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DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO

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Academic year: 2021

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DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO

DESCRIZIONE GENERALE

Attualmente la scuola ospita gli uffici della direzione del Circolo Didattico n° 1, le aule della scuola elementare “G. Pascoli” e della scuola materna “Il Giardino”.

Dagli ingressi della Piazza S.Maria Forisportam e della Via del Giardino Botanico è possibile accedere al portico che affaccia sul cortile interno e che collega i locali del piano terra: la portineria, la Sala Auditorium “Pacini”, la palestra e i locali annessi, i refettori, i servizi igienici e un locale caldaia. Da notare che a questo livello il braccio est dell’ex convento non è stato inglobato dalla scuola, ma è rimasto ai Canonici che lo hanno adibito a Museo della Chiesa.

Dalle scale ad ovest è possibile accedere al primo piano che ospita gli uffici della Direzione didattica, le aule e i servizi igienici; a questo piano la parte est dell’ex monastero è stata divisa in due parti non comunicanti tra di loro: una adibita dalla scuola come aule da disegno, l’altra che ospita le camere da letto dei Curati. La scala nella parte est dell’edificio, quella ampliata nel 1923, serve alla scuola elementare come via di fuga verso luogo sicuro, ma al piano terra collega la scuola materna attraverso una porta tagliafuoco.

Il piano terra ospita, appunto, i locali della scuola materna “il Giardino”; questa ha un ingresso indipendente sul fronte ovest dalla parte della Via del Giardino Botanico e funziona anche indipendentemente dalla scuola elementare.

Negli ultimi trenta anni la scuola è stata oggetto di ristrutturazioni e manutenzione ordinaria e straordinaria che hanno comportato notevoli

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modifiche alle parti strutturali dell’edificio; di questi lavori è stato possibile solo reperire i contratti di affidamento lavori alle Imprese edili senza alcun disegno che documentasse la situazione che si andava a modificare.

INDAGINI EFFETTUATE

Al fine di individuare la tipologia delle strutture attuali e verificarne lo stato di conservazione è stata effettuata una serie di sopralluoghi.

Per quanto riguarda le strutture verticali portanti ci si è limitati al rilievo degli spessori dei muri e ad un indagine visiva, sia perché la documentazione storica trovata è stata ritenuta sufficiente, sia perché il buono stato di conservazione dei muri stessi e delle volte non ha imposto indagini più approfondite. Le tramezzature, prevalentemente realizzate in mattoni forati di 8 centimetri di spessore, soprattutto quelle che dividono le aule, presentano notevole snellezza e mancano di

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notare un’orditura di travi in acciaio IPE 100 destinate a sostenere una muratura in mattoni forati “Doppio UNI”.

Per gli orizzontamenti si è proceduto ad un’analisi visiva nei luoghi accessibili, in particolare nella soffitta; in alcuni locali del piano terra si è

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reperito informazioni rimuovendo temporaneamente alcune controsoffittature in pannelli d’alluminio oppure accedendo tramite piccole botole al controsoffitto.

Per gli altri locali si è definita la tipologia per omogeneità di quelli vicini; in alcuni sono stati eseguiti dei saggi consistiti nell’asportazione della pavimentazione, del riempimento inerte dove esistente, nella misurazione degli spessori tramite perforazione, nell’asportazione dell’intonaco per il rilievo dell’orditura e delle dimensioni degli elementi di alleggerimento; mentre in altri non è stato possibile eseguirli per non intralciare il periodo di lezioni.

Le strutture della copertura sono state ispezionate visivamente nelle zone in cui era possibile l’accesso.

A questo proposito è stata notata una situazione pericolosa a cui il Comune ha provveduto immediatamente: a causa di infiltrazioni d’acqua dal tetto la testa del puntone di una capriata è marcita e aprendosi non gli ha più permesso di assolvere al suo compito; il puntone quindi si è

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abbassato, portandosi dietro il monaco che si è adagiato sulla catena la quale, oltre che tesa, si è trovata ad essere inflessa.

Il puntone è stato subito puntellato nell’attesa di essere sostituito. Inoltre alcuni travicelli sembrano indeboliti, mentre varie mezzane sono come sbriciolate, forse consumate dall’umidità e dal tempo, alcune essendo poste in opera più di ottanta anni fa. I due locali sottostanti a questa capriata che ospitano due aule sono stati temporaneamente dichiarati inagibili per motivi di sicurezza, fino a che non si possa porre rimedio sostituendo le armature lignee.

Non è stata effettuata alcuna indagine sulle fondazioni, non essendovene motivo data la completa assenza di segnali di cedimento.

DESCRIZIONE DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI

La parte di edificio preesistente all’ampliamento del 1923 poggia su un ciottolato a secco, mentre nella zona della materna i solai sono costituiti da longarine in acciaio e elementi in alleggerimento di laterizio. Di questi

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elementi non è stato possibile reperire dettagli costruttivi; è stata comunque fatta un’ipotesi, da ritenersi piuttosto attendibile, sulla base dei disegni del progetto di ampliamento, già varie volte citato, e sulle informazioni ricevute dagli impresari delle ditte che in passato avevano eseguito lavori di straordinaria manutenzione. Sono comunque necessari una serie di saggi per avere conferma di queste supposizioni e per conoscere nei particolari la tipologia degli elementi di alleggerimento in laterizio e la presenza, o meglio la probabile assenza di rete elettrosaldata.

Il solaio in corrispondenza dei refettori, nella parte ovest, consistente in un gattaiolato appare in buone condizioni; anche qui non è stato possibile eseguire saggi per non creare difficoltà logistiche al consumo dei pasti. Le murature al piano terra sembrano tutte in buono stato.

Altre due murature che dividevano sia la palestra che la Sala Pacini in quattro aule, come documenta il progetto di ampliamento del 1923, sono state rimosse per ricavare vani più spaziosi; di questo intervento, databile alla fine degli anni Settanta attraverso i contratti di affidamento lavori alle Ditte incaricate, non è stato possibile rinvenire alcun progetto.

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Il solaio in legno che poggiava su queste murature è stato rompitrattato con alcune travi in acciaio di profilo IPE 330 che sorreggono le grosse travi (sezione 35x40cm) di legno; una di queste si ancora sul muro di spessore 80cm in corrispondenza di un architrave di una porta: situazione staticamente poco felice che non presenta al momento segnali di dissesto.

Percorrendo il grande porticato si nota l’accettabile stato di conservazione delle colonne, mancanti solo di qualche elemento nei capitelli, e delle

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volte in mattoni che presentano, tutte le incatenature in senso trasversale, tra colonna e muro, e incatenature sul perimetro sugli angoli tranne quello nord-est.

Le scale ad ovest sono in gradini di pietra a sbalzo nella muratura, consolidate intorno alla metà degli anni novanta, tramite due travi a ginocchio con struttura in acciaio di cui non è stato possibile trovare il progetto.

Gli stessi gradini in pietra presentano dei distacchi tra pedata e alzata che non permettono la collaborazione degli elementi tra loro e che, infatti, presentano delle piccole lesioni. Un pianerottolo con struttura portante in legno non presenta gli adeguati standard di sicurezza richiesti per una scala che è anche uscita di sicurezza.

Al primo piano le murature portanti non presentano segnali di dissesto. Per quanto riguarda le tramezzature con le quali si sono ricavate le aule odierne, queste presentano un aspetto molto pericoloso, soprattutto in caso di un movimento tellurico anche leggero: queste sono costituite di setti

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murari in mattoni forati che poggiano su travi IPE in acciaio; Tra queste, le pareti che appaiono di spessore maggiore, sono composte di due setti divisi da un’intercapedine. Alcune ancora presentano dei collegamenti dei due setti attraverso un mattone forato posto di coltello, ortogonalmente al piano delle murature.

Figura 1 Il tetto e il solaio della soffitta

Attraverso alcune botole aperte in corrispondenza dei solai del primo piano è possibile accedere alla soffitta, per cui sono state reperite informazioni circa questi elementi strutturali. Non tutta però è stata visitata perché alcuni passaggi tra le muratura risultano inaccessibili.

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Sopra il corridoio che gira intorno al cortile centrale, il controsoffitto è costituito da un solaio di tipo perret, ovvero longherine in acciaio IPE 140 con interposti tavelle di alleggerimento in laterizio all’interasse di 90 cm in media; sopra questi appoggiano due piccole paretine di mattoni forati

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che sostengono il tetto ad una falda, spiovente verso il cortile, costituito degli stessi elementi del controsoffitto.

Sopra gli uffici della Direzione del Circolo Didattico la copertura è a vista: sostenuta da una mezza capriata di tipo palladiano in legno di larice con sezione degli elementi portanti 30cm x 30cm; in questa parte di edificio la copertura è stata ripristinata nei primi anni ottanta.

In corrispondenza del corridoio, cui si accede appena salite le scale, si trova una volta, a sesto ribassato, in incannicciato,

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appesa all’orditura lignea che forma il tetto. In tutta la restante parte dell’edificio, tranne i due piccoli corridoi a est e a ovest dove troviamo ancora un’incannicciato orizzontale, è stato realizzato un solaio in ferro e laterizio, del tipo già descritto, in cui gli elementi portanti sono, prevalentemente, travi in acciaio IPE 220 e dove gli elementi di alleggerimento, in tavelle di 100cm x 40cm x 8cm, sono stati ricoperti da uno strato di calcestruzzo con interposta una rete di ferro dolce. L’orditura è tale da scaricare il peso del solaio sopra i muri perimetrali, tranne che nella prima aula sopra la Sala Pacini: in questa le longherine (IPE 160) vanno da un muro di 60 cm di spessore fino ai tramezzi che sono a loro volta sostenuti da travi IPE 220.

Percorrendo questa parte di soffitta si sono esaminate le capriate in legno di abete che formano la copertura: queste hanno sezione traversale media di 35 cm x 40 cm, interasse di 400 cm e composte da catena, monaco e

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puntoni. In mezzo a ciascuna delle due capriate troviamo un’altra trave di legno della stessa sezione con la funzione di catena.

Gli elementi che completano la copertura sono dei correnti di sezione 20cm x 24cm disposti ad interassi di circa 180 cm, sopra i quali poggiano i travicelli di sezione di 8-10 cm x 8-10 cm intervallati da mezzane in laterizio di sezione 30cm x 15cm x 3cm.

Databile nell’anno 1983 è la sostituzione di due capriate con altre in legno in cui è possibile notare la presenza delle saette e di tiranti in acciaio in sostituzione delle catene.

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Sempre per quanto riguarda la copertura è importante segnalare l’assensa oltre che di una soletta di calcestruzzo sopra le mezzane anche quella di uno strato di impermeabilizzazione. A seguito di queste è mancanza sono possibili episodi, come quello già accaduto, di infiltrazioni di acqua. Si deve inoltre far presente che sono poche le mezzane che presentano rotture, mentre sono più numerose quelle

soggette ad uno “sfarinamento”, dovuto in via ipotetica a causa di forte umidità e anche agli sbalzi di temperatura nella stagione invernale, quando sono accesi i riscaldamenti.

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Inoltre raggiungendo la soffitta, dai bagni nell’ala est attraverso una serie di staffe in ferro che fungevano da scala e tramite le quali si accedeva nella zona in cui erano istallati il serbatoio dell’acqua e l vaso d’espansione dell’impianto di riscaldamento, è stato possibile reperire informazioni sul controsoffitto in incannicciato: questo è realizzato tramite una serie di canne ricoperte da uno strato di cemento con interposto una rete di ferro dolce (raggiunge in alcuni punti lo spessore di 2 cm); questo elemento e sorretto da una serie di travicelli di sezione quadrata di 3-4 cm di lato, appesi, a loro volta, a travi di legno di sezione 20cm x 20cm .

Figura

Figura 1  Il tetto e il solaio della soffitta

Riferimenti

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