBRIA 92 Trapani 24

Bolzano -Bozen 116 Palermo 82

Trento 223 Pesaro e Urbino 67 Messina 108

TRENTINQ-AL TO ADIGE 339 Ancona 49 Agrigento 43

Macerata 57 Caltanissetta 22

Verona 98 Ascoli Piceno 73 Enna 20

Vicenza 121 MARCHE 246 Catania 58

Belluno 69 Ragusa 12

Treviso 95 Viterbo 60 Siracusa 21

Venezia 43 Rieti 73 SICILIA 390

Padova 104 Roma 120

Rovigo 50 Latina 33 Sassari 90

VENETO 580 Frosinone 91 Nuoro 100

LAZIO 377 Cagliari 78

Pordenone 51 Oristano 109

Udine 137 L'Aquila 108 SARDEGNA 377

Gorizia 25 Teramo 47

Trieste 6 Pescara 46 ITALIA 8.102

FRIULI-VENEZIA GIULIA 219 Chieti 104 NORD-CENTRO 5.545

ABRUZZO 305 MEZZOGIORNO 2.557 Imperia 67 Savona 69 Isernia 52 Genova 67 Campobasso 84 La Spezia 32 MOLISE 136 LIGURIA 235

(24)

Tavola

1.2 -

Popolazione, sezioni di censimento e relativa superficie media per

tipo di località abitata e regione

(a)

REGIONI Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto

Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA NORD-CENTRO MEZZOGIORNO REGIONI Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA NORD-CENTRO MEZZOGIORNO (a) Censimento 1991.

CENTRI ABITATI NUCLEI ABITATI

. Popolazione 3.865.304 100.165 8.463.648 760.391 346.445 413.946 3.586.612 1.123.166 1.557.954 3.325.844 3.120.618 636.999 1.149.987 4.679.414 1.024.293 268.895 5.180.175 3.885.430 511.691 1.820.101 4.792.665 1.564.250 51.417.602 32.370.102 19.047.500

Numero Supertice Popolazione sezioni media 16.672 574 30.177 5.268 2.805 2.463 18.342 4.246 7.207 22.497 16.526 3.554 6.572 19.904 4.786 830 15.827 16.408 2.240 6.350 25.644 6.275 229.899 151.539 78.360 in ettari 7,75 8,48 7,99 5,09 3,69 6,68 8,67 13,17 5,08 5,65 6,41 7,78 5,96 7,22 7,25 8,90 6,12 5,01 4,76 8,58 4,12 7,26 6,67 7,24 5,58 180.640 11.037 176.075 38.665 21.920 16.745 262.907 26.534 43.743 133.090 111.252 45.120 64.224 135.690 85.573 22.826 113.364 20.548 30.553 106.059 42.147 23.890 1.673.937 1.228.971 444.960 CASE SPARSE Popolazione 256.621 4.736 216.351 91.304 72.143 19.161 531.278 47.966 74.585 450.578 298.076 129.712 214.994 325.267 139.188 39.179 336.741 125.907 68.284 144.043 131.574 60.108 3.686.492 2.641.468 1.045.024

(25)

Tavola 1.3 - Superficie territoriale per zona altimetrica e regione al 31 dicembre

1996

(in ettari)

MONTAGNA COLLINA

REGIONI

Interna Litoranea Totale Interna Litoranea Totale Pianura Totale

Piemonte 1.098.686 1.098.686 769.861 769.861 671.347 2.539.894 Valle d'Aosta 326.347 326.347 326.347 Lombardia 967.281 967.281 296.383 296.383 1.122.398 2.386.062 Trentino-Alto Adige 1.360.730 1.360.730 1.360.730 Bolzano-Bozen 740.043 740.043 740.043 Trento 620.687 620.687 620.687 Veneto 535.854 535.854 264.562 264.562 1.037.505 1.837.921 Friuli-Venezia Giulia 334.{)52 334.052 130.440 21.182 151.622 298.739 784.413 Liguria 304.687 48.127 352.814 62.996 126.270 189.266 542.080 Emilia-Romagna 556.040 556.040 578.593 20.699 599.292 1.057.020 2.212.352 Toscana 546.849 30.218 577.067 1.180.620 348.998 1.529.618 193.048 2.299.733 Umbria 247.602 247.602 598.002 598.002 845.604 Marche 302.183 302.183 350.508 316.659 667.167 969.350 Lazio 449.205 449.205 785.878 143.236 929.114 342.462 1.720.781 Abruzzo 703.043 703.043 167.807 209.066 376.873 1.079.916 Molise 245.568 245.568 142.038 56.156 198.194 443.762 Campania 469.782 469.782 535.602 154.871 690.473 199.278 1.359.533 Puglia 28.655 28.655 611.604 265.034 876.638 1.031.012 1.936.305 Basilicata 450.519 17.397 467.916 451.006 451.006 80.305 999.227 Calabria 421.807 208.995 630.802 319.378 422.478 741.856 135.374 1.508.032 Sicilia 463.619 164.998 628.617 980.003 597.984 1.577.987 364.143 2.570.747 Sardegna 328.683 328.683 906.978 728.230 1.635.208 445.098 2.408.989 ITALIA 10.141.192 469.735 10.610.927 9.132.259 3.410.863 12.543.122 6.977.729 30.131.778 NORD-CENTRO 7.029.516 78.345 7.107.861 5.017.843 977.044 5.994.887 4.722.519 17.825.267 MEZZOGIORNO 3.111.676 391.390 3.503.066 4.114.416 2.433.819 6.548.235 2.255.210 12.306.511

Tavola 1.4 - Superficie territoriale per grado di sismicità e regione, al 31 dicembre

1994

(in ettari)

GRADO DI SISMICITÀ

REGIONI Non

Alta Media Bassa classificata Totale

Piemonte 121.485 2.418.409 2.539.894 Valle d'Aosta 326.353 326.353 Lombardia 82.868 2.304.328 2.387.196 Trentino-Alto Adige 1.360.730 1.360.730 Bolzano-Bozen 740.043 740.043 Trento 620.687 620.687 Veneto 287.051 1.549.373 1.836.424 Friuli-Venezia Giulia 257.153 350.077 177.183 784.413 Liguria 53.952 488.061 542.Q13 Emilia-Romagna 577.661 1.634.668 2.212.329 Toscana 1.347.840 951.418 2.299.258 Umbria 681.354 164.250 845.604 Marche 935.694 33.656 969.350 Lazio 61.036 928.686 732.992 1.722.714 Abruzzo 322.485 555.920 201.107 1.079.512 Molise 7.487 308.426 127.856 443.769 Campania 108.010 884.082 199.634 167.807 1.359.533 Puglia 88.834 693.638 117.840 1.035.909 1.936.221 Basilicata 44.674 815.390 11.588 127.575 999.227 Calabria 423.826 1.084.206 1.508.032 Sicilia 132.381 2.143.531 294.794 2.570.706 Sardegna

.

2.408.989 2.408.989 ITALIA 1.445.886 11.851.861 329.062 16.505.460 30.132.267 NORD-CENTRO 318.189 5.366.668 12.141.423 17.826.278 MEZZOGIORNO 1.127.697 6.485.193 329.062 4.364.037 12.305.989

Fonte: Presidenza del Consiglio, Servizio sismico nazionale -ISTAT

(26)

Tavola 1.5 - Rete

in esercizio

delle Ferrovie dello Stato ed

in concessione,

per

tra-zione, scartamento e regione - Situazione a fine anno

(in chilometri)

ANNI SCARTAMENTO REGIONI 1990 1991 1992 1993 Ordinario Binario doppio Binario semplice Ridotto Binario doppio Binario semplice Totale Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige

Bolzano-Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA NORD-CENTRO MEZZOGIORNO

(27)

Tavola 1.6 - Rete stradale per tipo di strada e regione

(in

chilometri)

LUNGHEZZA COMPLESSIVA DELLE STRADE KM DI STRADE PER 10.000 ABITANTI ANNI REGIONI Auto-strade (a) Statali (b) Provin- Comunali . .

extra-CI ah (a) urbane (c) Totale

Auto-strade Statali Provin- Comunali . l' extra-cla I urbane 1990 1991 1992 1993 Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto 6.193 45.127 111.304 141.666 304.290 6.301 45.076 110.475 141.666 303.518 6.301 44.888 112.204 141.666 305.059 6.396 44.756 113.063 141.666 305.881 788 94 560 207 122 85

1994 - PER REGIONE (a)

2.947 10.871 16.436 31.042 153 496 1.299 2.042 3.274 8.707 15.202 27.743 1.699 2.674 4.501 9.081 1.219 1.441 1.455 3.060 2.371 7.238 13.828 23.894 1,1 1,1 1,1 1,1 7,8 7,9 7,9 7,8 6,8 12,9 3,7 18,7 19,3 19,5 19,7 19,8 25,2 41,9 Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana 457 203 374 633 413 1.172 2.178 2.491 6.044 1.027 2.622 4.508 8.531 2.865 7.220 18.387 29.105 3.507 7.297 9.976 21.193 1,8 7,9 0,6 2,3 2,7 1,8 1,0 1,7 2,2 1,6 1,2 0,8 1,4 0,9 2,5 1,6 0,8 0,7 0,6 1,3 1,1 5,3 9,8 6,2 7,3 9,9 9,8 29,4 27,1 31,6 16,4 18,3 15,8 18,4 20,7 34,4 38,3 13,5 Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA NORD-CENTRO MEZZOGIORNO 64 200 478 319 52 445 281 40 279 582 1.387 2.832 2.261 6.544 1.425 5.525 6.936 14.086 2.557 7.007 9.037 19.079 2.279 4.824 6.872 14.294 940 1.768 310 3.070 2.547 6.995 6 .. 906 16.893 3.042 7.854 5.165 16.342 1.955 2.861 1.653 6.509 3.444 6.204 6.440 16.367 3.723 12.518 5.477 22.300 2.923 5.382 3.981 12.286 6.469 45.237 113.073 141.666 306.445 4.471 24.384 64.667 104.862 198.384 1.998 20.853 48.406 36.804 108.061 1,1 1,2 1,0 16,9 9,9 4,9 18,0 28,3 4,4 7,5 32,0 16,6 7,3 17,6 7,9 6,7 10,0 . 38,0 53,2 12,2 19,2 46,8 29,9 24,6 32,4 19,7 17,7 23,2

Fonti: Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali (ANAS) e Ministero dei Lavori Pubblici. (a) I dati relativi alle autostrade ed alle strade provinciali si riferiscono al 1994.

(b) I dati relativi alle strade statali si riferiscono al 1993.

(c) I dati relativi alle strade comunali extraurbane si riferiscono al 1977.

Per

saperne di

più

su «territorio e climatologia»

----.

ISTAT, Statistiche meteorologiche: anni 1984-1991. Roma, 1994, (Annuario,

n.25).

ISTAT - ESRIITALIA - SEAT, TuttISTAT: atlante statistico: censimenti,

popo-lazione, industria, agricoltura. Roma, 1994, (Floppy disk).

ISTAT - ESRIITALlA, I collegi elettorali: esplorazione geografica delle

carat-teristiche socioeconomiche dei coOegi uninominali della Camera dei Deputati

e del Senato della Repubblica. Rome, 1.994, (Floppy disk).

ISTAT, Climatologia in: Bollettino mensile di statistica. Roma, 1997.

ISTAT - ESRI ITALlA- SEAT, Geostat: dati cartografici e statistici a livello

nazionale, regionale, provinciale e comunale. Roma, 1997, (CD-ROM).

FERROVIE DELLO STATO, Annuario statistico: 1994. Roma, 1995.

ISTAT, Statistiche forestali. Anno 1993. Roma, 1995.

Annuario Statistico Italiano 1997

(28)

-Tavola 1.7 - Temperature medie massime

e

minime per alcune stazioni

(a)

(in

gradi centigradi)

MEDIA DELLE MASSIME MEDIA DELLE MINIME

STAZIONI 1992 1993 1994 1995 1996 1992 1993 1994 1995 1996 Firenze-Peretola 20,1 20,5 20,7 20,0 20,4 8,8 9,1 9,5 8,8 10,0 Grosseto 20,7 20,3 22,3 21,0 20,4 8,7 8,6 10,1 8,8 9,3 Perugia-S. Egidio 19,0 18,5 20,3 19,2 19,1 7,7 6,8 8,6 7,5 8,0 Roma-Urbe 21,5 22,2 23,1 21,3 21,2 9,9 10,5 9,9 7,9 8,9 Frosinone 20,8 21,0 22,1 20,6 19,7 8,6 8,8 9,6 7,6 7,9 Reggio di Calabria 22,8 23,1 24,3 22,7 22,5 14,6 14,8 15,8 14,5 14,7

Crotone-Is. Capo Rizzuto 21,1 20,8 22,4 21,0 20,4 12,1 12,3 13,1 11,2 12,4

Potenza 15,9 16,6 17,9 16,3 16,1 7,9 8,3 9,2 7,6 8,3 S. Maria di Leuca 19,3 19,4 20,4 19,5 19,3 13,8 13,7 14,8 13,6 14,0 Brindisi 20,8 20,5 22,0 20,4 20,1 13,5 13,1 14,3 12,7 13,2 Bari-Palese 21,0 21,4 22,8 20,4 20,5 11,3 11 ,1 12,7 10,4 10,9 Foggia-Amendola 21,7 21,8 22,7 21,1 20,7 9,9 9,8 10,8 9,3 10,2 Pescara 19,9 19,9 20,4 19,6 19,4 9,4 8,2 9,1 8,1 9,2 Ancona-Falconara 18,3 18,5 19,7 18,6 18,4 9,6 9,2 9,9 8,8 9,5 Rimini-Miramare 18,8 18,3 19,4 18,4 17,8 9,0 9,1 9,8 8,4 8,8 Bologna-Borgo Pani gale 18,7 16,2 20,5 19,1 17,8 9,5 7,2 11 ,O 9,4 9,1

Torino-Caselle 16,9 16,9 17,7 17,7 6,8 7,3 7,6 6,9

Piacenza-S. Damiano 17,7 17,7 18,4 17,5 16,5 7,3 7,3 8,3 7,6 7,7 Milano-Malpensa 18,6 16,6 19,3 17,3 17,5 6,5 4,3 7,6 5,3 6,5 Brescia-Ghedi 17,9 16,5 18,8 18,0 17,3 6,7 7,1 9,1 8,1 8,4 Venezia-Tessera 17,4 17,5 18,5 17,5 17,2 9,3 9,4 10,6 9,0 9,3 Bolzano-Bozen 17,7 17,8 19,6 18,0 t7,8 5,7 5,9 7,6 5,9 6,7 Vicenza 18,6 18,5 19,2 18,1 17,7 8,6 8,5 9,4 8,2 8,5 Udine-Rivolto 18,5 18,6 19,6 18,6 18,0 8,3 8,1 9,3 8,1 8,3 Trieste 17,8 17,9 18,9 17,5 t7,1 12,2 12,1 13,2 12,0 11,6 Gela 20,4 21,2 22,1 21,1 20,7 13,8 14,5 15,2 14,1 14,1 Catania-Fontanarossa 22,7 22,9 25,3 23,0 22,3 10,7 10,9 12,8 10,6 11,5 Alghero-Fertilia 21,1 21,3 22,0 21,8 21,0 11,2 10,5 11,4 10,1 10,6 Cagliari-Elmas 21,9 21,7 22,9 22,4 21,7 11,8 11 ,9 12,6 11,8 11,6

(a) I dati si riferiscono all'anno meteorologico che ha inizio con il mese di dicembre dell'anno solare precedente e termina con il mese di novembre di quello indicato.

Tavola 1.8 - Temperature estreme massime e minime per alcune stazioni

(a)

(in

gradi centigradi)

ESTREMA MASSIMA ESTREMA MINIMA

STAZIONI 1992 1993 1994 1995 1996 1992 1993 1994 1995 1996 Firenze-Peretola 37,3 37,6 38,1 35,6 34,8 -8,0 -9,9 -5,4 -6,0 -3,4 Grosseto 36,0 36,2 37,8 37,4 35,0 -6,8 -7,8 -2,0 -5,8 -4,8 Perugia-S. Egidio 35,2 36,7 37,5 36,6 33,8 -8,1 -7,2 -5,0 -7,0 -7,0 Roma-Urbe 38,8 39,7 39,3 37,3 36,2 -5,0 0,2 -2,2 -6,1 -6,4 Frosinone 39,2 38,4 36,4 36,8 36,0 -7,4 -7,0 -1,6 -6,0 -5,2 Reggio di Calabria 35,7 38,1 42,4 35,3 37,6 0,7 0,5 1,0 0,9 0,8 Crotone-Is. Capo Rizzuto 36,2 37,0 42,0 35,4 35,4 -1,4 0,0 1,0 -0,6 0,0 Potenza 31,2 35,0 33,8 33,8 33,4 -7,0 -9,0 -3,0 -4,4 -5,4 S. Maria di Leuca 32,8 34,4 34,4 32,4 32,4 -2,2 -1,0 2,8 3,0 1,2 Brindisi 36,8 36,0 43,8 36,0 36,2 -0,4 0,2 1,0 -0,6 -1,4 Bari-Palese 37,7 40,6 44,8 36,9 38,8 -2,3 -2,8 0,6 0,0 -2,2 Foggia-Amendola 38,4 40,2 41,4 38,2 38,0 -5,2 -7,2 -1,4 -4,0 -5,0 Pescara 33,9 38,0 39,9 35,1 33,0 -3,6 -6,0 -2,7 -4,9 -6,1 Ancona-Falconara 34,2 35,8 37,6 33,2 34,5 -3,8 -6,5 -1,5 -4,2 -6,0 Rimini-Miramare 35,7 37,6 38,4 33,5 34,2 -4,9 -5,3 -4,5 -5,2 -5,4 Bologna-Borgo Panigale 37,9 31,9 37,9 36,7 34,4 -5,6 -6,9 -2,4 -5,8 -7,7 Torino-Caselle 32,5 33,0 34,6 33,1 -9,3 -9,3 -7,1 -8,3 Piacenza-S. Damiano 34,6 34,8 34,8 34,8 34,2 -8,0 -9,4 -8,8 -8,0 -6,2 Milano-Malpensa 35,5 32,2 34,3 33,1 34,8 -12,1 -9,9 -8,4 -12,6 -8,3 Brescia-Ghedi 35,5 34,4 35,4 36,1 34,8 -10,0 -8,0 -7,0 -9,0 -6,2 Venezia-Tessera 34,6 33,6 '34,3 33,9 33,6 -5,4 -6,2 -5,8 -5,1 -5,0 Bolzano-Bozen 35,2 33,7 36,1 33,8 35,7 -11,7 -10,7 -9,5 -10,2 -7,3 Vicenza 35,0 36,4 36,1 35,2 36,6 -7,4 -7,2 -5,8 -7,0 -5,9 Udine-Rivolto 36,8 35,5 36,4 34,6 36,0 -7,9 -9,4 -8,0 -7,8 -6,4 Trieste 35,2 33,2 35,2 35,1 32,6 -1,8 -3,8 -4,3 -0,9 -3,5 Gela 32,4 33,6 33,6 33,8 36,0 2,8 2,0 3,2 2,0 2,6 Catania-Fontanarossa 37,8 43,4 39,2 38,1 -1,1 0,0 0,2 0,3 Alghero-Fertilia 36,6 39,0 40,1 36,9 38,1 -3,0 -3,0 -1,0 -4,8 -1,7 Cagliari-Elmas 37,2 39,2 38,8 36,6 35,6 -2,2 0,0 0,8 0,0 0,0

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